CANALE MONTERANO: REVOCATO L'INCARICO AL RESPONSABILE DELL'AREA URBANISTICA – EDILIZIA

Redazione

Canale Monterano (RM) – Aveva iniziato a prestare servizio solamente a marzo 2013 con decreto Sindacale 4/2013. Oggi a meno di 3 mesi con un altro decreto Sindacale (il n. 6 del 28 maggio 2013) è stato revocato l’incarico al responsabile dell’Area Urbanistica-Edilizia del Comune di Canale Monterano. Motivo della revoca ? “Non applicava con scrupolosa puntualità” la sovraordinata disciplina del PTPR (Piano Paesaggistico Regionale – a ragion del vero solo adottato e ancora non approvato) e “le vigenti deliberazioni emanate dall’Organo consiliare” ovvero le delibere di Consiglio Comunale n. 13 e 37 (le famose Variante urbanistiche) “senza una ragionevole giustificazione”.
Ci sia consentito, dichiarano i consiglieri del gruppo di minoranza di Canale Monterano – Voci di Strada, a tal riguardo ricordare il contenzioso in essere con l'area Urbanistica, con l'area Ambiente della Regione Lazio e con il Ministero dell'Ambiente, proprio sulle delibere 13 e 37. Non è una ragionevole giustificazione per non volerle applicare? Continua il consigliere Stefano Ciferri “nel Decreto Sindacale di revoca uscito proprio oggi si snocciolano una serie infinita di rimandi a sentenze del Consiglio di Stato, sentenze del TAR che dovrebbero dimostrare la validità delle delibere 13 e 37 e quindi il comportamento “ostile” del responsabile dell’Area Urbanistica. Ma leggendole nessuna è attinente alla situazione specifica di Canale. Ad esempio, la sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliana n. 811/12 citata nel decreto sindacale nulla dice a sostegno della legittimità di quanto previsto nelle Delibera 13 o 37. In tale sentenza si affronta infatti il tema della necessità di prevedere la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) nella fase di stesura dei piani paesaggistici, tema già affrontato è chiarito nel Lazio e quindi non in discussione.

Vale la
pena ricordare i due aspetti critici contestati alle delibere 13 e 37

1) Piano territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) e suo recepimento nei PRG dei comuni.
L’adeguamento degli strumenti urbanistici al PTPR ha senso quando questo viene approvato definitivamente e quindi perde la sua natura “precaria” ovvero suscettibile di correzioni. Ciò che la Delibera 13/2012 e la conseguente Delibera 37/2012 pretendono di fare quindi, ovvero adeguare già da adesso il PRG di Canale Monterano alle norme del PTPR (oggi solo adottato), è intempestivo ed illogico. 
Su questo argomento vi è il chiarimento contenuto nel parere dell’Area legislativa regionale del 5 gennaio 2011 (prot. N. 62969) «il vincolo imposto dal PTP o PTPR non modifica automaticamente la destinazione di zone prevista nel piano regolatore, ma impedisce l’applicazione delle norme del PRG contrastanti». L’ Art. 145, comma 3, del D. Lgs. 42/04  aggiunge e chiarisce che: “Le previsioni dei piani paesaggistici […],
sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei comuni, delle città metropolitane e delle province, sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici, stabiliscono norme di salvaguardia applicabili in attesa dell’adeguamento degli strumenti urbanistici […]”. Ovvero per il recepimento dei piani paesaggistici la norma prevede due distinti
momenti procedurali. Il primo momento, dopo l’adozione del PTPR ma prima della sua definitiva approvazione, nel quale le norme dei piani paesaggistici pur provvisorie sono immediatamente applicabili nel senso che ogni previsioni contenuta nei PRG difforme da essi deve essere da quel momento disapplicata (ecco la cogenza e prevalenza richiamata nella sentenza TAR Lazio n. 626/2012 che si cita nel decreto di revoca del Responsabile Urbanistica). Il secondo momento procedurale che scatta a seguito della definitiva approvazione del PTPR prevede invece ai sensi e per gli effetti dell’art. 64 delle NTA del PTPR che i comuni entro due anni adeguino i propri strumenti urbanistici alle previsione del PTPR. L’art. 21 della legge regionale n. 18 del 9 dicembre 2004 disciplina le modalità di conformazione: i comuni adeguano lo strumento urbanistico alle previsioni del PTPR approvato secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia, ovvero chiaramente attraverso “varianti” cioè procedimenti partecipate. Il D.Lgs 63/2008
prevede all’art. 2 comma p)  paragrafo 9: “A far data dall’adozione del piano paesaggistico non sono consentiti sugli immobili e nelle aree di cui all’art. 134, interventi in contrasto con le prescrizioni di tutela del piano stesso. A far data dalla approvazione del piano stesso le relative previsioni e prescrizioni sono immediatamente cogenti e prevalenti sulle previsioni dei piani territoriali ed urbanistici (PRG)”. Ovvero è la norma che definisce due atteggiamenti procedurale diversi tra la fase di sola adozione e la fase di effettiva approvazione del Piano paesaggistico. Proprio quanto la Regione sta contestano al comune di Canale Monterano.

2) Modifica dei regimi di tutela nella  Riserva Naturale Monterano
Ecco cosa scriveva la Direzione Ambiente della Regione Lazio sul capitolo 2 della delibera 37 “La delibera 37/2012 è un atto di pianificazione comunale assolutamente inidoneo" ovvero “pretende di modificare i regimi di salvaguardia di un area protetta potere che esula dalle competenze comunali”. Ovvero a Canale Monterano ci si vanta di voler adottare con anticipo il PTPR per salvaguardare “l’integrità dei paesaggi del nostro territorio”. Però contestualmente con la delibera n. 37 si estende a quasi tutta la Riserva Monterano l’indice di edificabilità dello 0,03 mc/mq (citati nell’art. 7 comma 1 – Aree II) e ad opere fisse, fossero pure destinate al turismo. Ma questo non è quanto prevedono le norme di rango superiori del PTPR. La quasi totalità del territorio della Riserva è riconducibile infatti a due categorie di beni paesaggistici che sono paesaggio naturale art. 21 NTA e paesaggio naturale di continuità art. 23 NTA. In entrambi i tipi di paesaggio non sono consentite nuove realizzazione ma solo la manutenzione ed il recupero dell’esistente e
comunque nessun ampliamento. Si vuole recepire il PTPR prima del previsto e poi non si applicano i principi di tutela in esso contenuti. Ci sembra come minimo incongruente se non illegittimo. Il decreto
sindacale di revoca si chiude con l’affermazione “con riserva di eventuali azioni a carico del medesimo responsabile a motivo del danno economico e di immagine arrecato a questo comune.

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[ LETTERA DEL MINISTERO ALLA REGIONE E PER CONOSCENZA AL COMUNE DI CANALE MONTERANO ]

 

Chiara Rai

Canale Monterano (RM) – Braccio di ferro tra Comune e Regione che sostanzialmente intima al sindaco di Canale Monterano Angelo Stefani di annullare tutti gli atti deliberati dall’amministrazione indirizzati a stimolare l’edificazione all’interno della Riserva, attraverso l’applicazione del Piano casa su l’88 per cento dell’area protetta. Fumata nera anche per quest’ultimo acceso Consiglio Comunale: Stefani è fermo nelle sue convinzioni e anziché annullare d’urgenza le delibere, come chiesto dalla Regione, intende revisionarle.

Ma di fatto non seguendo le indicazioni intimategli. Anche il ministero dell’Ambiente ha iniziato ad interessarsi della vicenda, perché di fatto Canale monterano è un paradisiaco polmone verde della provincia romana.

La Regione ha scritto dure note nelle quali si parla di “procedure illegittime ed incapacità dell’Ente a disporre della materia”. Insomma, una storia che va avanti da quasi un anno il cui vulnus consisterebbe nel tentativo del Comune di modificare il regime di salvaguardia di un area protetta, senza che neppure sia stato richiesto il parere del direttore della Riserva, una modifica che non spetta al Comune ma alla stessa Regione: “E’ nelle intenzioni del Comune – recita la nota regionale – sanare opere abusive e consentire interventi di edilizia previsti nel cosiddetto piano casa nella maggior parte della Riserva”. Inoltre il Comune verrebbe ad adottare, con procedure illegittime, il piano paesaggistico della Regione non ancora definitivamente approvato.

Come andrà a finire? Intanto Stefano Ciferri, consigliere di Voci di Strada, esorta il primo cittadino Stefani a fare un passo indietro per il bene della comunità: “Che il sindaco faccia quanto prima un gesto di responsabilità – ha detto – annullando tutti gli atti illegittimi”. Di seguito il resoconto del Consiglio Comunale di ieri venerdì 15 febbraio 2013, inviatoci dal gruppo consiliare Voci di strada.

Alle 17.00 del giorno 15 febbraio 2013 presso la Casa Comunale di Canale Monterano si è tornato a discutere delle delibere di urbanistica duramente contestate dalla Regione Lazio Direzione Urbanistica e Direzione Ambiente. Con due punti all’ordine del giorno il Sindaco Angelo Stefani ha scelto di revisionare le delibere n. 13 e 37 invece di accogliere i ripetuti inviti degli organi di vigilanza a revocarle in autotutela.


Questa la considerazione del gruppo consiliare Voci di Strada che insieme all’altro gruppo di minoranza si sono duramente opposti a tale revisione. Revisione che anche dagli uffici comunali (Area Finanziaria) ha avuto parere contrario in ordine alla regolarità contabile.


“La proposta di revisione delle delibere contestate passata oggi in consiglio propone in premessa una articolata citazione di sentenze amministrate e di stralci di normativa che avrebbe lo scopo di chiarire ed allontanare definitivamente comportamenti ostativi e dubbiosi confermando quindi la validità delle delibere in oggetto. Ma il risultato è invece un nuovo testo deliberativo che non affronta gli importanti rilievi regionali limitandosi a ribadire principi generali mai messi in discussione nella corrispondenza tra Area tecnica Regionale e comune di Canale Monterano.


Approfondiamo meglio i temi contestati e non risolti dalla amministrazione di Canale


1) Piano territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) ed adeguamento degli strumenti urbanistici


Su questo argomento vale la pena ricordare innanzitutto il parere dell’Area legislativa regionale del 5 gennaio 2011 (prot. N. 62969) «il vincolo imposto dal PTP o PTPR non modifica automaticamente la destinazione di zone prevista nel piano regolatore, ma impedisce l’applicazione delle norme del PRG contrastanti». L’ Art. 145, comma 3, del D. Lgs. 42/04  aggiunge e chiarisce che: “Le previsioni dei piani paesaggistici […], sono cogenti per gli strumenti urbanistici dei comuni, delle città metropolitane e delle province, sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici, stabiliscono norme di salvaguardia applicabili in attesa dell’adeguamento degli strumenti urbanistici […]”. Ovvero per il recepimento dei piani paesaggistici la norma prevede due distinti momenti procedurali.


Il primo momento, dopo l’adozione del PTPR ma prima della sua definitiva approvazione, nel quale le norme dei piani paesaggistici pur provvisorie sono immediatamente applicabili nel senso che ogni previsioni contenuta nei PRG difforme da essi deve essere da quel momento disapplicata (ecco la cogenza e prevalenza richiamata nella sentenza TAR Lazio n. 626/2012). Il parere del Dipartimento territorio regionale prot. 124078 del 2010 – dice proprio questo – “le previsioni dei PRG discordanti dal PTPR devono essere immediatamente disapplicate prima che vengano rimosse a seguito dell’adeguamento dello strumento urbanistico stesso

Il secondo momento procedurale che scatta a seguito della definitiva approvazione del PTPR prevede invece ai sensi e per gli effetti dell’art. 64 delle NTA del PTPR che i comuni entro due anni devono adeguare i propri strumenti urbanistici alle previsione del PTPR. L’art. 21 della legge regionale n. 18 del 9 dicembre 2004 disciplina le modalità di conformazione: i comuni adeguano lo strumento urbanistico alle previsioni del PTPR approvato secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia, ovvero chiaramente attraverso “varianti” cioè procedimenti partecipati. Il D.Lgs 63/2008 conferma proprio quanto più riassunto. Art. 2 comma p)  paragrafo 9: “A far data dall’adozione del piano paesaggistico non sono consentiti sugli immobili e nelle aree di cui all’art. 134, interventi in contrasto con le prescrizioni di tutela del piano stesso. A far data dalla approvazione del piano stesso le relative previsioni e prescrizioni sono immediatamente cogenti e prevalenti sulle previsioni dei piani territoriali ed urbanistici (PRG)”. Ovvero è la norma che definisce due atteggiamenti procedurale diversi tra la fase di sola adozione e la fase di effettiva approvazione del Piano paesaggistico. Proprio quanto la Regione sta contestano al Comune di Canale Monterano. L’adeguamento degli strumenti urbanistici al PTPR ha senso quando questo viene approvato e quindi perde la sua natura “precaria” ovvero suscettibile di correzioni come ribadito dal parere del Ministero dei beni e delle attività culturali n. 0018886 del 18.10.2011. Ciò che la Delibera 13/2012 di Canale Monterano pretende di fare quindi è intempestivo ed illogico.  

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2) Regimi di tutela nella Riserva Naturale Monterano e delibera n. 37


La revisione della delibera 37 presentata in consiglio comunale a Canale nulla risponde ai rilievi fatti dalla Direzione Ambiente Regionale sul capitolo 2, rilievi, che si possono riassumere nella seguente affermazioni: “La delibera 37/2012 è un atto di pianificazione comunale assolutamente inidoneo" ovvero “pretende di modificare i regimi di salvaguardia di un area protetta potere che esula dalle competenze comunali”.


La revisione inoltre non affronta assolutamente neanche il recente parere dell’Area legislativa del 30 gennaio 2013 che ha negato validità alla disposizione di equiparazione tra le aree I e II della Riserva Monterano e la zona A e B della L.R. 29/97 nonché quindi ha negato la conseguente applicabilità, nella forma stabilita dalla delibera, del “piano casa” ricordando che nelle aree protette non sono sanabili alcun tipo di opera.


Il gruppo consiliare Voci di Strada ha portato all’attenzione del Consiglio in supporto alla tesi di annullare immediatamente la delibera n. 37 una nota del Ministero dell’Ambiente del 11.02.2013 nella quale la Direzione generale Tutela della Biodiversità, invita la Regione Lazio a valutare in sostanza le ricadute negative della Delibera di Canale sui siti Natura 2000 ricadenti nella Riserva Naturale di Canale Monterano. “si invita codesta autorità (Regione Lazio) a voler rassicurare questa Direzione Generale riguardo alle determinazioni e alle misure che si è ritenuto o che si riterrà opportuno adottare [..] al fine di scongiurare il degrado degli habitat e degli habitat di specie”. Il Ministero conferma quindi il suo interesse e preoccupazione per la vicenda di Canale e della sua Riserva.

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CANALE MONTERANO, LA DIREZIONE AMBIENTE DELLA REGIONE METTE FINE ALLA QUESTIONE DELLA FAMOSA DELIBERA 37

 

[ NOTA DEL 4 DICEMBRE 2012 DELLA DIREZIONE REGIONALE AMBIENTE ]

La redazione de L'osservatore laziale risponde alla nota del Sindaco dello scorso 3 dicembre 2012 [ LETTERA DEL SINDACO DI CANALE ANGELO STEFANI INDIRIZZATA A L'OSSERVATORE LAZIALE ]

 

Chiara Rai

Canale Monterano (RM) – La sinergia e l’impegno del gruppo consiliare Verdi alla Regione Lazio il quale con attenzione e perizia ha analizzato la delibera 37/2012 del Comune di Canale Monterano e ne ha individuati i punti critici e le illegittimità, dei gruppi di opposizione Voci di Strada ed Esperienza e Rinnovamento, dei consiglieri di minoranza dell'Università Agraria di Canale "Cives", del contributo di Daniele Natili e del Gruppo spontaneo 9 Agosto, e infine de L’osservatore laziale che si è fatto promotore di una raccolta di oltre 600 firme inviate anche al dipartimento Ambiente della Regione e al Ministero dell’Ambiente, stanno portando grandi contributi che sostanzialmente decretano una vittoria che può essere sintetizzata sotto l’ormai celebre slogan “Viva la Riserva di Canale Monterano”.

Ieri, in tarda serata ci è giunta una importante notizia dal consigliere del gruppo Voci di Strada Stefano Ciferri: La Direzione Ambiente della Regione Lazio con la nota prot. n. 528176 del 4 dicembre scorso mette la parola fine sulla questione della ormai famosa Delibera 37/2012 prodotta dalla amministrazione comunale di Canale Monterano.  “Da questa estate – dice Ciferri –  il gruppo di minoranza di cui faccio parte insieme ad altri soggetti politici locali (l'altro gruppo di minoranza Esperienza e Rinnovamento) e i consiglieri di minoranza dell'Università Agraria di Canale "Cives" stiamo denunciando i pericoli connessi alla applicazione della Delibera 37 la quale di fatto altera il regime di salvaguardia della nostra Riserva Naturale.

Oggi arrivano le parole del dott. Giuseppe Tanzi direttore della Direzione Regionale Ambiente, che sulla questione esprimono un giudizio inequivocabile e lapidario” Si legge: "I toni usati dall'Amministrazione Stefani nella nota del 9 ottobre scorso nei riguardi dei dipendenti della Riserva Monterano sono inadeguati".

Sei pagine precise prodotte dalla Regione, specifica ancora Ciferri –  in cui sono chiariti molti aspetti sostanziali. Il parere tecnico del Direttore della Riserva necessario da acquisire nell'atto in questione al fine di una compiuta ottemperanza sia degli obblighi previsti dalle norme statali e regionali sia a quello stabilito dall'art. 49 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali), come il gruppo Voci di Strada aveva richiesto nella seduta di Consiglio dell'agosto scorso.

La delibera 37/2012 nasce perciò con una grave irregolarità procedurale. Tanzi la definisce "un atto di pianificazione comunale assolutamente inidoneo" ovvero il potere di modificare i regimi di salvaguardia di un area protetta esula dalle competenze comunali. E poi la conclusione che parla da sola:  "L'atto in oggetto (delibera di Canale n. 37) appare inficiato da una radicale illegittimità da cui può farsi conseguire agevolmente l'inesistenza dello stesso sotto il profilo giuridico. Sulla base delle considerazioni che precedono si invita il Comune di Canale Monterano a provvedere ai conseguenti adempimenti in sede di autotutela, astenendosi dall'adozione di qualsiasi atto esecutivo al fine di non coinvolgere i cittadini in un azione amministrativa illegale". Ora al Sindaco chiediamo un atto di responsabilità, conclude il consigliere di opposizione Ciferri.

Nota di risposta della redazione de L'osservatore laziale al Sindaco di Canale Monterano Angelo Stefani in merito alla lettera inviata dal primo cittadino a L'osservatore laziale in data 3 dicembre 2012

 [ LETTERA DEL SINDACO DI CANALE ANGELO STEFANI INDIRIZZATA A L'OSSERVATORE LAZIALE ] pubblicata con articolo del 3 dicembre 2012 [ CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE: IL SINDACO TORNA SULLA QUESTIONE "VIVA LA RISERVA" ]
 

Redazione

Ormai manca soltanto che scriva il Governo, ma già le indicazioni perentorie della Regione dovrebbero essere più che sufficienti per portare la Giunta Stefani alla responsabile decisione di fare un passo indietro e revocare la delibera in autotutela.

La deliberazione di Consiglio Comunale del 9 Agosto 2012 n°37 ha un contenuto che incide direttamente sul regime di salvaguardia e quindi sulla gestione della Riserva. Quindi era necessario, egregio Sindaco Stefani, acquisire anche il parere tecnico del direttore della stessa Riserva.

Non siamo noi a dirlo ma la direzione regionale Ambiente. Il parere, però, non è stato richiesto, come evidenziato numerosissime volte dai consiglieri di opposizione del Comune che Lei amministra. E’ bene ricordare che nella seduta di Consiglio Comunale straordinaria dello scorso 6 novembre, lei stesso, Sindaco, non ha ritenuto di mettere al voto la proposta delle minoranze di revoca della delibera 13 e degli atti conseguenti compresa la delibera 37 e nemmeno, quindi, ha ritenuto di procedere alla relativa discussione.

Lei, egregio Primo Cittadino, ha fatto chiaramente presente che sarebbero in corso “trattative con la Regione che sta rivedendo la delibera ai fini dell’approvazione”. Eppure, la Regione ha scritto una nota il 22 agosto 2012 in merito alla delibera di Consiglio n. 13 del marzo 2012 (ed una successiva nota del 10 ottobre scorso). Tale delibera è stata ritenuta dalla Regione priva di valore giuridico e in “grave contrasto con la normativa urbanistica” ignorando vincoli paesaggistici e “le più elementari normative nazionali e regionali”. Il 4 dicembre  torna a scrivere la direzione regionale Ambiente. A questo punto, le numerose note pervenute da quest’estate ad oggi, dovrebbero essere sufficienti per comprendere che sarebbe necessario fare un passo indietro.

Pertanto, visto che era doveroso (ed è stato anche anticipato nell'articolo del 3 dicembre CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE: IL SINDACO TORNA SULLA QUESTIONE "VIVA LA RISERVA" ) che la redazione de L'osservatore laziale rispondesse alla sua cortese nota del 3 dicembre scorso, ci preme evidenziarle che codesta testata giornalistica non intende entrare nei meriti politici della vicenda, bensì interviene nel momento in cui un Ente sovra comunale evidenzia illegittimità e irregolarità.

Non ci permettiamo di dubitare sul fatto che codesta spettabile Amministrazione  Comunale “ritiene valida e prioritaria ogni iniziativa volta a coinvolgere la società civile per salvaguardare ambiti naturali pregevoli qualora se ne ravvedessero concreti motivi di devastazione”, ma al contempo si contesta l’affermazione che le iniziative intraprese finora abbiano “solo esclusive finalità politiche”. Tanto le dovevamo, per il resto parlano le note e le memorie che finora si sono accumulate al riguardo.

ARTICOLI PRECEDENTI:

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