Ravenna, gioiscono su facebook per la morte dei poliziotti: il Sindacato Autonomo Polizia fa partire la querela. Ecco tutti i nomi

RAVENNA – “Nicoletta Missiroli e Pietro Pezzi, erano due colleghi eccellenti che hanno perso la vita in maniera atroce con la divisa attaccata sulla pelle. Non tolleriamo simili offese alla loro memoria e alla memoria di quanti hanno perso la vita in servizio”. E’ la dura posizione di Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che non ha per nulla ignorato i disgustosissimi commenti apparsi sul social network Facebook, relativamente all’incidente stradale sul litorale ravennate, che ha visto tra le vittime due poliziotti.

L’ira del web non si è fermata nemmeno dinanzi alla morte e, raccolte le varie schermate denunciate sul web, in cui appaiono nomi, cognomi e commenti, Tonelli presenta formale querela denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna, al fine di individuare e punire i responsabili.

“Mi chiedo che futuro spera di avere il nostro paese con imbecilli del genere” commenta ancora Tonelli. I commenti apparsi in rete esprimevano gioia per quanto accaduto e i loro autori si auguravano più incidenti di questo tipo con poliziotti vittime.

“Non sono tollerabili simili atteggiamenti e una simile mancanza di rispetto verso tutti gli operatori di Polizia e nei confronti di due famiglie che piangono due loro cari. Lo dovevamo a loro e lo dobbiamo a noi stessi – prosegue ancora Tonelli – lo dobbiamo alla brava gente che crede e ha fiducia nelle Forze di Polizia. Abbiamo querelato Piero Mastrostefano, l’addetto al soccorso stradale che gioì dell’incidente in cui furono coinvolti due colleghi mentre prestavano soccorso in autostrada; abbiamo chiesto un risarcimento del danno ad un sedicente educatore tarantino per aver chiamato mercenari i poliziotti intervenuti in Piazza Indipendenza”.

Il Sap sempre in prima linea, decide di intervenire e tutelare quell’onorabilità che viene meno giorno dopo giorno a causa di un sistema sempre più avverso e ostile nei confronti delle Forze dell’Ordine.

“Nessuno merita una morte atroce. I miei colleghi non la meritavano e non meritavano quei commenti. I responsabili meritano di essere puniti affinché comprendano il significato del dolore che anche noi poliziotti proviamo quando viene a mancare un collega”.




Legittima difesa: la lunga notte dell'imbecillità


di Roberto Ragone
 
Nuove norme nella legge passata alla Camera a proposito della difesa personale, della possibilità del cittadino di difendersi da aggressioni e rapine, una legge che Renzi vuole tuttavia bloccare al passaggio da Palazzo Madama. Insomma, dopo anni di polemiche e di scontri, la montagna ha partorito il topolino. Pare infatti che ci si possa difendere soltanto di notte, quando l'intrusione domestica o l'aggressione nell'esercizio commerciale della vittima siano attaccati da ladri e rapinatori, ma soltanto con il buio. Scontro con chi afferma che 'La difesa è sempre legittima', e che, come Berlusconi, chiede che chi si difende in qualsiasi modo, anche se necessario sparando, non venga neanche processato.

Di diverso parere la sinistra, che, storicamente ipergarantista, ma solo nei confronti di "certi figuri", parla, come al solito di Far West e di 'giustizia fai-da-te'. Che la postilla a proposito delle ore notturne, durante le quali soltanto la difesa sarebbe legittima, sia ambigua e lasci troppo spazio ad interpretazioni da parte dei giudici, è scontato. E' scontato anche che tutto questo movimento per approvare una legge che dovrebbe tutelare finalmente il cittadino, e che invece si è trasformata in scontro politico, non risolve alcuno dei problemi del vivere civile. E' fuor di dubbio che la delinquenza negli ultimi anni si sia trasformata, assumendo sempre più i connotati di crudentà ed efferatezza importati dall'est europa; ed è fuor di dubbio che le norme, in mancanza di un reale controllo del territorio, e di una sincera volontà di tenere i delinquenti dove dovrebbero stare, cioè in galera, vadano modificate. Purtroppo abbiamo perso una buona occasione di farlo. Intanto la polemica e l'ironia impazzano sui media, a proposito della obbligatorietà di difendersi solo al buio, e con proporzionalità rispetto all'offesa (non è cambiato nulla!), senza tener conto, o facendolo solo con marginalità, della situazione psicologica dell'aggredito. Nel proposito, abbiamo voluto sentire l'autorevole commento di uno dei personaggi che, per la sua posizione, è direttamente coinvolto in questioni di ordine pubblico, e che da anni si batte a  tutti i livelli per migliorarne la situazione.
 
Abbiamo contattato il dottor Gianni Tonelli, segretario generale di uno dei più attivi sindacati di polizia, il SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, che ci ha dato il suo parere.
 
Dottor Tonelli, ci dia un suo guidizio personale su questa nuove versione della legge sulla legittima difesa.
È il simbolo della decadenza di una classe dirigente che non ha capacità, ed è sotto scacco di gruppi estremisti. Una classe  eccessivamente ideologizzata, e che non ha la capacità di assumersi una responsabilità. Ma che norma è quella che indica come criterio di punibilità o di legittimazione del diritto naturale alla autotutela, alla propria difesa quello che può essere il giorno o la notte: e se uno fa i turni e dorme di giorno? D’inverno saremo più sicuri? Andremo con il canto del gallo? E l’ora legale? Dobbiamo considerare anche la latitudine? Perché a Torino d’estate le giornate sono più lunghe che a Palermo. Sono delle cose folli, e non c’è bisogno d’essere dei giuristi per comprenderlo. Sono delle imbecillità colossali che devono spingere la nazione Italia a prendere a calci nel sedere la classe dirigente che le partorisce, perché analoghe imbecillità vengono partorite ogni giorno a carico dell’economia del paese, per ciò che riguarda l’energia, o le politiche sociali, dalla sicurezza  al’immigrazione. 
 
Da ciò che si vede dall’esterno, pare che una parte della sinistra stia con Ermini, mentre un’altra parte gli è contraria. 
Sì, è così, perché c’è una parte maggiormente ideologizzata,  mentre alcuni sono meno vincolati da queste imbecillità. Ma, anche la sinistra, o si libera da questa zavorra, o altrimenti non potrà mai ambire a governare decentemente il paese, ma è destinata a naufragare ancora come ha fatto fino ad oggi. 

I recenti fatti relativi a episodi di violenza e di rapine, con la reazione delle vittime sorprese in casa, magari di notte, e gli effetti giudiziari conseguenti ci hanno sempre dato, dall’esterno, l’impressione che i delinquenti siano troppo tutelati, e che quindi, per assurdo, che lo stato li tuteli più dei cittadini. Ha avuto anche lei questa impressione?
È così, perché una parte della sinistra considera le devianze come figlie delle contraddizioni della nostra società, e la brava gente, quindi, non deve più stare al centro del sistema, ma ci devono andare loro, i deviati. Siccome la gente per bene approfitta, e ha goduto finora, delle opportunità di questa società, come deve pagare le tasse, deve anche farsi carico di questi oneri, fino ad arrivare fin nel campo della legittima difesa, e quindi  fino a considerare moralmente censurabile chi si difende, prima ancora che giuridicamente. Una parte della sinistra sta con i delinquenti, ed è tipico del partito dell’antipolizia, che comunque è molto forte all’interno delle istituzioni, ed ha radici profonde: pensiamo al manifesto degli intellettuali contro il commissario Calabresi. Oppure vogliamo parlare della pseudocultura autoreferenziale italiana nel circuito mediatico? Nella classe dirigente del paese, quindi nel Parlamento, voglio pensare a Manconi, alla Boldrini. Guardi, costoro non hanno simpatia nei confronti delle forze dell’ordine, ma anzi, ogni giorno ci dimostrano la loro avversità, perché noi difendiamo la gente per bene, e quindi noi siamo il nemico di coloro che invece vorrebbero che al centro del sistema ci fosse ro le devianze. È un fatto ideologico.
 
Un’ultima battuta a proposito delle caccia a Igor il russo, o come si chiama lui. Secondo lei, lo prendono?
Lo prenderemo più in là, ma non adesso. Perché a mio parere Igor non è più lì. Questo è uno che anche se ha attorno una cintura blindata di venti o trenta chilometri, nel giro di due ore venti chilometri li ha già fatti di corsa. È una persona che viene da un mondo che è un po’ diverso dalla nostra bambagia, anche come metodo criminale. A mio parere non è più lì. Sono convinto che prima o poi ci sbatterà la testa, non potrà stare alla macchia vita natural durante.



SINDACATO AUTONOMO POLIZIA: RECUPERATI IN PARTE I MALESSERI

di Roberto Ragone
Abbiamo contattato il dott. Gianni Tonelli, segretario generale del SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, per avere notizie a proposito dell’esito del suo interminabile sciopero della fame, iniziato per attirare l’attenzione delle Istituzioni sulle condizioni in cui versava la nostra Polizia di Stato, scarsa di uomini – circa 45.000 effettivi in meno rispetto all’organico, mentre il controllo del territorio è indispensabile, come il turn over degli agenti, a vantaggio di personale più giovane  – con mezzi e attrezzature obsolete – caschi marci, giubbotti antiproiettile scaduti o prossimi alla scadenza, armi ormai da sostituire – addestramento insufficiente, in particolare quello antiterrorismo, tenendo conto delle nuove minacce terroristiche con attacchi suicidi.

A questo proposito ricordiamo l’asserzione del ministro Alfano in televisione, che parlava di un ‘robusto corso antiterrorismo’, sei ore di slide davanti ad uno schermo di computer, e non un addestramento con prove a fuoco su bersagli in movimento.

“Abbiamo recuperato almeno in parte i malesseri di tutto il Corpo” dice Tonelli “ma c’è ancora molta strada da fare. Siamo indietro come attrezzature, ma questo dovrebbe essere risolto con la nuova legge di stabilità, su cui facciamo grande affidamento. Abbiamo in programma alcune iniziative eclatanti per settembre, con le quali coinvolgeremo il pubblico. Lo sciopero della fame certamente ha smosso le coscienze, e ora abbiamo un Capo della Polizia che ci sembra attento alle nostre richieste. Con lo sciopero della fame abbiamo avuto qualcosa come 50 milioni di bacheche su Facebook. D’altra parte l’ISTAT certifica che la prima preoccupazione degli Italiani è sulla loro sicurezza, e con 45.000 uomini in meno siamo vicini al collasso. Tutto questo è stato originato da tagli lineari senza discernimento. Un altro errore antidemocratico è stata la militarizzazione del Corpo Forestale, e per questo sarò nei prossimi giorni in audizione alla Camera. Speriamo che chi di dovere ripensi a questo stravolgimento dei Forestali, che hanno una tradizione ed un preciso compito nella Polizia. Comunque, allo scopo di tenere sempre viva l’attenzione sulle nostre istanze,martedì faremo una grande manifestazione in Piazza Montecitorio.” Ringraziamo il dott. Tonelli per la sua disponibilità e gli assicuriamo che saremo sempre presenti alle sue iniziative con il nostro giornale. La Forze dell’Ordine sono i nostri tutori, la nostra sicurezza, ed è certamente desiderio di ognuno che siano perfettamente efficienti e presenti sul territorio.