REGGIO CALABRIA: LA POLIZIA DI STATO IMPEGNATA NELLA REPRESSIONE DEI REATI DI NATURA PREDATORIA

Redazione

Reggio Calabria – Nell’ambito di un piano straordinario predisposto dal Questore di Reggio Calabria, Guido Longo, di intensificazione dei servizi di controllo del territorio, finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio, la Polizia di Stato reggina ha potenziato l’attenzione, peraltro già alta, verso gli obiettivi sensibili, come tabaccherie, uffici postali ed esercizi commerciali, anche per una maggiore tutela dei loro frequentatori, nonché ha accresciuto i controlli mirati nei riguardi di soggetti abitualmente dediti a reati di natura predatoria.   In questo contesto operativo, si inquadrano le operazioni portate a termine, in quest’ultime ore,  da personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, in piena sinergia con l’Ufficio Prevenzione Generale  e Soccorso Pubblico.

1)    Nel pomeriggio di ieri 16 maggio u..s personale della Squadra Mobile, al termine di un’intensa attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha tratto in arresto, in esecuzione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, Cedro Carmelo, nato a Reggio Calabria 19.05.91, ivi residente, pregiudicato. ritenuto responsabile  di rapina aggravata in pregiudizio di una tabaccheria.   
Si rappresenta, in merito, che in data 3 novembre 2013, tre individui, con il volto travisato da sciarpe, si introducevano all’interno della tabaccheria, ubicata in questo centro, e sotto la minaccia delle armi ( due erano armati di pistola) si impossessavano della somma di 3.000 (tremila) euro, dileguandosi, successivamente, a piedi per le vie circostanti, unitamente ad un quarto complice, rimasto all’esterno  dell’esercizio commerciale.  
L’attività investigativa posta in essere da personale della Sezione reati contro il patrimonio della Squadra Mobile, ha consentito di individuare uno degli autori della rapina nel predetto CEDRO, il quale, nel corso dell’azione criminosa, aveva svolto il ruolo di ricognitore o palo.
In particolare dalle indagini emergeva che il prevenuto, nei minuti immediatamente precedenti la rapina, dopo aver “ispezionato” l’interno della tabaccheria, si avvicinava ai tre complici dialogando brevemente.
Quest’ultimi, quindi, ricevute le necessarie informazioni si introducevano nell’esercizio commerciale perpetrando la rapina.     
L’attività investigativa, coordinata dalla locale Procura, è stata interamente accolta dal G.I.P. che emetteva il provvedimento restrittivo in argomento , eseguito nel pomeriggio di ieri.   
Dopo le formalità di rito il Cedro è stato associato presso la locale casa Circondariale.
Sono in corso ulteriori indagini al fine di individuare i complici del Cedro.         

2)    Nella mattinata odierna  personale della Squadra Mobile, al termine di un’intensa attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha tratto in arresto, in esecuzione dell’Ordinanza di custodia cautelare in carcere dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria le sottonotate persone  ritenute responsabili, in concorso tra loro, di furto con strappo  (scippo) ed uso fraudolento di carte di credito:
–    Bevilacqua Federico, nato a Melito P.S. il 22.12.1991, residente a Reggio Calabria, pregiudicato;     
–    Bevilacqua Alessandro, nato a a Melito P.S. il 3.1.1987, residente a Reggio Calabria, pregiudicato;     

L’attività investigativa posta in essere da personale della Sezione reati contro il patrimonio della Squadra Mobile, ha consentito di individuare i predetti Bevilacqua, quale responsabili di uno scippo, avvenuto in questo centro,  in data 30 gennaio u.s., in pregiudizio di un’anziana signora.
In particolare la donna, verso le ore 20 di detto giorno, dopo essere scesa dalla propria autovettura, veniva avvicinata da due giovani, a bordo di uno scooter di colore nero, che con gesto violento e fulmineo le scippavano la borsa, dileguandosi per le vie  del centro.  
La vittima precisava che entrambi i soggetti indossavano dei caschi di colore scuro e che  il passeggero indossava un piumino di colore rosso.  che all’interno della borsa, oltre alla somma contante di 50 euro, erano custoditi documenti personale e le sue carte di credito.
Nel corso della denuncia la donna riferiva che all’interno della borsa, oltre alla somma contante di 50 euro, erano custoditi documenti personale e le sue carte di credito, precisando, altresì, che i malviventi, nonostante il blocco della carta, avevano avuto il tempo di prelevare la somma di 600 euro, agevolati dal rinvenimento del pin all’interno della borsa sottratta.
La parallela attività investigativa posta in essere dal personale della Sezione falchi della squadra Mobile  consentiva di acquisire importanti elementi investigativi in ordine all’episodio delittuoso in argomento.
Difatti, alle ore 19.30 del 30 gennaio 2014, cioè circa 30 minuti prima dello scippo, una pattuglia della Squadra Mobile, transitando per questa via Micene, notava fermo uno scooter di colore scuro, con a bordo i due BEVILACQUA, i quali alla vista degli operatori si davano a precipitosa fuga.     
Nella circostanza gli agenti notavano che i due calzavano caschi tipo jet di colore scuro ed uno di loro, BEVILACQUA Federico, indossava un giubbotto tipo piumino di colore rosso.
La successiva attività investigativa  consentiva di acquisire ulteriori e ancor più probanti elementi indiziari nei confronti dei due indagati che pertanto venivano deferiti alla locale Procura, che accogliendo in toto le risultanze investigative richiedeva al G.I.P.  l’emissione dell’odierno provvedimento restrittivo, eseguito nelle prime ore della mattinata odierna.
I due prevenuti, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso la locale casa Circondariale.  

3)    Nella giornata di ieri, a seguito di una complessa attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria – Sezione Reati contro la persona in danno di minori e sessuali, ha tratto in arresto in esecuzione dell’Ordinanza di applicazione della misura della Custodia Cautelare in Carcere emessa in data 14 u. s., dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta del P.M. della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, a carico di Domenico Tirinato, classe 1954.
Quest’ultimo è stato ritenuto responsabile dei reati di atti persecutori, violenza sessuale, sequestro di persona e violenza privata nei confronti di P.A., persona affetta da ritardo cognitivo.
L’indagine ha avuto origine a seguito di alcune segnalazioni circa presunte molestie poste in essere dal Tirinato Domenico nei confronti della persona offesa, alle quali è seguita una minuziosa indagine che ha permesso di  fare luce  su un vissuto di vessazioni fisiche e morali perpetrate dall’odierno arrestato da diversi anni nei confronti della giovane donna e sfociate poi in una violenza sessuale, dopo averla condotta in una casa nella disponibilità del Tirinato.
La ricostruzione operata dal personale di quest’Ufficio, ha accertato  effettivamente in capo al Tirinato Domenico l’attuazione di una serie di comportamenti insistenti, pervasivamente intrusivi e persecutori nei confronti della donna, tanto da indurla anche ad ipotizzare un estremo gesto autolesionistico.
Il Tirinato al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la locale Casa a disposizione dell’A.G.
Inoltre, nel corso di servizi straordinari di controllo del territorio, è stato tratto in arresto Bevilacqua Patrizio, nato a Reggio Calabria il 30.08.1986, individuato quale autore di rapina in danno di un’anziana signora.
 




REGGIO CALABRIA, OPERAZIONE NEW BRIDGE ATTO II: LA POLIZIA DI STATO SEQUESTRA BENI PER UN VALORE DI 2 MILIONI DI EURO

Redazione

Reggio Calabria – Al culmine di una articolata e complessa attività investigativa svolta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, con la collaborazione delle Questure di Benevento e Catanzaro, il G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, ha emesso un’Ordinanza di sequestro preventivo dei beni rientranti nella proprietà o disponibilità di alcuni dei 18 soggetti già colpiti da provvedimento di fermo eseguito lo scorso 11 febbraio nell’ambito della nota operazione di Polizia Giudiziaria denominata “New Bridge”, svolta nell’ambito del protocollo d’intesa fra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano ed il Federal Bureau of Investigation degli U.S.A., che aveva consentito di individuare un’organizzazione transazionale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo eroina e cocaina tra la Calabria e l’America, avente come riferimento la famiglia di ‘ndrangheta degli URSINO di Gioiosa Jonica (RC) e quella mafiosa siciliana dei GAMBINO di New York City, collegata ad un altro gruppo mafioso armato insediatosi nel territorio della provincia di Benevento:

Le conseguenti indagini di natura patrimoniale, svolte all’esito dell’operazione dell’11 febbraio scorso, hanno consentito di svelare un quadro abbastanza chiaro formato da redditi inadeguati rispetto alle primarie esigenze familiari ed agli investimenti effettuati, da ritenersi sproporzionati rispetto alle entrate lecite dichiarate al Fisco, tanto da determinare il sequestro secondo quanto disposto dall’art. 12 sexies della Legge nr. 356 del 1992 di determinati beni ed attività commerciali, a carico dei seguenti soggetti:

1.    BRILLANTE Carlo, nato a Montefalcone di Valfortore (BN) il 7 ottobre 1965;
2.    GERANIO Domenico, nato a Locri (RC) il 1° luglio 1982;
3.    SIMONETTA Nicola Antonio, nato a Gioiosa Ionica (RC) il 6 luglio 1949;
4.    URSINO Francesco, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 26 dicembre 1982;
5.    VONELLA Francesco, nato a Catanzaro il 23 gennaio 1987;
6.    MARANDO Cosimo, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 03.10.1932.

Il provvedimento di sequestro riguarda una serie di imprese commerciali, fra cui il bar di BRILLANTE Carlo sito a Montefalcone di Val Fortore (BN), il ristorante “Prisdarello Welfare” sito in contrada Prisdarello di Gioiosa Jonica di SIMONETTA Nicola Antonio, la “Sud Edil” di noleggio attrezzature per lavori edili e la “AV Motor” di vendita di autovetture site a Gioiosa Jonica di URSINO Francesco, nonché un appartamento ubicato a Montefalcone di Val Fortore (BN), un fabbricato di Squillace (CZ) e quattro terreni.

L’ordinanza del magistrato comprende altresì il sequestro di tutti i rapporti bancari degli indagati con gli istituti di credito, l’associazione culturale e ricreativa“Las Vegas” di Gioiosa Jonica di cui è legale rappresentante GERANIO Domenico e diverse autovetture, per un valore complessivo stimato intorno ai due milioni di euro.

Come si ricorderà, l’indagine “New Bridge”, svolta tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America, dove l’F.B.I., su disposizione della Magistratura statunitense, aveva  arrestato, in contemporanea con la Polizia italiana, altre 7 persone
, ha consentito di individuare un legame, a doppio filo, tra famiglie di ‘ndrangheta, con particolare riguardo alla citata famiglia di Gioiosa Jonica e alcuni personaggi italo-americani, insediati a New York City, fra cui LUPOI Franco, genero del sopra citato SIMONETTA, sequestrando ingenti quantitativi di droga.

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REGGIO CALABRIA NDRANGHETA: LA SQUADRA MOBILE ARRESTA I VERTICI DELLE COSCHE ZAPPIA E CIANCI MAIO HANOMAN

Redazione
Reggio Calabria
– Nella mattinata odierna, al culmine di incessanti ed articolare investigazioni coordinate della locale Procura Distrettuale Antimafia, la Squadra Mobile di Reggio Calabria, con la collaborazione della Squadra Mobile di Brescia e del Commissariato P.S. di Taurianova, ha dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare nr. 80/2014 RGNR/DDA, 710/2014 R.GIP/DDA e nr. 20/2014 R.OCC, emessa in data 14.03.2014 dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti dei sottoindicati esponenti di vertice delle cosche di ‘ndrangheta ZAPPIA e CIANCI-MAIO-HANOMAN, operanti nel territorio di San Martino di Taurianova (RC):

–    ZAPPIA Vincenzo Giuseppe, nato a Taurianova (RC) il 10.02.1965;
–    ZAPPIA Maria, nata a Taurianova (RC) il 26.07.1962;
–    ZAPPIA Teresa, nata a Taurianova (RC) 10.03.1970;
–    ZAPPIA Rosetta, nata a Taurianova (RC) il 25.06.1977;
–    ZAPPIA Giuseppe, nato a Taurianova (RC) il 01.07.1969;
–    CIANCI Domenico, nato a Taurianova (RC) il 24.03.1947.

I predetti sono tutti accusati di aver fatto parte dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, nelle articolazioni territoriali del mandamento “tirrenico” delle due distinte cosche degli ZAPPIA e CIANCI-MAIO-HANOMAN, operanti a San Maritino, frazione di Taurianova (RC) e zone limitrofe, nonché di estorsione aggravata dal metodo mafioso (art. 7 della Legge 203/91).  

Le indagini, svolte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria con il supporto di presidi tecnologici, hanno consentito di accertare, anche sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Russo Antonio, perduranti condotte estorsive, accettate nel tempo dalla vittima, la quale, inizialmente, ha reso dichiarazioni solo parziali e, successivamente, anche alla luce delle ulteriori acquisizioni, più ampia narrazione della pressione subita.
La vicenda, pertanto, costituisce una chiara estrinsecazione del modo in cui la comunità di San Martino fosse assoggettata al potere mafioso delle ‘ndrine ivi operanti.

I componenti della storica famiglia di ‘ndrangheta degli ZAPPIA, un tempo diretta dal defunto capobastone ZAPPIA Giuseppe cl. 1912, ucciso in un agguato nel 1993 e definito “ilpresidente” per aver presieduto il cd. “Summit di Montalto” del 26.10.1969 (interrotto dal tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine), hanno dato vita ad una condotta vessatoria nei confronti di un imprenditore agricolo, costringendolo a concedere loro la guardiania dei terreni ed a versare complessivamente la somma di 2.500,00 euro annui da corrispondere in due soluzioni, quale condizione per porre fine agli episodi di danneggiamento e di furto nelle proprietà della stessa vittima che erano stati regolarmente denunciati alle Autorità.

In particolare, ZAPPIA Vincenzo Giuseppe determinava il quantum dell’estorsione, mentre le sorelle Maria, Teresa e Giuseppe unitamente al cugino Giuseppe cl. 1969, provvedevano alla riscossione della tangente dal 2004 fino al 2009.  

Le attività investigative permettevano altresì di accertare che, successivamente,  a partire dal febbraio 2010, in virtù di una nuova ripartizione delle zone di San Martino tra le famiglie mafiose degli ZAPPIA e dei CIANCI, la vittima subiva le angherie del CIANCI Domenico, il quale era appena rientrato in Calabria dopo aver trascorso un periodo di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza a Fonte Nuova (RM).      

Il CIANCI, avvalendosi di un metodo tipicamente mafioso, si presentava quale autorevole esponente della omonima famiglia di ‘ndrangheta, annunciando di volersi riappropriare della gestione delle attività estorsive tramite la guardiania dei terreni ed intimando, quindi, di consegnare la somma iniziale di 60 euro al mese, di seguito aumentata a 100 euro mensili.

L’esistenza e l’operatività a San Martino delle cosche ZAPPIA e CIANCI è stata affermata con sentenze passate in giudicato, pronunciate a seguito di gravi eventi criminosi che, negli anni ’70 e poi ’90, interessarono la zona di Taurianova, fra cui la cd. “Strage di Razzà” del 01.04.1977 (in cui persero la vita, tra l’altro, due militari dell’Arma dei Carabinieri della Compagnia di Taurianova) ad opera dei fratelli Damiano e Domenico CIANCI, unitamente ad esponenti del clan AVIGNONE.

Da ultimo, nel 2011, l’Operazione “Tutto in famiglia”, condotta dai Carabinieri di Gioia Tauro, aveva consentito di individuare una nuova ‘ndrina, quella dei MAIO e HANOMAN, che costituisce con la famiglia CIANCI un unico gruppo criminale. 

La presente attività d’indagine ha dimostrato che le predette cosche tuttora fanno parte dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta ed impongono le loro volontà attraverso la “tradizionale” e mai abbandonata guardiania ai terreni, un metodo di oppressione e taglieggiamento attraverso cui la cosca trae indispensabili fonti di sostentamento economico,secondo una risalente ma efficace logica estorsiva di controllo del territorio che richiama alla memoria i vecchi “campieri” della mafia i quali imperversavano per le campagne, incutendo timore nei proprietari terrieri e contadini.  

Due degli arrestati (ZAPPIA Vincenzo Giuseppe cl. ’65 e ZAPPIA Giuseppe cl. ‘69) sono stati localizzati e catturati in provincia di Brescia, mentre gli altri tra San Martino e Taurianova.

Al termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati condotti nelle case circondariali a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.