Palermo, accordi Almaviva Contact e Sindacati: รจ rottura

 

di Paolino Canzoneri


PALERMO – Ieri a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico si è affermato definitivamente lo strappo tra l'azienda Almaviva Contact e i sindacati. Nel tavolo del dicastero a via Molise le posizioni sono rimaste salde senza che le parti abbiano ceduto o concesso niente riguardo proposte di accordo. Il comunicato dell'azienda non lascia alcun margine di dubbio: "Preso atto della totale indisponibilità ad accettare il percorso industriale presentato dall’azienda, ribadita anche adesso dalle organizzazioni sindacali con toni perentori, Almaviva Contact non può che considerare superata la propria proposta che quindi viene ritirata.
 
Il piano di riorganizzazione avviato da Almaviva Contact il 5 ottobre scorso costituisce una responsabilità inevitabile e necessaria per mettere in sicurezza l’attività dell’Azienda e salvaguardare, nella misura possibile, la continuità occupazionale. L'accordo raggiunto nel maggio scorso aveva stabilito la stipula di un contratto di solidarietà per un periodo di sei mesi, definito azioni stringenti per consentire alla società di recuperare capacità competitiva, previsto misure di riforma strutturale del settore dei call center nella comune convinzione che solo un effettivo cambio di quadro e di regole di mercato avrebbe permesso un percorso alternativo alla ristrutturazione“.
 
Si conclude quindi nel peggiore dei modi un botta e risposta che dura oramai da tempo e che porta l'azienda a ritirare ogni precedente proposta d'accordo a causa dell'indisponibilità al percorso industriale proposto alle organizzazoni sindacali e istituzioni e torna il timore, questa volta più concreto, del possibile trasferimento a Rende nella provincia di Cosenza in Calabria dei 398 dipendenti del call center inizialmente scongiutato grazie all'accordo firmato dai sindacati al MISE con il viceministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova lo scorso 8 novembre, accordo che prevedeva assunzioni volontarie entro inizio dicembre per 295 operai in scadenza di contratto, impiegati nella commessa ENEL da parte di Exprivia; i restanti operatori sarebbero dovuti rimanere in Almaviva Contact che avrebbe proceduto al trasferimento degli operai palemitani della commessa ENEL in Calabria. Commenta il componente della segreteria nazionale dell'Unione Territoriale Lavoro Di Palermo Telecomunicazioni Antonio Vitti: "La nostra sensazione è che non ci sia un’effettiva volontà dell’azienda di costruire un percorso valido di uscita dalla crisi. Non è accettabile che i piani dell’azienda si basino sulla riduzione del costo del lavoro la quale, oltretutto, contrasta con le norme del settore contro delocalizzazioni e gare al massimo ribasso che abbiamo fortemente sostenuto a livello nazionale. Come UGL siamo disponibili al confronto su un nuovo piano di ammortizzatori sociali per le attività di call center di tutte le sedi, purché supportato da un serio progetto industriale e ci aspettiamo una riflessione seria da parte dei vertici Almaviva e che, nella prossima riunione, arrivino dunque proposte valide”.



Sindacati: Cgil, Cisl e Uil frenano su pensioni minime

 

di Paolino Canzoneri

 

Che i sindacati si opponessero da subito sul complesso filtro del riccometro che dovrebbe stabilire l'aumento delle pensioni minime era scontato. Il confronto è aperto con un bivio fra l'incremento delle pensioni minime e l'aumento delle quattordicesime. Il nostro premier pensando agli oltre un milione di pensionati con anzianità avanzata e reddito familiare più basso avrebbe preferito proseguire con gli 80 o 50 euro in più aveva sostenuto: "Per incrementare il Cantiere sociale, nella prossima legge di stabilità provvederemo ad una misura di equità sulle pensioni minime e metteremo nuove risorse sul contrasto alla povertà". Facendo i conti con le magre risorse disponibili e con i musi duri dei sindacati tutti, al momento, l'intervento sulle minime è da contestare poichè in molti casi quel tipo di assegno non è coperto dai contributi versati nel corso degli anni lavorativi quindi sarebbe una misura non equa.

 

Mentre l'introduzione della cosiddetta "quattordicesima" ossia l'assegno in più da incassare a luglio che da 750,00 euro passerà a 1000,00 euro appare più congeniale per i leader di  Cgil, Cisl e Uil. Il ministro Giuliano Poletti commenta: "Abbiamo bisogno di fare un intervento sulle pensioni minime, o lo facciamo incrementando e allargando la quattordicesima, o lo facciamo in un’altra maniera, ma abbiamo bisogno di dare più soldi alle pensioni più basse. La lista delle misure in cantiere, comunque, è quella che abbiamo anticipato nei giorni scorsi e comprende: l’Ape, l’anticipo pensionistico, come strumento di flessibilità ma anche come una sorta di ammortizzatoresociale per i lavoratori disoccupati e quelli in esubero; l’aumento fino a circa 125,00 euro l’anno per la «quattordicesima», con ampliamento della platea dei beneficiari di circa un milione di persone, per effetto dell’innalzamento del limite di reddito da 1,5 a 2 volte il trattamento minimo (circa 13 mila euro l’anno); il passaggio dalle ricongiunzioni onerose al cumulo gratuito dei contributi; il bonus di tre mesi per ogni anno lavorato durante la minore età per i cosiddetti precoci; la previsione di requisiti meno drastici per il pensionamento dei lavoratori usuranti; l’abolizione delle penalità esistenti per le pensioni anticipate sotto i 62 anni di età. E se questo è il pacchetto, il sindacato ci sta." Paletti precisi e idee chiare anche da Carmelo Barbagallo segretario dell'UIL: "Riteniamo che debba essere affrontata e chiusa la partita degli esodati, allargata la platea dei lavoratori usuranti, rese gratuite le ricongiunzioni e definito il capitolo dei lavoratori precoci nel senso che chi ha 41 anni di contributi deve poter andare in pensione senza alcun’altra condizione. Inoltre, bisogna rivalutare le pensioni in essere facendo leva sulla «no tax area» e sulle quattordicesime. Mentre per l’Ape, i lavoratori più deboli devono poter andare in pensione prima e senza l’aggravio di oneri aggiuntivi". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi in vista del Referendum sembra volenteroso nell'apparire più accondiscendente e più disposto ad ascoltare i sindacati e conviene magari forzatamente sul fatto che da un lato la forma di estensione dell'assegno aggiuntivo o bonus di 80 euro svuoterebbe troppo le casse dello Stato e dall'altro la complessità di affidarsi al "riccometro" Isee quale filtro di misura per stabilire reddito e patrimonio familiare sarebbe altrettanto troppo complesso e pieno di insidie.




BOSCHI ATTACCA I SINDACATI: "HANNO CONTRIBUITO A BLOCCARE IL PAESE"

Redazione

La ministra all'attacco dei sindacati che sembra proprio non piacciano a questo governo: "I sindacati hanno contribuito in parte a bloccare il Paese". Lo ha detto Maria Elena Boschi alla festa dell'Unità a Firenze, auspicando poi che i sindacati si rimettano in discussione. "Sono sicura che alla fine prevarrà il senso di responsabilità anche da parte di Ncd". Lo ha detto il ministro alle Riforme, Maria Elena Boschi, parlando a margine della Festa dell'Unità di Firenze. "Penso che i senatori saranno saggi e non vorranno fermare il percorso".

"Non capisco di cosa parli il senatore Quagliariello. Credo occorra fare un po' di chiarezza". Lo dice il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini interpellato dall'Ansa. "Siamo su due piani distinti: Per quanto riguarda le riforme ci sono varie ipotesi di accordo e lo troveremo; quanto all'Italucum, non si tocca.

"Le riforme andranno avanti. L'Italia ha svoltato e non si torna indietro": così il premier Matteo Renzi da New York ha risposto a chi gli chiedeva delle difficoltà incontrate sulla strada per la riforma sul Senato. L'Italia ha finalmente svoltato. Non siamo più il problema economico dell'Europa, non siamo più la minaccia finanziaria del mondo. E dopo anni di segno meno crescono tutti gli indicatori. È davvero un periodaccio per i nostri amici gufi abituati a roboanti comunicati stampa dopo ogni dato Istat e oggi comprensibilmente sono più sobri nelle loro dichiarazioni".

"Ho letto molte polemiche per la mia scelta" di andare a New York per la finale degli Us Open. "Fosse stato il calcio, non avrebbe detto niente nessuno. Ma è tennis, tennis femminile, e allora in tanti hanno storto la bocca come fosse sport di serie B". Lo afferma Matteo Renzi. "Rispetto tutti. Chi vuole vivere di rancore, faccia pure".




RIFORMA DELLA SCUOLA: E' SCONTRO TRA MINISTRI E SINDACATI

di Christian Montagna

Roma- Si è concluso senza nulla di fatto l’incontro tra il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini e i sindacati di categoria che ammettono di essere delusi e amareggiati. Il ministro secondo le dichiarazioni dei sindacati infatti si sarebbe dimostrato nettamente serrato nei confronti di alcune questioni delicate come precariato e prerogative dei dirigenti scolastici. Una piccola apertura verso la discussione è stata riscontrata unicamente per la presenza di genitori e studenti nel meccanismo di valutazione dei docenti.

Anche per il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, "non c'e' stata alcuna risposta concreta, quindi continueremo la nostra battaglia anche con le manifestazioni che si terranno in tutto il Paese il prossimo 5 giugno. Questa riforma e' inaccettabile, incostituzionale e non apporta alcun cambiamento vero nel mondo della scuola. Anzi, con questo provvedimento la scuola pubblica ritorna indietro, ad un modello autoritario”.

D’altra parte invece le reazioni del ministro Giannini che si appella al senso di responsabilità dei sindacati. "L 'impianto generale del disegno di legge va salvaguardato nel passaggio al Senato perché autonomia, valutazione e merito per noi restano centrali“ dice e ancora “crediamo che il nostro provvedimento proponga un ribaltamento di paradigma perché, a differenza del passato, non si effettuano tagli ma si stanziano fondi, si affronta il tema del precariato dando una risposta importante attraverso un piano di assunzioni straordinario e si ripristina quanto previsto dalla Costituzione con l'accesso all'insegnamento per via concorsuale”.

Una posizione che non convince nessuno, neppure i parlamentari del Movimento 5 stelle che reputano la riforma poco costruttiva e per nulla innovativa. Da Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola un altro attacco sferrato su Twitter “"Se il governo non #cambiaverso sulla scuola, noi raccoglieremo le firme per un referendum contro la cattiva scuola di Renzi”. Nel frattempo, i sindacati continuano a minacciare il blocco degli scrutini.




PASSERA, COLANINNO E DE BENEDETTI INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO

di A. B.
 
Ivrea – Nell’ambito del procedimento penale per le morti per amianto in Olivetti vi sono state oggi delle importanti novità. L’udienza preliminare non è entrata nel vivo, e questo era prevedibile, ma sono emersi i nomi delle persone che rischiano il processo per le morti –gli indagati sono 27- e tra questi nomi vi è Carlo De Benedetti, che è stato il presidente dell’azienda dal 1978 al 1996, il fratello Franco De Benedetti; amministratore delegato nonché vicepresidente e infine spunta il nome di Corrado Passera, l’ex ministro dello sviluppo economico, seguono i figli di Carlo De Benedetti che sono Marco e Rodolfo De Benedetti, che erano consiglieri di amministrazione negli anni 90 e Roberto Colaninno.
 
Tutti loro sono accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose, tranne Colaninno che deve rispondere di un unico episodio di lesione. Sono molto attese le prossime udienze che sono già state tutte prefissate e si svolgeranno tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. La prima avrà luogo il 23 settembre mentre l’ultima dovrebbe avere luogo il 5 ottobre. Il giudice Cecilia Marino, nell’udienza preliminare di oggi, ha ammesso tutte le parti civili che sono: i familiari delle 13 vittime, i sindacati di Fiom e Fim, il Comune di Ivrea, Città metropolitana, associazione vittime dell’amianto, Inail, gruppo di comuni dell’Eporediese. Il segretario della Fiom-Cgil, Federico Bellono ha dichiarato: “L'ammissione della Fiom-Cgil come parte civile è coerente con quanto già avvenuto in analoghi processi e rappresenta un riconoscimento del ruolo che abbiamo sempre esercitato sui temi della salute dei lavoratori. Altrettanto importante è stato aver dato corso alla citazione di Telecom per responsabilità civile: ora attendiamo, nelle prossime udienze, il rinvio a giudizio degli imputati e l'avvio del processo vero e proprio”. C’è stata anche la citazione da parte di Telecom di un risarcimento danni. 



FORESTALE, PDM: PREMIER COINVOLGA SINDACATI E PRENDA DISTANZE DA CHI SUGGERISCE MILITARIZZAZIONI INACCETTABILI

Redazione

"Se è vero quanto riportato dal quotidiano La Stampa in merito alle dichiarazioni fatte ieri dall'On. Fiano (PD) nel corso dell'evento organizzato dal Sindacato italiano lavoratori polizia della Cgil (Silp) circa l'indecisione del Governo sulla possibilità di accorpare il Corpo Forestale dello Stato alla Polizia di Stato o all'Arma dei carabinieri allora è chiaro che esiste un problema e Renzi farebbe meglio a prendere le opportune distanze da coloro che, all'interno del suo partito, gli suggeriscono inaccettabili militarizzazioni del Corpo e fantasticano su una riforma che è nata bene ma rischia di finire malissimo.". Lo dichiara Luca Marco Comellini in merito alle notizie di stampa odierne e alle dichiarazioni dell'On. Fiano (PD) sulla questione della riduzione dei corpi di polizia che coinvolge il Corpo Forestale dello Stato. "Unire il Corpo Forestale all'Arma dei carabinieri – prosegue Comellini – significherebbe voler sottoporre 8.000 forestali a una inaccettabile regressione dei diritti e questo potrebbe rappresentare un serio pericolo per la funzionalità e la professionalità del Corpo che, invece, verrebbe valorizzata con un più mirata definizione dei compiti e delle funzioni all'interno della Polizia di Stato. Nel proseguire sulla giusta via delle riforme, e quindi della indispensabile riduzione dei corpi di polizia, il premier Renzi dovrebbe valutare concretamente la possibilità di coinvolgere direttamente i rappresentanti delle maggiori sigle sindacali delle Forze di polizia a ordinamento civile – suggerisce Comellini – anche dando vita ad una apposita Commissione mista (governo – amministrazioni – sindacati) a cui affidare il compito redigere gli schemi di decreto legislativo da sottoporre al Parlamento perché – conclude – credo che, diversamente, gli interessi della partitocrazia e delle gerarchie dell'Arma finirebbero col dare vita all'ennesima mostruosità inutile e costosa per la collettività e dannosa per i lavoratori del Corpo Forestale."




SINDACATI: QUEL PROGETTO CHE LI SPAVENTA

di Silvio Rossi

Da tanti anni a questa parte i sindacati non sono mai stati così agguerriti. Lo scivolone di Landini, che ha dovuto chiedere scusa per la frase poco felice sull’onestà dei sostenitori del governo, dimostra come non ci sia la minima volontà da nessuna parte di scendere a compromessi con l’interlocutore.

Qual è il motivo per cui Renzi fa più paura al sindacato dei governi Berlusconi, Monti e Letta? Perché la CGIL e la UIL indicono uno sciopero generale, mentre hanno tenuto bassi i riflettori quando provvedimenti governativi più ostili rispetto alla condizione dei lavoratori italiani non erano stati osteggiati con la stessa veemenza? Basti vedere la reazione affidata a innocue urla fuori campo in risposta alla riforma Fornero, che molto ha contribuito a peggiorare la condizione di lavoratori e pensionati.

Renzi non piace perché in un’Italia dove i governi passano ma non riescono a colpire gli sprechi, il rischio che il Premier possa intervenire senza colpo ferire su alcune prerogative sindacali, terrorizza i piani alti di Corso d’Italia, e delle altre confederazioni nazionali.

Il punto della discordia non è l’articolo 18, o i permessi sindacali. Le organizzazioni dei lavoratori hanno paura che il governo, con l’istituzione della possibilità di inserire le dichiarazioni dei redditi per i lavoratori dipendenti (il modello 730) direttamente online da parte dei contribuenti, possa infliggere un colpo duro da assorbire per i loro bilanci.

In Italia sono circa trenta milioni le dichiarazioni dei redditi presentate tramite i centri di assistenza fiscale. Per ognuna di queste lo stato corrisponde la cifra di 11 euro più Iva, per una spesa totale di circa 400 milioni di euro.

Dalle indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, con il nuovo sistema, si stima in circa venti milioni il numero dei modelli 730 precompilati che potrebbero essere inseriti online dagli utenti, con un costo per lo stato di circa 250 milioni di euro.

Non sembra quindi un arretramento dei diritti, una precarizzazione dei lavoratori, che senza bisogno di sofisticate analisi, appare evidente già con la normativa vigente prima dell’ascesa al potere dell’ex sindaco di Firenze, ma una mera questione economica la maldisposizione di Camusso e company nei confronti del governo. Renzi è un nemico perché rischia di togliere dalle stalle sindacali la mucca da mungere.

 

 




ROMA GIU' LE MANI DA CINECITTA', IL MINISTRO ORNAGHI: SU CINECITTA' STUDIOS SPA NON HO POTERI DIRIGISTICI

Redazione

I sen. Asciutti (PdL), Vita (PD), Pittoni (LNP), Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Milana (Terzo Polo:API-FLI) e Carlino (IdV) hanno poi rivolto una serie di domande riguardanti le prospettive di Cinecittá, con particolare riferimento alla promozione del cinema italiano.

Il Ministro per i beni e le attivitá culturali Ornaghi ha precisato in premessa che, mentre l'Istituto Luce Cinecittá srl è una societá interamente pubblica, Cinecittá Studios spa è invece una societá privata in cui il Dicastero è presente soltanto con una quota del 20 per cento. In tal senso, il Ministro intende svolgere il ruolo che tale condizione gli riserva, ma non può assumere atteggiamenti dirigistici. Peraltro, nel decennio successivo alla privatizzazione, si è registrato il raddoppio del fatturato ed è stata mantenuta intatta la quota di occupazione. Nell'attuale situazione di crisi e in attesa dei benefici che potranno derivare dall'introduzione di misure di tax credit, Cinecittá Studios spa ha avviato una riorganizzazione produttiva e societaria, anche con nuove partnership internazionali, il cui passaggio più delicato è rappresentato dalla trattativa sindacale che il Ministero seguirá con attenzione pur non essendo competente per interventi risolutivi. Quanto al piano di sviluppo immobiliare volto all'incremento delle strutture per le attivitá produttive, Cinecittá Studios spa ha presentato un proprio piano di valorizzazione che prevede la realizzazione di strutture ricettive per ospitare chi lavora nelle produzioni, un progetto molto ambizioso giá avallato dal precedente Ministro che ora sará attentamente verificato ma senza pregiudizi legati alla presunta sussistenza di intenti di speculazione edilizia, semmai alla ricerca della conferma che si tratta di una operazione ragionata ed equilibrata per lo sviluppo delle attivitá cinematografiche. Quanto agli aspetti più prettamente culturali, il Ministro ha richiamato il dato in incremento della produzione italiana di film nel 2011 e ricordato i lusinghieri successi conseguiti dal cinema italiano nei principali festival internazionali.

tabella PRECEDENTI:

22/06/2012 ROMA, GIU' LE MANI DA CINECITTA'