CASO STAMINA: VERITA' SOTTACIUTE

Mentre la magistratura accusa cinque funzionari del ministero della salute per malasanità e malagestione, dal 25 novembre ancora nessuno ha aperto un’agenda di dialogo con i malati che hanno manifestato per la libertà di cura

di Cinzia Marchegiani

Ci sono premesse e aspettative che non smettono mai di deludere, gli abusi intellettuali e sociali si nascondono dietro il grande silenzio esclusivo delle istituzioni, mentre le voci di libertà si elevano al sacrificio consapevole. Il caso stamina ha aperto crepe mostruose, dove sta emergendo l’inganno perfetto, nulla è per caso.

Ripercorrendo il nastro dei finanziamenti e delle ricerche nel campo delle staminali in Europa, si scopriranno moltissime interrogazioni europarlamentari alla Commissione, come la nr E-0338/08, tese a individuare percorsi sostenibili nel rispetto di quei valori etici soprattutto nell’utilizzo dell’embrione come fonte di cellule staminali ma anche per individuare i fondi per questo settore, dove con molto interesse le aziende farmaceutiche, medie e piccole imprese nel settore delle biotecnologie sorte in Europa avevano manifestato particolare attenzione.

Le terapie a base di cellule staminali mesenchimali però non avendo problemi di brevettabilità e quesiti etici posti in osservazione dallo stesso parlamento europeo sono state prontamente bloccate con una semplice legge europea, dove il grande Big Pharma può continuare a foraggiare la ricerca ricevendo un beneficio immenso, la brevettabilità delle cellule facendole passare per farmaci a larga commercializzazione. Ma la legge 1394/2007 CE in un’attenta lettura doveva eliminare ogni dubbio: “Ambito di applicazione del presente regolamento dovrebbe essere la disciplina dei medicinali per terapie avanzate che sono destinati ad essere immessi in commercio negli Stati membri, preparati industrialmente o nella cui fabbricazione intervenga un processo industriale, conformemente all’ambito di applicazione generale della legislazione comunitaria in materia farmaceutica di cui al titolo II della direttiva 2001/83/CE.

Dovrebbero essere esclusi dall’ambito di applicazione del presente regolamento i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva conformemente a specifici requisiti di qualità e utilizzati in un ospedale all’interno dello stesso Stato membro, sotto l’esclusiva responsabilità professionale di un medico, in esecuzione di una prescrizione medica individuale per un prodotto specifico destinato a un determinato paziente, assicurando al tempo stesso che non siano violate le pertinenti norme comunitarie relative alla qualità e alla sicurezza”.

Negli Spedali Civili di Brescia nessuno aveva chiesto una sperimentazione clinica, i malati gravi e in assenza di cure terapeutiche valide avevano scelto il percorso delle cure compassionevoli nel cui caso specifico rispettavano anche la suddetta legislatura europea N. 1394/2007…..

E allora ci si domanda, come mai all’improvviso un ospedale del calibro nazionale come gli Spedali Civili di Brescia hanno avuto tutti i riflettori puntati, quando sia un comitato etico, sia l’autorizzazione del presidente dell’Aifa nella persona di Carlo Tomino avevano autorizzato questo iter? Le date a volte sono pragmatiche, nello stesso mese e nello stesso anno, ottobre 2011, un ospedale italiano riceveva l’autorizzazione a profondere le cure compassionevoli con una terapia a base di cellule staminali mesenchimali e in Europa la Corte di Giustizia negava la brevettabilità non solo per le terapie con cellule staminali embrionali, ma anche con ovociti…ciò che accoglie vita non può essere la base di un business per produrre farmaci. I malati che cominciavano ad avere importanti giovamenti con il metodo stamina, prima ignorati e lasciati morire nel silenzio assoluto dalla medicina e dalla scienza hanno attirato interessi immensi?

La storia del blocco dei laboratori agli Spedali è cosa nota, ma forse non si comprende la spaccatura tra le affermazioni del ministero della salute che pubblica sul suo sito l’esito del controllo dei Nas “l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico” e il blocco persistente da parte dell’Aifa per gli stessi laboratori esclusivamente per le infusioni con il metodo Stamina. A tutt’oggi una parte della magistratura continua un percorso a tutela del malato anche se l’ospedale lombardo continua ad opporsi chiedendo la revoca dell’ordinanze inviando una memoria che fa riferimento al decreto con cui il ministro della Salute ha bloccato la sperimentazione del metodo Stamina sulla base della «non scientificità e pericolosità». E’ il caso del giudice di Asti che ha respinto il ricorso dell’ospedale autorizzando per la seconda volta la piccola Sara all’uso compassionevole della terapia. Di fatto un ospedale pubblico sta dilapidando ingenti somme per fare ricorso alle sentenze dei magistrati che applicando il principio etico e di legge sulle cure compassionevoli autorizzano le infusioni con il metodo stamina. Il Tar di Brescia proprio questi giorni ha bypassato tutta la competenza al Tar del Lazio dove Fondazione Stamina aveva presentato ricorso e nella mattinata odierna ci sarà l’esito della sentenza. Molte associazioni hanno affiancato questo ricorso rappresentando gli interessi dei malatti contro la bocciatura della sperimentazione e la nomina dei membri del comitato scientifico.

L’avv. Desirée Sampognaro di Movimento Vite Sospese ricorda che uno dei grandi paradossi di questa vicenda è che la normativa è tutta a loro favore e ci sono violazioni di legge macroscopiche “bisognerà però verificare se esiste ancora in questo Paese il principio di separazione dei poteri e se i giudici saranno indipendenti”.
Interessente la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova poichè fornisce ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre che certezze riguardo alle applicazioni della legge che invece di tutelare il diritto del malato e alla sua vita, sia stata espletata una eccessiva invadenza e controllo sulle scelte dei pazienti stessi. L’ordinanza illustra come il giudice designato riteneva la sussistenza del fumus boni iuris del diritto della ricorrente al trattamento richiesto e che il provvedimento AIFA del 15.5.2012 doveva essere disapplicato alla luce dell’art. 32 Costituzionale, poichè l’ispezione che ha preceduto l’ordinanza è stata imposta come se presso la resistente fossero in atto sperimentazioni e non cure compassionevoli.

Una lotta titanica dove i malati non si sono arresi e ancora continuano questa battaglia di civiltà, l’ultima fermata per molti di loro è avvenuta nell’immobilità dello stato. Il piccolo Raoul non ce l’ha fatta, come la piccola Lucia, bimba gangliandese, piccole gemme spezzate e travolte da una guerra tra diritti d’autore, egoismi celati da verità assolute, dalla prepotenza di una scienza che da un pulpito ha cominciato a comandare.

La senatrice Cattaneo continua a giustificarsi affermando che i miglioramenti sono delle suggestioni o effetti transitori, il parere del neurologo, il dott. Marcello Villanova che segue questi bambini, come Giole e Sebastian, inizialmente molto scettico per questa metodica, chiede invece una verifica con la sperimentazione, importanti miglioramenti in una patologia come la Sma1 che ha solo sentenze brutali, l’unico modo per estirpare dubbi e valutare la scientificità…

La realtà è davvero amara, ai bambini e alle persone gravi patologie non viene tutelata la cura compassionevole, perchè una legge impone un ricorso al giudice di lavoro disattendendo il diritto alla salute che dovrebbe essere indipendentemente dallo stato sociale (non tutti si possono permettere un avvocato) mentre l’ospedale blocca le infusioni, facendo perdere tempo preziosio ai malati in dispute e arringhe. Ci si chiede se esista un accademia che stabilisca patenti privilegiate agli scienziati, gli stessi con cariche elettive all’interno dell’associazione Luca Coscioni e impegnati nei consorzi europei (EurostemCell) che hanno negato categoricamente che le cellule mesenchimali potessero avere proprietà attive nelle malattie neurodegenerative e impossibilitate a tarsformarsi in neuroni stanno sollevando dubbi sulle loro reali intenzioni. Oltre le evidenze scientifiche del prof. Pezzoli e prof. Uccelli, stanno emergendo tante altre ricerche sulle proprietà delle cellule staminali mesenchimali del midollo osseo mostrando più ombre che luci su questo atteggiamento paventato.

Le numerose pubblicazioni, come la Jexp Neuronal Neuropathol Febbraio 2007, Rilevamento di cellule derivate dal midollo osseo che esprimono un fenotipo neuronale nel cervello umano, autori Sostak, Theil, Stepp, Roeber, Kretzchmar, Straube- Dipartimento di Neurologia, Klinikum Grosshadern, Ludwig-Maximilians University di Monaco di Baviera, in Germania, spiega: “La ricerca dimostra che i dati suggeriscono che le cellule del midollo osseo adulto sono in grado di generare cellule che esprimono marcatore neuronale NeuN subito dopo trapianto. Cellule con questo fenotipo specifico possono contribuire alla riparazione dei tessuti nelle regioni del cervello a distanza dalle zone neurogena.”

Un’altra pubblicazione, Rinsho Shinkeigaku, novembre 2003, Differenziazione delle cellule del midollo osseo adulto in neuroni e cellule endolteliali in cervello di ratto dopo istus in presenza di citochine, illustra i dati della ricerca:” Abbiamo esaminato che le cellule derivate dal midollo osseo possono differenziarsi nei principali tipi di cellule del cervello, tra cui neuroni, astrociti, microglia e endotelio, in risposta ad ischemia cerebrale focale in trattamento con citochine.”


La manifestazione Prostamina del 25 novembre a Roma ha destabilizzato le vie principali tanto amate dai turisti, hanno dovuto dare attenzione ai malati e alle loro grida così moltissimi giornalisti hanno cominciato a fare interviste, d’altronde una città in tilt non poteva essere snobbata dall’informazione. Roma al centro è totalmente paralizzata, Via del Corso, Piazza Venezia, Largo Argentina, Via del Tritone il Senato e Palazzo Ghigi per parecchie ore come sospese nel tempo. Lo stato nega a questi malati la possibilità di poter accedere alle cure compassionevoli nonostante esista un decreto legge, nonostante non abbiano alternative né valide né opzionabili, soltanto una strategia gli è concessa, l’accompagnamento alla morte per non crepare come animali straziati dal dolore. Marco e Sandro Biviano sono il simbolo di questa storica battaglia, dal 23 luglio vivono al Civico 117 A, segno di un degrado istituzionale che sta facendo inorridire i turisti che imbarazzati domandano. Sandro Biviano e Roberto Meloni come in plotone d’esecuzione rispondono ai silenzi e all’incapacità del ministro Lorenzin di aprire un’agenda di confronto.

Loro rappresentano le vittime di uno stato ingrato, violento con i più deboli. Prelevano il loro sangue e lo offrono come risposta a questa battaglia. Al Tg1, nel servizio di Roberta Badaloni, il Direttore Generale del ministero della salute, Marcella Marletta, dirà che la presidenza ha dichiarato irricevibile la delegazione dei malati accompagnata da una telecamera e dal professore Vannoni, la stessa Marcella Marletta il giorno dopo sarà la vera protagonista nell’articolo sul corriere della sera (appendice salute) ma per una notizia di cronaca dove riecheggia la morte due vittime provocate da pillole a base di fendimetrazina. Per queste morti avvenute tra il 2009 e 2011 la procura Francesco dell’Olio nella chiusura delle indagini, inserisce in cima alla catena dei colpevoli i cinque funzionari del ministero, individuati nelle persone di Marcella Marletta e Giuseppe Ruocco, direttori generali e Germana Apuzzo, Paola D’alessandro e Diego Petriccione a capo dell’ufficio VII stupefacenti, loro avrebbero dovuto predisporre le direttive ai nas per effettuare i controlli nelle farmacie che producevano queste pillole in maniera efficace.

I diversi convogli della manifestazione sono monitorati a vista, cercano con i blindati di far riunire in un unico blocco i manifestanti, proveranno più volte a persuadere con l’inganno che la delegazione era stata ricevuta dal ministro. Gli italiani ora sono consapevoli che nessuno si è sentito in dovere di scendere e parlare, nessuno ha sentito il peso delle proprie responsabilità. Il corteo indietreggia, gli dicono che ci sarà una manisfestazione dei centri sociali, e così si ritorna sapendo, dopo l’ultima telefonata, che nessuno riceverà i malati…a piazza Montecitorio il resto è solo storia. La delusione di uno stato immobile toglie la speranza. I manifestanti percepiscono una muraglia anche virtuale, che scherma e ferisce la libertà. Lo stato nega, è muto davanti all’immenso dolore, questa violenza sottile, palpabile non è più contenibile. Si formerà un muro di militari istruiti alla difesa che con i loro corpi tuteleranno l’entrata del parlamento, le immense porte chiuderanno in faccia ai malati coraggiosi l’unica possibilità di riscattare la propria vita. Una pagina storica è stata scritta che passerà agli atti come una delle vergogne italiane. Solo in tardo pomeriggio una delegazione di malati, il prof. Vannoni e le telecamere delle Iene saranno accolti dal prefetto di Roma, un altro gesto di totale lontanaza…di chiusura irreversibile.

Chiedereanno lo sblocco delle liste di attesa agli Spedali di Brescia e la possibilità, come recita la costituzione, di accedere alle cure compassionevoli…ad oggi ancora nessuna risposta, il prefetto Pecoraro aveva promesso che nella serata avrebbe comunicato a Vannoni la risposta del ministero. Tutto tace, nella vergogna più grande c’è il silenzio istituzionale che di fronte alla tragedia umana, contro il sopruso preferisce non decidere. Il Civico 117 A, nei giorni a seguire, invierà altre due lettere per esortare una risposta…dovuta e promessa.

Mentre il ministero della salute rimane imbrigliato nelle inchieste interne della magistratura, nei cambi di poltrona, nella mancanza di confronto atteso e auspicabile, una risoluzione sul metodo Stamina è stata approvata nel corso dei lavori del Consiglio provinciale di Pescara. La richiesta di far approdare la risoluzione in aula è stata avanzata dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Ruggieri mentre la risoluzione porta le firme di diversi consiglieri di centrodestra e centrosinistra.

Stefano Moretti dell’Osservatorio Antimafia d’Inchiesta replica a questa importante notizia, “Le dichiarazioni del presidente della regione Abruzzo rilasciate l'altro ieri ad una emittente televisiva di Pescara hanno fatto il giro d'Italia, ieri ha testualmente aperto alle compassionevoli in Abruzzo affermando che non si può togliere la speranza a nessuno anche se si somministrasse acqua calda. I detrattori del metodo stamina vedrebbero in una apertura dell'Abruzzo una possibilità di affermazione di una terapia che fino a prova contraria sta dando risultati eclatanti su tutti coloro che hanno avuto fortuna di provarla. Andrea Sciarretta, papà della dolce Noemi, ha ribadito chiaramente che il tempo delle parole è finito ed è arrivato il momento dei fatti e della concretezza.”


Una domanda sorge spontanea…ma Luca Merlino, vicario della Sanità della Lombardia, che intervistato dalle Iene ha dovuto confessare la sua effettiva regressione della malattia dopo aver ricevuto le infusioni col metodo stamina, che per motivi a noi sconosciuti si è rifiutato di consegnare le cartelle cliniche…come mai ha scelto gli Spedali di Brescia invece di rivolgersi al San Raffaele…..che dovrebbe avere valide cure?

Si salva l’uomo che supera il proprio egoismo d’individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall’idea di rassegnazione alla malvagità esistente.
Presto le nuove inchieste sui mostri dell’eutanasia e dei cambiamenti planetari…anche lì nulla è per caso, sembra che i bambini non siano ecologici!

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Mentre la magistratura accusa cinque funzionari del ministero della salute per malasanità e malagestione, dal 25 novembre ancora nessuno ha aperto un’agenda di dialogo con i malati che hanno manifestato per la libertà di cura

di Cinzia Marchegiani

Ci sono premesse e aspettative che non smettono mai di deludere, gli abusi intellettuali e sociali sembrano nascondondersi dietro il grande silenzio esclusivo delle istituzioni, mentre le voci di libertà si elevano al sacrificio consapevole. Il caso stamina ha aperto crepe mostruose, dove sta emergendo l’inganno perfetto, nulla è per caso.

Ripercorrendo il nastro dei finanziamenti e delle ricerche nel campo delle staminali in Europa, si scopriranno moltissime interrogazioni europarlamentari alla Commissione, come la nr E-0338/08, tese a individuare percorsi sostenibili nel rispetto di quei valori etici soprattutto nell’utilizzo dell’embrione come fonte di cellule staminali ma anche per individuare i fondi per questo settore, dove con molto interesse le aziende farmaceutiche, medie e piccole imprese nel settore delle biotecnologie sorte in Europa avevano manifestato particolare attenzione.

Le terapie a base di cellule staminali mesenchimali però non avendo problemi di brevettabilità e quesiti etici posti in osservazione dallo stesso parlamento europeo sono state prontamente bloccate con una semplice legge europea, dove il grande Big Pharma può continuare a foraggiare la ricerca ricevendo un beneficio immenso, la brevettabilità delle cellule facendole passare per farmaci a larga commercializzazione.

Ma la legge 1394/2007 CE in un’attenta lettura doveva eliminare ogni dubbio: “Ambito di applicazione del presente regolamento dovrebbe essere la disciplina dei medicinali per terapie avanzate che sono destinati ad essere immessi in commercio negli Stati membri, preparati industrialmente o nella cui fabbricazione intervenga un processo industriale, conformemente all’ambito di applicazione generale della legislazione comunitaria in materia farmaceutica di cui al titolo II della direttiva 2001/83/CE. Dovrebbero essere esclusi dall’ambito di applicazione del presente regolamento i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva conformemente a specifici requisiti di qualità e utilizzati in un ospedale all’interno dello stesso Stato membro, sotto l’esclusiva responsabilità professionale di un medico, in esecuzione di una prescrizione medica individuale per un prodotto specifico destinato a un determinato paziente, assicurando al tempo stesso che non siano violate le pertinenti norme comunitarie relative alla qualità e alla sicurezza.

Negli Spedali Civili di Brescia nessuno aveva chiesto una sperimentazione clinica, i malati gravi e in assenza di cure terapeutiche valide avevano scelto il percorso delle cure compassionevoli nel cui caso specifico rispettavano anche la suddetta legislatura europea N. 1394/2007….. E allora ci si domanda, come mai all’improvviso un ospedale del calibro nazionale come gli Spedali Civili di Brescia hanno avuto tutti i riflettori puntati, quando sia un comitato etico, sia l’autorizzazione del presidente dell’Aifa nella persona di Carlo Tomino avevano autorizzato questo iter?

Le date a volte sono pragmatiche, nello stesso mese e nello stesso anno, ottobre 2011, un ospedale italiano riceveva l’autorizzazione a profondere le cure compassionevoli con una terapia a base di cellule staminali mesenchimali e in Europa la Corte di Giustizia negava la brevettabilità non solo per le terapie con cellule staminali embrionali, ma anche con ovociti…ciò che accoglie vita non può essere la base di un business per produrre farmaci.

I malati che cominciavano ad avere importanti giovamenti con il metodo stamina, prima ignorati e lasciati morire nel silenzio assoluto dalla medicina e dalla scienza hanno attirato interessi immensi? La storia del blocco dei laboratori agli Spedali è cosa nota, ma forse non si comprende la spaccatura tra le affermazioni del ministero della salute che pubblica sul suo sito l’esito del controllo dei Nas “l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012) è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico” e il blocco persistente da parte dell’Aifa per gli stessi laboratori esclusivamente per le infusioni con il metodo Stamina. A tutt’oggi una parte della magistratura continua un percorso a tutela del malato anche se l’ospedale lombardo continua ad opporsi chiedendo la revoca dell’ordinanze inviando una memoria che fa riferimento al decreto con cui il ministro della Salute ha bloccato la sperimentazione del metodo Stamina sulla base della «non scientificità e pericolosità».

E’ il caso del giudice di Asti che ha respinto il ricorso dell’ospedale autorizzando per la seconda volta la piccola Sara all’uso compassionevole della terapia. Di fatto un ospedale pubblico sta dilapidando ingenti somme per fare ricorso alle sentenze dei magistrati che applicando il principio etico e di legge sulle cure compassionevoli autorizzano le infusioni con il metodo stamina. Il Tar di Brescia proprio questi giorni ha bypassato tutta la competenza al Tar del Lazio dove Fondazione Stamina aveva presentato ricorso e nella mattinata odierna ci sarà l’esito della sentenza. Molte associazioni hanno affiancato questo ricorso rappresentando gli interessi dei malatti contro la bocciatura della sperimentazione e la nomina dei membri del comitato scientifico. L’avv. Desirée Sampognaro di Movimento Vite Sospese ricorda che uno dei grandi paradossi di questa vicenda è che la normativa è tutta a loro favore e ci sono violazioni di legge macroscopiche “bisognerà però verificare se esiste ancora in questo Paese il principio di separazione dei poteri e se i giudici saranno indipendenti”.
Interessente la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova, poichè fornisce ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre che certezze riguardo alle applicazioni della legge che invece di tutelare il diritto del malato e alla sua vita, sia stata espletata una eccessiva invadenza e controllo sulle scelte dei pazienti stessi.

L’ordinanza illustra come il giudice designato riteneva la sussistenza del fumus boni iuris del diritto della ricorrente al trattamento richiesto e che il provvedimento AIFA del 15.5.2012 doveva essere disapplicato alla luce dell’art. 32 Costituzionale, poichè l’ispezione che ha preceduto l’ordinanza è stata imposta come se presso la resistente fossero in atto sperimentazioni e non cure compassionevoli.

Una lotta titanica dove i malati non si sono arresi e ancora continuano questa battaglia di civiltà, l’ultima fermata per molti di loro è avvenuta nell’immobilità dello stato. Il piccolo Raoul non ce l’ha fatta, come la piccola Lucia, bimba gangliandese, piccole gemme spezzate e travolte da una guerra tra diritti d’autore, egoismi celati da verità assolute, dalla prepotenza di una scienza che da un pulpito ha cominciato a comandare.

La senatrice Cattaneo continua ad affermare che i miglioramenti sono delle suggestioni o effetti transitori, il parere del neurologo, il dott. Marcello Villanova che segue questi bambini, come Giole e Sebastian, inizialmente molto scettico per questa metodica, chiede invece una verifica con la sperimentazione, importanti miglioramenti in una patologia come la Sma1 che ha solo sentenze brutali, l’unico modo per estirpare dubbi e valutare la scientificità…

La realtà è davvero amara, ai bambini e alle persone gravi patologie non viene tutelata la cura compassionevole, perchè una legge impone un ricorso al giudice di lavoro disattendendo il diritto alla salute che dovrebbe essere indipendentemente dallo stato sociale (non tutti si possono permettere un avvocato) mentre l’ospedale blocca le infusioni, facendo perdere tempo preziosio ai malati in dispute e arringhe.

Ci si chiede se esista un accademia che stabilisca patenti privilegiate agli scienziati, gli stessi con cariche elettive all’interno dell’associazione Luca Coscioni e impegnati nei consorzi europei (EurostemCell) che hanno negato categoricamente che le cellule mesenchimali potessero avere proprietà attive nelle malattie neurodegenerative e impossibilitate a tarsformarsi in neuroni stanno sollevando dubbi sulle loro reali intenzioni.

Oltre le evidenze scientifiche del prof. Pezzoli e prof. Uccelli, stanno emergendo tante altre ricerche sulle proprietà delle cellule staminali mesenchimali del midollo osseo mostrando più ombre che luci su questo atteggiamento paventato.

Le numerose pubblicazioni, come la Jexp Neuronal Neuropathol Febbraio 2007, Rilevamento di cellule derivate dal midollo osseo che esprimono un fenotipo neuronale nel cervello umano, autori Sostak, Theil, Stepp, Roeber, Kretzchmar, Straube- Dipartimento di Neurologia, Klinikum Grosshadern, Ludwig-Maximilians University di Monaco di Baviera, in Germania, spiega: “La ricerca dimostra che i dati suggeriscono che le cellule del midollo osseo adulto sono in grado di generare cellule che esprimono marcatore neuronale NeuN subito dopo trapianto. Cellule con questo fenotipo specifico possono contribuire alla riparazione dei tessuti nelle regioni del cervello a distanza dalle zone neurogena”.

Un’altra pubblicazione, Rinsho Shinkeigaku, novembre 2003, Differenziazione delle cellule del midollo osseo adulto in neuroni e cellule endolteliali in cervello di ratto dopo istus in presenza di citochine, illustra i dati della ricerca:” Abbiamo esaminato che le cellule derivate dal midollo osseo possono differenziarsi nei principali tipi di cellule del cervello, tra cui neuroni, astrociti, microglia e endotelio, in risposta ad ischemia cerebrale focale in trattamento con citochine.”


La manifestazione Prostamina del 25 novembre a Roma ha destabilizzato le vie principali tanto amate dai turisti, hanno dovuto dare attenzione ai malati e alle loro grida così moltissimi giornalisti hanno cominciato a fare interviste, d’altronde una città in tilt non poteva essere snobbata dall’informazione. Roma al centro è totalmente paralizzata, Via del Corso, Piazza Venezia, Largo Argentina, Via del Tritone il Senato e Palazzo Ghigi per parecchie ore come sospese nel tempo. Lo stato nega a questi malati la possibilità di poter accedere alle cure compassionevoli nonostante esista un decreto legge, nonostante non abbiano alternative né valide né opzionabili, soltanto una strategia gli è concessa, l’accompagnamento alla morte per non crepare come animali straziati dal dolore.

Marco e Sandro Biviano sono il simbolo di questa storica battaglia, dal 23 luglio vivono al Civico 117 A, segno di un degrado istituzionale che sta facendo inorridire i turisti che imbarazzati domandano. Sandro Biviano e Roberto Meloni come in plotone d’esecuzione rispondono ai silenzi e all’incapacità del ministro Lorenzin di aprire un’agenda di confronto. Loro rappresentano le vittime di uno stato ingrato, violento con i più deboli. Prelevano il loro sangue e lo offrono come risposta a questa battaglia. Al Tg1, nel servizio di Roberta Badaloni, il Direttore Generale del ministero della salute, Marcella Marletta, dirà che la presidenza ha dichiarato irricevibile la delegazione dei malati accompagnata da una telecamera e dal professore Vannoni, la stessa Marcella Marletta il giorno dopo sarà la vera protagonista nell’articolo sul corriere della sera (appendice salute) ma per una notizia di cronaca dove riecheggia la morte due vittime provocate da pillole a base di fendimetrazina.

Per queste morti avvenute tra il 2009 e 2011 la procura Francesco dell’Olio nella chiusura delle indagini, inserisce in cima alla catena dei colpevoli i cinque funzionari del ministero, individuati nelle persone di Marcella Marletta e Giuseppe Ruocco, direttori generali e Germana Apuzzo, Paola D’alessandro e Diego Petriccione a capo dell’ufficio VII stupefacenti, loro avrebbero dovuto predisporre le direttive ai nas per effettuare i controlli nelle farmacie che producevano queste pillole in maniera efficace.

I diversi convogli della manifestazione sono monitorati a vista, cercano con i blindati di far riunire in un unico blocco i manifestanti, proveranno più volte a persuadere con l’inganno che la delegazione era stata ricevuta dal ministro. Gli italiani ora sono consapevoli che nessuno si è sentito in dovere di scendere e parlare, nessuno ha sentito il peso delle proprie responsabilità. Il corteo indietreggia, gli dicono che ci sarà una manisfestazione dei centri sociali, e così si ritorna sapendo, dopo l’ultima telefonata, che nessuno riceverà i malati…a piazza Montecitorio il resto è solo storia. La delusione di uno stato immobile toglie la speranza. I manifestanti percepiscono una muraglia anche virtuale, che scherma e ferisce la libertà. Lo stato nega, è muto davanti all’immenso dolore, questa violenza sottile, palpabile non è più contenibile. Si formerà un muro di militari istruiti alla difesa che con i loro corpi tuteleranno l’entrata del parlamento, le immense porte chiuderanno in faccia ai malati coraggiosi l’unica possibilità di riscattare la propria vita. Una pagina storica è stata scritta che passerà agli atti come una delle vergogne italiane. Solo in tardo pomeriggio una delegazione di malati, il prof. Vannoni e le telecamere delle Iene saranno accolti dal prefetto di Roma, un altro gesto di totale lontanaza…di chiusura irreversibile.

Chiedereanno lo sblocco delle liste di attesa agli Spedali di Brescia e la possibilità, come recita la costituzione, di accedere alle cure compassionevoli…ad oggi ancora nessuna risposta, il prefetto Pecoraro aveva promesso che nella serata avrebbe comunicato a Vannoni la risposta del ministero. Tutto tace, nella vergogna più grande c’è il silenzio istituzionale che di fronte alla tragedia umana, contro il sopruso preferisce non decidere. Il Civico 117 A, nei giorni a seguire, invierà altre due lettere per esortare una risposta…dovuta e promessa. Mentre il ministero della salute rimane imbrigliato nelle inchieste interne della magistratura, nei cambi di poltrona, nella mancanza di confronto atteso e auspicabile, una risoluzione sul metodo Stamina è stata approvata nel corso dei lavori del Consiglio provinciale di Pescara. La richiesta di far approdare la risoluzione in aula è stata avanzata dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Ruggieri mentre la risoluzione porta le firme di diversi consiglieri di centrodestra e centrosinistra.

Stefano Moretti dell’Osservatorio Antimafia d’Inchiesta replica a questa importante notizia, “Le dichiarazioni del presidente della regione Abruzzo rilasciate l'altro ieri ad una emittente televisiva di Pescara hanno fatto il giro d'Italia, ieri ha testualmente aperto alle compassionevoli in Abruzzo affermando che non si può togliere la speranza a nessuno anche se si somministrasse acqua calda. I detrattori del metodo stamina vedrebbero in una apertura dell'Abruzzo una possibilità di affermazione di una terapia che fino a prova contraria sta dando risultati eclatanti su tutti coloro che hanno avuto fortuna di provarla. Andrea Sciarretta, papà della dolce Noemi, ha ribadito chiaramente che il tempo delle parole è finito ed è arrivato il momento dei fatti e della concretezza.”

Una domanda sorge spontanea…ma Luca Merlino, vicario della Sanità della Lombardia, che intervistato dalle Iene ha dovuto confessare la sua effettiva regressione della malattia dopo aver ricevuto le infusioni col metodo stamina, che per motivi a noi sconosciuti si è rifiutato di consegnare le cartelle cliniche…come mai ha scelto gli Spedali di Brescia invece di rivolgersi al San Raffaele…..che dovrebbe avere valide cure?

Si salva l’uomo che supera il proprio egoismo d’individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall’idea di rassegnazione alla malvagità esistente.
Presto le nuove inchieste sui mostri dell’eutanasia e dei cambiamenti planetari…anche lì nulla è per caso, sembra che i bambini non siano ecologici!

 




BRESCIA: FIACCOLATA PRO STAMINA

Redazione

Brescia – "Una fiaccola per la speranza": è questo il nome dell'evento organizzato per il 7 dicembre a Brescia. Sara' il seguito di altre fiaccolate già effettuate in altre città per far conoscere e sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema delle "cure compassionevoli".
L'appuntamento è fissato per sabato 7 dicembre alle ore 16.30 in Piazza Loggia, l'itinerario prevede il seguente percorso: Via Dieci Giornate, Via IV Novembre, Via Gramsci, Corso Palestro, Corso Zanardelli, Via Mazzini, Via Guerini, Piazza Paolo VI, Via Trieste, Via Dieci Giornate per poi tornare in Piazza Loggia per la sua conclusione.

"E' inutile sottolineare che la manifestazione sarà pacifica, come è sempre stato per tutte le manifestazioni da noi organizzate. – Dichiarano i promotori – Vi invitiamo a venire in tanti ed a condividere sulle vostre bacheche, vista l'importanza della partecipazione di tante persone".

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22/09/2013 CASO STAMINA: SOFIA, CI DISPIACE!
15/09/2013 ROMA, CASO STAMINA: SEGNALI DALLA UE
08/09/2013 ROMA, CASO STAMINA: BATTAGLIA UNIVERSALE
31/07/2013 ROMA, SIT MONTECITORIO PRO METODO VANNONI: PER AGGRAPPARSI ALLA VITA CI VUOLE L'AIUTO DI TUTTE LE ISTITUZIONI



ROMA, MANIFESTAZIONE MONTECITORIO SU CASO STAMINA: UN POPOLO CHE LOTTA CONTRO ISTITUZIONI ALLA DERIVA

di Cinzia Marchegiani

Roma – Ci siamo, stamattina a piazza Montecitorio la manifestazione è in corso d’opera. Da quest’estate i fratelli Marco e Sandro Biviano assieme a tantissime persone hanno fatto un presidio davanti a quel palazzo che dovrebbe rappresentare la tutela dei diritti, della democrazia. Una ferita profonda è stata inferta. Senza ripensamenti è stata eclissata una legge che permetterebbe di accedere alle cure compassionevoli, un diritto sacrosanto per chi, in mancanza di alternative e di malattie invalidanti e mortali è stato decretato nel 2006.

E’ stato fatto un bel guazzabuglio, è stata decapita la sperimentazione anch’essa figlia di un decreto legge….ma ormai i cittadini non si meravigliano più di nulla e questo è davvero allarmante. Questa storia ha aperto scenari incredibili, c’è stata una presa di coscienza, sicuramente la morte dei piccoli bambini che erano in attesa delle infusioni agli Spedali di Brescia sembrano non pesare su quelle mani che hanno firmato e deciso, ma sulle coscienze degli italiani, quei visini, quelle vite hanno un prezzo, hanno un nome, hanno il senso della decadenza di uno stato che si è lavato le mani e bendato gli occhi.

Dalle inchieste fatte sull’Osservatore Laziale sono emerse troppe irregolarità, il Ministro Balduzzi affermava il 21 Marzo anticipando la sperimentazione del Metodo Stamina che le cure compassionevoli per quei malati che ne avevano già usufruito potevano continuare affermando: "la norma si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto.”

Seguirà la nomina di un comitato scientifico davvero fantasioso che sembra aver disatteso una condotta deontologica degna di un iter serio, neanche tutta la documentazione dei vari tabella di giornali li pone a riflettere sul loro operato. Forse erano già contrari prima della nomina e allora perchè avrebbero dovuto cambiare idea? Scienziati con presunti ma documentabili forti conflitti d’interesse promotori delle mancanze di evidenze scientifiche del metodo Stamina. A loro dire le staminali non possono trasformarsi in neuroni, sono stati smentiti da altri luminari che ne attestano non solo la reale possibilità, ma chiariscono le attiduni di queste cellule mesenchimali, il prof. Pezzoli spiega:”sono cellule che si trovano nel midollo osseo e che sono multipotenti ovvero possono trasformarsi in altri tipi di cellule, tra cui i neuroni. Inoltre, producono fattori di crescita che possono essere utilizzate da altre cellule in difficoltà, costituiscono un meccanismo di riparazione naturale del corpo perché in modelli animali è stato dimostrato che quando vi è una piccola lesione vengono immessi nel sangue e vanno ad accumularsi nella sede della lesione.”

Come è possibile che la credibilità di queste detrattori non sia stata scalfita da queste rivelazioni? Come è possibile che un mondo politico sia inerme a questa tragistoria? Ci si chiede se non sia il caso di aprire una commissione d’inchiesta su tutti questi attori che invece di cercare, confrontarsi hanno cercato solo di coprire ed evitare che la scienza abbia fatto il suo corso.

Troppi interrogativi per una vicenda che ora cerca solo chiarezza. E’ incredibile che, nonostante una sperimentazione autorizzata all’unanimità sia stata boicottata con una presa d’atto d’urgenza prima che il Tar del Lazio si esprimesse sulla validità delle nomine di quel comitato scientifico. E’ stato messo agli atti, senza dimostrare le affermazioni, senza sperimentare, che il metodo è insicuro, senza validità scientifica quando ci sono piccoli malati che in virtù di quelle infusioni di cellule autologhe hanno cominciato a riprendersi la loro vita, la loro dignità di esseri umani. Gli Spedali di Brescia pagano un avvocato 111 mila euro (finora) per opporsi ai ricorsi dei malati che hanno chiesto ai giudici di lavoro il diritto sancito dalla costituzione e da una legge di stato…le cure compassionevoli, si scoprirà che lo stesso avvocato ha un curriculum interessante: Presidente della “Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici” (SIBCE) costituita tra San Raffaele, Università Cattolica di Roma e altre Istituzioni sanitarie e di ricerca, Presidente del Comitato Etico del San Raffaele, Presidente del Comitato di Valutazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo, Presidente del Comitato Etico della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena (incarico in corso). Interessante venire poi a scoprire che sul sito del Ministero della Salute il documento frutto dell’indagine sul laboratorio degliSpedali Civili di Brescia cita: “la correttezza della procedura è dimostrata dal fatto che l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012), è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico.” La magistratura è stata fortemente attaccata dai detrattori e luminari della scienza.

Nel caso della piccola Celeste Carrer, simbolo di questa battaglia che ha avuto dei miglioramenti con le infusioni mai sperate dalla medicina tradizionale, il giudice ha evidenziato, nella decisione favorevole alla paziente, che la situazione non era ascrivibile alla sperimentazione clinica bensì nei casi in cui, non sussistendo validità alternativa terapeutica, in fase transitoria è consentita la produzione di terapia cellulare anche in laboratori non classificabili in classe A (cell factory) purché presentano sufficienti caratteristiche di sicurezza. Inoltre il giudici indica fuorviante il ripetuto richiamo nelle note trasmesse dall'AIFA a corredo della procedura documentale a seguito di richiesta di informazioni a profili attinenti alla sperimentazione clinica. “Tale richiamo appare fuorviante in quanto-come già detto – ma trattandosi di precisazione fondamentale ai fini della decisione- i due piani, della sperimentazione clinica e della cura compassionevole vanno in realtà tenuti ben distinti in quanto diversa è la natura della realtiva attività e diverse sono le fonti di riferimento in quanto riguarda la cura compassionevole è in effetti tuttora unicamente il d.m 5.12.2006 csegnatamente l'art.1 comma 4." Oggi su quella piazza, ci saranno anche i bambini, che anche con molte difficoltà non vogliono perdersi quest’importante appuntamento. Vogliono risposte da chi ha dimenticato il suo dovere, le evidenze sono diventate troppe e la serietà è d’obbligo vista la gravità in cui vivono questi malati…Nel Lazio arriva una sentenza importante, che farà da guida al diritto alla speranza. Il Tribunale di Roma ha ammesso il ricorso di una donna di 46 anni malata di sclerosi multipla e ha ordinato all'azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia la somministrazione del trattamento con cellule staminali secondo il protocollo Stamina Foundation.

La donna e' affetta da sclerosi multipla dal 1982 e si era gia' sottoposta a tutte le terapie convenzionali. Il ricorso, depositato a settembre, nasce da una prescrizione del medico specialista che indicava con urgenza il trattamento con cellule staminali in mancanza di alternative valide. Contemporaneamnete nella Regione Lazio, l’On. Fabrizio Santori sta sensibilizzando il parlamento regionale affinchè anche nel Lazio siano rese accessibili le cure compassionevoli con il metodo stamina, in virtù anche della sentenza suddetta del Tribunale di Roma e del decreto Turco/Fazio. Lo stesso Santori mi ha confermato la presenza alla manifestazione, come saranno presenti anche il mondo delle tifoserie e dello sport, i sindacati come il Sicel, movimenti e associazioni che stanno portando avanti questa battaglia, che non dovrebbe avere eroi, ma solo inni alla vita….perchè c’è chi ancora comprende cosa sia la sua bellezza e la sua unicità. La mamma del piccolo Raoul volato in cielo sarà lì affianco al Civico 117A, mentre il sostegno del mondo artistico e dello spettacolo sensibilizza chi ancora non sapeva nulla.
L’Italia perde sempre…nelle questioni di attenzione, di ascolto, di capacità di saper cogliere quelle gemme preziose che soprattutto i malati sanno donare…la sperimentazione poteva sciogliere le riserve e ora Vannoni a gennaio farà la convalida a Miami dal prof. Camillo Ricorsi che permetterà di ottenere l'analisi genetica dei neuroblasti prodotti con la metodica stamina e la caratterizzazione incrociata di tutte le popolazioni staminali. Un treno perso…soprattutto per chi non si sente affatto tutelato dallo stato che dovrebbe essere un garante di tutti…l’Osservatore Laziale seguirà questa importante battaglia.

Intanto, anche la piccola Lucia ci ha lasciati, bimba Gaglianese affetta da una rara malattia genetica denominata "NIEMANN PICK DI TIPO A". Il vicepresidente di Donne per la Sicurezza Onlus Roberta Sobaud, sempre presente alle manifestazioni pro Stamina ha dichiarato: "Abbiamo fallito tutti, soprattuto ha fallito – dice Roberta – chi rimane sordo rispetto alle grida disperate dei malati che vorrebbero soltanto essere curati".

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STAMINA: POPOLO CONTRO ISTITUZIONI

C’e’ un Popolo che lotta per i diritti universali,  mentre c’e’ uno Stato che sembra non accorgersi della deriva delle Istituzioni

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Ci siamo, stamattina a piazza Montecitorio la manifestazione è in corso d’opera. Da quest’estate  i fratelli Marco e Sandro Biviano assieme a tantissime persone hanno fatto un presidio davanti a quel palazzo che dovrebbe rappresentare la tutela dei diritti, della democrazia.

Una ferita profonda è stata inferta. Senza scrupolo e senza ripensamenti è stata eclissata una legge che permetterebbe di accedere alle cure compassionevoli, un diritto sacrosanto per chi, in mancanza di alternative e di malattie invalidanti e mortali è stato decretato nel 2006.

E’ stato fatto un bel guazzabuglio, è stata decapita la sperimentazione anch’essa figlia di un decreto legge…. ma nel paese dei pulcinella ormai i cittadini non si meravigliano più di nulla e questo è davvero allarmante.

Questa storia ha aperto scenari incredibili, c’è stata una presa di coscienza, sicuramente la morte dei piccoli bambini che erano in attesa delle infusioni agli Spedali di Brescia sembrano non pesare su quelle mani che hanno firmato e deciso, ma sulle coscienze degli italiani, quei visini, quelle vite hanno un prezzo, hanno un nome, hanno il senso della decadenza di uno stato che si è lavato le mani e bendato gli occhi.

Dalle inchieste fatte su L’osservatore laziale sono emerse troppe irregolarità, il Ministro Balduzzi affermava il 21 Marzo anticipando la sperimentazione del Metodo Stamina che le cure compassionevoli per quei malati che ne avevano già usufruito potevano continuare affermando: "la norma si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto.”

Seguirà la nomina di un comitato scientifico davvero fantasioso che ha disatteso quell’atteggiamento deontologico degno di un iter serio, neanche tutta la documentazione dei vari tabella di giornali li pone a riflettere sul loro operato, contrari prima della nomina perchè avrebbero dovuto cambiare idea?

Scienziati con forti conflitti d’interesse promotori delle mancanze di evidenze scientifiche del metodo Stamina, a loro dire le staminali non possono trasformarsi in neuroni, sono stati smentiti da altri luminari che ne attestano non solo la reale possibilità, ma chiariscono le attiduni di queste cellule mesenchimali, il prof. Pezzoli spiega:”sono cellule che si trovano nel midollo osseo e che sono multipotenti ovvero possono trasformarsi in altri tipi di cellule, tra cui i neuroni. Inoltre, producono fattori di crescita che possono essere utilizzate da altre cellule in difficoltà, costituiscono un meccanismo di riparazione naturale del corpo perché in modelli animali è stato dimostrato che quando vi è una piccola lesione vengono immessi nel sangue e vanno ad accumularsi nella sede della lesione.”

Come è possibile che la credibilità di queste detrattori non sia stata scalfita da queste rivelazioni? Come è possibile che un mondo politico sia inerme a questa tragistoria? Ci si chiede se non sia il caso di aprire una commissione d’inchiesta su tutti questi attori che invece di cercare, confrontarsi hanno cercato solo di coprire ed evitare che la scienza abbia fatto il suo corso. Troppi interrogativi per una vicenda che ora cerca solo chiarezza.

E’ incredibile che, nonostante una sperimentazione autorizzata all’unanimità sia stata boicottata con una presa d’atto d’urgenza prima che  il Tar del Lazio si  esprimesse sulla validità delle nomine di quel comitato scientifico. E’ stato messo agli atti, senza dimostrare le affermazioni, senza sperimentare, che il metodo è insicuro, senza validità scientifica quando ci sono piccoli malati che in virtù di quelle infusioni di cellule autologhe hanno cominciato a riprendersi la loro vita, la loro dignità di esseri umani.

Gli Spedali di Brescia pagano  un avvocato 111 mila euro (finora) per opporsi ai ricorsi dei malati che hanno chiesto ai giudici di lavoro il diritto sancito dalla costituzione e da una legge di stato… le cure compassionevoli, si scoprirà che lo stesso avvocato ha un curriculum interessante: Presidente della “Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici” (SIBCE) costituita tra San Raffaele, Università Cattolica di Roma e altre Istituzioni sanitarie e di ricerca, Presidente del Comitato Etico del San Raffaele, Presidente del Comitato di Valutazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo, Presidente del Comitato Etico della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena (incarico in corso).

Interessante venire poi a scoprire che sul sito del Ministero della Salute il documento frutto dell’indagine sul laboratorio degli Spedali Civili di Brescia cita: “la correttezza della procedura è dimostrata dal fatto che l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012), è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico.”

La magistratura è stata fortemente  attaccata dai detrattori e luminari della scienza. Nel caso della piccola Celeste Carrer, simbolo di questa battaglia che ha avuto dei miglioramenti con le infusioni mai sperate dalla medicina tradizionale, il giudice  ha evidenziato, nella decisione favorevole alla paziente, che la situazione non era ascrivibile alla sperimentazione clinica bensì nei casi in cui, non sussistendo validità alternativa terapeutica, in fase transitoria è consentita la produzione di terapia cellulare anche in laboratori non classificabili in classe A (cell factory) purché presentano sufficienti caratteristiche di sicurezza. Inoltre il giudici indica fuorviante il ripetuto richiamo nelle note trasmesse dall'AIFA a corredo della procedura documentale a seguito di richiesta di informazioni a profili attinenti alla sperimentazione clinica. “Tale richiamo appare fuorviante in quanto-come già detto- ma trattandosi di precisazione fondamentale ai fini della decisione- i due piani, della sperimentazione clinica e della cura compassionevole vanno in realtà tenuti ben distinti in quanto diversa è la natura della realtiva attività e diverse sono le fonti di riferimento in quanto riguarda la cura compassionevole è in effetti tuttora unicamente il d.m 5.12.2006 csegnatamente l'art.1 comma 4."

Oggi su quella piazza, ci saranno anche i bambini, che anche con molte difficoltà non vogliono perdersi quest’importante appuntamento. Vogliono risposte da chi ha dimenticato il suo dovere, le evidenze sono diventate troppe e la serietà è d’obbligo vista la gravità in cui vivono questi malati…Nel Lazio arriva una sentenza importante, che farà da guida al diritto alla speranza.

Il Tribunale di Roma ha ammesso il ricorso di una donna di 46 anni malata di sclerosi multipla e ha ordinato all'azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia la somministrazione del trattamento con cellule staminali secondo il protocollo Stamina Foundation. La donna e' affetta da sclerosi multipla dal 1982 e si era gia' sottoposta a tutte le terapie convenzionali. Il ricorso, depositato a settembre, nasce da una prescrizione del medico specialista che indicava con urgenza il trattamento con cellule staminali in mancanza di alternative valide. Contemporaneamnete nella Regione Lazio, l’On. Fabrizio Santori sta sensibilizzando il parlamento regionale affinchè anche nel Lazio siano rese accessibili le cure compassionevoli con il metodo stamina, in virtù anche della sentenza suddetta del Tribunale di Roma e del decreto Turco/Fazio.

Lo stesso Santori mi ha confermato la presenza alla manifestazione, come saranno presenti anche il mondo delle tifoserie e dello sport, i sindacati come il Sicel, movimenti e associazioni che stanno portando avanti questa battaglia, che non dovrebbe avere eroi, ma solo inni alla vita….perchè c’è chi ancora comprende cosa sia la sua bellezza e la sua unicità. La mamma del piccolo Raoul volato in cielo sarà lì affianco al Civico 117A, mentre il sostegno del mondo artistico e dello spettacolo sensibilizza chi ancora non sapeva nulla.

L’Italia perde sempre…nelle questioni di attenzione, di ascolto, di capacità di saper cogliere quelle gemme preziose che soprattutto i malati sanno donare…la sperimentazione poteva sciogliere le riserve e ora Vannoni a gennaio farà la convalida a Miami dal prof. Camillo Ricordi che permetterà di ottenere l'analisi genetica dei neuroblasti prodotti con la metodica stamina e la caratterizzazione incrociata di tutte le popolazioni staminali. Un treno perso…soprattutto per chi non si sente affatto tutelato dallo stato che dovrebbe essere un garante di tutti… L’osservatore laziale seguirà questa importante battaglia.

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STAMINA: APERTO IL VASO DI PANDORA

 

Scoperte altre ricerche con cellule staminali mesenchimali  che tra il 2014  e 2015 termineranno la sperimentazione. Il Prof. Pezzoli e Prof. Uccelli confermano importanti dati scientifici derisi invece nel metodo stamina. E’ un problema di originalità del metodo, come informa Luca Pani alla Lorenzin?

 

di Cinzia Marchegiani

Il caso stamina non finisce mai di stupire, e il cuore di questa battaglia sembra non arretrare, anzi come un ciclone  avanza deciso nel scardinare i vuoti  legislativi e chiedere giustizia. Sono molte ormai le denunce avviate nelle procure d’Italia da parte di movimenti, associazioni e singole persone. E’ un dovere comprendere le responsabilità delle competenze istituzionali e non solo, poiché la scienza (o meglio una sua parte ben definita) e la politica in questo caso sembrano aver anteposto al diritto del cittadino il potere assoluto, compromettendo la credibilità e l’affidabilità dello stato. 

Il caso Stamina non rappresenta solo una storia volutamente incompiuta…ma in essa  prendono forma il controllo delle libertà e i diritti di ogni singolo cittadino nonostante lo stato italiano abbia una mirabile carta costituzionale, dove il rispetto per l’uomo e la sua dignità trova in ogni articolo protezione e guida, un riferimento dell’etica civile. 

A fronte di queste incursioni sull’autodeterminazione dell’essere umano si assiste agli affondi di una  scienza che elevandosi a dogma inconfutabile  pretende di decidere quando il valore della vita e della sua qualità, debbano essere condizionate da leggi di uno stato  con parametri molto discutibili e non verità assolute. Il terreno di questa dura battaglia è minato da troppi conflitti d’interesse, esplicite prese di posizione inadatte e inadeguate. Il non senso di questa storia ha radici profonde, e la cosa più folle che si è registrata fino ad ora sono i riflettori  esclusivamente puntati contro una cura compassionevole con cellule mesenchimali adulte svolta in un ospedale che ha accolto malati gravi cui fin’ora nessuno si era interessato, mentre sembra che i detrattoti più agguerriti inseriti anche nel comitato scientifico (che si erano fortemente espressi contro questa metodica, testimonianza una cospicua documentazione che pone seri interrogativi sulla loro nomina)  abbiano dimenticato di spiegare l’altra faccia della medaglia che coinvolge le ricerche sulle cellule staminali embrionali e quelle pluripotenti indotte, la stessa Agenzia Europea dei Medicinali EMA le definisce poco o per nulla applicate in terapia umana per l’elevato rischio di tumore ed instabilità cromosomiale, mentre la Corte di Giustizia UE ha negato la possibilità di brevettarne le eventuali scoperte scientifiche, mettendo un blocco al business degli embrioni..

Proprio questa sentenza del 18 ottobre 2011,  ha preoccupato gli scienziati (anche quelli nostrani) che gridano conseguenze disastrose, poiché verrebbero a mancare i finanziamenti per svolgere la ricerca. Senza la protezione dei brevetti, gli investimenti essenziali da parte dell’industria (si legge in un articolo su Associazione Alzheimer Riese) per trasformare scoperte di laboratorio in trattamenti clinici, andranno persi. Bastano queste parole per decifrare un messaggio neanche troppo criptato dove si individuano forti interessi che spingono atteggiamenti ostili per quelle sperimentazioni (soprattutto con fondi pubblici) che oltre a non avere  divieti e condizioni per i brevetti, sono esenti dalle complicazioni pesanti come il rigetto, mentre nelle terapie con derivazione cellule embrionali il mercato farmaceutico ne gioverebbe per la fidelizzazione a vita col farmaco consigliato ed essenziale per la salute stessa del paziente trattato. L’esito del blocco della sperimentazione è noto, il comitato scientifico ha assunto un ruolo non richiesto, e ha espresso la propria valutazione. 

Eppure lo scorso 21 marzo, il Consiglio dei ministri approvando il decreto-legge recante interventi urgenti in materia sanitaria stabiliva che tutti i pazienti che avevano iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potevano portare a termine i loro protocolli e che la norma si basava sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non aveva dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto e quelli già ordinati dall’autorità giudiziaria. Successivamente nel decreto del 18 giugno 2013 si autorizzava  la sperimentazione clinica in questione, finalizzata a valutare la sicurezza e l’efficacia del trattamento con medicinali per terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali mentre l’articolo 2, comma 4, prevedeva l’istituzione del comitato scientifico della sperimentazione clinica deputato a svolgere, tra l’altro, i seguenti compiti:
a)    identificazione delle patologie da includere nella sperimentazione di cui all’articolo 1;
b)    definizione dei protocolli clinici per ciascuna delle patologie da trattare;
c)    identificazione delle officine di produzione da coinvolgere nella sperimentazione scelte tra quelle autorizzate dall’AIFAa produrre prodotti per terapia cellulare;
d)    identificazione delle strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche e private, accreditate o autorizzate nelle quali trattare i pazienti.

Ma la ministra Lorenzin con un colpo deciso effettua la  Presa Atto in merito alle valutazioni del comitato scientifico dopo la presentazione del protocollo del professor Vannoni che indicavano un parere negativo sul metodo esaminato, affermando che mancano i presupposti di scientificità e sicurezza per avviare la sperimentazione clinica. Si è assistito ad una sperimentazione cartacea, bypassando l’iter autorizzato per l’avviamento alla sperimentazione…in fondo basta un comitato scientifico per valutare se un protocollo  abbia le qualità di efficacia e sicurezza….milioni di euro salvati. Non era l’essenza e lo scopo della sperimentazione valutare queste proprietà? La lettera che la Lorenzin invia all’Avvocatura Generale dello Stato (che solertemente in un giorno ha dato risposta protocollata) fa richiesta  di un parere reso urgente in relazione al fatto che Stamina Foundation aveva proposto ricorso al Tar avverso al D.M. 18.6.2013, avverso al D.M. 28.6.2013, di nomina dei componenti del Comitato Scientifico fa emergere perplessità su tutta la gestione di questa vicenda.

Ma i misteri, i repentini cambiamenti di affermazioni che ribaltano con un soffio le oggettività emerse da quelle cure compassionevoli negli Spedali Civili di Brescia e dalle stesse cartelle cliniche dei medici che hanno seguito il corso delle terapie indicano che c’è ancora qualcosa di non emerso…che potrebbe invece colmare molte mancanze. Ad oggi una sperimentazione autorizzata non parte, nonostante anche molti parlamentari hanno chiesto tramite interrogazioni precise, la necessità e l’obbligo dell’attuazione della legge, poiché tutta la vicenda ha poca trasparenza dove i pareri degli scienziati sono contrastanti tra loro e spesso animati da conflitti d’interesse. La storia diventa più articolata. Una ricercatrice viene nomitata senatrice a vita, mentre le sue battaglie riecheggiano ancora fallimentari contro lo stato e le regioni nel  ricorso prima rivolto al Tar del Lazio e poi al  Consiglio di Stato, le azioni legali chiedevano  l’accesso ai finanziamenti di stato per ricerche in cui erano state escluse quelle con le staminali embrionali. La senatrice Elena Cattaneo racconta proprio questi giorni nell’intervista pubblicata dall’Espresso come Napolitano gli abbia voluto dare l’opportunità di continuare le sue battaglie da dentro il senato (?) e annunciando che vuole formare una task force che metta insieme informazioni su argomenti scientifici, dalle sperimentazioni sugli animali, agli OGM e non solo….

Molti si chiedono quanto questo trascorso abbia sensibilizzato il presidente Napolitano da promuoverla a scienziato titolare di uniche verità? Le sue battaglie personali molto discusse e controverse (notizia di pochi giorni fa, la Commissione Agricoltura ha sentito in audizione il Capo del Corpo Forestale il quale ha dimostrato, dopo una serie di accertamenti un inquinamento genetico del mais trasgenico nei campi nel Friuli, un danno ambientale gravissimo)   possono fare da guida scientifica in un paese democratico? Il ruolo istituzionale appena ricevuto può promuoverla ad esercitare proseliti e influenzare le convinzioni personali, senza aprire una crepa immensa sul valore della scienza e dei suoi compiti?

Si pretende attenzione, poiché i conflitti d’interesse dovrebbero essere estirpati e verificati e profondere la stessa trasparenza chiesta agli altri attori di questa disamina. L’effetto di questa conflittualità fotografa ambiguità sulle competenze espresse e sulle volontà indicate. Rileggendo l’articolo “Ecco le prove della grande truffa” apparso su La Stampa lo scorso aprile a firma Valentina Arcovio la Cattaneo spiegava:” Ad oggi non è infatti possibile trasformare le cellule mesenchimali che in genere possono dare origine a tessuto osseo, cartilagineo e adiposo in neuroni”, rivelando una posizione dura e netta. Dopo una verifica sulle varie sperimentazioni in atto o già concluse sia nel territorio italiano ma anche mondiale emergono conoscenze importanti che dovevano indicare un agenda  per concertare il confronto fra scienziati e anche i conflitti. 

La prima importante informazione giunge dalla Conferenza Stampa a Milano  dell’ 11 aprile 2012, dedicata alla Giornata Mondiale del Parkinson. Il  Prof. G. Pezzoli, Presidente della Fondazione Grigioni che sponsorizzava lo studio con le cellule staminali in una grave forma di parkinsonismo, (nonché Direttore del Centro Parkinson ICP a Milano) spiegava che la ricerca sul parkinsonismo ha importanza non solo per la gestione della malattia di Parkinson ma anche per le malattie neurodegenerative in generale. Alle domande sulle Cellule Staminali Mesenchimali MSC informava che sono cellule che si trovano nel midollo osseo e che sono multipotenti ovvero possono trasformarsi in altri tipi di cellule, tra cui i neuroni. Inoltre, producono fattori di crescita che possono essere utilizzate da altre cellule in difficoltà, costituiscono un meccanismo di riparazione naturale del corpo perché in modelli animali è stato dimostrato che quando vi è una piccola lesione vengono immessi nel sangue e vanno ad accumularsi nella sede della lesione. Sono facili da raccogliere da un piccolo campione bioptico del midollo osseo (si fa un piccola puntura in corrispondenza dell’anca) e da coltivare in laboratorio. Inoltre, essendo del paziente stesso non danno adito a problemi etici e non creano problemi di rigetto. Il professor Pezzoli conferma che ad oggi lo studio con cellule staminali per la malattia di Parkinson si trova in fase uno.

Sono stati reclutati 5 pazienti trattati, mediante infusione intravenosa, con cellule provenienti dal paziente stesso e coltivate in vitro. L'obiettivo di questa prima fase è quello di verificare la sicurezza del metodo. La sperimentazione è iniziata a dicembre 2012 e alla data attuale sono stati trapiantati 3 pazienti. Per i primi 2 pazienti sono trascorsi già più di sei mesi dal trapianto senza che nessuno di loro abbia mostrato alcune effetto collaterale significativo né una progressione significativa della malattia; un risultato incoraggiante, ma va atteso il completamento dello studio pilota e l'analisi dei risultati per poter formulare una valutazione. Trattandosi di una sperimentazione con le cellule staminali abbiamo dovuto chiedere l'autorizzazione all’Istituto Superiore di Sanità a cui abbiamo dimostrato che MSC utilizzabili non solo erano presenti nel midollo osseo dei 3 pazienti affetti da PSP ma anche che era possibile indurle a proliferare in laboratorio ed a produrre il fattore di crescita BDNF.  Entro dicembre 2013 sarà completata la prima fase e quindi nel 2014, se la Fondazione Grigioni riuscirà a recuperare le risorse economiche necessarie, si proseguirà con lo studio randomizzato su 20 pazienti (fase due). Il prof. Pezzoli, ricorda che  ad oggi si sa per certo che tutti i tessuti, tessuto nervoso compreso, contengono cellule staminali adulte che sono in grado di trasformarsi e riparare piccole lesioni naturalmente ed è convinto che in un futuro non lontano si potranno dare istruzioni alle staminali in modo che si comportino esattamente come desideriamo.

Aperto questo vaso di Pandora! Come mai queste informazioni non sono state correlate al caso stamina, come mai non esiste un registro delle sperimentazioni e dei dati scientifici ottenuti a livello nazionale? Un altro gancio, forse il più importante viene da Roberta Sibaud, malata di Sclerosi Multipla che conosce molto bene la sperimentazione che il professor Uccelli che si sta concludendo. Le informazioni che si possono acquisire lasciano esterefatti. Nel 2012 si  comunicava il via il primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la sicurezza e l'efficacia dell'uso delle cellule staminali mesenchimali contro la sclerosi multipla.. A presentare il progetto in occasione del 28esimo Congresso dell'European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims) in corso a Lione e' stato Antonio Uccelli, responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie demielinizzanti dell'universita' di Genova.
Un passo in avanti verso la conferma che le staminali funzionano davvero contro la sclerosi multipla, dunque, anche se è stato specificato che sono impiegati solamente in quei pazienti che hanno tessuti nervosi non ancora completamente danneggiati.

Il trial arruolera' 160 malati di sclerosi che non hanno risposto alle terapie disponibili. Si mira, insieme con gli esperti di Francia, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Svizzera, Australia e Canada, a concludere l'arruolamento entro la fine del 2013 e ad avere i primi risultati a meta' del 2015". Se positivi, si passera' alla fase III. "Gli studi eseguiti nei nostri laboratori – prosegue Uccelli – sono stati i primi, nel 2005, a dimostrare l'efficacia di questo trattamento su modello animale. Un risultato che e' stato confermato da altri laboratori e che ha creato consenso per far si' che ci fosse un razionale consistente per procedere con la sperimentazione sull'uomo. La fase I (già confermata)  ha valutato soprattutto la sicurezza del trattamento. La convinzione degli studiosi e' che "le cellule staminali non solo facciano immunomodulazione, cioe' blocchino l'auto-aggressione del sistema immunitario al sistema nervoso (e' quello che fanno i farmaci attualmente utilizzati contro la sclerosi multipla), si vuole dimostrare che queste cellule hanno un valore aggiunto e cioè sono anche in grado di rilasciare fattori protettivi dei tessuti e che favoriscono la riparazione.
Da un altro studio inglese importantissimo, pubblicato da Redazione MolecularLab.it  del 17 dicembre 2010 è emerso che le cellule staminali mesenchimali sono in grado di riparare i danni inferti alla mielina  che causano l'insorgenza della sclerosi multipla. Sono stati condotti numerosi esperimenti sui topolini da laboratorio e si è scoperto che la mielina viene riparata quando le cellule staminali vengono iniettate insieme all'acido retinoico (lo stesso composto che usa il metodo Stamina). Simon Gillespie della Società britannica della sclerosi multipla dichiarava che lo studio che ha coinvolto le università di Edimburgo e Cambrige e pubblicato sulla rivista Nature potrebbe anche portare alla formulazione di nuovi medicinali capaci di riparare i nervi danneggiati.

La missiva di Luca Pani alla ministra Lorenzin “l'Agenzia Italiana del Farmaco, riguardo alla sperimentazione Stamina, riconosce l'assoluta correttezza della decisione finale che è stata assunta dal Suo Ministero all'esito di questo percorso, in cui siamo stati tutti coinvolti sulla sponda delle emozioni che hanno connotato questa triste e complessa vicenda. D'altra parte, l'assenza dei requisiti scientifici e di sicurezza, accompagnati dalla mancanza di originalità del metodo presentato non avrebbero potuto portare ad alcuna differente decisione” getta ombre pesanti. La sperimentazione è stata bloccata per mancanza di originalità? E’ una questione di diritti d’autore se a questi bambini dal destino manifesto è negata la possibilità di curarsi? Quanti Raoul, quanti bambini occorre lasciar andare via senza fare nulla se rimane il sospetto che si poteva e doveva fare di più? Ci sono scienziati, politici che si nascondono ancora dietro frasi senza senso, dove riecheggiano i mostri di sperimentazioni fallimentari come il Metodo Di Bella, che oltre ad essere stata boicottata e aver seguito un iter di investigazione della magistratura, sono stati pubblicati infiniti lavori sulla sua efficacia, mentre la stessa rivista Nature compromette con evidenze scientifiche  il valore della chemioterapia. Notizie che i malati e i morti conoscono, nessuno in questo caso si è sacrificato nella battaglia, le lobby e i compromessi sono difficili da smantellare, almeno i malati, i familiari chiedono rispetto al valore umano. All’olio di serpente citato come dispregiativo della terapia di stamina occorre ricordare agli illustri signori l’Olio di Lorenzo, storia vera che deve essere un monito, quando l'amore dei genitori trova quello che gli scienziati, chiusi nelle loro convinzioni hanno sempre negato l'evidenza. La dignità del malato non è stata scippata dagli stessi detrattori e dalle forti pressioni di una scienza che si macchiava di scientismo ma che ha ancora oggi  radice profonde. Il più fervente dei detrattori, neurologo Hugo Moser della Johns Hopkins University  anni dopo, dovrà ricredersi perché l'Olio di Lorenzo funzionava davvero.

Ci si chiede come mai i pareri sono accettati solo ad un unico senso, mentre quello di scienziati del calibro di Camillo Ricordi sembra non portare alcun importante contributo? Intervenendo alla Vita in Diretta su Rai1 tramite Skype, si è dichiarato infatti imparziale sul giudizio, ma allo stesso tempo decisamente curioso, risultando di fatto critico non sul metodo Stamina, ma su quel movimento messo su dalla comunità scientifica, ritenendo  fondamentale marcare le segnalazioni di professionisti come Marcello Villanova e John Bach . Ricordi richiede il continuo delle cure compassionevoli per chi ne richiede la terapia, e l’avvio di una sperimentazione che pur oggi negata dal Ministero dovrà prima o poi essere eseguita.

Le affermazioni del sottosegreterario alla salute Fadda “La sperimentazione di stamina si è conclusa.  (?) Il comitato scientifico attivato dal ministero della Salute ha ritenuto che i medicinali con cellule staminali non presentino certezze di efficacia scientifica”  avvalora quello che tutti hanno sempre gridato…in Italia le sperimentazioni si iniziano e finiscono con un iter parlamentare dove su carta si decide la validità di un protocollo. 
Il caso stamina ha aperto il vaso di Pandora….e ricorda come i segreti di stato siano stati sempre presenti nella storia di questa repubblica, anche la Corte dei Conti lamentava questa pratica nel  contratto stipulato tra Fabrizio Oleari (allora direttore generale del ministero) e la Novartis nell’agosto 2009,  dove si regolamentava l'acquisto diretto di 24 milioni di dosi di vaccino con condizioni troppo favorevoli alla Novartis.

Nel frattempo il Papa apre le porte ai piccoli bambini, perché nessuno può scippare la speranza. Noemi,  come tanti bambini, è il simbolo del presente e il futuro delle nostre coscienze, senza dignità delle proprie azioni, uno stato come l’uomo non può definirsi giusto.

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STAMINA: UN GIALLO DALLA TINTA FORTE

Cinzia Marchegiani

Pittoresca dai toni forse troppo imbarazzante sta prendendo la piega di questa storia che allarma le coscienze e vanifica il senso della responsabilità e della credibilità delle nostre istituzioni. Il caso Stamina è un grande pasticcio, alimentato da un complicato progetto quasi architettonico teso a confondere i consensi, l’etica e soprattutto a capovolgere quel mirabile capolavoro chiamato Carta Costituzionale.

Come ogni grande impresa, si configurano gli antagonisti della storia che è complicata per chi apprende le notizie da un conoscente, chi prova a capirci qualcosa leggendo tabella, ma poco in tv tecnicamente censurata forse perché poteva scuotere una moltitudine di coscienze e un risveglio al senso civico.

Il caso Stamina oltre a celare molti conflitti d’interessi, omissioni pesanti e depistaggi serviti con titoli shock, racchiude un forte cambiamento culturale che imprime una necessaria riflessione bioetica e giuridica della collettività. Complicato riuscire a rielaborare la storia, ma quella parte mancante del puzzle sta emergendo con tutta la sua drammatica forza, indicando delle precise volontà di deformare, mistificare e spesso cancellare la memoria dei fatti, messa a disposizione come la più candida delle rivelazioni dai tutori della scienza e della medicina.

Questo impone la più semplice delle domande: a chi da fastidio Stamina? Perché tutto questo clamore iniziato solo dopo la puntata de Le Iene che ha mostrato al mondo intero il miglioramento dei bambini con gravi malattie degenerative? Eppure le infusioni delle cellule staminali mesenchimali (di fatto trapianti cellulari) erano somministrate applicando semplicemente la legge Turco/Fazio per le cure compassionevoli (in caso di gravità il paziente poteva scegliere e accedere ad una terapia ancora non sperimentata) in un ospedale pubblico e gratuitamente poiché Stamina Foundation Onlus provvedeva alla parte economica con l’approvazione del comitato etico costituito da 23 persone qualificate, nonché dell’AIFA nella persona del Dr. CarloTomino che il 1° agosto 2011 dava il benestare delle cure compassionevoli.

Inizia l’insurrezione, scienziati titolati e non cominciano a lanciare anatemi contro questa tecnica poiché non conosciuta, non sperimentata e forse un deterrente e un potenziale concorrente per chi deve giustificare e presentare i risultati di un lavoro di ricerca attuata con grandi impegni economici. Inizia Nature, una rivista medica accreditata, ma lo fa con editoriali (cioè semplici tabella), poi segue l’Associazione Luca Coscioni, che in virtù di queste pubblicazioni comincia a dare del ciarlatano al professor Vannoni, dimenticando che forse, l’ombra del conflitto d’interesse dovrebbe suggerirle l’astensione dalla discussione.

Difatti si scoprirà che il copresidente di quest’associazione, Giulio Cossu, è un collaboratore nel progetto EuroStemCell, dove, assieme alla neo Senatrice a vita Elena Cattaneo, sperimentano sulle cellule staminali embrionali e vedrebbero, con l’avvio di questa sperimentazione (che già di fatto sta dando risposte positive da anni sui pazienti), sfumare forti contributi e finanziamenti programmati per il futuro prossimo.

Poco cristallina (ma forse no) è la loro battaglia all’interno di quest’associazione che si batte (oltre che per l’eutanasia) affinché in Italia e in Europa siano garantite le regole e non divieti per le sperimentazioni, chiedendo l’utilizzo di embrioni sovranumerati ai fini della ricerca scientifica che ad oggi la legge 40 in Italia non lo permette. Eppure sembra illogico che un’associazione e gli scienziati che si battono per la libertà di cura e una ricerca senza limiti siano avversi ad una cura compassionevole che di fatto sta profondendo benefici agli esclusi e dimenticati dalla medicina, destinati a morte lenta o repentina. Esiste un’interpretazione plausibile del conflitto d’interesse nei confronti della sperimentazione Stamina, (né il comitato scientifico, né gli scienziati avversi hanno manifestato l’interesse nel visionare le cartelle cliniche e incontrare i malati che hanno ricevuto le infusioni), che potrebbe avere radici più profonde per quegli scienziati che stanno lavorando nel consorzio europeo o altri progetti, poiché se è vero che in Europa è possibile la sperimentazione con cellule staminali embrionali (esuberi di fecondazione assistita) la stessa Agenzia Europea del Farmaco se afferma l’idoneità terapeutica delle cellule staminali mesenchimali adulte, la nega per le staminali embrionali e per quelle pluripotenti indotte.

In merito a ciò, il Commissario UE alla salute Tonio Borg, in risposta ad un’interrogazione scritta nello scorso maggio dell’eurodeputato Claudio Morganti, afferma che gli Stati membri possono autorizzare l'impiego di medicinali a base di cellule staminali anche in assenza di un'autorizzazione a porle in commercio a condizione che tale impiego avvenga in una struttura ospedaliera e su base non ripetitiva (quindi un non farmaco) e che in ogni caso la donazione, l'acquisizione, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di cellule umane destinate al trapianto, con l'eccezione dei trapianti autologi, sono disciplinati dalla direttiva Ue su tessuti e cellule 2004/23. Ma c’è un ostacolo insormontabile delle sperimentazioni con cellule embrionali che trova nella sentenza della Corte Europea un muro invalicabile e che pone il vero accento sui conflitti d’interesse.

La Corte di Giustizia CE con la Sentenza C-34/10 Oliver Brustle Vs Greenpeace ha disposto che non è brevettabile un procedimento che, ricorrendo al prelievo di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello stadio di blastocisti, comporti la distruzione dell'embrione. L’utilizzazione per finalità terapeutiche o diagnostiche che si applichi all’embrione umano e sia utile a quest’ultimo, può essere oggetto di brevetto…. ma la sua utilizzazione a fini di ricerca scientifica non è brevettabile. Il professor Brustle inventò e brevettò un metodo per ottenere cellule progenitrici neurali, che potevano essere usate per trattare diverse patologie neurologiche, a partire da cellule staminali embrionali, isolate quando l’embrione si trovava nella sua prima fase di sviluppo tra il 5° e il 7° giorno circa dal momento in cui è avvenuta la fecondazione dell’uovo. Greenpeace fece ricorso in Germania e il tribunale federale tedesco chiese il rinvio alla Corte UE e le cui conclusioni portano a principi fondamentali che condizionano la non brevettabilità di fatto delle terapie da ricerche ottenute sulle cellule embrionali, poiché con il termine "embrione umano" deve essere inteso in senso ampio, comprensivo di qualsiasi ovulo umano che sia stato fecondato o qualsiasi ovulo umano non fecondato altrimenti ottenuto, in grado di dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano.

La sentenza seppellisce, con la non brevettabilità, l’uso commerciale e industriale degli stessi embrioni, anche nei paesi in cui la legge nazionale aveva finora seguito un approccio più liberale (come il Regno Unito, la Spagna e i Paesi Bassi). E’ plausibile allora considerare la sperimentazione Stamina un’antagonista privilegiato rispetto a queste sperimentazioni europee che dal 2008 hanno avviato (con generosi patrocini, circa 12 milioni di euro) ma che di fatto non possono brevettarle, se usano le embrionali? Investimenti che messi al confronto di 3 milioni di euro, possono rappresentare una più che valida alternativa alla speranza di malati incurabili, e nonostante tutto, ogni giorno si cerca di screditare, senza fondamento scientifico, la terapia stamina. Marino Andolina, staminologo e cofondatore Fondazione Stamina proprio ieri dichiarava aperta la caccia allo sciacallo, dopo l’ennesimo attacco quotidiano:”Dopo l'evidenza di miglioramento certificata da esperti internazionali che hanno visitato davvero i nostri pazienti e hanno avuto il coraggio di metterci la faccia (grandi le Iene!), chiunque neghi che Celeste, Sebastian, Desiree ecc. siano chiaramente migliorati dovrebbe essere perseguito in ogni modo. Gli sciacalli, siano prezzolati o semplicemente cretini, vanno additati al pubblico disprezzo e il loro ruolo di esperti ridimensionato.
Che partano querele contro Nature, contro chiunque si sia reso colpevole di diffamazione a mezzo stampa.

Ormai mi domando se non ci sia un magistrato disposto ad indagare sulle morti ingiuste dei bambini cui è stata negata una cura, sulle pressioni indebite che hanno indotto l'ospedale di Brescia a sospedere una terapia concessa dal Decreto Turco del 2006 ed autorizzata preventivamente dall'AIFA.”
In un paese che gira al contrario si possono incontrare personaggi come l'onorevole Ileana Argentin, colpita proprio dalla Sma2 e presente in Commissione Sanità, decidere e votare contro le cure compassionevoli ed essere orgogliosa del no del suo capogruppo (PD) e tutta la commissione Affari Sociali,….la sua totale chiusura l’ha portata a valutare (condizionando anche un parterre di colleghi) un caso non solo etico, ma realizzando la negazione assoluta di un diritto sancito dalla nostra costituzione posto nell’art 32. Solo dopo l’incontro con Golia de Le Iene l’Argentin ha realizzato quella mancanza di serietà non avendo acquisito le cartelle cliniche dei malati che hanno ricevuto le infusioni con stamina e non ascoltato i pareri di autorevoli medici italiani, come Marcello Villanova, neurologo dell’Ospedale Nigrisoli di Bologna (un esperto autorevole della Sma1) che inizialmente scettico, ha dovuto ricredersi.”Chi parte da una Sma1 come Celeste non ha probabilità, come attesta la medicina attuale, di poter effettuare una rotazione su un fianco, ecco perchè deve essere d’obbligo l’interessamento medico”. Anche il Dott. John R. Bach, dichiara, dopo aver valutato la piccola Celeste, che non è normale, per questa patologia, avere questi movimenti, muove le gambe e ruota mentre prima non lo faceva. “Un bambino che per sei, sette mesi non si muove con la sma1 non è capace di girarsi e migliorare, ed è probabile il risultato sia l’effetto del trattamento, c’è bisogno di uno studio su molti più bambini per esserne certi.”
La stessa Argentin ha dovuto ammettere di essersi comportata come un politico burocrate (parole che ora pesano come un macigno), e in virtù di questa consapevolezza ha presentato un’interrogazione scritta al ministro della salute, gesto che se rende felici, rattrista e non poco lo scarso e forse, assente senso del dovere del ruolo che si è investiti. Sarebbe ora rimediare a questi depistaggi costruiti spesso con precise intenzioni create ad arte, attendendo quella verità che restituisca quel diritto scippato per chi lotta contro la propria malattia e un sistema incostituzionale. Non è un caso che il convegno del 25 settembre dell’Associazione Giuriste Italiane, inizialmente calendarizzato presso l’ISS (Istituto Superiore Sanità) è stato poi spostato nella sede ANCI essendo stata ritirata la concessione dell’aula Bovet, poiché sarebbero stati presenti anche i genitori con i loro piccoli malati, Smeralda, Celeste e Desirè che avrebbero testimoniato i loro progressi con le infusioni di Stamina. L’evidenza è tale che si continua a non accettare i confronti. Il Convegno all’Anci ha messo in cantiere un punto dove partire per poter arginare quella crepa immensa che è la legge italiana e la sua carta costituzionale che purtroppo è un optional, in tutti i sensi!
L’obbiettivo indicato è il coinvolgimento di parecchie associazioni, anche diverse tra loro e realizzare una vera class action, l’unica alternativa per ottenere i diritti scippati in uno stato che ha dimenticato la sua essenza; class action che in altri stati europei e oltre oceano rappresentano la chiave di svolta per tutelare i diritti e gli interessi dell’intera collettività
. Al convegno, i malati abbandonati dalla medicina e dall’assistenza, confermano che ci sono associazioni che consigliano un'unica soluzione, accompagnamento alla morte (eutanasia) come rimedio alle sofferenze…spesso le stesse associazioni che si battono per la ricerca sfrenata con l'uso degli embrioni.. Ma che etica si deve assecondare se la vita è valutata davvero poco? La ministra della salute Lorenzin dovrebbe sciogliere il verdetto sulla sperimentazione, forse è in attesa dell’esito del ricorso che Stamina ha presentato nel 2012 contro lo stop dell’attività presso gli Spedali Civili di Brescia deciso dall’AIFA, e proprio in questi giorni (7 ottobre) ha consegnato i dati relativi ai pazienti in trattamento negli Spedali Civili. Ora il TAR Lombardia, indica il 22 novembre il temine affinché la Fondazione Stamina consegni anche i dati raccolti dai pazienti stessi, dopodiché potrà decidere sull’esito del blocco, non su valutazioni burocratiche, ma basandosi sui risultati concreti del Metodo Stamina sui pazienti.

Gli interrogativi puntano spesso luci scomode su decisioni che hanno non solo imbavagliato la sperimentazione, ma indicano legami indissolubili con le lobby farmaceutiche come la volontà impressa dalla sperimentazione ministeriale di imporre non più la produzione di cellule in laboratori ospedalieri (GMP) ma in laboratorio GMP di tipo farmaceutico. In questa storia, abbiamo un ministro della salute che non ha mai mostrato volontà di individuare e debellare questo malcostume di dire tutto il contrario di tutto degli scienziati; la Senatrice Cattaneo (che in tv non si capacita come dei magistrati possano accreditare il diritto alla cura compassionevole ai malati che chiedono ricorso, viene il dubbio che non l’hanno informata che esistono ancora l’art.3 e 32 dove sono consacrati il diritto alla salute e all’autodeterminazione) né è un emblema, come lo stesso Veronesi costretto solo da Le Iene a ritrattare la sua valutazione su stamina, inconsistente… dicasi della stessa On. Argentin.

Si può chiedere responsabilità alla ministra della salute se poi, ogni volta che rispondere a domande serie poste dai malati non è in grado di rispondere con altrettanta autorevolezza? Nel video che ormai da giorni è in rete mostra una Lorenzin, costretta ad avere un dialogo con Marco e Sandro Biviano (le loro carrozzine ostacolavano il passaggio della sua brillante auto blu) si rivolge ai Biviano, due di 4 fratelli tutti con la distrofia muscolare con un padre e uno zio già deceduti per la stessa patologia dicendo: “anche se passasse la sperimentazione non potrete mai usufruire della metodica.” Ora, troppi passaggi istituzionali hanno perso quella patina di credibilità. Davide Vannoni continua la sua battaglia e deposita al Tar del Lazio un ricorso per contestare la composizione del comitato che ha bocciato il suo metodo. Il procedimento, affidato alla III sezione quater del Tribunale amministrativo, arriverà il 23 ottobre davanti ai giudici per la discussione in camera di consiglio.

Mentre in Regione Sicilia si presenta un disegno di legge che chiede di prevedere nell’ambito dell’esercizio finanziario 5 milioni di euro affinché i malati oncologici indigenti possano essere liberi di curarsi con la terapia Di Bella, riconfermando il diritto costituzionale alla libertà di cura, nella stessa regione la storia di Mauro Terranova, affetto da una grave atassia spino cerebellare, che aveva ricevuto l’autorizzazione dal giudice di lavoro di Modica, disponendo gli Spedali Civili di Brescia alla somministrare le infusioni, sta vedendo svanire quest’importante appuntamento.

La causa è da ascriversi alla decisione del nuovo commissario degli Spedali Civili il quale ha fatto intendere che l’ospedale non ha più capacità di sopperire alle cure dei 123 pazienti nella lista d’attesa, un ospedale che eroga 79 prestazioni l’anno (uno dei più grandi d’Italia) e che ha speso soldi pubblici di circa 500 mila euro per pagare gli avvocati per opporsi ai ricorsi presentati dai malati. La stessa cifra non solo avrebbe permesso la costruzione di un reparto nuovo, ma regala un’ingiustizia alla salute per quei malati che, per problemi economici, non hanno potuto presentare ricorso. Il dietro font, come si ascolta dal video regionale, arriva anche dall’assessorato alla salute guidato da Lucia Borsellino, che aveva garantito una procedura finalizzata ad autorizzare un laboratorio in Sicilia per terapie cellulari avanzate.

Due facce di una stessa medaglia tipica di questo paese che non è in grado con tutte le sue istituzioni di onorare il diritto alla salute e il rispetto della costituzione, che proprio nell’art 3 marca forte la sua essenza di giustizia: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’affettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale”.

Se lo ricordano bene tutte quelle persone malate, cui è stata negata la possibilità di curarsi con il Metodo Di Bella, una sperimentazione falsificata (come i Nas certificarono) cui non è seguita la volontà di autorizzarne un’altra. Il paradosso poi trova sostanza quando la Stato richiede la restituzione del denaro sostenuto dal SSN per quelle persone che abbandonate dalla chemioterapia, hanno chiesto la libertà di cura col MDB e l’onta di non essere decedute. Barbara Bartorelli è il simbolo di questa malagiustizia e malasanità dal sapore italiano, l’unico peccato da lei commesso è stato quello di guarire da un male certificato mortale. In queste storie maledettamente ingiuste, dove è stata nascosta la nostra costituzione? In tutto questo si registra, come sempre, un vuoto immenso dello Stato, mentre i familiari contano quanti morti e sofferenze non sono state arginate…nonostante tutto!

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