MARSALA MALASANITA’: GIOELE GENOVA POTRA' OTTENERE L'ASSISTENZA DOMICILIARE

Con un urlo di gioia papà Antonio riscuote la forza e le coscienze di tutti con un emblematico e ed energico “VITTORIAAAAAAAA GIOELE TORNA A CASAAAAA. Il mio piccolo Gioele con il suo dolore ha permesso che tutti i malati presenti e futuri fossero rispettati per come meritano.” Una notizia di una battaglia che doveva essere solo questione di civiltà e decenza. Un papà e una mamma che hanno insegnato alle istituzioni e alla comunità tutta, che la civiltà in questo paese è soggiogata dall’indifferenza delle istituzioni sanitarie e dal governo stesso. L’Osservatore d’Italia manda un bacio al piccolo Gioele e alla famiglia Genova, avete insegnato che il mondo davvero si può cambiare

di Cinzia Marchegiani 

Marsala – Questione di malasanità tutta nostrana. In questo paese di slogan elettorali, di battaglie evocate nell’immaginario collettivo che suscitano sdegno e orrore per le mancate promesse, il piccolo Gioele potrà tornare a casa, dopo una battaglia lunga quasi tre anni, perché gli è stata riconosciuta l’assistenza sanitaria domiciliare. L’Osservatore d’Italia già aveva raccontato la storia e il dramma della famiglia Genova, quella di un’altra battaglia legale che aveva perorato affinché il proprio figlio, malato di SMA, potesse continuare le infusioni a Brescia con il metodo stamina. Il giudice Genna, presso il Tribunale di Marsala, in merito non aveva alcun dubbio e nella sentenza ordinava: ”Avuto riguardo alle peculiarità del caso, appare quindi confermata la sussistenza del quadro cautelare che legittima l’adozione del provvedimento d’urgenza a tutela del diritto alla vita del piccolo Gioele. Con riferimento al Fumus Boni Iuri è infatti innegabile che il piccolo vanta il fondamentale diritto di continuare ad essere curato con la stessa terapia che si è pacificamente rilevata satisfattiva delle aspettative di miglioramento delle condizioni di sofferenza sue proprie e dei suoi familiari. E’ giuridicamente arduo infatti non ravvisare un’atroce barbarie nel privare un malato anorché grave e senza speranza, di un sollievo ancora possibile e umanamente praticabile poiché ciò equivarrebbe a ‘ledere in modo delittuosamente illecito la dignità umana’ e un migliore livello di benessere non solo del paziente ma anche dei familiari, in quanto assorbiti intrinsecamente nella sofferenza del proprio congiunto.”

Occorre anche spiegare ai nostri lettori che questa vittoria è stata subito depredata da un sistema sanitario assurdo, poiché la stessa l’Azienda ospedaliera che doveva eseguire l’ordinanza ha incaricato un avvocato, ovviamente pagato con i soldi dei contribuenti, per presentare ricorso ed opporsi alla sentenza emessa. Un paradosso di cui nessuno grida vergogna poiché lo stesso Commissario Belleri ha dovuto presentare alla Commissione Conoscitiva al senato la rendicontazione che vede nel periodo 2012/2013, per l’assistenza giuridica in merito ai ricorsi presentati una fattura di 929.828,18 euro, contro la somma di 249.295,35 euro costo complessivo relativo alle terapie somministrate.

Di fatto un ospedale pubblico sta dilapidando ingenti somme per fare ricorso avverso le sentenze dei giudici che applicando il principio etico e di legge sulle cure compassionevoli autorizzano le infusioni con il metodo stamina. Lungimirante sicuramente è stata la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova poichè riporta ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre che luci. Infatti, l’ordinanza illustra come il giudice designato riteneva la sussistenza del fumus boni iuris del diritto della ricorrente al trattamento richiesto e che il provvedimento AIFA del 15.5.2012 doveva essere disapplicato alla luce dell’art. 32 Costituzionale, poiché l’ispezione che ha preceduto l’ordinanza è stata imposta come se presso la resistente fossero in atto sperimentazioni e non cure compassionevoli. La stessa ordinanza del giudice Antonio Genna, su analisi e studio della documentazione delle cartelle cliniche di Gioele, riporta il fondamentale principio dell’art.32 della nostra costituzione che tutela il diritto alla salute: ”Le pacifiche allegazioni attoree sul punto dimostrano, infatti che a seguito l’interruzione del trattamento, ‘le condizioni di Gioele hanno ripreso a regredire e sono da ultimo ritornate a livelli di alto allarme per la sua sopravvivenza’ sul punto che il padre Rosario, ha, anzi, fornito precise indicazioni temporali avute dai medici che hanno attualmente in cura il piccolo, secondo cui, che non intervenga alcun fattore di sorpresa nel giro di poche settimane, le condizioni del piccolo potrebbero precipitare irreversibilmente verso un imminente decesso".

Nell’attesa che il nuovo giudice possa riconfermare la sentenza di Genna, i genitori di Gioele hanno ottenuto una giustizia inseguita e combattuta con estrema tenacia da troppi lunghi anni. Oltre la sua grave malattia, Giole ha dovuto fare i conti con un sistema irrazionale che vede primeggiare la malasanità italiana e l’indifferenza di chi è preposto alla tutela dei malati e della giustizia sociale. Gioele con la sua battaglia di civiltà è entrato di diritto nella storia della malasanità italiana. I suoi genitori ieri, hanno voluto far partecipi gli amici e i supporters della propria guerra in una trincea invisibile ma concreta, combattuta in solitudine anche da parte di altre famiglie di malati che potevano amplificare con il proprio peso la richiesta dei diritti del malato. Vi riportiamo le parole di papà Antonio, perché nessuna sofferenza può essere raccontata se non con le proprie emozioni: “Dopo due anni e sette mesi di lotta contro L’ASP per la mancanza assistenza domiciliare per i malati gravi come mio figlio GIOELE, con varie denunce sia civile che penali, dopo tanti questioni, liti, delusioni, rabbia, dopo vari incontri con la Borsellino Assessore alla sanità in Sicilia , dopo avere avuto contatti in tutta Italia, oggi possiamo confermare……LA VITTORIA.
Confermato dalla ASL di Marsala Di Trapani Di Palermo, nel nostro territorio che da oggi ci sarà assistenza adeguata per i malati gravi. Gioele da oggi apre un nuovo capitolo in Sicilia per lui e per tutti i ‘gioiellini’ presenti e che verranno in futuro, cosa che io spero che siano meno possibile. La cosa più amara che non posso accettare è nel dover sentire che per creare nuove realtà ci deve  essere sempre chi deve lottare con fatica. Mi sento di ringraziare per questa vittoria di civiltà, per il loro aiuto in questo lungo percorso alcune persone, come la Senatrice Bonfrisco, il Senatore Lumia, il dr Lipari, il sindaco Giulia Adamo, e per finire per ultima, ma non per importanza Chiara Mastella. Lei è stata il perno più importante in questa triste e assurda lotta. Chiara Mastella con la sua grinta, tenacia e la sua conoscenza è stata capace in sette mesi circa, di fare si che tutto ciò diventasse realtà. Gioele dopo due anni e sette mesi può tornare a casa con la sua famiglia. Ringrazio Mastella e tutti coloro che ho nominato, grazie anche a mia moglie che non mi ha mai lasciato da solo in questo lungo calvario, e un grazie particolare va per il protagonista, mio figlio Gioele.. amore tu sei venuto al mondo con lo scopo proprio di migliorare il mondo, grazie amore mio. Per tutte le famiglie con figli disabili che ho contattato cercando aiuto e che mi hanno ignorato totalmente perché pensavano che io fosse solo in pazzo convinto di cambiare le cose, vi dico oggi, eccovi serviti! Spero solo che in futuro il nome di mio figlio non venga dimenticato, ma che venga ricordato come il piccolo Gioele che con il suo dolore ha permesso che tutti i malati presenti e futuri fossero rispettati per come meritano. Lo avevo giurato che non mi sarei fermato finché tutto ciò non fosse reso reale, oggi posso dire c'è l’ho fatta, felice per mio figlio e per tutti coloro che ne avranno bisogno. Un pensiero alla Lorenzin e alla Borsellino che dopo vari contatti non hanno fatto altro che prendermi in giro…..

Questa è il riconoscimento dei diritti di Giole: Infermieri professionali 8 ore al giorno per 7 giorni settimana. Più 4 ore messi dal comune totale 12 ore, terapista della riabilitazione 3 accessi settimana, medici della online 2 accessi settimana, logopedista 2 accessi settimana, assistenti sociale 1 accesso settimana, psicologo 1 accesso settimana PLS 1 accesso settimana, pediatra 1 accesso settimana. 
Più 118 avvisato in caso di chiamata da parte della famiglia Genova per Gioele, ambulanza urgente con rianimatore, cosa anche mancante da noi ,assurdo ma vero".

Con un urlo di gioia Antonio riaccende la forza e risveglia le coscienze di tutti con un emblematico e ed energico “Vittoriaaa Gioele casaaaaa". Una piccola grande conquista. Un papà e una mamma che hanno insegnato alle istituzioni e alla comunità tutta, che la civiltà in questo paese è vittima del silenzio delle istituzioni sanitarie e del governo stesso. L’Osservatore d’Italia manda un bacio al piccolo Gioele e alla famiglia Genova: " Ci avete insegnato che il mondo davvero si può cambiare".

Due riflessioni poniamo al Ministero della Salute e al Governo tutto: E' etico riportare nelle aule di un tribunale, depredando denaro pubblico, i malati dopo che un giudice gli ha riconosciuto il diritto a curarsi, privandolo dell'unica chance che gli permetta di vivere nella giusta dignità che dovrebbe avere ogni essere vivente? Esiste una giustizia sociale che tuteli tutti i malati allo stesso modo, anche quelli che non possono permettersi battaglie legali onerose?

Neanche le elezioni euorpee alle porte son riuscite a svegliare da questo torpore dell'ingiustizia e purtroppo alcun partito al parlamento ha pensato di spendersi per far rispettare la nostra magnifica costituzione…un bel vedere ovviamente! 

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E’ il metodo che è segreto, non certo il prodotto che viene infuso, caratterizzato in ogni singola voce.

Il ministro Lorenzin incontra in privato i genitori del piccolo Federico M. a Fano, durante il suo tour elettorale: “vi daremo altre terapie alternative”, ma è da un anno che lo ripete a tutti i malati che incontra. Qualcuno ha deciso di proseguire la mattanza in barba alle sentenze italiane, inoltre la legge permette la prosecuzione delle terapie a Brescia anche se il laboratorio non e’ autorizzato, il prodotto infuso non è segreto ma solo la metodica!

 

di Cinzia Marchegiani

Sembra un pezzo di pellicola di un film che si è inceppato, e continua a proiettare gli stessi volti che pronunciano le stesse frasi. Un’agonia per queste famiglie che vivono subendo il sopruso sopra il loro destino. Una corsa controcorrente, un vuoto parlare con chi sa benissimo quello che si sta perpetrando, ma qui la nebbia nessuno la vuole diradare. Le terapie a Brescia possono essere somministrate con il metodo stamina, senza violare alcuna legge.

Il Consiglio dei Ministri, del 21 marzo 2013, approvava un decreto legge recante interventi urgenti in materia sanitaria nel quale, tra le altre cose, stabiliva: “che tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso quello degli Spedali Civili di Brescia) non è autorizzato”.

Il Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi, dichiarava altresì “che la norma si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato, che non abbia dato gravi effetti collaterali, non deve essere interrotto.”

Di fatto lo stesso decreto ha scavalcato il blocco dell’Aifa che vietava la manipolazione delle cellule staminali. Il gioco delle tre carte sta producendo un effetto boomerang non solo sul ministro della salute, ma su tutto il governo. Si sta dimostrando un incapacità di tutelare il diritto alla vita nonostante le vittime abbiamo la legge dalla loro parte.

Nel pomeriggio di sabato 10 maggio 2014 a Fano, i genitori del piccolo Federico M. hanno incontrato il Ministro Lorenzin dopo un suo comizio elettorale. Federico M., quattro anni e una vita già molto tribolata, ha il morbo di Krabbe, una malattia infausta la sua, non ci sono cure, non c’è per adesso alcun intervento possibile, ma grazie alle infusioni ricevute a Brescia e le sentenze che le hanno permesse, è riuscito a ottenere piccoli ma straordinari benefici. Grazie alla deglutizione riesce a mangiare, non va in ab ingest (polmonite provocata dall’aspirazione, nell’albero tracheo bronchiale, di cibo e succhi digestivi ) riesce a stare tranquillo senza dover aver sempre accanto la mamma, ma ora ha ricominciato a piangere, ora non riesce più a regolare la lingua come prima delle infusioni e se la schiaccia involontariamente provocandosi ferite e fuoriuscita di sangue. Qualcuno assiste inerte alla morte di bambini tramite eutanasia passiva, perché di questo si tratta: regressione totale dei miglioramenti e declino irreversibile. Tutti i bambini che dovevano avere la successiva somministrazione stanno regredendo, pensiamo poi a chi questa possibilità non è stata neanche concessa. Tiziana e Vito accompagnati da tanti amici e sostenitori non hanno voluto perdere questa chance e conferire con la Lorenzin. A porte chiuse è avvenuto l’incontro, discreto e personale. Appena uscita Tiziana spiega agli amici e agli intervenuti l’essenza del confronto, che potete anche ascoltare dalla sua stessa voce, grazie al video che ha concesso Romina Alesiani a noi de l’Osservatore d’Italia: “al ministro abbiamo fatto presente che c’è questa legge che autorizzerebbe la prosecuzione a prescindere quello che deciderà il comitato, perché nel frattempo la legge c’è e andrebbe rispettata. Al ministro abbiamo detto, guarda nostro figlio ha avuto questi miglioramenti con stamina, ma non solo nostro figlio, tutte le famiglie in cura, perché se ci sono 34 famiglie che vogliono continuare o sono tutti matti, (rivolgendosi ai presenti) come siete tutti matti voi che avete visto Federico prima e oggi, Federico come sapete non piangeva più così. Quindi, se hai voglia di fare qualcosa, fallo! Noi non ci aspettiamo il miracolo da stamina, però il ministro si è preso l’impegno di trovarci una terapia alternativa, vediamo se riusciamo a trovarla… abbiamo fatto presente che non vogliamo una terapia che lo faccia guarire perché è impossibile…. vedremo come andrà a finire”.

Si conclude così il confronto con un ministro della salute che da circa un anno ripete le stesse cose a tutte le famiglie dei malati, come ad Andrea Sciaretta, papà della piccola Noemi, come a Marco e Sandro Biviano che sono nella piazza Montecitorio dal 23 luglio del 2013 con un presidio in una semplice tenda, perlopiù senza assistenza che invece tanti onorevoli hanno proposto ai quattro venti (vedasi l’on. Binetti). La legge c’è… ricordava Tiziana, che tra l’altro è un bravissimo avvocato, ma nessuno in Italia sembra intenzionato a far rispettare con il giusto peso le sentenze. La magistratura, l’etica, la civiltà sono solo state calpestate, anche se a sentir dire la Costituzione sembra sia un punto di convergenza necessario per tutti i cittadini.

Se la Costituzione perde questo riferimento, cosa rappresenta il Parlamento? Mario Mantovani, assessore alla sanità della Lombardia, intervistato da Simone Spetia su Radio 24 cerca una soluzione: "E' chiaro che mi preoccupo, ma ho dei giudici che vogliono sottoporre i bambini alle infusioni ed è chiaro che nel momento nel quale un bambino dovesse avere dei problemi i medici che non ottemperano alla sanzione del giudice, rischiano di essere indagati e magari tacciati di omicidio colposo. Più che un appello agli ospedali ho fatto un appello ai medici lombardi perché si rendessero disponibili a sottoporre i pazienti al metodo Stamina. Siamo in una situazione di grande contraddizione, da un lato abbiamo i giudici che ordinano le infusioni e indagano i medici che si rifiutano, dall'altro abbiamo un altro pezzo di magistratura che indaga quelli che infondono, ossia che col metodo Stamina trattano i pazienti. Siamo nel caos legislativo più completo e ho il dovere di difendere le famiglie da un lato e dall'altro i medici”. Sfugge un concetto su questo paradossale Paese: essere fedeli alla Repubblica è osservarne le leggi e la Costituzione?

Ci chiediamo se gli stessi ministri e le stesse istituzioni rammentano questo principio tra i più importanti che è quello della tutela della vita e del minore. Pensano di averlo violato oppure rispettato? Siamo arrivati davvero alla fine della nostra civiltà? Viene anteposto il potere al diritto della persona, viene sgretolata, senza alcun fatto evidente e pertinente, la dignità umana! L’effetto distorsione vuole confondere l’opinione pubblica, così da offrire un facile spartiacque tra i sostenitori e contrari. Ma qui devono intervenire le istituzioni al di sopra delle loro riflessioni personali… loro sono il governo e i cittadini lo Stato! Si è parlato di preparato segreto che viene infuso ai pazienti. Prodotto segreto o meglio metodica segreta? E si.. perché la somministrazione a tutti gli effetti non è segreta, poiché ogni infusione è stata certificata da analisi del laboratorio e anche confutato dal documento dell’ISS, che nell’analizzare la provetta acquisita nell’ispezione dei Nas e Aifa, ne ha stabilito la sua validità per uso terapeutico, di cui però nessuno parla. Diciamola tutta, abbiamo il fortissimo sospetto che si voglia chiedere in maniera imperativa a Davide Vannoni di fornire la sua metodica, altrimenti queste sterili scuse stanno mostrando tutta la loro vuota consistenza. E’ il metodo che è segreto, non certo il prodotto che viene infuso, caratterizzato in ogni singola voce.

I politici e l’opinione pubblica appaiono all’interno di una confusionaria nebulosa. Come un disco rotto ripetono che la sperimentazione del metodo, non avendo evidenze scientifiche, è inutile propinarla con uno spreco dei soldi pubblici. Le evidenze scientifiche…sono state quelle che hanno condannato questa metodica, ma questi assiomi sono facilmente smentiti. Approfondendo la questione ci si accorge infatti che la traduzione di "evidence-based medicine" è ambigua poiché la medicina in quanto tale è basata sull'evidenza clinica. L’evidenza scientifica o meglio per essere più precisi, l’”evidenza clinica” si fonda sul principio della valutazione dei migliori risultati, basata su prove di efficacia ottenuta prevalentemente da studi clinici controllati e linee-guida di pratica clinica. A testimonianza di ciò e del fatto che spesso si mettono in commercio farmaci senza che si conosca il loro meccanismo d’azione, è il comunicato del CHMP (ovvero Comitato per i Medicinali per Uso Umano) pubblicato appena lo scorso 23 gennaio 2014, dove spiega il rifiuto all’autorizzazione in commercio del medicinale Nerventra, destinato al trattamento della patologia sclerosi multipla. Il suo principio attivo è il Laquinimod, che doveva essere disponibile in capsule, ed è stato bloccato perché anche se ha dimostrato di rallentare il peggioramento della disabilità, l'effetto del farmaco sulle ricadute è stato modesto, praticamente un palliativo, e i potenziali benefici non superavano i rischi sull’alta ricorrenza di tumori. Ma il dato grottesco che si legge nelle specifiche riportate dallo stesso CHMP, nella sezione “come dovrebbe lavorare il farmaco”, lo riportiamo senza alcuna sorta di interpretazione soggettiva: “Il modo esatto come funziona Nerventra non è noto, ma si ‘ritiene’ di agire come un modulatore del sistema immunitario. Modulando il sistema immunitario, si “prevede” di aiutare a controllare l’infiammazione e il danno ai nervi, contribuendo a ridurre i sintomi e il peggioramento della disabilità nei pazienti con sclerosi multipla.” Accipicchia, non si conosce il meccanismo d’azione di un farmaco, ma il CHMP valuta se immetterlo nel mercato farmaceutico! Questo sistema sanitario e farmaceutico sta mostrando falle immense, i farmaci che vengono messi in commercio, lo sono perché qualcuno ha pensato di sperimentarli (le case farmaceutiche) e vengono promossi o bocciati in base alle “evidenze cliniche” valutando in modo ponderale (concretamente) su un gruppo di volontari, sia i benefici che i rischi. Questo dimostra, come anche nel caso della chemioterapia, che ci sono farmaci ancora suggeriti nei vari protocolli clinici, che non solo sono dannosi alla salute, ma che nei testi di farmacologia ne evidenziano sia l’effetto palliativo, che tossico al corpo stesso, mentre vengono proposti come valide cure. Irrazionale questo modo di gestire sia la sanità che il meccanismo dell’autorizzazione dei farmaci, mentre è stata costruita una macchina del dubbio su una sperimentazione di fatto autorizzata dal parlamento, con tanto di decreto che autorizza i bambini già in cura il proseguimento delle infusioni perché non ritenute dannose. In tutto questo c’è una scienza che si sostituisce al diritto all’autodeterminazione dei malati, invoca la ricerca libera, e il diritto all’eutanasia, mentre ostacola con una forza inaudita l’unica chance che hanno questi bambini di proseguire le cure che gli hanno dato dei benefici… Quale diritto ha la precedenza: morire o una chance per la vita? Un iniezione fatale o una terapia che lo stesso ministero della salute ha detto che non dava gravi effetti collaterali? E’ vero che è stata avviata un’inchiesta della magistratura, ma la stessa non può dimostrare se le terapie sono efficaci o meno, questo compito aspetta alla sperimentazione, mentre va provata l’innocenza o la colpevolezza degli indagati.

L’unica certezza che rimane è una sperimentazione che alcuni ricercatori, molti dei quali orbitano nell’Associazione Luca Coscioni, non vogliono che venga avviata. Forse un consiglio a questi genitori va dato: chiedete l’eutanasia con la metodica stamina, forse questa volta qualcuno rimarrà in silenzio! L’associazione Luca Coscioni deve dimostrare rispetto delle regole e delle leggi soprattutto quelle sui conflitti d’interesse, e gli scandali che emergono nel mondo della scienza purtroppo supportano concretamente il ruolo primario della figura umana rispetto all’etica dello scienziato. Il rispetto che si chiede con forza al Ministro Lorenzin da mostrare per i medici obiettori, si chieda con altrettanta forza per i malati, gli unici che stanno pagando sulla loro flebile vita, un feroce destino tessuto con maglie potenti. La libertà è un patrimonio che non deve avere barricate e chi le impone e la pretende solo per difendere le battaglie personali non segue la strada giusta. Il diritto all’autodeterminazione deve essere universale e non settoriale ma soprattutto non si può negare quando un malato vuole vivere.

D’altra parte ci sono evidenze che le terapie non sono nocive, mentre non c’è alcuna testimonianza scritta del ministero con evidenze “cliniche” che le terapie sono pericolose. Situazione imbarazzante che purtroppo non vede alcuna via di fuga se non quella di un intervento di un’altra magistratura che si prenda carico di tutti i documenti e testimonianze dei familiari e cominci a valutare i comportamenti di tutti gli attori convenuti. Felice M., nonno di Federico propone una soluzione: Brescia si può ancora sbloccare ma servono medici volontari. Le analisi del laboratorio di Brescia sono estremamente abbondanti e inattaccabili. Vengono infuse cellule, cellule vive e sterili. Nessun paziente trattato a Brescia ha lamentato un minimo effetto collaterale ma tutti vogliono continuare il trattamento avendo riscontrato benefici. I genitori di Federico, nell'incontro di oggi con il ministro Lorenzin, si sono soffermati molto su questi aspetti e il ministro non ha potuto muovere obiezioni.

Prima di accettare l'incarico, i medici possono anche richiedere agli Spedali una dichiarazione che attesti la vitalità delle cellule, la loro sterilità, l'assenza di effetti collaterali sulle infusioni precedenti. Gli Spedali, in altre circostanze, hanno già rilasciato simili dichiarazioni. In tal modo i medici non hanno nulla da temere ma potranno solo acquisire meriti presso Dio e presso gli uomini. Si tratta, in definitiva, di far rispettare le Leggi dello Stato, le Ordinanze dei Giudici, le sofferenze di tante famiglie. Siamo in grado di trovarne qualcuno? Siamo in grado, tutti, di contribuire al ripristino del Diritto in questo Paese?

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STAMINA: DISPERATO APPELLO DELLA MAMMA DEL PICCOLO DANIELE TORTORELLI CHE STA MORENDO

Vietata la terapia al piccolo Daniele Tortorelli in fin di vita con una sentenza carta straccia che ordina gli Spedali Civili di Brescia di somministrare l’unica chance che finora l’ha tenuto in vita. Lunedì mattina ricoverato al nosocomio è stato rispedito a casa dopo un lungo viaggio, l’immagine di uno Stato civile purtroppo assente

di Cinzia Marchegiani

Matera (Basilicata) – Siamo alla follia pura. Una situazione deplorevole per lo Stato, per il Ministero della Salute Beatrice Lorenzin, per la classe dei medici che agli occhi dei cittadini sembrano ignorare il diritto alla vita, il diritto di essere tutelati da un paese che si chiama civile. E’ una denuncia corale quella sollevata alle notizie di una brutalità degna di un paese in guerra e sotto dittatura, una denuncia che non può essere cestinata come insignificante e ridicola. Il grido unanime questi giorni si è sollevato, STATO VERGOGNA che ha un valore immenso poiché racchiude tutta la tragicità di un sistema non solo sanitario ma politico, teso a far rispettare le leggi all’occorrenza.
Oggi la mamma del piccolo Daniele si rivolge al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Ministro della salute, Beatrice Lorenzin e al Presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni:

“Egregi signori e signore, ieri a Brescia presso gli Spedali Civili si è consolidata per mio figlio Daniele affetto da malattia rara di Niemann-pick tipo A una nuova prospettiva: la EUTANASIA PASSIVA dovuta alla INTERRUZIONE VOLONTARIA dei medici che altresì per due anni hanno invece praticato le infusioni di cellule staminali adulte con la metodica Stamina sul mio bambino portandolo alla sopravvivenza dei 7 anni, unico al mondo ad arrivare a questa età. Grazie soprattutto alla sig.ra Lorenzin che da sempre ha attaccato la nostra unica speranza di terapia con staminali .Grazie al sig.Renzi che tanto bene vuole ai bambini, forse solo quelli di sana e robusta costituzione. Grazie al sig. Maroni che in una struttura sanitaria di eccellenza europea come gli Spedali Civili di Brescia ha permesso di farci buttare fuori dal sig.Belleri comunicando più volte che le terapie (per noi di sopravvivenza) con le staminali erano ormai terminate , grazie a medici che per due anni hanno egregiamente fatto le infusioni al piccolo Daniele portandogli solo benefici e conquiste di migliorie certificate. Sempre grazie a questi medici ed alla direzione generale che sta appoggiando questo loro comportamento di rifiuto nella prosecuzione della attività sanitaria, che il mio Daniele in questi ultimi 14 mesi di interruzione della terapia ha intrapreso la strada in discesa della malattia portandolo ad una drastica riduzione delle piastrine ed altri valori ematici settimana per settimana, come hanno potuto constatare i medici del pronto soccorso pediatrico di Brescia nella giornata del 5 maggio u.s. convalidando la situazione con un nuovo prelievo da loro effettuato e confermato il peggioramento ulteriore, dimettendo al seguito il bambino. A nulla è valso l’avere in mano un provvedimento del giudice di Matera dove si intima gli Spedali Civili la “immediata prosecuzione senza alcun indugio in favore del piccolo Daniele Tortorelli del trattamento con cellule staminali secondo la metodica Stamina, avendo ottenuto con la sospensione della terapia un drastico peggioramento clinico.”

La lettera termina con un Post Scrittum:”Non contattatemi, se non per portare Daniele a continuare la sopravvivenza con le infusioni.”

Il Pd, grande garantista delle leggi di questo Stato, con la firma di Roberto Speranza il 17 agosto del 2013 asseriva con forza:” Non ci sono soluzioni alternative, c`è la legge e ci sono i regolamenti che vanno applicati e rispettati e noi faremo del tutto affinché questo avvenga. Noi dobbiamo rispettare i tempi formalmente previsti, stando all`osservanza rigorosa di ogni regola e procedura” Peccato che lo chiedeva in gran forza solo nei confronti di Berlusconi.
L’Italia è quello strano paese dove ci sono sentenze che valgono zero e sentenze invece esemplari all'occorrenza. La vita deve avere un valore supremo, un patrimonio troppo grande che sembra che non valga la pena tutelare. Il tempo della verità verrà, e nessuno sarà indignato del danno fatto a piccoli angeli che chiedono semplicemente rispetto e un diritto scippato con assoluta gratuità.

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STAMINA SPEDALI CIVILI DI BRESCIA: LE INFUSIONI RIMANGONO SOSPESE

Una storia grottesca, i dirigenti della sanità ancora citano a giustificazione della loro inattività il nuovo Comitato Scientifico, ma non la sentenza del Tar del Lazio che ha disposto che i membri scientifici non hanno il potere di bocciare o valutare il metodo, ma solo funzione di avviare le procedura per la sperimentazione stessa.

di Cinzia Marchegiani

Il Partito Animalista Europeo, ci inoltra la risposta in merito alla diffida urgente avverso il commissario straordinario Dr. Ezio Belleri ed il direttore sanitario Dr.ssa Ermanna Derelli a riprendere il trattamento delle terapie presso gli Spedali Civili, attualmente sospeso dai medici che fanno parte del gruppo Stamina in attesa del responso del nuovo comitato scientifico. Il Direttore del Servizio Affari Generali e Legali del nosocomio bresciano Avv. Fausto Maggi con Prot. Gen. 0026974 del 14.4.2014 invia risposta al legale del PAE allegando la seguente nota che in seguito è stata portata a conoscenza anche ai pazienti in trattamento per informare gli stessi sullo stato della situazione attuale. La stessa nota sarà anche inoltrata a tutti coloro che sono in lista d'attesa.

Questa la risposta in oggetto: trattamento terapeutico con il cosiddetto metodo “Stamina”.

"Vicende recenti e meno, ma tutte significative, sono motivo della presente comunicazione, con cui questa Azienda intende adempiere all’obbligo di fornire un’informazione corretta e trasparente del proprio agire. Si è consapevoli di come tale impegno e la possibilità di comprensione scontino diverse difficoltà, quali innanzitutto le pressanti e comprensibili aspettative degli interessati, ma anche quello di un’informazione non solo mediatica talora scarsamente, quando non volutamente, parziale. Come noto, per essere ormai di pubblico dominio, i clinici dell’Azienda da tempo impegnati nel trattamento del così detto metodo Stamina hanno comunicato che “avendo appreso che il Ministro della Sanità ha recentemente firmato il decreto di nomina dei componenti del Comitato Scientifico per la valutazione del metodo definito Stamina” ritengono “opportuno e doveroso sospendere la nostra collaborazione nel trattamento relativo a tale metodo, rimanendo in attesa che la stessa nuova Commissione Governativa dia una risposta esauriente alle molteplici questioni tuttora aperte riguardo tale metodica.”
L’Azienda non può che prendere atto di tale posizione, che esprime disagi e preoccupazioni, scientifiche e deontologiche, non superabili con atti meramente organizzativi e/o amministrativi. La conseguenza è che nessuna attività potrà essere posta in essere fino a quando non ci sarà la preannunciata pronuncia da parte del predetto Comitato. La decisione dei clinici non deve peraltro fare sottacere quant’altro ha influenzato e sta influenzando, talora con forte criticità, l’impegno dell’Azienda nell’assicurare i trattamenti dovuti secondo i disposti della legge n. 57 del 2013 e delle pronunce emanate dall’Autorità Giudiziaria. Si tratta di fattori critici del tutto estranei alle possibilità organizzative e decisionali dell’Azienda.
Si ricorda come recentemente, venuto meno l’apporto diretto della dott.ssa Molino, biologa di Stamina, dovuto alla evidenziatasi mancanza in capo a questa della iscrizione all’albo dei biologi, Stamina decise di sostituire la predetta con altra biologa iscritta all’albo, richiedendo però che questa, in quanto ritenuta non in possesso della necessaria esperienza, fosse affiancata dalla dott.ssa Molino con funzione di “supervisione” e “controllo”. Tale soluzione motivava però, nello scorso febbraio, gli operatori che fino a quel momento avevano provveduto alla somministrazione del trattamento Stamina a comunicare “di non poter procedere a eseguire trattamenti infusivi utilizzando materiale prodotto dalla stessa [la biologa iscritta all’albo] con la sola supervisione della dott.ssa Molino, in quanto la delicata fase di preparazione del materiale da infondere, più della procedura per l’espansione cellulare assicurata con la supervisione della dott.ssa Molino, deve essere garantita da comprovata esperienza. Tutto questo esclusivamente in funzione della sicurezza del trattamento del paziente”.
Più o meno contestualmente, l’Azienda apprendeva che la dott.ssa Molino, per motivi personali, si sarebbe assentata per tutto il mese di marzo, informazione che, richiestane, Stamina poi confermava. Ancora oggi, l’Azienda, pur avendolo esplicitamente richiesto, non ha notizia della data in cui la dott.ssa Molino riprenderà l’attività, e solo e sempre da fonti di stampa apprende che ciò non avverrà certo prima di Pasqua. Ad oggi, l’Azienda, pur avendo richiesto a Stamina di fornire indicazioni precise circa la disponibilità dei propri operatori, non ha ancora ottenuto indicazioni precise circa tale disponibilità.
Sul versante giudiziario, a seguito della notizia dell’assenza della dott.ssa Molino, alcuni pazienti hanno chiesto ai Giudici di ordinare la somministrazione del trattamento a loro favore prima che si verificasse tale assenza, e con precedenza rispetto ad altri pazienti collocati prima di loro in lista d’attesa. Pur avendo l’Azienda rappresentato la ingiustizia e la discriminazione che l’accoglimento di tali richieste avrebbe comportato, alcuni Giudici hanno ordinato la (e l’Azienda ha dovuto provvedere alla) effettuazione delle operazioni connesse con il “trattamento Stamina” (carotaggi e infusioni), e ciò ha causato una non giustificata e non giustificabile deroga alla lista d’attesa.
Ciò ha reso ancora più complessa la situazione relativa alla somministrazione del trattamento Stamina, situazione che era diventata di fatto ingestibile a seguito di alcune decisioni giudiziarie con le quali veniva ordinata, a favore dei pazienti che già l’avevano avviata, la prosecuzione del trattamento oltre le 5 infusioni prescritte nell’originario protocollo Stamina. Tali decisioni hanno di fatto comportato la impossibilità di ammettere nuovi pazienti al trattamento, di fatto quindi il blocco della lista d’attesa.
L’Azienda nulla può fare per fronteggiare tale situazione, non potendo costringere i propri operatori, nei confronti dei quali sono in corso indagini volte ad accertare una loro responsabilità penale, né a porre in essere attività ritenute fuori legge, né ad operare in relazione alla sottolineata carenza di idonei apporti professionali da parte di Stamina, in condizioni di dubbia sicurezza per i pazienti stessi e con modalità tali da creare ingiuste discriminazioni fra questi.
L’Azienda non può quindi che prendere atto della decisione dei suoi operatori di attendere che l’apposito Comitato di esperti si esprima sul c.d. “metodo Stamina”, fornendo le necessarie indicazioni di natura tecnico-scientifico-sanitario in grado di assicurare idonee condizioni di sicurezza per i pazienti.
Nel corso dell’audizione in Commissione Senato dello scorso 2 aprile, l’Azienda, rappresentando tutte queste difficoltà, ha chiesto idonei interventi per il superamento delle stesse, evidenziando la necessità che si intervenga in tempi rapidi."

Nel frattempo l’Osservatore d’Italia è venuto a conoscenza che Davide Vannoni, nel giorno del 18 Aprile 2014 ha mandato una mail allo stesso Direttore Straordinario Belleri, al Direttore Sanitario, Ermanna Derelli confermando la presenza della Biologa Stamina, Enrica Molino per il 5 Maggio. Nel mare dei misteri rimangono queste affermazioni di dirigenti sanitari, che rimandano le decisioni, nonostante esistano ordinanze urgenti di giudici a favore dei malati, a data incerta in attesa dell’insediamento del nuovo comitato scientifico, ma non viene citata la sentenza del Tar del Lazio del 4 dicembre 2013, che ha di fatto commissariato in blocco i suoi membri perché non avevano il potere di bocciare la sperimentazione, ma solo di promuovere le procedure affinché partisse la sperimentazione stessa. Nel frattempo in questa pagina grottesca è stato cancellato un altro comitato scientifico (quanto tempo sprecatoe a favore di quale magico cambiamento?), spedendo a casa uno scienziato autorevole come Mauro Ferrari (gli è stato chiesto il denaro che il ministero della salute aveva sborsato per il suo biglietto del volo aereo USA-Italia) che aveva dato l’annuncio di massima trasparenza sulla sperimentazione, volendo anche ascoltare la parte più interessata, e cioè i malati!

In questo mare di sospetti, di non sensi, arriva la chiusura delle indagini del Procuratore Raffaele Guariniello che decide di avviare una procedura d’inchiesta in cui i malati vengono sembrerebbero in pericolo di salute poiché quelle infusioni somministrate sarebbero presumibilmente pericolose. Tiziana Massaro, mamma di Federico Messina risponde apertamente: “I nostri figli sono vittime di reati, a detta di alcuni, gravissimi ma noi genitori non veniamo ascoltati come testimoni. C'è una legge dello stato (la 57/13) che legittima l'esecuzione delle cure ma non viene mai nemmeno menzionata, non dico presa in considerazione. C'è la sentenza del Tar del Lazio che chiaramente afferma che il vecchio comitato scientifico non era almeno ideologicamente imparziale eppure le risultanze di quel comitato scientifico vengono prese per oro colato. C'è la sentenza del Tar di Brescia che afferma che i laboratori di Brescia era e sono qualificati nell'attività di manipolazione delle cellule e che è venuto meno l'interesse ad agire per sopravvenienza della legge dello Stato (sempre la 57/13 che per alcuni paia non esista).Ci sono le ordinanze dei Tribunali del Lavoro che legittimano le cure e che da mesi vengono disattese e nessuno pare indagato nonostante denunce e querele. I nostri bambini in cura con Stamina che prima stavano meglio ora, che le cure sono interrotte, ricominciano tutti a peggiorare. Quale procuratore, giudice, scienziato verrà ad abbracciare Federico quando ricomincerà a tremare terrorizzato ad ogni spostamento? Quale padre non si indignerà per il dolore che si sta provocando a tanti bambini? Oggi è un giorno importante per i fedeli, due uomini, due Papi, verranno dichiarati Santi, oggi ci sarà l'unzione degli infermi, oggi è la festa di Gesù Misericordioso. Oggi affido ancor più la vita di mio figlio nelle mani di Dio perché ho paura degli uomini.”

"Il non senso" sembrerebbe essere virale in questa storia…presto scopriremo anche il perché.

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ROMA DIRIGENTE DI POLIZIA ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI PER ARRESTO ILLEGALE

di Cinzia Marchegiani

Roma – E’ ufficiale, il Pubblico Ministero Colaiacono ha aperto un fascicolo con il numero 14028/2014 a carico di un dirigente della Polizia e lo iscrive sul Registro degli indagati alla Procura di Roma, per aver arrestato illegalmente Stefano Fuccelli, Presidente del Partito animalista Europeo che il giorno del 25 novembre 2013 mentre stava manifestando pacificamente sulla Piazza Montecitorio a Roma, assieme al popolo Pro-Stamina.

I fatti li ricordano tutti i presenti vicini a Stefano Fuccelli che lo vedono preso in disparte, strattonato e sbattuto con le mani contro un blindato della Polizia di Stato e successivamente arrestato per essersi rifiutato di togliere uno striscione indicante una "connivenza tra le lobby del farmaco e la classe politica corrotta e senza Scrupoli", così i reati contestati sono arresto illegale, ingiuria e percosse.

Importante la registrazione dell’arresto grazie a ZONEDOMBRA TV presente in quel momento, filmato che è stato importante ai fini dell’acquisizione e conferma della denuncia dello stesso Fuccelli, che senza giri di parole affonda l’accusa: "Mi è stato negato il diritto costituzionale di manifestare e di esprimere una mia opinione, questo non è più uno Stato di Diritto ma di Polizia. Il funzionario delle Forze dell'ordine che ha disposto l'arresto mi ha accusato di eversione contestando la mia presenza alla manifestazione e minacciando di arrestarmi qualora fossi rimasto. Dopo aver proceduto al sequestrato dello striscione sono stato prelevato con forza e condotto al Commissariato di P.S. Trevi quindi denunciato in stato di libertà e tradotto presso il locale Gabinetto di Polizia Scientifica per i rilievi foto dattiloscopici.  Mi è stato impedito di partecipare alla protesta in modo del tutto arbitrario, per questo ho conferito mandato al mio difensore Avv. Cugini di presentare denuncia querela per privazione della libertà personale in base all'art. 605 c.p. ovvero per arresto illegale a carico del funzionario che ha dato ordine di procedere al mio prelevamento. Determinante il video l'abuso di potere."

L’Ufficio Stampa del Partito Animalista Europeo ha da poco diramato la comunicazione affinché venga resa giustizia non solo d’informazione, ma soprattutto a ricordare che ogni cittadino può esprimere le sue opinioni e non per questo deve essere tradotto con forza dalla Polizia, sicuramente un atto isolato, ma che va comunque sempre condannato.




STAMINA: TRA CONTRADDIZIONI, INDAGINI, ACCUSE E… DOCUMENTI SEGRETI

A renderci profondamente amareggiati non è l'esito dell'indagine portata avanti dalla Procura di Torino, quanto il reiterato tentativo di distorsione della realtà da parte di buona parte dei media che trattano l'argomento Cure Compassionevoli con superficialità e pressappochismo, ottenendo il solo risultato di recare danno ai pazienti e alle loro famiglie, già duramente provate dal dolore di queste drammatiche patologie. In questo modo si continua deliberatamente a confondere acque che invece devono rimanere rigorosamente separate: da una parte la vicenda giudiziaria (L'equipe Stamina è solo indagata, non è ancora stata riconosciuta colpevole), dall'altra la questione delle cure compassionevoli che nel caso dei 34 pazienti in cura nell'ospedale Pubblico di Brescia sono tutelate per legge

di Cinzia Marchegiani

Stamina è al giro di boa. Dopo tanti annunci della chiusura delle indagini, il procuratore Raffaele Guariniello ha steso il documento con tutti i reati ipotizzati che iscrivono venti persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, somministrazione di farmaci pericolosi ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, e conclude (molti vorrebbero sapere come ha fatto se molte famiglie dei pazienti dichiarano che non sono state né ascoltate né hanno depositato le proprie cartelle cliniche) che è una cura non solo inutile ma dannosa: non ci sono stati miglioramenti nella salute dei pazienti ma anzi si sono verificati eventi avversi. Tra gli indagati, venti, oltre a Davide Vannoni che intanto si candida alle Europee, in tutte le circoscrizioni, con il movimento "Io Cambio – Maie", ci sono il suo vice Marino Andolina, neurologi, biologi, otto medici degli Spedali di Brescia (c'è anche Ermanna Derelli, direttore sanitario dell'ospedale) e Carlo Tomino, responsabile dell'ufficio ricerca e sperimentazione clinica dell'Aifa, l'agenzia nazionale del farmaco.

Eppure lo stesso Ministro Balduzzi, nel spiegare che si autorizzava una sperimentazione chiariva che si permetteva contemporaneamente il proseguimento delle infusioni a chi già aveva iniziato le terapie a Brescia con le parole testuali: “la norma si basa sul principio etico per cui un trattamento già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto”.

Un grande mistero dunque, costellato di contraddizioni: cartelle cliniche dei pazienti senza il distinguo tra coloro che effettivamente hanno avuto miglioramenti e condizioni di vita che non rientrano in alcuna letteratura medica, una magistratura, che avrebbe dovuto chiudere le indagini nell’agosto del 2012,  ma che si sono protratte senza riflessioni di sorta al senato quando è stata emanata una legge dello Stato che autorizza la sperimentazione dello stesso metodo.

Discordanze e incongruenze anche tra le valutazioni dei Nas e dell’Aifa rispetto quelle delle provette acquisite dall’ispezione avvenuta nel laboratorio del nosocomio di Brescia poiché, esiste e ci auguriamo stia anche agli atti un documento dell’ISS dove si legge a chiare lettere: “In relazione a notizie di stampa circa l’ispezione da parte dell’Aifa e dei Carabinieri del Nas effettuata nel mese di maggio all’azienda ospedaliera ‘Spedali Civili’ di Brescia si precisa che la presa visione dei campioni, conservati in vapori di azoto liquido presso la sala criogenica del Laboratorio di Cellule Staminali dell’Oncoematologia Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera ‘Spedali Civili’ di Brescia, da parte dei membri del commissione di ispezione, è stata effettuata con le dovute precauzioni e in conformità alla buona pratica di laboratorio e alle norme tecniche in ambito criobiologico, al fine di garantire il mantenimento delle caratteristiche biologiche e funzionali delle cellule congelate.

La correttezza della procedura è dimostrata dal fatto che l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012), è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico. Si sottolinea inoltre che non è stata effettuata nessuna manipolazione che possa mettere a rischio la sterilità dei campioni visionati.” 
Insomma una storia grottesca per lo più portata avanti dalle istituzioni, e ora il documento della chiusura delle indagini, molto prezioso perché pone più dubbi che certezze sul caso stamina, viste le documentazioni mancanti dei pazienti, e le testimonianze dei ministri che pongono un attrito feroce in questa contesa, in cui in mezzo però ci sono piccoli pazienti che hanno ricevuto un ordinanza di proseguimemento dai giudici che hanno visionato cartelle cliniche e la valutazione dei medici curanti che hanno testimoniato i miglioramenti in patologie degenerative che non hanno fluttuazioni, mentre nel documenti di Guariniello si attesta proprio questo evento. 

A parlare ora è il padre della piccola Celeste, che per chi non crede alla potenzialità di questa terapia deve essere proprio una miracolata dal Signore, come anche gli altri bambini che hanno ripreso a respirare, deglutire e produrre movimenti non ascrivibili alle loro malattie, neanche dopo fluttuazione. Gianpaolo Carrer è il Presidente del comitato Cure Compassionevoli e senza giri di parole attacca questo sistema indifferente alla sofferenza e al rispetto etico di regole imprescindibili:

“A renderci profondamente amareggiati non è l'esito dell'indagine portata avanti dalla Procura di Torino, quanto il reiterato tentativo di distorsione della realtà da parte di buona parte dei media che trattano l'argomento Cure Compassionevoli con superficialità e pressappochismo, ottenendo il solo risultato di recare danno ai pazienti e alle loro famiglie, già duramente provate dal dolore di queste drammatiche patologie. In questo modo si continua deliberatamente a confondere acque che invece devono rimanere rigorosamente separate: da una parte la vicenda giudiziaria (L'equipe Stamina è solo indagata, non è ancora stata riconosciuta colpevole), dall'altra la questione delle cure compassionevoli che nel caso dei 34 pazienti in cura nell'ospedale Pubblico di Brescia sono tutelate per legge. Solo questo punto dovrebbe essere al centro dell'attenzione mediatica: i pazienti (per la maggior parte bambini affetti da patologie incurabili e ad esito infausto) non ricevono più infusioni da mesi, nonostante il diritto alla continuità della cura sia sancito dalla legge n° 57/2013 (Ex Decreto Balduzzi) e dalle sentenze dei giudici del Lavoro di tutta Italia.

Il pressappochismo mostrato da buona parte dei canali mediatici e l'assoluta indifferenza delle istituzioni competenti permette alla direzione degli Spedali Civili di Brescia di tergiversare, disertare la corretta programmazione dei ricoveri e rifiutare qualsiasi contatto con i pazienti di cui hanno invece l'obbligo di prendersi carico.

Da mesi i pazienti non ricevono le infusioni cui hanno diritto senza alcuna motivazione legalmente accettabile. Molti di loro hanno già ricominciato ad accusare gravemente l'interruzione delle somministrazioni delle infusioni di staminali secondo il protocollo Stamina.
Riteniamo offensivo che il Ministro della Salute – sotto il cui Ministero ricordiamo essere stata varata la suddetta Legge 57- abbia reputato degna di commento la chiusura dell'inchiesta Stamina (Non sono molto stupita che l'equipe Stamina sia indagata -sono le parole del Ministro-, vedremo l'esito del processo. E' una vicenda che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie), ma non abbia ravvisato la necessità di esprimere il proprio disappunto nei confronti di un Ospedale Pubblico che si rifiuta di somministrare una terapia prevista per legge e garantita dalla sentenza di un magistrato.”

Questa è l’Italia dei paradossi, un complicato intreccio dove la politica spesso si affida alla magistratura per colmare le proprie incompetenze, la presenza di due rette parallele dove abitano indisturbate lavune vertiginose dove proliferano i conflitti d’interesse in questo campo sanitario.

Chi è andato veramente a verificare quali danni abbiano subito dalle infusioni ricevute (poiché hanno sempre asserito che erano dannose e pricolose) i bambini malati in cura a Brescia. Qualcuno dovrà pur spiegare un giorno a questi malati, ma anche ai nostri figli, la pagina delle tante verità rimasta sotto traccia.

Malati che nella loro sfortuna non hanno soltanto una patologia devastante, ma vedono ostacoli anche nel compiere quello che è il loro diritto alle terapie, terapie di cui le testimonianze dei piccoli che vi si sono sottoposti, registrano evidenti progressi e miglioramenti.

Ciononostante, rimane un magistrato che ha in carico una indagine molto delicata, poiché dopo lo scandalo Novartis Roche scoperto dall’Antitrust, la Soi ha chiesto allo stesso Guariniello di indagare se l’AIFA e l’EMA, in questo fatto specifico, non siano riuscite a valutare la competenza tecnico scientifica a causa di incompetenza o dolo, in merito a due farmaci equivalenti. 

Quindi anche questa un’indagine ancora in corso che deve mettere in luce gli atteggiamenti ancora poco chiari, anzi la Soi stessa ha gettato accuse ben precise, asserendo che l’Aifa andrebbe commissariata. E allora i quesiti sono sempre gli stessi: “Come, un organismo istituzionale possa promuovere due azioni dove l’imputato di un’inchiesta produce documenti e ordinanze nell’altra, quando essa stessa deve essere valutata nella sua competenza. Situazione molto controversa. 




STAMINA L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA: SENTENZA SHOCK CHE SCUOTE POLITICA E SANITA'

Una sentenza che getta ombre inquietanti sull’operato di tutte le istituzioni politiche e sanitarie rimaste inerti, nonostante fossero evidenti i miglioramenti oggettivi dei malati

di Cinzia Marchegiani

Una lotta titanica, questa è la verità. Contro un sistema assurdo che vuole portare al Tribunale dei Genitori affinché sia tutelato un diritto sancito dalla carta costituzionale, il diritto a ricevere una terapia che ha salvato da morte certa il proprio bambino.

Giole è nato con una malattia genetica, la SMA (Atrofia Muscolare Spinale), una malattia che non lascia speranza, dove la letteratura medica non da alcuna alternativa e prospettiva di vita. Giole però è qualcosa di più, come i tanti bambini che per uno strano caso del destino ha voluto che seguissero una terapia ad uso compassionevole agli Spedali Civili di Brescia.

Questi malati, trascurati anche da Theleton (come il caso di Sofia Ponta) dalla medicina ufficiale, dai guru della scienza avventuristica ricca di proclami hanno scoperto un’alternativa, certo non miracolosa, perché non si cancella con un colpo di spugna una malattia degenerativa (questo l’hanno capito anche i sassi), ma assai più virtuosa, perché gli ha permesso di ottenere benefici fisiologici importanti tali da poter affrontare la quotidianità nel rispetto della dignità della vita concessagli.

La sentenza che arriva dal Tribunale di Marsala a firma del giudice Antonio Genna, custodisce in se un valore molto più grande di una semplice ordinanza. Molto spesso i detrattori di questa metodica hanno sempre puntato il dito contro i giudici che hanno dato sentenze favorevoli sostenendo che un magistrato deve valutare in base alle evidenze scientifiche…questa sentenza è l’atto con cui si vanifica questa leggenda metropolitana.

Un giudice si basa sui fatti, sui dati, al di là delle evidenze scientifiche. Se una terapia è fiorera di successi per un malato, la terapia è un ausilio che non si deve scartare, soprattutto quando c’è il pericolo di morte certa e assenza di altre terapie alternative.

Nella fattispecie la sospensione della prosecuzione delle infusioni ha fatto regredire i miglioramenti, dimostrando, con un’amara sorpresa per i benpensanti della medicina, che la sua validità è ancor più evidente. Una sentenza che farà infuriare quella scienza con atteggiamenti scientistici, che seduta dietro una cattedra inquisitrice ha cominciato a criticare, evitare il confronto, a depennare la curiosità e ha giudicato senza dimostrare l’assunto citato.

Il paradosso di questa controversa aggressione alle cure compassionevoli, forte delle mancate pubblicazioni, dei brevetti scaduti, dell’indagine dei Nas (opinabili dalla dichiarazione del documento n.173 dell’ISS) e delle ordinanze dell’Aifa alberga nelle prove tangibili fornite da questi bambini in cura agli Spedali Civili di Brescia.

La loro vita e la loro sopravvivenza inaspettata con i benefici reali smentiscono le dichiarazioni fuorvianti ormai al limite dell’accettazione umana. Queste evidenze che stranamente non sono state accertate e valutate da un Comitato Scientifico (mandato a casa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio) e tantomeno dalla Commissione Conoscitiva al Senato (che non ha messo in agenda l’ascolto delle famiglie), sono state acquisite e messe nero su bianco in questa sentenza che inevitabilmente getta un’ombra davvero inquietante sull’operato di tutti i preposti istituzionali. Il giudice Genna, da tutti acclamato umano, non ha fatto altro che mettere in pratica gli tabella di legge che tutelano il malato di fronte ad un abuso illecito del non rispetto dell’essere umano.
Anticipando il giudizio finale, il Dr Antonio Genna in una lunga scrittura spiega senza lasciare alcuna interpretazione la sua decisione, la riportiamo quasi nella sua interezza, auspicandoci possa essere un atto documentale per l’indagine dei magistrati da poco avviata:
Avuto riguardo alle peculiarità del caso, appare quindi confermata la sussistenza del quadro cautelare che legittima l’adozione del provvedimento d’urgenza a tutela del diritto alla vita del piccolo Gioele. Con riferimento al Fumus Boni Iuri è infatti innegabile che il piccolo vanta il fondamentale diritto di continuare ad essere curato con la stessa terapia che si è pacificamente rilevata satisfattiva delle aspettative di miglioramento delle condizioni di sofferenza sue proprie e dei suoi familiari. E’ giuridicamente arduo infatti non ravvisare un’atroce barbarie nel privare un malato anorché grave e senza speranza, di un sollievo ancora possibile e umanamente praticabile poiché ciò equivarrebbe a “ledere in modo delittuosamente illecito la dignità umana” e un migliore livello di benessere non solo del paziente ma anche dei familiari, i quanto assorbiti intrinsecamente nella sofferenza del proprio congiunto.
“Nel caso in esame, le evidenze storico fattuali e cliniche vissute in atti, dimostrano infatti, in maniera peraltro del tutto incontestata, che Gioele, sin dalla prima infusione con il metodo Stamina, ha manifestato sensibili miglioramenti che travalicano le ordinarie finalità e aspettative proprie di una qualunque cura compassionevole”. Partendo, infatti a causa della terribile malattia genetica che lo affligge, la SMA da un’aspettativa di vita di circa sei mesi, sta di fatto che, in seguito al trattamento con cellule mesenchimali provenienti dallo stroma osseo del padre, il piccolo è riuscito non solo a superare tale infausta previsione temporale ma ha, anzi, goduto di una sensibile e prolungata attenuazione dei terrificanti sintomi della malattia, giungendo nel giro di pochi mesi, contrariamente a quanto gli era assolutamente precluso, a respirare in modo autonomo, a sorridere ai genitori, a muovere gli arti e a crescere i proprio peso da 3,7 Kg a 11,8 Kg pienamente commisurati alla sua età di tre anni”.

Ma non solo, nel caso di specie è altresì documentata e incontestata l’assenza di qualsiasi effetto collaterale conseguente al trattamento di stamina.
Le pacifiche allegazioni attoree sul punto dimostrano, infatti che a seguito l’interruzione del trattamento, “le condizioni di Gioele hanno ripreso a regredire e sono da ultimo ritornate a livelli di alto allarme per la sua sopravvivenza” sul punto che il padre Rosario, ha, anzi, fornito precise indicazioni temporali avute dai medici che hanno attualmente in cura il piccolo, secondo cui, che non intervenga alcun fattore di sorpresa nel giro di poche settimane, le condizioni del piccolo potrebbero precipitare irreversibilmente verso un imminente decesso.

Appare dunque correlato il quadro fattuale sotteso all’invocato provvedimento e appare tanto più evidente la soluzione giuridica da adottare nel caso concreto nel potendosi apprestare la tutela cautelare negli specifici termini prospettati da parte ricorrente.

Gli interessi giuridici che verrebbero infatti, irrimedialmente conculcati in caso contrario sono, innanzitutto, il diritto alla salute e alla vita individuale, essendo evidente che il diniego del proseguimento della cura Stamina determinerebbe una vistosa e inammissibile perdita di chance di sopravvivenza e miglioramento della vita “ben potendosi, anzi, delle gravi forme di responsabilità penale a carico di soggetti che, essendo legalmente tenuti a dare seguito al presente provvedimento, abbiano contribuito ad integrare con le loro condotte omissive oltre che il delitto pp. dell' art. 388 cp, anche delle forme di contributo eziologicamente rilevante per il mancato imledimento del malaugurato evento morte, ove concretamente evitabile e rinviabile alla luce dei positivi risultati terapeutici pregressi.”

Verrebbe inoltre irrazionalmente compromesso il diritto al miglioramento della vita e della salute collettiva essendo evidente che l’immotivata interruzione del trattamento priverebbe la società umana e la comunità scientifica, della possibilità di apprezzare fino in fondo le caratteristiche, i limiti e le prospettive di un eventuale futuro sviluppo delle applicazioni terapeutiche delle cellule staminali mesenchimali, sottraendo eventuali spazi di avanzamento del progresso medico scientifico, a detrimento del miglioramento delle condizioni di vita generali.
Così il dispositivo emesso a favore di Giole, il giudice Genna ordina al legale rappresentante e al responsabile dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia di riprendere e comunque entro e non oltre il 5 maggio c.a. il trattamento terapeutico mediante la somministrazione di cellule stromali prodotte secondo la metodologia di stamina eventualmente con cellule già presenti nella struttura senza alcuna interruzione e fino all’avvenuto completamento della terapia da valutazioni ad opera del medico prescrittore.

Questa sentenza riporta negli alveoli della giustizia qualcosa che di innaturale si stava perpetrando. Ma i dubbi impietosi riguardano la funzione di una Commissione Conoscitiva che di fatto i suoi attori dovevano nei loro compiti conoscere in dettaglio i documenti ora venuti alla luce del sole, ma che erano stati sempre sotto gli occhi di tutti.

L’Osservatore d’Italia, invece di fare gossip, ha sempre cercato e pubblicato l’attendibilità dei documenti prodotti da un ministero della salute, dell’ISS, della azienda ospedaliera, e dell’Aifa stessa. Ora si è conclusa l’indagine ma è stato divorato un tempo troppo prezioso per questi malati per confutare documenti che gli stessi inquisitori dovevano conoscere.

E’ emerso la regolarità con cui le terapie compassionevoli sono state autorizzate dalla stessa Aifa. E allora il quesito fondamentale è un corale disappunto e amarezza infinita… Pietro Grasso, un illustre magistrato antimafia, non è stato visto sguainare la spada a favore degli indiscriminati, quelli che avendo un diritto acquisito da un’ordinanza non possono accedere alle terapie.

I malati ancora devono conoscere il primo tutore e garante dei diritti negati. La sua assenza denota scarsa attenzione, soprattutto perché i bambini lesi nel loro diritto sono diventati proprio tanti, e forse proprio per questo motivo non si comprende come mai, invece di essere dalla stessa parte dei malati, lo si vede impegnato all’evento con i più grandi detrattori di stamina a Palazzo Madama. Di certo ora è arrivato il momento delle riflessioni e delle risposte immediate.

Tutti a parlare di staminali ai senatori, la dr.ssa Cerbai, la ricercatrice che assieme a Elena Cattaneo fece ricorso al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato (persi entrambi) per poter opporsi al diniego dei finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Alcun dubbio ha imposto una verifica e monitoraggio su un grande conflitto d’interesse in questi personaggi.

Dr Gianvito Martino che assieme ad Elena Cattaneo hanno presentato una pubblicazione sulle cellule pluripotenti indotte, iPSC-derived neural precursors exert a neuroprote… [Nat Commun. 2013] – PubMed – NCBI , l’Associazione Luca Coscioni che condivide oltre che le cariche elettive con i ricercatori Michele De Luca (impegnato con la stessa senatrice in Eurostemcell, dove grazie a fondi milionari hanno sperimentato sulle cellule staminali embrionali, dichiarate dall’EMA pericolose e dalla sentenza della Corte Giustizia Europea non brevettabili), Gilberto Corbellini…anche le più grandi battaglie personali, legge 40 e uso degli embrioni, OGM, legge sull’eutanasia, e la sperimentazione animale (necessaria affinché si possano saggiare le embrionali improponibili agli esseri umani perché altamente cancerogene) oltre a pubblicare la raccolta fondi per pagare la fattura alla Cattaneo, Elisabbetta Cerbai assieme a Silvia Caragna per aver perso ai ricorsi suddetti.

Quello che agli occhi degli italiani sconcerta è nel constatare che né il Presidente del Senato, Pietro Grasso, né l’On. De Biasi, Presidente della Commissione della Sanità al Senato, non hanno messo in agenda i diritti negati dei bambini, eppure ci sono sentenze disattese, in Italia la legge dovrebbe essere uguale per tutti. Esiste ed è acclarato un processo anche dibattuto con la legge sui conflitti d’interesse la possibilità neanche tanto remota, che i ricercatori nel campo della scienza medica soprattutto, siano animati da forti conflittualità, sia nel mantenere prestigio accademico che di acquisire opportunità nell’assoggettarsi grandi finanziamenti, soprattutto perché in questo settore, tranne che il progetto sia fortemente probabile, le lobby farmaceutiche le lasciano al loro triste destino e quindi vivono solo grazie ai finanziamenti statali. Nell’editoriale su La Stampa di ieri, la stessa senatrice Cattaneo afferma che grazie all’Aifa è stata scoperta la truffa di Stamina…quale di sua grazia se i carteggi appena emersi mettono in una luce tutta da valutare l’operato dell’Aifa che sapeva dei documenti e nonostante questo ha emesso ordinanze su quei laboratori che lo stesso Tar di Brescia definisce di ottimo livello.

Ci sono documenti sconcertanti su tutta questa storia e molti cittadini auspicano che siano acquisiti al più presto, perché quando si chiede trasparenza, sempre nella stessa si deve respirare.

Dare più potere all’Aifa questo è quello che Elena Cattaneo si auspica, peccato che dalle indagini dell’Antitrust da poco concluse è emerso un potere troppo sbilanciato a favore del big pharma.

Il Giudice Genna ha valutato e un bambino è stato tutelato da un’udienza che fortunatamente i genitori si son potuti permettere, un altro colpo basso per chi non ne ha le possibilità, perché avere un avvocato che ti spiega i propri diritti è un lusso che molti malati non si possono permettere.

Questo è uno Stato di diritto? Il suo valore etico e civile non deve essere minacciato da ombre, ma essere nella pienezza della sua natura.

Gioele ha due garanti al di sopra dello Stato, di quell’onestà intellettuale messa troppo spesso in discussione e della scienza inquisitoria. Lui è vivo grazie all’amore e la tenacia dei suoi genitori. Giole è un monito per quei signori seduti su degli scranni d’oro.
In precedenza l’inchiesta de L'osservatore Italia era stata inviata al Presidente del Senato Pietro Grasso, questa sarà personalmente recapitata alla Procura che ha sentito il dovere di indagare su questo disastro senza colpevoli ma solo vittime del silenzio.

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STAMINA, MARINO ANDOLINA PRESENTA IL SUO LIBRO: “UN PEDIATRA IN GUERRA: DALLE AREE DI CRISI ALLA BATTAGLIA SULLE STAMINALI”

di Cinzia Marchegiani

Roma – In una delle più suggestive librerie del mondo, arriva anche a Roma la presentazione del libro del dottor Marino Andolina.

Pediatra e medico oltre frontiera nasconde ai più una vita di passione, fatta di lotte e battaglie uniche nel suo genere che lo ha visto sempre al fianco e solo dei malati.

L’osservatore d'Italia che in merito al caso Stamina ha condotto moltissime inchieste sul mondo della sanità e degli interessi nascosti da alcuni scienziati, allargando quella prospettiva su ciò che è stato stamina ha sempre e solo cercato, con documenti oggettivi, una verità scomoda, quella che si nasconde nelle pieghe dell’informazione, quella che spesso è anche difficile poter accettare, perché crudele soprattutto con i più deboli della società, per l’appunto i malati.

Questa verità ora sta emergendo con tutta la sua forza da quella Commissione Conoscitiva espletata al Senato, che ha condotto un’indagine che avrebbe dovuto stanare ombre dell’illegalità ma che invece riconferma la linea tenuta dal nostro giornale, che  lontano dai gossip e notizie giornalmente screditate, ha riportato sempre ai lettori, i dati oggettivi dei documenti ministeriali, istituzionali e ospedalieri.

Così, nel gioco delle parole, delle manipolazioni della realtà rimangono ora solo ed esclusivamente questi documenti, che testimoniano la storia delle cure compassionevoli agli Spedali Civili di Brescia e che emergendo con tutta la loro eloquenza conducono, per gioco forza ad interrogativi e riflessioni amare sul ruolo delle istituzioni, determinante sul destino di vite preziose, progetti, sogni e dolori immensi.

Roma rappresenta una piazza storica che ha visto moltissime manifestazioni per Stamina e chi ne ha difeso la sua metodica conosce benissimo la forza di Andolina, ma non tutti forse conoscono la sua vita, la sua formazione medica che ha origini con l’incontro più importante e formativo della sua persona, Franco Panizon, padre della moderna pediatria. Mursia, la casa editrice che ha sostenuto questo progetto editoriale, lo presenta con queste efficaci parole: “Genio e sregolatezza è forse la migliore definizione per Marino Andolina, medico triestino trapiantato nei balcani, durante la guerra, e tornato in Italia a fianco di Vannoni per sostenere le cure con le staminali. Un lottatore di prima linea che scaglia fendenti per difendere le sue idee e le sue convinzioni e che racconta tutto ciò in un libro.”

Marino Andolina si mette a nudo in questo testo autobiografico, nero su bianco scrive le sue intime riflessioni, da quando al momento della sua laurea si definisce un ragazzino timido fino a diventare una macchina da guerra in giro di pochi mesi. Spalla a spalla col suo padre formativo e guida unico nel suo genere, per l’appunto il professor Franco Panizon, confessa che ha imparato da lui l’importanza di saper reagire allo stress, poiché guardando negli occhi un paziente, in quell’esatto momento  si da il meglio di se stessi. Forgiato dalla mente brillante del suo maestro, dal suo incessante stimolo ad ascoltare ogni medico per confrontare le conoscenze specifiche, Andolina  definisce  Panizon, con infinita stima, il pediatra più colto d’Italia e probabilmente d’Europa. Con lui Andolina è diventato un medico che non conosce ostacoli, vivendo oltre frontiera i drammi umani e lì ha portato non solo le sue conoscenze mediche, ma quello spirito avventuristico e di coscienza che gli ha permesso di affrontare  missioni  e situazioni oltre l’immaginabile in aree mondiali devastate dalla  guerra come Libano, Romania, Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Somalia…. Darfur, lontane dai nostri occhi e dalla nostra sopportazione umana.

Domani, mercoledì 9 aprile 2014 all’Arion Esposizioni, in via Milano 17, alle ore 18.00 un appuntamento con Andolina per cominciare a conoscere un medico che sa donarsi completamente, per scoprire che oltre stamina, c’è un universo reale e tangibile di dolore, di impotenza che solo pochi uomini riescono ad affrontare. Il genio e sregolatezza dona l’anima a chi è capace di apprezzarla. L’osservatore d’Italia non poteva mancare a Roma, da lì sono partite le inchieste, da quando due giovani ragazzi hanno fatto storia con il presidio del Civico 177-A.

Sarà un momento per capire, riflettere e conoscere un uomo che riesce a dare sempre e solo se stesso, nel bene e nel male.

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STAMINA: IL PAE DIFFIDA COMMISSARIO E DIRETTRICE SANITARIA DEGLI SPEDALI CIVILI DI BRESCIA

di Cinzia Marchegiani

Brescia – Mentre alla Commissione Conoscitiva al Senato attivata per studiare il caso stamina emerge la regolarità amministrativa con l’Aifa stessa grazie ai documenti da poco venuti alla luce della corrispondenza tra la dottoressa Carmen Terraroli e l’ex direttore dell’AIFA, il blocco delle terapie agli Spedali Civili è perpetrato ad oltranza, poiché attualmente è stato deciso dai medici che fanno parte del gruppo stamina nel nosocomio bresciano, di sospendere la loro attività in merito, finché non sia chiaro il responso del nuovo comitato scientifico (ricordiamo che per ben due volte il Ministro Lorenzin ne ha nominato uno, da quando il 4 dicembre gli è stato imposto dal Tar del Lazio in seguito alla sentenza che ha ritenuto la bocciatura della sperimentazione non valida al fine amministrativo).

Il commissario straordinario degli spedali civili di Brescia Ezio Belleri all’audizione al Senato aveva esternato tutta la preoccupazione di questa decisione, poiché all’orizzonte c’è la concreta possibilità di essere trascinati in giudizio qualora dovessero morire i pazienti in attesa  e quindi la responsabilità diventa personale. Si tratterebbe in questo caso omicidio colposo e/o omissioni di atti d’ufficio. Lo stesso Ezio Belleri afferma che questa posizione non è stata compresa, che non è quella di ostacolare e non far fronte alle richieste dei pazienti, ma quella di applicare le regole.

"Posizione del Commissario alquanto confusa, – dichiarano dal PAE – confida in una legge, la stessa però che ha fatto acquisire ai piccoli malati un’ordinanza di un giudice che obbliga l’ospedale stesso a somministrare le terapie. Se il mondo politico è miope – proseguono dal PAE – su quello che sta accadendo in questa storia e non riesce a far rispettare le sentenze che tutelano un diritto del minore",

Stefano Fuccelli, presidente del  Partito Animalista Europeo (PAE) tramite il suo ufficio legale, nella persona dell’Avv. Alessio Cugini, ha diffidato con urgenza il commissario Ezio Belleri ed il direttore sanitario Dr.ssa Ermanna Derelli a riprendere il trattamento sospeso preannunciando sin da ora che, in caso di esito negativo e vista la stretta urgenza con il rischio di morte per molti pazienti, verrà interessata l'Autorità Giudiziaria.

Per Fuccelli, la decisione assunta dai sanitari del nosocomio si palesa di una gravità probabilmente senza precedenti, in considerazione della "palese irragionevolezza della scelta". La lettera della diffida fotografa il calvario che stanno subendo le famiglie dei piccoli malati dove il silenzio delle istituzioni sembra rafforzare un dettaglio inquietante… il diritto acquisito del minore è anteposto ad altri diritti e di questo l’intera comunità italiana ne deve venire a conoscenza, soprattutto perché la non continuità delle terapie, di fatto sospese, hanno aggravato la salute dei pazienti in cura,  alcuni hanno dovuto subire ricoveri ospedalieri e altri interventi chirurgici. All’informazione pubblica lascio la lettura di una parte di questa diffida da poco inoltrata, per non tralasciare passaggi fondamentali di questa storia che assume toni grotteschi, poiché come anticipavo in tempi non sospetti, il caso Stamina non rappresenta solo una storia volutamente incompiuta… ma in essa  prendono forma il controllo delle libertà e i diritti di ogni singolo cittadino nonostante lo stato italiano abbia una mirabile carta costituzionale, dove il rispetto per l’uomo e la sua dignità trova in ogni articolo protezione e guida, un riferimento dell’etica civile.

“Non vi sarebbe neppure bisogno, per essere il fatto di scienza comune, ricordare che il Ministro della Salute aveva già nominato un Comitato Scientifico chiamato a pronunciarsi sulla validità ed efficacia del Metodo Stamina e che i tanto acclarati risultati da questo rappresentati nella direzione della demolizione del metodo, sono poi tristemente naufragati sotto impietosi affondi del TAR del Lazio, che nel dicembre 2013 ha tolto efficacia alle determinazioni di quel comitato. Tutto ciò, tuttora ha comportato non solo il palese sperpero di risorse pubbliche, ma hanno messo in seria difficoltà gli ammalati e le loro famiglie che intendono affidarsi al Metodo Stamina. Ciò che per inciso sta accadendo presso il nosocomio di Brescia, ove si giunge a negare il diritto di coloro che erano stati inseriti nella lista, per l’improvvida decisione dei sanitari addetti alla sua somministrazione. Il tutto lo si ribadisce con chiarezza, subordinando la ripresa della pratica medica agli esiti incerti – nel tempo, per la mancanza di data sicura di fine dei lavori e nel risultato, vista la sonora e pregressa bocciatura da parte della giustizia amministrativa – del comitato ministeriale, deliberatamente posponendo, in tal guisa, la salute del paziente e questioni di carattere personale. E’ di palmare evidenza, che un siffatto esito non è ammissibile per il progressivo peggioramento delle condizioni di salute di quanti intendono sottoporsi all’applicazione del metodo.
Non varrebbe, peraltro l’attuale stato di cose neppure invocare il diritto dei sanitari all’obiezione di coscienza rispetto all’applicazione del metodo in questione: è di pochi giorni addietro infatti, l’accesa polemica sul tema, ciò che ha permesso di ricordare che se il sanitario ha il diritto di rifiutarsi a procedere a trattamenti sanitari che contrastino con il proprio sentire etico, nondimeno il paziente ha il diritto, pieno e non degradabile, di ricevere le cure richieste, spettando, quindi, in siffatta condizione, alla struttura sanitaria approntare rimedi e personale che permettano comunque di far ricevere le cure richieste. Diversamente ritenere, infatti significherebbe ledere il diritto costituzionalmente tutelato alla salute, oltre che riconosciuto a livello sovranazionale dalle numerose Convenzioni a cui l’Italia aderisce (prima fra tutte quelle di Oviedo, che espressamente sancisce il diritto del paziente a ricevere cure di qualità appropriata). In ragione di tutto quanto esposto si palesa che l’attuale e repentina interruzione delle somministrazioni all’interno degli Spedali Civili di Brescia del Metodo Stamina integra una gravissima violazione del diritto alla salute dei pazienti, ed è tale che costituisce, persistendo il rifiuto dei sanitari senza che metodi alternativi di somministrazione siano individuati, un’ipotesi di omissione penalmente rilevante in quanto posta in essere da chi esercita una funzione chiaramente inquadrabile peraltro d’ufficio, ferma la legittimazione del PAE a presentare denuncia-querela in virtù dell’interesse diffuso di cui l’associazione è portatrice e le battaglie condotte ormai da lungo tempo, per il riconoscimento del diritto dei pazienti a vedersi applicato il protocollo stamina.”

La diffida, da poco inoltrata dal legale Cugini, chiede al commissario straordinario degli spedali di Brescia Ezio Belleri  e alla direttrice sanitaria in carica Ermanna Derelli di affrontare nell’immediato sistemi alternativi (individuare altri medici) per far fronte alla preventivata e dovuta somministrazione del suddetto metodo, intimando nel caso di un esito negativo, proprio per l’urgenza del caso, l’obbligo di informare l’Autorità Giudiziaria di questa condotta.

Ad oggi si assisterebbe, secondo il PAE, ad "uno Stato che non tutela il diritto del cittadino sancito dalla stessa Costituzione…  anteponendo diritti che spesso la giustizia condanna, ma nel frattempo è minacciata la salute dei malati, moltissimi minori. Della loro tutela tutti sono chiamati a rispondere, il fatto che sia stata istituita una Commissione Conoscitiva sul caso stamina mette sotto processo gli stessi senatori che finora non hanno monitorato la situazione che doveva essere nei loro doveri… è interessante capire come l’AIFA si ponga ora in questa situazione e l’intera commissione sanitaria che doveva già conoscere questi documenti cui ancora stanno studiando!"

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STAMINA, AIFA SOTTO ACCUSA: QUANTO POTERE DISCREZIONALE CON LE INDAGINI DELLA PROCURA IN CORSO?

di Cinzia Marchegiani


Il mondo delle istituzioni italiane ma anche quelle europee sotto indagini alla Procura di Torino. Dopo la sanzione esemplare inflitta alla Novartis e Roche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che lo scorso 27 febbraio 2014 ha deliberato sanzioni di oltre 180 milioni di euro a carico dei due gruppi che si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, l’Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio del un prodotto molto più costoso, Lucentis, alla Procura di Torino rimane aperto l’esposto da parte della Società Oftamologica Italiana SOI per verificare se c’è responsabilità da parte dell’Aifa e Ema per non aver monitorato e contrastato la legalità e la legittimità dell’uso di Avastin a favore del Lucentis.

Per il Sistema Sanitario Nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno.
L’Osservatore d’Italia già aveva fatto presente questa strana anomalia tutta da accertare dell’Aifa, infatti il comunicato del Dr. Matteo Piovella, Presidente Società Oftalmologica Italiana sul sito ufficiale dichiarava:

“La pronuncia dell'Antitrust rimette le cose a posto su chi ha competenza tecnico scientifica sulla valutazione dell'efficacia dei farmaci utilizzati per curare i pazienti. La Società Oftalmologica Italiana fin dal 2007 ha dimostrato e diffuso la certificazione di equivalenza sia per sicurezza che per efficacia terapeutica dei due farmaci per la cura delle maculopatie Avastin e Lucentis. Incredibilmente AIFA ha avvallato la tesi falsa sostenuta da Roche e Novartis circa la pericolosità di Avastin. Di fatto da un anno le azioni di AIFA hanno bloccato l'utilizzo di Avastin in Italia che prima era utilizzato nel 90% dei casi. Oggi la sentenza di un' Autorità indipendente, perché l'Antitrust è l’Autorità italiana deputata a sanzionare la concorrenza sleale ai danni del mercato, rimette le cose a posto ed obbliga SOI a reiterare a gran voce la richiesta di un commissariamento di AIFA per ripristinare la piena legittimità di utilizzo di Avastin sul territorio nazionale così come avviene in tutto il mondo USA, Germania e Giappone inclusi. Lo dobbiamo ai 100.000 pazienti che oggi sono esclusi dalle cure a causa dell'impossibilità degli ospedali italiani a rifornirsi di Lucentis.
Come Presidente SOI, Oculista esperto riconosciuto internazionalmente e come semplice cittadino chiedo l'immediato intervento del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, perché in armonia alle sue funzioni istituzionali evochi a sé un intervento immediato capace di superare la criticità che si sta svolgendo sulle spalle di tutti i pazienti affetti da maculopatia.
Sull’intera vicenda SOI ha presentato un esposto e la Procura di Torino, nella persona del Dr. Guariniello, ha un fascicolo aperto.
Un apprezzamento alla professionalità, capacità, efficienza ed efficacia mostrate dall'Antitrust. Un ringraziamento all'Ufficio Legale SOI coordinato dall'Avvocato Raffaele La Placa per l'eccellente lavoro svolto.”
Queste affermazioni trovano riscontro sul sito dell’AIFA che se da una parte riconosce l’attività e la decisione dell’Antitrust in merito alla sanzione pecuniaria alle aziende farmaceutiche in base ad un accordo restrittivo della libera concorrenza riguardante i farmaci Avastin e Lucentis, ribadisce che la stessa AIFA ha sempre tutelato la salute e la corretta informazione per tutti cittadini e pubblica la propria ricostruzione della vicenda dal punto di vista regolatorio. Ad una prima lettura sembra che l’Aifa scarichi responsabilità all’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali), si legge: “il 30 agosto 2012 il Comitato dei Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) aveva modificato il profilo beneficio/rischio di Avastin e aggiornato il riassunto delle caratteristiche del prodotto, indicando che il medicinale non era stato formulato per uso intravitreale e facendo riferimento alle segnalazioni di gravi reazioni avverse di tipo sistemico, quali emorragie non oculari ed eventi troboembolici arteriosi. Trattandosi di un farmaco autorizzato con procedura centralizzata l’AIFA ha confermato la rimozione dell’indicazione dell’uso intravitreale di Avastin dalla lista dei farmaci erogabili a carico del SSN, prevista dalla L. 648/96.
Con l’unico fine di salvaguardare la tutela del paziente, quindi, l’Agenzia, previa acquisizione del parere della CTS, ha immediatamente inviato una comunicazione a tutti i medici, raccomandando di valutare attentamente il rapporto beneficio-rischio per ogni utilizzo del farmaco, anche informando i pazienti sui possibili rischi legati al trattamento, in particolar modo per quello intravitreale. Poi la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell’AIFA decise, nel dicembre del 2012, di escludere Avastin per l’uso intravitreale off-label (ovvero per indicazione non autorizzata) dalla lista dei farmaci erogabili a carico del SSN secondo la L. 648/96, basandosi sui rischi di sicurezza del medicinale richiamati da EMA e dalla concomitante presenza di un farmaco (Lucentis) specificamente studiato e registrato per l’uso intravitreale.”
La faccenda prende una strada misteriosa, poiché se l’AIFA da un lato giustifica la sua posizione in merito alle direttive dell’EMA, dall’altra riconosce che nel fine di vigilare sui costi per il Servizio Sanitario Nazionale aveva riconosciuto una possibile sovrastima del valore proposto dall’Azienda Novartis per il proprio farmaco Lucentis, e conducendo un’intensa attività negoziale per abbattere il prezzo dello stesso dagli originali 1800 Euro (negoziati nel 2007) al prezzo attuale che, al netto degli sconti per il SSN, arriva ben al di sotto dei 700 Euro.
L’AIFA continua la sua arringa comunicando che, in considerazione di talune dichiarazioni effettuate nei propri confronti, agirà nelle sedi competenti per la tutela dei propri diritti nei confronti di chi ha collegato l'intesa collusiva tra due imprese farmaceutiche accertata dall’Antitrust che in sé non coinvolge la responsabilità dell’AIFA, né tale circostanza emerge dalla decisione dell’Autorità garante.
Contemporaneamente all’AIFA, il sito del Ministero della Salute pubblica il proprio comunicato da cui si apprende che lo stesso Ministro Lorenzin, aveva attivato una specifica istruttoria con AIFA per acquisire compiuti elementi in ordine alla vicenda AVASTIN e proprio dall’AIFA aveva ricevuto una relazione contenente, tra l’altro, l’indicazione dei rischi cui i pazienti sarebbero stati esposti in caso di trattamento con AVASTIN.
Se l’AIFA e l’EMA non sono riuscite a valutare la competenza tecnico scientifica, per incompetenza o voluto dolo, in merito a questi due farmaci equivalenti sarà l’indagine in corso a valutare e metterà in luce gli atteggiamenti ancora poco chiari, di fatto senza l’esposto all’Antitrust da parte della Società Oftamologica Italiana le loro attività non solo non potrebbero essere indagate, ma rimane la certezza che senza l’istruttoria avviata all’Autorità Garante del Concorrenza e del Mercato, a cui hanno chiesto di partecipare al procedimento anche la Regione Emilia-Romagna e l’associazione di consumatori Altroconsumo, i numerosi malati e il Sistema Sanitario Nazionale avrebbero fatto guadagnare un bel patrimonio solo su una prescrizione di un medicinale…..ancora e ancora per molti anni!

Il quesito più grande si sta sollevando ora in merito al caso Stamina. Spuntano troppi interrogativi su come le ordinanze emanate dalla stessa AIFA agli Spedali Civili di Brescia hanno impedito, oltre le manipolazioni delle cellule staminali nei loro laboratori e di conseguenza il loro trasporto a Miami dal professor Ricordi per una verifica e convalida dei neuroblasti, hanno avuto un ruolo non marginale nell’aver contrastato un regolare e trasparente andamento dei ricorsi avviati dai malati per ottenere la terapia col metodo stamina. In effetti puntualmente l’AIFA inviava ai giudici la loro ordinanza per opporsi al giudizio favorevole dei ricorrenti, e dove le sentenze degli stessi magistrati dichiaravano inutili e fuorvianti poiché non vi era in atto alcuna sperimentazione clinica ma solo cure compassionevoli. Come, un organismo istituzionale sotto inchiesta può adottare direttive alquanto controverse quando lo stesso procuratore Guariniello stava indagando contemporaneamente sull’AIFA? E come il Ministero della Salute non abbia preso delle misure restrittive in questo caso? In effetti, ci si domanda se alla commissione conoscitiva sul caso stamina, il direttore Luca Pani (AIFA) abbia messo agli atti il ricorso al Tar presentato dagli Spedali Civili di Brescia e dalla Regione Lombardia per dimostrare come sono state condotte le ispezioni al nosocomio, da parte dell’AIFA e dei Nas.
Di fatto, questa sentenza dell’Antitrust ha aperto un vaso di Pandora sconcertante, dove emergono troppe irregolarità e le istituzioni miopi si devono fare carico di dare risposte serie. Ma è possibile che l’organismo che deve vigilare sui farmaci e sottoposto ad un accertamento possa svolgere la funzione di controllore nella commissione nata da poco al Senato? Noi questo l’avevamo fatto presente!
Comunicheremo tramite l’Osservatore d’Italia le conclusioni che si andranno a prendere anche all’interno delle Commissioni Senato Igiene e Sanità.

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STAMINA: FIRMATO IL NUOVO DECRETO DI NOMINA DEL COMITATO SCIENTIFICO PER LA SPERIMENTAZIONE

di Cinzia Marchegiani

Dopo molto silenzio che sottolinea anche una generalizzata incapacità nel poter gestire al meglio questa storia che sta condizionando le vite di molti malati e dopo la sostituzione totale del comitato scientifico precedentemente nominato, il ministro Beatrice Lorenzin, dopo tre lunghi mesi, ha comunicato i nuovi membri. Di fatto si è perso tempo prezioso per un mondo fatto di malati che tempo sfortunatamente non ne hanno. Il comunicato stampa, apparso ieri sul sito del Ministero della Salute, conferma che in esecuzione dell’ordinanza del Tar del Lazio, è stato firmato il decreto di nomina del Comitato Scientifico per la sperimentazione del “cosidetto” metodo Stamina. Il Ministro ha dovuto tener conto delle note dell’Avvocatura di Stato, riguardanti il riscontro delle richieste di parere in merito all’ottemperanza dell’ordinanza del Tar-Lazio n. 4728/2013 del 4 dicembre scorso, che, di fatto, non lasciava incertezze e si fonda principalmente su tre principi ritenuti sostanziali per la fase istruttoria del procedimento amministrativo ed anche per quello avente ad oggetto una sperimentazione medica:

1. Principio dell’imparzialità e indipendenza
2. Soccorso istruttorio
3. Istruttoria in contraddittorio.

L’ordinanza del TAR ha posto l’accento sull’importanza di profili giuridici che in realtà sono rilevanti per la correttezza del procedimento amministrativo, e senza entrare nel merito dell’efficacia o meno del metodo, ha affrontato la questione con obiettività ed ha riportato nell’alveo della legalità e della correttezza amministrativa l’intero procedimento volto alla sperimentazione del metodo Stamina, censurando la mancanza d’imparzialità dei membri del Comitato scientifico che ha deciso di bloccare la sperimentazione; soprattutto, ha accertato che da un lato il Comitato travalicava i compiti allo stesso attribuiti dalla legge, non avendo il potere di bloccare la sperimentazione, e dall’altro non ha garantito un’istruttoria approfondita in tutti i suoi aspetti ed un giusto contraddittorio, che neanche in un mese ha consegnato il giudizio.

Questi le personalità designate, quasi tutte straniere:
– Michele Baccarani, già in servizio presso l’Azienza Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Centro per lo Studio delle Cellule Staminali del Policlinico S.Orsola-Malpighi, Ospedali di Bologna, con funzioni di presidente del Comitato scientifico;
– Mario Boccadoro, Dipartimento di Scienze Mediche, Università degli Studi di Torino;
– Ana Cumano, Institut Pasteur Lymphopoiesis Unit, Paris, France;
– Curt R. Freed, Division of clinical Farmacology and tossicology, University of Colorado school of Medicine Mailstop, Usa;
– Moustapha Kassem, Odense Universitetshospital, Laboratory for Molecular Endocrinology, Odense, Denmark;
– Giuseppe Leone, Università Cattolica Facoltà di Medicina e chirurgia;
– Sally Temple, Neural Stem Cell Institute, Rensselaer N.Y., Usa

Come spesso insegna la storia, nulla avviene per caso, e la Commissione Conoscitiva che sta analizzando l’evoluzione di stamina al Senato, proprio oggi accoglierà un’altra audizione. Il dato oggettivo e bizzarro, si deduce dal fatto che i preposti istituzionali che hanno dato origine a questa controversa situazione siano i controllori e non i personaggi che dovrebbero essere controllati. L’Aifa che i Nas in questione, hanno documentato al Senato i ricorsi al Tar di Brescia che gli Spedali Civili di Brescia e la Regione Lombardia presentarono in merito alle ispezioni avvenute nello stesso nonosomio per poter chiarire come quelle procedure ispettive siano in realtà state eseguite con molte mancanze e rispetto di contraddittorio? Non si deve dimenticare poi, che nell’ottobre 2011, il ministro della salute era Ferruccio Fazio, per l’appunto il ministro della salute in carica nel 2006 al tempo della legge sulle cure compassionevoli.

Una sperimentazione è stata autorizzata all’unanimità da un governo nel 2013, quando il procuratore Raffaele Guariniello già aveva iniziato nel 2009 un’indagine su Davide Vannoni, un ospedale si rifiuta di praticare le ordinanze dei giudici che autorizzano a eseguire la terapia con le cellule mesenchimali per i piccoli malati ed opponendosi in tribunale sta dilapidato cifre da capogiro (a quanto sembra quasi un milione di euro di soldi pubblici), l’Aifa in un comunicato conferma che il divieto di prelevare i campioni di cellule preparate presso gli Spedali civili di Brescia secondo il cosiddetto "metodo Stamina" disposto dall'Ordinanza AIFA n. 1 del maggio 2012 è stata emessa nel corso di un procedimento di Polizia Giudiziaria nell'ambito di un'indagine, tuttora in corso, coordinata dal PM Dott. Raffaele Guariniello e anche quella recente che non ha permesso di trasportare le cellule nei laboratori dell’azienda ospedaliera per la convalida a Miami dal professor Camillo Ricordi, e non per altri meriti.

Un’indagine iniziata cinque anni fa, ha esercitato inconsapevolmente un potere discordante e altanelante poiché, senza ancora aver potuto dimostrare nulla dei reati contestati, viene utilizzata dall’Aifa, con le ordinanze appena citate, per disarcionare una terapia compassionevole e non una sperimentazione clinica che ad oggi, come conferma un documento degli Spedali Civili di Brescia alla commissione conoscitiva al senato, non ha prodotto alcun effetto collaterale sui pazienti a cui è stata praticata, ma contemporaneamente non ha suggerito alcun veto sulla sperimentazione che di fatto è stata autorizzata senza che alcun senatore o parlamentare avesse espresso, in merito a questa vicenda, dubbi o perplessità sull’indagine di un procuratore….in effetti risulta ambiguo poter accettare che il PM Guarniello non avesse informato il parlamento stesso.

Ombre, troppe manchevolezze istituzionali che dovrebbero essere messi sotto lente d’ingrandimento con un’inchietsa seria, ora stanno portando avanti la Commissione Conoscitiva, dove uno dei due relatori è la dottoressa Elena Cattaneo nonché senatrice a vita che ha scelto di inserirsi nella Commissione Igiene e Sanità. Una ricercatrice che ha troppi conflitti d’interesse soprattutto sull’evoluzione della metodica stamina, che utilizzando cellule staminali mesenchimali andrebbe a provovare danni inimmaginabili sul futuro dei finanziamenti europei sulle sperimentazione delle embrionali, visto che già in Corte di Giustizia europea, una sentenza ha bandito dalla brevettabilità qualsiai terapia medica che utilizzasse la cellula embrionale…ma questa è un’altra storia che presto sarà analizzata, poiché gli scenari appena scoperti porrebbero la senatrice in una situazione ambigua e lodevole di essere verificata.

Dopo la commevente testimonianza del ministro alla trasmissione Presa Diretta su Rai Tre (tra l’altro nata da una scommessa di Marco Piazza che fino a qualche giorno prima era un diretto dipendente della Telethon, l’inchiesta televisiva che riportando i successi delle ricerche in questa fondazione, si scordava di informare seriamente il pubblico che gli obiettivi lodati ancora in via di sperimentazione clinica è esclusivamente dedicata ai bambini non sintomatici, cioé per coloro che pur non mostrano di avere la malattia, il medico curante ne ha diagnosticato la patologia genica avendo un fratello maggiore malato che ha potuto indicare il controllo del gene difettoso o mancante in screnning mirati), ricordava come era importante essere al fianco di queste famiglie dove ci sono bambini e storie con malattie rare. Ad oggi queste famiglie chiedono cosa ha fatto la Lorenzin e il governo per loro che a quanto sembra vivono in completo abbandono delle istituzioni…quando ci sono ordinanze che nessuno si sente il dovere di far rispettare in un paese dove l’articolo 32 della Cstituzione Italiana deve essere una guida all’evoluzione della nostra civiltà. Inutile riportare sul sito istituzionale la giornata dedicata alle malattie rare se poi nella concretezza non si fa nulla… I problemi reali non possono enuclearsi con le classiche campagne pubblicitarie, i malati esistono e non trovano sollievo nelle parole sempre più vuote e lontane dove sono stati edificati dei muri insormontabili dalle stesse istituzioni.

Il professor Mauro Ferrari non è stato confermato, una persona che aveva dimostrato di voler essere imparziale tenendo in considerazione anche la voce dei malati. Un accanimento del mondo scientifico che invece di lavorare per il bene comune, è sceso in campo per tutelare i propri prestigi accademici messi in discussione da loro stessi, con il loro vociare e strillare, poiché per essere essere credibili basta dimostrare quello che si asserisce, mentre finora sembra che nessuno abbia giustificato con prove inoppugnabili la pericolosità di questa terapia, se non i piccoli malati stessi che ne traggono beneficio. In effetti l’unica strada ora percorribile è l’attuazione di questa sperimentazione, che sembra, nonostante la legge emessa, qualcuno abbia timore di portare a termine…e non è questione di tre milioni di euro!

Se si dimostreà che potrebbe essere presumibilmente perpetrato un accanimento in questa storia, soprattutto la convinzione poter calpestare qualsiasi diritto…questo sarà quello più infame nella storia, poiché sarebbero colpiti dei piccoli innocenti. L'abuso sui minori, chiunque l’abbia commesso, dovrà essere punito in modo esemplare.

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