COMUNALI ROMA: MELONI VUOLE INTITOLARE UNA STRADA AD ALMIRANTE E STORACE L'ATTACCA

Redazione

È polemica dopo l’annuncio di Giorgia Meloni di voler intitolare una strada a Giorgio Almirante qualora vincesse le elezioni. Ad attaccarla, oltre a esponenti Pd e a Stefano Fassina, candidato sindaco Si-Sel, che ha definito l’idea “un’offesa a Roma città aperta”, anche Francesco Storace, leader de La Destra per Alfio Marchini, che l’ha accusata di voler “raccattare voti”.

“Il 22 maggio ricorre l’anniversario della scomparsa di Giorgio Almirante – ha detto la Meloni – Io sono qui per dire che, quando sarò eletta sindaco, uno degli impegni che mi prendo è quello di intitolare una strada di Roma a un uomo che è stato fondamentale nella storia della destra italiana e nella storia della politica italiana. Un patriota e una persona che amava gli italiani, che credeva nella democrazia e nell’onestà della politica”.

“E la Meloni, alla vigilia delle elezioni, promette una strada ad Almirante… davvero peccato – ha replicato Storace – Avrei evitato speculazioni in campagna elettorale sul suo nome. Che c’entra quel ‘se fossi sindaco’? Anche perché quando governavano Roma con la giunta di centrodestra se ne sono scordati mentre io lo chiedevo invano. E ora, in piena campagna elettorale, danno l’alibi a chi mette all’indice Almirante per la difesa della razza, dimenticando gli illustri ‘democratici’ che sottoscrissero quel manifesto. Nata nel ’77, la Meloni avrebbe fatto meglio a parlare delle buche di Roma come quando passa a piazza Venezia. Per raccattare voti, non si usi Almirante”. Lo scrive in una nota pubblicata sulla sua pagina facebook, Francesco Storace, capolista della Lista Storace Marchini Sindaco.
 




LAZIO, STORACE E ZINGARETTI NEI CALCOLI DI "FARE"

Redazione

Lazio –  “Lascia di stucco ascoltare le “ricette” di Storace e Zingaretti sul dissesto dei conti Regionali. Sotto la sua presidenza, l’ex governatore ha incrementato un buco di oltre dieci miliardi di euro con  ospedali venduti e  riaffittati a prezzi raddoppiati alla stessa Regione. “ lo dichiara in una nota  Roberto Amiconi, capolista nella Lista "Fare per Fermare il declino"  alle Elezioni di rinnovo del Consiglio della Regione Lazio.

“Contemporaneamente a ciò la Sinistra lasciava 12 miliardi di debiti sulle spalle dei cittadini romani.

Bisogna riprendere e accelerare – continua Amiconi –  il processo di riordino della sanità nel Lazio per riportare sotto controllo la spesa sanitaria, seguendo non solo una logica quantitativa, ma modificando profondamente  la spesa sanitaria e Costruendo  le reti dei servizi a partire dal medico di famiglia capaci di rispondere dai bisogni di salute del cittadino, assicurando la qualità della selezione dei primari e dei manager realizzata secondo criteri di imparzialità trasparenza e merito”




SILVIO C'E' E CRESCE IN CONSENSI: I SONDAGGI

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Chiara Rai

E’ ora che il Cavaliere faccia dei passi indietro per permettere al nuovo di esprimersi e non permettere che il centrodestra vada a perdere un facile accordo con la Lega. Se proprio vuole, può candidarsi ministro anche se la stanchezza degli italiani è talmente alta da augurarsi che possa decidere altro. Di fatto Silvio c’è e cresce in consensi rispetto ad un professore che arranca e ad un Pd che ha una bella zavorra con cui fare i conti.

Un estraneo in casa non è il massimo per Bersani che è meglio che studi bene assieme a Renzi i possibili colpi e boomerang nicchettiani.

Casini è inutile che sgomiti ad oltranza,  tanto la sua percentuale è destinata a sedimentare. E’ e continuerà ad essere poco meno di un ago, anche adesso che vorrebbe cavalcare la nuova concezione che supera destra e sinistra. Ma la prima Repubblica l’abbiamo già conosciuta e finché non si sostiuiscono le facce e i propositi, si possono cambiare mille casacche che la gente con idonea materia cerebrale non ci casca.

Berlusconi va, di fatto, verso una crescita di consensi. Secondo i sondaggisti di Tecnè per Sky TG 24 la coalizione nel complesso, inclusi La Destra di Storace e Fratelli d’Italia di La Russa (con un buon 2%), arriverebbe al 25,4% in recupero di quasi un punto.

In calo il centro sinistra, ma non per colpa del PD. Secondo il sondaggio di Tecnè il partito di Pierluigi Bersani sale ancora nelle intenzioni di voto degli italiani, arrivando a quota 35,3%. Nel complesso, però, il centro sinistra perde quasi un punto percentuale, per via in particolare della pessima prestazione di SeL, in calo al 4,1%.

Monti vale solo il 6%, mentre il centro dello schieramento politico italiano secondo Tecnè non va oltre il 12% mettendo insieme oltre alla lista che porta il nome del professore ex-premier, UDC (con il 4,8%) e Futuro e Libertà, con un pessimo 1,2%.




STORACE: "NON AMMAZZATE L'ALTERNATIVA ALLA SINISTRA"

Redazione

“Mi metto nei panni di un elettore pidiellino e tento di capire che succede. Abbiamo promesso il rinnovamento con Alfano, ritorna Berlusconi. – Dichiara Francesco Storace leader de La Destra, che prosegue – Per carità sono contento che Silvio sia di nuovo in campo, ma non capisco perché lo fa sfasciando una coalizione che aveva creato lui e si chiamava centrodestra. Ora siamo soli e vedo i nostri parlamentari smarriti, timorosi di perdere la poltrona e praticamente incapaci di lanciare un progetto nuovo. Avevamo promesso meno tasse, e stiamo appoggiando un governo che non ci pensa proprio per niente a ridurle. Avevamo promesso un milione di posti di lavoro, ma non si contano più i disoccupati. Garantivamo autonomia alla Nazione con le politiche antiimmigrazione con la Libia, cercavamo una via indipendente per il gas con la Russia, eravamo in prima fila nel mondo con Finmeccanica a far schiumare di rabbia gli americani e ora eccoci al servizio di Germania e Banca centrale europea. In più, leggo che dobbiamo tornare al proporzionale e molti parlamentari del mio partito discutono come se niente fosse del governo di larga coalizione prossima ventura con Bersani e compagnia! “Rivoglio il centrodestra”, strillerei se fossi quell’elettore. E invece pare che la rassegnazione sia padrona del campo. Grillo o astensione,dicono i più. Manco per idea, dobbiamo urlare a tutti. Facciamola conoscere questa nostra splendida Destra, spieghiamo che vuol dire sovranità di un popolo,abbattiamo ogni barriera creata per tentare di fermarci. E anche quell’elettore guarderà a noi. Perché l’alternatva alla sinistra non può essere stata improvvisamente ammazzata. Se il Pdl rinuncia, qualcun altro ci pensera’.”
 




LAZIO, DA OGGI NUOVO AUMENTO DELL'ACCISE SULLA BENZINA DI +0,42 CENTESIMI. STORACE: "RAPINE D'AGOSTO"

Storace: Da oggi la pistola del distributore non andrà più nel serbatoio delle auto, ma sarà puntata direttamente ai portafogli degli automobilisti. Un furto con destrezza. E sappiamo chi è il ladro.

 

Redazione

Con provvedimento del 9 agosto dell'Agenzia delle Dogane si annuncia che dall'11 agosto e fino al 31 dicembre 2012 "le aliquote dell'accisa sulla benzina saliranno di 4,20 euro/'000 litri da 724,20 a 728,40 euro/'000 litri e quelle sul diesel dello stesso importo da 613,20 a 617,40 euro/'000 litri. Incrementi che si traducono in +0,42 centesimi al litro e, includendo anche l'Iva al 21%, in circa 0,51 centesimi al litro". L'incremento, dalla legge di Stabilità 2012, osserva QE, genererà maggiori entrate per le casse statali pari a 65 milioni di euro per rendere strutturale il bonus per i gestori carburanti e fare fronte alla riscossione agevolata delle imposte nelle zone terremotate dell'Abruzzo. Dall'inizio del 2011 le accise sulla benzina sono aumentate di 16,44 centesimi, mentre quelle sul diesel di 19,44 cent, a cui va ad aggiungersi l'effetto moltiplicatore dell'Iva. L'ultimo incremento, di 2,42 centesimi Iva compresa su entrambi i prodotti a favore del terremoto in Emilia, risale allo scorso giugno, quando tuttavia non si riversò sui prezzi al consumo anche approfittando della discesa delle quotazioni internazionali.

Francesco Storace leader de La Destra:

" Per non farci mancare niente, questo governo ha deciso di farci andare per traverso anche le vacanze estive. E lo fa in maniera subdola, come solo chi sa di stare dalla parte del torto è capace. Da oggi, week end centrale d’agosto, scatta un “imprevisto” aumento delle accise sulla benzina. Non contenti di prezzi al distributore che fanno imbarazzare, ponendoci come al solito tra i paesi con il costo più alto del carburante praticamente senza alcun incentivo all’uso di energie alternative, si è deciso di alzare le aliquote di 0,51 centesimi al litro. Portando la benzina a sfiorare 1,90 euro e il diesel a 1,80. Aumenti giustificati, e qui si concentra la presa in giro e sale l’indignazione, per generare “maggiori entrate per le casse statali pari a 65 milioni di euro” e “rendere strutturale il bonus per i gestori carburanti” e con lo scopo di “fare fronte alla riscossione agevolata delle imposte nelle zone terremotate dell’Abruzzo”. Insomma, spacciano gli aumenti come sostegno alle popolazioni terremotate. Vogliono intenerire il cuore della gente per arrivare al loro portafoglio. E’ una rapina fatta da mano abile e senza scrupoli. Quella di chi sa solo fare i conti con il pallottoliere dei soldi altrui, e se ne frega di quanti per un anno hanno messo qualche centinaia di euro da parte con il sudore della fronte per guadagnarsi una settimana scarsa di spensieratezza. Quei soldi risparmiati andranno in fumo con una riga striminzita data alle agenzie di stampa il giorno prima degli aumenti. E’ una vergogna. Ci avevano già provato alcuni mesi fa ad aumentare ancora i carburanti, nel segno di una politica miope che colpisce sempre e solo il cittadino medio. Poi il dietrofront. Magari volevano pure l’applauso. Ora ci riprovano, affondano il colpo e portano a casa il risultato con un blitz indegno. Non se ne può più del governo degli inganni, del governo delle tasse. Perché non intervengono sui costi della politica, quelli veri, per risparmiare risorse “strutturali” da destinare alle esigenze reali della nazione? I cittadini dell’Abruzzo e la loro tragedia non meritano di essere strumentalizzati per l’incapacità di questo esecutivo di intervenire lì dove gli italiani vogliono che si intervenga. Dimezzino stipendi, tolgano diarie e privilegi: così si recuperano risorse. Non aumentando all’inverosimile i prezzi, bloccando la crescita di un paese e il suo sviluppo. Da oggi la pistola del distributore non andrà più nel serbatoio delle auto, ma sarà puntata direttamente ai portafogli degli automobilisti. Un furto con destrezza. E sappiamo chi è il ladro. "