Facoltà di Medicina, al via il libero accesso. Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

Ci si potrà iscrivere liberamente, senza passare attraverso test, al primo semestre di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria.

È quanto prevede la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina. Verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione, verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025.

Ministro Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

“Trasparenza, equità, merito: è su questi principi che il governo e il ministero dell’università vogliono riformare l’accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario. Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico”. Lo ha spiegato il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all’insegna dell’ascolto, della massima collaborazione e dell’unità di intenti”.

Ordine medici: “Nettamente contrari a stop al numero chiuso”

  La riforma non incontra però il gradimento dei medici. “Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati”, ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commentando l’adozione da parte del Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato del teso base per lo stop al numero chiuso. 

Medici Anaao: “Stop numero chiuso colpo grazia a formazione medica”

  Anche il sindacato dei medici ospedalieri ha espresso forti perplessità. “Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando ed è il colpo di grazia alla formazione medica”, ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed.  “Abolire il numero programmato – ha proseguito Di Silverio – è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.

“In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70mila giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all’iscrizione alla Facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria – ha annunciato Di Silverio – promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”.




Annullata domanda test di medicina, valanga di ricorsi

Redazione

Domande ambigue, difficili e scoppia la rivolta. A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione dei risultati dei test di Medicina, e' gia' allarme ricorsi. Dopo la decisione del Ministero dell'Istruzione di annullare una domanda accusata da piu' parti di eccessiva ambiguita', attribuendo il medesimo punteggio a tutte le risposte date, le associazioni degli studenti sono scese in campo parlando di "graduatoria falsata". I legali del Gruppo Consulcesi, da sempre in prima linea per la tutela dei giovani aspiranti medici, con una storia di successo a partire dalle riammissioni in sovrannumero dei tanti ingiustamente esclusi, hanno risposto immediatamente a questo SOS. "Sin dal giorno stesso delle prove siamo stati subissati da segnalazioni di numerose irregolarita' sul nostro sportello virtuale www.numerochiuso.info – spiegano da Consulcesi – e siamo stati i primi ad annunciare l'inevitabile valanga di ricorsi in arrivo. Quanto accaduto e' gravissimo: l'errore contenuto nel test di Medicina ha irrimediabilmente alterato le graduatorie in uscita il prossimo 4 ottobre, penalizzando migliaia di studenti. Infatti, in riferimento a quanto sancito dal bando di cui al D.M. n. 546 del 30 giugno 2016, nello specifico all'art. 2, si configurano disparita' di trattamento, violazione e falsa applicazione del principio di imparzialita' e del buon andamento della pubblica amministrazione"."Siamo gia' al lavoro sulle azioni legali da intraprendere: ai sensi dell'art. 30 c.p.a, ai ricorrenti potrebbe essere riconosciuta anche una somma di denaro a titolo di risarcimento dei danni subiti, patrimoniali e non, conseguenti all'illegittimo esercizio dell'attivita' amministrativa", concludono gli esperti di Consulcesi. Da oltre 20 anni al fianco dei medici italiani e di coloro che aspirano a diventare tali, Consulcesi ha da tempo aperto un canale di comunicazione con il Ministero dell'Istruzione e con il Ministro, con l'intento di contribuire a migliorare le condizioni d'esame per i giovani candidati. Consulcesi si propone non soltanto di vigilare sul corretto svolgimento delle prove, ma di dare voce a tutti coloro che hanno riscontrato delle irregolarita' e vogliano dare il proprio apporto, tramite le loro esperienze e testimonianze, per rendere le prove piu' trasparenti e meritocratiche. A tal fine e' stato realizzato il portale www.numerochiuso.info, un vero e proprio sportello virtuale a disposizione di tutti gli aspiranti medici sia per avere informazioni utili su come affrontare il test ed eventualmente tutelarsi riguardo eventuali irregolarita' e per raccontare e condividere le proprie esperienze relative alla prova d'accesso, formulando anche proposte per migliorarla. Nel caso in cui si dovessero verificare delle scorrettezze




Università, test d'ammissione per medicina e odontoiatria: scatta la protesta

 
di Angelo Barraco
 
ROMA – Sono iniziati stamattina i test d’ammissione alle facoltà di medicina e odontoiatria con il numero programmato a livello nazionale.

Sono 62.695 i giovani che ambiscono ad entrare nella rosa delle facoltà italiane che consentiranno ad un numero limitato di studenti determinati e ambiziosi di poter indossare un giorno il camice bianco. Quest’anno vi sono oltre duemila giovani in più ai test d’ammissione rispetto all’anno scorso.

Nella facoltà di Medicina sono disponibili 9.224 posti, per Odontoiatria invece 908, per un totale di 10.132.  Una media di uno studente su sei. Mercoledì 7 invece toccherà a Medicina Veterinaria e giovedì 8 a Scienze dell’Architettura. Proseguiranno martedì 13 settembre con Professioni sanitarie (Fisioterapia, Infermieristica, Logopedia, Ortottica, Assistenza oftalmologica, Ostetricia, Techiche Audioprotesiche, Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi del lavoro, Tecniche di laboratorio biomedico, Tecniche di radiologia medica per immagini, radioterapia). Il primo settembre invece si sono svolti presso l’Università degli Studi di Palermo i test d’ingresso i test d’ammissione per i corsi di laurea in Ingegneria e Studi Interculturali.
 
Erano circa 2870 i candidati per 1048 posti disponibili. I corsi ad accesso libero invece erano cinque e hanno partecipato 300 ragazzi, tali corsi erano: Ingegneria cibernetica, civile ed edile, elettrica, elettronica, per l’ambiente e il territorio. Il rettore si dice soddisfatto dei dati, riferendo in un’intervista rilasciata a Repubblica che “I dati dei partecipanti ai test sono molto buoni: 1200 persone. Abbiamo registrato 350 utenti in più rispetto allo scorso anno e ricordiamo che ogni studente si candida per più test questo numero, seppur non altissimo, è per noi un segnale importante. Dopo anni di perdite continue, finalmente il nostro ateneo ricomincia a salire. Speriamo che questa inversione di tendenza continui. Ci stiamo impegnando per migliorare i servizi e aiutare i ragazzi. Per esempio, abbiamo accorpato i test di corsi di laurea simili. In questo modo i ragazzi hanno potuto risparmiare sulle iscrizioni ai quiz”. Si sono svolti anche i test delle facoltà di Chimica e Fisica e delle facoltà che puntano al mondo dell’agricoltura e dell’ambiente. Tutti gli studenti sono accolti e assistiti dalle associazioni che, con i banchetti, sono collocati davanti agli ingressi dove si terranno i test d’ingresso e danno supporto e opuscoli orientativi a tutte le giovani future matricole. Anche quest’anno vi sono state delle contestazioni del Collettivo universitario autonomo che ha posto uno striscione con un “No” al caro tasse e alle quote per accedere ai test. Un’attivista del collettivo ha riferito in un’intervista che hanno bloccato l’accesso alle aule del polo didattico “per ricordare come ogni anno molti ragazzi versano i 55 euro per i test e non hanno alcun certezza di poter accedere ai corsi desiderati. Quest’anno inoltre l’ateneo ha deciso di rendere la maggior parte dei quiz a numero aperto, mantenendo però la tassa sulle prove scritte. Perché? Per trarne profitto?”. Anche il Sindacato Udu aveva mosso delle lamentele in merito al pagamento della quota per i test a numero aperto “Perché continuare a far partecipare gli studenti ai test, se i corsi di laurea non sono più a numero programmato? In altre università d’Italia il test per la verifica delle conoscenze iniziali viene somministrato gratuitamente dai docenti durante la prima settimana di lezioni” Il rettore intanto ha riferito “Dal prossimo anno accorperemo ancora più test di corsi simili Così i ragazzi potranno risparmiare su questa tassa pagando solo una volta, per candidarsi a un corso a numero chiuso. La prova varrà anche per la loro candidatura ai corsi ad accesso libero”. Ma vi sono contestazioni in merito al numero aperto e ad eventuali problemi in alcuni indirizzi “Per esempio nel corso di Lettere: ci sono più di 400 candidati. Se queste richieste di accesso ai test si trasformeranno in immatricolazioni, l’ateneo sarà nelle condizioni di poter gestire un numero così alto di studenti? Siamo soddisfatti della scelta dell’università di abolire il numero chiuso, ma si è già pensato a cosa fare se il numero non sarà facilmente gestibile?” Ma dagli uffici dell’Università spiegano che “Si tratta di corsi che hanno sempre avuto un alto numero di studenti  e non
 necessitano di attività laboratoriali. Se ci sarà un alto numero di iscrizioni, provvederemo a fornire ai ragazzi gli spazi adeguati per seguire le lezioni. Ci penserà il nostro delegato alla logistica”. 
 
Le manifestazioni e contestazioni non solo al sud, poiché nella notte è stata innescata una manifestazione davanti al Miur da parte di organizzazioni di studenti e alcune aziende ospedaliere, in varie città italiane, che hanno protestato contro il numero chiuso. Gli studenti dicono “Siamo pronti  a raccogliere ogni segnalazione di irregolarità al nostro indirizzo mail: ricorsi@unionedegliuniversitari.it. Udu e Rete degli Studenti Medi” e in una nota fanno sapere che “anche quest'anno saremo presenti negli atenei di tutta Italia per distribuire la nostra 'Guida al Test sicurò: al suo interno è indicato tutto ciò che deve accadere per far sì che il test si svolga in maniera regolare, evitando quindi che prove inique e fallaci vadano a condizionare il futuro di studenti già pesantemente danneggiati da questo sistema di accesso”. Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari ha dichiarato che “i bandi contengono elementi peggiorativi rispetto al passato, come la diminuzione sostanziale dei posti disponibili (se ne perdono più di 1000, di cui 300 a medicina) e la chiusura anticipata delle graduatorie al termine del primo semestre, lasciando immaginare che questo comporterà un'ulteriore riduzione dei posti. In questo modo moltissimi potenziali studenti sono buttati fuori dalle università, e si vedono negata la possibilità di scegliere il proprio futuro. è venuto il momento di dire basta”, il coordinatore nazionare della Rete degli Studenti Medi, Gianmarco Manfreda, aggiunge “Sempre più studenti si trovano impreparati al momento della scelta del proprio percorso universitario: molti decidono proprio di non iscriversi, altri scelgono inconsapevolmente, non avendo avuto gli strumenti per poter valutare attentamente le varie possibilità. Per altri ancora la scelta è influenzata da vincoli di carattere economico. Per questo, come studenti medi, diciamo che è necessario non solo superare il numero chiuso, ma anche prevedere seri programmi di orientamento negli ultimi anni delle scuole superiori, in modo da poter permettere agli studenti di fare una scelta consapevole: bisogna pensare a scuola e università come due percorsi non distinti bensì in continuità”. 
 
L’università e il lavoro. Vi sono settori dove sembra esserci una ripresa e sono principalmente i settori del servizio alle imprese. I settori manifatturieri e dell’edilizia invece non brillano di luce ma rimangono arenati dalla crisi che continua a colpirli. I giovani che intraprendono un percorso di studi, spesso si trovano dinnanzi ad un bivio: piacere di un determinato settore o possibilità lavorative che quel determinato settore può offrire? E’ una scelta ardua, complessa, che spesso porta a pentimento ma comunque incentrata principalmente sulla voglia di raggiungere un obiettivo e portarlo a termine. Ma un paese in cui la crisi è tangibile, i giovani preferiscono lo studio o il lavoro? Per quanto riguarda le iscrizioni, emerge che sono gli studenti più ricchi ad accedere alle università e al politecnico. Sono le fasce di reddito più alte ad emergere, le più basse invece si assottigliano e molti giovani preferiscono intraprendere attività lavorative, senza dar peso ulteriore alle loro famiglie. La tassazione università è un peso per molte famiglie che non sempre possono permettersi di pagare rette in continuo aumento, malgrado vi siano borse di studio che ammortizzano quelli che sono gli anni fuori sede. Ma fuori dall’Italia la concezione dell’università non è molto distante dalla nostra poiché spesso il titolo ottenuto non da immediate possibilità di inserimento e vi sono numerosi studenti costretti ad intraprendere altre attività lavorative. Il 40% dei laureati in Russia per esempio, svolge un impiego che non corrisponde al percorso laurea. Molti giovani russi studiano prevalentemente per ottenere un titolo e sembra essere una realtà molto diffusa. Una teoria che trova conferma anche nelle parole di Rostislav Kapelyushnikov, vice direttore del Centro di Ricerca per il lavoro della Scuola superiore di economia. Sostiene infatti che “Tutti credono di dover ottenere un titolo. Dove e come lavorare poi viene determinato a seconda delle circostanze”. Secondo  Kapelyushnikov, il 20% dei laureati russi non pratica la professione corrispondente al titolo universitario e il 15-20% svolge un lavoro per il quale la laurea non è indispensabile. In Italia invece i giovani emigrano, cercando fortuna altrove, poiché le terre aride della crisi e della tassazione che spezza le gambe alla giovane imprenditoria non lasciano scampo a giovani, ambizioni e volenterosi neolaureati.