CASTEL GANDOLFO: LA LETTERA AL SINDACO E AL COMANDANTE DELLA POLIZIA LOCALE DI UNA CITTADINA ESASPERATA

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta indirizzata al sindaco di Castel Gandolfo e al comandante della polizia locale di Castel Gandolfo da parte di una residente.


"Per prima cosa voglio sottolineare che considero l’essere stata costretta a scrivere ai giornali, come si usa dire, un’ulteriore violenza che si aggiunge a quelle che ho denunciato alle Autorità di Castel gandolfo con l’esposto n. 0011663 del 30/7/2015, ottenendo come risposta un silenzio ostile da parte del sindaco e promesse vaghe da parte del comandante della polizia locale.

Vivo al lago Albano e alcuni anni fa nel fabbricato che dista meno di cinquanta metri dalla mia abitazione è stato aperto un pub/discoteca. Il lago Albano è una cassa armonica naturale dove i suoni si amplificano. Nel comune di Castel Gandolfo è in  vigore un piano di zonizzazione che per la mia zona prevede 52 decibel dalle 6 alle 22, 42 decibel dalle 22 alle 24 e dalle 24 alle 6 silenzio. Il locale che nonostante sia stato aperto di recente, non è insonorizzato come impone la legge (sembra solo che abbia presentato una valutazione di impatto ambientale), provoca enorme disturbo a causa dell’attività musicale, nella bella stagione esercitata anche su terrazze e verande, quindi praticamente all’aperto. L’altro grave problema, che impedisce il sonno, sono gli schiamazzi della ristorazione all’aperto e il mancato rispetto dell’orario di chiusura. Normalmente il locale cessa l’attività intorno alle 3 di notte. In estate, anche alle 5 con tutti i disagi che si possono immaginare.

Dopo la presentazione dell’esposto,  sindaco e comandante della polizia locale sono stati informati per email delle serate musicali del locale, che si fa una notevole pubblicità online, chiedendo loro di verificare se l’attività musicale e la ristorazione all’aperto, soprattutto dopo la presentazione della valutazione di impatto ambientale, rispetta il piano di zonizzazione.

Non avendo mai avuto risposta, approfitto de L’Osservatore d'Italia per porre alcune domande al sindaco e al comandante:

1) Perché non è stato verificato se la valutazione di impatto ambientale rispetta il piano di zonizzazione?
2) Perché si concede il permesso di fare musica e un locale non insonorizzato?
3) Perché le autorità di Castelgandolfo non hanno mai preso in esame il notevole inquinamento causato dalla ristorazione all’aperto? Si fa notare che un’eventuale misurazione Arpa sarebbe possibile solo per le cosiddette apparecchiature perché la voce umana non è misurabile. Il problema degli schiamazzi  è connesso al tipo di licenza concessa. In poche parole, il comune permette l’allestimento di decine e decine di tavoli sotto la mia finestra. A tutto ciò si aggiunge il disturbo provocato dal personale, dopo che le cucine sono state spostate sul retro, proprio davanti alla mia camera da letto, con il risultato di fumi nauseabondi, movimentazione di piatti, bicchieri e bottiglie, schiamazzi fino alle 3 di notte
4) Perché le autorità di Castelgandolfo, che difendono gli interessi del locale in quanto sostengono giustamente che siano posti di lavoro da tutelare, non applicano lo stesso principio anche per il mio lavoro, visto che svolgo la mia attività in casa. Vale forse meno di quella del locale?

Ribadisco ancora una volta alle Autorità di Castel Gandolfo che il locale ha il diritto di lavorare, ma anch’io ho il sacrosanto diritto di dormire e vivere tranquilla.

Giacinta Caruso"

 
 




CASTEL GANDOLFO: LA SOPRINTENDENZA RICHIAMA IL SINDACO SULLA BANCHINA DOMIZIANEA AL LAGO

di Giampieo Tofani, commissario straordinario de La Destra di Castel Gandolfo

Il sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi è stata richiamata al dovere per i reati perpetrati alla “banchina domizianea” in riva al lago. “Le opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa – come prescritto dall’art. 181 del D. Lgs. 42/2004 – costituiscono reato amministrativo e penale e che la verifica di ammissibilità e legittimità dell’istanza ai sensi dell’art. 146 del D. Lgs. è in capo all’Ente responsabile del procedimento”. Così è scritto nel richiamo che il 23 Aprile u.s. la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Roma ha inviato al Comune di Castel Gandolfo a seguito del parere espresso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. 

Dal sopralluogo espletato alla fine di Gennaio è stato accertato lo sversamento di notevole quantità di materiale terroso sull’arenile demaniale protetto del Lago Albano di Castel Gandolfo – “Sito di Importanza Comunitaria” e “Zona a Protezione Speciale”, sottoposto a “Vincolo “Paesaggistico” – occupato dalla Federcanoa. Uno sversamento di migliaia di metri cubi di materiale terroso, di ignota provenienza, che ha sepolto e compromesso importanti strutture archeologiche facenti parte dell’opus quadratum della cosiddetta “banchina domizianea”, sarebbe stato realizzato in assenza dei titoli abilitativi dal Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak e Vicepresidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, con notevole impiego di denaro pubblico dei contribuenti italiani. “Quali adempimenti a norma di Legge – la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio ha chiesto di sapere all’Amministrazione Comunale – sono stati adottati atteso che l’area in oggetto risulta sottoposta a Tutela Paesaggistica ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”.

Anche noi, a tutela dell’Incolumità Pubblica e a salvaguardia dell’Ambiente e dei Beni Demaniali Protettici siamo preoccupati più volte di chiedere alla Sindachessa Monachesi, anche ai sensi della Legge 241/90, l’accesso agli atti conseguenti l’accertata inottemperanza della Federcanoa all’Ordinanza di Demolizione Opere Abusive n. 31 del 15 Aprile 2013”. Assordante silenzio! Dopo ben oltre 24 mesi di assordante silenzio, ci piacerebbe sapere dal sindaco quali presunti interessi così tanto interessanti o ancor di più quali misteri si celano dietro al caso del Presidente della Federcanoa e Vicepresidente del C.O.N.I. a tal punto dal persistere ancora a non voler procedere alla demolizione d’ufficio delle opere abusive che costituiscono reato amministrativo e penale.
 




CASTEL GANDOLFO: BOSSOLO PER IL SINDACO MILVIA MONACHESI RITROVATO A PROPAGANDA FIDE

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C.R.

Castel Gandolfo (RM) – Al sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi è stata indirizzata una busta con all’interno un bossolo e un biglietto con su scritto “saluti dalla Magliana”. La busta è stata trovata mercoledì pomeriggio da un ragazzo di propaganda fide, la sede dei focolarini che fu bombardata durante la guerra. Infatti Il bombardamento anglo-americano del Collegio di Propaganda Fide a Castel Gandolfo è stato un episodio della seconda guerra mondiale ai Castelli Romani, avvenuto il 10 febbraio 1944.

I carabinieri di Castel Gandolfo diretti dal Capitano Aureli, sono stati immediatamente allertati e ieri pomeriggio hanno cercato di rintracciare subito il sindaco per metterla al corrente del ritrovamento della busta a lei indirizzata. Dopo averla cercata in casa e poi in Comune l’hanno raggiunta nella sezione politica dove il suo cellulare non prendeva e, accompagnata nella locale stazione, le hanno mostrato la busta con il proiettile all’interno.

Soltanto domenica scorsa, Milvia Monachesi aveva inaugurato la sede di Libera all’interno del Castelletto, bene confiscato di recente tornato in possesso del Comune.

Il sindaco Monachesi che da subito ha mostrato la sua tempra, la sua trasparenza e volontà di non portare il bavaglio schierandosi a favore della legalità non sembra voler arretrare neppure di un passo e in questa delicata occasione mostra coraggio: “E’ successo a una donna – dice Monachesi –  e già questo è un gesto deplorevole ed è successo in un momento particolare dove si sono toccati temi delicati. Ho piena fiducia nei carabinieri che stanno operando le indagini e che in ogni momento manifestano la loro presenza e professionalità. Mi piace vedere il lato più bello e caloroso di questa brutta esperienza che è proprio l’affetto e la vicinanza di tutti. Dalle istituzioni, agli amici, al mondo politico tutto. E’ chiaro che non posso fermarmi a causa di questo evento, continuerò a fare quello che facevo prima di ricevere questa amara sorpresa”.

Solidarietà è arrivata anche da parte del sindaco di Roma Ignazio Marino: “Esprimo la mia vicinanza al sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi – ha detto Marino. –  Le minacce subite sono quanto di più insopportabile per chi, come lei, agisce a favore della legalità. Una lettera anonima che rappresenta un gesto vile e da condannare, ma contemporaneamente uno stimolo ad andare avanti sulla strada intrapresa. Il mio augurio è che queste minacce non fermino l'ottimo lavoro fin qui svolto dal sindaco e che le Forze dell'Ordine riescano quanto prima a individuare gli autori di questo inaccettabile gesto”.

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