PALERMO, SEQUESTRO DEI BENI PER GIOVANNI BRUSCA

di Andrea Li Causi
 
Palermo – In questo ultimo periodo si parla molto di Cosa Nostra, nonostante si senta “l’odore” del latitante Matteo Messina Denaro e sembra quasi che da un giorno all’altra venga catturato, le operazioni delle forze dell’ordine per contrastare il fenomeno mafioso non tardano ad arrivare e sono all’ordine del giorno.
 
L’ultima operazione riguarda il sequestro ad opera dei Carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Monreale che hanno sequestrato svariati immobili per un valore complessivo di un milione di euro. Gli immobili sequestrati sono intestati e riconducibili al collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, arrestato il 20 maggio 1996 quando era latitante e condannato per essere stato l’organizzatore ed esecutore materiale della strage di Capaci in cui persero la vita il Giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. L’operazione di sequestro è avvenuta a seguito di una complessa attività investigativa, che ha avuto inizio nel 2009 e si è conclusa nel 2011, ha permesso di bloccare un piano di recupero, ideato e attuato da Brusca, di alcuni immobili intestati a prestanome e di cospicue somme di denaro, la cui gestione era stata affidata a persone compiacenti, il fine era quello di monetizzare un capitale da reinvestire  qualora fosse stato liberato nel momento in cui avesse finito di scontare la sua pena. In quanto collaboratore di giustizia, avrebbe dovuto dichiarare i beni riconducibili a lui, ma Brusca ha omesso ciò. Gli immobili sequestrato si trovano: uno a San Giuseppe Jato, zona in cui il boss capeggiava, intestato a lui, immobile che acquistò tra il 1990 e il 1992. C’è poi un immobile a Palermo in Via Pecori Giraldi che è noto per essere stato il covo della latitanza del sanguinario boss di Cosa Nostra, Leoluca Bagarella ed è ritenuto essere la causa dell’omicidio del capo della Squadra Mobile di Palermo Boris Giuliano. C’è poi un magazzino a San Giuseppe Jato, in Via Saraceni, un magazzino a Piana degli Albanesi in Via Matteotti che è intestato alla moglie e un immobile a Palermo, con ingresso in via Generale Emanuele Pezzi, attualmente locato a una chiesa evangelica apostolica.