Elezioni nazionali: Berlusconi riparte dalla Sicilia

“Il ticket Musumeci-Armao sarĂ  la svolta per il rilancio dell’Isola – sospinta sul baratro del default dal malgoverno della sinistra – sul piano economico, del lavoro, delle infrastrutture”. Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. ”Io scenderĂ² in campo personalmente – ha aggiunto – per invitare quei siciliani che, disgustati dalla politica e dai politici, si sono rassegnati e avevano scelto di non votare, ad aiutarci a dare vita ad una nuova stagione di vero buon governo per la ripresa e lo sviluppo della loro terra. Cambiare la politica, per cambiare la Sicilia: noi abbiamo le idee e gli uomini giusti per farlo. Sono lieto che si sia realizzata in Sicilia una coalizione di centro-destra con caratteristiche simili a quella con la quale ci candidiamo a vincere le elezioni politiche nazionali, una coalizione che potrĂ  assicurare alla Sicilia e all’Italia cinque anni di buon governo”.




Sicilia in fiamme: polemiche al vetriolo tra Crocetta e Protezione Civile

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Come se non bastassero mai, le polemiche tengono sempre banco evidenziando in ogni modo problemi, inefficenze e carenze ad ogni livello lasciando sempre un certo amaro in bocca per il nostro paese sempre alle prese con i soliti rimbalzi di colpe e responsabilità che sanno più di immobilismo che di vero impegno ed interesse a risolvere i problemi. Questo rovente luglio verrà ricordato per la quantità di ettari bruciati che in tutta Italia segna in modo indelebile una certa inversione di tendenza relativamente alla media degli incendi boschivi registrati nelle estati precedenti.
 
Le giornate di fuoco in molte regioni dello stivale carbonizzano ettari e aree intere causando copiose evacuazioni e vittime. Al momento il triste primato sembra proprio spettare alla Sicilia. La situazione risulta davvero grave e i moltissimi fuochi ancora attivi sembrano resistere all'incessante sforzo dei reparti dei Vigili del Fuoco e Canadair che da giorni si adoperano per domare le fiamme che avanzano alimentate da un clima torrido e da un maldestro vento caldo che peggiora la situazione. In presenza della Commissione ambiente del Senato a Roma, il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta ha polemizzato duramente senza peli nella lingua: "Lo Stato non ha rispettato la convenzione relativa alla fornitura di mezzi aerei lasciandoci improvvisamente disarmati dinanzi gli incendi quando non era più possibile ricorrere a mezzi alternativi senza violare le norme sugli appalti".
 
Una emarginazione che per Rosario Crocetta comporta un prezzo altissimo per la Regione che sembra dovrà ricorrere a enormi rimboschimenti. Il presidente della Regione ha ulteriormente spiegato che la richiesta di conferma della convenzione con i Vigili del Fuoco per fine maggio era stata inoltrata a Febbraio di quest'anno e il rinnovo non era stato consentito per motivi legati alla mancanza di mezzi da parte dello Stato e passati invece ad altri servizi con il disagio di dover far fonte all'emergenza dei roghi con 4 dei 10 eliccotteri causa manutenzione degli altri 6. Il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha risposto alle polemiche dicendosi sopreso di come si arrivi a coprire certe inefficenze regionali e come si tenda ancora a confondere la flotta nazionale con quella regionale. Curcio ha evidenziato inoltre che le Regioni e province autonome devono saper programmare e attuare le attività di previsione e prevenzione e lottare attivamente contro gli incendi boschivi dolosi con un piano dettagliato e rigoroso aggiornato anno dopo anno. Il Presidente della Regione Sicilia inoltre ha espressamente richiesto un importante inasprimento relativo alle pene per chi provoca incendi e si reputa "sottoposto ad attacchi su più fronti" riferendosi proprio alla criminalità organizzata ma anche quella dei pastori alla ricerca di nuove aree per pascoli: "Queste affermazioni anche se difficili da provare non possono essere escluse".
 
Polemiche e rimbalzi di responsabilità fra Palermo e Roma che non spengono affatto gli incendi che invece si propagano incessantemente da oriente ad occidente investendo la contrada Ferla di Cefalù, a Misilmeri in contrada Montagnola e anche contrade di Belmonte Mezzagno e Altofonte. Ad oriente roghi devastano zone del messinese, arree del Parco dei Nebrodi, zone di Piazza Armerina fino ad arrivare nelle vicinanze di Caltanissetta e oltre. Una situazione che lascia posto ad una certa amarezza mista a sincera preoccupazione per un fenomeno che quest'anno sembra aver raggiunto livelli inaccettabili.    



Sicilia in fiamme: ecco il quadro incendi al Sud

 

di Paolino Canzoneri

 
Rientrata l'emergenza a San Vito Lo Capo dopo che un incendio aveva costretto l'evacuazione di 250 turisti ospiti del Villaggio Calampiso nella meravigliosa riserva dello Zingaro, costretti ad una fuga improvvisa per il dilagarsi delle fiamme che hanno avvolto le stanze del villaggio senza possibilità di raccogliere le proprie valigie e oggetti personali. Gli ospiti hanno potuto infatti trascorrere la notte presso strutture adiacenti messe a disposizione dalla cittadina. Gli altri 500 ospiti invece hanno potuto oggi raggiungere il resort e hanno potuto cosi recuperare le loro auto per ripartire e tornare a casa. Il sindaco Matteo Rizzo ha commentato: "E' stata una gara di generosità e di coraggio; tutta la cittadinanza e i turisti stessi si sono messi a disposizione degli ospiti di Calampiso e hanno creato una catena di solidarietà. Grazie di cuore alla marineria di San Vito e ai diportisti che hanno messo in salvo le persone con le loro imbarcazioni". A mezzogiorno di oggi è prevista una riunione di servizio per controllare la sicurezza stradale nel tratto che collega la cittadina al resort. Una macchina organizzativa che con successo e solidarietà ha consentito il pieno svolgimento delle operazioni di salvataggio senza intoppi grazie anche alla piena solidarietà dei resort adiacenti che si sono messi a disposizione offrendo viveri di prima necessità e prodotti necessari come carta igienica e altro.
 
A conti fatti ci si ritrova con una puntualità di un orologio svizzero alla solita emergenza degli incendi che in tutta la regione ha già distrutto oltre 13 mila ettari cosi come riporta Legambiente nel solo mese di giugno e non sembra che l'emergenza sia da ritenersi conclusa. Il sindaco di Lipari ha chiesto alla Regione Sicilia lo stato di emergenza e a Sciacca, Castemola, San Mauro Castelverde e in altre 125 zone dell'isola gli incendi divampati e attivi sono oramai decine e decine. A Monreale è in volo da stamane un Canadair che come spola raccogle centinaia di litri dal mare per riversarli sulle zone vaste ancora in fiamme.
 
Le zone con incendi attivi si espandono anche nella Sicilia orientale fino nel siracusano e fino a Paternò nel catanese. Tutte le forze del Corpo Forestale e Vigili del Fuoco incessantemente stanno lavorando assiduamente per marginare quanto più possibile l'ulteriore dilagarsi di questa puntuale calamità che affligge anche Campania, Sardegna, Puglia e Basilicata. Nel crotonese, tra Matera e Arzana,  una imponente evacuazione di oltre 400 persone è stata messa in atto per l'inasprirsi di due vasti incendi. In Calabria un uomo è deceduto nel disperato tentativo di spegnere il fuoco nella sua proprietà di campagna. Causa della morte l'inalazione di fumi che gli hanno fatto perdere i sensi facendolo cadere dentro ad una scarpata. Per gli inquirenti la stragrande maggioranza degli incendi sembrano avere una chiara matrice dolosa e l'incessante opera dei carabinieri nella caccia ai piromani di fatto ha portato agli arresti molti piromani colti in flagrante mentre appiccavano incendi. Impazzano sui social foto e filmati di tutto il sud arso dai roghi e molti commenti hanno le medesime parole "non si vede il cielo".



Sicilia, Amministrative 2017: Presentate le liste

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Sono ben 129 i Comuni chiamati al voto previsto per l'11 Giugno per le prossime Amministrative 2017. Presentate le liste e 19 saranno quelle a sostegno del prossimo neo primo cittadino del capoluogo siciliano. Le cifre parlano chiaro, 1300 pretendenti per 120 posti disponibili per Consiglio e circoscrizioni. I nomi dei candidati a nuovo sindaco che ieri erano 7, in extremis alla scadenza del termine di candidatura sono diventati 8. Leoluca Orlando, Fabrizio Ferrandelli, Ugo Fiorello, Ismaele La Verdera, Ciro Lomonte, Francesco Messina, Nadia Spallitta e la "new entry" Marco Lo Bue. La Sicilia con i suoi 1.663.686 abitanti fra paesi e città che con il loro voto cambieranno lo scacchiere politico regionale dovrà fare in conti con una presenza massiccia dei Cinquestelle che sono in lizza praticamente in ogni Comune. Le elezioni daranno incarico a 1640 consiglieri comunali e mai come adesso gli schieramenti politici, col fiato corto, cercano di rincorrere consensi o alleanze in grado di mostrare pugno duro e una certa credibilità agli occhi dell'elettore. Il PD si trova a dover ricucire spaccature che preoccupano non poco le loro fila mentre il centrodestra sembra si sia ricompattato pronto per la sfida.  Palermo e Trapani sono i due capoluoghi teatro dello scontro epocale delle storiche coalizioni. A Palermo Ferrandelli ha trovato l'appoggio del centrodestra tradizionale di Forza Italia, UDC e Cantiere Popolare di Saverio Romano mentre il PD con Leoluca Orlando gioca la sua sfida dovendo fare i conti con un quadro generale politico regionale che conta falle vistose nelle alleanze e negli accordi politici che a Sciacca, Catania, Misterbianco e altri centri, per esempio, mostrano evidenti segni di uno spaccamento da risanare nell'interesse dei cittadini che dovranno votare.  Il M5S, presente ovunque con 37 in lizza, potrebbe davvero fare la differenza approfittando della perenne litigiosità di un centrosinistra sempre più lontano dal consenso popolare e di un centrodestra che si presenta apparentemente compatto ma spesso coadiuvato e ispirato da nomi che sembrano non ottenere quel consenso popolare che aiuta e ne incoraggia il voto.  A Trapani lo scontro diretto a Sindaco sarà tra Mimmo Fazio, Giuseppe Marascia, Pietro Savona, Antonio D'Alì e Marcello Maltese. Le Amministrative 2017 sono nel vivo della scena e l'interesse per l'esito è fomentato anche dalla nuova legge elettorale che sancirà la vittoria al 40% del primo turno nei Comuni maggori in cui si voterà col sistema proporzionale e ogni voto assegnato alla lista sarà assegnato anche al candidato stesso e quindi aleggia una certa attesa per comprendere quanto questa novità rappresenti una garanzia vincente o un forte svantaggio.



Riciclo vetro: Marsala esempio per tutta la Sicilia

 

MARSALA – Marsala costituisce un esempio per tutta la Sicilia, dimostrando che con una buona programmazione e grazie al sistema porta a porta la raccolta differenziata può raggiungere alte percentuali”. Così il dirigente regionale Salvatore Cocina ha chiuso la prima sessione di lavori del Convegno “La Sicilia che Ricicla”, motivando altresì l'assegnazione del riconoscimento alla Città di Marsala nell'ambito della raccolta e riuso del vetro. Ad inizio dell'incontro il sindaco Alberto Di Girolamo ha illustrato i passi avanti che Marsala ha fatto nell'ambito della raccolta differenziata, nonché le iniziative messe in campo per sensibilizzare i cittadini. Più tecnico l'intervento del vice sindaco Agostino Licari che, nel rappresentare effetti economici e risparmi anche della futura programmazione, ha pure ringraziato l'Associazione “EtiCOlogica”, presieduta da Simona Pecorella, per la cura dello “Sportello Verde”. Nel complimentarsi per i risultati raggiunti, l'ing. Massimiliano Avella (rappresentante del Consorzio recupero vetro) ha evidenziato che Marsala è ben oltre la media regionale nella raccolta del vetro, vantando altresì la presenza virtuosa nel territorio di tutti gli attori della filiera e facendo altresì riferimento alla locale società Sarco, nonchè alla OI – Stabilimento di Marsala che certifica le sue bottiglie come “100×100 Sicilia”. A seguire l'intervento di Claudia Casa (Legambiente Sicilia) per la quale ”riciclare è una buona pratica che va accostata alla bellezza dei territori da proteggere e valorizzare" , aggiungendo che “la cosiddetta rivoluzione circolare, quando parliamo di riuso dei rifiuti, non è economia del futuro ma vero progresso”. Prima dell'assegnazione del premio a Marsala, la relazione dell'ing. Salvatore Cocina. Il dirigente regionale dell'Ufficio Differenziata ha fotografato lo stato di salute (non certo buono) della raccolta differenziata in Sicilia, evidenziando criticità (tante) e buoni esempi (pochi). “Ed è per quest'ultimo aspetto che oggi siamo qui a Marsala – ha concluso Cocina – dove l'Amministrazione comunale sta lavorando con onestà e coerenza per il bene della comunità amministrata”. Una degustazione di prodotti di Aziende marsalesi impegnate nei temi ambientali e rispettose dell'Economia circolare ha chiuso la prima parte dei lavori (proseguono nel pomeriggio). 




Calabria e Sicilia: sequestrati i libri della massoneria


CALABRIA E SICILIA – Lo Scico della Guardia di Finanza sta sequestrando gli elenchi degli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande Oriente d'Italia; Gran Loggia Regolare d'Italia; Serenissima Gran Loggia d'Italia; Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori. La richiesta di intervento è stata avanzata dalla Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, che oggi ha deliberato all'unanimità il sequestro degli elenchi degli iscritti. Il provvedimento è stato assunto in seguito alla mancata consegna degli elenchi più volte richiesti dalla Commissione alle quattro obbedienze. Da tempo l'Antimafia ha acceso un faro sui rapporti tra mafie e massoneria sia in seguito agli sviluppi di alcune inchieste della Dda di Reggio Calabria, sia dopo l'audizione della procuratrice aggiunta di Palermo, Teresa Principato, che ha raccontato della rete di protezione di cui gode il boss latitante Matteo Messina Denaro.




Sicilia, progetto SPRAR: Parliamone con il Consorzio Sol.Co

 

di Paolino Canzoneri

 

Il progetto SPRAR ossia Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati si rivolge ai richiedenti e/o titolari di protezione internazionale di minori/adulti e nuclei familiari. Lo scopo principale è l'accoglienza e l'accompagnamento all'autonomia e l'inclusione sociale dei beneficiari dell'accoglienza. Gli interventi previsti vanno dal vitto all'acquisizione di strumenti per l'autonomia, in sintonia con i servizi e le opportunità offerte dla territorio in cui esiste il progetto SPRAR. 
 
L'Osservatore d'Italia oggi vuole focalizzare il suo interesse per questo progetto esteso su tutto il territorio nazionale per sondare e comprendere gli sviluppi e le difficoltà che emergono per il corretto svolgimento delle attività dei centri. Sembra che da più parti persista una seria preoccupazione circa i centri di accoglienza oramai giunti al collasso per varie motivazioni legate forse a difficoltà gestionali del Comune. Difficoltà e criticità dovute sopratutto alla mancanza di destinazione delle risorse ministeriali. Il presidente della Consulta delle culture Adham Darawsha ha recentemente parlato di chiara "incapacità gestionale del Comune" e "già a settembre dello scorso anno il Comune non ha destinato le risorse ministeriali in tempi rapidi" lasciando i centri senza soldi e senza stipendi. Ad aprile le somme relative al 2015 erano state erogate mentre per il 2016 il ministero sembra abbia stanziato il 40% del dovuto ma i pagamenti sono fermi. Chiaramente una situazione piuttosto scomoda e insostenibile da risolvere nel minor tempo possibile per riavviare serenamente tutte le attività dei centri. 
 
Noi de L'Osservatore d'italia abbiamo contattato il Consorzio Sol.Co. Rete di Imprese Sociali Siciliane che opera in una vastissima area dell'intera regione Sicilia che ringraziamo per la gentile e gradita disponibilità. 
 
Il centro si occupa del coordinamento educativo, dei servizi educativi ed ausiliari, del servizi di supporto psicologico, di gestione della struttura, dell'accoglienza materiale e delle spese di integrazione. Si definiscono un Consorzio di Imprese sociali che, intraprendono la strada della cooperazione sociale in Sicilia, ha fatto dei valori di solidarietà, integrazione, promozione e garanzia della qualità del lavoro sociale il fulcro di tutto il sistema cooperativo e delle attività messe in campo a servizio delle persone svantaggiate. 
 
Abbiamo posto delle domande alla dottoressa psicologa e psicoterapeuta Francesca Pruiti che oltre a darci un chiaro ed esaustivo quadro generale delle attività del centro in relazione al progetto SPRAR, ci ha fatto comprendere le difficoltà che possono emergere nell'attuazione del progetto stesso. Estratti di questa intervista saranno trasmessi all'interno della quinta puntata di "Officia Stampa" in onda streaming giovedi 16 Febbraio alle 18.00 sul canale YouTube Officina Stampa. Buona visione
 




Re…estate a Pastorella: la Sicilia della musica e delle tradizioni

di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) – Si è conclusa l’ottava edizione di “Re…Estate a Pastorella”, una manifestazione nata circa trent’anni fa, messa nel cassetto per svariati anni e rispolverata, ringiovanita e contestualizzata perfettamente con quelli che sono i costumi odierni ma agganciata a quello che era negli anni 80 lo spirito di unione, armonia e collaborazione che ha spinto il comitato organizzativo a creare una manifestazione nella città e per la città. Il comitato odierno unisce nuove e vecchie leve, che hanno l’obiettivo comune di riportare alla luce gli elementi tipici della tradizione siciliana, immancabile l'intrattenimento in ogni forma e colore, che porta ogni anno un numero copioso di pubblico e un feedback positivo da parte di tutti coloro che vi partecipano attivamente. L’organizzazione di quest’anno ha comportato maggiori sforzi poiché la situazione che vige nelle casse comunali non ha permesso al comitato di avere un aiuto da parte del Comune. “The show must go on” cantavano i Queen, ed è stato proprio così poiché in quattro serate, la piazza si è popolata di oltre 2.000 persone. La manifestazione ha avuto inizio giovedì 28 luglio, con il taglio del nastro. Hanno partecipato autorità civili e religiose e vi era il Consigliere Comunale Calogero Ferreri in rappresentanza del Consiglio Comunale. Successivamente i cittadini si sono accomodati nelle sedie dinnanzi al palco, dove è stato dedicato un momento ad Enzo Mezzapelle, un membro del comitato organizzativo venuto a mancare poco tempo fa. E’ stata consegnata una targa  in memoria di Enzo e dei fiori alla moglie e alle figlie e la piazza, con le sue foto sul grande schermo  alle spalle e le parole del Presidente Salvatore Bonfratello, si è lasciata andare in un lungo applauso e lacrime. La serata è proseguita con lo spettacolo di musica e cabaret intitolato “Trikke e Found”, con i “Trikke e Due Cabaret” e la band “Found” che hanno intrattenuto il pubblico presente con della buona musica dal vivo. La serata si è conclusa con dolcezza poiché i presenti sono stati deliziati con dei buonissimi Cornetti caldi. Venerdì 29 luglio alle ore 20.00 c’è stato il Santo Rosario, alle 21.30 si è svolto invece il Festival Canoro “Musica sotto le stelle”, organizzato da “La Voce del Mediterraneo” e presentato da Baldo Russo. Nel corso della suddetta manifestazione si sono esibiti grandi e piccini in due categorie, Junior e Senior, ed ambedue le categorie hanno portato a casa premi. La serata si è conclusa con gusto poiché gli Chef Giovanni e Baldo hanno deliziato i presenti con la buonissima “Pasta cu Matarocco”, ormai un must per la manifestazione. Sabato 30 luglio c’è stato il Santo Rosario alle ore 20.00, alle ore 21.30 i presenti hanno giocato alla “Tombola” con Enzo Amato e Nicola Anastasi dei “Trikke e Due Cabaret” che hanno fatto portare a casa numerosi premi tra uno sketch e l’altro. Domenica 31 luglio, serata conclusiva, si è svolta la Santa Messa all’aperto, alle ore 21.30 si è esibito un Gruppo Folkloristico e successivamente si sono aperte le danze alla tanto attesa sagra del “Pane Cunzato”, che ancora una volta ha deliziato il palato di tutti i presenti. In questa ultima serata ha presenziato anche il Sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo che si è complimentato con l’organizzazione per l’ottimo lavoro svolto. Si è svolto poi il Memorial “Gaspare Sammartano”, uno spettacolo di musica e varietà con la scuola di canto “Academy of Music” di Daniela e Nadia Sammartano, rispettivamente moglie e figlia. La serata si è conclusa con i Giochi pirotecnici.  Cosa ci riserverà il prossimo anno Re..Estate a Pastorella? Staremo a vedere!



SICILIA, SICILIANI E… MONNEZZA NOSTRA

di Enzo Basso

Un mese di ritardo negli stipendi? Tonnellate di spazzatura in più nei cassonetti? L’emergenza rifiuti a Messina è ormai una equazione con matematico risultato: i ritardi nella raccolta si trasformano negli ammassi di rifiuti che strabordano sui marciapiedi. Quindi incendi notturni, diossina che si sparge nell’aria fino alle
prime ore del mattino.

Una emergenza certificata per la quale a nulla valgono le denunce in Procura: l’ultima l’ha presentata la Cgil. Di integrato nel sistema rifiuti in Sicilia c’è solo il collasso economico e gestionale. Ne sanno qualcosa il manager Alessio Ciacci e il consulente Raphael Rossi. Incaricati dalla giunta free-verde targata Renato Accorinti di portare la gestione aziendale su binari di sostenibilità, hanno investito la parte più consistente del loro tempo a difendersi da altri “scarti”: le calunnie su compensi e rimborsi.

Una pratica già sperimenta anni fa contro il Gruppo Gulino, il socio privato di Enna con il quale la società mista è stata formata nell’era del sindaco Franco Providenti. Gulino, ex segretario provinciale del Pd, fedelissimo di Vladimiro Crisafulli, ha gettato la spugna per lo stesso motivo di Ciacci: anni di indagine, con il
sospetto e l’ombra della mafia addosso. che hanno poi partorito un maxi-processo durato anni a seguito dell’inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore Ezio Arcadi e un paio di ridicole condanne.

Diagnosi finale:
Messinambiente è sovrappeso e non è più gestibile. Ha più di seicento dipendenti che fanno il bello e il cattivo tempo. E a nulla valgono le lettere di contestazione minacciate dal liquidatore Giovanni Calabrò. Acqua fresca. Al punto che l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, confortato dal city manager di Palazzo Zanca Antonio Le Donne, medita di portare Messinambiente, società che tratta i rifiuti, tra i tentacolari tubi dell’Amam, che tratta acqua corrente. “Si vogliono lavare i panni sporchi, non più nell’Arno di Alessio Ciacci – nota un consigliere comunale in vena di citazioni – ma nella società guidata da Leo nardoTermini”. Il verbo del presidente Amam, svelato ai microfoni di una Tv locale nel corso della drammatica crisi idrica vissuta da Messina, è solo uno: “Rispondo a Dio e ai messinesi…”.

Messinambiente è una delle società passate ai raggi X nell’allarmante dossier elaborato dagli ispettori di Raffaele Cantone, il magistrato a capo dell’Anac, l’organismo anticorruzione del governo centrale, che ha sollevato il “caso Sicilia” prima negli affari della sanità, ora dei rifiuti.La carta di identità isolana si presenta con numeri da brivido: la più bassa percentuale di raccolta differenziata, appena il 12%, e il più alto buco nei conti pubblici degli Ato: 1 miliardo e 164milioni di euro di debiti.

La domanda che il governo si è posta è: chi paga il conto? La risposta è contenuta nelle burocratiche circonlocuzioni del decreto legge 78/2015: a pagare saranno come sempre i cittadini. Siciliani. Gli stessi che hanno votato i politici che hanno raddoppiato gli Ato da 9, uno per ogni provincia, a 18 e portato a undicimila i dipendenti da ricollocare nelle Srr, il nuovo acronimo della riforma in alto mare dei rifiuti che ha un colossale macigno da affrontare per i conti pubblici: i debiti del passato vanno spalmati in Sicilia nella tariffa Tari del futuro.

Città come Messina, già in testa alla classifica nazionale per il costo elevato della tassa rifiuti più alto con il livello di servizi più basso, rischia di non avere concorrenti diretti, se non nelle altre province siciliane. Una vera rivoluzione dal …Basso.Ai quasi 5 milioni di debiti degli Ato Messina2 e Messina4, fanno infatti buona concorrenza i trenta milioni di debiti accumulati a Trapani da Belice Ambiente, un “terremoto” contabile al quale segue il labirinto di “Dedalo Ambiente”, 5,7 milioni di debiti, per arrivare alle vette di Ennauno, dove i debiti accertati sono a quota 20,7 milioni. Sempre poca cosa rispetto ai 109 milioni accumulati dai Servizi integrati comunali. Perché una delle caratteristiche del fenomeno Sicilia, rilevata dagli ispettori di Cantone, “è la frammentazione delle sigle, enti che si sovrappongono nelle competenze, con funzioni che si trasformano in disfunzioni e centri decisionali sedimentati a livello regionale, provinciale e comunale”. Un caos operativo con due caratteristiche aumentate ancor più sotto la gestione del governo Crocetta: “emergenza e proroghe continue”.

Oggi ad esser sotto pressione è infattI per la Sicilia Sud-Occidentale la discarica di Siculiana, gestita dal vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro. Lavora a piano regime e non riesce più a ospitare i rifiuti di venti comuni del Palermitano, i cui camion fanno lunghe file come l’emergenza partenopea di anni fa ci ha abituati a vedere. Ma quella dei rifiuti in Sicilia,è l’opinione degli osservatori più attenti del Ministero dell’Ambiente, rischia di essere più esplosiva di Napoli: Etna batte Vesuvio. Tre volte tanto.

La radiografia degli ispettori di Cantone è impietosa: la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea viaggia per l’aldilà, è già “post-mortem”. Così quelle di Tripi e Formaggiara, Valdina e Vallone Guidara dove il Comune di Messina dovrebbe assicurarne per legge la gestione per i prossimi trent’anni. Dovrebbe, perché la società Metaservice di Catania, incaricata di fare defluire e riciclare negli impianti di Gioia Tauro il percolato prodotto, non riceve compensi da mesi e mesi, ha maturato più di 240 mila euro di crediti e ha annunciato la prossima sospensione del servizio.

Il rischio è che i veleni entrino silenziosamente nelle falde acquifere. L’impianto per il trattamento del percolato progettato da Tirrenoambiente, società mista chiamata a gestire la discarica di Mazzarrà, quasi ultimato e unico in Sicilia, non è mai entrato in funzione: i vertici della società sono stati azzerati dalle indagini della magistratura. E a gestire la società, che vanta crediti per 70milioni di euro verso pubbliche amministrazioni, al posto del dimissionario Alfio Raineri, nominato in quota privata è arrivato come amministratore unico il commercialista di Messina, Salvatore Avenoso.

L’unico sbocco, così, per i rifiuti di Messina, è la società Oikos di Motta Sant’Anastasia, dove l’abbancamento di rifiuti nella discarica di Valanghe d’Inverno è stato ora autorizzato dalla Regione con una ennesima ordinanza che si è aggiunta all’autorizzazione alla gestione commissariale ordinata dal consiglio di giustizia amministrativa.

Ma anche qui non mancano le polemiche scaturite da indagini su infiltrazioni mafiose e incarichi d’oro: all’ex prefetto di Messina in pensione Stefano Scammacca, chiamato a svolgere l’incarico di commissario, è assicurato un emolumento da 25mila euro lordi al mese. Ma Scammacca, il cui figlio Richard è al centro di imbarazzanti telefonate di raccomandazione tra la ex prefetta di Palermo, ora indagata, Francesca Cannizzo, e la ex presidente della sezione misure di prevenzione Silvana Saguto, fa di più. Chiama due tecnici etnei, “di fiducia” con incarichi da 45mila euro lordi al mese, l’ingegnere Riccardo Tenti e il commercialista Maurizio Cassarino. A questi si aggiunge poi la consulenza affidata a un generale dei carabinieri in pensione, Carlo Gualdi, “ingaggiato” a 8.500,00 euro al mese, affiancato a sua volta da un legale, con compenso di 9.000,00 euro al mese. Nomine del prefetto di Catania Maria Guia Federico, già “vice” del prefetto Scammacca, che hanno portato il deputato Giuseppe Beretta del Pd, ex sottosegretario alla Giustizia, a fare una interrogazione al governo che ha confermato l’imbarazzata, costosa vicenda, seguita all’arresto del titolare della Oikos, sospettato di rapporti di contiguità con la criminalità.

Un elemento in più per convincere il governo Renzi a decidere di commissariare la Sicilia. Il primo passo è quello di prevedere nell’Isola due degli otto inceneritori programmati a livello nazionale. Un piano, quello del governo centrale, che si scontra però con quello della Regione.

Crocetta vuole sei mini-inceneritori e minaccia di opporsi con tutte le sue forze all’idea dei due mega impianti, uno nella Sicilia Occidentale, uno in quella Orientale, a San Filippo del Mela, dove la A2A, che già gestisce un impianto del genere a Milano, vuole riconvertire l’ex centrale elettrica. Un impianto integrato da quattro diverse funzioni: uno fotovoltaico, da 864 kW; uno solare termico; uno di produzione di bio-metano da massa umida da  raccolta differenziata; e uno, il più contestato, di Css, combustibile ricavato da rifiuti urbani indifferenziati. All’origine dell’operazione, per i manager del gruppo A2a, c’è il fatto che il costruendo Elettrodotto Sorgente-Rizziconi di Terna, di cui la settimana scorsa la Procura di Messina ha ancora una volta sequestrato un pilone a Villafranca per manifesta violazione delle leggi ambientali, mette fuori mercato e determina la chiusura della Centrale elettrica. Ma la riconversione della Centrale – studiata con un piano di innovazione e ricerca – può assicurare il mantenimento dei posti di lavoro, da un minimo di 90 a un massimo di 250 a pieno regime, rispettando le disposizioni ambientali indicate dal Ministero. Secondo il manager Alessandro Masi di A2a la diossina prodotta sarebbe appena un quarto da quella tollerata dalle tabelle ministeriali ed europee. “Frottole”, secondo lo studioso messinese Beniamino Ginatempo, che ripete “in natura nulla si crea e nulla si distrugge”e a proposito dei rifiuti vede un solo,responsabile rimedio: la crescita esponenziale della raccolta differenziata.

Perplessità sulla salubrità degli inceneritori vengono espresse anche dall’epimediologo Benedetto Terracini, che ha studiato gli effetti sull’ambiente in Emilia, notando l’anomala crescita di parti prematuri e un picco di linfomi “sospetti” nel territorio di Modena. Studi che non sono stati permessi all’ottantenne studioso nel mega inceneritore di Torino, partecipato anche dal Comune, perché le ditte che lavorano nell’indotto non hanno fatto sottoporre i dipendenti all’esame del sangue, per studiarne gli
effetti nel tempo.

Un fatto, il possibile inquinamento, che ha spaccato in tre gruppi i comuni della cintura industriale del Milazzese. Se a San Filippo del Mela il prete ambientalista padre Giuseppe Trifirò ha battuto sul tempo anche il sindaco Pasquale Aliprandi per dire il no all’impianto come è successo a Gualtieri Sicaminò per il referendum del 31 gennaio, a Condrò, Santa Lucia del Mela e San Pier Niceto hanno deciso di fare un passo indietro, bocciandone l’idea, mentre a Pace del Mela si andrà a votare per il referendum il 6 marzo prossimo.

Il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, si è espresso contro il referendum: “partecipano solo quelli che dicono no”, sostiene. “Meglio non farlo”.
Ma se sulla carta tutti i sindaci sono contrari all’impianto, i Renziani, per bocca del sottosegretario Davide Faraone, hanno detto che il tempo è scaduto: “la Sicilia sarà commissariata”. E i due inceneritori sono la prospettiva più vicina. Una circostanza smentita dal ministro dell’Ambiente Galletti che ha assicurato anche ai sindaci della zona, andati in processione a Roma: “l’ultima parola sarà sempre della Regione”. Ma è proprio questo a preoccupare tanti in Sicilia. Una Regione che si contorce da anni dentro se stessa. Rotolando pure sull’emergenza continua dei rifiuti.
 




SICILIA, EMERGENZA RIFIUTI A PALERMO: SINDACI FURIOSI CON LA REGIONE

Redazione

Palermo – Sindaci del palermitano sul piede di guerra contro la Regione siciliana dopo la chiusura della discarica di Siculiana (Agrigento), nonostante la nuova proroga firmata da Palazzo d'Orleans. Se c'è che si dice «indignato», come il sindaco di Villabate Vincenzo Oliveri, ex giudice oggi in pensione, che accusa l'assessore regionale ai Rifiuti, Vania Contrafatto di «essere latitante», un altro primo cittadino, quello di Ventimiglia di Sicilia, Antonio Rini, sostiene che «la misura è colma». Rini si sfoga su Facebook e si chiede: «Dove andranno a scaricare i Comuni? Diciamo ai cittadini di mangiarsi l'immondizia? Venga l'assessore regionale a gestire i rifiuti nelle condizioni in cui ci mette la Regione». Mentre Vincenzo Oliveri, spiega: «La discarica di Siculiana, nella quale la presidenza della Regione aveva autorizzato il conferimento dei rifiuti, inopinatamente e senza preavviso alcuno, ha chiuso i battenti, adducendo di non potere sopportare il carico di altri comuni, oltre quello dei comuni della provincia di Agrigento. Come al solito l'Assessorato regionale dell'energia resta latitante, limitandosi a concedere proroghe su proroghe senza risolvere il problema». E aggiunge: «Stiamo bussando a tutte le porte per evitare il pericolo di accumulo di rifiuti nell'abitato col pericolo di epidemie e speriamo di ottenere presto i risultati sperati. Villabate non solo è penalizzata dal traffico in tilt nel nostro svincolo autostradale, nel quale si riversano anche i mezzi pesanti deviati da Ficarazzi verso il nostro territorio in virtù di una ordinanza cervellotica, relativamente alla quale sto verificando la legittimità e interessando le autorità competenti per la revoca, ma resta, oggi, pure penalizzata dalla emergenza rifiuti. Sono profondamente indignato e non rimarrò certo inerte di fronte a cotanto scempio». Un altro sindaco, Giovì Monteleone di Carini, ha avvertito la cittadinanza, attraverso Facebook che «almeno fino a oggi non sarà possibile riprendere il regolare servizio fino a quando non si sbloccherà la situazione della discarica di Siculiana». Ma come nasce la nuova emergenza rifiuti? Il governo Crocetta, nei giorni scorsi, ha varato l'ennesima proroga a una gestione affidata alle vecchie discariche, sempre meno capienti. Ma, a sorpresa, uno degli impianti più importanti, quello di Siculiana, di Giuseppe Catanzaro, vicepresidente di Confindustria Sicilia, ha fatto sapere che non può accogliere la maggiore quantità di rifiuti prevista dall'ordinanza di Palazzo d'Orleans per questioni «ambientali e sanitarie». Ecco perché da sabato i cancelli della discarica di Siculiana sono chiusi per i mezzi di trasporto dei rifiuti per 48 Comuni del Palermitano.

Anche il sottosegretario Davide Faraone, palermitano, è intervenuto, annunciando «interventi choc» in arrivo. L'assessore ai Rifiuti, Vania Contrafatto, ex pm della Procura di Palermo, ha annunciato che la posizione di «Giuseppe Catanzaro è illegittima». Intanto, nel weekend, ignoti hanno dato alle fiamme quattro autocompattatori a Palma di Montechiaro, nell'agrigentino. Gli unici mezzi che venivano usati per la raccolta dei rifiuti. çe fiamme sono state spente, dopo diverse ore, dalle squadre dei vigili del fuoco di Licata. Nessun dubbio, per carabinieri e polizia, sulla matrice dolosa. È stata durissima la condanna del sindaco di Palma di Montechiaro Pasquale Amato: «Cari farabutti, il danno vero purtroppo non si limita alla distruzione di 4 autocompattatori, che non è cosa di poco, comprati coi soldi dei contribuenti, ma all'arretramento e diffidenza che ingenererà nel mondo esterno. Contiamo nella reazione di riscatto solidale che il mondo civile, delle persone perbene e dei religiosi, saprà dare». Nel frattempo, la battaglia dei sindaci continua.




SICILIA: SCOSSA DI TERREMOTO MOLTO INTENSA E 20ESIMA ERUZIONE DELL'ETNA NEL 2013

Redazione

Sicilia – Dicono che scosse così non si sentivano da anni. C'è stata molta paura all'alba nei Comuni tra le province di Ragusa e Siracusa per una forte scossa di terremoto. La terra ha tremato alle 4.57 per un sisma di magnitudo 4.1, verificatosi in mare. I comuni piu vicini all'epicentro sono Ispica (RG), Pozzallo (RG), Pachino (SR), Rosolini (SR), Portopalo di Capo Passero (SR). La terra ha tremato anche in provincia di Catania, dove questa notte l'Etna è tornato a dare spettacolo con la ventesima eruzione del 2013, una delle più intense degli ultimi anni. Altre due scosse di terremoto sono state registrate sui Monti Nebrodi tra la serata di ieri e stamattina. Il primo sisma, di magnitudo 2.5, è stato registrato alle 22.15, in una zona compresa tra le province di Messina, Enna e Catania. Cesarò e San Teodoro i Comuni più vicini all'epicentro. La seconda scossa si e' verificata stamattina alle 6.34, ed e' stata di magnitudo 2.4. In questo caso i comuni piu' vicini all'epicentro sono Regalbuto e Troina, nell'Ennese.