COLLEFERRO, OSPEDALE: IL TAR RESPINGE IL RICORSO DEI SINDACI E COMITATI

di Ivan Galea

Colleferro (RM) – Il Tar Lazio ha respinto il ricorso proposto dai Comuni di Colleferro,  Anagni,  Artena,  Carpineto Romano,  Gavignano,  Gorga,  Montelanico,  Piglio,  Paliano,  Segni,  Serrone, Valmontone e con l'intervento a sostegno del Comitato Residenti Colleferro per per l'annullamento del provvedimento con il quale il Direttore Generale dell’ASL Roma G ha disposto l’accorpamento delle attività di ostetricia, ginecologia e pediatria-neonatologia dell’Ospedale di Colleferro con quello dell’Ospedale di Palestrina ed il blocco delle accettazioni di ostetricia, ginecologia e pediatria/neonatologia presso l’Ospedale di Colleferro.

Il Tar Lazio ha ritenuto che: in relazione alle censure proposte nel ricorso contro l'atto aziendale della Asl Roma G e del decreto regionale con il quale il Governatore Nicola Zingaretti quale Commissario ad acta alla Sanità ha approvato l’atto aziendale della Asl non sussistono le ragioni, previste dall'art. 55 del d. lgs. 2 luglio 2010, n. 104 per l'accoglimento della domanda cautelare di sospensione del provvedimento impugnato, atteso che il ricorso appare prima facie infondato, in ordine alla prima doglianza con cui parte ricorrente fa valere il mancato rispetto delle garanzie partecipative a favore del Comune di Colleferro, nel procedimento di accorpamento delle attività di ostetricia e ginecologia e pediatria/neonatologia dell’Ospedale di Colleferro con quelle dell’ospedale di Palestrina, considerato che parte ricorrente non ha impugnato l’atto di Autonomia Aziendale adottato con la deliberazione n. 854 del 14 novembre 2014, prodromico all’atto di accorpamento principalmente impugnato e dal quale risulta che gli atti successivi sono stati a loro volta adottati previo parere della Conferenza dei Sindaci, con conseguente inammissibilità della relativa censura, appunto, di assenza delle garanzie partecipative; 
Il Tar Lazio ha preso in considerazione anche le contestazioni opposte dalla Regione Lazio alla seconda censura riguardante il criterio del numero minimo di parti annui per mantenere il presidio ginecologico/pediatrico in Colleferro e che fanno riferimento a studi svolti da accreditate istituzioni mediche e universitarie che pongono in rilievo il pericolo prodotto dalla insufficienza di strutture eccessivamente parcellizzate seppur diffuse sul territorio;

"Il TAR  salva regione Lazio e Asl Rm G sul trasferimento di reparti da Colleferro a Palestrina. – dichiarano in un comunicato congiunto dalla "Consulta le Donne" e dal "Comitato residenti Colleferro" – L’ordinanza di rigetto adottata dal TAR Lazio il 16 dicembre 2015 – prosegue la nota – relativa all’istanza di sospensione richiesta da 12 Comuni della valle del Sacco contro l’atto di trasferimento dei reparti materno-infantili dall’Ospedale di Colleferro a quello di Palestrina, ci ha visto – Consulta le Donne e Comitato residenti Colleferro – soccombere come ricorrenti ad adiuvandum. La decisione del TAR ha come effetto di lasciare il nostro territorio privo di servizi sanitari essenziali per donne e bambini che, riuniti in un Comitato in difesa dell’Ospedale, si erano opposti nei mesi scorsi, raccogliendo migliaia di firme di Cittadini. Ci siamo opposti ad adiuvandum al ricorso dei Sindaci contro il  provvedimento del luglio 2015 del Direttore generale della Asl Rm G, che aveva disposto l’accorpamento presso l’Ospedale di Palestrina dei reparti di pediatria, neonatologia, ostetricia e ginecologica, in esecuzione dei decreti e dell’Atto aziendale del Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, adottati nel 2014, in qualità di Commissario ad acta. Siamo inoltre ricorrenti principali, insieme a Cittadini del territorio,  in altro ricorso al Presidente della Repubblica, di cui attendiamo la fissazione dell’udienza. Il TAR non ha ritenuto rilevanti, ai fini dell’accoglimento del ricorso, le ragioni dei Sindaci ed ora i dubbi e le riserve che ci avevano spinto ad intervenire sono diventate certezze per tutti. Infatti il primo punto dell’Accordo raggiunto a luglio di quest’anno tra il Sindaco Sanna e il dott. D’Amato, Direttore della “cabina di regia” della Sanità regionale, prevedeva addirittura il servizio ambulatoriale di pediatria e ginecologia presso l’Ospedale di Colleferro 6 giorni su 7. A novembre, a soli 5 mesi da quel glorioso scambio, sono entrambi chiusi e chi dovrebbe informarci e difendere tace! Ne siamo a conoscenza solo perché ci giungono proteste e richieste di chiarimenti! E questo è un altro problema che deve essere affrontato. Sfugge anche a chi è poco informato come questa decisione del TAR possa favorire “la razionalizzazione dei punti nascita a salvaguardia della salute di mamme e bambini”! Chiudere il reparto e l’ambulatorio ospedaliero pediatrico serve e servirà unicamente a far superare all’Ospedale di Palestrina la soglia di 1.000 nascite l’anno! La vera trattativa a luglio tra Regione, Asl e Cabina di regia doveva concentrarsi sulla salvaguardia, come previsto dalle Linee di indirizzo sui livelli assistenziali, del punto nascite del nostro Ospedale, ricercando le condizioni per raggiungere i 500 parti l’anno e rappresentando le specificità dei bisogni reali del territorio, come la difficoltà di attivare nelle nostre aree geografiche lo STAM (trasporto assistito materno-infantile)! Questo si doveva e si poteva difendere invece di accettare false promesse! Così come il confronto doveva essere serrato sul fatto  che i decreti commissariali di Zingaretti del 2014 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e sul rientro dal deficit sanitario prevedevano il trasferimento solo dei 2 reparti di neonatologia ed ostetricia, non di 4! Invece i reparti di ginecologica e pediatria, sono stati “ricompresi” – forse una svista –  nell’atto di accorpamento del 2015 del Direttore generale della ASL Rm G. Peraltro,  è stato impugnato quest’ultimo provvedimento perchè i termini utili per ricorrere contro i decreti di Zingaretti erano ormai scaduti. E sono decorsi perché non vi era un interesse a ricorrere, dal momento che fino al 2014 l’ipotesi di accorpamento era a favore dell’Ospedale di Colleferro, in quanto offriva ed offre tuttora maggiori e migliori collegamenti logistici, attrezzature, personale e servizi sanitari.
I Sindaci (o anche uno solo di loro) – conclude la nota –  dovranno continuare ad interpretare la volontà di tanti abitanti della valle del Sacco e ricorrere nei prossimi 60 giorni al Consiglio di Stato".