STAMINA: E’ GUERRA APERTA ALLE INFUSIONI

 

Importanti le nuove sentenze dei due tribunali, Venezia e Trapani che danno l’ultimatum agli Spedali Civili di Brescia affinché si istituisca l’equipe medica per le infusioni. Per il bambino siciliano è stato indicato il dr Giuseppe Morfino, presidente dell’Ordine dei medici di Trapani quale garante per la prosecuzione del trattamento. Dall’altro fronte si aggrava Sofia Ponta che ha perso tutti i benefici ottenuti con Stamina e ora viene sedata con farmaci inadatti per età pediatrica, con gravi effetti collaterali, fino alla morte del miocardio. Dov’è l’UMI – Unione Medici Italiani – in questo caso? Gioele Genova, anche lui è gravissimo, il dr Marcello Villanova, esperto in malattie neurodegenerative spiega la Sma1 e l’unicità dei bambini infusi con stamina e chiede un serio confronto scientifico

 

di Cinzia Marchegiani


E’ un paradosso sconcertante. E’ una tragedia nazionale. E’ una violenza inaudita.

Sofia Ponta, Gioiele Genova, Celeste Carrer, Federico Mezzina, Daniele Tortorelli, Ginevra Arnieri, Rita Lorefice, Smeralina Camiolo, Ludovica Franchi, Sebastian Guercio, Desirèe Lacher e tantissimi altri bambini stanno scrivendo la storia di un paese che è incapace di tutelare la loro salute e la loro dignità. 

Questi bambini sono unici come le loro malattie rare. Hanno beneficiato delle terapie agli Spedali Civili di Brescia con il metodo stamina che hanno cambiato la storia della medicina, loro hanno avuto dei miglioramenti laddove la scienza e la medicina avevano gettato la spugna.

La magistratura, nel mirino dell'attenzione anche del ministro Beatrice Lorenzin che non si capacita come possano coesistere sentenze discordanti tra loro, sta riscrivendo la storia della medicina, come sempre d’altronde… poiché spesso, troppo spesso la scienza è in eterno conflitto d’interesse con i prestigi accademici, lobbies farmaceutiche e finanziamenti pubblici, gli ultimi scandali ne testimoniano gli aspetti fraudolenti. La bufera che la senatrice Elena Cattaneo ha innescato sulla magistratura che ordina le infusioni e sui medici che le attuano, e le minacce di segnalazioni agli ordini da parte dell’UMI, Unione Medici Italiani,  rispetto ai colleghi che sentono invece il dovere etico di accogliere e dare attuazione alle sentenze dei giudici, fotografa la licenza di voler sovrastare e giudicare la libertà di coscienza altrui. Nonostante queste intimidazioni pubbliche la legge continua ad andare a favore dei malati. Di fatto è stato dato l’ultimatum agli Spedali Civili di Brescia dal tribunale di Trapani fino al 15 luglio 2014 ad adempiere all’infusione per un paziente che era stato già sottoposto alla prima infusione allo stesso nosocomio, in caso contrario è stato nominato il dr Giuseppe Morfino, presidente dell’Ordine dei medici di Trapani quale garante per la prosecuzione del trattamento, indicato ausiliario del giudice e capo dell’equipe incaricata di somministrare la terapia pronto a sostituire i medici di Brescia, qualora si rifiutassero. Lo stesso Dr Morfino in un’intervista spiega che ha già dato la sua disponibilità e se qualora servisse, si attiverà affinché l’ordinanza del giudice venga eseguita, augurandosi che non ce ne sia bisogno. Anche per la piccola Celeste Carrer, affetta dalla terribile Sma 1, straordinari i suoi miglioramenti, arriva in soccorso la sentenza dal Tribunale di Venezia che da tempo, entro il 30 luglio 2014 agli Spedali di Brescia di attivarsi per adempiere al provvedimento cautelare nominando l’equipe medica per praticare l’infusione.

Scienziati e medici detrattori (sarebbe ora capire il motivo profondo), accusano che non si può dare una terapia di cui non si conoscano le evidenze scientifiche (in attesa di essere sperimentata), ma la vera medicina si avvale dell’evidenza clinica, e si dimentica che esistono farmaci autorizzati dall’Ema e Aifa di cui si conoscono esclusivamente gli effetti ma non il meccanismo esatto di azione (esempio Nerventra), come del resto fin dalla notte dei tempi i medicinali venivano studiati. Ci si chiede dove sono questi detrattori quando alla piccola Sofia Ponta, malata di leucodistrofia metacromatica, che aveva ricevuto straordinari e importanti benefici ora, da poco uscita dal Meyer di Firenze, è regressa nella sua malattia, i familiari dicono che è sedata completamente con farmaci antidepressivi, alcuni non possono neanche essere somministrati ai minori di 18 anni, quindi in età pediatrica che hanno effetti devastanti sugli adulti. In questo specifico caso ci si chiede cosa ne penserebbe l'Unione Medici Italiani.

Guido, il papà di Sofia accusa senza veli questa storia grottesca: “Le staminali, fino a quando le ha potute fare hanno tenuto a bada la chimica che adesso scorre nel sangue di Sofia, andando a ottenere effetti limitatissimi nel tempo prima del ritorno del dolore e dell'opistotono. Abbiamo parlato con il referente della terapia del dolore del Meyer, colloquio suggerito e richiesto da noi. Ci è stato detto che andrà sempre peggio. E' questa la risposta della scienza medica istituzionale? Noi non ci stiamo! Perchè dobbiamo imbottire Sofia di farmaci che a fronte di un presunto ed intermittente controllo del dolore, possono aggiungere danno al danno? Tutto ciò non lo sto inventando, è scritto nero su bianco dalle stesse case farmaceutiche. Sono state dette tante cose a condanna delle staminali di Brescia, tutte speculazioni intellettuali, mai e poi mai qualcuno degli scienziati inquisitori hanno taciuto le lingue e messo l'occhio dentro ad un microscopio per capire, scientificamente ciò che hanno attaccato senza conoscere. Nessuno tranne poche voci "ribelli" messe a tacere in modo crudele e grottesco, hanno osato insistere ad esaminare il contenuto delle infusioni. Gli unici fatti scritti nero su bianco sono i miglioramenti dei bambini che hanno potuto accedere alle cure compassionevoli, e le ultime relazioni mediche che attestano il loro repentino aggravarsi dopo mesi e mesi di cure negate. Sono stufo di sentirmi un appestato a ribadire il diritto che Sofia ha a continuare una terapia iniziata che le ha giovato alla salute, portandole stabilità ed allontanandola dai farmaci che ora le offrono un surrogato di vita, anticamera di quella che sarà la fine. Le terapie di Brescia esistono, le mie cellule, estratte tramite operazione ortopedico-chirurgica con sedazione totale, sono crioconservate e pronte ad essere trattate per essere infuse a Sofia. Chi ridarà i 7 mesi trascorsi senza queste cure? Chi riporterà Sofia a prendere solo 3 gocce di miorilassante al giorno?”

E che dire del piccolo Gioele Genova che con la sentenza del Dr Genna aveva acquisito il diritto a ricevere le stesse cure che si erano dimostrate essenziali per migliorare la sua Sma1, ora ha visto svanire questa speranza poiché l’avvocato Mangia, come sempre nominato dal nosocomio di Brescia ha fatto opposizione riportando i familiari nell’aula di tribunale annullando la medesima ordinanza. 

Ora Gioele sta malissimo, all’Ospedale di Palermo, non si muove più, necessita di cure intensive, sua madre Katia non può accettare questa ingiustizia, le sue cinque infusioni avevano dato benefici inaspettati, ora anche il suo viso è una maschera, senza più movimenti:” Sto gridando in un cimitero silenzioso, nessuno da voce a questi soprusi, a questa realtà. Gli italiani devono sapere cosa sta accadendo, i media oscurano le nostre notizie. E’ un dolore sapere che c’è una speranza e che violentemente ci viene scippata, è incomprensibile questo atteggiamento, Gioele è stato depredato di una speranza, questa si chiama condanna a morte.” Il dottore Marcello Villanova, guardando il filmato del piccole Gioele che lo ritrae immobile ormai una statua, incredibilmente peggiorato non può che fare una riflessione importante:” Comprendo la rabbia e la disperazione dei suoi genitori, la rispetto, l'ho palpata dal vivo quando gli ho incontrati a Palermo. Che dire, ho vissuto una grande emozione nel vedere questo piccolo guerriero che ha bisogno solo di aiuto concreto, di aiuto compassionevole..Lui, così come gli altri che ho avuto la fortuna di vedere, sono unici ed irripetibili".

Il Dr Marcello Villanova, esperto di Sma1 spiega ai nostri lettori questa patologia e il quadro clinico di Gioele: “Partiamo dal presupposto che tutte le malattie neurodegenerative non migliorano, ripeto non migliorano! La SMA tipo I è una di esse, in questa una funzione motoria persa non viene mai riacquistata. Il fatto che si dica che ci sono delle fluttuazioni è una leggenda metropolitana che parte dell'ignoranza scientifica che circonda questi ammalati. Gioele ha una forma severa di SMA tipo I, da quello che ho potuto raccogliere da un accurato racconto anamnestico dai genitori, alla nascita muoveva solo parzialmente gli arti superiori ed inferiori mostrando in aggiunta una tipica e severa ipotonia muscolare. Dopo una settimana lo stesso è stato sottoposto ad un intervento chirurgico al cuore per un'anomalia congenita, problema che si è aggiunto casualmente e che non si ha nella SMA. Nei giorni a seguire è stato quindi dimesso ed inviato a casa. Dopo pochi giorni dalle dimissioni Gioele perde completamente le sue abilità motorie (questo accade spesso nella SMA tipo I, è come se in un istante qualcuno staccasse la corrente ai muscoli), a due mesi di vita sviluppa un'insufficienza respiratoria acuta e di lì viene in seguito intubato, si susseguono alcuni tentativi di estubazione senza successo e alla fine Gioele viene tracheotomizzato al 4° mese. Inoltre, a causa della debolezza dei muscoli atti alla deglutizione viene nutrito con un sondino naso-gastrico fino al secondo anno di vita per poi ricevere da ultimo una gastrostomia ( PEG). Per circa 18 mesi lui ha vissuto sostanzialmente immobile, presentava solo tracce di contrazione a livello delle mani e dei piedi. D'altra parte, non avrebbe mai potuto migliorare!! Nel Dicembre 2012 (lui ha circa due anni) lui effettua la prima infusione a Brescia (il carotaggio viene effettuato al padre ) e da lì in seguito una seconda nell'Aprile, la terza nel Luglio fino ad arrivare alla quinta nel Gennaio 2014. Come si evince dai loro racconti e dai video, Gioele inizia lentamente a mostrare miglioramenti che interessano sia gli arti superiori che inferiori che il controllo del capo. Anche il respiro appare meno affannoso nonostante la ventilazione artificiale. Aumenta di peso e le sue condizioni generali migliorano in modo evidente. Accade, però, che dopo la cessazione delle infusioni Gioele lentamente perde tutto ciò che aveva guadagnato nel corso dei mesi in cui gli erano state somministrate le infusioni per arrivare nuovamente alla completa immobilità evidente allo stato attuale e che io ho avuto modo di constatare durante la mia visita a Palermo. “

Lei è un neurologo che segue e studia queste patologie rare e degenerative. La sua grande esperienza le ha permesso di pubblicare da poco uno studio importante sulla Distrofia muscolare di Duchenne dove ha dimostrato, seguendo più di 300 pazienti, che la gestione respiratoria non invasiva è in grado di prolungare la sopravvivenza senza ricorrere alla tracheotomia e senza ricovero.

Celeste, Gioele, Sebastian hanno usufruito delle terapie presso gli spedali Civili di Brescia, come ha detto, sono bambini unici e irripetibili, ci spiega il motivo: “La storia clinica di Gioele è simile per molti aspetti a quella di Sebastian. Ho avuto modo di seguire Sebastian più da vicino ed in modo più dettagliato, stessa evoluzione, stessa involuzione alla cessazione delle infusioni. Poi, ci sono Celeste e Desiree anch'esse con storie molto simili, ma dove l'involuzione è stata meno evidente almeno fino ad oggi. Ora, come osservato anche dal Professor Bach, questi dati ci fanno propendere nel credere che qualcosa di estremamente interessante è accaduto in questi bambini, tutto questo dovrebbe essere oggetto di attenzione ed approfondimento scientifico, di allargamento dello studio, soprattutto poi quando parliamo di bambini che non hanno grandi speranze, anzi hanno il cielo a portata di mano. Parliamo di risultati che io definisco UNICI e che qualcuno potrebbe contraddire solo con la dimostrazione di un miglioramento così eclatante e spontaneo in bimbi con SMA tipo I non trattati ed immobili da mesi. Lo ritengo impossibile! E' per questo che sarebbe auspicabile un contraddittorio tra medici, tra coloro che valutano solo l'effetto finale di un qualcosa. Sarebbe bello, quindi, poter discutere con colleghi che abbiano la mia stessa esperienza e quella del Professor Bach, noi siano sempre stati disponibili per questo. Noi siamo persone che amano i dubbi, siamo poco propensi alle certezze assolute, specie quando parliamo di scienza".

Scienza, legge, medicina nulla è assoluto, ma la cosa più spiacevole che si possa assistere è l’accanimento contro delle vite, molte piccole, che con la loro straordinaria unicità hanno messo al muro le verità finora sottaciute, di ricerche scientifiche inconcludenti che devono fare i conti con le loro testimonianze cliniche… Ci si interroghi su questa strada intrapresa. Ad un malato è un dovere tutelare anche la minima remota possibilità. Quello che emerge in maniera assoluta è la mancanza di confronto scientifico, un dovere per poter dimostrare quella onestà intellettuale tanto dichiarata, un invito che il dottor Marcello Villanova lancia dal nostro giornale.

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STAMINA APERTO IL VASO DI PANDORA

 

Dal “Corteo per non Dimenticare” del 30 giugno 2014 la telecronaca de l’Osservatore d’Italia, un mosaico dove emergono verità già documentate nelle nostre numerose inchieste. Il mistero ora deve essere risolto, il ruolo sembra esclusivo della magistratura, del resto a colpi di sentenze ultimamente sta riscrivendo l’ABC della scienza, troppo legata alle riviste scientifiche e le lobbies farmaceutiche e dei prestigi accademici

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – E’ una telecronaca lunga e doverosa in ogni passaggio, perché queste due giornate hanno lasciato importanti affermazioni istituzionali, che per dovere di trasparenza forse è arrivato il momento che qualcuno cominci a ristabilirne la corretta informazione, ancora il concetto di cura compassionevole per questi malati orfani di cure viene erroneamente associata alla fase I di una sperimentazione clinica ma che di fatto sta imponendo sacrifici umani non più tollerabili. Il Decreto del Ministero della Salute del 05/12/2006 rubricato “Utilizzazione dei medicinali per terapia genica e per terapia cellulare somatica al di fuori della sperimentazioni cliniche e norme transitorie per la produzione di detti medicinali” all’art. 1 comma 4° consente l’impiego dei medicinali oggetto del decreto (e quindi anche delle cellule staminali), non contenuti nell’elenco stilato dall’AIFA di cui al comma 3, laddove il paziente non possa godere di una valida alternativa terapeutica e versi in pericolo di vita o possa subire un grave danno alla salute e ciò a condizione che sussistano dati scientifici che ne giustifichino l’impiego, che vi sia il consenso informato del paziente, che siano rispettati degli standard qualitativi, che vi sia il rapporto favorevole in via d’urgenza del Comitato etico, che il trattamento sia eseguito in una struttura pubblica o equiparata o presso Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
In questo si inserisce il giallo sul ritrattamento del dottor Marcello Villanova, l’Osservatore d’Italia ne aveva dato le smentite e anche ora, ricontattato per la seconda volta dal nostro giornale conferma la sua estraneità a queste affermazioni, consapevole del verbale firmato dell’interrogatorio avvenuto alla Procura di Torino di cui ci ha fatto partecipi. Il mistero forse è capire dove sono queste falle gigantesche che non permettono allo stesso ministro di tornare sui propri passi, poiché per lei era stato fondamentale il giudizio del dr Villanova (esperto delle malattie neurodegenerative) sul follow-up dei bambini trattati con le staminali a Brescia, come ha spiegato in un colloquio “privato” con la famiglia Persichillo presso la clinica di Zagarolo, riportato nell’inchiesta STAMINA, MINISTRO LORENZIN: CONTRADDIZIONI SHOCK www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=1037


La telecronaca del nostro quotidiano sarà precisa, poiché presenti in questi due giorni di appuntamenti fuori e dentro il dicastero della salute. Giorni intensi di grandi emozioni, di amara sofferenza e di dolore profondo. Il “Corteo per non dimenticare” ha acquisito un valore supremo, che nessun politico o amministratore può scippare, perché con autentica determinazione può essere consacrato come patrimonio umanitario che deve rendere orgoglioso il nostro paese, lo stesso Ministro Lorenzin riconosce al caso stamina di aver fatto scoprire un mondo dell’emarginazione del malato.

Il “Corteo per non Dimenticare” è il simbolo di una dura battaglia che i fratelli Biviano, Marco e Sandro, stanno portando da un anno davanti al parlamento, una battaglia che ha sapore di altruismo, di coraggio, di volontà indomita dove la sofferenza ha ulteriormente temprato il loro carattere.
Il 27 Giugno avevano protocollato un importante lettera al Ministero della Salute, informando e anticipando il senso della manifestazione autorizzata:”Il corteo nasce con la volontà di non far dimenticare le nostre vittime, piccini e adulti, morti nell’attesa e con la speranza di curarsi con il Metodo Stamina, possibile in virtù del Decreto Turco-Fazio del 5 dicembre 2006 (avente ad oggetto le cure compassionevoli), e di non farle passare sotto silenzio da una politica tesa all’insabbiamento e alla negazione sistematica dei diritti dell’uomo e del cittadino, prima che del malato.”

Alle prime ore della mattina, il lunedì 30 giugno 2014, in Piazza Bocca della Verità a Roma erano allineate 18 piccole bare. Alcune bianche, alcune marrone, rappresentano i malati che non ce l’hanno fatta, hanno un nome e un cognome, hanno una storia che nessuno dovrebbe dimenticare. Un semplice “si” o “no” appeso sul fronte ricorda il verdetto di una sentenza di un giudice che aveva concesso o negato il diritto alle cure, sentenze inutili poiché nessuno di loro è riuscito ad accedere alle terapie che potevano cambiare il loro destino. Sono scene forti, piene di delusione per un governo che ancora rimane a guardare queste vite cadere come tante tessere del domino, in Italia vale più il diritto all’eutanasia che una chance per la vita. Sono malattie che non hanno cure, ma solo destini già scritti. L’Osservatore d’Italia con le sue infinite inchieste su Stamina ha seguito l’evento ed è diventato un importante testimone degli incontri istituzionali avvenuti all’interno del Ministero della Salute riuscendo per la prima volta ad essere presente ad incontri sempre realizzati a porte chiuse e senza registrazione. Ma andiamo per ordine. Verso le 10:15 in uno scrupoloso silenzio parte il corteo, dove le bare vengono portate ognuna a spalla da una persona, è una processione silenziosa, composta, rispettosa di quelle vite ormai spezzate, che rappresentano un diritto negato. Mi colpisce la foto del piccolo Raoul appoggiata su una delle bare bianche, lo ricordo ancora in braccio alla sua mamma la prima volta che lo vidi alla manifestazione del 10 settembre 2013 a Montecitorio. A portare il peso di questa ingiustizia è sua madre, Sabrina Cucovaz che ad ogni passo sente il dolore ogni volta riaccendersi, è una grande sofferenza, ma anche un’immensa consapevolezza che non ci si può arrendere. Le 18 bare saranno poi posizionate davanti all’entrata del Ministero della Salute in un grande silenzio. Le prime parole sono di Sandro Biviano e poi di Roberto Meloni, che ricordano come oltre un anno fa erano lì davanti a quella sede per chiedere un incontro con il Ministro Lorenzin e dopo essersi incatenati per oltre dodici ore, sono stati ricevuti dalla dottoressa Marcella Marletta, Direttore Generale del Ministero della salute, assieme a Bruno Talamonti e Pietro Crisafulli:” in quell’occasione abbiamo consegnato le nostre istanze che sarebbero state oggetto di urgente discussione con il Ministro per trovare una rapida soluzione. A distanza di un anno le nostre richieste sono le stesse e medesime rivendicazioni. In questo anno sono state perse delle vite, malati che avevano una speranza di vita.” Roberto Meloni, anche lui un malato parte attiva dello storico Civico 117 A, rivendicherà al megafono le stesse istanze poi portate all’interno del Ministero: rispettare l’articolo 32 della Costituzione italiana, il Decreto Ministeriale Turco Fazio oltre la legge 57/2013 e far eseguire le sentenze dei 180 giudici che in virtù dei documenti e delle leggi italiane obbligano il SSN a somministrare, senza alcun indugio, le infusioni con il metodo stamina. Seguiranno altri interventi che come uno squarcio aprono realtà degne di preoccupazione e di apertura delle indagini…come la testimonianza di Vito Tortorelli, nonno del piccolo Daniele:” Qui i politici non sanno fare il proprio lavoro.

Daniele è un primato di sopravvivenza, unico bambino al mondo con la Nimann-Pick tipo A che ha 7 anni grazie alle cellule staminali del metodo stamina. Noi non vogliamo difendere Vannoni, ma ci interessa perché ci ha dato una possibilità di sopravvivenza mentre le istituzioni ci mandano a casa. Abbiamo fatto una richiesta di apertura dell’indagine di Guariniello, perché nella sua chiusura dichiarava che non c’erano bambini con i miglioramenti. L’altro giorno i Nas ci hanno chiamato e abbiamo documentato che Daniele con le infusioni aveva le piastrine oltre il valore di 100/120, ora purtroppo senza le staminali sono sotto i 50….se questa non è una prova, andiamoci a buttare tutti al mare.” La performance della NonAvanguardia di Luca Papa ha racchiuso con una recita ciò che i malati vivono con queste terribili esperienze: un malato viene allontanato e gettato a terra, non sarà curato, perché i poteri delle lobbies si mettono tra il paziente e la coscienza del medico, tutto parafrasando “Il male sta in chi compra, l'inferno in chi si fa comprare.” Sul tardi viene data la notizia che una delegazione sarà accolta da un dirigente ministeriale. L’Osservatore d’Italia sarà il testimone di questo importante appuntamento, fondamentale sarà la presenza della sottoscritta poiché in un anno di attesa, i rari incontri che il Ministro Lorenzin ha permesso con i malati o i familiari, sono sempre stati gestiti a porte chiuse e senza alcun ausilio di registrazione. Davanti al dr Gianfranco Di Bisceglie, dirigente ministeriale, Marco e Sandro Biviano, assieme alla sorella Palmina venuta da poco da Lipari, (dove lascia in condizioni davvero critiche la quarta sorella, tutti malati di distrofia muscolare) ci sono altri due malati Roberto Meloni e Macsimiliano Pattaro, mentre Ciro Armigero, come veste di accompagnatore, il cui papà si è ammalato da poco di SLA. L’incontro carico di aspettative e di tensione, avrà risvolti inaspettati, alla delegazione, il Dr Di Bisceglie conferma che il Ministro Lorenzin non è in sede e sarà il portavoce delle loro istanze. I malati sono non solo delusi ma amareggiati, perché sembra un finale scontato, un colloquio con qualcuno che non ha responsabilità in merito, che trascrivendo su un foglio porterà all’attenzione le istanze dei malati che la Lorenzin dovrebbe conoscere bene vista la situazione e le ripetute richieste del mondo degli invisibili, quelli cui nessuno è in grado di aiutare, né con la medicina, né con l’assistenza infermieristica, oltre un supporto economico degno di tale nome.

La situazione diventa incandescente quando telefonicamente, quasi a fine colloquio, uno dei malati viene informato che il Ministro Lorenzin è uscita dalla sede del suo dicastero. La situazione si complica, i malati non riesco a digerire anche questa ennesima mancanza di rispetto, e annunciano che non si muoveranno da quella stanza del primo piano, fino a quando il ministro prenderà in considerazione di avere un serio confronto con gli stessi attori nella stessa giornata. Si innesca un valzer della polizia mandata a controllare e ammonire i malati del grave gesto che vorrebbero compiere, ma gli stessi spiegano che non vogliono occupare alcun locale, ma solo prendere atto che il Ministro non è stato in grado di prendersi l’impegno di incontrare dei malati che da un anno cercano una risoluzione concreta che vada incontro alla seria emergenza di tutti i malati, che senza alternativa e speranza chiedono solo che vengano rispettate le leggi e la libertà sacrosanta di poter accedere all’unica chance che nessuna altra terapia può certificare. I Biviano non parlano per loro, ma per tutti quei bambini e malati che hanno sentenze che impongono l’infusione con il metodo stamina, disattese e criticate dallo stesso ministro. La giornata prende una piega seria, il Dr Bisceglie inizialmente rassicura i malati che farà avere tramite email le istanze da loro dettate, poi in seguito arriverà il Capo Gabinetto del Ministero della Salute, ma i malati sono inamovibili…chiedono rispetto e quello che è accaduto è inaccettabile. La trattativa diventa seria, i malati annunciano che non si muoveranno da quel posto, ma il Ministro sembra che non possa passare al suo dicastero perché impegnato al Consiglio dei Ministri. Nascono una serie di proposte per rassicurare i malati, e spunta un appuntamento per il 9 luglio dove la Lorenzin si impegna ad incontrarli. Nulla di fatto, il tiro alla fune ormai si è innescato e solo quando i responsabili della polizia e del ministero acquisiscono la ferma volontà dei malati di andare ad oltranza, chiedono loro quale impegno vorrebbero avere. Si cominciano a stendere proposte, la prima la più importante, un incontro immediato con il ministro e soprattutto che sia un incontro pubblico, dove si possa avere la testimonianza e la registrazione, troppe volte il Ministro ha incontrato i genitori dei bambini malati e troppe volte le promesse in privato sono state disattese, come cure alternative che ad oggi non esistono o se ci sono hanno importanti effetti collaterali e in fase di sperimentazione. Insomma, alla fine esce il Comunicato numero 90, dove il ministro si impegna ad incontrare la delegazione per parlare dei temi dell’osservanza dell’art.32 della costituzione, del DM Turco/Fazio e delle esecuzioni delle sentenze… non ci sarà alcuna registrazione, chiedo senza giri di parole che la stessa delegazione, deve essere ricevuta all’indomani con la sottoscritta, unico elemento esterno che potrà finalmente riportare nell’alveolo della testimonianza un incontro atteso da troppo tempo.

E’ notte ormai, la delegazione uscirà verso le 11:30 con la speranza di poter finalmente fare il punto della situazione, quelle bare non possono essere dimenticare e le responsabilità anche non possono essere minimizzate. Quel comunicato portato in mano dai malati ha un valore supremo, è l’impegno per il futuro.
Il 1° luglio è presto arrivato e come convenuto alle 13 si comincia a preparare la delegazione davanti all’entrata del dicastero della salute, anche l’Osservatore d’Italia sarà parte di quest’incontro, d’altronde non sono ammesse telecamere, registratori e alla sottoscritta tolgono gli strumenti del lavoro. La trasparenza dell’incontro già da subito viene messa in seria difficoltà, infatti sarà lo stesso Ciro Armigero a far notare che uno di loro è con un cellulare che sta tranquillamente riprendendo il colloquio, non garantendo stessa equità dei diritti, poiché nessuno della delegazione e neanche alla sottoscritta è stato permesso di documentare con alcun strumento. Viene spiegato che proprio in merito agli incontri avvenuti in passato sono stati fatti degli tabella non veritieri ed è l’unico modo per tutelarsi…diritto non garantito però alla stessa delegazione malati. Per i malati è importante avere un confronto, e fare polemica non è nelle loro priorità, ma questo comportamento perpetrato dalla Lorenzin non fa che alimentare quel vuoto di trasparenza, soprattutto in questo caso così dibattuto e pieno di tanti vuoti, era doveroso portare un segno tangibile di non censura. Il colloquio informale, all’inizio pacato ha permesso ai malati di portare le loro richieste, di comprendere lo stato della situazione che ad oggi non permette alle 180 sentenze di non essere rispettate, in un paese civile dove non si può fare distinzione ed etichettarne il valore. Il ministro spiegherà che le ha ascoltate:”poi decido in base a coscienza e alla legge, sulle sentenze il ministro non può risolvere ed intervenire”. Sandro Biviano rincalza che i malati stanno morendo, stanno aspettando la legge ma la legge non si rispetta, spiega anche che sono quattro fratelli malati, di cui una in pericolo di vita imminente, senza assistenza infermieristica, con solo poche centinaia di euro di pensione, e una madre sola che deve accudire tutti. Per questo la Lorenzin da ragione a Sandro, sicuramente grazie a stamina ha scoperto il mondo e la vita che affrontano i malati, abbandonati da tutti. Sandro chiede come si fa a stare tranquilli quando ad uno scienziato come Camillo Ricordi è stato negato di verificare e convalidare le cellule staminali. E da questo momento il confronto diventa più articolato, non c’è possibilità di intesa, il ministro comincia la propria arringa:”Vannoni non ha alcun brevetto, ma soprattutto in quell’ospedale non dovevano entrare le cure compassionevoli, perché non è stata superata la fase I della sperimentazione (?)”, ma Sandro cerca di far comprendere che le 34 persone trattate con Stamina sono reali e hanno avuto benefici, dalla deglutizione, ai cambiamenti del corpo:”quando vedo con i miei occhi i pazienti trattati con stamina, quando arriva Federico che neanche riconoscevo perché prima era un pezzo di legno, sta in piedi con i suoi piedini, mangiare con un cucchiaino, sono tutti miracolati e allora andiamo tutti dal Papa! Voi non potete negare le evidenze che io vedo con i miei occhi. L’istituzione ci dovrebbe tutelare, io e mio fratello respiriamo autonomamente, ma per chi sta morendo questa è la speranza, state giocando con le nostre vite, ci sbattete da un giudice del lavoro….” La Lorenzin non cede di un passo: “secondo voi esiste un farmaco che va bene per tutte le patologie rare? Se voi volete la ragione, io non ve la do, avete sbagliato! Io posso dare una soluzione generale che è nel percorso della legge che è stato dato con il Comma 1, che è stato un errore, era per sanare una situazione non compassionevole, ma solo per spirito di carità per la possibilità di continuare le cure e poi non ci doveva essere più niente. Quello che è avvenuto dopo non è una decisione del legislatore ma per opera di ordinanze di tribunali, quindi un altro potere si è espresso su altri parametri.” Federica Nesta che fa parte anch’essa della delegazione con un genitore malato di SLA, ricorda che al di là delle competenze che in quella sede nessuno ha:” che ci sono 34 pazienti che hanno fatto le infusioni, e se qualcuno l’ha fatta non si vede perché le altre non possono accedere.” Il Ministro segue una propria logica che non si incontra con quella specificamente illustrata dalla delegazione che chiede il rispetto delle ordinanze dei giudici e della precarietà imminente di salute di molti di loro. Il ministro prende su un’altra strada: “Lo stato italiano non è un privato, se vuoi avere una terapia valida e pagata dalla Stato italiano deve essere comprovata l’efficacia, e c’è l’indagine penale con un rinvio a giudizio, voi potete fare tutte le richieste che volete, i dubbi non li deve avere lo Stato italiano, il governo rispetta la legge, la legge prevede dei parametri che sono quelli di un organizzazione internazionale, l’ordinanza del Tar, che sta fuori da ogni crisma con cui vengono fatte le valutazioni scientifiche, noi l’abbiamo rispettata ugualmente affinché venga messa la parola fine.” E proprio in merito alla sentenza del Tar la Lorenzin inoltre spiega che il comitato si è già insediato e si prenderà tutto il tempo che deve, visto che il primo è stato troppo celere nell’esprimersi, come ha affermato il Tar stesso, sottolinea la Lorenzin. Ciro Armigero interviene in merito, spiegando che solo da poco al padre hanno diagnosticato la SLA, che i malati e i familiari sono persone informate e non sprovvedute:”se non vedo non credo. Nessuno di noi pensa che la terapia stamina sia una cura per le malattie, ma prima di approfondire il protocollo stamina mi sono messo alla ricerca della documentazione dei medici che hanno visitato i malati ed è emerso un quadro nitido, non avevano dato effetti collaterali, il paziente era stabile, mentre le terapie ufficiali proposte per mio padre allungano la vita di 30/60 giorni senza alcuna forma di sicurezza, mentre stamina ha fatto più di 400 infusioni senza effetti collaterali.”


Il Ministro, accompagnato da due avvocati del Tar continua a spiegare che i ragionamenti che fanno i malati hanno due pecche: I) le evidenze cliniche che raccontate ma nessuno di noi sa cosa viene iniettato con le infusioni (eppure il ministro dimentica di citare che l’ISS lo ha certificato e lo ha scritto nel comunicato 173) e solo i biologici di stamina lo sanno:”non è possibile che in un ospedale italiano venga somministrato e pagato dallo Stato terapie aperte a tutti (?) senza che ci sia stata una certificazione e una sperimentazione; e II) c’è un elemento di fondo che la separa dai malati:”a voi a prescindere dell’efficacia della terapia, volete che si acceda …Se questa terapia sarà comprovata bene, altrimenti è no! Voglio essere trasparente su questa vicenda, sono tanti gli aspetti, molte delle famiglie che ho incontrato sono state lasciate sole dai servizi sociali e su questo tema ho fatto proprio il mio mandato.” In questa direzione il Ministro fin da subito infatti ha spiegato che stamina ha questo merito, di aver fatto luce su queste vite invisibili e per questo si è impegnata nella socio assistenza con il “Patto per la Salute” per le malattie rare, un protocollo dedicato a delle strutture per poter aiutare l’esistenza delle famiglie…lasciate da sole ad affrontare questi drammi umani quotidianamente. La Lorenzin è categorica:” Io offro la legge, non ho la verità in tasca e non faccio il venditore di speranze. Se esce che questo metodo funziona, dico che è valsa la pena perdere un anno.”

L’Osservatore d’Italia scende in merito al dibattito in virtù di aver documentato con le inchieste passaggi, leggi, delibere e fatto luce su ciò che c’è oltre stamina. Le osservazioni più importanti sono state proprio sul concetto e delle cure compassionevoli, anzi è stata ricordata la direttiva sulle cellule staminali mesenchimali europea, che garantisce per le terapie su base non ripetitiva non serve alcuna autorizzazione, ma basta un ospedale, un laboratorio GLP e non GMP (che produce farmaci da immettere nel mercato) e un medico prescrittore, di fatto a Brescia questa terapia non ripetitiva la rispetta oltre la Turco/Fazio, mentre la Legge 57/2013 e la sentenza da poco emessa di Strasburgo consente la terapia per quei malati che già avevano iniziato questo percorso. Il Ministro Lorenzin si inalbera quando faccio presente che vale la pena acquisire un ulteriore consulto del Dr Marcello Villanova, ma la stessa mi riferisce che ha ritrattato, che lo dicono gli atti e mi invita a sentire il Procuratore Guariniello. Faccio presente al Ministro che già ho intervistato Villanova in merito. (nella precedente inchiesta pubblicavamo la smentita a queste pesanti dichiarazioni nei riguardi di un medico che ha messo la propria faccia per scienza e coscienza www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=1037). Forse è arrivato il momento dove occorre seriamente spalancare un’enorme finestra, poiché queste patologie spesso sono descritte da ricercatori impegnati sulle proprie provette e non hanno mai avuto un contatto con i pazienti. Il medico ha il valore supremo sul paziente, soprattutto se sono anni che li ha in cura e riesce a completare degli studi preziosi pubblicandoli anche su riviste prestigiose come ha fatto il dr Villanova. Medici come Marcello Villanova o Imma Florio che si sono presentati ingenuamente alla procura di Torino senza il proprio avvocato deve far riflettere sulla loro onestà deontologica prima di tutto.


Illustrissimo Ministro Lorenzin, mi perdoni se sono stata imprecisa a riportare alla lettera ogni parola, ero priva di registratore. Mi chiedo come può il Dr Villanova e il suo importante contributo essere depennati con facilità in questa vicenda che assieme al Dr John Bach (anche su di lui ci sono dubbi sulla sua encomiabile esperienza sulla malattia SMA?) hanno visitato la piccola Celeste Carrer (informato di questo anche il Dr Guariniello e messo agli atti) di cui hanno certificato che aveva acquisito abilità motorie che esprimevano un “evidente miglioramento della forza muscolare degli arti. Lo stesso Villanova spiega che oltre ad aver redatto delle scale di valutazione in archivio come valore aggiunto ci sono numerosi video dai quali si evincono i modo incontrovertibile i miglioramenti di natura motoria e ribadisce a tutt’oggi, in scienza e coscienza che i miglioramenti riscontrati come esperto clinico per le malattie neuromuscolari rare su entrambi i bambini (Celeste Carrer e Sebastian Guercio) sono di rilevante importanza clinica e per questo serve indagare e fornire spiegazioni. Questa è una smentita? L’apertura dell’indagine da parte dei genitori di Daniele Tortorelli per errate conclusioni nell’inchiesta di Torino, ritrattamenti dichiarati da terzi ma non dal soggetto in questione già sono basi importanti per capire che il giallo su stamina non è mai finito, che i documenti importanti sono spesso o quasi mai riportati dalle istituzioni, come il documento 173 dell’ISS, che dovrebbe annullare l’ordinanza dell’Aifa sul laboratorio del nosocomio Bresciano che impedisce la manipolazione e stoccaggio delle cellule staminali, le stesse certificazioni delle mancanze di effetti collaterali sulle infinite infusioni somministrate (i giudici che emettono sentenze a favore dei malati hanno acquisito queste documentazioni). Insomma un mistero nebuloso cui
 in virtù delle piccole vite perse e quelle in pericolo tutt’ora, forse vale la pena accertarsi immediatamente.

E l’emblema di questa lotta è la piccola Sofia che si ritrova ricoverata da pochi giorni al Meyer di Firenze poiché gli si impedisce di fare le terapie che fino a poco tempo fa aveva dato straordinari risultati, dove per lei Telethon non è servita a nulla, vogliamo indagare come vengono spesi questi fondi milionari? Ci sarà un illustrissimo garante che al di sopra di tutto e di tutti riesca a ricomporre questo mosaico distrutto e scarabocchiato per ristabilire la giusta verità? I bambini meritano attenzione soprattutto coloro che non hanno tempo, ora divorato da sospetti, incompetenze senza responsabilità. Si parla di leggi, ma non perfettamente, si parla di attenzione, ma ancora ad oggi i malati sono lasciati soli, si parla di effetti senza visitare questi bambini (i genitori dicono che nessuno ancora li ha contattati), tutto viene giudicato senza competenze e soprattutto su dei fogli, come fece il primo comitato scientifico…Non è mai troppo tardi per riportare la verità sulla giusta strada…la vita è estremamente fragile per chi ha una malattia neurodegenerativa e chi ha il dovere supremo di tutelarla, non deve risparmiarsi.
Il caso stamina rappresenta una battaglia universale dei diritti, tuttora cristallizzati in dogmi che nessuno vuole invece sdoganare. Sandro e Marco Biviano sono parte di questa storia che ha allarmato le coscienze di tutti, speriamo che un seme questa volta sia stato gettato. Ad oggi questa chiave di lettura è estremamente preoccupante, soprattutto perché lo stesso ministro Lorenzin ha affermato che come legislatore, pur non intervenendo sulle 180 sentenze vuole cambiare l’articolo 700, quelle che permettono di accedere alle benedette cure…che lasciano aperta la porta della speranza!


In questo complicato intreccio è interessante conoscere come l’Aifa abbia prodotto le informazioni sulle cellule staminali mesenchimali all’audizione dell’indagine conoscitiva presso il Senato dello scorso 6 febbraio 2014 rispondendo ai quesiti del senatore Fucksia:” Le cellule mesenchimali non fanno i neuroni, e questo è evidente per gli esperti. Ma se anche li facessero, non avrebbero ugualmente alcun effetto, e questo è evidente per tutti. Affermare cose come le cellule sanno quello che fanno, riconoscono dove andare e riparano tutto, non solo è da ignoranti, è da ciarlatani.” Risulta ormai da una attenta e scrupolosa indagine sulla letteratura scientifica invece tutt’altro, che avevamo in tempi non sospetti documentato in una delle prime nostre inchieste su Stamina www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=8184 dove abbiamo riportato un importante scoperta del Prof. G. Pezzoli, Presidente della Fondazione Grigioni che sponsorizzava lo studio con le cellule staminali in una grave forma di parkinsonismo, (nonché Direttore del Centro Parkinson ICP a Milano) spiegava che la ricerca sul parkinsonismo ha importanza non solo per la gestione della malattia di Parkinson ma anche per le malattie neurodegenerative in generale (evidentemente non possono essere classificate come farmaci esclusivi per un'unica malattia). Alle domande sulle Cellule Staminali Mesenchimali MSC informava che sono cellule che si trovano nel midollo osseo e che sono multipotenti ovvero possono trasformarsi in altri tipi di cellule, tra cui i neuroni. Inoltre, producono fattori di crescita che possono essere utilizzate da altre cellule in difficoltà, costituiscono un meccanismo di riparazione naturale del corpo perché in modelli animali è stato dimostrato che quando vi è una piccola lesione vengono immessi nel sangue e vanno ad accumularsi nella sede della lesione. Sono facili da raccogliere da un piccolo campione bioptico del midollo osseo (si fa un piccola puntura in corrispondenza dell’anca) e da coltivare in laboratorio. Inoltre, essendo del paziente stesso non danno adito a problemi etici e non creano problemi di rigetto. Il professor Pezzoli conferma che ad oggi lo studio con cellule staminali per la malattia di Parkinson si trova in fase uno. Sono stati reclutati 5 pazienti trattati, mediante infusione intravenosa, con cellule provenienti dal paziente stesso e coltivate in vitro. L'obiettivo di questa prima fase è quello di verificare la sicurezza del metodo. La sperimentazione è iniziata a dicembre 2012 e alla data attuale sono stati trapiantati 3 pazienti. Per i primi 2 pazienti sono trascorsi già più di sei mesi dal trapianto senza che nessuno di loro abbia mostrato alcune effetto collaterale significativo né una progressione significativa della malattia; un risultato incoraggiante, ma va atteso il completamento dello studio pilota e l'analisi dei risultati per poter formulare una valutazione. Trattandosi di una sperimentazione con le cellule staminali abbiamo dovuto chiedere l'autorizzazione all’Istituto Superiore di Sanità a cui abbiamo dimostrato che MSC utilizzabili non solo erano presenti nel midollo osseo dei 3 pazienti affetti da PSP ma anche che era possibile indurle a proliferare in laboratorio ed a produrre il fattore di crescita BDNF…E non esiste solo questa letteratura scientifica.

Ad oggi sembra concesso stravolgere le evidenze e ora qualcuno deve dare risposte importanti perché è impossibile che in uno Stato italiano si possa giustificare ogni cosa come la novella di Luigi Pirandello, “Così è se vi pare.”

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ROMA STAMINA:TUTTO PRONTO PER IL “CORTEO PER NON DIMENTICARE”

di Cinzia Marchegiani

Roma – Ricordo come un istantanea i primi giorni di protesta di Marco e Sandro Biviano e di tutti i malati riuniti davanti al parlamento lo scorso anno. No non sto scherzando! Quasi un anno fa, esattamente il 23 luglio 2013 partiva questa protesta che l’Osservatore d’Italia mai avrebbe pensato di raccontare passo per passo per tantissimi mesi ormai. Una protesta nata da una grave necessità di salute e incapacità del governo di aiutare chi si trova nel limbo, tra inferno dantesco e verità sottaciute in attesa sempre fiduciosa che qualcuno potesse dare risposte serie e concrete a chi ha un destino violento, senza speranza. Si è protratto fino a oggi un presidio ormai noto come il Civico 117 A, una tenda blu sotto il nostro parlamento italiano, tante parole, nuove associazioni inserite anche in progetti parlamentari per arginare questi vuoti che sanno però di naftalina, distanti anni luce dalle vere necessità che hanno non solo i malati, ma le famiglie che come eroi tutti giorni accudiscono i propri cari h24, superando di gran lunga l’esperienza di medici e infermieri, perché si diventa super esperti in qualcosa che devi affrontare perché arriva in un giorno qualunque e senza guardarti in faccia, ti travolge senza chiedere permesso, età e nazionalità.

Questi sono gli eroi che domani scenderanno in piazza e un’intera collettività che non è riuscita a voltare lo sguardo, che ha fatto dell’esigenza degli altri la propria, come un autentico paese civile dovrebbe fare. Il caso stamina ha una grande peculiarità, perché ha aperto la porta della sofferenza sul mondo che non ne conosceva la sua esistenza, e allo stesso tempo ha fotografato un governo incapace di attuare e mettere in pratica la carta costituzionale, anzi ogni giorno vengono fatti annunci per cercare di scardinarne gli tabella fondamentali che mettono al centro della vita, l’individuo, dove il potere dello Stato non può assolutamente minare i propri diritti costituzionali. Un dicastero della salute che mai come in questo momento è sotto l’occhio del ciclone in scandali tra case farmaceutiche, incompetenze dell’Aifa, traffico virus letali, vaccini esavalenti spacciati come obbligatori che sono sotto indagine della Procura di Torino e una mozione di sfiducia del M5S al ministro Beatrice Lorenzin che racchiude come una somma algebrica tutte queste variabili senza risposta e senza trasparenza. Molteplici sentenze storiche che assieme a quelle sui vaccini stanno riscrivendo l’ABC della scienza, incapace di voler affrontare i propri limiti. Al centro deve restare il benessere dell’individuo e non il prestigio accademico o delle case farmaceutiche.

Lunedì l’attore principale di questo “Corteo a lutto” sono le grida dei malati, a loro si uniscono tutte le associazione dei malati che come un coro faranno da sostegno a questi due ragazzi che con orgoglio possono rappresentare il vero italiano, quello che ha deciso di non demandare più nelle mani dell’indifferenza del governo e tutte le istituzioni, che di volta in volta hanno cambiato atteggiamento, hanno scaricato le proprie responsabilità, hanno instancabilmente vanificato sentenze indipendenti dei giudici che ora si vorrebbero mettere sulla forca.

E intanto già prende forma il corteo che rappresenta la dignità di tutti i cittadini diventati invisibili al mondo della politica.




STAMINA: IL TRIBUNALE DI VENEZIA ORDINA AGLI SPEDALI DI BRESCIA LE INFUSIONI PER CELESTE

A. D. M.

Venezia – Memorabile il caso stamina ha diverse che si contrappongono: Magistratura, scienza e politica. Entro luglio l'Asl di Brescia dovrà individuare un anestesista pediatrico e un infusore per proseguire la cura con le staminali per la piccola Celeste, 4 anni, di Mestre. Lo ha stabilito il Tribunale di Venezia ordinando in tal modo agli Spedali bresciani di proseguire la terapia staminale con il metodo Stamina. Secondo i familiari della piccola, come riporta la Nuova Venezia, la decisione dei giudici fornisce la prova che la loro lotta ha ragioni fondate.Dopo l’intervento del tribunale di Pesaro, oggi sotto indagine da parte del Procuratore della Corte di Cassazione, sono ancora una volta dei giudici a riaprire il caso Stamina. 

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CASO AVASTIN-LUCENTIS E STAMINA: IL MINISTRO LORENZIN INCASSA LA PRIMA DIFFIDA DAL PATTO DI SOLIDARIETA’ E LA MOZIONE DI SFIDUCIA M5S

di Cinzia Marchegiani

Non è proprio un bel momento politico per la ministra Beatrice Lorenzin che deve affrontare l’ultimo scandalo in casa del dicastero e dell’Aifa riguardo il caso Avastin e Lucentis e la sperimentazione Stamina. Il primo risale quando l’ACGM, Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato o meglio nota come Antitrust ha sanzionato i due colossi dopo la conclusione di una lunghissima istruttoria avviata nel febbraio 2013 dovuta alle segnalazioni ricevute da Aiudapds, un’associazione di cliniche private, e dalla SOI-Società Oftalmologica Italiana, al procedimento avevano chiesto e ottenuto di partecipare anche la Regione Emilia-Romagna e l’associazione di consumatori Altroconsumo. Grazie alla documentazione acquisita anche grazie alla collaborazione del Gruppo Antitrust del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, è emerso che le capogruppo Roche e Novartis, anche attraverso le filiali italiane, hanno concertato sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari. Per il Sistema Sanitario Nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno. A Novartis e Roche sono state imposte sanzioni rispettivamente di 92 e 90,5 milioni di euro. Ombre sulla stessa AIFA vengono fatte emergere dallo Stesso Matteo Piovella, Presidente della SOI che raggiunto dall’Osservatore d’Italia ci aveva dichiarato:”….la stessa AIFA, nel 2007 (sotto la guida del Dott. Guido Rasi) aveva introdotto l’Avastin fra i farmaci rimborsabili dal S.S.N. (inserendolo nell’apposito elenco di cui alla legge 648/96). Una decisione assunta a seguito di un dettagliato intervento dell’allora Segretario della SOI – Dott. Matteo Piovella – in cui venivano ampiamente illustrati alla Agenzia sia l’evidente efficacia di Avastin nonché la sicurezza nell’uso. Questo ha consentito la rimborsabilità del farmaco e l’accesso alle cure da parte di tutti i cittadini sino a dicembre 2012. Nel dicembre 2012 l’AIFA – a questo punto presieduta dal Dott. Luca Pani – a seguito della modifica del foglietto illustrativo (c.d. bugiardino) di Avastin da parte di EMA (European Medicinal Agency), ha deciso non consentire più tale rimborsabilità di Avastin: riducendone (se non eliminandone) sostanzialmente l’utilizzo. Sul punto, preme osservare che la decisione assunta dall’AIFA contrasta con quanto fatto da tutte le altre Agenzie europee le quali decisero di non dare alcun rilievo pratico alla segnalazione fatta dalla EMA: in altre parole, negli altri Paesi europei le modifiche prodotte dall’EMA non determinarono alcuna limitazione all’utilizzo di Avastin. Sinceramente, a tutt’oggi, non si riescono a comprendere le ragioni di tale esclusione. Sul punto, il Dott. Pani sostiene che la limitazione all’uso di Avastin dipende da una ragione meramente normativa: considerando che l’Avastin è un farmaco off-label (cioè non iscritto per l’utilizzo oftalmologico), l’Agenzia ha dovuto adempiere a quanto previsto dall’art.1, quarto comma della legge 648/96 secondo cui i farmaci off-label possono essere utilizzati solo “qualora non esista valida alternativa terapeutica. E la 'valida alternativa terapeutica' sarebbe il Lucentis. Ma se così è: per quale ragione l’Avastin non è stato escluso immediatamente non appena il Lucentis è stato ufficialmente autorizzato? Si ricorda che tale autorizzazione per il Lucentis è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 130 del 7 giugno 2007. Perché nonostante la presenza di una valida alternativa terapeutica l’AIFA del 2007 ha lasciato l’Avastin per tutto questo tempo?”

Ora sembra arrivato il momento per il Ministro Lorenzin di affrontare queste  realtà emerse anche nel caso della Sperimentazione Stamina. Lei stessa era ricorsa all’Avvocatura di Stato per sospenderla definitivamente. Ma in Italia esistono poteri indipendenti sia dalla politica che dalle case farmaceutiche che in questi casi si chiamano Antitrust e Tribunale Amministrativo Regionale. Per quanto riguarda Stamina in mattinata odierna c’è stata la lettura via web della Mozione di sfiducia al Ministro Lorenzin prodotta dal M5S. La stessa era stata anticipata dalla diffida dell’Avv. Natascia Gheda che in nome del Patto di Solidarietà invitava e diffidava lo stesso Ministro Lorenzin, oltre il Presidente della Commissione Sanità, Piepaolo Vargiu “a procedere alla nomina dei componenti del Comitato esperti, che non si siano espressi sulla metodica e che non si trovino in conflitto di interessi nei confronti di Stamina Foundation Onlus” ed inoltre, con la stessa “invitava e diffidava agli stessi destinatari, alla nomina dei rappresentanti delle associazioni tra i quali i rappresentanti delle associazioni al Patto di Solidarietà: Alleanza Italiana, Movimento Vite Sospese, Viva La Vita Italia, Progetto Noemi, Un Sorriso per Ginevra e Associazione Mattia Fagnoni.” L’avv. Gheda infine invita e diffida ad agire in modo trasparente nel rispetto della legge, in particolare ai criteri di scelta e di nomina dei componenti del Comitato Scientifico, con l’avvertimento che in mancanza procederà senza ulteriore avviso innanzi alle competenti autorità giudiziarie civili e penali anche con la riserva di agire per il risarcimento di tutti i danni conseguiti." Ai lettori ricordiamo che il Tar del Lazio aveva accolto l’istanza di sospensione del provvedimento impugnato (decreti 18.06.2013 e 28.08.2013 relativi al rilascio di autorizzazione per la sperimentazione.) L’Ordinanza del TAR del Lazio n. 4728/13 aveva evidenziato che non era stata garantita l’obiettività e l’imparzialità del giudizio dei componenti del Comitato Scientifico. Molto tempo è passato, oltre sei mesi da quel 4 dicembre 2013, data in cui detta ordinanza è stata emessa, ma il Ministro Lorenzin, dopo un secondo Comitato Scientifico nominato e mandato a casa, ancora non fornisce indicazioni precise sull’ultimo….anzi fa sapere che sta cercando e studiando un modo per agire sulle Cure Compasisonevoli. Questa volontà affermata dal Ministro mette a disagio e intimorisce le famiglie dei pazienti che vedono slittare all’infinito l’avvio della sperimentazione del Metodo Stamina, anzi osserva un lavoro diretto a scardinare l’unica legge di Stato, la Turco/Fazio che garantisce ai malati orfani di cure, una possibilità di accedere a terapie ancora non sperimentate, togliendo qualsiasi chance di vita a chi ha già un destino manifesto. Questa ambivalenza del Ministro Lorenzin, che da una parte posticipa sempre il lavoro del Comitato Scientifico, mentre dall’altro ha dichiarato di voler modificare una legge, sta allarmando non solo i genitori dei pazienti, ma moltissime associazioni dei malati che non vedono alcuna trasparenza nell’operato della Lorenzin. In virtù della Sentenza di Strasburgo alcun preposto ha sbloccato la lista dei pazienti agli Spedali Civili di Brescia, nonostante molte sentenze emesse a favore dei malati, ora avvalorate da quella dell’UE che dichiara legale somministrare la terapia con le cellule staminali mesenchimali ai pazienti che avevano iniziato le infusioni prima della legge 57/2013, sentenza a favore dei malati nonostante la stessa Corte non fosse aggiornata sulla quella del Tar del Lazio.
Il M5S è andato dritto cercando di scardinare le responsabilità di queste due situazioni sofferenti così in un video conferenza ha annunciato la propria mozione di sfiducia nei confronti della Lorenzin:” Visto l'articolo 95 della Costituzione che afferma al comma 2 che i Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri; Visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica, esprime la propria sfiducia al Ministro della Salute Sig.ra Beatrice Lorenzin, e la impegna a rassegnare le proprie dimissioni." Mozione pubbblicata sul web che prende forma dalle loro considerazioni che qui elenchiamo:

1) il Ministro Lorenzin non ha svolto con la dovuta attenzione i propri compiti istituzionali e cioè di controllare e vigilare sui farmaci; se il farmaco rappresenta uno strumento di tutela della salute, il Ministro avrebbe dovuto tenere presente che nell’ultimo elenco dei farmaci essenziali stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’unico farmaco anti-VEGF inserito per il trattamento della Degenerazione maculare senile neovascolare (DMLE) è l’antitumorale Bevacizumab (Avastin) di Roche e non Ranibizumab (Lucentis) di Novartis;
2) il Ministro Lorenzin non ha risposto ad interrogazione del 21.5.2013 che specificamente chiedeva di quantificare il maggior costo sostenuto dal Servizio Sanitario Nazionale, per l’uso di Avastin in oculistica rispetto a Lucentis: dati che ora fornisce, indirettamente, con la richiesta di risarcimento danni;
3) il Ministro Lorenzin, ad interrogazione del 27.11.2013, forniva risposta in merito ad una pretesa maggiore insicurezza di Avastin rispetto a Lucentis, smentita (rectius: non confermata) dagli stessi dati in possesso di AIFA;
4) Il Ministro Lorenzin ha richiesto parere al Consiglio Superiore di Sanità non per tutte le patologie per cui Avastin era (ed è) utilizzabile in oculistica, ma solo per la “degenerazione maculare senile”, il che comporterebbe l’utilizzabilità dello stesso solo per tale patologia (con esclusione della “degenerazione maculare diabetica” e del “glaucoma neovascolare”), con la conseguenza di una perpetuazione della maggior spesa per i Servizi Sanitari Regionali, rispetto a quanto possibile utilizzando, per dette patologie, Avastin, come era stato fino ad ottobre del 2012;
5) il "metodo stamina" ha evidenziato l'incompetenza del Ministro Lorenzin di gestire tutta la vicenda, in quanto non è stata garante della salute di tanti malati. Il Comitato di esperti da lei nominati ha iniziato il percorso di valutazione che non è stato obiettivo in quanto essi si erano già espressi sul metodo con perplessità e pregiudizi. La nomina del nuovo Comitato scientifico è stata necessaria, dunque, alla luce della sentenza del Tar che ha evidenziato criticità e mancanza di imparzialità, ma senza la pronuncia del tribunale amministrativo non ci sarebbe la riapertura e l'approfondimento del metodo stamina.

Nel frattempo, il tempo passa e molti dimenticano i documenti agli atti, situazioni e gravi omissioni che emergono solo grazie al lavoro di associazioni che spingono affinché siano rispettate le regole, la trasparenza senza alcun ombra dei conflitti d’interesse, poiché sul malato non si può fare cassa e disattendere quei diritti garantiti e sanciti dalla stessa costituzione…lo Stato e chicchessia deve rimettere al centro il cittadino, altrimenti si violerebbe la stessa carta costituzionale di cui il primo garante è il Presidente della Repubblica Italiana.




STAMINA: RIFLETTORI ACCESI SULLA SENATRICE ELENA CATTANEO

Dopo la sentenza del Tribunale di Pesaro, il piccolo Federico Mezzina è riuscito a poter proseguire la terapia con le infusioni staminali col metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia. Come avvenne il 4 dicembre 2013, quando il Tar del Lazio commissariò l’intero comitato scientifico nominato per far decollare la sperimentazione, di nuovo rientrano in scena le accuse, soprattutto dei ricercatori del calibro Cattaneo, che nonoistante il palese conflitto d’interesse stanno minando l’oggettività dei documenti emersi sulle infusioni e l’indipendenza dei magistrati. Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Pesaro rispedisce al mittente le accuse, mentre è partita la Petizione Popolare per difendere l’indipendenza della stessa magistratura

 

di Cinzia Marchegiani

La senatrice Elena Cattaneo critica non vuota di acredine un giudice e la sua sentenza per aver adottato ex artt 669 duodecies e 68 del codice di procedura civile e invoca il Consiglio Supremo della Magistratura (CSM) affinché intervenga per giudicare l’operato dello stesso giudice. Mai nella storia della Repubblica Italiana, un ricercatore e per di più senatore ha minato la separazione dei poteri, il valore della Costituzione Italiana che nei suoi tabella tutela il diritto dell’autodeterminazione soprattutto nell’art. 32.

Il Consiglio dell'Ordine chiede maggiore rispetto in riferimento a decisioni che riguardano la speranza di vita ed il futuro di un bambino: "Il Patto di Solidarietà, costituita dalle associazioni Alleanza Italiana, Movimento Vite Sospese, Viva la Vita onlus Italia, Progetto Noemi onlus, Mattia Fagnoni onlus, Un sorriso per Ginevra – dicono dal Consiglio – denuncia questa persecuzione da parte dei detrattori che minano l’onestà intellettuale che certi personaggi dovrebbero profondere. Le nuove infusioni a cui è stato sottoposto il piccolo Federico dimostrano che non sempre chi coltiva interessi diversi dalla salute dei malati riesce ad averla vinta. Ma soprattutto sono la prova che non è vero quello che è stato detto in questi mesi, anche da certa stampa, e cioè che le cellule sono pericolose e possono provocare Aids e morbo della mucca pazza". Infatti, proseguono, le cellule infuse oggi a Federico hanno passato i test di sterilità e qualità e quindi l'Azienda ospedaliera di Brescia sa bene che cosa ha infuso, e questa è la prova che non sono pericolose, altrimenti non si sarebbe proceduto con le infusioni. Ovvia la conclusione: "questa senatrice – rincarano – che ha invocato l'intervento del Csm contro un magistrato reo di aver applicato la legge in favore dei malati mente sapendo bene di mentire. Ma le bugie hanno le gambe corte. Peccato solo che le vite di questi bambini in attesa di cure con cellule staminali sono ancora più corte, e la piccola Rita è morta sulla base di queste false allusioni.”

Elisa Visconti presidente di Alleanza Italiana senza giri di parole, in merito alla separazione dei poteri e le azioni di scienza, politica e magistratura denuncia le ingerenze e le influenze gravi e antitetiche di una senatrice scienziata che non è nuova ad esternazioni manipolatorie e diffamatorie: ”Il suo richiedere al CSM un intervento contro le ordinanze assunte dai giudici a favore dei malati è un affronto inqualificabile e pernicioso – afferma Visconti – che potrebbe addirittura influenzare la magistratura. Il ruolo della giustizia che da sempre tutela gli interessi della cittadinanza e del malato deve poter essere svolto con la massima libertà, ed è gravissimo che un esponente politico, oltretutto coinvolto in associazioni di ricerca in netto contrasto con la metodica in oggetto, ne voglia influenzare le scelte che sono legittime e che si basano unicamente sulla gravità delle malattie trattate ex art. 700 e sul rispetto dei diritti naturali dell'uomo e dell'applicazione delle leggi italiane Turco Fazio e Balduzzi, che ne legiferano la diffusione e l'utilizzo. Queste associazioni unite nel Patto di Solidarietà, hanno annunciato provvedimenti di origine legale contro le costanti infamanti e delittuose influenze politiche verso la giustizia e le azioni sulle libertà mediche". Delle azioni degli scienziati, o meglio ricercatori che per etica e rispetto verso quei principi irrinunciabili che vietano gli attori di conflitti d’interesse a condizionare azioni e leggi oltre l’opinione pubblica, la stessa Visconti ricordando come in una Repubblica che si rispetti rimane inaccettabile che tali condotte svolte a livello demagogico non siano condannate e perseguite, invita la Senatrice Elena Cattaneo a dimettersi perché sta mettendo a rischio la democrazia con atteggiamenti totalitari che, se non fossero così gravi, potrebbero sembrare uno scherzo della natura. Parimenti denuncia il silenzio assenso dei garante dello Stato, in primis Giorgio Napolitano che invece dovrebbe mettere sotto lente d’ingrandimento questo ambiguo comportamento continuamente perpetrato e dovrebbe far rientrare nei propri compiti i senatori da lui nominati, che minacciano e offendono la costituzione Italiana. Fanno riflettere le parole della Visconti: “… Pur di cercare di affossare la metodica, ora si cerca persino di influenzare la magistratura".

Come anticipato nelle nostre prime inchieste, l’Associazione Luca Coscioni e tutti i ricercatori che sono stati o sono parte del direttivo, nonché i ricercatori che sono in conflitto d’interesse con la sperimentazione con il metodo Stamina sono in una posizione molto opinabile e per questo non potrebbero prendere posizioni in merito, soprattutto quella trasparenza che loro chiedono, dovrebbero per prima attuarla. Le loro posizioni sono messe in forte discussione anche in merito al video dell’Associazione Luca Coscioni che mostra Luca Coscioni affetto da Sla in viaggio in ambulanza verso l’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, dove la voce di sottofondo spiega che sta per ricevere l’autotrapianto delle cellule staminali mesenchimali prelevate dal suo midollo osseo e rinfuse nel suo midollo spinale dopo essere state in colture. Le ultime parole del video che rappresentando il pensiero di Luca ora diventano un macigno: "decidere di fare la cavia non è stata una scelta facile…” che assieme alla sua frase: “Non privare mai un uomo dell’Amore e della Speranza. Quest’uomo cammina, ma in realtà è morto” sul suo sito, diventano evidenze sconcertanti per la stessa omonima associazione! Che dire, dopo tutta la campagna che la stessa associazione (nata in ricordo di Luca e del suo calvario) ha perpetrato contro i familiari e la metodica stamina lascia solo un grande vuoto e un imbarazzo a memoria dello stesso Luca che ora riposa in pace lontano da tutta questa gigantesca bolla mediatica. Allo stato attuale è inquietante che si debba ricorrere ad una “Petizione Popolare a difesa dell’indipendenza della magistratura” partita da poche ore che sta raccogliendo le firme, e quindi le adesioni, affinché il CSM garantisca l’indipendenza e la libertà dei giudici, tutt’oggi messa gravemente a repentaglio e con la quale tra l’altro si chiede che venga punito chi in evidente conflitto d’interesse si è reso autore di attacchi alla magistratura indipendente. 

Per chiedere onestà intellettuale occorre prima dimostrarla, altrimenti decade ogni monito, ogni riserva ma soprattutto rimane evidente quel lecito sospetto, che si nascondono dietro agli affondi della scienza che sembra voglia pilotare proprio tutti, ma soprattutto sembra voglia profanare il diritto del malato. Nella speranza che dalla memoria abrasa riemerga tutta la documentazione, ricordiamo che quelle infusioni non sono veleno di serpente, ma sono cellule mesenchimali vitali, come il documento dell’ISS lo aveva confermato nel lontano 2012… chi tace acconsente in ogni caso. 

Stamina sta allarmando l'etica del nostro Stato. Laddove la scienza pretende di sostituirsi alla politica e alle leggi, minando i poteri indipendenti della magistratura, il passo alla deregolamentazione è breve. Purtroppo gli scenari  monitorati nelle inchieste de L’Osservatore d’Italia in tempi non sospetti, si stanno rivelando non solo reali, ma al di sopra di qualsiasi fervida immaginazione. A conti fatti sembra che la scienza si sta preparando una poltrona tutta speciale dove poter condizionare la nostra Costituzione Italiana, la nostra magistratura e il governo, e scardinando le regole del nostro paese, dove ancora e per fortuna vige la separazione dei poteri. La sentenza del tribunale di Pesaro emessa lo scorso 3 giugno con la quale nominava quale ausiliario esperto il dr Marino Andolina, a parziale modifica della sua stessa ordinanza ex art 669 duodecies c.p.c. dello scorso maggio, ha permesso al piccolo Federico Mezzina di poter ricevere quelle terapie con il metodo Stamina lo scorso sabato 7 giugno 2014. Nessuna legge è stata violata, nessuna terapia segreta o mostruosa è stata infusa, per fortuna il laboratorio di analisi, come sempre, ha rilasciato il documento delle analisi eseguite sul preparato da infondere, particolare che molti detrattori dimenticano di citare, come dimenticano di citare tutti i documenti emersi che dichiarano che queste infusioni non hanno dato alcun effetto collaterale, come confermato dallo stesso ex Ministro della Salute Renato Balduzzi. Ci sono vuoti di memoria che vengono utilizzati per aizzare l’opinione pubblica contro qualcosa di aberrante, mentre si tratta semplicemente di attuazione di sentenze che vanno a tutela soprattutto dei malati. E come una sequenza scritta, lo stesso linciaggio mediatico innescato dopo la storica sentenza del Tar del Lazio dello scorso 4 dicembre 2013, che commissariò l'intera commissione scientifica viene questi giorni riproposto dopo la sentenza di Pesaro, disorientando come sempre gli utenti.  Alle accuse della senatrice Cattaneo il Consiglio dell'Ordine avvocati di Pesaro non fa mancare il sostegno del Tribunale, che ha nominato Marino Andolina commissario ad acta, e in una nota fa emergere le accuse stonate sollevate: ''Il consiglio ribadisce la propria disapprovazione per l'atteggiamento intimidatorio che certa politica intende esercitare su decisioni giurisprudenziali assunte in assoluta autonomia, correttezza, approfondimento e buon senso. Come ha sottolineato, da ultimo la Corte europea dei diritti dell'uomo,trattandosi di infusione anteriore alla legge 57 del 2013, il piccolo Federico aveva diritto a proseguire il trattamento. L’Osservatore d’Italia nell’indagare aveva con lungimiranza anticipato i sospetti, era il 10 ottobre 2013 con l’articolo “Stamina, Un giallo dalla tinta forte…definiva “Pittoresca dai toni forse troppo imbarazzante sta prendendo la piega di questa storia che allarma le coscienze e vanifica il senso della responsabilità e della credibilità delle nostre istituzioni. Il caso Stamina è un grande pasticcio, alimentato da un complicato progetto quasi architettonico teso a confondere i consensi, l’etica e soprattutto a capovolgere quel mirabile capolavoro chiamato Carta Costituzionale.” Ora le prossime inchieste saranno più decisive nel riavvolgere i tanti leciti sospetti che purtroppo completano la fotografia che passo dopo passo abbiamo cercato di rendere più nitida possibile….Nessuno è innocente, a parte i malati che lottano per le "infusioni di vita"!

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STAMINA INFUSIONE PER LA VITA PER FEDERICO MEZZINA

Federico Mezzina e il Morbo di Krabbe, per lui stamina una certezza per la vita, il Tribunale di Pesaro il 3 giugno 2014 revoca la nomina del Dr Ottavio Di Stefano e la conferisce al dr Marino Andolina, a lui ora toccherà indicare e trovare gli esperti per poter procedere alle infusioni con le cellule staminali già pronte all’uso. Oggi si dovrà fare l'infusione. Dapoco sembra che si è reso disponibile anche un anestesista-rianimatore, se oppongono cavilli all'ultimo momento i familiari chiederanno l’intervento dei carabinieri.

 

di Cinzia Marchegiani

Spedali Civili di Brescia – Per Federico Mezzina c’è una speranza, e si chiama Marino Andolina. Una storia becera questa di Stamina che ha sollevato le più grottesche e ignobili azioni contro dei bambini che pur non avendo certezze e soluzioni dalla medicina ufficiale, hanno trovato in una terapia cose inspiegabili che nessuno ancora vuole studiare…anzi si è creata ad arte una mistificazione e campagna aggressiva per manipolare quello che in realtà i documenti, gli accertamenti clinici e strumentali gridano a gran voce. Federico e una malattia che non da speranza, il Morbo di Krabbe è stato ricoverato presso gli Spedali Civili, e ora attende che l’infusione ordinata dal Tribunale di Pesaro nel lontano 12 dicembre 2013 possa finalmente essere somministrata. Lo stesso Tribunale, lo scorso tre giugno, a parziale modifica della sua stessa ordinanza ex art 669 duodecies c.p.c. del 13-20/05/2014 ha revocato la nomina del dottor Ottavio Di Stefano, Presidente del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici di base, al quale gli era stato conferito l’incarico, quale sostituto al commissario Ezio Belleri degli Spedali Civili di Brescia di trovare e indicare medici esperti che potessero eseguire tale ordinanza e nomina ora quale ausiliario esperto il dottor Marino Andolina affinchè provveda a quanto disposto dall’ordinanza stessa. Ricordiamo che il dottor Di Stefano, ha notificato al Tribunale di Pesaro il suo diniego, rifiutandosi di convocare medici come del resto ha fatto il commissario Ezio Belleri per eseguire la prescrizione della terapie con le staminali con il metodo stamina. Per Rita Lorefice infatti, nonostante avesse un ordinanza d’urgenza che imponeva al commissario Belleri di indicare i nomi dei medici per somministrare la terapia, non vi è stato alcun avanzamento e attuazione della sentenza. Oggi Marino Andolina, se non vede via d’uscita e se non troverà medici disposti a riprendere le infusioni, nominerà se stesso quale responsabile della terapia.Oggi si dovrà fare l'infusione. Da poco sembra che si è reso disponibile anche un anestesista-rianimatore, se oppongono cavilli all'ultimo momento i familiari chiederanno l’intervento dei carabinieri. La mamma Tiziana che è anche un avvocato competente e battagliero, trova di una barbarie unica l’accanimento perpetrato non solo su suo figlio ma su tutti i bambini che con un ordinanza di un tribunale viene ostacolato un diritto con muri insormontabili, una legge e sentenza di Stato. Si parla spesso di obiezione di coscienza, di terapie segrete, queste manipolazioni della realtà servono solo ad impedire che la legge venga attuata, di segreto non c’è più nulla ormai, tutto è sottoposto ad analisi scrupolose e controlli clinici che stranamente o furbescamente gli stessi medici fino a poco tempo fa conoscevano, ora dimenticano ogni riga chissà sotto quale forza superiore. Lo stesso Fulvio Porta, in commissione sanità Regione Lombardia confessa: "Io ero il coordinatore dei colleghi e il medico prescrittore. Mi arrivavano le valutazioni dal neurologo. Non sapevo che erano parenti perchè i cognomi erano diversi, so perfettamente cosa infondo: sono cellule staminali mesenchimali, nelle due provette analizzate dall'Istituto Superiore di Sanità sono state evidenziate cellule mesenchimali, al 90% erano vive, non è stato trovato veleno di serpenti. Stare zitto due anni è stato molto doloroso, io ho operato da professionista: la mia regione, l’Aifa e il mio direttore generale mi hanno detto sì e quindi io ho agito. Io sono un soldatino, mi dicono fallo e io lo faccio. Il mio impegno professionale, volto ad assistere disinteressatamente bambini gravemente malati, viene oggi messo ingiustamente in discussione… l’audizione odierna è un regalo, è la mia prima opportunità di riferire su una vicenda su cui c’è stato un blackout informativo di due anni da parte nostra.” Stamina fa emergere come le verità possano essere fantasiosamente elaborate, affinché il giudizio dello spettatore, ovviamente ignaro delle documentazione agli atti, possa essere facilmente indirizzato a facile scorciatoie. Quello che manca in questo paese è la dignità e l’onore, manca la capacità di tornare sui propri passi. Ancora i palloncini da poco liberati al funerale della piccola Rita Lorefice solcano il cielo di quest’Italia, morta senza aver potuto accedere alla speranza, quella che gli aveva dato reali conquiste mediche che nessuno al mondo può arrogarsi il diritto di aver trovato. Anche per lei un’ordinanza del tribunale di Modica aveva intimato il Commissario Belleri di indicare i medici per l’infusione, medici che hanno voltano lo sguardo sono gli stessi che fino a qualche tempo fa sapevano benissimo cosa infondevano e che le terapie non avevano prodotto alcun effetto collaterale. Rita Lorefice aveva la Niemann Pick, le analisi strumentali e la valutazione del dottor Giannone lascia senza respiro: “il quadro normativo odierno, eseguito a poche settimane dalla prima infusione staminali, CONFERMA L’EVIDENTE MIGLIORAMENTO METABOLICO e quindi clinico della piccola paziente, che adesso riesce ad alimentarsi meglio e più abbondantemente (diminuzione dell’epatosplenomegalia e conseguente della iperdistensione addominale) mostrando anche EVIDENTI SEGNI di MIGLIORAMENTO delle condizioni cognitiva, dell’interazione con l’ambiente e le persone, della risposta del disagio termico e delle manovre mediche più fastidiose (miglioramento del quadro generale).”
Le sentenze finora emesse, quelle che attribuiscono un diritto alla vita, non vengono decise in base alla pietà e alla sofferenza, ma dopo lo studio e la valutazione delle cartelle cliniche, delle analisi eseguite nei laboratori del nosocomio di Brescia, delle alternative inesistenti prodotte dalla letteratura medica. Ora si deve cominciare a riavvolgere questi nastri che stanno diventando nauseabondi, pieni di inquietanti ombre che stanno facendo deridere dell’Italia. Documenti ignorati, contagiati dalle menzogne, sentenze disattese, medici che prima non erano obiettori poi diventano inconsapevoli di cosa si inietta, terapie prima pericolose perché infettavano ora sono diventate segrete…. Comunque vada l’operato che cercano di passare sotto la candeggina rimane macchiato, se prima somministravano terapie l’hanno fatto con il dolo, sapendo che erano pericolose, se ora obiettano perché le reputano segrete o forse perché qualcuno li minaccia, stanno vietando materialmente un diritto e dei benefici acquisiti. Oggi la democrazia e la scienza/coscienza sono minacciati da ordigni che spero presto qualcuno disattivi. La morte della piccola Rita non ha allarmato nessuno e la magistratura sta facendo il lavoro che spetterebbe alla scienza e ai medici. Come un grande setaccio questa penosa disputa sta facendo venire a galla tutti gli attori che sono direttamente interessati alla sepoltura di stamina. C’è chi continuerà a beneficiare dei fondi e finanziamenti statali ed europei dedicate alle ricerche sulle manipolazioni delle cellule staminali embrionali che non potranno mai aiutare questi bambini poiché tuttora definite dall’EMA pericolose e cancerogene e non brevettabili, ma riescono a ricevere contributi generosi per le sottostimate aspettative, quindi anche se sono progetti non concretizzabili e commerciabili. Un vero business per alimentare il gioco delle cattedre e dei baronati universitari, che stanno depredando immense cifre a fondo perduto. Sembra che proprio dall’Europa arrivino dei pesanti vincoli di cui gli scienziati e ricercatori opportunamente tacciono, i loro segreti le proprie disavventure, le loro sconfitte non sono stati messi sui giornali a caratteri cubitali…ma l’Osservatore d’Italia è andata ad indagare oltre le alpi… Le beghe e rivalse tra scienziati rimane l’unico effetto ottico che partorisce questa shakespeariana storia, piena di sunpence, di bugie, di controllo mediatico, di condizionamenti…tutto teso a mantenere importanti ruoli prestigiosi, molto lontani dalla vera “scienza medica“ che ha altre qualità e per fortuna. A ricordarci come i ricercatori non siano esenti da squallide mistificazione manipolazione è la Seduta Plenaria del 24 giugno 2005, nella Presidenza dei Consiglio dei Ministri, proposta dal prof. Giovanni Federspil dove il Comitato Nazionale per la Bioetica decise, con voto unanime, di attivare un gruppo di lavoro sul tema del Conflitto di interessi in medicina: ”la storia della scienza testimonia ampiamente come nell’ultimo secolo siano stati compiuti numerosi e cospicui falsi descrittivi Mentre in molti casi non possono sussistere dubbi sulla volontà del ricercatore di ingannare la comunità scientifica, in altri i confini fra l’autentico “falso” e l’imprecisione o lo scarso rigore metodologico di una ricerca appaiono sicuramente più sfumati. Appare quindi evidente come nella ricerca biomedica – ed in modo speciale in quella più strettamente connessa con i problemi clinici – gli orientamenti di un ricercatore possano essere diretti e motivati non solo dai problemi conoscitivi o dall’esclusivo desiderio di trovare un rimedio a situazioni morbose, ma anche da interessi personali o da quelli connessi con le istituzioni di cui quel ricercatore fa parte. Questa complessa situazione, nella quale si trovano spesso i ricercatori biomedici, e soprattutto quelli che si applicano a problemi terapeutici, ha fatto sospettare che un numero più o meno rilevante delle ricerche che vengono oggi condotte non siano così neutrali ed oggettive come sarebbe desiderabile fossero. E’ necessario invece riconoscere che, come è stato affermato da più parti, il conflitto d’interessi tende a configurarsi come una condizione che potrebbe dar luogo o addirittura promuovere comportamenti eticamente riprovevoli. In altre parole, il conflitto d’interessi non è un comportamento, ma una “condizione” e, pertanto, esso non può essere in sé riprovevole: ogni uomo, infatti, lungo l’arco della sua vita, si trova innumerevoli volte in condizioni di conflitto d’interessi e questo status non è eliminabile dalla vita umana. Questo principio non può essere che quello del bene del paziente: ogni volta che un conflitto d’interessi produrrà un comportamento clinico nel quale l’interesse costituito dal bene del paziente verrà posposto ad un diverso interesse, quel conflitto dovrà essere giudicato eticamente censurabile.

Quando qualcuno si arroga il diritto di violare i diritti costituzionali del prossimo in nome della "scienza" o “vattelappesca” con quell’accanimento indicibile, non vi meravigliate che sotto gatta ci cova.
Oggi Stamina scriverà un’altra pagina della storia del diritto e della scienza…comunque vada tutti abbiamo perso, nessuno nei confronti di queste piccole vite è innocente.

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STAMINA: MUORE RITA LOREFICE

La piccola Rita Lorefice muore stanotte in uno stato silente che non ha perorato la tutela della sua vita. 

di Cinzia Marchegiani

Modica (RG) – Muore nel silenzio più aberrante di uno stato civile la piccola Rita Lorefice. Rita aveva la Niemann Pick, malattia che miete vittime per mancanza di cure, ma questa volta però la malattia si è arrogata anche il diritto di portarsi nella tomba il silenzio delle istituzioni e di un sistema avrebbe potuto fare di più a garanzia e tutela della vita di Rita. Riecheggiano come spade ora insanguinate, le parole del Dr Porta davanti alla commissione di sanità della Regione Lombardia, che confermano quello che l’Osservatore d’Italia aveva fatto emergere con quei documenti ora diventati prove inoppugnabili contro gli scienziati e ricercatori che, senza alcuna sorta di dubbio o remora hanno gridato e allarmato che quelle infusioni erano intrugli segreti e pericolosi alla stregua della morbo della mucca pazza e infezione HIV: "Nelle due provette analizzate dall'Istituto Superiore di Sanità, sono state evidenziate cellule mesenchimali, al 90% erano vive, non è stato trovato alcun veleno di serpenti".
A Modica stanotte muore una piccola luce, il dolore più grande di un’intera comunità che aveva gridato al grande imbroglio, non è dover salutare un angelo dolcissimo, ma dover essere testimoni dell’inerzia di in sistema che ha messo in atto il più grande inganno, nella forma più silente e pericolosa dell’ abuso di potere…questa bambina aveva una sentenza che gli avrebbe permesso una corsa per la vita che neanche al peggiore dei criminali sulla terra verrebbe negato. Rita, conosciuta dai suoi immensi occhi neri, era una delle pazienti in lista a Brescia che aveva ricevuto il trattamento con le staminali mesenchimali con il metodo stamina. Le aveva iniziate a marzo del 2013, ma il successivo blocco delle cure perseverate con un sistema quasi certosino a non eseguire le ordinanze di legge, gli ha negato a gennaio 2014 la sua quinta infusione e quella emessa una settimana fa che ordinava entro cinque giorni la somministrazione d’ urgenza agli Spedali Civili di Brescia. Sentenze che non sono riuscite a sciogliere nodi pesanti che hanno responsabilità ministeriali, regionali e dei medici stessi. Rita nata con grave destino in uno Stato incapace di tutelare la vita, ha dovuto combattere contro dei giganti… nella totale ingiustizia profusa con una superficialità agghiacciante. Quelle terapie le avevano restituito la gioia di poter mangiare con un semplice cucchiaino, trovare la serenità di poter finalmente dormire senza alcun fastidio, e quei certificati medici e cartelle cliniche uniche al mondo, esponevano inaspettati miglioramenti che dovevano accendere la luce alla ricerca e alla curiosità scientifica. Ora molti si chiedono se ci sia una strategia ostativa affinché a questi piccoli pazienti, che hanno già ricevuto le terapie con effettivi miglioramenti, venga negata loro l’accesso al proseguimento. Morti seminate come l’effetto domino di pazienti che custodiscono con la propria storia clinica e letteratura medica la vera testimonianza di uno straordinario risultato che nessuno vuole studiare e verificare….
Quelle provette requisite dai Nas e dall’Aifa e analizzate dall’Istituto Superiore della Sanità, avevano custodito per tanto tempo il loro reale valore che non è stato difeso e tantomeno considerato patrimonio scientifico. Nel lontano agosto 2012, dopo che l’AIFA aveva bloccato il laboratorio degli Spedali Civili di Brescia con un’ordinanza che ora mostra tutte le sue ombre, il verdetto di questo documento era e rimane indiscutibile, pubblicato anche sul sito del Ministero della Salute riporta senza alcuna sorta di interpretazione la verità scioccante: ”le analisi della vitalità delle cellule vitali è risultata adeguata a qualsiasi uso terapeutico”.
Anche la sentenza della Corte europea emessa da poco, e purtroppo manipolata a piacimento da chi pretende di mostrare a tutti i costi una verità soggettiva (e sarebbe interessante ora capirne il motivo) indica la legittimità al proseguimento delle cure per chi aveva già una sentenza del giudice al momento dell’entrata in vigore della legge 23/2013. Chi pagherà per questo crimine?
Qui non si tratta di accanimento terapeutico ma di violazioni di ordinanze che non producono alcuna presa di posizione e anche di coscienza delle istituzioni e di quell’organismo di controllo che dovrebbe garantire equità sociale e tutela dei minori. Ora si faccia avanti il garante di questo Stato, e trovi i responsabili …perché qui i morti purtroppo sono reali!
L’Osservatore d’Italia manda un abbraccio e infinito cordoglio a due genitori della piccola Rita,  Ausilia e Carmelo perché hanno combattuto contro una malattia difficile da estirpare.
Stamina ha aperto un pozzo di crepe dove si eleva la più terribile delle angosce: Nessuno è innocente!




STAMINA SENTENZA STRASBURGO: TANTO RUMORE PER NULLA

Il Comitato "art.700 Pazienti in lista di attesa", tramite il Presidente, Francesco D’Andria rispedisce al mittente le gravi manipolazioni che alcuni giornali e associazioni dedite alla tutela dei malati e della ricerca libera hanno pubblicato in merito alla sentenza della Corte di Strasburgo emessa scorso 6 maggio 2014 riguardo al ricorso di un cittadino italiano che chiedeva l’accesso al trattamento con il metodo stamina

di Cinzia Marchegiani

Il Presidente del Comitato art.700, Francesco D’Andria non ci sta alle dichiarazioni di alcuni tabella di giornali e comunicati di associazioni che si propongono per la tutela dei diritti dei malati che hanno pubblicato la notizia della Sentenza della Corte di Strasburgo non citando correttamente il valore della sentenza e accusando di fermare, in virtù di questa, la sperimentazione stamina.
"Ancora in questi giorni dobbiamo, noi familiari, subire un informazione distorta e strumentalizzata al fine di incentivare ogni azione che metta la parola fine alla vicende Stamina. Questa volta ci si mette anche la Corte di Strasburgo con una sentenza che semplicemente respinge il ricorso di una famiglia che aveva ottenuto il no dei giudici ad accedere ai trattamenti Stamina. La sentenza è stata immediatamente ripresa, manipolata, arricchita di improprie considerazioni secondo gli scopi più gretti di coloro che da sempre si oppongono alla terapia stamina.
A questo punto mettiamo bene in chiaro le cose.
La Corte ha deciso di respingere il ricorso di un singolo paziente in quanto mancherebbero i presupposti per la sua fondatezza, non collimanti con gli scopi e le prerogative attribuite alla stessa Corte di Giustizia Europea. Tutto qui. Nessuna bocciatura di Stamina, nessuna possibilità di levare la patria potestà a chicchessia, nessun alibi o pezza di appoggio per legiferare un bel niente.
Tuttavia entriamo anche nel merito di certi punti:
1) “La Corte ha ulteriormente osservato che un comitato scientifico istituito dal Ministero della salute ha emesso un parere negativo sul metodo terapeutico in questione. Il valore scientifico di questa terapia quindi non era stato stabilito” Questa è intanto è la reale traduzione, pertanto non si legge affatto che la metodica Stamina non ha valore scientifico ma soltanto che non è ancora stato stabilito. Inoltre appuntiamo che la decisione del TAR Lazio, che sembrerebbe sconosciuta alla Corte, avendo certificato l’atteggiamento pregiudizievole dei componenti del primo comitato scientifico, ragion per cui lo stesso è stato annullato, non può che essere estesa anche alle valutazioni emesse dallo stesso, pregiudizievoli frutto di pregiudizi. Nessuno può oggi perdere per buono le valutazioni del primo comitato scientifico, sarebbe un grave errore giuridico, scientifico, ideologico; a maggior ragione se nel merito della decisione del TAR se ne discuterà solo dal prossimo luglio.
Non a caso si dovrebbe provvedere, sempre per ordine del TAR, a formare un nuovo comitato scientifico e provare, questa volta, a portare avanti questa benedetta sperimentazione Stamina in modo serio. Ma qui stiamo ancora in attesa della pronunzia del Ministro, i malati, tanto, possono attendere. Ribadiamo che ad oggi, della metodica Stamina, non vi è alcuna prova della sua inefficacia, e vi sono circa 40 pazienti trattati, ma dimenticati, che possono invece testimoniarne la valenza.
2) La Corte ribadisce la correttezza dell’operato del tribunale di Udine avendo negato le cure al paziente in quanto non rientrava tra quelli, invece, autorizzati per legge e ne considera, ancora una volta, non fondati, i motivi discriminatori accampati dal ricorso. Quindi la Corte comunque sancisce la legittimità al proseguimento delle cure per chi aveva già una sentenza del giudice al momento dell’entrata in vigore della legge 23/2013. Inoltre si ribadisce che “il margine di discrezionalità degli Stati membri è ampio” per cui si sancisce una certa limitazione nella decisione. Inoltre, si legge, che la convenzione della Corte europea non garantisce un doppio grado di giurisdizione in materia civile e pertanto, il ricorso, viene respinto in quanto incompatibile con la disposizioni della stessa.
3) In merito invece al passaggio in cui l’Alta Corte fa un richiamo alla possibilità di uno stato membro di intervenire a tutela della salute, per cui è apparsa la più spaziale interpretazione circa la possibilità di levare la patria potestà a quei genitori che vorrebbero sottoporre i figli a terapie non ancora validate scientificamente, ricordiamo che il diritto acquisito da queste famiglie è sancito da prescisse ordinanze cautelari, basate sul diritto alla vita, alla salute, al benessere psicofisico dei cittadini. La legge Turco Fazio, fiore all’occhiello di civiltà che gli stati membri hanno ben recepito, cioè quella che offre la possibilità di cure non ancora scientificamente validate a chi non ha alternative terapeutiche, cosiddetta della cure compassionevoli, è proprio una norma formulata anche al fine di impedire un uso indiscriminato di terapie. La stessa prevede molti requisiti che nella fattispecie circa 200 giudici ne hanno convalidato la sussistenza per l’accesso a Stamina. Inoltre, e che sia ben chiaro, vista la mancanza di terapie ma anche di conoscenza delle malattie rare e neurodegenerative da parte di gran parte delle strutture sanitarie, i familiari, i genitori sono la prima e spesso unica causa della sopravvivenza dei propri figli, i primi esperti, i primi veri medici specializzati nel conoscere la malattia e combatterla perché interessa i propri figli. La velata minaccia di levare la patria potestà ai genitori, non solo ha il sapore del ricatto ma è una vera e propria minaccia al diritto della salute, alla vita, all’amore dei genitori, oltre ad avere anche connotati razzisti. Ma questa non è l’effettiva traduzione della sentenza di Strasburgo, ma solo la malvagia interpretazione di chi a questa possibilità di sopravvivenza si oppone.
Resta, la Sentenza di Strasburgo, un caso isolato, relativa al ricorso di un singolo paziente che si oppone alla decisone del proprio tribunale, ma non determina affatto, ne può farlo, la validità scientifica del metodo Stamina.

Nessun alibi ulteriore per mettere parola fine può essere tratto dalla pronuncia dell’Alta Corte, nessuna motivazione per il Ministro o il governo a decretare la parola fine di Stamina;se ciò dovesse accadere verrebbe compromesso non solo il diritto alla salute, alla libertà di cura, ma anche gli stessi principi dell’ordinamento giuridico e i rapporti tra poteri costituzionali, fatto che potrebbe deflagrare in un ulteriore escalation giuridico-scientifica con danni inimmaginabili.
Stamina oggi è bloccata a causa della coscienza ad orologeria dei di qualche camice bianco dell'alt'Italia, innescata dalla procura di Torino con argomenti alquanto convincenti al di la delle prove scientifiche che ad oggi, nel male, non sono date conoscere.

"Il grosso del lavoro è già compiuto, centinaia di sentenze rimaste disattese, le legge disattesa, medici e direttore generale in attesa non si sà di cosa, timorosi degli interrogatori di Guariniello ma non delle querele dei gentirori. Cosa si vuole di più? E’ vero, forse noi pazienti in lista di attesa, con una sentenza che obbliga l’ospedale bresciano a sottoporci la trattamento Stamina, isolati e dimenticati da tutti, avevamo e abbiamo ancora una speranza, la legge, che è l’unica che è rimasta dalla nostra parte. Forse vorranno levarci anche quella per non avere scrupoli o rimorsi nel caso, che un giorno, si scoprisse la verità: Stamina funziona".

L’Osservatore d’Italia con le inchieste prodotte in tutti questi mesi aveva più volte invitato la magistratura italiana a fare luce su queste ombre inquietanti, un dovere di trasparenza che anche l’Antitrust dovrebbe valutare e rivolgere le indagini soprattutto in quelle maglie e ora più che mai diventate crepe dei conflitti d’interesse che non più silentemente minano l’onestà intellettuale con la manipolazione e mistificazione dei documenti e dati oggettivi. Questo castello di carta non è più solido come si vorrebbe far credere.




IL SEGRETO DI STAMINA

di Cinzia Marchegiani

Stamina continua a fronteggiare i vuoti legislativi e problemi di coerenza postumi che mette il paese ad un bivio pericoloso.
L’avv. Tiziana Massaro, mamma del Piccolo Federico, malato del morbo di Krabbe replica con una lettera aperta al Dr Amedeo Bianco che rendeva pubblica la propria posizione con il comunicato sull’Ansa del 23 maggio 2014, in merito all’ordinanza del Tribunale di Pesaro che attribuisce un importante passo avanti nella lotta al riconoscimento dei diritti dei malati, che qui riportiamo nella sua interezza: Ansa 23.05.2014 "Le terapie segrete non possono essere somministrate. Lo vieta il Codice deontologico medico", e per questo motivo "affiancheremo il presidente dell'Ordine di Brescia e siamo solidali con tutti i medici degli Spedali Civili". Lo ha affermato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco, a margine della presentazione del nuovo Codice deontologico dei medici, in riferimento all'ordinanza del Tribunale di Pesaro che incarica il presidente dell'Ordine di Brescia, Ottavio Di Stefano, di individuare i medici che possano praticare il trattamento Stamina sia tra il personale degli Spedali Civili di Brescia o avvalendosi di colla
borazioni esterne”. Di seguito la replica e un’arringa dell'Avv. Massaro, che scatta una fotografia imbarazzante della sanità pubblica italiana e proietta ombre inquietanti sulla gestione e tutela del diritto del malato.

Gent.mo Dott. Bianco,
formulo la presente in qualità di avvocato e genitore esercente la patria potestà sul minore Federico Mezzina, unitamente al sig. Vito Mezzina, per riscontrare Sua dichiarazione resa in data 23.05.14 e ripresa dall’Ansa, come di seguito riportata, attinente alla somministrazione del trattamento Stamina, al fine di
significarLe quanto segue.

La Sua opposizione pare fondarsi su un errato presupposto di fatto: la segretezza della terapia infusa. Invero la terapia infusa con il metodo Stamina non è affatto segreta. Ossia non è segreto il prodotto che viene infuso ma la metodica con cui si perviene a quel prodotto. Infatti, è l’Azienda Spedali Civili di Brescia, a mezzo dell’attività dei propri medici ospedalieri, che certifica che vengono infuse cellule staminali mesenchimali; la quantità infusa di volta in volta sia per via endorachidea che per via venosa; sono gli stessi Spedali che effettuano le analisi standard sul prodotto (dalla conta cellulare precongelamento a quella postcongelamento; test di vitalità cellulare mediante Tryplan blue e 7-ADD; Immunofenotipo (CD45+, CD14+, CD19+, CD34+, HLA–DR, CD37+, CD105+, CD44+, CD29+, CD166+, ….), test di sterilità mediante emocoltura aerobi, emocultura anaerobi, indagine batteriologica per ricerca miceti, valutazione attività telomerasica… e tutto quanto necessario ad assicurare, a detta dello stesso Spedale, tutte le garanzie di sicurezza e sterilità del prodotto cellulare eseguite a seguito della caratterizzazione del prodotto finito e ciò per ogni paziente (come da documenti allegati a titolo esemplificativo).

Tenga in conto che la caratterizzazione del prodotto viene eseguita anche dopo la somministrazione del prodotto cellulare su una quantità di cellule che vengono prelevate da quelle da infondere, sempre al fine di garantire la massima sicurezza di ciò che viene infuso.
Tali circostanze dovrebbero essere a Lei assai note atteso che fa parte, nella Sua qualità di sentore del Partito Democratico, della commissione di “Indagine conoscitiva su origine e sviluppi del cosiddetto caso Stamina” .
Qualora ciò non fosse stato approfondito durante la detta indagine ne deriverebbe una gravosa lacunosità dell’indagine stessa. Tale lacunosità sarebbe ancor più grave di quella derivante dal fatto che non vi è stata l’audizione dei genitori dei pazienti in cura, sebbene gli stessi abbiano avanzato innumerevoli richieste in tal senso che, con la presente, si devono intendere ulteriormente reiterate. Tali lacunosità sarebbero sconcertanti se l’attività della Commissione de qua fosse propedeutica a un eventuale nuovo intervento legislativo. I primi responsabili di un intervento legislativo basato su tali presupposti saranno facilmente individuabili nel Presidente di tale Commissione, nei relatori e nei suoi membri.

Inoltre, appare evidente che non si è tenuto in alcun conto che i medici che solo oggi si rifiutano di eseguire le prestazioni sono gli stessi medici che hanno, per oltre e da oltre due anni, prestato la loro attività per l’esecuzione della terapia Stamina, alcuni dei quali hanno avuto persino congiunti in cura con lo stesso trattamento, gli stessi medici che hanno dichiarato che sono state effettuate oltre 400 infusioni senza effetti collaterali (come da documento allegato) e, in alcuni casi, hanno certificato risultati migliorativi, come da documenti consegnati dall’Azienda di Brescia alla Commissione Sanità di cui è membro.

Al fine di sottrarsi alla legge e all’ esecuzione delle ordinanze dei Tribunali è stato invocato il codice dentologico 2014, codice ancora incompleto poiché manca l'approvazione di 4 allegati prevista per il 7 giugno prossimo. Invero chi invoca il codice deontologico richiama solo, ed esclusivamente, l’art 4 del codice deontologico, secondo cui l’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità, recita, inoltre, che il medico ispira la propria attività professionale ai principi e alle regole della deontologia professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura.

Ma si dovrebbe ricordare e sapere che la sopra detta formulazione è la diretta conseguenza dell’art. 3 che lo precede costituendone la premessa: “Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della
persona”. Inoltre, proprio tale codice stabilisce, e pretendo che si richiami e attui, la continuità delle cure: “Il medico garantisce la continuità delle cure e, in caso di indisponibilità, di impedimento o del venire meno del rapporto di fiducia, assicura la propria sostituzione informando la persona assistita” (art. 23). Invece, coloro che in questi giorni richiamano il codice deontologico pare non conoscano altra norma se non quella di cui all’art. 4, riferendosi alla terapia Stamina come terapia segreta, nonostante segreta non lo sia affatto come prima evidenziato; ignorano, nonostante sia strettamente attinente al caso di specie, l’art 22 dello stesso codice secondo cui “Il medico può rifiutare la propria opera professionale quando vengano richieste prestazioni in contrasto con la propria coscienza o con i propri convincimenti tecnico-scientifici, a meno che il rifiuto non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona, fornendo comunque ogni utile informazione e chiarimento per consentire la fruizione della prestazione”.

Ebbene, Federico Mezzina sta subendo grave nocumento dall’interruzione della cura; sono ricomparsi tanti dei sintomi che contraddistinguevano la malattia prima delle infusioni e la sua salute psicofisica sta regredendo e mostra sofferenze; eppure i medici si rifiutano, in violazione degli tabella 3, 22 e 23 del codice deontologico, di alleviare le sofferenze del malato, di fornire la loro prestazione senza fornire un sostituto e alcuna informazione utile e/o chiarimento che possa consentire la fruizione della stessa prestazione. Pertanto, prima che un medico assuma una qualsiasi posizione dovrebbe conoscere e vagliare lo stato di salute di ogni singolo paziente, le sue sofferenze, il suo dolore, gli effetti collaterali e/o, come nel caso di specie, i miglioramenti ottenuti dal paziente a seguito della somministrazione di una terapia. Ne deriva che non potranno negare la continuazione di una terapia e dovranno respingere “interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura”. Per certo posso dire che lo stato di salute di Federico Mezzina non è stato da Lei, come da nessuno altro che si è espresso sulla vicenda de qua, minimamente esaminato; non sono stati sentiti i medici e/o gli operatori sanitari che lo hanno in cura, non sono stati visionati gli esami strumentali relativi alla deglutizione a cui è stato sottoposto il bambino, non sono stati visionati i suoi esami emato-chimici, pre e post infusione relativi all’indicazione di sofferenze del fegato e/o ad accumulo di metaboliti nel sangue. Nessuno clinico ha fornito un raffronto di fatto, e/o fondato su pubblicazioni scientifiche, tra lo stato di Federico Mezzina e quello di altro paziente affetto dalla stessa patologia e dalla stessa mutazione genetica, al fine di poter compiere un’analisi comparativa che possa escludere che lo stato di salute di Federico Mezzina sia determinato dalla terapia cellulare con il metodo Stamina effettuata dal minore, unica terapia a cui è stato sottoposto lo stesso.

Il comportamento oggi tenuto dei medici costituisce violazione non solo della legge e delle ordinanze ma anche del codice deontologico! Inoltre, lo stesso codice deontologico all’Art. 15 prevede che “Il medico può prescrivere e adottare, sotto la sua diretta responsabilità, sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali nel rispetto del decoro e della dignità della professione”. Poiché il minore ha un medico prescrittore che si è assunto la responsabilità della terapia, lui, e solo lui, potrebbe decidere di sospendere la stessa terapia. Nel caso de quo, il medico prescrittore di Federico Mezzina ha offerto la propria disponibilità agli Spedali Civili di Brescia ad effettuare le infusioni con il metodo Stamina!!

Una possibile obiezione di coscienza, ove la stessa fosse normativamente prevista (e non lo è) e nei limiti stessi della previsione normativa (che non esiste) sarebbe applicabile solo al medico infusore. Giova ricordare che l’esercizio dell’obiezione di coscienza può essere esercitato solo in presenza di una norma giuridica che legittima e scrimina il suo esercizio. Per esemplificare: la legge n. 194/1978 esplicitamente riconosce il diritto all’obiezione di coscienza in caso di aborto mentre nel caso di specie nessuna norma autorizza l’esercizio dell’obiezione di coscienza.

Vi è più. La stessa norma che legittima l'obiezione in caso di aborto non può riferirsi anche all'assistenza antecedente e conseguente all'intervento, riconoscendo al medico obiettore il diritto di rifiutare di determinare l'aborto ma non di omettere di prestare l'assistenza prima ovvero successivamente ai fatti causativi dell'aborto, in quanto deve comunque essere assicurata la tutela della salute della donna, anche nel corso dell'intervento di interruzione della gravidanza (Cassazione penale , sez. VI, sentenza 02.04.2013 n° 14979).  Pertanto, oltre al fatto che non sussiste alcuna norma che legittimi l’obiezione di coscienza nel caso di specie, anzi, vi è una legge – la 57/13 – che autorizza e legittima la somministrazione della terapia, si evidenzia che un’eventuale obiezione di coscienza non può estendersi alle attività precedenti, successive e/o concorrenti all’infusione.

Quindi, nulla osterebbe all’esecuzione della terapia autorizzata così come nulla legittimerebbe l’astensione dall’esecuzione di quella stessa terapia! Certamente non si può pensare che il richiamo al codice deontologico, che pare volutamente, impropriamente e inopportunamente, limitato all’art. 4, costituisca norma per l’esercizio dell’obiezione di coscienza atteso che, mutatis mutandis, si deve ritenere che il codice deontologico medico secondo la Cassazione civile a SS.UU, (sentenza 25.06.2013 n° 15873) non abbia carattere normativo.
Da ciò ne deriva, ictu oculi, che un comportamento, anche se consentito dal codice deontologico, qualora violi una legge non è scriminato e costituisce fatto reato. Penso che sia superficiale ricordare che le cellule staminali di Stamina sono state analizzate dall’ISS, da cui è scaturito il comunicato stampa del Ministero della salute n. 173/13 e che dopo tale analisi sia stata varata una legge, in vigore, che ne consente l’utilizzo.

Penso sia superficiale evidenziare che Lei sa benissimo che vengono infuse cellule staminali anche se poi, in Commissione Sanità della Regione Lombardia, ha fornito informazioni non condivise e/o condivisibili scientificamente attesa la dichiarazione da Lei rilasciata nel convegno “Medici e Magistrati” del novembre 2013: “In commissione speciale misi a disposizione dei senatori quel poco di letteratura medica sulle cellule staminali mesenchimali esistente. Non c'è nessuna evidenza né letteratura scientifica che sostenga come tali cellule possano diventare cellule del sistema nervoso. Se così fosse sarebbe davvero un fatto epocale. Tentai anche di fornire ai decisori le informazioni sul cosiddetto metodo, ma nessuno fu in grado di trovarle. Poiché, però, a Brescia alcuni pazienti erano già in cura, suggerii la sperimentazione scientifica per tentare di instradare qualcosa che era già partito all'interno di un sistema con regole precise”.

Questa Sua dichiarazione merita almeno tre osservazioni che evidenzieranno la insostenibile contraddizione che oggi manifesta e la Sua scarsa informazione sull'argomento, molto grave visto che anche da Lei dipende l'annunciato nuovo testo legislativo che si prefigge di cancellare le cure compassionevoli a Brescia:
1) La letteratura medica sulle cellule staminali è tantissima, altro che 'poco di letteratura.

2) Che le cellule staminali mesenchimali si possano trasformare in neuroni è scientificamente provato. Non chieda all'estero, non chieda in Ungheria. Per non scomodarsi chieda in Italia, consulti la Cell factory del Policlinico di Milano, si faccia avere delucidazioni dal prof. Gianni Pezzoli, dall'ISS. Le facilito la ricerca indicandole un link dal quale partire: http://blog.ilgiornale.it/locati/2013/11/19/quando-gli-scienziati-dicono-bugie-le-staminali-possono-diventare-neuroni/Qui il prof. Pezzoli precisa che “le mesenchimali sono staminali multi-potenti, si trasformano in altri tipi di cellule e se opportunamente istruite possono riparare i circuiti motori. Producono fattori di crescita che vengono utilizzati da altre cellule in difficoltà. Quando abbiamo chiesto l’autorizzazione all’istituto superiore di Sanità abbiamo mostrato che le cellule prelevate dal midollo osseo dei pazienti, trattate in laboratorio, hanno rilasciato il fattore di crescita BDNF (fattore neutrofico cerebrale)”. Legga il resto.

In quello stesso convegno del novembre 2013 intervennero anche Francesco De Ferrari, professore di Medicina Legale all'Università degli Studi di Brescia e Luciano Eusebi, professore di Diritto penale alla Cattolica di Milano. Le ricordo le loro dichiarazioni:“Non capisco il disagio manifestato dai medici del Civile che hanno proposto il trattamento Stamina, soprattutto perché questo disagio è emerso solo dopo il blocco dell'Agenzia italiana del farmaco. Capisco invece il magistrato che, proprio sulla base del fatto che quel trattamento qui a Brescia era stato accolto, ordini ai medici bresciani di praticarlo. I giudici non hanno voluto forzare la volontà di nessuno perché hanno creduto che, se qui era stato proposto, qui era dunque anche bene accetto”(F. De Ferrari).“Su stamina ci sono indizi razionali di attendibilità che meritano di essere verificati. Li hanno riscontrati alcuni medici evidenziando un decorso molto inconsueto per alcune malattie. È molto importante che accertatori esterni e pluridisciplinari lo verifichino. Perché sono convinto che la verifica dell'evoluzione dei pazienti sia in linea con i principi della medicina moderna che si basa sulle prove” (L. Eusebi).

Non condivido il Suo essere “molto preoccupato” dall’Ordinanza del Tribunale di Pesaro, poiché “mette il presidente Di Stefano in una palese situazione di conflitto di interesse istituzionale” perché, mi spiace doverLe ricordare, che lo stesso Dott. Di Stefano ha fatto parte del Comitato Etico che ha autorizzato la terapia cellulare con Stamina all’Ospedale di Brescia senza che possa essere addotta come scusante la circostanza che alla richiesta da parte dello stesso Comitato Etico sull’inizio delle terapie de qua “L'Aifa disse no e il comitato etico respinse la richiesta dell'uso compassionevole. Successivamente, l'azienda richiese nuovamente all'Aifa adducendo altre motivazioni e l'Aifa disse che non ravvisava elementi ostativi. Il comitato etico si adeguò".

Ma i medici non dovrebbero essere liberi da condizionamenti di qualsiasi natura? I medici non dovrebbero avere una diligenza qualificata nell’autorizzare e somministrare, o meno, delle cure, dei trattamenti? Quei medici, allora, o sono responsabili per il loro operato al momento dell’autorizzazione e somministrazione delle cure o lo sono oggi!!  Comunque sono responsabili o per i fatti di ieri o per quelli di oggi!

Quindi la Sua preoccupazione nei riguardi della posizione del Dott. Di Stefano è del tutto priva di fondamento. Il Dott. Di Stefano, nella Sua pregiatissima qualità di ausiliario del Giudice, deve dare attuazione all’ordinanza del Tribunale così da rispettare, altresì, le numerose norme del codice deontologico sopra
richiamate. Mi spiace dover ricordare che vi è stata l’analisi cellulare da parte dell’ISS e la successiva emanazione della legge; mi spiace dover evidenziare che non vi sono stati effetti collaterali dalla somministrazione della terapia; mi spiace dover porre in risalto i miglioramenti ottenuti a seguito di quella terapia; mi spiace dover opporre che non vi è legge che legittima l’obiezione di coscienza de qua; mi spiace dover evidenziare la violazione del codice deontologico nel momento in cui i medici non hanno assicurato la propria sostituzione e si sono sottratti alla terapia senza fornire un sostituto e le dovute informazioni, e si siano lasciati condizionare in violazione dello stesso codice deontologico; mi spiace evidenziare lo stato di malessere psicofisico in cui versa Federico Mezzina a causa dell’interruzione della terapia; mi spiace evidenziare la mancata audizione dei genitori presso la commissione Senato; mi spiace che troppi soggetti stanno interferendo contro la legge e gli ordini dei giudici pur essendo soggetti che rivestono un ruolo politico.

Resto in attesa di Suo cortese riscontro e porgo cordiali saluti.

Avv. Tiziana Massaro

 

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STAMINA, MINISTRO LORENZIN: CONTRADDIZIONI SHOCK

di Cinzia Marchegiani

Illustrissimo magistrato, non conosco il suo volto e neanche il suo nome, ma la sua capacità di analisi e di logica non potrà che trovare interessante la documentazione che è emersa su tutti i personaggi che ruotato intorno al caso stamina, partendo dalle istituzioni fino al conosciutissimo Davide Vannoni.

Ognuno con il proprio contributo è diventato l’attore principale di una storia che per la sua assurdità sta erodendo l’etica di questa nazione, ma soprattutto mette a rischio la garanzia del diritto costituzionale scippato a bambini che hanno già un destino segnato da una malattia degenerativa. A conti fatti queste famiglie sembrano abbandonate da tutti e condannano la mancanza di un garante non solo dei malati e dei minori, ma anche della costituzione italiana.

Riflessioni opportune servono sulla bioetica e sulla biogiurisprudenza sicuramente, ma esistono in questa Shakespeariana storia importanti documenti che devono richiamare l’attenzione vigorosa e autorevole per riuscire definitivamente a sciogliere l’intreccio, voluto o meno, che blinda le terapie al comitato scientifico e all’inchiesta in corso su Davide Vannoni.

Un labirinto complicato si è andato costruendo su una terapia che ha dimostrato, con documenti messi agli atti, come le infusioni somministrate agli Spedali Civili di Brescia non abbiano prodotto effetti collaterali, che vanno ad avvalorare la dichiarazione del ministro Balduzzi. A Zagarolo il cerchio si chiude su questa grottesca situazione, che mette tra l’altro alla mercé dell’opinione pubblica i genitori spesso fotografati dai media come inconsapevoli, disposti a tutto anche a mettere in pericolo la salute dei propri figli e sopratutto come dei disperati. I genitori del piccolo Daniele hanno atteso l’arrivo del ministro Beatrice Lorenzin, la quale in questi giorni sta facendo un tour nel Lazio per la sua campagna elettorale che la vedono candidata alle europee nella lista NCD. Daniele non ha una malattia degenerativa, ma è un bimbo che ha subito un danno cerebrale alla sua nascita, dalla malasanità italiana. La famiglia Persichillo è venuta da Roma esclusivamente per parlare con il ministro della salute, hanno un’ordinanza di un giudice che riconosce al figlio le terapie con Stamina, disattesa però da un ospedale pubblico italiano che non riconosce la sentenza e blocca una lista lunghissima di malati.

Mamma Ilaria sa benissimo che la Lorenzin rappresenta la sanità in Italia e nonostante abbia tanta rabbia, con la forza e la dignità di una madre coraggiosa, stringe la mano al ministro e gli chiede un colloquio. Ilaria insiste guardandola negli occhi, e solo dopo l’insistenza degli amici si riesce a strappare la promessa di conferire in privato con loro. Mentre Lorenzin viene condotta in visita nei vari reparti della struttura, passa proprio affianco a Daniele mentre viene viene aspirato con cannule fino alla gola…(operazione necessaria per Daniele e che occupa gran parte della sua giornata) e lo guarda in maniera singolare. Il programma della visita segue la scaletta, e il ministro davanti alle persone intervenute comincia a parlare di sanità pubblica, ne fotografa le emergenze e anche gli obiettivi, mentre mamma Ilaria è in prima fila con il suo cucciolo.

L’Osservatore d’Italia con una telecamera ha seguito tutte le fasi di questa giornata che diventa un importante contributo per cominciare ad incastrare tasselli di un puzzle che sta mostrando la sua vera fisionomia. Questo appuntamento viene vissuto dai genitori come una scalata a pieni nudi verso la vetta di una altissima montagna, palpabili sono le angosce per il proprio figlio che non
ha altre alternative.
Ilaria ascolta in prima fila le parole della Lorenzin che a fine intervento e dopo un dibattito animato per decidere chi poteva accompagnare i genitori, incontra Ilaria e Fabrizio in privato, come se la sanità pubblica di cui prima aveva parlato non poteva riguardare le altre persone presenti. Dal filmato si capisce come il ministro abbia consentito l’incontro esclusivamente ai genitori, i quali fortunatamente riescono a far entrare anche il loro figlio. Prima di chiudere la porta si riesce a sentire che il ministro uscirà da una via secondaria, che non ha permesso che le venissero rivolti importanti quesiti. Ma la provvidenza e l’intelligenza dei genitori hanno innescato risposte attese da tempo.

Come da programma, i genitori escono da soli da quell’incontro, che raccontano nei minimi dettagli. Ilaria è sconvolta, la sua delusione emerge nel suo sguardo dolce e offeso, suo marito nell’amarezza non sembra sconfitto, è un uomo saggio, sa benissimo che quello che ha ottenuto vale più di tante discussioni e dibattiti inconcludenti su stamina. Documento con una ripresa le affermazioni di Ilaria, dove emerge una verità imbarazzante, poiché Fabrizio nel conferire con la Lorenzin gli fa comprendere che non sono genitori così disperati da mettere a rischio la vita del proprio figlio e chiedono quindi se esistono prove della pericolosità delle infusioni e che in merito alla sue dichiarazioni prenderanno importanti decisioni. Ma il ministro afferma che non ha prove, non sa se fanno male oppure bene e in merito al documento che Fabrizio gli mostra con il suo smartphone, il comunicato 173 pubblicato sul sito del suo Ministero, lei conferma di conoscerlo ma lo considera ormai un documento “datato”. Questo è il suo contenuto: “23 agosto 2012. In relazione a notizie di stampa circa l’ispezione da parte dell’Aifa e dei Carabinieri del Nas effettuata nel mese di maggio all’azienda ospedaliera “Spedali Civili” di Brescia si precisa che la presa visione dei campioni, conservati in vapori di azoto liquido presso la sala criogenica del Laboratorio di Cellule Staminali dell’Oncoematologia Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera “Spedali Civili” di Brescia, da parte dei membri del commissione di ispezione, è stata effettuata con le dovute precauzioni e in conformità alla buona pratica di laboratorio e alle norme tecniche in ambito criobiologico, al fine di garantire il mantenimento delle caratteristiche biologiche e funzionali delle cellule congelate. La correttezza della procedura è dimostrata dal fatto che l’analisi della vitalità delle cellule, effettuata presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT, Ed. 5, marzo 2012), è risultata essere del tutto adeguata a qualsiasi uso terapeutico.” Ma la Lorenzin va oltre l’inaspettato e cercando di sollevare responsabilità sulle decisioni in merito a stamina, racconta che lei non può nulla, che deve attenersi alla decisione che prende una commissione (?) che deve attenersi alle decisioni della commissione scientifica (?) ma soprattutto che la sua immobilità dipende da un presunto ritrattamento da parte del Dott. Villanova rispetto a quanto dichiarato prima positivamente nei confronti di Stamina. L’istintiva delusione dei genitori non ha fatto però dubitare della posizione del dr Villanova, poiché ha sempre chiesto trasparenza e l’importanza di uno studio dovuto agli effetti che i suoi pazienti hanno avuto.

Raggiunto da L’Osservatore d’Italia il dr Marcello Villanova smentisce categoricamente: “Cosa avrei dovuto ritrattare, le gambotte di Sebastian che si muovono dopo un lungo periodo di immobilità, la velocità dei movimenti delle gambe della Celeste e perché no, della Desiree? Non è da me ritrattare, non ne vedo il motivo quando dichiari il vero. Ritengo, invece, che siamo di fronte ad una vera tragedia, ad una caduta di civiltà ed abbandono di responsabilità civili e morali da parte di molti (nessuno escluso!) a cui si associa una reazione patetica “accademica” italiana che non è stata in grado di dare risposte esaurienti a chi soffre.” In effetti il dottor Villanova, avendo seguito il piccolo Sebastian e anche Gioele, prima e dopo le terapie con stamina, possiede la documentazione delle cartelle cliniche e il relativo follow-up.

Queste importanti osservazioni cliniche testimoniano come sia importante avviare la sperimentazione, le evidenze cliniche che sono assenti nel panorama delle malattie “rare e orfane di cure” di cui la scienza, oltre che la sanità pubblica, dovrebbero mettere in agenda uno studio appropriato, conferendole l’assoluta priorità nella ricerca. Illustrissimo Magistrato, non conosco il suo nome e neanche il suo volto, l’attenzione al materiale emerso chiede il contributo attivo della giustizia in questa shakespeariana storia. Il documento datato 23 agosto 2012 dell’ISS, quello che il ministro dichiara ormai “obsoleto”, confuta la validità del preparato ad uso terapeutico che però non viene considerato autorevole. Il documento ormai noto con il N.173 testimonia la traccia della valutazione delle provette acquisite dopo l’ispezione dei Nas e Aifa e Ministero della Salute avvenute in data 29/2/2012 e 1/3/2012 ispezione NAS di Torino e in data 8 e 9/05/2012 ispezione NAS -Torino coadiuvati da personale AIFA. La sequenzialità delle date lascia molte ombre ed enigmi irrisolti, l’AIFA infatti, comunicava all’azienda ospedaliera di Brescia l’ordinanza n.1 del 15.5.2012 (solo dopo quattro giorni dall’ispezione avvenuta nei laboratori) un blocco che vieta la manipolazione delle cellule staminali nel laboratorio….date importanti che devono richiedere un’attenta indagine, mentre il documento dell'ISS è datato agosto 2012.

Inoltre il Commissario Belleri, nella sua lunga documentazione che ha presentato alla Commissione Conoscitiva al Senato dichiara inconfutabilmente che: “Il TAR dà atto poi che erano superati anche i rilievi relativi al laboratorio, avendo la ASL di Brescia, su incarico della Regione, riscontrato la piena idoneità dello stesso a trattare le cellule emopoietiche, attività questa da tempo espletata, notoriamente a livello di eccellenza (anche AIFA del resto, aveva precisato che i rilievi mossi riguardavano non il laboratorio in sé, ma il fatto che esso mancava delle caratteristiche e della autorizzazione a trattare le cellule staminali mesenchimali in GMP). Ricordando che il controllo sul laboratorio di Brescia è stato effettuato e controllato come se fossero in atto delle produzioni di medicinali (GMP) e non cure compassionevoli. Dopo la smentita del dottor Villanova doverosa, dopo le importanti affermazioni del ministro Lorenzin, ci si chiede ancora quanto tempo debba passare affinché un GARANTE delle leggi e della costituzione possa riportare nell’alveolo della giustizia la verità oggettiva frutto di una seria indagine. Sembra che in questo paese è concesso disattendere e ignorare le sentenze di un giudice in base alle opinioni personali, sentenze che concedono un diritto ad un malato appaiono irrilevanti. Stamina ad oggi fotografa un legittimo sospetto. Illustrissimo Magistrato, sarebbe bello conoscere il suo nome.

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