Borsellino, Franco Gabrielli su poliziotti Caltanissetta imputati per aver favorito la mafia: “No a verità di comodo su strage”

‘Se tra noi qualcuno ha sbagliato, se qualcuno ha tradito per ansia da prestazione o per oscuri progetti, siamo i primi a pretendere la verità. E non ci si pari dietro a chi non può più parlare o a scorciatoie. Non vogliamo verità di comodo’, ha detto il capo della polizia Gabrielli, nella sede della questura a Palermo, durante la cerimonia a 27 anni dalla strage di via D’Amelio, dove sono stati uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Parlando dei presunti depistaggi nelle inchieste sulle stragi di mafia, Gabrielli ha aggiunto: ‘Noi vogliamo la verità intera, costi quel che costi. Tutto questo per noi non è negoziabile. Pretendiamo la verità al pari dei familiari delle vittime delle stragi mafiose’.

Mattarella: ‘impegno per giustizia e verità’ – “Nel ventisettesimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita, insieme a lui, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, rivolgo nei loro confronti un pensiero commosso e rinnovo la solidarietà ai loro familiari, tra i quali, per il primo anno, manca Rita Borsellino che ne ha continuato in altre forme lo stesso impegno. Rimane forte l’impegno per Paolo Borsellino, e per tutte le vittime di mafia, di assicurare, oltre al tributo doveroso della memoria, giustizia e verità”. Così Sergio Mattarella in una nota. “L’emozione suscitata dalla pubblicazione delle audizioni di Paolo Borsellino avanti alla Commissione Antimafia ha coinvolto in questi giorni tanti italiani – dice ancora il Presidente della Repubblica – e ha richiamato, ancora una volta, il nostro Paese all’impegno nella lotta contro la mafia e ai pesanti sacrifici che questa ha comportato. La riconoscenza verso la sua figura e la sua azione non si potrà attenuare con il trascorrere del tempo e appartiene al patrimonio di civiltà dell’Italia, conservato e coltivato specialmente tra i giovani. Ed è, questo, un segno di speranza”, conclude Mattarella

Gabrielli, se qualcuno ha sbagliato paghi – “Se tra di noi qualcuno ha sbagliato, se qualcuno ha tradito per ansia da prestazione o per oscuri progetti, siamo i primi a pretendere la verità. E non ci si pari dietro a chi non più parlare e a scorciatoie. Non vogliamo verità di comodo”. Così il capo della polizia, Franco Gabrielli, facendo riferimento ai presunti depistaggi nelle inchieste sulle stragi di mafia. A Caltanissetta tre poliziotti sono imputati per calunnia aggravata dall’aver favorito la mafia.

Don Scordato, ora la beatificazione – “E’ nostro dovere chiedere per Paolo Borsellino e per le tante persone che hanno servito la comunità e lo Stato un processo di beatificazione”. Lo ha proposto don Cosimo Scordato che nella chiesa di San Saverio ha celebrato la messa per il magistrato ucciso nel 1992 nella strage di via D’Amelio.

Conte: ‘Contrasto a mafie impegno quotidiano’ – “Oggi ricordiamo il giudice Borsellino, ucciso 27 anni fa insieme agli agenti della scorta. Le sue parole e il suo coraggio sono sempre vivi nella nostra memoria, nella nostra coscienza. Ricerca della verità e contrasto alle mafie sono per noi un imperativo, un impegno quotidiano”. Lo scrive il premier Giuseppe Conte su twitter.

Casellati: ‘Libertà e giustizia tra i suoi ideali’ – “Libertà, giustizia, coraggio: ancora oggi il ricordo degli ideali che animavano Borsellino e ai quali egli improntò tutta la sua vita, è vivo nella memoria collettiva del Paese. Lo dichiara il presidente del Senato Casellati nell’anniversario della strage di via D’Amelio, nella quale, 27 anni fa, persero la vita Paolo Borsellino e i suoi cinque agenti di scorta. “Oggi come allora ricordiamo con orgoglio la loro fedeltà allo Stato”, afferma il ministro della Difesa Trenta.

Maria Falcone, ‘pesanti ombre, ora verità su stragi’ – “Sono passati 27 anni dalla strage di via D’Amelio in cui vennero assassinati Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, eroi laici che hanno sacrificato la vita per la giustizia”. Così Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci e presidente della Fondazione Falcone, nel giorno del 27esimo anniversario della strage di via D’Amelio. “Su quell’attentato, per troppo tempo avvolto da pesanti ombre – aggiunge – intravediamo i primi squarci di luce, chiesti con forza dalla famiglia di Paolo Borsellino che per anni ha atteso con dignità e compostezza di conoscere la verità. Si va intravedendo il contesto in cui maturò il depistaggio delle indagini sull’eccidio. Ma è ora indispensabile che si vada avanti su questa strada, che le eventuali responsabilità istituzionali vengano fuori senza sconti come chiedono i familiari delle vittime che, giustamente, pretendono una verità piena”. “La nostra non sarà una democrazia compiuta – sottolinea Maria Falcone – fin quando non saranno chiariti tutti i punti oscuri di una tragica pagina della storia della Sicilia e dell’Italia tutta. Ne hanno diritto i familiari del giudice Borsellino e degli agenti morti, ne hanno diritto gli italiani. Oggi un pensiero commosso va alla cara Rita, che non è più con noi e che di questa strada ha potuto solo intravedere l’inizio”.

Salvini, ‘un pensiero per questi Eroi italiani’ – “Il 19 luglio di 27 anni fa, nella strage di via D’Amelio, vennero assassinati Paolo Borsellino e cinque donne e uomini della scorta. Un pensiero e una preghiera per questi Eroi Italiani, ringraziando Forze dell’Ordine e magistrati che ne onorano la memoria con la guerra quotidiana a tutte le Mafie, con decine di arresti e confische di patrimoni milionari anche in questi giorni. #lamafiamifaschifo”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ricorda il 27/mo l’anniversario della strage di via D’Amelio.

Fraccaro: ‘Ora verità, desecretazione è passo avanti’ – “Borsellino fu ucciso perché era un ostacolo alla trattativa Stato-mafia. Il suo sacrificio ci impone di cercare, con coraggio e senza sosta, la verità. La desecretazione è un passo avanti. Lavorare per rendere l’Italia un Paese migliore è il modo giusto di per onorarlo”. Lo scrive in un tweet il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro

Musumeci, ognuno di noi s’impegni per antimafia – “Siamo davanti all’albero di ulivo che simboleggia l’eternità del messaggio che hanno voluto lasciare Paolo Borsellino, la sua scorta e anche Giovanni Falcone e gli uomini che lo accompagnavano e tutti coloro che sono caduti nella trincea della lotta alla mafia”. Lo ha detto questa mattina ai giornalisti il presidente della Regione Nello Musumeci a margine della deposizione di un cuscino di fiori ai piedi dell’albero della pace di via D’Amelio, nel 27/mo anniversario della strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta della Polizia di Stato Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Presenti, tra gli altri, il vice presidente della Regione Gaetano Armao, gli assessori Ruggero Razza e Toto Cordaro. “E’ un iniziativa sobria, breve, semplice come è giusto che sia il messaggio che deve passare soprattutto a questi giovani meravigliosi che ho incontrato qua – ha aggiunto – ai quali dobbiamo spiegare che ognuno di noi è impegnato e deve sentirsi impegnato sul fronte della Antimafia che non deve essere gridata, non deve essere un passaporto per affrontare con comodità le criticità della vita, l’antimafia va praticata giorno dopo giorno nel silenzio del dovere e il dovere si fa sempre in silenzio”, ha concluso Musumeci.




Palermo, villa confiscata diventa la nuova sede del Centro Studi Borsellino

PALERMO – Inaugurata ieri in via Bernini 52 nel capoluogo siciliano la nuova sede del Centro Studi Borsellino. La lussuosa villa sede del Centro è stata confiscata ai costruttori Sansone accusati dalla magistratura di aver favorito la latitanza del boss Salvatore Riina deceduto lo scorso 17 novembre.

La sede è composta da una grande sala riunioni con camino, ampie stanze che serviranno allo svolgimento delle attività del Centro

Fino al 1993 i fratelli Gaetano e Pino Sansone operavano nel capoluogo progettando diverse abitazioni-presidio di cosa nostra tra cui questa villa oggi finalmente divenuta simbolo della legalità. Presenti all’inaugurazione diverse personalità tra cui Salvatore e Rita Borsellino, il sindaco Leoluca Orlando, Nando Dalla Chiesa e i Picciotti della Lapa del Teatro Ditirammu che con letture canti ed esibizioni hanno intrattenuto e commosso i numerosi presenti.

Salvatore Borsellino ha commentato la lussuosa villa divenuta sede con sottile e divertente ironia

“Altro che latitanza – ha detto Salvatore Borsellino – ricotta e cicoria, non ho mai visto un posto cosi a Palermo, una casa davvero bellissima. E’ fortemente simbolico che questo presidio nasca qui in quello che in passato è stato ben altro che rispetto al presidio della legalità che vuole essere oggi e tuttavia, malgrado rappresenti un bel traguardo, non posso non pensare che di presidi ne servano altri e altrove”. Il tono poi diventa sommesso e un certo rammarico traspare dalle sue parole che non possono ignorare che il Centro stesso e la sua gestione non godono di aiuti e piena considerazione della istituzioni cittadine e persevera una certa indifferenza da parte di una grande fetta di palermitani che voltano le spalle per disinteresse: “Lì devo fare tutto da solo, non ho nessun aiuto economico o di altra natura – spiega Salvatore Borsellino – oramai in troppi si sono dimenticati di quella Palermo, specie chi la città la dirige. Cerimonie come questa sono importanti ma c’è un’altra Palermo che ha altrettanto bisogno che la mafia continui ad essere combattuta”. E’ un passo che arriva dopo i tanti già fatti e che anticipa quelli che in futuro verranno compiuti soprattutto dai giovani, custodi più fedeli in assoluto che troveranno casa e accoglienza in un posto dove potersi esprimere meglio; è questo il commento positivo ed ottimista detto tra le lacrime da Rosa Mistretta, moglie di Vito Parrinello, recentemente scomparso, fondatore della compagnia tradizionale popolare degli artisti di strada mescolata al Rock Pop e Folk che come precedentemente detto hanno commosso i presenti con le loro esibizioni e letture. Un valore positivo per una Palermo che segue la strada a piccoli passi per un futuro diverso.
Paolino Canzoneri




Palermo, Strage Borsellino e scorta: eventi e parole importanti per non dimenticare

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Il tempo passa inesorabile ma la memoria rimane sempre viva. Ogni capitolo della  storia di questa terra viene tramandato nelle generazioni future ed è proprio questo elemento prezioso che prova quanto la becera viltà mafiosa non sia stata in grado di prevedere e capire quanto le stragi e gli omicidi dei rappresentati delle istituzioni in campo si siano anche trasformate in clamorosi "autogol".
 
Ci si ritrova 25 anni dopo a commemorare le stragi con la stessa determinazione e con la stessa necessità di ricordare il sacrificio di questi protagonisti delle istituzioni senza che il quarto di secolo trascorso possa minimamente lasciare spazio ad una sorta di desistenza, di rinuncia a credere nelle parole di Falcone e Borsellino sicuri che il male mafioso, come ogni cosa, ha un decorso fino alla fine di se stesso. Il PM sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo ha sentenziato ieri in una conferenza dal titolo "In che stato è la mafia" un concetto che riassume la giusta interpretazione delle commemorazioni: "La Sicilia e Palermo non devono tornare indietro nella lotta alla mafia.
 
Il Paese ha il dovere di cercare tutta la verità sulle stragi del 92 e 93, sui tanti delitti eccellenti e su questioni relative al rapporto tra mafia e potere che meritano costante approfondimento. Sarebbe il miglior modo di ricordare il giudice Paolo Borsellino, gli agenti della scorta e tutte le altre vittime della lotta alla mafia. Oggi la ricerca della verità sulle stragi è rimasta sulle spalle di pochi magistrati e pochi investigatori".
 
Un dibattito pieno di elementi e di analisi che ha tracciato un bilancio e che, dalle parole del''ex magistrato Antonino Ingroia presente alla conferenza, ha messo in evidenza anche come si sia avviato un processo di revisionismo storico: "A 25 anni dalle stragi il bilancio della lotta alla mafia presenta tinte chiare e scure. Dopo importanti colpi inferti a Cosa nostra dalla Magistratura, massicce campagne di disinformazione stanno disorientando l'opinione pubblica consentendo l'avvio di un processo di revisionismo storico che sta cancellando le conquiste del passato. Basta osservare alcune sconcertati decisioni come quella della Cassazione sul caso Riina o quella europea sul caso Contrada. Sintomi di un unico male." Continua l'ex magistrato: "E nel frattempo la mafia alza la testa percependo come il vento stia cambiando".
 
All'Orto Botanico, all'interno della sala Lanza,  si è tenuto un importante convegno dal nome "L'eredità della Memoria" presenziato da elementi di spicco fra i quali Rita Borsellino, Nando Dalla Chiesa quale presidente onorario di Libera e docente di Sociologia all'Università di Milano; Salvatore Cusimano direttore di Rai Sicilia, Maria Tomarchio vice presidente del Centro studi "Paolo Borsellino" e docente di Pedagogia all'Università di Catania.
 
Le parole amare di Rita Borsellino sulla strage di Via D'amelio parlano di una verità che non vuole venire a galla: "Siamo al punto di partenza, sappiamo che c'è qualcuno che ci ha voluti prendere in giro. La verità c'è ma è come se non la volessero fare sapere". La presidentessa della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi parteciperà alle commemorazioni in via D'amelio prevista per domani, giorno della strage Borsellino e della scorta. Previste altre iniziative importanti in Prefettura, alla Caserma Lungaro e alla sera al Teatro Antico di Segesta verrà inscenato uno spettacolo teatrale dal titolo "Mafia: singolare, femminile". Alle 18 di oggi alla libreria Feltrinelli nel centro storico della capoluogo siciliano verranno presentate ufficialmente nuovi testi con importanti testimonianze.