Grottaferrata, il sindaco su Sprar: “Solo allarmismi su accoglienza migranti. Se necessario invito Salvini”

GROTTAFERRATA (RM) – Sulla tematica dell’accoglienza e in particolare su Sistema di Protezione e Accoglienza dei Rifugiati (Sprar) in fase di progettazione sul territorio comunale, si stanno leggendo numerose imprecisioni e allarmismi che continuano ad essere ingiustificati e esclusivamente figli di una strumentalizzazione politica che, a fronte di perplessità e dubbi legittimi in un regime di confronto democratico, diventa intollerabile quando inizia a basarsi su notizie false o travisate.

In particolar modo si è letto che l’Amministrazione starebbe mentendo sui costi in relazione al fatto che il Comune dovrà compartecipare con un 5% di fondi comunali ai 2 milioni 912mila 700 euro che Grottaferrata riceverà dall’Unione Europea, ovvero 145mila 635 euro.

Come è facilmente verificabile sul portale web ufficiale del progetto Sprar (www.sprar.it) il 5% della quota destinata all’attuazione del piano che il Comune era dall’inizio ovviamente ben conscio di dover mettere a bilancio con fondi propri, è anzitutto spalmato nel trennio 2019–2021 e nella somma si potrà imputare il cofinanziamento delle attività (anche preliminari) del personale dell’Ente Locale finalizzate alla gestione ed attuazione delle attività progettuali Sprar. Traduzione: questo 5% si sta già pagando con l’attività dei funzionari e dei dipendenti in forze al Comune di Grottaferrata che – è bene ricordarlo a ulteriore garanzia dei cittadini – comparteciperà in questa parte minima, proprio perché scientemente ha inteso riservarsi un ruolo di regia e controllo – evitando così la delega al gestore della realizzazione dell’intero progetto. Altresì il Comune potrebbe anche mettere a disposizione un immobile, che in tal caso sarebbe ristrutturato, ove necessario, con il finanziamento stesso dello Sprar e da non utilizzarsi a fini residenziali.

E’ quindi importante sottolineare che il progetto (con le singole voci di spesa) che dovrà essere valutato per ottenere il finanziamento, non è stato ancora redatto dal Comune ed è stata spostata in avanti di tre mesi la scadenza del termine di ricezione delle offerte e degli immobili (che saranno distribuiti sul territorio al fine di evitare concentrazioni) da destinare al progetto non per disinteresse da parte della cittadinanza che, anzi, sta dimostrando una partecipazione curiosa, attenta e disponibile laddove possibile a collaborare alla buona riuscita dello stesso.

Una volta ultimato il lavoro preliminare, va inoltre sottolineato – particolare che i detrattori non hanno spiegato con la stessa perizia – che i Comuni possono procedere all’assunzione di personale esterno a tempo determinato, in deroga al blocco delle assunzioni, come disposto dall’art. 16, co. 5 del decreto legge n. 91/2017, “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, convertito con modificazioni dalla L. 3 agosto 2017, n. 123, il quale prevede la facoltà, negli anni 2018 e 2019, per i comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale, di innalzare del 10 per cento, a valere sulle risorse disponibili nei rispettivi bilanci, il limite di spesa per i rapporti di lavoro flessibile ex art. 9, comma 28 D.L. 78/2010, esclusivamente finalizzati a garantire i servizi e le attività strettamente funzionali all’accoglienza e all’integrazione dei migranti, rapporti di lavoro che saranno finanziati dal progetto stesso senza nulla togliere – anzi andando ad aggiungere competenze e risorse umane – alla macchina amministrativa comunale.

Tutto ciò senza contare che al territorio comunale, alle attività commerciali e agli stessi proprietari di immobili deriverà un indotto in termini di: canoni di affitto ai proprietari degli immobili, spesa per generi alimentari, vestiario, prodotti per l’igiene e la vita quotidiana.

“Nei giorni scorsi a seguito della lettera da me inviata al Prefetto, dottoressa Basilone, su suo successivo invito, ho avuto modo di conferire con la stessa in relazione all’incidenza che il progetto Sprar avrà su Grottaferrata e ad altre problematiche legate all’integrazione sociale, su tutte l’insediamento di via Bartolomeo Gosio, oltre all’eventualità di emettere un’ordinanza mirata a vietare in alcuni punti precisi della città l’accattonaggio molesto” aggiunge il sindaco Luciano Andreotti.

“A scanso di equivoci – aggiunge il primo cittadino – ho manifestato tutte le possibili perplessità, i timori, anche e soprattutto a seguito dello sciagurato episodio del ragazzo africano denudatosi a Squarciarelli”.

“Il Prefetto, da parte sua, ha lodato la buona volontà e la coesione che sta mostrando l’ Amministrazione comunale di Grottaferrata, decisa a procedere in un progetto che pure, in prima istanza, era stato deliberato dall’ex commissario prefettizio alla guida della città prima delle ultime elezioni e ha assicurato da parte della Prefettura la massima assistenza in termini di sicurezza e chiarimenti, tanto per l’ente quanto per i cittadini.

Da parte mia un ringraziamento intendo inviarlo all’assessora alle Politiche sociali, Francesca Rocci che sta dirigendo in maniera egregia e puntuale il lavoro in molti casi complesso degli uffici e al Consiglio comunale che su questa materia del tutto nuova per un comune come il nostro sta dimostrando grande maturità e intendo ricordare che l’attuazione del progetto Sprar, organizzato e gestito sotto la direzione dell’ente locale, è l’unico modo per evitare la collocazione a Grottaferrata di un Cas (Centro accoglienza straordinaria) che, come sta avvenendo in altri comuni, porterebbe indiscriminatamente sul territorio profughi e migranti di fatto abbandonati a loro stessi, con tutti i rischi sociali che ne conseguono”.

“Come sindaco – ha concluso Andreotti – sottolineando l’intenzione prioritaria e indifferibile per ogni amministrazione civica di indicare ai cittadini la strada del rispetto delle leggi e contribuire alla sicurezza e alla coesione di tutto il tessuto paese che va ben oltre il singolo campanile, mi sono detto assolutamente disponibile a incontrare o addirittura ricevere a Grottaferrata, se ci saranno necessità e possibilità, il ministro dell’Interno Salvini per capire più da vicino, dalle sue parole e direttamente sul nostro territorio, di fronte ai cittadini, i reali intenti del nuovo governo, a breve, medio e lungo termine, in materia di accoglienza dei rifugiati politici. Tutto ciò per fare chiarezza, sgombrare il campo da provocazioni e cattiva informazione e restituire ai cittadini messaggi di chiarezza e verità anche attorno a fenomeni globali dei quali, in piccola parte, ogni comunità deve sentirsi compartecipe”.




Frascati, adesione Sprar: previsto l’arrivo di 81 immigrati. Si tratta di famiglie accolte in 6 immobili

FRASCATI (RM) – A Frascati è stato presentato in Commissione il progetto dello Sprar Si è tenuta ieri pomeriggio alle 16, nella sede comunale, la Commissione “Agenda digitale, Stato Civile, Coesione Sociale, Servizi per la salute, Innovazione Tecnologica, Diritti Civili, Accoglienza ed integrazione, Pari Opportunità e Smart City”, per presentare le linee guida relative all’adesione al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), decisa con Delibera di Giunta numero 71 del 6 aprile 2018.
«Con l’adesione al progetto Sprar questa Amministrazione conferma la sua attenzione al fenomeno migratorio, che coinvolge l’Italia e l’Europa intera, decidendo di governare i flussi e gestire il processo di accoglienza, invece di subirlo – dichiara il Sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti -. In questo modo siamo sicuri di aver fatto soprattutto gli interessi e il bene
della Città».
La Commissione è stata convocata dal Presidente Consigliere Roberto Gherardi de Candei, su richiesta dell’Assessore alle Politiche Sociali Alessia De Carli. Erano presenti i Consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza, oltre alle Forze dell’Ordine, i funzionari responsabili dei Servizi Sociali e le rappresentanze di liberi cittadini.
L’Assessore De Carli ha illustrato le ragioni di urgenza e di opportunità che hanno condotto l’Amministrazione ad adottare l’adesione allo SPRAR, con particolare enfasi sulla necessità di rispettare il termine stabilito del 31 marzo (poi prorogato al 16 aprile), per la presentazione del progetto al Ministero dell’Interno.

Formalizzando la sua intenzione di aderire allo SPRAR entro la scadenza sopra detta, il Comune di Frascati ha avuto accesso alla “clausola di salvaguardia”, che rende i Comuni aderenti allo SPRAR esenti dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza (vedi CAS).
«La Commissione di ieri è stata utile per presentare ai Gruppi Consiliari di Minoranza il progetto dello Sprar deciso dall’Amministrazione comunale e inviato al Ministero dell’Interno – dichiara l’Assessore alle Politiche Sociali Alessia De Carli -. Ho apprezzato l’interesse e partecipazione dei Consiglieri e ho affrontato con loro i dubbi emersi e le criticità rilevate. Ci sono molti aspetti ancora da definire nel progetto di adesione che potremo discutere e risolvere insieme ai Gruppi Consiliari.

Ci tengo infine a sottolineare che i finanziamenti per lo Sprar sono alternativi alle fonti di bilancio e vengono dal fondo sociale europeo e avranno una ricaduta importante sul territorio».
Se il Ministero dell’Interno approverà il progetto presentato dall’Amministrazione comunale, il Centro di Accoglienza Straordinaria CAS, già presente a Frascati e che attualmente ospita 50 migranti, sarà chiuso contestualmente all’attivazione del progetto SPRAR.
Il progetto presentato, in linea con la disciplina prevista nel Piano Nazionale di ripartizione dei richiedenti asilo e rifugiati, prevede che la Città di Frascati ospiti un massimo di 81 persone, rappresentate da nuclei familiari, anche monoparentali, organizzate in gruppi di 14/15 persone distribuite in 5 o 6 immobili.




Comuni e Sprar, Anci: “Aumentano i casi di mancato rispetto della clausola di salvaguardia”

 

Redazione

“Si stanno moltiplicando in questi giorni i casi di mancato rispetto della clausola di salvaguardia, che prevede la tutela dei Comuni Sprar rispetto a numeri limitati di presenze e all’apertura da parte dei Prefetti di altre forme di accoglienza non concertate con i sindaci. Ci rendiamo conto dell’emergenza, ma il problema non può essere caricato sempre sui Comuni, e sempre sugli stessi”. Lo afferma il delegato Anci all’Immigrazione, Matteo Biffoni.


“Continuiamo a segnalare ogni singola situazione al Ministero, ma le risposte stentano ad arrivare. Si tratta di casi molto gravi e palesi, di Comuni che hanno appena aderito allo Sprar sulla base di precise rassicurazioni che poi vengono disattese, mettendo i sindaci in una posizione difficile nei confronti della cittadinanza. I patti – sottolinea Biffoni – vanno rispettati a maggior ragione a fronte dell’emergenza, in quanto ogni azione contraddittoria in merito alla tenuta dell’accordo, in una fase delicata come quella attuale, incide in maniera negativa non solo sul singolo Comune oggetto della mancata applicazione della clausola, bensì su tutto il territorio nazionale, minando la fiducia dei sindaci. E se i sindaci non si fidano più, ogni strategia di accoglienza diffusa e concordata rischia di venire meno. Il riparto diffuso è possibile, anche a fronte dell’attuale emergenza. E in questo contesto l’adesione allo Sprar deve essere sempre più una garanzia di accoglienza sostenibile ed efficace. Chi non vi aderisce, può rischiare di subire invii massivi”.


“Ricordiamo che sono ancora almeno due terzi i Comuni che non hanno alcuna forma di accoglienza sul territorio. Siamo con il governo a sostegno di ogni iniziativa a livello europeo, perché l’immobilismo dell’Europa su questo tema è diventato davvero inaccettabile: diciamo basta con le parole, è l’ora dei fatti. Da parte nostra, siamo pronti ad appoggiare anche le decisioni più drastiche. Lo Sprar – conclude – è occasione per i sindaci e per le loro comunità di avere una presenza sostenibile, di qualità, trasparente dal punto di vista amministrativo e gestionale. Serve un segnale chiaro da parte del Governo che stiamo guardando entrambi nella stessa direzione”

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La clausola di salvaguardia: La direttiva del Ministro dell’Interno dell’11 ottobre 2016 – relativa alle regole per l’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo Sprar – prevede una “clausola di salvaguardia” che rende esenti dall’attivazione di “ulteriori forme di accoglienza” quei Comuni che appartengono alla rete Sprar o che hanno manifestato la volontà di aderirvi. La “clausola di salvaguardia” deve applicarsi nella misura in cui il numero di posti SPRAR soddisfi la quota di posti assegnata (a ciascun Comune) dal Piano Nazionale di ripartizione richiedenti asilo e rifugiati.
È stata quindi attivato l’account clausolasalvaguardia.immigrazione@anci.it  riservata agli Enti Locali che volessero porre domande o avere maggiori informazioni.

 




Genzano, migranti: lo Sprar garantisce una gestione di massimo 88 persone

 

GENZANO (RM) – Gestire i migranti richiedenti asilo. È stato questo l’oggetto di un ampio dibattito svoltosi oggi nel primo pomeriggio presso l’Auditorium di Genzano, a seguito delle comunicazioni che il Prefetto di Roma ha fornito ai Comuni della zona.
“Quando parliamo di accoglienza ci riferiamo a ricezione, gestione, collocazione e inserimento di una fetta del flusso migratorio”, ha esordito in apertura il sindaco Daniele Lorenzon rimarcando con forza la contrarietà della sua amministrazione ai Trattati di Dublino che “con la loro regolamentazione delle istanze per i rifugiati politici e di guerra creano una notevole disparità tra i paesi che sono più facilmente raggiungibili rispetto ad altri, come ad esempio l'Italia”.


Nel corso del suo intervento il primo cittadino ha ricordato che “una volta che un gruppo di migranti arriva nel nostro Paese, le autorità italiane devono trovare un posto dove farle stare. Il ministero degli Interni decide dove sistemarli sulla base di un sistema di ‘quote’ su base regionale che tiene conto della popolazione, del Pil e del numero di migranti già ospitati da ciascuna Regione. A fronte del flusso costante di arrivi, le Prefetture avviano i bandi per l’apertura dei Cas: questi centri, che arrivano a ospitare anche centinaia di persone, rimangono formalmente sotto il controllo della prefettura, ma l’attività giornaliera di ciascuna struttura viene gestita dall’associazione o cooperativa che vince il bando. Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati non è al momento in grado di accogliere tutti i richiedenti asilo che, essendo privi dei mezzi di sussistenza, chiedono accoglienza. E allora che succede? La Prefettura ci ha indicato due strade: quella dei Centri di accoglienza e quella degli Sprar. Siamo qui perché abbiamo la responsabilità di raccontarvi come stanno le cose e di condividere insieme a voi questa decisione così importante. C’è tanta confusione e si rischia il diffondersi di luoghi comuni”.
Più nel dettaglio, l’assessore alle Politiche sociali, Elisabetta Valeri, ha spiegato che “il sistema di accoglienza dei migranti in Italia è diviso tra strutture di prima e di seconda accoglienza. I Cas sono considerati uno strumento efficace per gestire flussi straordinari di persone, ma sono inadatti a gestire un flusso costante, e a lungo termine ci ritroveremo a fare i conti con una struttura che è stata aperta senza il nostro appoggio e che ci ha scombussolato la vita; i migranti rimangono parcheggiati per mesi o anni, in attesa che venga esaminata la loro richiesta di asilo, in posti che non hanno fra gli obiettivi fare integrazione, ma solo fornire loro un tetto e un pasto. La seconda strada si chiama Sprar e viene gestita dalle associazioni che presentano dei progetti in collaborazione con i Comuni nei quali verrà istituita la loro struttura. Questa seconda ipotesi prevede lo smistamento in centri di piccole dimensioni, specializzati nell’inserimento degli ospiti in società. Parliamo di centri con numeri molto inferiori a quelli dei Cas e che devono rispettare parametri molto stringenti sul personale e le attività educative”.


Il sindaco Lorenzon ha poi evidenziato che “aderire allo Sprar garantisce il rispetto delle quote previste di tre rifugiati ogni 1.000 abitanti e ci consente di gestire una più equa distribuzione dei migranti sul territorio, evitando la formazione di ghetti o di sacche potenziali di criminali. Numeri alla mano, parliamo di 86, massimo 88 persone”.
“E, soprattutto, impedisce l’apertura di nuovi Cas da parte delle cooperative che partecipano ai bandi e, quindi, l’arrivo di persone sul territorio senza che noi come comunità possiamo ricoprire un ruolo attivo – ha aggiunto l’assessore Valeri –. Il cuore della questione è proprio questo: noi possiamo aderire ad un progetto Sprar, ma se non aderiamo l’accoglienza sarà data ad un progetto privato sul quale non potremmo intervenire in alcun modo. Il progetto è solo una bozza, dipende da voi decidere se aderire o meno. La nostra amministrazione amministra insieme a voi, non pensiamo, non ci vantiamo di avere le idee migliori ma dobbiamo avere delle idee per forza, altrimenti non ci avreste scelto. Ma siamo ben disponibili a metterle in comune e costruire un progetto insieme”.​




Castelli Romani, emergenza immigrati e Sprar: polemiche in diretta tra i sindaci a confronto

 

di Ivan Galea


CASTELLI ROMANI (RM) – Nella trasmissione OFFICINA STAMPA di giovedì 16 febbraio 2017 si è parlato di progetti Sprar, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati ai quali i Comuni hanno la facoltà di aderire per gestire in maniera equa la distribuzione di migranti sul territorio.


A causa della carenza di candidature da parte dei Comuni, il bando SPRAR 2016-2017 per l’ampliamento del Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati si è concluso con appena 4.300 nuovi posti, contro i 10 mila per i quali c’erano i fondi. A novembre 2016 risultano finanziati 652 progetti affidati a 555 enti locali titolari di progetto coinvolgendo in totale oltre 1.000 comuni. A tale proposito, di recente, Il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione ha detto che: “I Comuni che accolgono nell’ambito di un progetto SPRAR il numero di persone previsto dal Piano (di riparto, ndr) saranno tenuti esenti da altre forme di accoglienza”.


Ospiti della trasmissione condotta da Chiara Rai il Sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli, il Sindaco di Marino Carlo Colizza, il Sindaco di Genzano Daniele Lorenzon, il consigliere della città Metropolitana di Roma pr Fdi e assessore ai Lavori pubblici di Lanuvio Andrea Volpi. Diverse per alcuni le reazioni rispetto ad una problematica che andrebbe gestita magari con un tavolo di concertazioni tra Enti Locali del territorio.


Il sindaco di Ciampino ha detto che la città già accoglie circa 80 ospiti e che problemi finora non ce ne sono stati, tant’è che potrebbero arrivarne ad accoglierne anche 150 su una popolazione di circa 39 mila abitanti: “Gabrielli aveva lanciato una richiesta ai Comuni di accogliere un numero di migranti per ogni città – ha detto Terzulli – e noi lo abbiamo fatto accogliendoli nella struttura dell’ex ostello. L’accoglienza da parte nostra non è stata operata in maniera esterna ma abbiamo preso in carico noi direttamente la gestione con la municipalizzata Asp in collaborazione con la Croce Rossa seguendo direttamente i migranti sul territorio”. Per Terzulli difficoltà più grossa è legata al campo nomade che ricade ai confini con Ciampino.

Il sindaco di Marino Carlo Colizza ha parlato della situazione sul territorio marinese e della volontà di cambiare il metodo di accoglienza di migranti:
“Accogliamo già dei migranti sul territorio – ha detto – ma con bandi privati e di fatto è una situazione gestita in maniera diretta dalle cooperative. Il nostro progetto è quello di voler superare la gestione affidata direttamente alle cooperative in favore di una gestione comunale creando una distribuzione di ospiti in maniera equa sul territorio ed evitando così che queste persone vengano concentrate in un solo centro. È importante che la gestione del migrante e dei fondi siano in capo all’Ente Locale e tche non passi più il messaggio che i fondi dati al migranti siano tolti al territorio. Queste persone – ha aggiunto Colizza – devono essere messe in condizioni di essere integrate con una tolleranza che certamente i piccoli numeri favoriscono”.

 

Per l'assessore ai Lavori Pubblici di Lanuvio e consigliere Metropolitano Andrea Volpi, che ha dichiarato di aver partecipato ai recenti incontri con il Prefetto, non c’è la volontà di “prestarci a questo ricatto e sentirsi dire che se i migranti non vengono accolti attraverso lo Sprar allora decidono gli altri per noi. C’è una questione sociale che dobbiamo affrontare – ha continuato Volpi – e non ci sentiamo di dire ai cittadini che sono in lista di attesa per una casa che dobbiamo destinare le case per accogliere i migranti. In questo modo non facciamo altro che creare una disparità sociale. I dati del 2016 ci dicono che sono 200 mila cittadini stranieri che chiedono accoglienza in Italia. Ora va di moda parlare di accoglienza diffusa: ma che significa? Dobbiamo pensare alla formazione, al lavoro per persone che in Italia sono di passaggio”.


Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Genzano di Roma Daniele Lorenzon che come attitudine ad affrontare il problema si è posto vicino al sindaco di Marino: “Vorrei soffermarmi su due concetti particolari: la sicurezza e l’ordine pubblico da una parte e l’integrazione. Di fatto sono uno conseguenza dell’altro. Se il rifugiato viene accolto in un certo modo la cittadinanza può considerarsi tutelata. Con Marino – ha detto Lorenzon – stiamo elaborando un progetto Sprar che preveda una clausola sociale per favorire la stessa cittadinanza e in particolare i disoccupati ad aderire a questi progetti. La sicurezza si tiene quando c’è un’amministrazione solida ad abbracciare questo progetto. Il ricatto, di cui parlava Volpi e che non condivido, si verifica nel momento in cui non c’è l’amministrazione solida a mantenere questo progetto”.


Come detto, sulla stessa lunghezza d’onda è stato il sindaco di Marino Carlo Colizza: “La proposta che noi abbiamo ipotizzato è il modello di diffusione effettiva che postula il fatto di stipulare contratti di locazione con i privati che hanno casa, magari una seconda casa sfitta dove inserire all’interno delle famiglie di migranti. L’assessore Volpi parla di sottrazione delle case a danno degli italiani: è un falso problema! Possiamo dare un reddito agli italiani su case che non adoperano e al contempo accogliere persone. In questa maniera non viene sottratto nulla ai cittadini, mentre affidare case comunali ai migranti è un modo per far sentire scavalcati i cittadini italiani e questo non deve succedere. Noi intendiamo prevedere un soggetto gestore che coincida con il Comune stesso e non con una cooperativa: questa è la novità di questo nuovo progetto di Sprar che Marino propone insieme a Genzano. In questa maniera tutti i gettiti provenienti dall’osptalità finiscono al territorio. Noi – conclude Colizza – facciamo una critica al modello: perdente dal punto di vista dell’ospite e dei cittadini che non hanno la percezione di un vantaggio ma hanno la percezione di non vedere rispettati i loro diritti. L’Ostello è stata data una destinazione turistico culturale e non per i migranti. Il Comune di Marino vorrebbe che gli ospiti gestiti siano convertiti in un altro modello


Andrea Volpi è poi tornato a ribadire che i numeri ripartiti non sono corretti: perché non sarebbero stati presi in considerazione i dati dell’emergenza casa o dei servizi sociali: “Fateci assumere due vigili in più o avere due carabinieri in più visto che il problema è comunque la sicurezza – sostiene il consigliere metropolitano e assessore lanuvino – Dateci la possibilità di intervenire sulla sicurezza. Il tema della programmazione non esiste perché poi succederà che ci sovraccaricheranno sempre di più. Cerchiamo di trovare una soluzione tutti insieme. Per una scelta politica non ci sentiamo di affittare degli appartamenti quando ci sono italiani in difficoltà. Con Berlusconi l’emergenza immigrati non c’era”.


Intanto il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini, tramite un video realizzato per OFFICINA STAMPA, ha detto che il Comune non ha nella propria disponibilità strutture pubbliche sul territorio che possano accogliere migranti: “Monitoreremo soggetti privati che possano essere in grado di accogliere”.


Per il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli, anch’esso intervenuto con un video realizzato per la trasmissione, ha detto sostanzialmente che Lo sprar è la scelta migliore per il Comune che, in questa maniera, diventa parte diretta della gestione: “Non bisogna subire questo fenomeno. Dopo un anno di esperienza – ha detto Stefanelli – posso dire che aderire è stato una scelta giusta e lungimirante. Il consiglio che do ai colleghi sindaci è di è non subire la presenza di questi rifugiati gestiti da cooperative e prefettura ma gestirli direttamente tramite il Comune”.

Sull’intervento del sindaco di Minturno è intervenuto Andrea Volpi: “Qui non dobbiamo gestire niente e subire niente – ha detto – la cosa più razzista che si possa fare è trattare degli esseri umani come delle persone che rimangono chiuse in una struttura :mangiano, dormono e non possono fare altro. Non è questo il trattamento che va riservato a degli esseri umani”.


Sul tema è intervenuta anche l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Velletri Giulia Ciafrei:
“A Velletri – ha detto – ci sono due centri di accoglienza: un Cas che ospita donne e famiglie e uno Sprar che ospita uomini e famiglie. Siamo in prosecuzione del bando Sprar ma c’è ancora molto da lavorare per la cultura d’integrazione sul territorio che stiamo cercando di superare grazie all’aiuto delle associazioni di volontariato e della Caritas”
Tutti gli ospiti sono stati d’accordo però nel sviluppare una rete tra Comuni che sia efficace: è importante ragionare tutti insieme a un progetto vero e proprio. 




Sicilia, progetto SPRAR: Parliamone con il Consorzio Sol.Co

 

di Paolino Canzoneri

 

Il progetto SPRAR ossia Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati si rivolge ai richiedenti e/o titolari di protezione internazionale di minori/adulti e nuclei familiari. Lo scopo principale è l'accoglienza e l'accompagnamento all'autonomia e l'inclusione sociale dei beneficiari dell'accoglienza. Gli interventi previsti vanno dal vitto all'acquisizione di strumenti per l'autonomia, in sintonia con i servizi e le opportunità offerte dla territorio in cui esiste il progetto SPRAR. 
 
L'Osservatore d'Italia oggi vuole focalizzare il suo interesse per questo progetto esteso su tutto il territorio nazionale per sondare e comprendere gli sviluppi e le difficoltà che emergono per il corretto svolgimento delle attività dei centri. Sembra che da più parti persista una seria preoccupazione circa i centri di accoglienza oramai giunti al collasso per varie motivazioni legate forse a difficoltà gestionali del Comune. Difficoltà e criticità dovute sopratutto alla mancanza di destinazione delle risorse ministeriali. Il presidente della Consulta delle culture Adham Darawsha ha recentemente parlato di chiara "incapacità gestionale del Comune" e "già a settembre dello scorso anno il Comune non ha destinato le risorse ministeriali in tempi rapidi" lasciando i centri senza soldi e senza stipendi. Ad aprile le somme relative al 2015 erano state erogate mentre per il 2016 il ministero sembra abbia stanziato il 40% del dovuto ma i pagamenti sono fermi. Chiaramente una situazione piuttosto scomoda e insostenibile da risolvere nel minor tempo possibile per riavviare serenamente tutte le attività dei centri. 
 
Noi de L'Osservatore d'italia abbiamo contattato il Consorzio Sol.Co. Rete di Imprese Sociali Siciliane che opera in una vastissima area dell'intera regione Sicilia che ringraziamo per la gentile e gradita disponibilità. 
 
Il centro si occupa del coordinamento educativo, dei servizi educativi ed ausiliari, del servizi di supporto psicologico, di gestione della struttura, dell'accoglienza materiale e delle spese di integrazione. Si definiscono un Consorzio di Imprese sociali che, intraprendono la strada della cooperazione sociale in Sicilia, ha fatto dei valori di solidarietà, integrazione, promozione e garanzia della qualità del lavoro sociale il fulcro di tutto il sistema cooperativo e delle attività messe in campo a servizio delle persone svantaggiate. 
 
Abbiamo posto delle domande alla dottoressa psicologa e psicoterapeuta Francesca Pruiti che oltre a darci un chiaro ed esaustivo quadro generale delle attività del centro in relazione al progetto SPRAR, ci ha fatto comprendere le difficoltà che possono emergere nell'attuazione del progetto stesso. Estratti di questa intervista saranno trasmessi all'interno della quinta puntata di "Officia Stampa" in onda streaming giovedi 16 Febbraio alle 18.00 sul canale YouTube Officina Stampa. Buona visione