LAZIO SUD PONTINO: L'INIZIO DELLA FINE

Schiano (Pd): “La scelta della politica nazionale sulla soppressione del tribunale di Gaeta è solo l'ultima delle decisioni scellerate che stanno disorientando un intero territorio e la sua popolazione"

 

Redazione

Le ultime vicende legate all'imminente soppressione della sede di Gaeta del Tribunale di Latina, con il conseguente accorpamento a quello di Cassino, riportano alla ribalta la preoccupazione di migliaia di cittadini sulla delicata fase storica che sta vivendo il Lazio meridionale. Una fase che vede inoltre profilarsi la potenziale scomparsa della stessa Provincia di Latina in luogo di una macro provincia con Frosinone. Stesso discorso che nei mesi scorsi ha interessato anche il mondo della sanità pubblica, col grave debito regionale maturato negli ultimi anni, che la governatrice Polverini ha pensato di risolvere con l'istituzione di macro aree sanitarie verso le quali confluiscono i bacini di utenza del sudpontino. Insomma una Provincia quella di Latina, e in particolare la periferia sud, che va scomparendo non solo da un punto di vista geopolitico e istituzionale, ma che rischia di essere abbandonata anche sotto il profilo dello sviluppo e della crescita.

Sul tema è intervenuto uno dei prossimi candidati alle primarie del centrosinistra a Formia: il 40enne avvocato formiano Ernesto Schiano. “La scelta della politica nazionale – esordisce Schiano – sulla soppressione del tribunale di Gaeta è solo l'ultima delle decisioni scellerate che stanno disorientando un intero territorio e la sua popolazione. Le strategie istituzionali arrivate negli ultimi anni e che hanno riguardato il sudpontino, non paiono ispirate al miglioramento delle condizioni di vita dei suoi cittadini, ma dettate solo dalla contigenza del momento; conseguenza di tale modus operandi una grande confusione. Un esempio? Il riassetto del sistema sanitario nel Lazio che, per ripianare il mostruoso debito sanitario della Capitale, lo spalma su un territorio piu' ampio che comprende il sud pontino. La naturale  conseguenza dell'azione di accorpamento del nostro distretto sanitario a quello romano del San Camillo-Forlanini e' stata un inevitabile e graduale decadimento della qualità  delle prestazioni sanitarie fornite da quello che una volta era un presidio ospedaliero di riferimento non solo per il sud della provincia, ma anche per molti utenti campani e ciociari. Oggi infatti, gli ultimi interventi calati dall'alto sulle nostre teste,  hanno messo in ginocchio la sanità locale fino ad arrivare, in alcuni casi, alla totale abolizione di servizi fondamentali. Emblematica è la vicenda che ha interessato il reparto di emodinamica del Dono Svizzero, un reparto che garantisce per le situazioni di emergenza degli infartuati  un'adeguata e immediata assistenza solo dalle ore 9 alle 15, dal lunedi' al venerdi'. ai cittadini locali non resta quindi che sperare, se proprio dovesse accadere, di avere un infarto nelle "ore d'ufficio" del nosocomio formiano. In caso contrario non resta che un viaggio della speranza verso Latina, la cui emodinamica funziona, in assenza di guardia notturna, dalle 9 alle 21, o addirittura verso Roma.

Ed in questo marasma generale ancora non si comprende – prosegue Schiano – quale sarà il destino della conservatoria dei registri immobiliari, del catasto, della conservatoria degli archivi notarili e dell'agenzia delle entrate, solo per citare alcuni organismi burocratici fondamentali. Se le cose dovessero rimanere così ci troveremmo ogni giorno a dover affrontare una guerra di competenze che ci obbliga a doverci rivolgere talvolta a Roma, altre a Latina e infine, come nel caso dei tribunali anche a Cassino. Non penso che tutto questo possa portare alcun significativo miglioramento delle condizioni di vita di tutti noi. Perciò ritengo che l'unica strada percorribile sia quella che pone al centro delle decisioni future il nostro territorio, considerato nella sua unitarietà ed evitando ulteriori umiliazioni alla nostra storia, alla nostra cultura e alla nostra identità. Abbiamo bisogno di decisioni di largo respiro che abbiano quale unico fine quello di garantire la valorizzazione delle risorse locali, delle sue peculiarità e delle sue ricchezze ad oggi non adeguatamente considerate ma talvolta addirittura calpestate. Non possiamo prescindere dal coinvolgimento dei cittadini: e' con loro che dobbiamo riscrivere il nostro futuro. In questi tempi di crisi si decide il destino del nostro territorio, del nostro Paese, e non possiamo permettere che tali decisioni siano prese a tavolino da persone ed istituzioni che appaiono sempre piu' scollegate dalla realtà e dalle difficoltà con le quali tutti i giorni la gente comune deve fare i conti”

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30/04/2012 GAETA, CHIUSURA TRIBUNALE: SINDACI DEL COMPRENSORIO SCRIVONO UNA LETTERA A MONTI E CANCELLIERI