FORZA ITALIA E' COSA NOSTRA

di Maurizio Costa

Tutto passa sotto banco: parole nascoste, bustarelle celate e il potere della mafia su quello che la politica italiana offriva loro. Come una puttana di periferia, una delle Istituzioni più importanti del nostro Paese, e che all'estero è ancora un ente intoccabile, è stata venduta così, per interessi personali, avanzamenti di carriera, soldi e commissioni. Tutto quello che si doveva evitare è stato fatto, ad opera di un gruppetto di fantomatici politici, che hanno buttato fango su tutto ciò che dovrebbe tutelare, amare e proteggere i cittadini italiani. Ma andiamo con ordine.

Già da qualche tempo si parla di Marcello Dell'Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi sin dalla fondazione, nel 1993, di Forza Italia. Quando sedeva tra i banchi del Parlamento Italiano, Dell'Utri era già stato indagato per Mafia. Il deputato commentò così la sua situazione politica di allora: "Sono un politico per legittima difesa. A me della politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Se mi ricandido lo faccio solo per difendermi. Quelli mi arrestano."
Questo per dare un'idea di quello che poteva essere Marcello Dell'Utri. L'11 aprile del 2014, viene giudicato latitante in Libano e viene arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il dg Aurelio Galasso, prima della condanna definitiva, aveva affermato che: "Per diciotto anni, dal 1974 al 1992, Marcello Dell'Utri è stato garante dell'accordo tra Berlusconi e Cosa nostra. L'accordo c'è stato, si è formato nel 1974 ed è stato attuato volontariamente e consapevolmente." Tutto questo ha portato alla condanna in Cassazione dell'ex braccio destro di Berlusconi a sette anni di reclusione.

Passiamo ai rapporti tra Claudio Scajola e Amedeo Matacena, il primo entrato in FI nel 1995 e il secondo nel 1994. L'ex Ministro dell'Interno, Scajola, è stato arrestato giovedì con l'accusa di aver favorito la latitanza di Matacena, condannato a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e scappato a Dubai. Perché proprio negli Emirati? Semplice: il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è contemplato dalla loro legislazione, e quindi sarà molto difficile estradare il condannato. Cosa avrebbe fatto Scajola? Semplice: "Dopo la sentenza di condanna per concorso esterno di Amedeo Matacena lui è diventato la proiezione politico-istituzionale-imprenditoriale del primo, che consapevolmente agevolava gli interessi della ‘ndrangheta nella sua composizione unitaria." Amedeo Matacena, invece, secondo le inchieste dei magistrati, poco prima della fondazione di Forza Italia, si sarebbe incontrato nel 1991 nel Comune di San Luca, in Calabria, con i capi più importanti della 'ndrangheta calabrese. In quell'occasione si parlò di un nuovo progetto politico, che avrebbe sostituito la Democrazia Cristiana. L'ospite d'onore di quel summit fu Giovanni Di Stefano, l'avvocato che difese Saddam Hussein e Milosevic.

Tutto questo senza contare anche l'ex Senatore di Forza Italia Luigi Grillo, indagato dalla forze dell'ordine per gli appalti truccati dell'Expo 2015. Una situazione paradossale e il mondo intero che ci giudica negativamente. Lo Stato della mafia, del mandolino e della pasta. La situazione fa inorridire e un commento su tutti, di un giornalista di Al Jazeera, fa capire bene la nostra condizione: "Un ex Capo di Governo che finisce in una casa di cura è una cosa molto strana per noi." Per noi italiani invece no, è questo il problema.
 




LA CAMPAGNA ELETTORALE SUGLI SPALTI DI UNO STADIO

di Maurizio Costa

I fattacci avvenuti allo Stadio Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia hanno scatenato un putiferio all'interno della politica italiana. Tutti i maggiori leader del Bel Paese, che proprio in questi giorni stanno portando avanti le loro campagne elettorali, hanno colto al volo l'occasione e stanno cercando in tutti i modi di far pendere la bilancia dei favori del popolo italiano dalla loro parte. Genny 'a Carogna, che avrebbe dato il permesso ai capi alti del calcio italiano e della Digos di giocare la partita, Ciro Esposito, che è in condizioni critiche in ospedale e Daniele De Santis che avrebbe sparato allo stesso tifoso napoletano, sono i nomi che i politici in questi giorni stanno pronunciando per cercare di denunciare lo scandalo delle tifoserie violente, come se prima di questi fatti nessuno se ne fosse accorto.

Il primo a cogliere la palla al balzo è stato Matteo Renzi. Il premier era presente allo stadio durante la contestazione e anche quando il pubblico fischiava durante l'Inno d'Italia, ma non ha mosso ciglio. Il bello è venuto dopo: "Facciamo finire la campagna elettorale e il campionato e poi riuniamo tutte le autorità e interveniamo in modo serio – ha detto il Primo Ministro – il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny 'a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie e a chi vuole partecipare con gioia ad un evento sportivo." Parole al miele, che sanno molto di tessere elettorali.

Non è stato da meno neanche Angelino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra. L'ex alleato di Berlusconi, infatti, il giorno dopo la partita, ha attaccato e denunciato subito questi comportamenti: "Il pallone è nostro e ce lo riprenderemo. Lo toglieremo ai Genny carogna per ridarlo alle famiglie e ai bambini." Con una consecutio temporum basata sull'anteriorità del futuro, il Ministro dell'Interno non si fa sfuggire un telegiornale per portare avanti la sua campagna elettorale, che, ricordiamo, trae spunto da un ragazzo in fin di vita e da un capo ultrà: "Stiamo lavorando anche su Daspo preventivo e sulla recidiva. Nel senso che chi è già colpito da provvedimento e continua a delinquere, potrà essere allontanato fino a otto-dieci anni dagli stadi." Un vero e proprio comizio quello del Ministro.

Passiamo a Beppe Grillo, l'anti-tutto, che però questa volta prende la scia dei suoi nemici e tocca l'argomento della sicurezza negli stadi: "Io già vedo che Genny la carogna sarà invitato al Nazareno da Renzi il bastardo per fare la legge sugli stadi. Il mondo sta andando in un modo che non è più capibile." Soliti modi gentili del leader del Movimento 5 Stelle. Grillo ha anche spostato la campagna elettorale su un fatto di musica e di Inni: "La povera Alessandra Amoroso ha cantato l’inno e fatto un tributo alla politica ed è stata fischiata. C’erano i politici schierati sull’attenti e poi sono fuggiti con le loro auto blu."

Anche Silvio Berlusconi ha voluto tirare acqua al suo mulino: "L'inasprimento dei Daspo è utile ma va applicato ai tifosi che lo meritano." Una cosa abbastanza scontata. Da Presidente del Milan, il Cavaliere ha poi aggiunto: "Non è utile e possibile che la sicurezza sia affidata alle società di calcio. Tutte presentano bilanci difficili, molti in deficit, non potrebbero permetterselo e mai avrebbero la competenza necessaria." Se lo dice lui.

Forse siamo talmente poveri di idee e iniziative che per dare vita ad una campagna elettorale prendiamo spunto da casi ignobili e disdicevoli, che non fanno altro che infangare la poca dignità che ci rimane nei confronti degli altri Paesi europei.




BERLUSCONI: ERANO I TEMPI DEL GIAGUARO!

di Angelo Parca

Non so, questo Silvio Berlusconi in Tv prorio non mi convince. Ha perso la grinta è meno imprevedibile e più pacato. E’ meno Cav. Sì pare proprio che rinunciando al titolo avesse rinunciato ad un’armatura. Lo smalto e l’ironia di quando ha spolverato la sedia a Travaglio sembra un lontano ricordo. Adesso c’è un vecchietto di 77 anni che, volenti o nolenti, ha fatto un pezzo di storia della politica italiana ed ha finito la sua carriera ai servizi sociali. Il suo tempo è terminato. Purtroppo, quello che spaventa è che all’orizzonte non c’è nulla di nuovo e tutto il vecchio che avanza è pronto a fagocitarsi i “buoni” propositi di Matteo Renzi, una matricola al Governo, cui presto faranno capire che bisogna chinare il capo.

Del resto il fiorentino lo ha detto che o gli fanno fare ciò che vuole o torna da dove è venuto. Forse già rimpiange la fascia da primo cittadino, certo fare il capo del Governo è altra storia perché certi parassiti in poltrona sono difficili da scrostare via. A dare la notizia al premier che non passerà nulla al sentato riguardo la riforma dello stesso è proprio l’ex senatore Silvio, sì proprio lui, il pregiudicato che aspetta giustizia dall’Europa.

E se da un lato in maniera se vogliamo paranoica, nostalgica e autolesionista si prende coscienza di quanto Silvio sia ormai giunto al capolinea, dall’altro non rimangono che poche stringate riflessioni con un contorno di zero idee e zero carisma e zero democrazia.

Angelino Alfano dovrebbe tornare a fare il proprio mestiere. Non piace alla massa e non sarà in grado di cavalcare l’onda senza aggrapparsi ad una tavola da surf più grande del suo salvagente: quello che gli tirò Letta quando Silvio sperò fino all’ultimo di non aver perso il suo fido delfino.

Su Renzi è già detto, l’unica speranza è che riesca a far saltare il sistema. La domanda è: fino a che punto vuole che salti?

Poi c’è Grillo che aldilà dei buonissimi prpositi e impegno civico dei militanti Cinque Stelle che ci credono, dovrebbe iniziare davvero ad “uscire dal blog” cercando fuori quella democrazia che ben poco è riuscito a conseguire dentro il web, nella cosidetta rete. Ho paura che la rivoluzione che tanto sbandiera si possa rivelare come una grande bolla di sapone: quando scoppia non rimane nulla, tranne che le speranze infrante degli italiani e dei militanti che l’hanno seguito. Vorrei tanto sbagliarmi. Grillo comunque prenderà consensi alle Europee.

giorgia Meloni non sarà una forza politica capace di camminare con le proprie gambe. Idem Ncd. Forza Italia darà ancora un discreto risultato, ben lontano dagli anni d’oro perché ormai non ci crede quasi più nessuno. Renzi rimarrà ancora in piedi con una buona scia di fans. Fino a quando non lo decideranno loro… loro chi? I Matusa. 




SILVIO BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI: POTRA' SEGUIRE LE EUROPEE E NON E' RITENUTO "SOGGETTO PERICOLOSO"

Redazione

Era da aspettarselo e poi la decisione è arrivata e dovrà essere resa esecutiva entro 10 giorni. Il Cav dovrà scontare la sua pena presso i servizi sociali. Sì, proprio così, Silvio Berlusconi è stato affidato ai servizi sociali, da svolgere almeno una volta allla settimana per quattro ore consecutive. Sarà inoltre autorizzato ad andare a Roma dal martedì al giovedì, con il rientro previsto al suo domicilio in Lombardia entro le 23. Sono le restrizioni decise dai giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano che hanno concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali all'ex premier, condannato per frode fiscale a quattro anni di carcere (di cui tre indultati) nel processo sui cosiddetti diritti tv.
Berlusconi svolgerà il suo affidamento alla fondazione Sacra Famiglia a Cesano Boscone, comune nell'hinterland di Milano. Attività di volontariato che lo impegnerà "almeno una volta alla settimana e per un tempo non inferiore a quattro ore consecutive", secondo le indicazioni che verranno concordate con l'Uepe, l'Ufficio esecuzioni pene esterne.
Le restrizioni gli consentiranno di seguire la prossima campagna elettorale per le europee. L'ex premier è infatti autorizzato "come da sua richiesta a recarsi in Roma, presso il domicilio da lui indicato, dal martedì al giovedì, con rientro al suo domicilio in Lombardia, entro le ore 23 del giovedì stesso"
, si legge nel comunicato stampa diffuso dal presidente del collegio Pasquale Nobile de Santis.
I giudici hanno dunque accolto la richiesta proveniente sia dal pg Antonio Lamanna che dalla difesa dello stesso ex premier. Per i legali dell'ex premier, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, "la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano appare equilibrata e soddisfacente anche in relazione alle esigenze dell'attività politica del presidente Berlusconi".
Entro dieci giorni il leader di Forza Italia dovrà dare il suo ok ai 'divieti' imposti dal collegio di sorveglianza e iniziare il suo percorso di reinserimento dopo la condanna per frode fiscale.
In uno dei passaggi del provvedimento emesso dai giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano si legge che Berlusconi ha pagato le spese processuali e il risarcimento danni dopo la condanna per frode fiscale nel processo sui diritti tv ed è stato lui a mettersi a disposizione dell'Uepe per iniziare l'attività rieducativa; elementi che "evidenziano la scemata pericolosità sociale di Berlusconi e appaiono indici di volontà di recupero di valori morali perseguiti dall'ordinamento".
 




SILVIO BERLUSCONI E IL DUBBIO AMLETICO

"Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli”.

 

di Emanuel Galea

Il Movimento Politico Forza Italia  nasce nel novembre 1993. Nel 2009 converge nel Popolo della Libertà per poi ritornare all’originale Forza Italia nel 2013. Oggi, Sergio Gaddi sta proponendo, dopo la sentenza della Cassazione, di ricambiare in “Berlusconi”. Falstaff di Shakespeare, se fosse qui, avrebbe risposto: "È questa la terza volta, ed io spero che il dispari mi porti bene. Ma svelta! Dicono che i numeri dispari hanno un influsso soprannaturale sulla nascita, la morte, e la fortuna… andate.“ Andate dove? Verso una nuova nascita? Verso la fortuna? Verso la morte politica? Questo è il dilemma per il fu cavaliere, questo è il rompicapo. "Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli”.

Barbara Berlusconi, figlia di Veronica Lario, preme e vuole che il padre la metta capolista alle europee. La Pascale, nessuno sa con quale titolo, insiste sulla candidatura della figlia di Silvio Marina Berlusconi. La Carfagna non disdegna, nel caso  a prendere il comando del partito. Alta marea in Forza Italia, troppi galli a cantare. Il sito di Libero afferma : “Nel partito comanda la Pascale” e Il Giornale mette in prima pagina: “La bomba Pascale su Forza Italia – ora comanda lei” Berlusconi si ridesta dal torpore ed ha uno scatto di virilità : “Sono tutte invenzioni. I miei figli non saranno candidati nelle liste per le europee”. 

Finalmente una ferma decisione. Sembra una risposta ai tanti galli che agitano il cortile dell’allevamento forzista. Francesca Pascale ha scatenato un terremoto. Forza Italia è in subbuglio più di quanto provocato dall’interdizione. Brutte impressioni sta dando Forza Italia in questi momenti. Sembra un reggimento in disarmo, un “rompete le righe”. In un’intervista, Gasparri etichetta le deputate di FI come “nominate da Berlusconi”. La risposta della Carfagna segue subito, dicendo che lui, Gasparri, non le sembra che sia lì,  grazie al consenso, ”almeno nelle ultime due, tre legislature, bensì perché nominato da Berlusconi come tutti noi".

Denis Verdini è amareggiato. Infastidito dalle dichiarazioni di Francesca Pascale e resosi conto che a comandare in Forza Italia ora sono i "quadrumviri", cioè la fidanzata del "capo", Maria Rosaria Rossi, Giovanni Toti e Marcello Fiori, si permette di levare un sassolino dalla scarpa: “ Io con la politica ci ho solo rimesso".

Il 10 aprile bussa al portone di Piazza San Lorenzo in Lucina e le previsioni non dicono tanto bene, pioggia a catinelle, un nubifragio e cieli scuri.   Il contatore gira inesorabilmente verso il 25 maggio e un ex grande partito di maggioranza rischia di mancare l’appuntamento con le prossime europee.
 




LO SCIVOLONE DI RENZI

di Chiara Rai

L'incontro tra Renzi e Berlusconi su invito del primo presso la sede del Pd non ha incassato molta soddisfazione ma diciamo un bel vagone di polemiche, anche e soprattutto all’interno dello stesso Partito Democratico. Del resto il buongiorno si vede dal mattino e quando Berlusconi entra nella sede del Pd viene accolto da diversi “vergogna, vergogna” e poi anche “non si tratta con i criminali”. Al passaggio della macchina dell'ex premier sono state lanciate anche delle uova e alcune di queste sono finite sulla parte posteriore della macchina in cui era Berlusconi. Ma oltre al popolo si è levata anche la convalescente voce dell’ex segretario Pd Pierluigi Bersani il quale oltre all’affetto e cordialità delle prime visite, certamente non spalanca la porta al sindaco di Firenze. Fa intendere che per lui accogliere Berlusconi fra le mura del al Nazareno è stato uno sbaglio. E anche una mancanza di rispetto nei confronti delle varie correnti all’interno del partito. I toni rimangono quelli cordiali di chi riceve una visita di cortesia dopo l’episodio dell’emorrargia cerebrale di Bersani che ha tenuto gli italiani in apprensione: “L’uomo solo al comando – dice Bersani – non mi è mai piaciuto. Tranne Fausto Coppi».




DECADENZA BERLUSCONI: LO SPETTACOLO E' FINITO

Redazione

Roma – Silvio Berlusconi non è più senatore, così ha deciso il Senato. E in pochi istanti la notizia ha fatto il giro del pianeta. "Mi raccomando, da adesso in poi risparmiate per portarmi le arance…" Così il cavaliere, stando ai racconti dei partecipanti alla manifestazione di Forza Italia in via del Plebiscito, ha cercato di stemperare la tensione per il voto sulla decadenza. "Ora – ha proseguito Berlusconi – dovete andare in televisione a spiegare come stanno veramente le cose. Qual è la realtà. Dovete far capire alla gente che non deve sprecare il proprio voto, come ha fatto alle ultime elezioni votando per Monti, Giannino e Casini".Secondo gli organizzatori della manifestazione di Forza Italia a Via del Plebiscito, almeno 20mila persone hanno partecipato all'evento di sostegno a Silvio Berlusconi fuori dalla sua residenza romana. "Mio padre decade da senatore, ma non sarà certo il voto di oggi a intaccare la sua leadership e il suo impegno". Lo ha dichiarato il presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, commentando la decisione del Senato. "Questo Paese e questa democrazia devono vergognarsi per quello che mio padre sta subendo. Questa politica si pentirà di essersi ancora una volta arresa alla magistratura. – Ha aggiunto la figlia del leader di Forza Italia. – L'Italia – ha proseguito ancora  Marina Berlusconi – non merita di vedere l'uomo che milioni di italiani hanno scelto con il voto venire allontanato da uno dei luoghi più solenni della Repubblica, in base ad una assurda condanna senza prove e calpestando principi costituzionali, normative, prassi minime di civiltà. Una violenza di questo tipo rappresenta una macchia che peserà sulla storia del nostro Paese". Il presidente di Fininvest conclude sottolineando che "la vera decadenza è quella imboccata dalle nostre istituzioni: sono loro, e non mio padre, ad uscire profondamente umiliate dallo scempio cui oggi ci è toccato assistere". Mobilitazione dei pentastellati in piazza Montecitorio per la decadenza di Silvio Berlusconi. I parlamentari del M5S sono usciti in massa in piazza, davanti alla Camera, mentre dalle finestre del palazzo dei Gruppi, a fianco di Montecitorio, hanno srotolato uno striscione con scritto: "Fuori uno. Tutti a casa". I partecipanti al sit-in del Popolo Viola hanno esultato, stappando spumante e intonando "Bella ciao" alla notizia della decadenza di Berlusconi. Tra il tripudio dei militanti, si è alzato il coro "In galera, in galera".




COLLEFERRO: I SERVIZI SOCIALI SI CANDIDANO AD OSPITARE SILVIO BERLUSCONI

Redazione

Colleferro (RM) – Il sindaco Mario Cacciotti si fa avanti in merito all’affidamento in prova ai servizi sociali dell’on. Silvio Berlusconi e propone di ospitarlo a Colleferro. “Sono a disposizione per accoglierlo nella nostra città – dice il Sindaco -. Ci sono qui da noi diversi settori dei quali l’on. Berlusconi potrebbe occuparsi e nei quali potrebbe dare un contributo significativo per la nostra Comunità. Ad esempio si potrebbe occupare del museo marconiano, più in generale delle questioni legate alla cultura, o anche delle stesse problematiche dei servizi sociali. Non mancano di certo temi nei quali una persona con la sua esperienza possa impegnarsi ottenendo dei buoni risultati. Ad ogni modo il nostro Comune è fin da ora disponibile”.
 




L'ENTUSIASMO EFFIMERO DEL CENTROSINISTRA

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Marco Mattei

Dopo la sentenza di condanna per Silvio Berlusconi più e più esponenti del centrosinistra hanno inneggiato alla vittoria. Hanno sostenuto che la condanna è finalmente un atto che fa giustizia di venti anni di malversazioni. Sono state citate fonti di controinformazione che narrano le nefandezze commesse da Berlusconi (fonti molto attendibili peraltro???). Da tutto ciò dovremmo desumere che Berlusconi è un delinquente abituale scampato all'arresto per essere entrato in politica nel 1994. Ma la demonizzazione dell'avversario e la falsa superiorità morale del centrosinistra tende a far dimenticare gli scandali, gli arresti, le sospette assoluzioni durante e dopo tangentopoli che hanno colpito (si fa per dire) i leader ancora in auge a sinistra. Vogliamo parlare della demolizione sistematica della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista Italiano e di altri partiti ante 1994 e della pressoché totale immunità anche alle ben che minime chiamate in correità per il PCI. Eliminare un avversario, e che avversario, per via giudiziaria non dovrebbe rappresentare un vanto per un centrosinistra che non è riuscito a vincere politicamente contro Berlusconi. Il fallimento dell'ideologia comunista nel mondo non ha minimamente sfiorato i leader del centrosinistra italiano inducendoli a comprendere che il loro problema non è mai stato Berlusconi ma i sepolcri imbiancati che albergano nel PD e che il popolo Italiano non si è mai fidato delle loro idee e dei loro programmi trovando in Berlusconi l'unico interprete politico per ovviare a questa sfiducia. Anche il sistematico tentativo di demolire la figura di Renzi lascia trasparire il faticoso incedere di gerofanti che pur di rimanere aggrappati ad un potere che non hanno mai gestito appieno, sacrificano l'unica ipotesi di rinnovamento ideale che hanno al proprio interno. Berlusconi continuerà ad esistere perché l'odio instillato contro di Lui, da un centrosinistra allo sbando da 20 anni, non farà che alimentare negli italiani il sentimento di rivalsa facendo ancora una volta di Berlusconi un'icona da seguire con rinvigorito entusiasmo.

Io ritengo che la stragrande maggioranza dei giudici italiani faccia il proprio dovere scontrandosi con grandi difficoltà oggettive per combattere il crimine. Ciò non toglie che uno sparuto gruppo di PM abbia combattuto e stia combattendo la propria battaglia contro il Politico Silvio Berlusconi, senza esclusione di colpi, lasciando che in Italia faccia presa il teorema della Persecuzione Giudiziaria. Detto questo bisogna ricordarsi che la maggioranza del paese vuole veder realizzata quella rivoluzione liberale che necessita di un interprete politico. Purtroppo per loro, anche a causa dell'accanimento politico del centrosinistra (più di quello giudiziario a mio parere) questo interprete continua ad essere Berlusconi anche contro la sua volontà del momento. Io spero che ora un serio rinnovamento del centrodestra e la rinascita di Forza Italia portino ad un rapporto più normale tra le parti e se Berlusconi, l'unico ancora oggi in grado di farlo, promuoverà, come sembra, questo processo politico ne saremo ben felici.




BERLUSCONI, CASO RUBY: FINE DELLA CORSA

Redazione

Milano – La quarta sezione penale del Tribunale di Milano ha condannato Silvio Berlusconi a 7 anni e lo ha interdetto dai pubblici uffici. Questo l’epilogo del processo Ruby che vedeva il cavaliere imputato per concussione e prostituzione minorile.

La sentenza è arrivata dopo 6 ore di camera di consiglio. I giudici Orsola De Cristofaro, Carmela D'Elia e il presidente Giulia Turri si sono ritirati verso le 9.45, dopo che la difesa aveva depositato alcune memorie ad integrazione delle arringhe pronunciate il 3 giugno scorso e la Procura aveva rinunciato alle repliche. Le richieste dell'accusa

Il 13 maggio scorso il procuratore aggiunto Ilda Boccassini (oggi in ferie, sostituita dal Procuratore Edmondo Bruti Liberati) e il pm Antonio Sangermano avevano chiesto 6 anni di carcere (cinque anni per concussione e uno per prostituzione minorile), senza attenuanti, con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di assumere cariche in strutture praticate abitualmente da minori.

L'arringa della difesa

I legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, avevano invece chiesto prima l'incompetenza funzionale e territoriale del Tribunale di Milano e poi l'assoluzione del loro assistito bollando come "stratosferica e straordinaria" la pena chiesta dalla Procura.

Le conseguenze politiche

"Ripercussioni sul governo? Io ritengo di no, ma lasciate che esca. Poi, son fatti politici che non mi appartengono", ha affermato il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri a Catania, a margine dell'inaugurazione di un reparto dedicato all'assistenza ai detenuti, rispondendo ad un giornalista che le ha chiesto – prima che fosse noto l'esito del processo – se la sentenza sul caso Ruby può avere ripercussioni sul Governo Letta.

Il commento di Daniela Santanchè

“Uno schifo, una vergogna – ha dichiarato Daniela Santanchè presente al momento del verdetto – Sono voluta venire qui – ha proseguito nelle dichiarazioni –  perchè io che sono sempre dalla parte delle donne volevo vedere le tre donne che hanno giudicato il presidente Berlusconi. Sono rimasta troppo male, usare le donne, da parte di donne per una sentenza politica”. 




LA CONSULTA DICE NO AL CAVALIERE

Redazione

Roma – No al legittimo impedimento di Silvio Berlusconi, all'epoca dei fatti premier, a partecipare all'udienza del 1* marzo 2010 del processo Mediaset. La Corte Costituzionale ha respinto il conflitto di attribuzione tra poteri sollevato da Palazzo Chigi nei confronti del tribunale di Milano, dove era allora in corso il procedimento, nell'ambito del quale il leader del Pdl e' stato condannato in primo grado e in appello a 4 anni di reclusione (3 coperti da indulto) e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per il reato di frode fiscale in relazione alla compravendita di diritti tv.

Mediaset: 10 anni di indagini e due processi infiniti

Il processo Mediaset attende ora il vaglio della Cassazione: tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo sara' celebrato il terzo grado di giudizio nei confronti di Berlusconi. Il ricorso in Cassazione contro la sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d'appello di Milano l'8 maggio scorso nei confronti del leader del Pdl e' gia' stato presentato. Per il processo davanti agli 'alti' giudici entrera' nel collegio difensivo il professor Franco Coppi. La prescrizione del reato contestato a Berlusconi dovrebbe scattare tra la primavera e l'estate del 2014.

 BERLUSCONI: CONSULTA NON INFLUISCE SU SOSTEGNO A GOVERNO

"Dalla discesa in campo a oggi, la mia preoccupazione preminente e' sempre stata ed e' il bene del mio Paese", ha affermato Silvio Berlusconi in una nota diffusa pochi minuti dopo la decisione della Corte Costituzionale. "Percio' anche l'odierna decisione della Consulta – aggiunge Berlusconi – che va contro il buon senso e tutta la precedente giurisprudenza della Corte stessa, non avra' alcuna influenza sul mio impegno personale, leale e convinto, a sostegno del governo ne' su quello del Popolo della Liberta'". "E cio' nonostante continui un accanimento giudiziario nei miei confronti che non ha eguali nella storia di tutti i Paesi democratici – prosegue – questo tentativo di eliminarmi dalla vita politica che dura ormai da vent'anni, e che non e' mai riuscito attraverso il sistema democratico perche' sono sempre stato legittimato dal voto popolare, non potra' in nessun modo indebolire o fiaccare il mio impegno politico per un Italia piu' giusta e piu' libera", conclude Berlusconi.

 MINISTRI PDL, DECISIONE CONSULTA INCREDIBILE

"E' una decisione incredibile. Siamo allibiti, amareggiati e profondamente preoccupati", affermano in una dichiarazione congiunta i ministri Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin.

 GHEDINI-LONGO, DECISIONE DESTA GRAVE PREOCCUPAZIONE

Gli avvocati Piero Longo e Niccolo' Ghedini, legali di Silvio Berlusconi, hanno duramente criticato la decisione della Consulta sull'ex premier. "I precedenti della Corte Costituzionale in tema di legittimo impedimento sono inequivocabili e non avrebbero mai consentito soluzione diversa dall'accoglimento del conflitto proposto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri", hanno assicurato. "Evidentemente la decisione assunta si e' basata su logiche diverse che non possono che destare grave preoccupazione", hanno aggiunto. (Fonte Agi)