CITTA' METROPOLITANA: PRIMA BOZZA DELLO STATUTO POCO GRADITA

di Silvio Rossi

E fu così che la montagna partorì il topolino. Anzi, considerando i commenti che hanno accompagnato la pubblicazione sul sito della Provincia, sembra che la Commissione Statutaria del Consiglio Metropolitano della Città di Roma Capitale, riunita il 17 novembre per redigere la prima bozza dello Statuto Metropolitano, abbia creato una pantegana.

Gli aspetti controversi nella lettura del testo sono diversi, tutti opinabili. C’è chi contesta siano particolarmente bassi i criteri per ottenere la maggioranza di una decisione, tanto da poter favorire un accordo dei soli rappresentanti della Capitale, bypassando in pratica le eventuali opposizioni dei comuni dell’hinterland.
Ma il punto che vede tutti contrari, è espresso nell’articolo 20, laddove (comma 2) recita: “Il Sindaco di Roma Capitale è di diritto Sindaco della Città metropolitana”.
La legge che ha istituito le città metropolitane ha lasciato la possibilità, nello statuto, di definire i criteri con cui sarebbe stato eletto il sindaco metropolitano, se dall’assemblea dei sindaci della ex provincia, oppure con suffragio universale di tutti i cittadini dei comuni compresi nel territorio della Città Metropolitana. La bozza di statuto presentata invece accoglie, tra queste possibilità, la più antidemocratica, quella che tutti, ma proprio tutti, indipendentemente dalle appartenenze politiche e territoriali avevano definito come irricevibile.
Come mai, se tutti i rappresentanti, da destra a sinistra, dal centro di Roma al più sperduto comune dei Monti Simbruini, si erano dichiarati favorevoli all’elezione del sindaco metropolitano a suffragio universale, oggi esce dalla commissione questo testo? Come si fa a non considerarlo offensivo per i cittadini che si attendevano, da questa riforma dell’organizzazione territoriale, un nuovo approccio della politica verso i cittadini, e invece appare come l’espressione usata dal Marchese del Grillo quando sale sulla carrozza: “Io sò io, e voi …”?
Speriamo che, nelle audizioni, finalizzate al recepimento di proposte di modifica dalla società civile nonché dagli esperti del settore, che verranno programmate nella seduta di domani, 21 novembre, si possa ovviare a quest’obbrobrio legislativo.