Roma, Squadra Mobile: sgominata organizzazione criminale attiva sul litorale

ROMA – Al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e protrattasi per circa un anno, alla prime ore della mattinata odierna, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della DDA presso la locale Procura della Repubblica, nei confronti un’organizzazione criminale, operante sul litorale romano, finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

12 le misure cautelari eseguite nei confronti del sodalizio criminale che si era organizzato al fine di reperire, acquistare, trasportare e commercializzare rilevanti quantitativi di droga del tipo cocaina hashish e marijuana, destinata al mercato della capitale.

L’attività investigativa svolta dalla Prima Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile capitolina, coordinata dalla D.D.A., scaturisce dal costante monitoraggio della realtà criminale organizzata presente sul litorale romano e pontino.

I conseguenti e successivi sviluppi investigativi hanno consentito di individuare l’esistenza di una vera e propria organizzazione delinquenziale dedita al traffico internazionale di droga importata dal Sudamerica, in particolare dal Perù, destinata al mercato della Capitale e del litorale romano, distribuita in maniera capillare attraverso una rete di pusher, avente base logistica nel comune di Fiumicino, strutturata in modo complesso e composta da una serie di soggetti in stretta sinergia tra loro nella gestione di ogni aspetto dell’illecito traffico, ciascuno con compiti ben precisi.

Al vertice vi era una donna, Bianca ZARFATI, detta la “Regina della neve”, pregiudicata anche per reati specifici, la quale intratteneva direttamente i rapporti con il fornitore peruviano dal quale si approvvigionava regolarmente; sotto di lei vi erano diverse persone che operavano in qualità di partecipi all’associazione con diversi compiti e ruoli, ma solo a lei spettavano le funzioni organizzative e direttive, non essendovi cogestori o finanziatori: vi era chi si occupava di ausiliare il capo, consegnando denari e preziosi quale corrispettivo della sostanza stupefacente importata, chi faceva il pusher, chi il corriere partendo dal sudamerica per prelevare la droga e portarla in Italia o prendendola dopo che arrivava a Milano, chi la occultava per poi spacciarla, chi custodiva i proventi delle cessioni.

L’organizzazione poteva disporre di numerosi mezzi (automobili e cellulari) e materiali (strumenti atti alla pesatura e confezionamento della droga) ma anche di abitazioni (sia a Roma che a Fiumicino, luoghi serventi per la detenzione della droga), di armi (una pistola smith  & wesson ritrovata durante l’indagine) o del denaro (provento dello spaccio o da reinvestire per altra droga da acquistare dal fornitore peruviano).

Tra gli arrestati, di cui 5 fatti in flagranza di reato durante l’indagine, figurano italiani (romani in particolare) e stranieri: una cittadina bulgara, 3 donne peruviane ed un uomo di etnia albanese.

I luoghi di spaccio erano Ostia e Fiumicino, nella maggior parte dei casi, e  Roma, il più delle volte con appuntamenti dati dai pusher ai clienti presso la Stazione della Metropolitana Battistini.

L’attività tecnica, basata sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso di fornire un notevole contributo probatorio all’indagine, con l’essenziale supporto di plurimi elementi di riscontro forniti dai sequestri di sostanza stupefacente, con conseguenti arresti in flagranza di reato, non dimenticando il contributo fornito dai  pedinamenti, dai servizi di osservazione, dai tracciati gps posti sulle autovetture e dalla acquisizione di documentazione: sono stati infatti sequestrati circa kg. 3,5 di cocaina e kg. 3 di hashish, nonché quasi 150.000 €uro di provento dello spaccio ed una pistola di provenienza furtiva.

In una circostanza sono stati arrestati, a riscontro dell’attività in corso, i due soggetti più importanti del gruppo, trovati all’interno della loro autovettura, con 500 gr. di cocaina, occultata dentro un dolce, nello specifico una colomba pasquale ben confezionata come se fosse ancora integra.

La droga, in modo criptico, veniva chiamata in diversi modi ma sempre col riferimento al cibo: “pasta”, “barilla”, “spaghetti” o “rigatoni” ma anche “spezzatino” o “crema”; in qualche caso anche “polline”.

Vi era poi un’elaborazione di un codice comunicativo anche con riferimento ai soprannomi dei membri dell’organizzazione.

I prezzi stabiliti dal mini cartello erano di:80.000 € al kg. per la cocaina;2.500 € al kg. per l’hashish;1.800 € al kg. per la marijuana.

Quando la droga non veniva fatta arrivare in Italia, passando per Milano, le donne peruviane del gruppo si recavano direttamente in Perù per rifornirsi, acquistandola da un trafficante in particolare, chiamato Nieto, per poi portarla a Roma dove, a seguito delle indicazioni della “Regina”, veniva immessa sul mercato romano ed i proventi della vendita subito reinvestiti per nuovi acquisti; circa 22 persone ruotavano attorno all’associazione, nella quale 12 soggetti ne facevano parte in modo stabile, animati dal perseguimento di un unico intento comune, vale a dire quello di lucro; infatti l’unico scopo del sodalizio era quello di ricavare profitti elevati senza lo svolgimento di alcuna attività lavorativa. Era diventata ossessiva la necessità di recuperare le somme che rappresentavano il corrispettivo della sostanza ceduta.

L’indagine è durata diversi mesi, da settembre 2015 fino ad aprile 2016, ed è stata chiamata Regina, per il soprannome dato da tutti i sodali del gruppo al loro capo, chiamata “Regina” o “Regina della neve”.

Stamattina gli agenti della Squadra Mobile capitolina hanno messo fine a questa lucrosa organizzazione criminale.




ROMA: COLPITA GANG SUDAMERICANA, 10 ARRESTI

Redazione

Roma – Bande ben organizzate, di etnia sudamericana, che compivano rapine a soggetti più deboli, prevalentemente donne e anziani. È quanto scoperto, dopo una minuziosa e lunga indagine anche tramite l'analisi delle richieste al 113, dai falchi della Squadra mobile di Roma, la sezione motociclisti in borghese, che ha arrestato complessivamente 10 persone. Sono accusati, a vario titolo, di furto aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. In particolare gli agenti hanno fatto luce su quattro episodi criminosi successi nella Capitale.

Particolarmente determinati e organizzati in vere e proprie "batterie", alcuni componenti delle gang utilizzavano come punti d'incontro diversi "ristoranti etnici" dislocati in vari luoghi della Capitale, dove si incontravano per pianificare le loro attività, scelta sicuramente non casuale con lo scopo di confondersi con i connazionali incensurati.

Inoltre, i componenti delle bande avevano documenti d'identità contraffatti con cittadinanze cubane, messicane o guatemalteche, al fine di sfuggire eventuali verifiche delle forze dell'ordine.

Sono ancora in corso le attività di riscontro del materiale sequestrato per poter individuare le restanti vittime e facilitare la restituzione degli effetti personali.




ALBANO, ARDEA E POMEZIA, SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE ANCHE MINORILE: ESEGUITI 9 PROVVEDIMENTI RESTRITTIVI

Redazione

Albano, Ardea e Pomezia (RM) – La Squadra Mobile della Questura di Roma ha eseguito 9 provvedimenti restrittivi a carico di cittadini stranieri responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento, induzione e allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile.
3 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal GIP di Roma, sono state eseguite nella prima mattina odierna tra Pomezia e Roma, mentre 6 fermi di indiziato di delitto sono stati effettuati nei comuni di Albano, Ardea e Pomezia già lo scorso 12 settembre.




ROMA, SQUADRA MOBILE ROMANA ARRESTA LATITANTE APPARTENENTE A COSCHE MAFIOSE CALABRESI

Redazione

Roma – Nel tardo pomeriggio di ieri, a seguito di una capillare investigazione gli uomini della Squadra Mobile di Roma hanno arrestato Massimiliano Sestito – nato a Rho (Milano) il 25.10.1971 – latitante dal 9 agosto scorso, poiché colpito da un ordine di carcerazione dalla Procura della Repubblica c/o il Tribunale Ordinario di Milano – Ufficio Esecuzioni Penali in data 10.08.2013 essendosi sottratto ad un provvedimento di sottoposizione alla semilibertà.

Gli specifici servizi di osservazione effettuati sul territorio cilentano da operatori della Squadra Mobile di Roma, hanno permesso di localizzare sulla spiaggia di via Saline in località Centola (SA) frazione Palinuro, un uomo in abbigliamento balneare riconosciuto immediatamente per il latitante che, munito di documenti di identità intestati ad un altro soggetto, è stato sorpreso in compagnia di un favoreggiatore identificato per GALLO Antonio.

Il Sestito, pluripregiudicato per omicidio, associazione a delinquere e traffico di sostanze stupefacenti, era detenuto presso la Casa Circondariale di Rebibbia Roma, in regime di semilibertà ed è considerato organico alla cosca IOZZO-CHIEFARI-PROCOPIO attiva nel soveratese.

I suoi trascorsi criminali evidenziano l’estrema pericolosità dell’uomo.

Infatti, il 20 agosto 1991 a un posto di blocco a Satriano, in provincia di Catanzaro, per scappare da un controllo dei carabinieri, non ha esitato a uccidere l'appuntato dei Carabinieri Renato LIO a colpi di pistola.

Risulta anche una segnalazione dell’Interpol, risalente ad appena un mese prima dell’omicidio dell’appuntato LIO, secondo cui il SESTITO sarebbe stato segnalato per il reato di tentato omicidio e rapina a mano armata, fatto avvenuto nell’area di sosta, sita sulla strada nazionale svizzera, in località Apfelwuhr.

Nel corso della successiva perquisizione domiciliare dell’abitazione del favoreggiatore del SESTITO, sita in Palinuro (SA), nella disponibilità di GALLO Antonio, originario di San Giorgio a Cremano, gli investigatori della Squadra Mobile di Roma hanno constatato la presenza di indumenti, effetti personali e documentazione riconducibili al latitante SESTITO Massimiliano, motivo per il quale GALLO Antonio e sua madre QUIRITI Anna, sono stati tratti in arresto per il reato di procurata inosservanza di pena, previsto dall’art. 390 del codice penale.

Dopo le formalità di rito, il SESTITO è stato associato presso la casa circondariale di Vallo della Lucania (SA) mentre il GALLO e la QUIRITI, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso l’abitazione di Palinuro.

Da ultimo, va aggiunto che le investigazioni della Squadra Mobile capitolina portano a ritenere che l’odierno latitante può essere ritenuto un elemento di spicco della ‘ndrangheta calabrese e, come tale, gravitante in contesti ‘ndranghetistici della Capitale territorio nel quale, com’è noto, il 24 gennaio scorso è stato consumato l’omicidio di chiara matrice mafiosa a carico del pregiudicato calabrese FEMIA Vincenzo, ritenuto il referente sul territorio romano della cosca NIRTA di San Luca (RC).

Il Questore di Roma Fulvio della Rocca ha espresso personalmente il suo ringraziamento al Dirigente della Squadra Mobile, dott. Renato Cortese, e ai suoi collaboratori per l’operazione portata a termine nella giornata di ieri e che ha condotto all’arresto del latitante pluripregiudicato Massimiliano Sestito.

Il Questore ha voluto sottolineare l’importanza del risultato raggiunto, grazie soprattutto all’elevata professionalità dei poliziotti impegnati, dal momento che l’arrestato è considerato un elemento di spicco della ‘ndrangheta calabrese, operante anche sul territorio romano.

Si sta, infatti, valutando la posizione dell’uomo in relazione ad altre vicende, come ad esempio l’omicidio di Vincenzo Femia, altro pregiudicato calabrese, ucciso lo scorso 24 gennaio proprio nella capitale.

Ringraziando i presenti ha infine sottolineato l’encomiabile impegno quotidiano di tutte le forze dell’ordine impiegate sul territorio a garanzia della sicurezza dei cittadini.

 

 




ROMA, SQUADRA MOBILE. OPERAZIONE "NUOVA ALBA": 51 MANDATI DI ARRESTO E SEQUESTRO DI BENI E ATTIVITA'

IL VIDEO DELL’OPERAZIONE IN FONDO ALL’ARTICOLO 

Redazione

Roma – Alle prime ore di ieri mattina, a conclusione di articolate investigazioni, la Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile – collaborata dai Commissariati distaccati di P.S. di Roma e provincia, dalla Digos, dal Reparto Prevenzione Crimine “Lazio” e dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo – ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed al contestuale decreto di sequestro preventivo di beni immobili ed attività commerciali individuali nr. 54911/12 RGNR e nr. 14008/13 RGGIP, emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, dr.ssa Simonetta d’ALESSANDRO, su richiesta del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Dott. Giuseppe PIGNATONE e del Sost. Proc. della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, dr.ssa Ilaria CALO’ della Procura Distrettuale della Repubblica di Roma nei confronti di nr. 51 (cinquantuno) capi ed affiliati appartenenti ad una vasta ed agguerrita organizzazione criminale di stampo mafioso operante nella Capitale ed, in particolare, nel litorale di Ostia, formata dalle famiglie FASCIANI e (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), tra loro contrapposte.

ECCO I NOMI:

1. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017

2. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017

3. CALDARELLA Felicia, nata a Siculiana (AG) il 16.09.1958

4. CALDARELLA Nunziata, nata a Siculiana (AG) il 03.01.1960

5. PIGNATARO Alessandro, nato ad Adelaide (Australia) il 28.08.1969

6. DI FRANCESCO FABIO, nato a Roma il 12.05.1969

7. GIORGI EMILIANO, nato a Roma il 16.05.1978

8. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017

9. D’AGATI Francesco, nato a Villabate (PA) l’1.01.1936

10. DI MARIA CLETO, nato a Roma il 30.12.1965

11. FASCIANI Carmine, nato a Capistrello (AQ) l’11.05.1949

12. FASCIANI Nazzareno, nato a Roma il 13.01.1958

13. FASCIANI Giuseppe, nato a  Capistrello (AQ) il 22.02.1951

14. FASCIANI Terenzio, nato a Capistrello (AQ) il  21.03.1954

15. FASCIANI Sabrina, nata a Roma il 8.05.1974

16. FASCIANI Azzurra, nata a Roma il 18.05.1984

17. FASCIANI Alessandro, nato a Roma il 29.08.1986

18. BARTOLI Silvia Franca, nata a Olgiate Comasco (Como), il 28.05.1952

19. ROSSI DIEGO, nato a Roma il 27.05.1981

20. SIBIO Riccardo, nato a Roma il 1.03.1962

21. COLABELLA JOHN GILBERTO, nato a Roma il 3.09.1984

22. BITTI LUCIANO, nato a Roma il 17.05.1940

23. INNO GILBERTO, nato a Roma il 22.04.1966

24. GIORGIO BENEDETTO, nato a Roma il 29.09.1968

25. BASCO ANTONIO, nato a Roma il 21.04.1957

26. DI SALVO GABRIELE, nato a Narni il 7.05.1959

27. GUARINO FABIO, nato a Siena il 22.09.1964

28. CASANO AURORA, nata a Trapani il 19.06.1969

29. GERMANO’ GIANLUCA, nato a Roma il 27.06.1970

30. CARBONE DANIELE, nata a Roma 16.04.1970

31. BASCO GIOVANNA, nata a Roma il 26.04.1979

32. PISELLI MARIA LUISA, nata a Roma il 17.03.1958

33. xxx Nominativo oscurato in data 15/07/2020 su richiesta del legale per posizione archiviata

34. CASTIELLO MANUEL, nato a Roma il 31.07.1986

35. Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso stralciato

36. FERRERI ROSARIO, nato a Palermo il 29.09.1959

37. LOBOZZO FABIO, nato a Roma il 6.11.1975

38. COCI EMANUELE, nato a Roma il 2.08.1982

39. CIOLLI ANDREA, nato a Roma il 31.08.1970

40. CIOLLI ENNIO, nato a Roma il 14.06.1939

41. MAZZONI MIRKO, nato a Roma il 14.06.1980

42. SANGUINETTI Gabriele, nato a Roma il 12.05.1990

43. ANSELMI DANILO, nato a Roma il 29.10.1976

44. FERRERI CHRISTIAN, nato a Roma 11.08.1984

45. LONGO SASCIA, nato a Roma il 18.02.1975

46. FERRAMO EUGENIO, nato a Budrio (BO) il 27.10.1984

47. DI CINTIO ANDREA, nato a Roma il 15.7.1979

48. KOWALSKI FABIO, nato a Roma il 9.9.1967

49. MARTINELLI TOMMASO, nato a Roma il 12.11.1957

50. BOSCO ALESSANDRO, nato a Roma l’8.10.1973

51. EL AZIZ ABDELMOULA, nato in Marocco il 21.5.1969

I soggetti destinatari del provvedimento cautelare sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, al traffico internazionale di stupefacenti, infiltrazione nel tessuto amministrativo, corruzione.

Va preliminarmente evidenziato che le investigazioni hanno consentito, per la quasi totalità, di fare piena luce sui componenti e le attività illecite poste in essere dalla consorterie mafiosa degli SPADA federata alla famiglia FASCIANI e dei (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), quest’ultima a loro contrapposta ed affiliata a “Cosa Nostra” siciliana.

Da qui il nome dell’Operazione denominata “Nuova Alba” proprio al fine di evidenziare come l’indagine ha potuto assicurare alla giustizia i capi, i reggenti ed i gregari delle famiglie mafiose più temute e potenti che insistono sul territorio della provincia di Roma ed Ostia ridando luce ad un territorio nel quale era “calata la notte della città” – come affermato testualmente dal G.I.P. del Tribunale di Roma nell’ordinanza – liberandola dalla cappa oppressiva della criminalità organizzata che cerca di inserire i propri tentacoli in ogni tessuto produttivo al fine di acquisire il controllo e la gestione delle relative attività.

I due schieramenti mafiosi da diversi anni gestivano ogni tipo di attività illecita in alcune zone della Capitale ed, in particolare, nell’abitato di Ostia (RM) divenuto, negli ultimi anni, il fulcro di importanti interessi connessi alle lucrose attività di ristorazione e turistiche ivi presenti.  

Nell’ambito dell’indagine sono stati raccolti univoci elementi probatori, totalmente recepiti dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno consentito di contestare, per la prima volta, il reato di associazione di stampo mafioso agli appartenenti alle famiglie FASCIANI e Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 dimostrando come le stesse, benché contrapposte tra loro, grazie alla forza intimidatrice ed al vincolo inscindibile creato nel corso del tempo, avevano esteso il proprio dominio anche in alcune zone della Capitale.

In particolare, Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), CALDARELLA Felicia, CALDARELLA Nunziata, PIGNATARO Alessandro, DI FRANCESCO Fabio, (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), GIORGI Emiliano, DI MARIA Cleto, D’AGATI Francesco sono ritenuti responsabili del reato di cui all’art.416 bis comma I, II, IV, V e VI c.p. per aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra” segnatamente della famiglia di Siculiana ricoprendo VITO e Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 funzioni direttive nel territorio di Ostia essendo incaricati per conto della Cosca CARUANA-CUNTRERA del controllo del territorio, della gestione delle attività delittuose di traffico di armi e di stupefacenti, del controllo delle attività economiche di balneazione e ristorazione nel litorale di Ostia e dei rapporti con i vertici delle altre organizzazioni criminali operanti nel territorio di Ostia, in qualità di luogotenenti dei CUNTRERA.

Nell’ambito della predetta associazione criminale di stampa mafioso operavano, come accennato, anche gli indagati DI FRANCESCO, PIGNATARO, (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) e DI MARIA i quali, appartenenti all’associazione e sottoposti direttamente ai germani Vito e VNominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, ne eseguivano le direttive partecipando all’assunzione delle decisioni sugli aspetti operativi delle iniziative intraprese, essendo (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017), in qualità di genero di Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, partecipe delle decisioni in ordine alla gestione criminale della famiglia e in ordine ai rapporti con altre organizzazioni criminali, DI FRANCESCO e PIGNATARO, incaricati della gestione del settore armi, DI MARIA incaricato della gestione delle attività economiche, in particolare nel Porto di Ostia.

A Francesco D’AGATI viene contestato il medesimo capo d’imputazione poichè, con funzioni di direttiva, consiglio, mediazione e garanzia interveniva nelle più importanti decisioni inerenti il litorale romano, quale rappresentante di Cosa Nostra palermitana e, segnatamente, del cd. “Mandamento di Villabate” diretto dal fratello Giovanni D’AGATI e portatore della ulteriore forza di intimidazione da esso derivante nonché riconosciuto garante, in virtù dell’indiscusso prestigio criminale, del rispetto degli accordi con altre compagini criminali operanti nel territorio di Ostia.

Ai fratelli Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, viene, altresì, contestato il reato di cui agli artt.110 c.p. 2 e 4 L.895/67 e 7 L. 203/91, per aver illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico (in concorso tra loro, con altri soggetti rimasti ignoti e con CASSIA Sebastiano nei cui confronti si procede separatamente) armi da guerra e comuni da sparo, segnatamente una partita di armi (armi corte da sparo e fucili Kalashnikov) provenienti dalla ex Jugoslavia, ricevute da Giuseppe VALENTINI detto “Tortellino” quale corrispettivo di una partita di sostanza stupefacente, destinate alla spartizione tra i Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 in veste di rappresentanti in Ostia della Cosca CUNTRERA ed il clan SPATARO. Reato commesso avvalendosi delle condizioni previste dall’art.416 bis del codice penale ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso.

Va aggiunto, per lumeggiare la caratura criminale degli arrestati, che il clan mafioso dei “CUNTRERA–CARUANA” tra gli anni ’80 e ’90 è stato tra i più attivi nel narcotraffico internazionale con il sud e il nord America e nel riciclaggio tanto da guadagnarsi all’epoca l’appellativo di “Rothschild della Mafia” o “banchieri di Cosa Nostra”.  Il tutto accertato con provvedimenti giurisdizionali risalenti nel tempo secondo cui, almeno dagli anni Ottanta in poi, i Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 rappresentano sul litorale romano, in Ostia, con funzioni apicali la Cosca CARUANA-CUNTRERA di Cosa Nostra.

Paolo CUNTRERA (nato a Siculiana il 16.2.1939) e Gaspare CUNTRERA (nato a Siculiana il 23.8.1934), fratelli di Pasquale, sono stati condannati per associazione di tipo mafioso e per traffico di stupefacenti ed ebbero diretti contatti con la Commissione di Cosa Nostra e con Cosa Nostra americana alleandosi, nella seconda guerra di mafia, con le famiglie di Palermo trovando al termine delle ostilità un accordo con Toto’ RIINA.

I predetti furono anche coinvolti, negli anni Settanta, nella cd. French Connection e, negli anni ottanta, nella cd. Pizza connection. Da ultimo, sono stati implicati negli anni ’90, con la complicità di Alfonso CARUANA, in una joint venture con la ‘ndrangheta per il traffico di cocaina. La droga proveniva dai cartelli colombiani di Cali’ e i CUNTRERA-CARUANA facevano da intermediari per le ‘ndrine calabresi potendo anche contare su una solida rete di contatti in Germania, fatta da ristoratori emigrati dall’Italia.

Ma quel che più va sottolineato è che l’indagine “Nuova Alba” consente di disarticolare completamente una blasonata consorteria mafiosa, già assurta in passato agli “onori” delle cronache giudiziarie, quale la cosca FASCIANI rappresentata e diretta, dai fratelli Nazzareno, Giuseppe, Terenzio e, quale figura di vertice indiscusso, dall’anziano boss FASCIANI Carmine (attualmente detenuto per i quali) quest’ultimo coinvolto, insieme alla moglie BARTOLI Silvia Franca, in importanti indagini sul narcotraffico (Operazione “Los Moros 2008” e Operazione “Madara 2008”) ove vengono investiti ingenti capitali provenienti dell’usura e del racket.

Il dato emerso della presente attività d’indagine ha permesso di disvelare le dinamiche criminali dell’organizzazione, la mappa degli interessi che il gruppo ha nel settore dell’usura, delle estorsioni e degli stupefacenti nonché di individuare i soggetti asserviti e/o collaboranti pronti, in nome e per conto di FASCIANI Carmine, alla perpetrazione di ogni attività criminale, anche con l’uso della forza o delle armi da fuoco.

La lettura delle pregresse attività investigative rivela l’impostazione criminale della famiglia FASCIANI che figura strutturata in maniera tale da garantire i propri interessi e l’egemonia territoriale attraverso la fattiva azione dei familiari i quali, nel corso del tempo, sono stati sottoposti a indagini patrimoniali e sequestro di consistenti patrimoni, come è successo per FASCIANI Azzurra, FASCIANI Sabrina (quest’ultima più volte coinvolta in indagini concernenti il traffico di stupefacenti), SISTI Maria (moglie di Vincenzo) e BARTOLI Silvia Franca.

Nella presente indagine, Carmine FASCIANI è stato riconosciuto il capo, promotore e vertice dell’organizzazione, referente finale di ogni informazione, responsabile di impartire ordini e direttive in ordine al controllo del territorio, alla gestione delle attività delittuose di estorsione, usura, traffico di stupefacenti e detenzione e porto di armi da sparo nonché del controllo delle attività economiche di balneazione e ristorazione nel litorale di Ostia gestite o direttamente o tramite prestanome dall’organizzazione nonché responsabile dei rapporti con i vertici delle altre organizzazioni criminali, operanti nel territorio di Ostia.

In particolare, il FASCIANI era stato scarcerato il 2 agosto 2012 venendo posto in detenzione domiciliare all’Aurelia Hospital, dove poteva ricevere senza alcuna restrizione chiunque volesse contattarlo e dove, com’è noto, è stato sottoposto ad intercettazione ambientale.

Proprio dall’attività tecnica espletata a carico del boss quest’ufficio ha documentato come la struttura sanitaria fosse divenuta per il FASCIANI un “ufficio privato” nel quale intratteneva i suoi affiliati, venendo puntualmente informato dagli stessi sugli affari criminali in essere e, sulla base di esse, organizzava le strategie criminali della consorteria dando precise direttive per la gestione criminale delle attività.

Gli affiliati di spicco della famiglia FASCIANI sono stati individuati in FASCIANI Nazzareno, Giuseppe e Terenzio, fratelli di Carmine e promotori dell’associazione dotati di potere decisionale e di prestigio criminale subordinato al solo FASCIANI Carmine capo dell’organizzazione coordinando, in particolare, FASCIANI Terenzio le estorsioni e il controllo delle attività economiche e FASCIANI Nazzareno il settore dell’usura,

Non sono da meno le “donne” della famiglia mafiosa che rivestivano, ciascuna di esse, ruoli operativi di assoluto rilievo criminale all’interno del sodalizio mafioso.

Si fa riferimento a FASCIANI Sabrina, con funzioni di organizzatrice dell’associazione essendo preposta alla direzione  operativa  dei  diversi  settori  nei  quali opera il clan ove, segnatamente, unitamente al promotore FASCIANI  TERENZIO detto  Garibaldi,  sovraintendeva al settore “usura ed estorsione”.

FASCIANI Azzurra, con funzioni di organizzatrice dell’associazione essendo preposta alla direzione operativa dei  diversi  settori  nei  quali opera il clan e , segnatamente, sotto la direzione del padre Carmine e con la collaborazione della madre BARTOLI, al settore del controllo delle attività economiche e della gestione delle intestazioni fittizie.

FASCIANI Alessandro, con funzioni di organizzatore dell’associazione essendo alla direzione operativa dei diversi settori  nei  quali opera il clan, unitamente a ROSSI DIEGO, sovraintendeva sotto la direzione di Carmine al settore del traffico di stupefacenti e collaborava nella gestione del settore armi ed estorsioni.

BARTOLI Silvia Franca, moglie del capostipite FASCIANI Carmine, con funzioni di organizzatrice dell’associazione essendo preposta alla direzione  operativa  dei  diversi  settori  nei  quali opera il clan e, segnatamente, al settore usura ed estorsione.

Tra le attività delittuose del clan mafioso FASCIANI possono essere pertanto annoverate l’usura, l’estorsione, la fittizia intestazione di beni a prestanome ed il traffico di droga.

Quanto al settore dell’usura, Carmine FASCIANI, con l’apporto di FASCIANI Terenzio detto “Garibaldi”, FASCIANI Sabrina, BARTOLI Silvia Franca, per circa due anni, si è fatto consegnare la somma di euro 7.000,00 al mese di cui 2.000,00 a titolo di interessi in corrispettivo del prestito erogato dalla sua famiglia a DE FALCO Agostino, titolare dell’autosalone “Messina Car” sito in via Monte Cencio 14, Isola Sacra, Fiumicino. A seguito dell’insolvenza del DE FALCO, l’organizzazione si faceva intestare a prestanome l’attività dello stesso DE FALCO che ne diveniva – benché inizialmente ne fosse il proprietario – un semplice dipendente. Tale attività oggi è stata sottoposta a sequestro.

Medesima condotta è stata posta in essere nei confronti della società “Leonard 2006” attualmente in liquidazione, proprietaria del negozio di calzature sito in Ostia, Corso Duca di Genova 124. In tale vicenda, il clan FASCIANI, esigendo il pagamento mensile di somme a titolo di restituzione del capitale aumentate da un tasso usurario progressivamente crescente ad ogni inadempimento (dal 20% al 50%, al 100%, al 200%), costringevano – mediante minaccia consistita nel manifestarsi quali appartenenti al clan FASCIANI e nell’avvalersi dello stato di soggezione e di intimidazione derivatene – i titolari dell’esercizio commerciale a pagare la somma di euro 1.000,00 prima mensile poi settimanale e, infine, a cedere di fatto l’attività e i relativi guadagni. Tale attività oggi è stata sottoposta a sequestro.

Quanto alle condotte estorsive, l’indagine ha permesso di annoverare un episodio avvenuto con la complicità di INNO Gilberto, ai danni di COCOCCIA Marco, GIORGI Fabio e IORIO Daniele i quali sono stati costretti a pagare delle somme mensili non dovute a titolo estorsivo, facendo seguito ad un originario prestito di natura usuraria effettuato da FASCIANI Nazzareno il quale, nonostante avesse ottenuto un assegno bancario da BISEGNA Assunta, madre di COCOCCIA Marco, in data 1 settembre 2012, e pretendendo l’erogazione di ulteriori 2.000,00 da IORIO Daniele chiesti tramite INNO il giorno 12 novembre 2012, si procuravano un ingiusto profitto in danno delle persone offese.

Una vera e propria specialità criminale, da parte della famiglia FASCIANI, era offerta dalle fittizie intestazioni di beni ed aziende commerciali, operate dal boss Carmine, con la collaborazione della moglie Silvia BARTOLI e della figlia Sabrina, nelle quali, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, hanno attribuito fittiziamente:

xxx Nominativo oscurato in data 15/07/2020 su richiesta del legale per posizione archiviata

– a CASTIELLO Manuel titolare della Società “Forno in piazza – societa’ in nome collettivo di CASTIELLO Manuel e C” proprietaria dell’attività commerciale “Il Forno” sita in Ostia, Piazza Gasparri nr.19/20/21/22, la predetta attività commerciale in realtà appartenente alla famiglia FASCIANI. Anche tale attività è sottoposta a sequestro;

– a xxx Nominativo oscurato in data 26/08/2020 su richiesta dell’interessato per posizione stralciata

– a FERRERI Rosario, cognato di Fasciani Terenzio, l’impresa individuale “Ferreri Rosario” con sede legale in Ostia, via delle Ebridi 102-110, proprietaria dell’esercizio commerciale “La casa del materasso” sito in Ostia, via delle Ebridi 106-110, la predetta attività commerciale in realtà appartenente alla famiglia FASCIANI. Anche tale attività viene sottoposta a sequestro;

– a CARBONE Daniele e BASCO Giovanna, figlia di BASCO Antonio la Società DR.FISH S.r.l., con sede legale in Roma, via dei Serpenti, 30 e p. iva  11013121006, in realtà appartenente alla famiglia Fasciani, società cui il 30.1.2012 veniva ceduta in affitto/comodato la Società “Il Porticciolo” S.r.l., con sede in Ostia, Lungomare Paolo Toscanelli 197, già sottoposta a sequestro dell’Autorità Giudiziaria, avente come oggetto sociale altresì la conduzione di stabilimenti balneari, essendone nominato fittizio amministratore il 29.11.2012 INNO Gilberto, attività commerciali riferibili alla Dr Fish e alla società Il Porticciolo tutte in realtà appartenenti al clan FASCIANI. Tutte queste attività sono sottoposte a sequestro;

– a CIOLLI Andrea quale socio accomandante, con il concorso del padre CIOLLI ENNIO, il ristorante “Al contadino non far saper….S.n.c. ” con sede legale in Ostia Antica, via della Macchiarella 128, proprietaria dell’omonimo esercizio di Ristorante, la predetta attività commerciale in realtà appartenente alla famiglia FASCIANI ed oggi è stata sottoposta a sequestro;

– a PISELLI Maria Luisa, convivente di BASCO Antonio, lo stabilimento MALIBU BEACH S.r.l. con sede in Roma, via Caio Lelio 39, con oggetto sociale la conduzione di stabilimenti balneari, di proprietà della Società EMMEDIESSE GROUP S.p.A. con sede al medesimo indirizzo, intestata ai familiari di BASCO Antonio (CARBONE Daniele, BASCO Giovanna e PISELLI, essendo le attività commerciali riferibili alla MALIBU BEACH e alla EMMEDIESSE  tutte in realtà appartenenti al clan FASCIANI. Anche lo stabilimento balneare in data odierna è stato sottoposto a sequestro.

– a COCI EMANUELE, il 21.9.12, quale amministratore unico la Società Immobiliare Centro Lazio S.r.l., con sede in Civitavecchia, via Palmiro Togliatti 16,  avente ad oggetto la realizzazione e gestione di iniziative commerciali, industriali e agricole, essendo le attività commerciali riferibili alla Immobiliare Centro Lazio. Anche tale attività è stata sottoposta a sequestro;

– a LOBOZZO Fabio, quale amministratore unico nominato il 27.12.2011, la Società Romana Videogiochi s.r.l. con sede in via Isole Samoa 45 avente ad oggetto sia la vendita e il noleggio di apparecchiature elettroniche sia la gestione di bar e in genere di esercizi di ristorazione, essendo le attività commerciali riferibili alla Romana Videogiochi in realtà appartenenti al clan FASCIANI. Anche tale attività è stata sottoposta a sequestro.

E’ anche ricostruito un episodio delittuoso che vede coinvolti gli arrestati Riccardo SIBIO e Jhon Gilberto COLABELLA che, per conto di Carmine FASCIANI, hanno esploso nr. 6 colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dell’ esercizio commerciale “Linea & Sole”, centro estetico ubicato in Roma, Piazzale Antonio Tosti nr. 1/A.B. gestito da PUGLIESE Cinzia, colpi che attingevano le tre vetrine del centro estetico e solarium nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 2012 a scopo intimidatorio.

– Successivamente, agli inizi del 2013, i predetti SIBIO e COLABELLA avevano programmato un attentato alla stessa PUGLIESE, effettuando sopralluoghi preliminari dei luoghi e fotografie e pedinamenti della titolare dell’esercizio annotandone abitudini e orari e targhe dei veicoli (atto non compiuto poiché detti appunti venivano sequestrati a SIBIO

Riccardo nel corso di una perquisizione effettuata a suo carico il 7 febbraio 2013 ex art.41 TULPS). A seguito di ciò la stessa PUGLIESE convocata presso questa struttura investigativa era stata anche resa edotta, in data 24 aprile u.s., del rischio per la sua incolumità. La stessa, com’è noto, nella giornata di ieri 24 luglio, è stata oggetto di un agguato nel corso del quale un ignoto, coperto da un casco integrale, esplodeva nei suoi confronti un colpo d’arma da fuoco attingendola al polpaccio.

Dalle indagini è stato anche possibile acquisire elementi inconfutabili circa il coinvolgimento di BARTOLI Silvia, FASCIANI Alessandro, ROSSI Diego, SIBIO Riccardo, COLABELLA John Gilberto in un grave atto delittuoso nei confronti di LILLI Remo Maria (indicato come Remo il pugile di Fiumicino) nei confronti del quale venivano esplosi colpi di arma da fuoco sulla pubblica via, evento che, tuttavia, non si compiva poiché la vittima predestinata scampava miracolosamente agguato.

Tale atto, secondo quanto emerso dalle stesse parole degli affiliati, captate in una conversazione ambientale, sarebbe stato compiuto materialmente da un “commando” formato da Diego ROSSI, Andrea SIBIO e Gilberto COLABELLA, su “ordine” di FASCIANI Carmine, BARTOLI Silvia e FASCIANI Alessandro per reazione alla mancanza di rispetto di cui la vittima si era macchiata nei confronti del clan, sputando sulla macchina di FASCIANI Sabrina e “parlando male” degli stessi Alessandro FASCIANI, Gilberto COLABELLA e ROSSI Diego.

Infine, le risultanze investigative emerse dall’odierna Operazione di polizia giudiziaria denominata Nuova Alba hanno permesso di riscontrare la pervasività della cosca FASCIANI nel traffico internazionale di stupefacenti grazie a collaudati contatti con il territorio estero e, segnatamente, con lo Stato Spagnolo.

Giova sottolineare che la presenza degli affiliati della cosca FASCIANI è stata accertata, agli inizi del 2013, sul territorio spagnolo e, specificamente, nei comprensori di Malaga e Barcellona, località ove questa struttura investigativa ha potuto effettuare, in diverse occasioni, a mezzo dell’impiego di personale dipendente accreditato presso il collaterale organismo di Polizia, specifiche attività operative di osservazione, pedinamento e controllo, nei confronti dei soggetti indagati ivi presenti al fine di identificare la rete di relazioni criminali, intessuta dai FASCIANI e dai loro accoliti in quello stato Estero.

Nel corso delle anzidette missioni effettuate in territorio estero il personale di questa Squadra Mobile, ha localizzato e tratto in arresto intorno alle 20:00 del 22 marzo u.s., unitamente al collaterale Ufficio spagnolo, il latitante FASCIANI Alessandro, nipote del boss FASCIANI Carmine, mentre stava trascorrendo la latitanza a Barcellona protetto da una rete di consolidati appoggi.

A distanza di pochi giorni dall’arresto del FASCIANI veniva inoltre identificato, localizzato ed arrestato, nella medesima capitale della Catalogna, BENNATO Leandro , anch’egli latitante e colpito dal Mandato d’Arresto Europeo (M.A.E.) per il reato di traffico di sostanze stupefacenti. In particolare, il BENNATO era colpito dall’Ordine di Esecuzione per la Carcerazione, inserito in ambito Schengen da DCPC Divisione S.I.RE.N.E., emesso in data 16.06.2006, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma dovendo il predetto espiare la pena di anni 4, mesi 3 e giorni 19.

E’ appena il caso di osservare che l’indagine “Nuova Alba” ha permesso di documentare come FASCIANI Carmine coordinavano un continuo traffico di stupefacenti dirigendo tutti i passaggi dell’importazione dal territorio estero al territorio nazionale. Nel gruppo che si occupava di tale attività vi erano FASCIANI Terenzio, FASCIANI Alessandro, FASCIANI Sabrina, ROSSI Diego, SIBIO Riccardo, COLABELLA Jhon Gilberto, BITTI Luciano, MAZZONI Mirko detto Ciccio, SANGUINETTI Gabriele detto Baffo, FERRERI Christian, LONGO Sascia, ANSELMI Danilo detto Giaguaro, FERRAMO Eugenio detto Cioccolatino o Negro, DI CINTIO Andrea, KOWALSKI Fabio detto Marchese, MARTINELLI Tommaso, EL AZIZ Abdelmoula e BOSCO Alessandro.

Nel settore criminale del traffico di sostanze stupefacenti sono stati individuati i singoli ruoli come meglio sotto specificati a partire da FASCIANI Carmine che, ovviamente, rivestiva la posizione di capo e promotore dell’associazione.

FASCIANI Terenzio, era il diretto collaboratore del fratello che, non essendo costretto all’interno di una struttura ospedaliera, veicolava i vari passaggi a Carmine riportando all’esterno le direttive del capo.

FASCIANI Alessandro, FASCIANI Sabrina, ROSSI Diego, erano in una posizione di subordinazione rispetto solo a Carmine FASCIANI, costituendo i referenti di ogni informazione e direttive finalizzate all’attuazione delle importazioni ed in particolare: FASCIANI Alessandro e ROSSI Diego alle supervisione delle operazioni di importazione della cocaina e dell’hashish dal territorio spagnolo e dei rapporti con i fornitori stranieri, FASCIANI Sabrina alla supervisione delle operazioni sul territorio italiano.

Contemporaneamente, SIBIO Riccardo, COLABELLA Jhon Gilberto, BITTI Luciano ricoprivano un ruolo essenziale alla realizzazione dell’importazione, coordinando l’attuazione operativa sia delle fasi di importazione sia delle fasi di distribuzione, avvalendosi anche del fatto di essere coscienti della loro notorietà e del fatto che gli altri sapevano che “appartenevano” all’organizzazione del FASCIANI.

FERRAMO Eugenio, operava sotto la supervisione di FASCIANI Carmine in collegamento operativo con FASCIANI Alessandro, SIBIO Riccardo e BITTI Luciano per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna – recandovisi personalmente – unitamente a KOWALSKI Fabio, tenendo i contatti con i fornitori spagnoli e marocchini (tramite EL AZIZ) e avvalendosi della collaborazione di ANSELMI Danilo, onerato del ruolo di autista nelle importazioni di stupefacente programmate dal sodalizio.

KOWALSKI Fabio, era incaricato di operare sotto la supervisione di MARTINELLI Tommaso, di cui seguiva le indicazioni, e in collegamento operativo con FERRAMO Eugenio per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna. MARTINELLI Tommaso, forniva le direttive a KOWALSKI Fabio coordinando le operazioni compiute per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, unitamente a FERRAMO Eugenio.

EL AZIZ Abdelmoula, operava in collegamento operativo con FERRAMO Eugenio per organizzare le importazioni di sostanze stupefacenti in Italia dalla Spagna curando la fase di approvvigionamento in Marocco e trasporto in Spagna.

ANSELMI Danilo operava sotto la supervisione di FASCIANI Carmine in collegamento con FERRAMO Eugenio per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna – recandovisi personalmente – con il ruolo di autista nelle importazioni di stupefacente programmate dal sodalizio.

DI CINTIO Andrea, operava in collegamento operativo con FERRAMO Eugenio, KOWALSKI Fabio e ANSELMI Danilo per organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna.

SANGUINETTI Gabriele, in collegamento con FASCIANI Alessandro, SIBIO Riccardo e ROSSI Diego sotto la direzione di FASCIANI CARMINE, era incaricato di organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, recandovisi personalmente ed intervenendo anche nella fase di distribuzione dello stupefacente ad Ostia.

MAZZONI Mirko, in collegamento con SIBIO Riccardo e COLABELLA Jhon Gilberto sotto la direzione di FASCIANI Carmine, era incaricato di organizzare le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, recandovisi personalmente unitamente a SIBIO e COLABELLA, curando i rapporti con i fornitori sudamericani tramite un soggetto di nome Luis ed intervenendo anche nella fase di distribuzione dello stupefacente ad Ostia.

BOSCO Alessandro, in collegamento con SIBIO Riccardo e COLABELLA Jhon Gilberto, organizzava le singole operazioni di importazione della sostanza stupefacente dalla Spagna, curando i rapporti con i fornitori colombiani.

FERRERI Cristian e LONGO Sascia, in collegamento con FASCIANI Alessandro, SIBIO Riccardo e ROSSI Diego curavano infine la fase della distribuzione dello stupefacente sul territorio di Ostia.

Nel corso dell’indagine sono stati ricostruiti, con dovizia di particolari, gli episodi delittuosi avvenuti ai danni del boss Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 dei quali val la pena di ricostruirne la sequenza cronologica.

Nell’anno 2006 e 2007 il Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 aveva subito due attentati alla propria persona dovuti a momenti di frizione nella gestione delle illecite attività poste in essere ad Ostia. Sia dopo il primo attentato che dopo il secondo, Francesco D’AGATI fratello del capo del mandamento di Villabate di Cosa Nostra Giovanni D’AGATI, aveva organizzato delle riunioni per poter far ritornare la pace nella zona.

Primo ferimento: il giorno 22 maggio 2006 Francesco D’AGATI ha organizzato un incontro per dirimere le controversie esistenti tra il gruppo FASCIANI – SPADA ed il gruppo Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017a cui avevano partecipato PIGNATARO Alessandro (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) e Carmine SPADA (FASCIANI). La mediazione non aveva avuto successo tanto che al termine di esso ESPOSITO e DE DOMINICIS (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) avevano esploso alcuni colpi di arma da fuoco nei confronti di CALABRESE Franco (SPADA).

Il giorno successivo Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 veniva ferito come gesto di ritorsione nei confronti dei suoi affiliati che, il giorno prima, avevano aggredito i rappresentanti dei FASCIANI.

Secondo ferimento: il giorno 20 settembre 2007, GIORDANI Roberto e DE SANTIS Roberto ferivano Vito TRASSI. A seguito di tale avvenimento, presso l’abitazione di

Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017, si erano recati Emiliano GIORGI e Fabio DI FRANCESCO i quali avevano riferito i motivi per i quali GIORDANI e DE SANTIS avevano attentato alla vita di Vito Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017. In particolare i due asserivano che la colpa dei Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 era che stava rovinando – evidentemente per spaccio di droga – tanti ragazzi della zona.

Successivamente, Carmine FASCIANI, insieme a (Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017) ed alla presenza di Francesco D’AGATI, si era recato a casa di Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 al fine di trovare una soluzione per far fermare il conflitto. Si era così raggiunto un accordo di pace nei rapporti esistenti tra le due organizzazioni. Significative sono alcune frasi pronunciate dai maggiori rappresentanti Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 e Carmine FASCIANI.

Il primo, Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 facendo valere la propria forza mafiosa aveva affermato “…ma tu mi ammazzi a me, ma noi siamo cento dietro, ma ti spaccano i coglioni, ti aprono i coglioni e te li mettono in bocca…” ottenendo la risposta di FASCIANI che gli aveva risposto in modo altrettanto fermo “…fatto sta che Michele mi manda uno dei miei che si vede spesso con lui e…perche’ posso..perche’ altrimenti qui va a finire a schifio e non ci fanno piu’ lavorare…”

Da questa affermazione si era compreso per quale motivo ad Ostia doveva necessariamente “regnare la pace”….tutti dovevano poter lavorare senza attirare l’attenzione della Polizia.

Terzo episodio: il giorno 23 novembre 2011 sono stati uccisi Francesco ANTONINI e Giovanni GALLEONI. Precedentemente al duplice omicidio, Francesco D’AGATI aveva organizzato una riunione alla quale avevano partecipano Carmine FASCIANI, i fratelli Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 e Carmine SPADA al fine di mediare sul contrasto sorto tra la famiglia SPADA e GALLEONI, contrasto nato per il controllo del territorio. Tale riunione non aveva avuto buon esito.

Dopo il duplice omicidio, sempre D’AGATI aveva organizzato una nuova riunione nella quale Carmine FASCIANI aveva ribadito ai Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 la sua estraneità al grave fatto di reato.

In conclusione, l’operazione antimafia de qua rappresenta sicuramente un capitolo estremamente importante delle attività di contrasto alle infiltrazioni nella Capitale e, sicuramente può annoverarsi come una delle principali attività antimafia effettuate in questa Provincia da alcuni decenni a questa parte.

Contestualmente alle misure cautelari personali, il G.I.P., su analoga richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia di Roma, ha disposto il sequestro preventivo dell’intero patrimonio delle seguenti società riferibili alla famiglia FASCIANI:

– Impresa Automercato Tirreno S.r.l. con sede in via Bravetta nr. 576/B1 nr. REA RM-804640

– Esercizio commerciale “Messina Car” sito in via di Monte Cencio 14, Isola Sacra, Fiumicino

xxx Nominativo oscurato in data 15/07/2020 su richiesta del legale per posizione archiviata

– Centro estetico ubicato all’interno del Centro Commerciale Aurore 3000 sito in via delle Ebridi 42/54, Roma-Ostia

– Impresa “Forno in piazza – societa’ in nome collettivo di CASTIELLO Manuel e C” con sede legale in Ostia Lido in Piazzale Gasparri Lorenzo nr. 20/21  Codice fiscale: 08256401004, Numero REA: RM-1083782.

– Esercizio commerciale “Il Forno”, Piazza Gasparri nr.19/20/21/22, Ostia

– a xxx Nominativo oscurato in data 26/08/2020 su richiesta dell’interessato per posizione stralciata

– Esercizio commerciale di produzione e vendita di prodotti di panetteria e pasticceria sito in via dell’Idrovolante n. 25/31, Ostia Lido

– Ristorante “Al contadino non far saper…” di Stefania Ridolfi S.A.S. con sede legale in Roma (fraz. Ostia Antica) via della Macchiarella 128, Codice fiscale: 08150001009, Numero REA:  RM-1078210

– Impresa individuale “Ferreri Rosario” con sede legale in Ostia, via delle Ebridi 102-110, proprietaria dell’esercizio commerciale “La casa del materasso” sito in Ostia, via delle Ebridi 106-110

– Impresa Dr.Fish S.r.l., con sede legale in Roma, via dei Serpenti, 30 e p. iva  11013121006

– Impresa “Il Porticciolo” S.r.l., con sede in Ostia, Lungomare Paolo Toscanelli 197

– Stabilimento balneare Malibu Beach S.r.l. con sede in Roma, via Caio Lelio 39

– Impresa Emmediesse Group S.p.A. con sede in via Caio Lelio 39 – Roma

– Impresa Immobiliare Centro Lazio S.r.l., con sede in Civitavecchia, via Palmiro Togliatti 16

– Impresa Romana Videogiochi S.r.l. con sede in via Isole Samoa 45, Roma

Sono tutt’ora in corso di esecuzione sul territorio di questa provincia circa 20 perquisizioni domiciliari, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, a carico dei soggetti indagati nell’ambito del presente procedimento penale.

Va aggiunto, ad ogni buon fine, che contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti degli indagati, il collaterale Ufficio investigativo spagnolo della Jefatura Superior de Policia del Cuerpo Nacional de Policia, su mirata indicazione di questa struttura investigativa, localizzava e traeva in arresto in Spagna, località Tenerife, il boss Nominativo oscurato per Diritto all’oblio – caso archiviato nel 2017 e la moglie i quali, previa rituale notifica del Mandato d’Arresto Europeo (M.A.E.) sono stati associati presso il locale istituto penitenziario, in attesa di essere estradati in Italia per essere giudicati.

Al termine del blitz avvenuto alle ore 5:30 di ieri, gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso le case circondariali site nella Provincia di Roma.




ROMA, MOVIDA ROMANA E COCAINA: CLIENTELA LEGATA A CINEMA E TV, IN ARRESTO TRE PERSONE PER SPACCIO

Redazione

Roma – Nelle prime ore della mattina odierna, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma hanno dato esecuzione a una ordinanza restrittiva della libertà personale a carico di M. B., G. A., e T. G. ,rispettivamente di 58, 34 e 32 anni, ritenuti responsabili di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel corso delle indagini è emerso che M.B, già noto alle Forze dell’ Ordine, ha posto in essere un’intensa attività di spaccio, rifornendo di sostanze illecite esponenti della cd. Roma bene, assidui frequentatori della movida romana, che raggiungeva nei locali del centro della capitale dopo essersi preventivamente accordato al telefono.

Tra  i clienti, anche persone legate all’ambiente televisivo e cinematografico.

M. B. , lo scorso 14 luglio, era già stato arrestato dalla Squadra mobile, nell’ambito della stessa indagine, mentre si trovava in viale Parioli, sorpreso a cedere dello stupefacente a dei giovani che stavano entrando in un locale notturno della zona.

L’uomo si è rivolto a G.A.

Sia nei confronti di M.B., attualmente detenuto, che di G.A. è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare in carcere; nel corso dell’esecuzione del provvedimento a carico di quest’ultimo, è stata sequestrata cocaina, sostanza da taglio, bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente.

Nel corso delle indagini è emerso che G.A., in più occasioni aveva rifornito di cocaina anche un'altra persona, G.T., che a sua volta provvedeva al successivo spaccio per proprio conto.

A confermare quanto emerso nel corso delle indagini, è stato proprio l’arresto di G.T. avvenuto lo scorso 20 luglio a Magliano Romano .

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto per M.B. e G.A. la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere mentre per G.T. quella degli arresti domiciliari.




ROMA, LUIGI ESPOSITO ALIAS "NACCHELLA"….SCALA I RANGHI DELLA CAMORRA E DIVENTA SUBITO UN BOSS.

Redazione

Luigi Esposito, il camorrista arrestato dalla Squadra Mobile di Roma, personaggio noto alle cronache come “Nacchella”, e’ stato capace nel giro di pochi anni di scalare i ranghi del vertice dell’alleanza di Secondigliano, tanto da essere considerato uno dei principali esponenti della cupola del quartiere napoletano.

E di passare a collaborare con la giustizia, prima di darsi alla macchia, e di intraprendere una fuga che si e’ interrotta soltanto ieri, grazie ad una brillante azione di intelligence. Dopo aver scontato parte della condanna a 16anni  di reclusione in quanto appartenente al potente clan camorrista dei Licciardi operante nella zona di Secondigliano, lo scorso anno aveva ottenuto il beneficio della detenzione ospedaliera presso una clinica della capitale da dove era evaso lo scorso novembre.

Da allora era riuscito a far perdere le sue tracce, allontanandosi anche dai suoi affetti piu’ cari sino all’ultimo periodo quando, evidentemente, riteneva di aver  creato attorno a se una rete di contatti e rapporti che potessero rendere sicura la sua latitanza.

L’uomo, malgrado il suo stato di latitanza non aveva rinunciato a trascorrere un periodo a Porto Rotondo ove ha alloggiato, con documenti falsi, in uno dei migliori resort.

Luigi Esposito e’ considerato un fedelissimo dei fratelli Licciardi di Masseria Cardone.