Tra i risparmiatori italiani si fanno sempre piĆ¹ strada gli Etf: volume positivo del 3.5%

 

Redazione

 

Che siano grandi o piccoli, che puntino ad un guadagno o a mantenere i capitali al “sicuro” evitando il deposito nelle banche che ultimamente stanno creando diversi grattacapi, gli investimenti assumono grande importanza. Ed è per questo che tra i risparmiatori italiani si fanno sempre più strada gli Etf.


Si tratta di titoli quotati in borsa la cui compravendita è regolamentata su un mercato simile a quello azionario e che riscuotono un grande successo anche per la possibilità di azione senza intermediari. Queste caratteristiche hanno portato ad un volume positivo del 3.5%, dato eccezionale soprattutto se confrontato al preoccupante -22.5% dei controvalori negoziati sul listino principale di piazza Affari, come riporta un articolo pubblicato da LaStampa. Gli italiani però non hanno “inventato” nulla, visto che stanno seguendo le tendenze mondiali che evidenziano un boom costante dei cosiddetti “replicanti”.


A spiegare questa crescita esponenziale degli Etf non sono soltanto i trend internazionali, ma anche la semplicità di utilizzo e i costi risibili per i risparmiatori. Le percentuali di costo oscillano tra lo 0,1 e lo 0,5%, e assicurano non solo un’opzione in grado di riprodurre l’andamento delle azioni di maggior successo, ma anche un recupero importante delle quote di performance. I costi di investimento, poi, sono nell’ordine di pochi euro, ed è per questo che sono molto appetibili per gli investitori di ogni tipo: “Gli Etf sono uno strumento appropriato per raggiungere una maggiore diversificazione del portafoglio – ha dichiarato il responsabile di Amundi Etf Italia Vincenzo Sagone al giornale torinese -, anche se è importante mixare l’investimento con più prodotti, non limitandosi solo agli Etf. In questo modo, si crea un portafoglio efficiente e in linea con il proprio profilo di rischio”.


A proposito di rischi, due diktat arrivano dal famoso investitore Warren Buffet, che ha sempre evidenziato l’importanza di non perdere denaro e di una gestione delle perdite, che è una delle basi per un investimento di successo. Ed è per questo motivo che, quanto meno per “l’esordio” nel mercato finanziario, è consigliabile affidarsi ai più esperti per operare la selezione delle azioni da mettere a portafoglio: “Non va sottovalutata l’importanza di una consulenza d’esperienza. La scelta dell’Etf su cui puntare va calibrata opportunamente – sostiene Emanuele Bellingeri, responsabile italiano di iShares -, seguire l’investimento nel tempo è fondamentale per non rischiare brutte sorprese sull’andamento di un singolo indice o Paese. Meglio non affidarsi al fai da te”.


Posta come condizione necessaria la possibilità di rivolgersi ad un consulente finanziario in grado di traghettare il risparmiatore durante i suoi primi passi nel mondo delle azioni, è altrettanto importante studiare il quadro macroeconomico attuale. In una fase congiunturale in cui regna l’incertezza sulla politica economica e monetaria dei prossimi anni, è fondamentale puntare ad un portafoglio variegato, in grado da una parte di cogliere appieno le opportunità di crescita, e dall’altro si mantengano nell’alveo della prudenza. Per un portafoglio ancor più variegato, si potrebbero puntare piccole quote anche su strumenti globali ad alto dividendo, che assicurano prospettive di rendimento più appetibili.

È importante evidenziare, però, che anche gli Etf possono nascondere brutte sorprese. Sono stati molti gli italiani che l’anno scorso hanno puntato sulla rinascita di piazza Affari, ma ora si “leccano le ferite” e fanno i conti con perdite a due cifre. Da non sottovalutare anche i rischi di cambio per gli strumenti legati al rendimento di oro e petrolio, entrambi quotati in dollaro. Anche per i più esperti, infatti, non è sempre garantito il capitale iniziale. Anche per questo motivo, gli investitori più piccoli devono rivolgersi agli investitori. È infatti assodato che solo una gestione oculata e quotidiana può portare a scenari positivi e anche a guadagni costanti nell’arco temporale di riferimento