ELENA CESTE: QUEL TELO RINVENUTO SUL LUOGO DEL RITROVAMENTO DEL CORPO DI ELENA

di Angelo Barraco

Costigliole D'Asti – Il 29 ottobre 2014 è stata una giornata importante per il caso di Elena Ceste, mamma di Costigliole D’Asti ritrovata cadavere a pochi metri da casa sua. E’ stato ritrovato un telo, classico telo utilizzato nelle serre. Questo telo ritrovato nel luogo dove c'era il cadavere di Elena sembra essere uguale al telo della serra di casa di Elena. Il telo si trovava poco distante dal luogo di rinvenimento del cadavere e si iniziano ad avvalorare le prime ipotesi: e se fosse stato utilizzato per trasportare il corpo?

Le varie ricerche hanno portato a rinvenimenti ossei sparsi e c’è la probabilità che nei prossimi giorni, durante le ricerche che si stanno svolgendo, vengano fuori altri reperti ossei.
Ma come è morta Elena?

L’acqua del canale di scolo era alta pochi centimetri al momento del ritrovamento, la condotta, lunga tre metri, passa sotto la ferrovia. La scoperta non è avvenuta ad opera dei carabinieri ma è avvenuta in modo estremamente casuale da un dipendente del comune.
Quel canale non veniva pulito da anni e invece gli altri canali erano stati puliti, quindi soltanto chi conosceva quella zona, avvalorando l’ipotesi dell’omicidio, avrebbe potuto portare il corpo lì per via di una conoscenza logistica.
Il cadavere è stato trovato con il volto riverso nel fango e privo di indumenti, ma Elena poteva percorrere quella strada a piedi per poi morire lì?
Chi ha ispezionato la zona ha detto chiaramente che il livello dell’acqua era molto basso quindi l’ipotesi del suicidio crolla come un castello di carta.
Da casa di Elena al luogo del ritrovamento vi sono 800 metri, il luogo è raggiungibile sia a piedi che in macchina, e se fosse stata portata in macchina da qualcuno che conosceva bene quei luoghi?

Sono stati controllati i pozzi delle campagne circostanti?
Il corpo potrebbe essere stato nascosto all’interno di un pozzo, e successivamente gettato nel canale.
Deduzione logica basata sull’avanzato stato di decomposizione del cadavere poiché l’acqua ne accelera il processo.
Da ciò che trapela, le condizioni del cadavere difficilmente stabiliranno le cause della morte della donna, ma si potranno fare esami tossicologici e altro.

Ventiquattro ore dopo il ritrovamento del corpo la dinamica dell’accaduto cambia, da istigazione al suicidio si passa all’accusa rivolta al marito della donna, Michele Buoninconti, di omicidio e occultamento di cadavere.
La scientifica continua il suo lavoro, e continuano i loro scavi
Noi vi terremo aggiornati.