Siracusa, recuperato un dipinto del ‘700

SIRACUSA – I Carabinieri della Sezione Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Siracusa con il supporto dei militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina e della Stazione Messina Giostra, a conclusione di mirate indagini nel settore dei beni d’antiquariato in vendita on-line, hanno recuperato un prezioso dipinto del XVIII sec., olio su tela, di scuola fiamminga, raffigurante “Ritratto di uomo”, rubato nel 1988 a Follina (TV) da “Castelletto Brandolini”, edificio storico risalente ‘600.

L’indagine trae origine dagli abituali controlli che il Comando Tutela Patrimonio Culturale effettua sui beni d’arte commercializzati attraverso i siti di e-commerce. In particolare, l’attenzione dei militari della Sezione TPC di Siracusa si focalizzava su un annuncio di vendita relativo ad un dipinto di scuola fiamminga, la cui commercializzazione appariva sospetta.

Infatti, la comparazione delle immagini pubblicate dall’inserzionista, con quelle contenute nella Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC, permetteva di accertare che l’opera era provento di un furto, avvenuto 30 anni fa, nella cittadina veneta.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno consentito di bloccare in tempo la vendita del dipinto, evitando il rischio di comprometterne definitivamente la rintracciabilità.

Il venditore, un 43enne messinese, è stato denunciato per ricettazione e sono tuttora al vaglio le modalità con le quali l’indagato si è procurato l’antico quadro.

L’operazione si inquadra nel contesto di una più ampia azione di contrasto della ricettazione di opere d’arte via web. Si tratta di un fenomeno sempre più rilevante a causa della crescita esponenziale delle transazioni commerciali telematiche e della molteplicità dei potenziali canali di distribuzione (piattaforme di e-commerce, siti di annunci gratuiti, social network etc.). Attraverso tali strumenti, gli autori degli illeciti possono nascondere la propria identità e raggiungere facilmente un elevato numero di potenziali acquirenti, spesso inesperti ed attratti dalla possibilità di fare affari.

Al riguardo, sul sito web www.carabinieri.it nonché tramite l’applicazione per dispostivi mobili “iTPC” sono reperibili consigli per effettuare acquisiti online in sicurezza.




Siracusa, morto l'anziano picchiato e bruciato vivo in casa: fermato un 18enne

 
di Angelo Barraco
 
Siracusa – Svolta nelle indagini sulla morte dell’80enne Giuseppe Scarso, picchiato e bruciato vivo nella sua casa l’1 ottobre scorso. Ben quattro giorni dopo la morte dell’uomo, gli inquirenti hanno fermato il 18enne siracusano Andrea Tranchida, accusato di omicidio in concorso. E’ stato emesso un secondo provvedimento di fermo per un altro giovane che allo stato attuale risulta irreperibile. Secondo gli inquirenti sarebbero stati proprio i due giovani a fare irruzione all’interno dell’abitazione di Giuseppe Scarso la notte del 1 ottobre, prima lo avrebbero barbaramente picchiato e poi lo avrebbero cosparso di liquido infiammabile. Un’aggressione feroce e senza precedenti, che non ha lasciato scampo ad un uomo mite e  malato di epilessia e per tale ragione viveva con una pensione sociale, una persona che amava passeggiare in bici poiché impossibilitato ad utilizzare altri mezzi a causa del suo problema di salute che gli procurava delle cadute e dei ricoveri per piccoli traumi. Un uomo che nell’ultimo periodo si accompagnava con il bastone anche quando camminava in bici, forse perché temeva ulteriori attacchi da parte di quegli ignoti aggressori che gli avevano precedentemente cagionato danni alla salute e lo avevano indotto ad istallare anche delle grate in ferro alle finestre, i cui vetri però erano stati rotti dalle pietre lanciate da alcuni vandali. I suoi aggressori non si sono fermati dinnanzi ad un uomo che ha cercato, nel suo piccolo, di lottare contro volti coperti dall’ignoto che hanno agito senza scrupolo e con infima brutalità.
 
Il 28 settembre ignoti si introducono all’interno della sua abitazione, cospargono di liquido infiammabile il pavimento e danno fuoco. Scarso riuscì a sopravvivere spegnendo l’incendio e il giorno dopo si recò presso i Carabinieri per sporgere denuncia. Ma quello che successe dopo lo si vede solamente nei film horror, un gruppo di tre uomini a volto coperto fa nuovamente irruzione a casa dell’uomo e cosparge il suo petto e il suo orecchio di liquido infiammabile e da fuoco. L’uomo si salva e se la caverà con qualche ustione ma il dramma si verifica il primo ottobre, l’ultima azione di un gruppo intento a portare a compimento una brutale missione, poiché cospargono il suo volto e la testa di alcool.
 
Un omicidio che ha fatto piombare nel baratro dell’incertezza, del dubbio e della paura una comunità che aveva costruito le sue fondamenta nel quieto vivere.  L’atarassia apparente secerne  al suo interno innesti di elementi discostanti che non hanno avuto come obiettivo la crescita e lo sviluppo sociale mediante l’interazione coadiuvata con la comunità, ma hanno tergiversato nei confronti di una persona anziana e impossibilitata nel reagire una tale violenza da riportare alla mente le trame incresciose del celebre film di Stanley Kubrick “Arancia Meccanica” del 1971. Ma non stiamo parlando di un film dove la violenza e lo squallore immortalato su pellicola può essere vanificato cambiando canale, spegnendo la tv o chiudendo semplicemente gli occhi, ciò che si prospetta dinnanzi i agli italiani è lo specchio di una società che sembra aver smarrito definitivamente la capacità di saper comunicare con il prossimo e laddove vi è un problema la violenza sembra essere divenuta l’unica arma risolutiva.
 
 
L’informazione e lo sviluppo progressivo della società consumistica in cui viviamo spinge molti soggetti ad accantonare letteralmente quelli che sono i valori che costituiscono la base delle relazioni umane e della crescita sociale, fomentando nelle menti un nichilismo radicato che vanifica ogni margine di sviluppo culturale e sociale. La morte di Giuseppe Scarso dimostra quanto  imprevedibile e misera sia l’esistenza di soggetti che non provano la benché minima esitazione nel cagionare la morte ad una persona indifesa che ha avuto la forza di rialzarsi malgrado degli uomini incappucciati abbiano tentato altre volte di ucciderlo.  “Chi è incapace di vivere in società, o non ne ha bisogno perché è sufficiente a sé stesso, deve essere o una bestia o un dio. Aristotele, Politica, IV sec. a.e.c.”.



Siracusa: morto l'anziano picchiato e bruciato vivo nella sua casa da ignoti

 
di Angelo Barraco
 
SIRACUSA – E’ morto Giuseppe Scarso, il pensionato 80enne che l’1 ottobre è stato picchiato e bruciato vivo da un gruppo  di uomini a volto coperto che ha fatto irruzione all’interno della sua casa. Dai primi accertamenti svolti dagli inquirenti emerge che gli aggressori che avrebbero fatto irruzione all’interno dell’abitazione a piano terreno in Via Servi di Maria sarebbero stati in tre.  
 
La Procura di Siracusa infatti sta indagando proprio su tre persone e il reato ipotizzato, che in una prima fase era lesioni gravissime, è divenuto omicidio volontario aggravato. Un’aggressione feroce e senza precedenti, che non ha lasciato scampo ad un uomo mite e  malato di epilessia e per tale ragione viveva con una pensione sociale, una persona che amava passeggiare in bici poiché impossibilitato ad utilizzare altri mezzi a causa del suo problema di salute che gli procurava delle cadute e dei ricoveri per piccoli traumi. Un uomo che nell’ultimo periodo si accompagnava con il bastone anche quando camminava in bici, forse perché temeva ulteriori attacchi da parte di quegli ignoti aggressori che gli avevano precedentemente cagionato danni alla salute e lo avevano indotto ad istallare anche delle grate in ferro alle finestre, i cui vetri però erano stati rotti dalle pietre lanciate da alcuni vandali. I suoi aggressori non si sono fermati dinnanzi ad un uomo che ha cercato, nel suo piccolo, di lottare contro volti coperti dall’ignoto che hanno agito senza scrupolo e con infima brutalità. Il 28 settembre ignoti si introducono all’interno della sua abitazione, cospargono di liquido infiammabile il pavimento e danno fuoco. Scarso riuscì a sopravvivere spegnendo l’incendio e il giorno dopo si recò presso i Carabinieri per sporgere denuncia. Ma quello che successe dopo lo si vede solamente nei film horror, un gruppo di tre uomini a volto coperto fa nuovamente irruzione a casa dell’uomo e cosparge il suo petto e il suo orecchio di liquido infiammabile e da fuoco.
 
L’uomo si salva e se la caverà con qualche ustione ma il dramma si verifica il primo ottobre, l’ultima azione di un gruppo intento a portare a compimento una brutale missione, poiché cospargono il suo volto e la testa di alcool. Un’aggressione che ha fatto lottare l’uomo tra la vita e la morte per due mesi, ma alla fine ha avuto la meglio la Signora dal nero mantello. Gli autori del gesto sembrano essere stati individuati e sarebbero tre gli indagati. Chi ha commesso l’omicidio? Perchè hanno ucciso Giuseppe Scarso? Perché così tanta ferocia? Domande lecite che presto troveranno una risposta. 



Siracusa, indagati 29 dipendenti assenteisti dell'ex Provincia regionale

Redazione

SIRACUSA – La Guardia di Finanza di Siracusa ha individuato 29 dipendenti assenteisti della ex 'Provincia regionale' oggi "Libero Consorzio Comunale di Siracusa. I 'furbetti del cartellino', dislocati in 4 diverse sedi, durante l'orario di lavoro sono stati sorpresi a fare shopping per le vie del centro di Ortigia e in centri commerciali, a fare visite mediche in strutture sanitarie pubbliche e lavori di giardinaggio per privati. Le indagini, cominciate nel gennaio 2015, con pedinamenti e videoregistrazioni (6.800 ore) hanno permesso di contestare il reato di truffa aggravata. Le maggiori irregolarità venivano accertate presso la sede di via Roma dove le presenze erano segnate su un registro di carta, custodito dagli stessi dipendenti. Il procuratore Francesco Paolo Giordano ha annunciato che "i presunti dipendenti infedeli saranno deferiti all'amministrazione per i profili disciplinari, compreso il possibile licenziamento, e alla Procura della Corte dei Conti"

I provvedimenti emessi dall'Autorità Giudiziaria costituiscono l'epilogo di una complessa attività di polizia giudiziaria, avviata nel mese di gennaio 2015, che ha consentito di rilevare condotte illecite da parte di numerosi dipendenti del Libero Consorzio Comunale, i quali, anche con la complicità di altri colleghi, si assentavano ingiustificatamente dal posto di lavoro, facendo risultare in maniera fraudolenta la presenza per l'intero turno previsto. L'accertamento è avvenuto mediante una minuziosa attività di videoregistrazione. Le microtelecamere installate nel perimetro di alcune sedi di servizio, hanno consentito di rilevare che i dipendenti, senza giustificato motivo, durante lo svolgimento del proprio turno lavorativo, uscivano dalle strutture senza giustificato motivo: tra questi, la maggior parte erano deputati a mansioni d'ufficio, attività per le quali era esclusa l'attività in servizio esterno. Nel complesso gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno visualizzato 6.800 ore effettive di video-registrazioni. I dipendenti monitorati si dedicavano ad attività di carattere privato, quali: shopping per le vie del centro di Ortigia e in centri commerciali dislocati in varie zone della città, in supermercati e mercatini rionali, visite mediche presso strutture sanitarie pubbliche e private, lavori di giardinaggio per conto di privati, lunghe attese nei vari uffici pubblici e, spesso, venivano videoripresi presso le proprie abitazioni durante il turno di lavoro.

Le operazioni di videoregistrazione hanno permesso, inoltre, di rilevare ulteriori gravi irregolarità commesse da alcuni dipendenti che ottemperavano alla timbratura del badge di altri colleghi attestandone in maniera fraudolenta, in loro assenza, l'inizio o la fine del turno di lavoro, consentendo loro di raggiungere in netto ritardo l'ufficio e di allontanarsene in largo anticipo o, addirittura, di assentarsene per l'intero turno. In sintesi le assenze quantificate ammontano a circa 1.114 ore a fronte di 2.538 di servizio programmate nei 137 giorni di durata degli accertamenti: una % di assenza minima del 12,5% e massima del 85,5%, con una media del 40%.




SIRACUSA: SITO DELLA PROVINCIA SOTTO ATTACCO

di Silvio Rossi

Siracusa – Qual è il livello di sicurezza informatica dei portali istituzionali? Come fa un cittadino a essere sicuro quando naviga nel sito della regione, della provincia, del proprio comune? Spesso le istituzioni locali non hanno la possibilità di garantire un’adeguata manutenzione, col risultato di avere pagine vulnerabili all’attacco degli hacker.

Uno degli ultimi esempi è il sito della Provincia di Siracusa, dal quale sono partite mail spamming verso molte persone, nel tentativo di estorcere al malcapitato di turno i dati di accesso al conto bancario (il cosiddetto phishing). Una mail che giunge da un indirizzo riconducibile a una pubblica amministrazione può far abbassare le difese del navigatore medio, che può sentirsi rassicurato, per cui il pericolo è notevole.

Nel caso specifico, la mail, inviata da un indirizzo “postmaster@provincia.siracusa.it”, che non è una casella di mail gestita direttamente dal sistema informatico provinciale, ma probabilmente un “alias”, ossia un nome di facciata, generato da qualche hacker quando è entrato nel sistema di controllo del sito, contiene un link a una pagina chiamata: www.provincia.siracusa.it/public/atti.

Una pagina apparentemente innocua, ma che contiene il tranello. Infatti, come ci ha confermato la responsabile del sito provinciale, la dottoressa Vincenza Sicuso, nel loro dominio non esiste una pagina col nome “public”. Il link in questione, tramite la pagina creata dall’hacker nel sito, rilancia a un sito dove vengono raccolti i dati dei malcapitati, cui viene chiesto di confermare i dati di accesso al sistema di home banking di Banca Intesa (questo nel caso da me controllato, probabilmente ci sono altre pagine con le schermate di altre banche).

Il sito dove gli ignari visitatori vengono reindirizzati è gestito da una oscura società di software indiana, ubicata a Calcutta, dove difficilmente le denunce per truffa intentate da chi ha subito il furto dei dati potranno avere soddisfazione.
La responsabile del sito ci ha confidato come è un po’ di tempo che sono sotto l’attacco di hacker, e che le numerose denunce da loro presentate non sono riuscite comunque a far fermare questo problema. La provincia non dispone di fondi per dotarsi di un sistema di sicurezza adeguato. Forse, un piano nazionale per far convergere i siti istituzionali in server più controllati, gestiti direttamente dal Ministero all’Interno, con il controllo della Polizia Postale, potrebbe essere una soluzione da non sottovalutare.




SIRACUSA: ESPLODE BOMBOLA DI GAS IN UNA PALAZZINA, 12 FERITI

Redazione

Siracusa – Nel corso della notte si è verificata un’esplosione in una palazzina di Via Patania, a Siracusa. L’esplosione è stata generata da una bombola a gas del secondo piano dell’edificio che ha causato la deflagrazione dell’edificio e uno squarcio. Nell’esplosione sono rimaste coinvolte 12 persone che, ferite, sono state condotte presso il pronto soccorso. Nessuno dei soggetti rimasti feriti risulta in pericolo di vita. Intanto lo stabile è stato fatto evacuare e sono in corso indagini condotte da Carabinieri e Polizia. 



SIRACUSA: REAGISCE E SFUGGE AD UN TENTATIVO DI STUPRO. DONNA SOTTO SHOCK

di Angelo Barraco
 
Siracusa – Quando si vive al nord Italia e la Sicilia è meta di vacanza soltanto per l’estate, non si vede l’ora di tornarci, non si vede l’ora di tornare alla propria della d’origine perché ci si sente sicuri, perché si è a casa. Ma una donna che era tornata a dopo dalla famiglia dopo tanto tempo ha subito un tentativo di stupro, la donna fortunatamente però è riuscita a sfuggire alla tentata violenza. L’uomo che ha compiuto l’insano gesto è stato un 27enne che ha pedinato la ragazza mentre stava tornando a casa, all’improvviso l’ha presa di spalle e ha tentato di abusare di lei, la donna però è riuscita a sfuggire a tutto ciò utilizzando la forza e una serie di spintoni ed è entrata subito in casa. La donna urlava forte per chiedere aiuto. Sono accorsi subito i carabinieri che, in base alla descrizione fatta dalla donna, hanno potuto identificare l’uomo –che era già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti- ed è stato denunciato. La donna non ha subito ferite gravi ma lievi escoriazioni causate dalla reazione al tentativo di stupro. Non è facile reagine ad un tentativo di violenza sessuale, ma questa donna ha dimostrato che si può reagire e soprattutto che si deve immediatamente denunciare ai fini di individuare l’aggressore e permettere alla legge di fare il suo corso. Ma in un paese alla deriva, in cui spesso chi commette reati viene liberato o gli viene concesso di fare libri, ogni criminale si sente “tutelato” nella sua non-tutela e agisce perché sa che non farà carcere, sa che ci saranno quei cavilli e quelle leggi che gli permetteranno di uscire. 



SIRACUSA: UOMO DI 52 ANNI MUORE DOPO CHE VIENE DIMESSO DALL'OSPEDALE

di Angelo Barraco

Siracusa –  Un uomo di cinquantadue anni, Giuseppe Adorno era il suo nome, è morto dopo che è stato dimesso dall’ospedale “Umberto I” di Siracusa. La Procura di Siracusa ha aperto un inchiesta sulla morte dell’uomo. E’ stata disposta l’autopsia che sarà utile per accertare se da parte dei medici non vi siano state leggerezze come sostengono i familiari. Dopo il decesso i familiari sono andati presso la caserma dei Carabinieri di Solarino e hanno esposto denuncia su quanto accaduto. L’uomo era stato presso l’ospedale “Umberto I” perché non si sentiva molto bene, l’uomo soffriva di diabete e si sottoponeva a dialisi. Dopo che i medici hanno verificato le sue condizioni di salute hanno deciso di dimetterlo. Quanto è avvenuto è al vaglio degli inquirenti.




SIRACUSA: SEQUESTRATO RESIDENCE IN ZONA VINCOLATA

Redazione

Siracusa –  Nele zone protette non si può costruire. Un residence turistico realizzato illegalmente in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e' stato sequestrato a Siracusa dai carabinieri della sezione Tutela patrimonio culturale su provvedimento del Gip. Secondo quanto emerso dagli accertamenti, la struttura, consistente in cinque villette con piscina, era stata costruita in contrada Massoliveri sulla penisola della Maddalenna grazie a concessioni edilizie rilasciate illegittimamente in violazione delle norme di tutela della zona. Tre funzionari comunali che secondo i carabinieri avevano favorito l'indebita autorizzazione sono indagati per abuso d'ufficio aggravato in concorso, assieme ai tre proprietari del terreno. Il valore del residence sequestrato viene stimato in 500.000 euro.




SIRACUSA: MASSACRA CON UN RASTRELLO LA MOGLIE DI FRONTE LA FIGLIA

Redazione

Siracusa – Un fatto abberrante di una violenza inaudita che si è consumato nel sud della penisola. E' ricercato dai carabinieri un operaio di 42 anni di Siracusa accusato di aver massacrato di botte la moglie. L'aggressione e' avvenuta in contrada Tivoli, alla periferia di Siracusa, davanti alla figlia quattordicenne.
La vittima, 38 anni, e' stata colpita con un rastrello e ora e' ricoverata in prognosi riservata. L'operaio e' scappato in sella alla sua moto e per il momento e' riuscito a far perdere le sue tracce. Alla base della lite ci sarebbe una morbosa gelosia dell'uomo.




SIRACUSA: UNDICI ARRESTI PER FAVOREGGIAMENTO ALL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

Redazione

Siracusa – Undici persone sono state arrestate, questa mattina, con l'accusa di far parte di una rete criminale di cittadini eritrei che fornivano, dietro compenso, assistenza logistica ai connazionali che arrivavano con i barconi dal Nord Africa.

L'operazione denominata "Tessa", portata a termine dalle Squadre mobili di Siracusa e Catania e dal Servizio centrale operativo, è il risultato delle indagini di un team di investigatori costituito dalla Polizia dopo l'impennata di sbarchi, la scorsa estate, sulle coste siciliane.

L'inchiesta dei poliziotti ha fatto scoprire un'organizzazione criminale, con base operativa a Siracusa, Catania e a Milano, che accoglieva i migranti irregolari, fuggiti da strutture di accoglienza o al momento dello sbarco e li ospitava in abitazioni o strutture fatiscenti di cui avevano la disponibilità.

Dopo aver incassato un pagamento gli arrestati provvedevano al loro trasferimento verso le destinazioni finali, solitamente in Paesi del Nord Europa.