NEMI : L'IMPORTANTE E' CHE NON SE NE PARLI

Redazione

Nemi (RM) – Chi ci legge dovrebbe ricordare alcuni episodi di cui abbiamo trattato nei mesi scorsi riguardanti fatti e misfatti avvenuti nel Comune di Nemi che per l’Amministrazione Comunale si sono risolti tutti con l’individuazione di un capro espiatorio, un maresciallo della Polizia Locale, nei confronti del quale sono stati emessi una serie di provvedimenti disciplinari. Ma non è di questi ultimi che oggi vogliamo scrivere visto anche che sono oggetto di ricorsi attualmente in discussione davanti al Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Velletri.

Quello che vorremmo conoscere è se quelle questioni, apparse all’epoca così impellenti tanto da giustificare l’emissione di molteplici provvedimenti emessi dalla Commissione Disciplinare dell’Ente, oggi sono state risolte. Perché altrimenti sarebbe davvero grave anche per tutti i cittadini di Nemi sia in ordine di soldi da pagare in più, sia in ordine di disservizio e per ultimo (ma non per importanza) in ordine di sicurezza pubblica.

"Mezzogiorno di fuoco". La prima questione aperta riguarda le attività commerciali e la regolarizzazione delle occupazioni del suolo pubblico, questione che diede vita nel luglio dello scorso anno a quello che definimmo “mezzogiorno di fuoco” con il Comandante della Polizia Locale Gabriele Di Bella, di domenica, in pieno centro ad ordinare a voce alta e con gestualità accentuata al vigile in servizio di controllare uno per uno tutti gli esercizi commerciali del centro di Nemi, sanzionando tutti coloro che non risultavano in regola con l’occupazione del suolo pubblico. Ebbene oggi chiediamo a che punto sia il questionario inviato a marzo 2014 a tutti i commercianti relativo al censimento delle autorizzazioni commerciali e delle occupazioni suolo pubblico che doveva essere il cardine per arrivare alla regolarizzazione delle attività commerciali, vero e proprio cuore pulsante di Nemi. L’impressione infatti è che nulla sia cambiato nell’ultimo anno e per l’occupazione del suolo pubblico il “fai da te” continua ad essere la soluzione più conveniente per tutti. Come sembra essere un miraggio mettersi in regola per gli ambulanti che pur chiedendo la dovuta autorizzazione non ricevono alcuna risposta.

Aspetta spera. Il secondo punto riguarda il pagamento del precetto di condanna al Comune di Nemi (scaturito da un ricorso contro una multa CdS) protocollato in data 5 dicembre 2013 e per il mancato pagamento del quale (dopo che la pratica era stata trascurata per un anno) scaturì un altro dei provvedimenti disciplinari nei confronti del “solito” maresciallo. Ad oggi quel pagamento è stato effettuato? Oppure la somma da pagare continua a moltiplicarsi, con un sensibile aggravio delle spese per le casse comunali?

Il palazzo inzuppato. La terza questione riguarda la risoluzione del problema del condominio “I Gradoni” per il quale i Vigili del Fuoco attestarono “vistose infiltrazioni d’acqua nelle pareti in adiacenza al terrapieno sulla cui sommità insiste un parcheggio”. Anche per questa questione il Maresciallo della Polizia locale di Nemi fu vittima di un provvedimento disciplinare per “non aver rimosso la situazione di pericolo”, ma a tutt’oggi questa situazione è stata risolta? E ci chiediamo anche se è ancora in essere l’ordinanza di sgombero emessa dal Sindaco in data 5 marzo 2014.

La nostra impressione è che per queste, e per altre questioni, l’importante a Nemi è che non se ne parli, anche le minoranze consiliari sembrerebbero essersi assuefatte a questo assordante silenzio.

Noi continuiamo a fare il nostro dovere di informare i cittadini e gradiremmo che anche il Sindaco facesse il suo dovere di fornire risposte se non a noi almeno alla sua città cosa che dovrebbe risultargli ancora più semplice ora che ha dotato l'Ente di una addetta stampa. Per questo restiamo a disposizione per pubblicare qualsiasi chiarimento o nota informativa che il Sindaco volesse fornire in merito. Anche per fugare i dubbi che il silenzio tende sempre a far lievitare.




NEMI: SACCHI DI SALE PER LA CITTADINA. OH ISSA! OH ISSA!

Gentile Direttrice,

il 26/27 gennaio il Comune di Nemi, ha posizionato in molti punti del territorio comunale dei sacchi di sale unitamente a dei cartelli, a firma del nostro amato Primo Cittadino Alberto Bertucci, che recitano testualmente: Comune di Nemi, Protezione Civile, sale antigelo industriale a disposizione della cittadinanza.
Ne deduco che in caso di forti gelate o di nevicate, come cittadino, se voglio circolare, mi devo munire di pala e carriola e distribuire il sale messo gentilmente a disposizione dall'Amministrazione comunale. Mi consenta di dire che è una solenne stronzata, anche perché il giorno successivo e poi nei giorni seguenti (in mancanza di gelate e nevicate), la quasi totalità dei sacchi di sale sono scomparsi: probabilmente molti cittadini hanno preso alla lettera l'avviso e li hanno prelevati per utilizzarli nelle loro proprietà in caso di bisogna.
A questo punto mi domando: gli operai comunali e la Protezione civile a che cosa servono? A posizionare opportunamente il sale che io devo distribuire? Ma vogliamo scherzare! E poi ulteriore interrogativo: questo vuol dire che il Comune non ha un piano antineve e non procederà alla pulizia delle strade e alla distribuzione del sale? Certo che se continua a metterlo a “disposizione” della cittadinanza ne avrà ben poco da distribuire sulle strade in caso di necessità.
Un nemese raggelato

 

Risposta della redazione

Egregio “nemese raggelato” dobbiamo constatare che le chiavi di lettura rispetto ai sacchi di sale sono molteplici. Infatti se nota bene sui sacchi di sale c' è scritto “alimentare”. Ora la nostra deduzione è ben altra, ovvero, che il sindaco si è preoccupato di mettere a disposizione della cittadinanza il sale grosso per permettere ai cittadini di cucinare con sale a costo zero. C' è chi l’ha già provato nell’acqua della pasta, o chi ne ha preso una manciatina per insaporire la carne alla brace e anche chi ne ha gettato più di un pugno alle proprie spalle contro la jattura o ancora chi, per espiare i propri errori, ha deciso di inginocchiarvici sopra. Insomma, caro nemese raggelato, ha ragione lei sul fatto che il sale sia andato a ruba ma di spalaghiaccio o spalaneve non se ne parla proprio nella ridente cittadina delle fragole. Un consiglio? Ne prenda un sacco anche lei, tanto è offerto dal suo amato sindaco e si diletti in qualche manicaretto. In fondo che mai sarà: per le emergenze basta armarsi di una pala, imbacuccarsi per bene, mettersi a spalare e se avanza del tempo dire anche “grazie sindaco che ci hai fatto lavorà”!
 




NEMI: UN NON TURISTA PER CASO

Redazione

Nemi (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore del nostro quotidiano in merito al suo punto di vista sullo stato in cui versa la piccola cittadina di Nemi.

Ecco la lettera:

Il centro di Nemi è un caos di macchine, c’è un problema di parcheggi che non ha trovato soluzioni adeguate, la cura di molte facciate del centro storico è scarsa, com’è scarsa anche la manutenzione di strade e del verde.

Che dire poi della gestione e promozione del turismo – il nostro bene primario – che, al di là e al netto della crisi economica, si regge ancora su logiche del “mordi e fuggi” da strapaese, con una offerta sfilacciata e di bassissimo profilo, concentrata su qualche sagra – a parte quella dei Gialloni che, se non sbaglio, è stata cassata? E il completamento della scuola? Così l’ho lasciata e così l’ho trovata, per non dire dello scandalo, a mio parere il più grave dal punto di vista economico e soprattutto simbolico, di Palazzo Ruspoli, dove non solo il Sindaco ma tutti i nemesi dovrebbero fare una battaglia per il suo recupero e messa in sicurezza!

Per quanto riguarda altri aspetti, ho letto proprio su questo giornale, qualche settimana fa,del problema di come è stato presentato per l’approvazione il Bilancio di previsione del Comune.

Sinceramente, sono rimasto di stucco sul modo di procedere, che non è condivisibile. Per carità, fare il Sindaco e gestire un Comune, di questi tempi, è cosa sicuramente difficile e complessa. Ma qui, proprio perché siamo duemila persone e abbiamo un patrimonio naturalistico invidiabile, chiunque sedesse su quella poltrona dovrebbe fare di più di quanto non si sia fatto fino ad oggi. Manca una visione. E’ politica amministrativa di piccolo cabotaggio.
Però è il miglior sindaco !!!!
 




NEMI: QUINTA UDIENZA PER IL SINDACO ALBERTO BERTUCCI RINVIATO A GIUDIZIO PER TURBATIVA D'ASTA E FRODE NEI PUBBLICI INCANTI

 

Alberto Bertucci sindaco di Nemi è imputato in un processo con l'accusa di aver turbato in concorso con altri una gara per uno scuolabus

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Arriva la quinta udienza del processo che vede imputato per turbativa d'asta e frode nei pubblici incanti il sindaco di Nemi Alberto Bertucci rispetto lo stesso comune che amministra. Dopo due anni e quattro rinvii, si arriva dunque alla quinta udienza per il sindaco imputato di Nemi. L'udienza è fissata per il prossimo 4 novembre 2014. L'inizio del dibattimento è stato rinviato per ben quatro volte: dal 7 novembre 2012 si era finiti al 12 febbraio 2013, dal 12 febbraio 2013 al 14 novembre 2013, dal 14 novembre 2013 al 17 giugno 2014.

Ogni volta i difensori degli imputati, tra cui lo stesso Alberto Bertucci, contestano vizi di notifica e così il tempo passa e il processo non inizia mai. Chissà se in questa quinta udienza avrà inizio il dibattimento.

L’accusa ritiene che in concorso tra loro, Miglietta quale responsabile del procedimento e dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi e Alberto Bertucci già vicesindaco del Comune di Nemi, mediante collusioni avrebbero turbato la gara bandita da Miglietta per il Comune di Nemi e avente ad oggetto l’acquisto di uno scuolabus al fine di far aggiudicare la fornitura alla ditta Car Ind srl di Mauro Cesaretti.

Miglietta, dopo aver bandito la gara avrebbe provveduto a modificarla: Formulava quattro richieste di offerta per la fornitura di uno scuolabus indirizzandole alle quattro ditte che Riccardo Schiaffini, titolare della ditta appaltatrice dei trasporti presso il Comune di Nemi, aveva indicato ad Alberto Bertucci. Tra queste offerte Miglietta aggiudicava la gara alla ditta di Cesaretti al prezzo di euro 49 mila 950 Iva esclusa, sebbene tale prezzo fosse superiore a quello posto a base d’asta (euro 48 mila 126 iva inclusa). Dopo l’aggiudicazione, Cesaretti riduceva l’offerta ad euro 40 mila 105 iva esclusa ma consegnava presso il deposito dello Schiaffini un veicolo diverso da quello oggetto della gara perché avente solo 19 posti anziché i 30 indicati nell’atto di aggiudicazione.




NEMI – FOTOVOLTAICO, LA SOCIETA’ DEL SINDACO NON PRESENTA I BILANCI PER DUE ANNI DI SEGUITO

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Sono ben due anni che la società della quale il sindaco di Nemi Alberto Bertucci detiene il 32 per cento delle quote non presenta il bilancio d’esercizio nonostante la presentazione del documento contabile sia obbligatoria. Eppure non vi è traccia alcuna di trasparenza a riguardo. Quindi, il bilancio d'esercizio non è soltanto un insieme di documenti da redigere secondo gli obblighi di legge, ma è la fonte principale d'informazione dei dati economici, patrimoniali e finanziari dell'impresa per tutte le classi di portatori di interesse nei suoi confronti: creditori, dipendenti, clienti e fornitori, organi statali di controllo, fisco, pubblica amministrazione; soggetto economico e/o management; azionisti di maggioranza e di minoranza.

La società di cui il primo cittadino di Nemi detiene le quote ha iniziato l’attività il 16 luglio 2012, appena due mesi dopo l’elezione di Alberto Bertucci a sindaco di Nemi (Maggio 2012).

La società si chiama Solar Seneca Srl e ha sede legale in un garage/magazzino situato in via Riccardo De Sanctis detto Vittorio, ex via delle Colombe al civico 3, quest’ultimo tra l’altro ex residenza del primo cittadino Alberto Bertucci. La sede secondaria e operativa della Solar Seneca invece è situata in via di Tor Paluzzi, 123 ad Albano Laziale.

La società si occupa delle attività di risparmio nel campo energetico e dell’utilizzo delle risorse energetiche naturali compresa l’attività di installazione di impianti fotovoltaici e comunque di tutto ciò che riguarda il mondo delle energie rinnovabili. In particolare la Solar Seneca Srl è dotata di gruppo di specialisti in diverse discipline organizzate in un comitato permanente e specifico per la ricerca e lo studio di soluzioni per la salvaguardia dell'ambiente e sulla proposizione di tecnologie sempre più avanzate sul risparmio energetico: per l'assistenza tecnica, amministrativa, commerciale e legislativa, per favorire e promuovere ricerche avanzate nel settore e ricercare innovazioni tecnologiche sul risparmio e nuove forme di energia rinnovabili alternative, per l'Assistenza finanziaria finalizzata al reperimento di fondi per la realizzazione dei progetti richiesti.

Dunque è di estrema importanza sapere se la stessa presenti un regolare bilancio ai fini della trasparenza, in quanto nel bilancio è presente anche l'elenco fornitori. E per un sindaco di un'amministrazione comunale che negli ultimi due anni ha rilasciato diverse autorizzazioni paesaggistiche finalizzate all'installazione del fotovoltaico, può venire qualche dubbio ai cittadini che potrà essere risolto solo con il rispetto dei criteri di trasparenza da parte della società di cui il sindaco è socio. A maggior ragione perché la società che fornisce l'installazione di impianti fotovoltaici potrebbe avere a che fare con l'amministrazione comunale di riferimento. Dunque la domanda alla quale non si riesce ad avere risposta è la seguente: la Solar Seneca ha lavorato nel territorio di Nemi? Sono stati concessi permessi per pannelli fotovoltaici riferiti a lavori poi effettuati dalla Solar Seneca?

Non ci è dato saperlo, non avendo presentato il bilancio di esercizio per due anni consecutivi, ovvero per il 2012 e ad oggi, considerato che il termine ultimo per il deposito salvo casi particolari è scaduto lo scorso 29 giugno 2014, anche per il 2013.

E a questo punto soltanto gli organi preposti potranno effettuare tale importante verifica per escludere eventuali presunti e non accertati reati quali conflitto d'interesse o altro.

Intanto, a seguito di una delle nostre inchieste, nella quale facevamo presente che Alberto Bertucci percepiva una indennità piena in qualità di Sindaco pari a 1.353, 51 euro lordi al mese e allo stesso tempo risultava essere lavoratore a tempo determinato. (La legge stabilisce, Tuel – Testo Unico degli Enti Locali, che un sindaco se è lavoratore dipendente e non ha richiesto l’aspettativa deve prendere l’indennità dimezzata del 50%), improvvisamente, il sindaco non compare più nell'elenco Inps dei braccianti agricoli per l'anno 2013. Si è tolto. A buon intenditor poche parole.

LEGGI ANCHE:

07/02/2013 NEMI, C'E' UN PROGETTO PER UNA TERRAZZA FOTOVOLTAICA AL MUSEO DELLA NAVI ROMANE



NEMI, FOTOVOLTAICO: LA SOCIETA’ DEL SINDACO NON PRESENTA I BILANCI PER DUE ANNI DI SEGUITO

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Sono ben due anni che la società della quale il sindaco di Nemi Alberto Bertucci detiene il 32 per cento delle quote non presenta il bilancio d’esercizio nonostante la presentazione del documento contabile sia obbligatoria. Eppure non vi è traccia alcuna di trasparenza a riguardo. Quindi, il bilancio d'esercizio non è soltanto un insieme di documenti da redigere secondo gli obblighi di legge, ma è la fonte principale d'informazione dei dati economici, patrimoniali e finanziari dell'impresa per tutte le classi di portatori di interesse nei suoi confronti: creditori, dipendenti, clienti e fornitori, organi statali di controllo, fisco, pubblica amministrazione; soggetto economico e/o management; azionisti di maggioranza e di minoranza.

La società di cui il primo cittadino di Nemi detiene le quote ha iniziato l’attività il 16 luglio 2012, appena due mesi dopo l’elezione di Alberto Bertucci a sindaco di Nemi (Maggio 2012).

La società si chiama Solar Seneca Srl e ha sede legale in un garage/magazzino situato in via Riccardo De Sanctis detto Vittorio, ex via delle Colombe al civico 3, quest’ultimo tra l’altro ex residenza del primo cittadino Alberto Bertucci. La sede secondaria e operativa della Solar Seneca invece è situata in via di Tor Paluzzi, 123 ad Albano Laziale.

La società si occupa delle attività di risparmio nel campo energetico e dell’utilizzo delle risorse energetiche naturali compresa l’attività di installazione di impianti fotovoltaici e comunque di tutto ciò che riguarda il mondo delle energie rinnovabili. In particolare la Solar Seneca Srl è dotata di gruppo di specialisti in diverse discipline organizzate in un comitato permanente e specifico per la ricerca e lo studio di soluzioni per la salvaguardia dell'ambiente e sulla proposizione di tecnologie sempre più avanzate sul risparmio energetico: per l'assistenza tecnica, amministrativa, commerciale e legislativa, per favorire e promuovere ricerche avanzate nel settore e ricercare innovazioni tecnologiche sul risparmio e nuove forme di energia rinnovabili alternative, per l'Assistenza finanziaria finalizzata al reperimento di fondi per la realizzazione dei progetti richiesti.

Dunque è di estrema importanza sapere se la stessa presenti un regolare bilancio ai fini della trasparenza, in quanto nel bilancio è presente anche l'elenco fornitori. E per un sindaco di un'amministrazione comunale che negli ultimi due anni ha rilasciato diverse autorizzazioni paesaggistiche finalizzate all'installazione del fotovoltaico, può venire qualche dubbio ai cittadini che potrà essere risolto solo con il rispetto dei criteri di trasparenza da parte della società di cui il sindaco è socio. A maggior ragione perché la società che fornisce l'installazione di impianti fotovoltaici potrebbe avere a che fare con l'amministrazione comunale di riferimento. Dunque la domanda alla quale non si riesce ad avere risposta è la seguente: la Solar Seneca ha lavorato nel territorio di Nemi? Sono stati concessi permessi per pannelli fotovoltaici riferiti a lavori poi effettuati dalla Solar Seneca?

Non ci è dato saperlo, non avendo presentato il bilancio di esercizio per due anni consecutivi, ovvero per il 2012 e ad oggi, considerato che il termine ultimo per il deposito salvo casi particolari è scaduto lo scorso 29 giugno 2014, anche per il 2013.

E a questo punto soltanto gli organi preposti potranno effettuare tale importante verifica per escludere eventuali presunti e non accertati reati quali conflitto d'interesse o altro.

Intanto, a seguito di una delle nostre inchieste, nella quale facevamo presente che Alberto Bertucci percepiva una indennità piena in qualità di Sindaco pari a 1.353, 51 euro lordi al mese e allo stesso tempo risultava essere lavoratore a tempo determinato. (La legge stabilisce, Tuel – Testo Unico degli Enti Locali, che un sindaco se è lavoratore dipendente e non ha richiesto l’aspettativa deve prendere l’indennità dimezzata del 50%), improvvisamente, il sindaco non compare più nell'elenco Inps dei braccianti agricoli per l'anno 2013. Si è tolto. A buon intenditor poche parole.

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NEMI, PROCESSO PENALE SINDACO ALBERTO BERTUCCI: ANDATA IN SCENA L'ENNESIMA UDIENZA

di Daniele Rizzo

Nemi (RM) – Si è svolta questa mattina l'ennesima udienza per il processo penale che vede coinvolti Alberto Bertucci, Riccardo Schiaffini, Gianpaolo Miglietta e Mauro Cesaretti; l’accusa è quella di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture. Alla presenza dei quattro avvocati (o di chi li sostituiva) è stato deciso per il rinvio dell’udienza al prossimo 4 novembre. Si tratta così dell'ennesimo rinvio, motivato anche questa volta da un vizio di notifica. In aula non erano presenti nessuno dei quattro imputati.

LA CRONACA
Il primo ad intervenire è stato l’avvocato Aliotta, il legale di Miglietta, che ha evidenziato un vizio procedurale: il suo assistito avrebbe sì ricevuto la notifica, ma non nella sua attuale residenza, e quindi è stato disposto che si proceda con il rinnovo della notifica nella nuova residenza. Per Cesaretti e Bertucci è stata dichiarata la situazione di contumacia: i due non partecipano in prima persona al processo, salvo poi potervi rientrare costituendosi tardivamente. Per Schiaffini invece, assistito dall’avvocato Fagiolo, si è riscontrata la regolarità della notifica e il giudice ha così deciso che si procederà in assenza dell’imputato.

IL RINVIO
Comunque sia, l’udienza è aggiornata al 4 novembre 2014. E’ la quarta volta che il processo viene rimandato: dal 7 novembre 2012 si era finiti al 12 febbraio 2013, dal 12 febbraio 2013 al 14 novembre 2013, dal 14 novembre 2013 al 17 giugno 2014. Chissà se a due anni di distanza dalla prima udienza il processo riuscirà finalmente ad entrare nel vivo.

 

IL COMMENTO del direttore Chiara Rai

Un paradosso tutto italiano? Certo che sì e nonostante stia cercando parole di massimo sdegno non me ne sovviene neppure una che renda giustizia al ridicolo balletto delle parti che si è consumato anche in questa occasione. Due anni di udienze e il processo non è neppure iniziato, Lo si sta portando avanti il più possibile verso una "sana" e fisiologica prescrizione. Del resto film come "Cittadino al di sopra di ogni sospetto" fotografavano una realtà che in cinquant'anni non è cambiata. E non un sussulto viene da parte di coloro che dovrebbero riversarsi in piazza e pretendere di sapere se chi amministra la città si è macchiato di reati gravi oppure no. Di fronte al non buon senso di un personaggio che non ha preferito presentarsi immacolato alle elezioni c'è la maggioranza dei cittadini che lo hanno premiato con l'elezione. "Un plebiscito" di voti per colui che disse alla sottoscritta al telefono: "meglio che inizia il processo così avrò modo e maniera di spiegare che sono innocente". Ma le parole sono volate via leggiadre non appena costui ha indossato la fascia: alle udienze non si è finora mai presentato ma di "vizi di forma" ne sono piovuti a gogò. Quando ricomincerà la campagna elettorale, molti cittadini saranno pronti con un nuovo e rinnovato scroscio di applausi…le note negative del resto si prescrivono anch'esse mentre le promesse sanno di speranza e illudono tutti, almeno per qualche mese, che la propria vita stia per avere quella giusta spinta rivoluzionaria. A Novembre i vizi di forma saranno terminati, vedremo quale altro coniglio uscirà fuori dal cilindro, del resto sembra tutto uno show. Spiace in tutto questo velo di maya, prendere atto di come la Magistratura sia appesantita e abbia bisogno di una seria riforma. Intanto le nuche imbiancano.




L'INCHIESTA – ROMA VINOPOLI: MERCATO CHE VAI ROMANELLA CHE TROVI… INCLUSA QUELLA DI BERTUCCI

di Maurizio Costa, Christian Montagna, Angelo Parca, Chiara Rai

Sono tantissimi i vini “tarocchi” che circolano per i mercati rionali della città eterna. Nonostante la fioritura di nuove denominazioni di origine controllata ci sono due mondi opposti che camminano paralleli: mentre istituzioni, consorzi e grandi cantine lanciano le novità della Doc Roma, tra cui il tradizionale spumante Romanella, molti venditori al mercato propinano alla clientela ignote bottiglie spacciate per “Romanella”, ma che in realtà sono spesso dei comuni vini gassificati e zuccherati che nulla hanno a che fare con lo spumante tutelato Roma Doc.

Tra questi appare addirittura il sindaco di Nemi Alberto Bertucci che, al mercato di piazza Gimma di Roma, vende a 2,90 euro delle bottiglie con etichette prive delle indicazioni di legge, con su scritto “Romanella”.

Si tratta di un amministratore pubblico del territorio dei Castelli Romani, patria di ottimi vini Doc. L’osservatore d’Italia ha immortalato il sindaco nemese, intento a servire i clienti dietro il banco, vicino agli scaffali con su esposta la Romanella by Bertucci, venduta perdipiùsenza rilasciare lo scontrino fiscale. Purtroppo non è l’unico ad alimentare questo modus operandi.

I controlli ci sono ma il fenomeno è molto diffuso: “Abbiamo intensificato i controlli – afferma Stefano Vaccari, capo dipartimento dell’Ispettorato centrale Tutela Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari – e operato sequestri e sanzioni che sono regolate dal decreto legislativo 61 del 2010”. Nel decreto, salva l’applicazione delle norme penali, per il suddetto fenomeno è prevista una sanzione amministrativa da 2 mila fino a 13 mila euro. E la cassazione penale (Sez. III, 6.10.2010 n. 39714) dice esplicitamente che il reato di frode si configura non solo quando il prodotto sia pericoloso ma anche se viene commercializzato con indicazioni non veritiere.

Dunque, non si scherza con la “Doc” che è a tutti gli effetti un marchio di garanzia dei vini prodotti in zone delimitate e con indicazione del loro nome geografico. Il disciplinare è rigido in quanto i vini tutelati, prima di essere immessi al consumo, devono superare approfondite analisi chimiche e sensoriali. La nuova Doc Roma, nata nel 2011, prevede i vini: bianco, rosso, rosso riserva, rosato, “Romanella” spumante, Malvasia puntinata, Bellone. Nel 2013 conta ben 500 mila bottiglie sul mercato con 21 aziende a regime per una superficie coltivata di 58 ettari. Mentre la Romanella registra a consuntivo circa 50 mila bottiglie.

Al momento l’unica cantina che produce la Romanella Doc Roma è Fontana Candida che con coraggio e un importante investimento, ha recuperato la tradizione dello spumante Romanella immettendo sul mercato un prodotto tutelato e di elevata qualità al prezzo di circa 10 euro.

Un forte contrasto rispetto all’opera devastante dei furbetti frodatori: “E’ un fenomeno radicato da troppi anni – spiega l’enologo e direttore della cantina Fontana Candida Mauro Merz – i prodotti spacciati per Romanella non hanno nulla a che fare con questo tradizionale spumante. Chi si appropria indebitamente di questa denominazione dev’essere perseguito”. Merz dichiara che ogni anno vengono commercializzate dai 4 ai 5 milioni di bottiglie di Romanella “tarocca”. La Romanella autentica altro non era che una rifermentazione in bottiglia, ma senza aggiunta di lieviti e con naturale formazione di anidride carbonica. La Doc Roma, sostituisce la pratica empirica con processi di spumantizzazione razionali quali il metodo charmat o il metodo classico.

LA ROMANELLA BY “BERTUCCI” E IL SINDACO DI NEMI

Il primo cittadino Alberto Bertucci è stato immortalato dalle telecamere de L’osservatore d’Italia al banco che riporta il suo cognome, all’interno del mercato di piazza Gimma di Roma nel quartiere africano, dove sono esposte in bella vista delle bottiglie con su scritto “Romanella” ma che in realtà non hanno niente a che vedere con l’unica Romanella che può essere commercializzata e prodotta in quanto tutelata dalla Doc Roma.  Sull’etichetta della Romanella del sindaco c’è scritto: “Romanella Dolce, azienda agricola Bertucci Romano & figli” (Bertucci Romano è il padre del sindaco). C’è poi una immagine con dei grappoli d’uva. Oltre a questo non c’è nulla. Insomma è una Romanella griffata “Bertucci”. Il consumatore non sa dunque che cosa c’è nella bottiglia che non costa neppure poco per essere anonima: 2,90 euro. Sarà così onerosa perché si tratta dell’esclusiva Romanella del primo cittadino di Nemi?
Una regolare etichetta deve riportare invece la denominazione di vendita (vino bianco, rosso, oppure rosato), l’indicazione dell’azienda imbottigliatrice o del produttore con relativo indirizzo, l’indicazione del paese di provenienza, il volume nominale del recipiente nonché la percentuale di alcol contenuta e il lotto. Quest’ultimo, è lo strumento essenziale per la rintracciabilità del prodotto che permette di risalire a un imbottigliatore, a una data, a una partita. Inoltre, laddove necessario, deve essere presente la dicitura “contiene solfiti” e infine il codice ICQRF deve comparire sul sistema di chiusura dei vini spumanti e sulla capsula degli altri vini. Si tratta, anche in questo ultimo caso, di uno strumento per la rintracciabilità del prodotto e la sua mancanza è tutt’oggi una causa di sequestro di partite di vino da parte delle autorità competenti a vigilare. Infine, il titolo alcolometrico effettivo deve essere indicato con precisione, altrimenti si configura una mancanza di sicurezza informativa e possono essere contestate ipotesi di frode.
Che non si tratti di una trovata pubblicitaria? Certo è che risulta alquanto singolare vedere un primo cittadino vendere una bottiglia del genere. Tra l’altro Alberto Bertucci è già imputato per turbativa d’asta e frode nei pubblici incanti rispetto allo stesso Comune che amministra.

IL SINDACO AL MERCATO “SAVOIA” A PIAZZA GIMMA

Un sindaco che ultimamente si è dichiarato “inoccupato” che vende la  Romanella di famiglia, perdipiù senza scontrino fiscale.  Il mercato Savoia di piazza Gimma nel cuore del quartiere Africano a Roma ha anche altre tipologie di vini “fai da te”. Si può trovare con molta facilità la bottiglia in plastica senza tappo ermetico e privo di etichetta e soprattutto c’è un prodotto non plus ultra, che non appare da nessun’altra parte: la Romanella del sindaco.  Non è uno scherzo, è tutto vero!

Al banco 47 vicino all’ingresso al mercato coperto in via Tripolitania c’è il sindaco di Nemi Alberto Bertucci che vende al banco che riporta il suo cognome “Bertucci” e dove è esposta frutta e verdura e soprattutto La Romanella prodotta dall’azienda agricola “Bertucci Romano & figli”.
L’osservatore d’Italia ha immortalato il sindaco in azione. Sulla bottiglia di Bertucci c’è una etichetta che non riporta alcuna ulteriore indicazione oltre al nome “Romanella dolce” e alla denominazione dell’azienda. Gli altri banchi non sono da meno ma sicuramente non scrivendo assolutamente nulla sulle bottiglie hanno perlomeno evitato di scrivere sulle bottiglie la denominazione “Romanella”, prodotto disciplinato esclusivamente dalla Doc Roma. Infatti proseguendo la passeggiata per il mercato di piazza Gimma, sono numerose le bottiglie anonime vendute. Molte riportano ancora l’etichetta dell’acqua minerale in parte strappata e in parte deteriorata. In queste bottiglie in plastica vi è presumibilmente del vino ignoto che potrebbe essere anche frutto di un esperimento casalingo ad opera del commerciante stesso. Eppure siamo in un posto snob dove i prodotti non costano poi così poco. Infatti la Romanella del primo cittadino costa 2,90 contro 1,90 del vino gassificato etichettato e imbottigliato di Genzano di Roma che costa 1,90 a bottiglia venduto al mercato di Don Bosco.

Insomma, il Savoia, è un grande mercato, nato dalla fusione di altri due (quello di via Tripolitania e quello di viale Eritrea) che risale agli anni ’70, e stride il fatto che vengano venduti anche dei prodotti di discutibile provenienza. In questo mercato sono presenti diversi coltivatori diretti di Latina e dintorni che da anni sono un punto di riferimento per la clientela dello storico quartiere.  “Mi dà una bottiglia di vino rosso? – chiediamo ad un negoziante – certo signore è quello nostro, genuino”. E si torna a casa con un’altra bottiglia senza identità. Si potrà bere? E chi lo sà, magari è più buona dell’originale.

IL MERCATO “CARLO CALISSE” A DON BOSCO

La caratteristica di questo mercato è la vendita del vino Romanella, ma che con questo prodotto non ha nulla a che fare

Quando su un prodotto c’è scritto Romanella eppure, con grande stupore, Romanella non è. Abbiamo trovato anche questa tipologia di prodotto. Il “Carlo Calisse” nel quartiere Don Bosco è un mercato rionale in piedi da oltre un decennio che per ambientazione somiglia agli scenari popolari che si potrebbero trovare immortalati in frammenti di film pasoliniani. Solo che entrandovi si trova un po’ di tutto: le persone di diverse nazionalità che lasciano un po’ di amaro in bocca rispetto alla tradizione romanesca che arretra. Oltre ai venditori “stranieri”, si può trovare il pugliese, il produttore di amatrice e il marchigiano. Insomma Il mercato coperto Don Bosco è variopinto soprattutto grazie alle diverse provenienze dei protagonisti che lo animano. La caratteristica di questo mercato è che qui si vende il vino Romanella con  scritto sull’etichetta “Romanella” ma che con questo prodotto non ha nulla a che fare perché contiene anidride carbonica aggiunta e quindi non può neppure essere definito un vino spumante, come invece riportato in etichetta, bensì si tratta di un vino gassificato. L’etichetta, in ogni caso, riporta le indicazioni obbligatorie per legge, almeno su questo c’è chiarezza. Peccato però che non si tratti dello spumante Romanella. Per il resto è un normale vino gassificato proveniente da Genzano di Roma e venduto ad un prezzo più che accessibile: soltanto 1 euro e 90 per una bottiglia di Romanella “tarocca”. Abbastanza pulito il “Calisse” è generoso nella quantità di frutta e verdura e soprattutto di vini esposti: dai classici bottiglioni regolarmente etichettati alle ormai sempreverdi bottiglie anonime in plastica chiuse con un tappo arrangiato e approssimato, senza l’ombra dell’etichetta e tantomeno così lindo e garbato da dire “lo compro”. Insomma ce n’è per tutte le tasche e tutti i gusti.

Convivono le bottiglie regolari con le bottiglie fuorilegge: per esempio c’è un cesto di vini con una indicazione ben chiara “Vini doc dei Castelli Romani” ma dentro, a parte una sola tipologia di Doc, ci sono vini che non hanno la denominazione controllata e che vengono mischiati nel calderone dei vini la cui origine è protetta. La signora Lina è vicina al bancone con i vini esposti, le abbiamo chiesto che tipologia di vino acquista: “Acquisto solo il vino garantito – dice – lo vede questo cartello? Ci sono dentro solo i vini doc e io questi compro!”. In realtà non è così perché in quel cesto ci sono anche i vini che non sembrano Doc ma la differenza è percepibile soltanto a coloro che conoscono minimamente la differenza tra l’uno e l’altro e che comunque si fermano un attimo a leggere l’etichetta. Non ci vuole molto, per chi ne ha bisogno, s’inforcano gli occhiali e si legge. Laddove non vi è la denominazione di origine ci si trova di fronte ad un vino, seppur tracciato, di qualità enochimica e sensoriale inferiore rispetto ad uno Doc.

IL MERCATO “BELSITO” ALLA BALDUINA

La Romanella è un prodotto noto in questo mercato ma nessuno lo vende

Le cose funzionano anche a Roma dove il rispetto per i prodotti di qualità Made in Italy esiste ancora. Il mercato rionale di Belsito nel quartiere di Roma Nord Balduina è un buon esempio che abbiamo deciso di raccontare, facendo emergere che la buona condotta esiste e che non sempre si può fare di tutta l’erba un fascio. Il culto per i prodotti enogastronomici può esistere anche in ambienti dove forse la scarsa informazione sui nuovi dispositivi e denominazioni di origine controllata non sono poi così celebri.  La Romanella è un prodotto noto in questo mercato ma nessuno lo vende. Anzi i commercianti consigliano di andarla a comprare nelle enoteche o nei supermercati qualora ne vendano o ancora meglio nei ristoranti del Lazio. Insomma la distribuzione tradizionale che sicuramente avrà i prodotti di cui si può certificare la garanzia e la tracciabilità. Belsito è un mercato grande dove tutta la settimana c’è frutta e verdura fresche e pesce a volontà. La curiosità ci ha spinti a chiedere ai commercianti perché non prediligessero la vendita del vino: “siamo un mercato che si concentra sui prodotti agroalimentari – dice un venditore – ci sono dei controlli e non vorremmo farci carico di pesanti sanzioni soltanto per qualche bottiglia di vino che essendo magari “fatto in casa” risulterebbe fuorilegge”.

IL MERCATO DI TORRE SPACCATA IN VIALE DEI ROMANISTI

La caratteristica di questo mercato è il vino ignoto che può diventare tutto e niente a seconda delle esigenze.

Il mercato coperto di “Torre Spaccata” in Viale dei Romanisti, che prosegue anche al di fuori con bancarelle lungo la strada, è molto grande e la varietà di vini sospetti è vasta. La caratteristica di questo mercato è il vino ignoto che può diventare tutto e niente a seconda delle esigenze. Chiedo un Frascati doc? Mi si dà una bottiglia con liquido giallognolo senza etichetta spacciandola per il vino castellano. Chiedo un Colli Lanuvini? E mi si propina una bottiglia in plastica di liquido rosso che all’occorrenza si trasforma nell’oggetto dei desideri del consumatore. Insomma ce n’è per tutti gusti. Nei banchi lungo l’ingresso ecco apparire la prima anomalia: una esposizione di bottiglie in plastica vecchie e rovinate, senza nessun tappo sigillato o traccia di etichetta, se non quella della marca dell’acqua precedentemente imbottigliata in quel contenitore. La plastica potrebbe deteriorare il vino e inoltre, ad occhio nudo, le condizioni igieniche di imbottigliamento e conservazione sono pessime. Come biglietto da visita iniziale non c’è male e per questo si è deciso di entrare e proseguire il tour alla ricerca dei vini “tarocchi” di cui la provenienza e più che improbabile per non parlare del contenuto: dentro, repetita iuvant, potrebbe esservi di tutto e per di più non vi è chiusura ermetica. Una volta all’interno del mercato si è aperto un sipario a dir poco pittoresco, di quelli che ricordano altri tempi: il macellaio di fiducia intento a tagliare la carne alla signora anziana che non entra nei supermercati, il norcino con i salumi appesi e il fruttivendolo che soltanto a guardare la merce esposta mette allegria per la varietà di colori degli alimenti ben evidenziati dai cartellini variopinti con indicati i prezzi della merce al chilogrammo. Ai primi banchi abbiamo chiesto se da qualche parte avremmo potuto trovare la Romanella, che, come si è già detto, è un marchio in esclusiva della Doc Roma e non può essere venduta senza autorizzazioni e conseguente etichetta nel rispetto del disciplinare. In tutta risposta il commerciante ha da subito impugnato una bottiglia scura e anonima spacciandola per il famoso “spumantino de noantri”. E voilà il gioco è fatto: una strizzatina d’occhio da parte del venditore che veste i panni dell’intenditore collaudato che impersonifica la garanzia stessa del vino ignoto che si trova tra le mani. Con soli 2,50 euro passa la paura e si acquista un vino che sarà pure “genuino” ma non è certo la Romanella che ci si aspetta. L’unica cosa certa è lo scontrino del pagamento effettuato. E il turista in visita ai pittoreschi mercati romani? Si fiderà delle bottiglie senza nome vendute da chi magari non masticando la lingua ciancicherà due o tre battute all’Albertone nazionale? Le opinioni dei frequentatori dei banchi coperti a Torre Spaccata sono diverse: c’è il consumatore che si fida ciecamente del banchista che da anni lo serve bene, e quindi si compra anche il vino ignoto e c’è il consumatore che preferisce acquistare i vini nell’enoteca: “li pagherò un po’ di più – dice una signora – ma almeno so quello che bevo!”.

LA ROMANELLA E IL WEB

I vini gassificati spacciati per “Romanella”, quelli tarocchi per intenderci, sfilano anche sul web. Girando sulla rete ci si imbatte nei siti più svariati che propongono l’acquisto di romanelle che nulla hanno a che fare con l’originale Doc Roma. “Vino Rosso dei Castelli Romani denominato “romanella” è un vino amabile…” si legge sul sito http://www.salumieprodottitipici.it dove in bella vista c’e’ una bottiglia – senza nessuna etichettatura – e un bel bicchiere contenente il liquido rosso. Il tutto per soli euro 4,90 a bottiglia. “Romanella bianco secco e frizzante vino” si legge sul sito http://italian.alibaba.com dove per poter acquistare il “prezioso liquido” occorre telefonare al signor P. C. il cui numero viene riportato nello stesso sito. Ma andando avanti nel nostro viaggio internautico alla scoperta di falsi d’autore. Ecco apparire sul campo di battaglia “La Romanella del Gladiatore” , e anche una bottiglia denominata Romanella accostata a della porchetta il tutto sul sito http://statigr.am. Ce ne sarebbero delle altre ma lasciamo a chi di dovere il compito di scovarle.




NEMI: DOPO I GATTI, I RATTI E LA CALDAIA MALFUNZIONANTE ARRIVA LA LETTERA DI UNA MAMMA INDIGNATA

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo una gradita lettera inviata alla nostra redazione da una mamma "indignata". La lettera è gradita perché è la prima che riceviamo da parte di un genitore che porta il proprio figlio alla scuola di Nemi. Una struttura al centro di sgradevoli episodi e polemiche da diverso tempo.

L'ultima vicenda si è verificata il 7 gennaio 2014, al rientro dalle vacanze natalizie, quando si è scoperto che l'edificio (a causa di finestre lasciate distrattamente aperte) era pieno di escrementi di gatti e ratti.

Il direttore del giornale Chiara Rai è stata appena accusata su Fb da una lettrice di non conoscere i gatti. Ci teniamo a specificare, anche se pensavamo fosse evidente, che non abbiamo nulla contro i gatti e neppure contro i ratti, ma è l'episodio in se stesso che non è contemplabile e sopportabile. Vedere un gatto sopra, presumiamo, i vassoi della mensa scolastica non è certo un fatto tollerabile e ribadiamo, i gatti sono attratti dal cibo.

Dunque, ecco la testimonianza di Simona Fortuna che firma la lettera che di seguito pubblichiamo.

Caro Direttore, i recenti fatti accaduti nella Scuola di Nemi, al rientro dalle festività natalizie, mi hanno lasciata davvero sconcertata. Oltre che per l’accaduto, anche e soprattutto per la reazione inspiegabile di tutti, a partire dalla preside che dal suo ufficio di Lanuvio, senza aver effettuato alcun sopralluogo, dichiara che essendo soltanto pipì di gatto non ci saremmo dovuti preoccupare più di tanto non essendoci stata nessuna emergenza.

Il Sindaco che, a mio modesto e personale avviso avrebbe dovuto chiudere il plesso il giorno stesso, lascia invece aperta la scuola. Fidandomi della loro parola, mando mio figlio a scuola lasciando che consumi il pasto della mensa in quegli stessi locali dove solo dopo circa una settimana vengo a conoscenza che la ASL  ha trovato escrementi di gatti, negati in precedenza dalla Preside, e non solo, addirittura escrementi di ratti, e ne ordina la disinfestazione e derattizzazione lasciando la scuola aperta.
La domanda sorge spontanea:
Perché la scuola è rimasta aperta lasciando i bambini e quindi mio figlio in ambienti potenzialmente infetti? Come si può mangiare in quegli ambienti poco salutari? In caso di infezioni chi è il responsabile, la scuola, il Comune, la Asl?
Per me la cosa più assurda, oltre a quella fin d’ora riportata, è l'aver constatato che siamo soltanto poche voci fuori da un coro di voci afone. Pochi a parlarne, pochi ad informarsi. Di questo caso specifico ne ho voluto parlare solo ed esclusivamente per il bene dei bambini, da genitore avere il diritto di essere ascoltata e di far crescere il proprio figlio protetto e tutelato.

In tanti anni non avevo mai assistito a tanta indifferenza eppure parliamo dei nostri figli, come è possibile tutto ciò? I bambini sono la nostra speranza ed il nostro futuro, da genitori abbiamo il dovere di proteggerli e farli crescere lontani da ogni strumentalizzazione.
Come al solito non credo che riceverò risposte esaurienti ma almeno se ne sarà parlato, se non altro in questa sede.
Cordiali Saluti
Simona Fortuna

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NEMI, UN CASO DA CHIARIRE SUBITO: IL SINDACO RISULTA PERCEPIRE IL DOPPIO DI QUANTO DOVREBBE

Chiara Rai

Nemi (RM) – Sono davvero tempi brutti dove i cittadini stringono la cinghia a più non posso e anche gli amministratori coscienziosi (pochi direi) si dimezzano o addirittura rinunciano alla propria indennità di assessore, consigliere, di sindaco! Specialmente in questo momento di crisi economica e sacrifici.

Dunque, in questo contesto in cui si invoca disperatamente l'onestà, la trasparenza e la correttezza da parte di coloro che il Popolo ha messo in poltrona, si espone una vicenda che interessa il sindaco del Comune di Nemi Alberto Bertucci e che sicuramente merita un tempestivo chiarimento da parte sua. E di certo Alberto Bertucci saprà chiarire ai cittadini la sua posizione, quantomeno nel nome di quella “buona amministrazione” di cui si fa paladino insieme al suo audace sostenitore della legalità Giovanni Libanori.

ECCO I FATTI:

Alberto Bertucci percepisce una indennità piena in qualità di Sindaco pari a 1.353, 51 euro lordi al mese e allo stesso tempo risulta essere lavoratore a tempo determinato.

La legge stabilisce (Tuel – Testo Unico degli Enti Locali) che un sindaco se è lavoratore dipendente e non ha richiesto l’aspettativa deve prendere l’indennità dimezzata del 50%. Questo significa che Alberto Bertucci da quando è diventato sindaco avrebbe dovuto prendere una indennità di 676,75 euro anziché di 1.353,51 euro.

Dunque di fatto, leggendo i pezzi di carta, il sindaco risulta lavoratore dipendente e intanto prende il doppio di quanto gli spetterebbe secondo la Legge.

Ci sono tre pezzi di carta che dimostrano ciò che si è appena esposto.

PRIMO PEZZO DI CARTA: [ ELENCO INPS OPERAI AGRICOLI A TEMPO DETERMINATO COMUNE DI NEMI ANNO 2012 ]

E’ un elenco ufficiale pubblicato dall’Inps che è rimasto sul sito dell’Ente di Previdenza solo per 15 giorni, da pochi giorni non più disponibile online. In questo elenco riferito al 2012 dove figurano tutti gli operai agricoli a tempo determinato di Nemi c’è anche Alberto Bertucci e affianco al suo nominativo c’è scritto OTD (operaio a tempo determinato) e c’è scritto anche che risulta aver lavorato per 52 giorni.

Sempre nel 2012 però, risulta anche che Bertucci ha percepito in qualità di sindaco circa 10 mila e 500 euro lordi anziché circa 5 mila e 250 euro (per il periodo dal 7 maggio al 31 dicembre 2012). La matematica non è una opinione: se nell’arco del 2012 Bertucci è risultato lavoratore dipendente avrebbe dovuto percepire la metà dell’indennità riferita al 2012.

SECONDO PEZZO DI CARTA:

Il Comune di Nemi ha pubblicato la Delibera di Giunta 105 del 12 settembre 2012 in cui si determinano le indennità di carica per i componenti della Giunta [ DELIBERA DI GIUNTA 105 DEL 12 SETTEMBRE 2012 ]

TERZO PEZZO DI CARTA:

L’atto di liquidazione d’indennità di carica dei componenti della Giunta comunale riferita all’anno 2012 (Atto numero 212 del 10/12/2012) dal quale si evince che Alberto Bertucci ha percepito l’indennità piena. [ DETERMINA LIQUIDAZIONE 212 DEL 10 DICEMBRE 2012 ]

I fatti parlano chiaro o gli atti del Comune sono sbagliati, o l’Inps ha erroneamente messo in elenco il sindaco oppure c’è qualcos’altro di misterioso e sconosciuto che va chiarito.

 
 

ANNI REGRESSI AL 2012:

La musica sembra essere la stessa con Bertucci vicesindaco e assessore. Ad esempio, nell’anno 2010, come si evince dalla pubblicazione numero 639 del 10/11/2011,  affianco al nominativo dell’allora vicesindaco Alberto Bertucci appare la sua attività: libero professionista. Caso vuole che il libero professionista, in quanto lavoratore autonomo, ha diritto a percepire l’indennità piena da amministratore. [ PUBBLICAZIONE 639 DEL 10 NOVEMBRE 2011 ]

Di fatto all’Inps la sua posizione anche nel 2010, dovrebbe risultare sempre di OTD. Basta verificare. Delle due l’una: o è libero professionista oppure è operaio a tempo determinato.

La differenza è importante, perché se anche nel 2010 Alberto Bertucci per l’Inps risultava operaio a tempo determinato significa che anche nel 2010 Alberto Bertucci ha preso il doppio di quanto avrebbe potuto prendere.

Sempre Bertucci nell’anno 2011 è rimasto in carica come vicesindaco e assessore solo per 20 giorni, per i quali ha percepito la piena indennità pari a 179,97 euro in qualità di libero professionista, questo facendo riferimento sempre alla pubblicazione suindicata.

Sarebbe quindi opportuno verificare se sia nel 2010 che nel 2011 il signor Alberto Bertucci figurava per l’Inps operaio a tempo determinato oppure no.

Dato che Bertucci, per quanto si ricorda, è amministratore già dal 2004, sommate tutte le presunte indebite indennità percepite si arriverebbe a somme considerevoli. 

Se sono stati percepiti dei soldi in più questi vanno restituiti al Comune di Nemi.

Non soddisfatti dei pezzi di carta prodotti in allegato, abbiamo chiesto un parere scritto ad un legale del Foro del Tribunale di Roma specializzato nella materia. Di seguito riportiamo il parere richiesto. Tant'è!

IL PARERE DEL LEGALE:

E' opportuno individuare la normativa di riferimento.
Viene, in primo luogo, in rilievo l'art. 82, del d.lgs. n. 267/2000 (TU Enti Locali). Tale norma, rubricata “indennità”, sancisce: “Il decreto di cui al comma 8 del presente articolo determina una indennità di funzione, nei limiti fissati dal presente articolo, per il sindaco, il presidente della provincia, il sindaco metropolitano, il presidente della comunità montana, i presidenti dei consigli circoscrizionali dei soli comuni capoluogo di provincia, i presidenti dei consigli comunali e provinciali, nonché i componenti degli organi esecutivi dei comuni e ove previste delle loro articolazioni, delle province, delle città metropolitane, delle comunità montane, delle unioni di comuni e dei consorzi fra enti locali.

Tale indennità è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'aspettativa”.

In secondo luogo, rileva il d.m. 4 aprile 2000, n. 119 il quale, in linea generale, sancisce la parametrazione dell'indennità suddetta alla dimensione geografica e demografica su cui insiste il Comune all'interno del quale opera il Sindaco.
Dunque, occorre, a questo punto, collocare esattamente la categoria professionale del bracciante agricolo nell'ambito dei lavoratori dipendenti, al fine di stabilire se gli stessi abbiano o meno diritto a percepire l'indennità di carica totale ovvero nella misura dimezzata.
Ebbene, nel settore agricolo è lavoratore dipendente chiunque presti la propria opera manuale, dietro corrispettivo, per la coltivazione di fondi o per l'allevamento del bestiame, nonché per attività connesse a favore di un'azienda agricola o di altro soggetto che svolge attività agricola.
All'interno della categoria menzionata si inseriscono, appunto, i così detti. braccianti agricoli, detti anche ODT (operai a tempo determinato), assunti per l'esecuzione di lavori di breve durata, a carattere saltuario, al fine di compiere una fase lavorativa, ovvero in sostituzione di operai per i quali sussiste il diritto alla conservazione del posto di lavoro.

Inoltre, l'esistenza di un vincolo di subordinazione per i soggetti in questione è stato rimarcato da una giurisprudenza risalente, per vero non posta in discussione negli anni a venire.
Si può citare, tra le altre, Cass., sez. lav., 2 marzo 1995, n. 2413, in virtù della quale: “Il bracciante agricolo in quanto tale e’ un prestatore di lavoro subordinato, anche in presenza di stagionalita’ o saltuarieta’ della prestazione nell'ambito di un piu’ ampio periodo.

Tuttavia, è necessario verificare se ricorre, in concreto, l'ipotesi prevista dall'ultima alinea dell'art. 82 TUEL citato, nella parte in cui stabilisce che il dimezzamento dell'indennità non ricorre se il Sindaco ha richiesto l'aspettativa, disciplinata dall'art. 81 del medesimo testo legislativo.
Tutto ciò premesso, si può concludere per la natura di lavoratore dipendente in capo al bracciante agricolo, come tale avente diritto ad una indennità di funzione ridotta nella misura percentuale del 50%, una volta accertata l'inesistenza di una richiesta di collocazione in aspettativa non retribuita per tutta la durata del mandato.

A sostegno delle argomentazioni esposte è opportuno por mente alla delibera n. 28/2012 emessa dalla Corte dei Conti, Sez. regionale di controllo per il Piemonte ed alla deliberazione n. 87/2012 della Corte dei Conti, Sez. regionale di controllo per la Liguria, nella misura in cui, richieste di parere, confermano, da un lato, che non vale ad escludere la decurtazione l'eventuale attività di lavoro autonomo svolto in contemporanea al rapporto di subordinazione e, dall'altro, che non incide sull'operatività del meccanismo ex artt. 81 e 82 TUEL la natura a tempo pieno o parziale del contratto di lavoro.

 




NEMI, INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE CINZIA COCCHI: "IERI CHIUSO L'UFFICIO ANAGRAFE- STATO CIVILE ED ELETTORALE".

Redazione

Nemi (RM) – Ancora al centro di discussione disservizi relativi l'ufficio Anagrafe del Comune di Nemi. Ieri, giovedì 21 febbraio, l'ufficio comunale in questione è rimasto chiuso creando non pochi disservizi alla cittadinanza. Ad accertare la mancanza il consigliere di opposizione Cinzia Cocchi, la quale ha immediatamente inviato all'attenzione del sindaco e del segretario comunale una interrogazione per la quale ha richiesto una risposta sia scritta che orale.

Nell'interrogazione del consigliere ed ex sindaco di Nemi Cinzia Cocchi, si legge che la stessa avrebbe verificato personalmente che l'ufficio Anagrafe – stato civile ed elettorale è rimasto chiuso "creando gravi disservizi ai cittadini". Inoltre, non sarebbero mancate anche "numerose segnalazioni di cittadini". Cocchi ha poi evidenziato che tale disservizio coincide con il periodo pre- elettorale.

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