NEMI, CASTELLO RUSPOLI: CROCE E DELIZIA DEL BORGO ANTICO DI NEMI

Redazione

Nemi (RM) – La vicenda del castello Ruspoli al centro dell'attenzione di una mozione presentata dal consigliere regionale Pd Simone Lupi è ancora al centro dell'attenzione. "Insieme per Nemi" ha inteso tornare sulla questione, commentando le presunte azioni del centrosinistra riferite al Castello. 

Ecco la nota di Insieme per Nemi

Caro Direttore,

il pamphlet sul Castello Ruspoli, pubblicato recentemente dal suo giornale ha riportato le lodevoli iniziative del Consigliere Simone Lupi e le ottime intenzioni del Segretario del PD di Nemi, Massimiliano Conte.

Nel turbinio di tante ovvie considerazioni e nell’accorato modo di rappresentare l’argomento, occorre collocare qualche punto fermo.

Innanzitutto sgombriamo il campo dalla considerazione che per ottenere dei risultati bisogna “costruire un tavolo”. È un modo antico di esprimersi, ma tanto caro alla Sinistra di sempre.

Di regola, purtroppo, quando si inaugura un “tavolo” si finisce in un “bla – bla – bla” senza fine e con la produzione di qualche documento condiviso da tutti i “commensali”.

“Mozione” significa segnalare a qualcuno l’esistenza di un problema unito all’auspicio che chi di dovere decida di intervenire. Pertanto “mozione” non significa “acquisizione”. È doverosa questa precisazione poiché qualche furbetto tenta di confondere i due termini, vendendo così aria più che fritta all’opinione pubblica.

Nella fattispecie il Consigliere regionale Pd Simone Lupi ha segnalato alla Regione Lazio fatti e circostanze che all’Ente, impersonalmente inteso, sono noti da decenni, attese le segnalazioni, le richieste, le proposte che anche negli anni in cui Massimiliano Conte è restato fuori di Nemi, gli Amministratori del Comune non hanno mai dimenticato di avanzare.

Tra i tanti esempi possibili, ricordiamo i “Patti Territoriali della Regione Lazio” in forza dei quali pubblico e privato avevano divisato di interagire per un notevolissimo investimento che aveva inserito Nemi, con il suo Castello Ruspoli e con parte del territorio, in un contesto progettuale di virtuosa ed auspicata crescita in termini di utilizzazione, capace di coniugare cultura ed impresa.

La Regione approvò.

Per una serie infinita di motivi, però, questo, come tanti altri progetti, non ebbe seguito. Segno evidente, purtroppo, che non bastano le buone intenzioni ed i sapidi auspici per ottenere ciò che si desidera. È opportuno segnalare in proposito che nel mancato raggiungimento del buon  fine di questo ambizioso e virtuoso progetto non vi è stata alcuna responsabilità od omissione da parte dell’Amministrazione Comunale del tempo che vi lavorò con passione, attenzione e professionalità.

Questo viene riferito per onestà intellettuale ed anche per rappresentare sia al Consigliere Simone Lupi e sia al Segretario Massimiliano Conte che le Giunte di centro-destra, tra il 1999 ed il 2011, hanno lavorato ed agito anche sul versante del Castello Ruspoli.

Lo stesso onorevole Zingaretti, al tempo Presidente della Provincia, lo potrebbe facilmente attestare.

Ma non basta.

È necessario indicare un altro punto di riferimento alla bussola delle buone intenzioni. Quando il Consigliere Lupi auspica che la Regione possa intervenire sul Castello Ruspoli di Nemi come ebbe a fare sul Palazzo Cesarini di Genzano, dimentica, o non lo sa, che Palazzo Sforza Cesarini, essendo di proprietà comunale, ha potuto con maggiore facilità attrarre l’investimento pubblico della Regione sul bene comunale, altrettanto pubblico.

Ma non basta.

A questo punto, ed in linea con quanto sopra riferito, si deve per forza far sapere al Consigliere Simone Lupi ed al Segretario Massimiliano Conte che le Giunte di centro-destra Biaggi e Cocchi erano talmente consapevoli della centralità del Castello Ruspoli sulla realtà culturale, ambientale e storica del territorio nemorense, che hanno lavorato a lungo ed in modo proficuo per realizzare un sogno collettivo e porre una pietra, non solo miliare, ma assolutamente fondamentale, per il risanamento del maniero e per la sua conseguente utilizzazione: l’acquisto in proprietà del medesimo.

Qualsiasi cosa possano dire i presunti ben informati di turno o quelli che in modo occhiuto possono maliziosamente negarlo, la trattativa ci fu, fu portata avanti in modo serio, concreto e con l’utile supporto della oggettività del reperimento delle risorse, garantite dal favorevole interessamento di un Istituto di Credito e dalla dismissione di altri beni del patrimonio comunale.

Quando la congiura di Alberto Bertucci, Renzo Colazza, Vairo Canterani e Company ebbe a far cadere la Giunta Cocchi (giugno 2011), dette trattative erano ad ottimo punto. E certo non potevano essere continuate dal Commissario Prefettizio, né tanto meno dall’insipienza di chi è sopravvenuto.

Vedi, caro Direttore, le buone intenzioni del Segretario Conte, nobili, ma ben note come l’acqua calda, non è detto che siano utili agli interessi di Nemi.

Non vi è chi non veda che il riferire di problemi statici esistenti a carico delle strutture ed il confermare che alcune delle parti del Castello sono normalmente aperte al pubblico, potrebbe innescare un circuito disastroso per gli interessi di Nemi ed obbligare l’Amministrazione Comunale ad intervenire come per legge, od a chiudere gli occhi.

Ammesso, ovviamente, che quanto riferito dal Segretario Conte corrisponda al vero. Il Conte, comunque, ha acceso sapientemente un faro di attenzione.

Ci risiamo, caro Direttore, il facile trionfalismo, gli annunzi roboanti, addirittura la prematura preoccupazione espressa dal Consigliere Lupi che nessuno si azzardi a scippargli “l’idea”, e l’assemblamento di operosi, quanto potenzialmente inutili, tavoli di lavoro, rischiano di creare nell’opinione pubblica l’impressione che i problemi, nonostante la loro serietà, si possano facilmente risolvere. Andrebbe tutto bene se, alle affermazioni (anche con un pochino di sana umiltà), dovessero seguire fatti concreti.

Saremmo i primi ad accoglierli con una coloratissima “OLA”.

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NEMI: L'INTERVISTA IN ESCLUSIVA AL NUOVO SEGRETARIO PD MASSIMILIANO CONTE

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Sono passati pochi giorni dall'elezione del Segretario del Pd di Nemi. Si chiama Massimiliano Conte e L'osservatore Laziale ha avuto il piacere di intervistarlo.


1. Il suo incarico arriva in un momento, a nostro avviso, abbastanza complicato per l’area di centrosinistra. Può presentarsi e spiegarci qual è il suo legame con Nemi?

Confesso che quando alcuni amici carissimi di Nemi – dove ho vissuto per molti anni fino al 1996, per poi ritornarci solo qualche anno fa – ho avuto un momento di grande perplessità… Avendo vissuto una stagione molto stimolante della politica nemese negli anni ’80 e vissuto in prima persona la fase di “scomposizione” progressiva della sinistra locale (specchio peraltro di quella nazionale), mi sono ritrovato, oggi, a dover in qualche modo compensare un buco di esperienza e di memoria storica che ha coinciso con l’avvento del centrodestra nemese. E’ così che l’opportunità che mi è stata offerta di collaborare con la lista di Partecipazione Democratica – in occasione delle comunali del 2012 a sostegno di Stefania Osmari a Sindaco – mi ha permesso di riprendere un filo interrotto per troppo tempo. La situazione, come suggerisce lei, è complicata e mi permetto di aggiungere anche complessa. Faccio una sottile distinzione, che lei mi perdonerà, tra i due concetti: intendo dire che la situazione è complicata perché voglio dare a questa parola un significato di “confuso”, “imbrogliato”, “pasticciato” per sottolineare come molti nostri decisori politici, con le loro azioni, abbiano fatto un cattivo servizio al Paese. Un esempio concreto? La porcata del Porcellum. Complesso, invece, è, per me, trovare soluzioni razionali utilizzando l’attuale armamentario normativo che ci dà la Costituzione. Fortunatamente, nel nostro piccolo, a Nemi la situazione la vedo solo un po’ complessa ma stimolante e con grandi potenzialità sul lato del rilancio della sinistra. Non includo volutamente, per il momento, la componente di centro nel mio discorso, non avendola ancora vista. Se c’è, batta un colpo…
 

2. Certi valori come la tutela dell’ambiente e il rispetto per il territorio tutto, non dovrebbero rimanere sulla carta. C’è un tentativo di lottizzazione in località Corsi: qual è la vostra posizione e che intenderete fare al riguardo?
Sto iniziando a studiare le carte… Ecco un’altra situazione che mi sembra, a prima vista, complicata e complessa sia per l’iter amministrativo che ha seguito l’intera pratica del Piano integrato – che non mi convince -, sia per le implicazioni di carattere economico, sociale e ambientale di questa operazione. Proprio qualche giorno fa, parlando con amici e componenti del Direttivo, ponevo una questione di fondo tutt’altro che peregrina, che è alla base del mio ragionamento su questa tema. So che rischio di sembrare un po’ troppo intellettualistico, ma non è così. Quella della lottizzazione Corsi mi pone, come cittadino che abita a Nemi, davanti a quelli che i filosofi e gli psicologi del diritto chiamano “dilemma morale”, in poche parole: c’è un conflitto tra le ragioni e i diritti privatistici della famiglia proprietaria di quei terreni e del relativo progetto e le ragioni e i diritti dei restanti cittadini di Nemi che potrebbero subire danni diretti e indiretti da esso. Mi permetta di super semplificare la domanda: deve prevalere il diritto di un singolo cittadino a costruire nella propria proprietà quello che vuole, con il consenso civilistico e amministrativo del Comune, o quello di una Comunità di abitanti che potrebbe verosimilmente subire un danno da questa scelta? Non è la mia, mi creda, una questione astratta per accademici in pensione, ma è il punto fondamentale sul quale un qualsiasi giudice si dovrebbe esprimere se non si arrivasse ad una soluzione chiara e univoca tra le parti opposte. Detto tutto questo, scendo dalla nuvola e le rispondo: al momento, per quanto mi risulta, ci sono ancora zone oscure sulla questione della variante al piano regolatore e delle perizie tecniche delle parti in causa che vanno chiarite. A questo si aggiunga il livello di conoscenza del problema da parte dei cittadini di Nemi che è pari a zero, e non escludo che gli abitanti di tutto il comprensorio della zona circostante a Via dei Corsi abbiano contezza di quanto potrebbe accadere loro. Stando così le cose, il “dilemma morale” è per me sciolto: l’attuale intero Progetto non supera il vaglio razionale e ragionevole di un criterio di salvaguardia dell’intera Comunità e del nostro territorio. Rischia di essere un piccolo ecomostro anche se dotato di piscina e Spa annessa, come sembra sia previsto! Su questa linea il PD nemese farà la sua parte insieme alle altre componenti dell’area progressista della nostra cittadina. Quella della lottizzazione Corsi ha tutta l’aria di essere un’altra storia all’italiana.
 

3. Più di qualcuno si aspetta una novità con il cambio di guardia. Dato che il suo è un incarico che ha un determinato peso sulla direzione politica che intenderà intraprendere il Pd di Nemi, le chiediamo quali sono i suoi obiettivi al riguardo?
Lo dico senza retorica. Se ho avuto l’onore e l’onere di essere individuato come possibile traghettatore del PD locale, spero, su lidi meno incerti e più vitali è stato grazie alla capacità di osare e di facilitare il cambiamento delle persone del Circolo che mi hanno votato. Nelle poche parole che ho detto durante l’assemblea, preso anche alla sprovvista perché non credevo che avrei dovuto farlo, ho detto chiaro e forte questo. Mi permetta una citazione di una lettera aperta che ho inviato agli iscritti e simpatizzanti di Nemi via mail: non faccio il politico di professione e non lo farò; non ho radicamenti familiari a Nemi, e questo mi rende super partes; non ho alcuna intenzione, a 54 anni, di perdere la faccia in una attività che ha come unica motivazione la volontarietà e il senso di radicamento alla mia cittadina e territorio; sento la responsabilità di cittadino e votante di non delegare a “partiti liquidi” o a figure carismatiche e parvenu il futuro dei nostri figli in un’epoca di eclisse economica e morale; vorrei che Nemi ritornasse sotto la gestione di una sinistra moderna, rifondata e culturalmente capace di affrontare con competenza e serietà i problemi del nostro territorio. Lo considero un mantra….In più, non ho timore a dire che i miei attuali riferimenti culturali, tra i vari, sono quelli che i lettori possono trovare nel libro di Fabrizio Barca “La Traversata” con suoi quattro pilastri: 1. eguaglianza, pace, cultura ed avanzamento sociale; 2. lavoro e concorrenza; 3. libertà delle persone; 4. partecipazione come fine in sé e fonte di conoscenza. Questo è il Manifesto. Parallelamente, credo sia imprescindibile per la sopravvivenza del PD lavorare per ricostruire un senso di Comunità, di messa in comune di idee, confronti e soluzioni. Possono sembrare slogan, ma per me sono la piattaforma politica da cui partire per dare senso non soltanto al tempo – non molto – che riesco a dedicare al PD nemese, ma anche a quello di coloro che vorranno aderire a questo progetto. Poi, dico subito che punto molto sui giovani del Direttivo che sono il nostro futuro e per i quali ho immaginato un percorso di crescita e studio da fare ovviamente insieme. A loro ho detto di non chiedere nulla in cambio se non quello di sentirsi gratificati per il “viaggio” stesso: non ci sono premi alla fine. Di mestiere faccio il formatore, e almeno quel poco che so fare vorrei metterlo al loro servizio. Per questo, nel corso del prossimo anno vorrei che la storica Sezione “Pio La Torre” possa rappresentare un punto di aggregazione, dibattito e decisione politica per tutti i progressisti di Nemi. Se entro il 2014 non sarò riuscito ad avviare e fare un primo collaudo della “macchina” mi dimetterò. Ne stia certa.

4. Probabilmente avreste vinto le elezioni se non ci fosse stata una così evidente trasfusione di voti da “Partecipazione Democratica” verso “Uniti per Nemi”. Il lavoro di travaso pare non essersi ancora arrestato. Le chiediamo se riconosce questo fenomeno, come lo commenta e se ha pensato a quale possa essere la ricetta giusta per arginarlo.
La ricetta è quella che ho esposto prima, da migliorare e integrare sicuramente. Quello che è successo rappresenta il fallimento di una visione prospettica e alta del modo di far politica, figlia di particolarismi, familismi e diffidenze. In quei giorni, siamo stati specchio della politica nazionale. Un’occasione persa. “Partecipazione Democratica” ha fatto il possibile – gente per bene, di buona volontà e di grandi ideali – ma i tempi non erano maturi per un cambio di passo. E’ inutile girarci intorno. Ha, secondo me, prevalso in molte persone di Nemi una visione della Politica come semplice tatticismo e del politico come intermediaro di interessi particolari. Cose arcinote – di cui anche il centro-sinistra italiano non è immune ma in misura assolutamente inferiore rispetto al “resto del mondo” – che fanno parte del nostro costume. In queste condizioni e con queste premesse, era facile travasare voti. Qualsiasi avversario normodotato ma in grado di sapere interpretare e utilizzare questi strumenti di consenso avrebbe vinto. Se a questo ci metti anche il camioncino con un mega manifesto itinerante e qualche cocktail di piazza il gioco, a Nemi, è fatto!
Sia chiaro, non voglio irridere nessuno – anzi – e non voglio passare per un idealista o un buonista di turno, ma dobbiamo imparare, io per primo, a saper pensare e agire con una visione anche di medio-lungo periodo, sostenuta da valori condivisi e praticabili. E concreti. Il solo immaginarci che siamo una Comunità e che l’imbecillità, la malversazione o la furbizia di uno può colpire molti, dovrebbe farci capire che dipendiamo tutti dalle decisioni di tutti. Siamo tutti interconnessi, soprattutto in un paese di duemila anime. Per questo, almeno la sinistra di Nemi, può rappresentare, se lo vorrà, l’inizio di un nuovo percorso. Con responsabilità e fiducia nell’altro.

5. Se dovesse giudicare l’attuale situazione di Nemi, da personaggio super partes, quali criticità rileverebbe riguardo la gestione e amministrazione del paese?
Va dato atto che l’attuale Sindaco, al netto delle tante ombre che c’erano al momento della sua elezione e che ancora oggi non si sono diradate, è dotato di uno spiccato senso pragmatico e di capacità seduttive con una parte dell’elettorato nemese. Tuttavia, questi sono due elementi necessari ma non sufficienti per fare bene il politico locale. Tant’è che permangono, come lei dice, molte criticità che, dai tempi in cui ho lasciato Nemi fino ad oggi – anni di gestione del centro-destra – non sono cambiate. La situazione è rimasta invariata. Il centro di Nemi è un caos di macchine, c’è un problema di parcheggi che non ha trovato soluzioni adeguate, la cura di molte facciate del centro storico è scarsa, com’è scarsa anche la manutenzione di strade e del verde. Che dire poi della gestione e promozione del turismo – il nostro bene primario – che, al di là e al netto della crisi economica, si regge ancora su logiche del “mordi e fuggi” da strapaese, con una offerta sfilacciata e di bassissimo profilo, concentrata su qualche sagra – a parte quella dei Gialloni che, se non sbaglio, è stata cassata? E il completamento della scuola? Così l’ho lasciata e così l’ho trovata, per non dirle dello scandalo, a mio parere il più grave dal punto di vista economico e soprattutto simbolico, di Palazzo Ruspoli, dove non solo il Sindaco ma tutti i nemesi dovrebbero fare una battaglia per il suo recupero e messa in sicurezza! Per quanto riguarda altri aspetti, ho letto proprio sul suo giornale la settimana scorsa il problema del come è stato presentato per l’approvazione il Bilancio di previsione del Comune. Sinceramente, sono rimasto di stucco sul modo di procedere, che non è condivisibile. Per carità, fare il Sindaco e gestire un Comune, di questi tempi, è cosa sicuramente difficile e complessa. Ma qui, proprio perché siamo duemila persone e abbiamo un patrimonio naturalistico invidiabile, chiunque sedesse su quella poltrona dovrebbe fare di più di quanto non si sia fatto fino ad oggi. Manca una visione. E’ politica amministrativa di piccolo cabotaggio.
 

6. Una critica al Pd e un plauso.
Secondo me, il PD è al suo stadio quasi terminale di evoluzione nella sua forma organizzativa attuale. Indubbiamente, siamo un po’ pesanti e vorrei che si evitasse di fare la fine dei dinosauri. Se ci pensa, ha avuto, dalla fine del PCI, passando per tutte le forme intermedie, PDS, DS, Ulivo, fino ad oggi una serie di adattamenti, mi permetta di dire, darwiniani, che gli hanno consentito di sopravvivere e anche di governare e di governare anche bene, soprattutto se confrontati con i governi di Arcore. Le prossime Primarie saranno la cartina di tornasole per sapere dove andremo a finire. Il plauso è che siamo l’unico partito a farle, e democraticamente, ma credo che i cittadini daranno al PD la sua ultima chance. E, da ateo, dico anche che non abbiamo un Papa Bergoglio che ci possa salvare. Quindi…