Nemi, scavi archeologici: a palazzo Ruspoli la presentazione della campagna 2017

Giovedì 7 settembre alle ore 18:00 presso la sala delle Armi di Palazzo Ruspoli verrà svelato il restauro conservativo di muratura arcaica inglobata nel podio del Tempio di Diana parte più antica del ritrovamento datato al V secolo aC

 

NEMI (RM) – Il comune di Nemi torna protagonista nel panorama archeologico e storico dei Castelli Romani. Giovedì 7 settembre alle ore 18:00 presso la sala delle Armi di Palazzo Ruspoli verrà presentata la campagna di scavo 2017.

Inoltre per la prima volta verrà svelato il restauro conservativo di muratura arcaica inglobata nel podio del Tempio di Diana parte più antica del ritrovamento datato al V secolo aC quando il santuario era la sede della lega dei Latini che combattevano contro Roma.

L’intervento affidato dal Comune di Nemi al restauratore Roberto Civetta, ha proposto il restauro mediante operazioni di messa in sicurezza del muro arcaico inglobato nel podio del Tempio di Diana. Alcune parti pericolanti inoltre, sono state consolidate nella posizione corretta come quella originaria.

Il Tempio di Diana è uno dei santuari più grandi del Lazio, e tra i più grandi d’Europa è stato anche il riferimento di culto più importante dell’epoca pre Romana.

Oltre ottanta gli archeologi proveniente dalle più importanti Università Europee, coordinate dall’università di Perugia, che hanno avuto l’opportunità di partecipare con lustro alla campagna 2017 di scavo, studio e valorizzazione del Tempio di Diana a Nemi.

L’area archeologica in questione ha risentito della forte mancanza di finanziamenti ma pur con queste difficoltà l’amministrazione Comunale – dichiara il sindaco di Nemi Alberto Bertucci – ha puntato alla valorizzazione dell’area iniziando a finanziare alcuni interventi di restauro ai fini di una apertura al pubblico.

Parteciperanno all’evento: il Sindaco di Nemi Alberto Bertucci, Alfonsina Russo Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Giuseppina Ghini Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Filippo Coarelli Università degli Studi di Perugia, Paolo Braconi Università degli Studi di Perugia, Francesca Diosono Ludwig-Maximilians-Universität München e Roberto Civetta restauratore responsabile dell’intervento.

 




NEMI, TEMPIO DI DIANA E MUSEO DELLE NAVI: LA DISAVVENTURA DI UN RICERCATORE UNIVERSITARIO

Redazione
Nemi (RM)
– Il dottor Tiziano Giovannelli dell'Università di Roma Tor Vergata interviene, dopo la denuncia fatta su queste colonne lo scorso 12 gennaio 2016, su quello che era, e oggi purtroppo ancora è, il disastroso stato in cui versa il Museo delle Navi di Nemi che ancora oggi non sembra rispecchiare nessuno degli standard museali definiti dal ministero dei Beni Culturali e ad occhio nudo sembra una spugna imbibita di acqua che pian piano, grazie all’alta concentrazione di umidità, sta rovinando tutte le ricchezze storico culturali in essa contenute.

Giovannelli, dopo tanti anni che mancava da Nemi, è tornato nel paese delle fragole la scorsa domenica 5 giugno, in occasione della sagra delle fragole, e ha voluto rendersi conto di persona di quello che è lo stato in cui versa il Museo delle Navi di Nemi riscontrando altre criticità che interessano  l'area sacra a Diana che risulta praticamente non visitabile se non passando attraverso una proprietà privata.

Di seguito la nota del dottor Tiziano Giovannelli ricercatore presso l'Università di Roma Tor Vergata:

"Mi chiamo Tiziano Giovannelli e sono un Dottore di Ricerca di Roma Tor Vergata. Durante i miei studi di Laurea, insieme alla prof.ssa Anna Pasqualini più volte ho visitato il sito di Nemi (parliamo della seconda metà degli anni '90) per studiarlo alla luce degli scavi che dal 1989 la Soprintendenza aveva iniziato ad effettuare.
Lo stesso sito fu oggetto di un corso specifico per l'esame di Antichità Romane all'interno del programma di Laurea in Storia Antica e Archeologia a Tor Vergata. Ricordo benissimo le fasi dei lavori e l'attenzione che mettemmo nello studio del sito anche se  ora faccio un lavoro lontano anni luce dagli studi classici…

La scorsa domenica 5 giugno sono tornato a Nemi dopo tanti anni, dopo la Laurea nel 2001 e dopo il Dottorato di Ricerca nel 2008. Quello che ho visto è assolutamente scandaloso! Alla luce della pubblicazione nel 2014 del Volume sul Santuario di Nemi curato da Coarelli e Ghini, mi aspettavo una almeno minima valorizzazione del sito.

Parto dal Museo delle Navi: pur consapevole della difficoltà di gestione di uno spazio museale del genere, rimango comunque stupito di quanto e come sia "poco" sfruttato e utilizzato: muffa sui muri, assenza di guide sul posto e audioguide non funzionanti; mancanza di illuminazione nelle nicchie adibite alla custodia dei reperti numismatici.
Al di fuori, erba alta a coprire parti di trabeazioni (alcune iscritte) giacenti a terra in quelli che immagino dovessero essere giardini/aiuole; alle spalle dell'edificio museale vaschette con reperti di scavo catalogati lasciati alle intemperie. Ribadisco, per evitare di fare demagogia e retorica, la difficoltà di gestione di uno spazio del genere, ma non comprendo lo stato di incuria dovuto alla mancanza d volontà e non di fondi economici.

Ma la sorpresa peggiore è stata sicuramente quella di vedere l'area sacra a Diana praticamente non visitabile. Non che anni fa lo sia stato, ma le cose sembrano essere peggiorate. Il mio più grande stupore è stato quello di aver appreso alla biglietteria del Museo delle Navi che non esiste la possibilità di visita al Santuario e che l'unico modo di potersi "avvicinare" alle antiche strutture, sia quello di dover entrare in una specie di "Agriturismo/Ristorante". ho provato a rintracciare il sentiero che permetteva l'accesso a noi studenti all'area sacra, dalla parte del lago poco spostata rispetto al prospiciente paese modero di Nemi, ma la fitta vegetazione impedisce ormai il passaggio.

Trovo ancora più curioso come sulle strade carrozzabili alle spalle del Museo vi siano indicazioni turistiche che indirizzano al Tempio di Diana, ma che, di fatto, indicano praticamente il nulla...
come già scritto, la retorica potrebbe (o forse lo ha già fatto), impadronirsi delle mie parole, ma credo che sia davvero allucinante solo pensare che un sito di una tale bellezza paesaggistica  e così ricco di fonti antiche, debba essere praticamente abbandonato. Mi ha fatto tristezza vedere, lo scorso 5 giugno il paese di Nemi stracolmo di persone per la sagra delle Fragole e, contemporaneamente, poche centinaia di metri a valle, constatare l'incuria e l'indifferenza nei confronti di quello che ha tutte le carte in regola per diventare un parco archeologico in grande stile. L'antica strada ancora visibile all'interno dei locali museali, è lasciata scoperta per puntare in maniera decisa verso il Bosco di Diana in un'idea di connubio inscindibile tra i due siti… in maniera diversa è devastante ugualmente per l'anima constatare il fallimento moderno di una grande intuizione antica che, negli anni '30, ha provato a riprendere vita, ma che i politicanti di oggi (e spero di sbagliarmi) stanno provando a distruggere nelle strutture e nella memoria.




NEMI, CROLLO AL TEMPIO DI DIANA: CADE UN GROSSO ALBERO E LA STRUTTURA SI DANNEGGIA

GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Una grossa emergenza pesa sul sito del Tempio di Diana nella valle del lago di Nemi colpito circa due settimane fa da un grosso albero caduto, probabilmente a causa del maltempo. I resti del Tempio di Diana sorgono all'interno di un poggio boscoso situato lungo le falde del cratere vulcanico che racchiude il Lago di Nemi. Per fortuna la tettoia a protezione del sito sembra sia stata un'ottima protezione: non si dovrebbe essere danneggiato nulla al livello di reperto archeologico. Come si può vedere dalle immagini però la struttura a protezione è pesantemente danneggiata e rischia di rimanere a lungo in questo stato se il ministero non provvederà ad erogare i fondi necessari.

Nel frattempo la Dottoressa Giuseppina Ghini della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha provveduto, immediatamente dopo il crollo dell’albero, a chiudere il sito e metterlo in sicurezza. Al sopralluogo con Ghini erano presenti i carabinieri, i vigili e i guardiaparco dell’ente Parco regionale dei Castelli Romani. La soprintendenza ha contattato una ditta del verde per un preventivo finalizzato ad un intervento di messa in sicurezza del sito ma nel massimo rispetto dell’ambiente. Si intende provvedere alla rimozione di essenze pericolose per questo si è chiesto anche l’ausilio di un agronomo dell'Ente Regionale Parco dei Castelli Romani che possa essere d’ausilio.

Questo è un intervento di somma urgenza che necessita di tutta l’attenzione possibile in quanto si è in presenza di un bene storico archeologico di inestimabile valore.




NEMI, LA VILLA DI CALIGOLA, IL SANTUARIO E IL MUSEO: UN POLO MUSEALE ARCHEOLOGICO NON VALORIZZATO E NON PROMOSSO

Redazione

Nemi – Un sito pieno di archeologia, tecnologie e in continua scoperta ma che però non è affatto valorizzato e promosso. I custodi di questo sito sono dei privati che organizzano visite guidate ed eventi a tema. Ne la soprintendenza e ne il Comune di Nemi incentivano la promozione di questo tesoro archeologico di inestimabile valore.

Le scoperte potrebbero avere un richiamo d'attenzione mondiale e invece non va in questo modo. siamo in Italia. Addirittura sta riaffiorando la villa dell'imperatore Caligola. Le nuove indagini consentono oggi di ricostruire nel dettaglio, attraverso le prove archeologiche, la storia e le fasi del santuario di Diana. L’ultima campagna ha messo in campo per la prima volta anche nuove tecnologie. Come rivela la Ghini a Il Messaggero l’intera area, infatti, è stata ispezionata con ricognizioni «a volo d’uccello» di un drone nelle ultime due settimane di settembre. Ma l'esito deve ancora essere conosciuto.


Nel 2003 è iniziata una collaborazione,ancora in corso, tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e l’Univer-sità degli Studi di Perugia per indagini archeologichenel santuario di Diana nemorense, sotto la direzionescientifica di Giuseppina Ghini, Filippo Coarelli ePaolo Braconi e il coordinamento della dottoressa Diosono.

Il grosso problema è la gestione dell'area archeologica presso la Valle del lago. L'unico a sfruttare queste bellezze è un privato la cui proprietà rimane attaccata all'area archeologica. I turisti non sono incentivati con visite o con navette gratuite che potrebbero essere messe a disposizione dal Comune per visitare questo straordinario rinvenimento. La villa di Caligola, il Santuario di Diana, Il museo delle Navi potrebbero rappresentare un polo museale archeologico di grande rilievo al livello nazionale e internazionale. Manca la promozione e la protezione di queste bellezze a cielo aperto. Il sito non è valorazzato. Ci sono progetti da qui ai prossimi cinque anni per far conoscere e vivere questa continua scoperta?




NEMI, A.A.A. OFFRESI VISITE AL TEMPIO DI DIANA: PER INFO, COSTI E ITINERARI RIVOLGERSI A GINO DE SANCTIS

Chiara Rai: "C’è forse altro da aggiungere? Non credo. Ecco cosa succede, tra l'altro, a Nemi".

 

Chiara Rai

Nemi (RM) – Se vuole visitare il Tempio di Diana deve passare da De Sanctis. Questa è una realtà assodata visto che un anno fa denunciavamo alle Autorità e in Procura questo fenomeno. Il signor De Sanctis aveva addirittura le chiavi del sito archeologico e questa informazione ci veniva data addirittura da una responsabile degli scavi (Beni Archeologici) proprio nell’area del tempio di Diana nel periodo in cui c’erano anche molti giovani ricercatori. [ VIDEO DEL 7 SETTEMBRE 2012 – SEQUESTRO STALLE ABUSIVE A SEGUITO DENUNCIE DE L'OSSERVATORE LAZIALE ]

Lei, signor Luca Zarathustra Bellincioni, ha trovato immondizia e degrado mentre l’unico a promuovere il sito archeologico come fosse il “guardiano” che ne decide il brutto e il cattivo tempo è sempre il signor Gino De Sanctis, il quale a seguito della nostra denuncia è stato colpito da ordinanza di demolizione di alcune stalle abusive. Nessun accenno al fatto che in un video spiegava di aver preso, tagliato e spostato il basolato romano. Nessun accenno al fatto che il dottor de Sanctis promuove il sito archeologico e le visite al sito stesso come se fosse “casa sua”. Quando queste iniziative di visite guidate e quant’altro dovrebbero essere intraprese dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio e perché no, trattandosi di patrimonio nazionale, anche del Ministero ai Beni Culturali. Ma questo non accade. 

Vogliamo visitare le bellezze del Tempio di Diana? Beh, andiamo dal Dottor Gino de Sanctis che, come illustrato con fotografie anche su siti come “il mondo del gusto” [ http://www.mondodelgusto.it/ospitalita/6360/giardino-diana-agriturismo-laboratorio-didattico-sul-lago-nemi-roma ]  ha preparato ad hoc per i suoi visitatori il “percorso archeologico” al Tempio di Diana Nemorense: un percorso (si legge su “il mondo del gusto”) tra miti e storia propri della conca del lago, numerosi siti archeologici, visita dei resti del tempio di Diana e del museo delle Navi Romane. Nel percorso è inclusa l'attività archeologica sperimentale in cui viene simulata una scoperta archeologica, coinvolgendo i visitatori in scavi, ricostruzioni e analisi dei reperti).

Vede signor Luca? Si gioca con l’archeologia, si fanno le simulazioni con i beni archeologici. Una vera e propria vergogna. Ma nulla, non accade nulla. 

C’è un invito specifico e inequivocabile sul sito di Gino De Sanctis e sul sito de “il mondo del gusto” che riporto testualmente: http://www.giardinodidiana.com/area_archeologica.htm ]

 “L’azienda Il Giardino di Diana ingloba gran parte dell’Area Archeologica del Santuario di Diana, il luogo più suggestivo e importante del Parco Regionale dei Castelli Romani. Le strutture aziendali sono aperte e disponibili per le visite al sito.

Per partecipare alle varie attività, concordare itinerari, orari, e costi, è possibile parlare direttamente con il Dott. Gino De Sanctis reperibile ai numeri …………… [ Reperibili sui siti indicati nell-articolo ] che sarà lieto di organizzare il percorso più idoneo alle esigenze esposte”.

C’è forse altro da aggiungere? Non credo. Ecco cosa succede, tra l'altro, a Nemi.

E in tutto questo una amministrazione comunale che potrebbe valorizzare e tutelare, in prima battuta, un patrimonio del genere perché porterebbe soltanto che lustro e visitatori e sarebbe un ottimo volano per Nemi, promuove Nemi come città delle biciclette, del nuoto, organizza schiuma party e new talent….  senza accorgersi che invece di investire in queste risorse per valorizzare il sito archeologico con visite guidate, eventi pubblici ben organizzati, lascia che tutto finisca nelle mani di un privato che giustamente promuove la sua azienda ma che si sente anche in diritto – dovere di essere “guardiano” di un patrimonio pubblico di interesse mondiale.

Viva la pizza, gli spaghetti e il mandolino. 

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NEMI TEMPIO DI DIANA, DOVE SI VA’? AL SITO ARCHELOGICO O ALL’AZIENDA AGRICOLA?




NEMI, NUOVI SIGILLI ALLE OPERE MURARIE IN VIA NEMORENSE

Quale sarà il prossimo sequestro? Questo ormai il totosequestro messo in atto da alcuni cittadini che tengono ancora alla salvaguardia di questo angolo di polmone verde sito nel cuore del Parco dei Castelli Romani. 

 

Angelo Parca
Da paese delle fragoline a paese degli abusi? Di fatti, non si placa l’ondata di sequestri che da un po’ di tempo interessa Nemi, in tema di abusivismo edilizio, ormai tutta sotto “sigilli”. Questa volta è toccato a delle opere  murarie realizzate nel complesso immobiliare che domina piazza Roma in via Nemorense, dove i carabinieri di Nemi hanno posto sotto sequestro l’intera area. Si tratta di un lungo muro, strettamente necessario per la messa in sicurezza del sito, realizzato quindi per contenere i movimenti franosi che si sono verificati negli anni passati. Sarebbero mancati i nulla osta di rito. L’epidemia di abusivismi iniziata da circa 5 mesi, ha visto mettere i sigilli dapprima al campo sportivo, poi a seguire ad alcune strutture realizzate nell’area archeologica del Tempio di Diana da Gino De Sanctis autodefinitosi “Il custode del Tempio”, allo sbancamento del costone in località Pentima Pizzuta, ad un altro nei pressi di via Cacciafumo, ai lavori di una villa in via dei Laghi, 1. Cosa sta succedendo a Nemi? Quale sarà il prossimo sequestro? Questo ormai il totosequestro messo in atto da alcuni cittadini che tengono ancora alla salvaguardia di questo angolo di polmone verde sito nel cuore del Parco dei Castelli Romani. 

tabella PRECEDENTI (LAVORI VILLA IN VIA DEI LAGHI E SEQUESTRO STADIO COMUNALE):

   21/09/2012 NEMI, UN EDIFICIO S'INGRASSA E SI TRASFORMA: PRIMA E DOPO. E' TUTTO REGOLARE?
20/07/2012 NEMI, SIGILLI DEL TRIBUNALE ALLO STADIO LUCIANO IORIO
 
tabella PRECEDENTI CASO LOCALITA' CACCIAFUMO:
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14/09/2012 NEMI, DOPO PENTIMA PIZZUTA ALTRI SBANCAMENTI NELLA VALLE DEL LAGO
 
tabella PRECEDENTI CASO GINO DE SANCTIS:
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NEMI CASO DE SANCTIS, SEQUESTRATE DUE STALLE ABUSIVE…. E SI ATTENDE L'ESITO DELLA VERIFICA "ARCHEOLOGICA"

Il 1 settembre nell’azienda De Sanctis c’è stata una manifestazione dalle 15:30 in poi. Si è ballato, si è mangiato e ascoltata musica il tutto per 13 euro ma di ricevute non se ne parla. Il 1 settembre c’era del fumo nell’area archeologica (è normale?), ci sono state delle esibizioni musicali senza permesso Siae ne agibilità Enpals, numerose persone hanno mangiato:  ma l’azienda De Sanctis è un ristorante? E poi il famoso basolato appare sconvolto, c’è addirittura un basolo sopra all’altro è normale? Lo hanno progettato così i romani?

 

Chiara Rai

Blitz delle forze dell’ordine, questa mattina, nell’azienda di Gino De Sanctis che si trova nell’area archeologica del santuario di Diana Nemorensis. Presso il centro di apicoltura De Sanctis, sono state al momento sequestrate due stalle abusive, ma altri accertamenti al patrimonio archeologico sono ancora in corso. Sul posto, nella Valle del lago nemese, per i controlli sono intervenuti i Carabinieri di Nemi, l’ufficio tecnico del Comune, la Polizia Municipale e il reparto dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale oltre alla soprintendente ai beni archeologici Giuseppina Ghini, direttore del museo delle navi di Nemi. Quest’ultimi dovranno stilare un parere tecnico per quanto riguarda la presunta manomissione dei reperti archeologici ad opera di Gino De Sanctis. Infatti è lo stesso De Sanctis ad aver diffuso in internet un video dove lui stesso dichiara di aver “scalzato, tagliato” dei basoli che formano una sorta di viale nella sua azienda. I basoli sono nient’altro che la caratteristica pavimentazione delle antiche strade romane e dal video si capisce che il signor De Sanctis ha spostato queste pietre antiche e ne ha realizzato un viale. Solo il reparto speciale per la Tutela del Patrimonio Culturale è dunque in grado di accertare se questi basoli sono stati o meno tagliati e per questo si è in attesa del loro parere tecnico. L’osservatore Laziale è tornato a monitorare questa vicenda dopo le ultime dichiarazioni della soprintendente Ghini, la quale sostanzialmente oltre ad avere espresso sconcerto per le esternazioni di De Sanctis ha evidenziato che lo stesso “di recente ha realizzato, senza alcuna  autorizzazione, due maneggi per cavalli, una stalla e due manufatti per  l'accoglienza delle scolaresche e che in diverse occasioni ha organizzato  riunioni e feste sul podio del Tempio”. E tra l’altro Ghini ha evidenziato che più  volte De Sanctis è stato sollecitato dalla Soprintendenza, verbalmente e con comunicazioni  scritte, a rimuovere le suddette strutture, ma quest’ultimo avrebbe avuto “reazioni a dir poco  discutibili, sostenendo che, essendo il proprietario dei terreni, non ha  bisogno di alcun permesso”.

Non è tutto, perché L’osservatore Laziale è anche l’autore di un esposto in Procura, anticipato per mezzo di un articolo, che è stato consegnato per conoscenza ai Carabinieri di Nemi e alla Forestale.


Considerazioni, fatti collaterali e commenti
Motivo d’interesse potrebbero suscitare le seguenti dichiarazioni, commenti e fatti che si sono susseguiti nel mese di agosto e primissimi giorni di settembre.

Siamo venuti casualmente a conoscenza di questo “blitz” in quanto questa mattina ci siamo recati presso l’area archeologica per riprendere gli scavi appena cominciati dagli studenti dell’università di Perugia. Arrivati all’ingresso ufficiale dell’area archeologica, vediamo che il cancello in legno è chiuso con un lucchetto. Chiediamo gentilmente di farci entrare nell’area archeologica (in quanto ci troviamo all’ingresso di competenza della soprintendenza) per poter scattare qualche fotografia, ma ci rispondono che le chiavi le ha il signor Gino De Sanctis. Ma chi è Gino De Sanctis per possedere le chiavi del cancello di accesso all’area degli scavi archeologici? Dopodiché ci invitano ad entrare dalla parte dell’azienda di De Sanctis per poter accedere al sito archeologico (si può visionare la ripresa video in fondo all'articolo riferita a quanto appena dichiarato).

Il 1 settembre nell’azienda De Sanctis c’è stata una manifestazione dalle 15:30 in poi. Si è ballato, si è mangiato e ascoltata musica il tutto per 13 euro ma di ricevute non se ne parla. Il 1 settembre c’era del fumo nell’area archeologica (è normale?), ci sono state delle esibizioni musicali senza permesso Siae ne agibilità Enpals, numerose persone hanno mangiato:  ma l’azienda De Sanctis è un ristorante?
E poi il famoso basolato appare sconvolto, c’è addirittura un basolo sopra all’altro è normale? Lo hanno progettato così i romani?

Il 1 settembre circolava nell’azienda De Sanctis un volantino che promuoveva cena e ingresso a 10 euro ciascuno. E' lecito che non venga rilasciata ricevuta? Può De Sanctis esercitare simili attività?
Sempre il 1 settembre passeggiando nella zona archeologica, il cui ingresso accessibile è soltanto l’azienda De Sanctis (perché l’altro cancello è chiuso con il lucchetto) abbiamo notato una sorta di manufatto usato come magazzino dove sono state accantonate porte e altro materiale. E forse uno sgabuzzino o siamo noi che vediamo male?

Durante una pausa di “silenzio stampa” ho ricevuto ben due comunicazioni da parte del Signor De Sanctis. Nella seconda comunicazione mi dice che persone come e me “prima o poi dovranno guadagnarsi il pane onestamente” e  il fatto che io non rispondessi alle sue e-mail lo ha così interpretato: “Probabilmente pensava  – mi scrive il De Sanctis – di giocare come il gatto con il topo, ma credo che potrebbe essere proprio lei a fare la fine del topo”.
Ebbene egregio “Dottor De Sanctis”, perché è così che si firma, le dico che mi pare che sia evidente che qui non si tratta ne di gatti e neppure di topi, qui non sono io a giocare e neppure a prendermi gioco delle autorità e delle persone tutte. L’agire con arroganza a volte porta ad esiti infausti.

Mi ha scritto anche un amico di De Sanctis, tramite messaggio su Facebook, pensando di fare la parte dell’architetto (si presentò così personalmente tempo fa) superpartes e invitandomi a non “gettare fango sul territorio credendo di difenderlo”. Un sermone che non voglio riproporvi. Peccato  che  lo stesso, partecipava ai divertimenti che si sono tenuti presso l’azienda De Sanctis lo scorso primo settembre. E quindi, quale credibilità può avere in questa vicenda? Mi riferisco ad un messaggio ricevuto da Giuliano Di Benedetti al quale posso soltanto dire che è evidente che non sono io a gettare fango sul territorio ma sono le persone che vanno a braccetto con chi crede che a “casa sua può fare tutto senza permessi” che dovrebbe farsi un esame di coscienza. Intanto mentre i cittadini onesti chiedono permessi a destra e a manca e si guadagnano il pane onestamente il signor De Sanctis si è realizzato due stalle abusive, tanto che importa “io entro il mese di settembre – ha detto De Sanctis rivolgendosi oggi ai Carabinieri di Nemi – risolviamo tutto perché l’autorizzazione da parte del Comune c’era”.  

tabella PRECEDENTI:

17/08/2012 NEMI SITO TEMPIO DI DIANA, CI MANCAVA IL "RALLY ARCHEOLOGICO". QUATTRO GIORNI E PARTE L'ESPOSTO DE L'OSSERVATORE LAZIALE
13/08/2012 NEMI BENI ARCHEOLOGICI: COMUNE SE CI SEI BATTI UN COLPO
12/08/2012 NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI
09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA

 

 


 




NEMI SCAVI ARCHEOLOGICI IL DIRETTORE DEL MUSEO DELLE NAVI RISPONDE AL COMITATO INSIEME PER NEMI

[ALLEGATA LA EMAIL RICEVUTA DALL'UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI NEMI]

 

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo:

"Gentile Redazione, per la seconda volta in pochi giorni vengo chiamata in causa e quindi mi trovo a dover rispondere a dichiarazioni di diversa natura su quanto avviene al  lago di Nemi. Nei giorni 4 e 5 settembre uu.ss. sono stati pubblicati due tabella riguardanti la campagna di scavi che dal 3 settembre si è avviata al Santuario di Diana; mentre il primo articolo riportava sostanzialmente, in forma abbreviata, quanto pubblicato anche su "Il Tempo" del 5 settembre a firma di Chiara Rai, a cui ho fornito direttamente i dati, nel secondo venivano espressi dubbi e preoccupazioni da parte di Laura Borgognoni, rappresentante del Comitato "Insieme per Nemi" su quanto avviene nella zona del lago. Vorrei in primo luogo rassicurare sia la Signora Borgognoni sia il Comitato sul fatto che gli scavi che si stanno conducendo al Santuario di Diana rientrano in una serie di campagne di indagini che la Soprintendenza conduce nell'area dal 1989 e che dal 2003 vede la collaborazione dell'Istituto Uomo e Territorio dell'Università di Perugia, diretto fino al 2009 dal Prof. Filippo Coarelli (studioso che non ha bisogno di presentazioni) e attualmente dal suo successore Prof. Paolo Braconi. Sul terreno operano, sotto la  guida della Dott.ssa Francesca Diosono della stessa Università, studenti che provengono non solo da Perugia, ma anche da altre Università europee e americane. Da vari anni il Comune di Nemi agevola il gruppo degli archeologi per gli aspetti logistici, mettendo a disposizione una foresteria. I risultati di tali scavi sono stati pubblicati su riviste scientifiche e sugli Atti dei Convegni annuali della Soprintendenza per i Beni Archeologici del lazio ("Lazio e Sabina");  ogni anno, alla fine delle campagne di indagini, se ne è data comunicazione con apposite conferenze al Palazzo Ruspoli e, ultimamente, al Museo delle Navi Romane.Inoltre chiunque voglia visitare gli scavi durante le attività può usufruire di spiegazioni e delucidazioni dagli stessi archeologi, che hanno sempre dimostrato la massima disponibilità. Anche quest'anno, a conclusione dei lavori, che termineranno a fine settembre (per un disguido su "Il Tempo" e sulla vostra rivista è stata riportata la data del 28 ottobre) il 29 settembre, in occasione delle "Giornate della Cultura" al Museo delle Navi verranno esposti i risultati dell'ultima campagna di scavi. Per quanto riguarda la tutela del bacino, la Soprintendenza continua, nonostante numerose difficoltà logistiche,  la propria attività di controllo, che in questi anni ha notevolmente contenuto il dilagare di abusi edilizi e la cementificazione del territorio.Sarà gradita e utile  la collaborazione di comitati locali e di quanti hanno a cuore la salvaguardia di quest'area finora quasi incontaminata dei Castelli Romani. Invitiamo chiunque abbia interesse alle attività scientifiche realizzate e in corso di realizzazione al Santuario di Diana a contattare il Museo delle Navi Romane al numero telefonico 06 9398040.
IL DIRETTORE DEL MUSEO DELLE NAVI ROMANE DI NEMI
Dott.ssa Giuseppina Ghini"

Precisiamo che:

Nell'articolo de L'osservatore laziale del 4 settembre intitolato "NEMI, AL VIA LA CAMPAGNA DI SCAVI ARCHEOLOGICI."  veniva indicata la data di fine lavori del 28 ottobre come da comunicato stampa inviatoci dall'ufficio stampa del Comune di Nemi.

Si specifica anche che L'osservatore laziale è un quotidiano e non una rivista.

[ALLEGATA LA EMAIL RICEVUTA DALL'UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI NEMI]

tabella PRECEDENTI:

05/09/2012 NEMI, CAMPAGNA SCAVI ARCHEOLOGICI, IL COMITATO “INSIEME PER NEMI”: “URGE UN GIRO DI VITE”
04/09/2012 NEMI, AL VIA LA CAMPAGNA DI SCAVI ARCHEOLOGICI.




NEMI SITO TEMPIO DI DIANA, CI MANCAVA IL "RALLY ARCHEOLOGICO". QUATTRO GIORNI E PARTE L'ESPOSTO DE L'OSSERVATORE LAZIALE

Chiara Rai

Diverso materiale, che riguarda il signor Gino De Sanctis e le sue peripezie a ridosso del pregiato sito archeologico del Tempio di Diana, è giunto alla nostra redazione. Non intendiamo pubblicare tutto perché altrimenti rischieremmo di ridicolizzare una situazione gravissima. Soltanto, ci meravigliamo del fatto che finora a parte le diverse comunicazioni dei nostri lettori e la nota del Direttore degli scavi archeologici e del Museo delle Navi di Nemi Giuseppina Ghini, nessun altro abbia rotto questo vergognoso silenzio. Se siamo arrivati al punto che ognuno può fare ciò che vuole con dei reperti archeologici che rappresentano la nostra storia e le nostre radici, penso, allora perché non insegnare ai nostri figli a considerare un patrimonio inestimabile e collettivo come fosse un proprio giocattolo? E perché non insegnargli a fare il rally sul Tempio oppure direttamente al Colosseo? Tanto, nel primo caso è già successo e il soggetto è sempre lo stesso. Proprio così. Ci sono foto del 30 maggio 2010 che riguardano l’inaugurazione del nuovo club degli appassionati del fuoristrada che si è tenuto presso “l’agriturismo Il giardino di Diana”. Sia ben inteso che nella pubblicizzazione dell’evento sul web è proprio specificato che l’azienda De Sanctis è “immersa in un'oasi naturale di grande valore storico, parte integrante del parco dei Castelli Romani e posizionato a poche centinaia di metri dal Lago di Nemi”. Domanda: ma in un oasi naturale di grande valore storico e archeologico come questa si può passare a pochissimi metri da un sito archeologico con la jeep, facendo rally e salti su di un terreno smosso ad hoc per l’occasione? Senza voler entrare nel merito di altre presunte azioni, secondo noi, ai confini con la liceità (come ad esempio tutta la gente che ha mangiato nell’azienda attrezzata come un ristorante: e gli scarichi? La cucina? Tutto a norma? (Altri ristoranti hanno chiuso nei dintorni per problemi simili) facciamo parlare le foto (cliccando sulla prima foto e posizionandosi sulla freccia a destra si possono scorrere tutte). Sono numerose le jeep posteggiate nell’area archeologica. Diversi modelli sfrecciano a due passi dalle rovine. Facendo presente che non abbiamo nulla contro i jeepers, anzi è una gran bella passione, ci permettiamo interrogarci su fatto raccapricciante: ma è normale tutto questo? Mancano esattamente quattro giorni alla presentazione del nostro esposto alla Procura della Repubblica e di materiale raccolto ne abbiamo in abbondanza. 

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13/08/2012 NEMI BENI ARCHEOLOGICI: COMUNE SE CI SEI BATTI UN COLPO
12/08/2012 NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI
09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA