Lampedusa, sbarcati altri 686 migranti: hotspot strapieno

Sono in tutto 686 i migranti sbarcati a Lampedusa su un peschereccio di 15 metri approdato ieri sera al molo commerciale. Le operazioni di sbarco, che comprendono un primo triage sanitario, si sono concluse poco prima dell’una di notte. Cinque sono stati portati al Poliambulatorio dell’isola perché stavano male.

Sono originari di Egitto, Ciad, Marocco, Siria, Bangladesh, Sudan, Nigeria, Etiopia e Senegal

Il peschereccio, intercettato dalle motovedette ad otto miglia dalla costa, è partito da Zuwara, Libia. Sono stati tutti portati all’hotspot dove, al momento, sono presenti 1.091 persone a fronte dei 250 posti disponibili.  Ieri ci sono stati altri 5 sbarchi sull’isola per un totale di 119 persone




Ecco il Piano di Salvini contro gli sbarchi dalla Libia

Il “Piano Salvini” per rafforzare la partnership con la Libia e mettere un freno all’immigrazione passa per “la fornitura di gommoni, equipaggiamenti e veicoli a Guardia costiera, Marina e Guardia di frontiera libiche”. Sono i dettagli del programma resi noti da fonti diplomatiche dopo una riunione della Commissione bilaterale italo-libica che si è tenuta lunedì a Tripoli. Presieduto dall’ambasciatore d’Italia in Libia, Giuseppe Perrone, l’incontro è il “primo esito concreto” della missione compiuta nella capitale libica il 25 giugno dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, proprio per dare immediata attuazione alle linee presentate dal vicepremier, è stato sottolineato. Tra gli altri punti dell’accordo, ci sono:

  • Un’accelerazione della manutenzione delle unità libiche
  • L’effettuazione dei sopralluoghi, chiesto in particolare per quello a Ghat, nel sud del Paese.

Il costo dell’accordo

Per l’operazione il governo italiano stanzia 1 milione e 150 mila euro, più altri 1,3 milioni in due anni per la manutenzione dei mezzi e la formazione del personale della Marina e della Guardia Costiera libica. È quanto prevede la bozza del decreto legge all’esame del pre consiglio dei ministri. Il decreto – si legge sul Sole24Ore – si compone di 4 articoli.

Il primo stabilisce che “è autorizzata, conformemente a specifiche intese con le competenti autorità” libiche e “nel rispetto delle vigenti disposizioni internazionali ed europee in  materia di sanzioni”, la cessione a titolo gratuito “fino ad un massimo di 10 unità navali Cp, classe 500, in dotazione al Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera” e “fino ad un massimo di 2 unità navali, da 27 metri, classe Corrubia, in dotazione alla Guardia di Finanza”. Per “il ripristino in efficienza, l’adeguamento strutturale e il trasferimento» in Libia, l’articolo 1 del decreto prevede uno stanziamento di un milione e 150mila euro. Un milione e 370mila euro sono invece stanziati nell’articolo 2 “per la manutenzione delle unità navali, per lo svolgimento di attività addestrativa e di formazione del personale” della Guardia Costiera e della Marina libica, “al fine di potenziarne le capacità operativa nel contrasto all’immigrazione illegale e alla tratta di esseri umani”.

L’accusa della Guardia costiera libica

Domenica la Libia sembrava voler respingere l’offerta dell’Italia pronta a donare 12 motovedette per i salvataggi in mare. Il portavoce della Guardia costiera di Tripoli, l’ammiraglio Ayoub Qassem, contattato dall’Agi, ha bollato come “propaganda politica” l’invio delle motovedette annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno Matteo Salvini all’indomani del fragile accordo raggiunto dai paesi europeo basato appunto sulla capacità di soccorso in mare della Libia. Una presa di posizione però che contrasta con quella del Capo di Stato maggiore della Marina libica, l’ammiraglio Salem Rahuma. Rahuma ha infatti al contrario auspicato che l’Italia fornisca “il prima possibile” altri mezzi alla Guardia costiera di Tripoli per affrontare il traffico di esseri umani e fare “il bene” dei migranti. “Abbiamo un una collaborazione molto forte con l’Italia: sono sicuro che l’Italia appoggerà ancora di più la Marina e la Guardia costiera” libiche, ha detto l’ammiraglio all’Ansa. “Vorrei che questi aiuti arrivino il prima possibile. Sono sicuro che arriveranno per il bene dei migranti”, ha aggiunto.

La flotta della Guardia costiera libica

La “flotta” della Guardia costiera libica, spiega Repubblica, è però ancora quella: quattro motovedette, classe Bigliani, dismesse dalla Guardia di finanza, donate da Berlusconi a Gheddafi nel 2011, danneggiate durante la guerra, riportate in Italia per riparazioni e ridonate l’anno scorso, prima due e poi altre due, dal governo Gentiloni. Mezzi vecchi, con pochissime dotazioni di bordo e un numero limitato di personale all’altezza formato nei mesi scorsi in Italia. Le 10 motovedette della Guardia Costiera “Classe 500” previste dall’accordo sono barche di dieci metri in vetroresina, con un’autonomia di 200 miglia e una velocità massima di 35 nodi; le due unità navali “Classe Corrubia” della Gdf sono invece imbarcazioni da 27 metri che possono raggiungere i 43 nodi e hanno un’autonomia – alla velocità di crociera di 21 nodi – di 800 miglia, vale a dire 36 ore. L’equipaggio è composto da 14 persone.




Sardegna: maxi sbarco di migranti

CAGLIARI – Sbarco di migranti sulle coste del sud Sardegna durante la notte. Sono oltre cento gli algerini arrivati e il numero potrebbe ancora salire, visto che già in queste ore altri stranieri sono stati rintracciati mentre si incamminavano a piedi, dopo essere arrivati a bordo di piccoli natanti, verso i centri cittadini.
Dalle 23 in poi il Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza, carabinieri, polizia e Capitaneria di porto sono stati impegnati per rintracciare i nordafricani. Il primo imponente arrivo è avvenuto dopo le 23 a Porto Pino, nel territorio di Sant’Anna Arresi. Tre barchini con a bordo complessivamente 62 algerini sono stati rintracciati dalle Fiamme gialle. Altri 14 su un altro barchino sono stati soccorsi in mare e trasportati direttamente in porto a Cagliari. Durante la notte altri arrivi, complessivamente 26 algerini, sono avvenuti sempre lungo la spiaggia di Porto Pino. I migranti sono stati bloccati dai carabinieri di Carbonia.




Emergenza migranti, l'Italia chiede sbarchi in altri porti Ue. Tutto da rifare

 

Il direttore di Frontex Fabrice Leggeri, ha chiesto agli Stati europei di mantenere gli impegni di rafforzare l'operazione Triton. Così l'Agenzia al termine dell'incontro chiesto a Varsavia dall'Italia sull'operazione marittima nel Mediterraneo.

Frontex apre alla revisione delle operazioni di Triton dopo l'incontro con la delegazione italiana guidata dal prefetto Giovanni Pinto. "E' stato concordato che sarà stabilito senza ritardi un gruppo di lavoro per identificare ulteriormente ed elaborare cosa deve essere rivisto nel concetto operativo di Triton in vista delle decisioni già raggiunte a livello politico" a Tallinn sul Piano della Commissione Ue. Verrà quindi redatto un "nuovo piano operativo" che sarà successivamente sottoposto ai Paesi Ue.

Nella riunione svoltasi oggi nella sede di Frontex a Varsavia la delegazione italiana ha chiesto che in caso di massiccio afflusso di migranti, sia possibile sbarcarli nei porti di altri Stati membri. Sarà costituito un gruppo di lavoro, informa Frontex, per stabilire cosà deve essere rivisto nella missione Triton alla luce delle decisioni già raggiunte a livello politico.

Mouzalas (Grecia), giuste richieste Italia a Ue – "Le richieste dell'Italia all'Europa sono giuste: un problema europeo ed internazionale non può avere una soluzione nazionale": lo ha detto all'ANSA il ministro greco per le migrazioni Ioannis Mouzalas, per il quale "la solidarieta' europea non e' una questione sentimentale o etica, e' un obbligo legale. Sono d'accordo con quello che ha detto il ministro Minniti a Tallinn, non puo' essere che il salvataggio sia internazionale, ma l'accoglienza nazionale".

Mouzalas, che e' in Italia per uno scambio di esperienze sull'integrazione, che lo ha portato ieri a Riace in Calabria, e che prevede incontri con il presidente della Camera Laura Boldrini e con il sottosegretario all'Interno Domenico Manzione, ha sottolineato che "nessuno meglio della Grecia capisce l'Italia. Noi nel 2015 abbiamo avuto un milione di arrivi in sei mesi. L'unica soluzione e' replicare con la Libia, dove la situazione e' pero' piu' difficile, l'accordo Ue-Turchia, che sta funzionando".
"Aiutarli a casa loro? Sarei d'accordo, ma ci vuole tempo, meglio aiutare la gente prima che salga sulle barche – spiega il ministro – Occorre creare un modo legale, corridoi umanitari con cui i rifugiati arrivino in Europa, per esempio organizzando campi gestiti dall'Unhcr lungo tutta la tratta che dalla Nigeria va alla Libia, e per chi arriva in Europa, far funzionare i ricollocamenti. E' l'unico modo, perche' anche in Grecia, come in Italia, oltre la meta' di coloro che arrivano sono migranti economici". 




IMMIGRAZIONE: ARRESTATO UN ITALIANO PER TRASPORTO ILLEGALE DI 33 SIRIANI

Redazione

E’ stato arrestato dalla polizia ungherese nei pressi del lago Balaton un 52enne italiano per il trasporto illegale di 33 siriani. Lo rende noto il portavoce della polizia della contea di Veszprem, secondo il quale tra i 33 siriani ci sono anche due donne. Il veicolo con i migranti, secondo quanto si apprende, era diretto in Germania.


Intanto, non si arresta l’ondata di migranti che cerca di raggiungere le frontiere. In Austria, circa 12.000 migranti sono arrivati nelle ultime 24 ore nella località di frontiera austriaca di Nickelsdorf, al confine con l'Ungheria, e la polizia ha chiuso una autostrada, la A4, "per ragioni di sicurezza". Tra la mezzanotte e le 6 sono arrivate 3.670 e circa 8.000 nella giornata di giovedi'. La A4, nella provincia orientale di Burgenland, e' rimasta chiusa in entrambe le direzioni per 90 minuti. Successivamente e' stata riaperta soltanto nella direzione verso l'Ungheria. Il direttore della polizia regionale del Burgenland, Hans Peter Doskozil, ha denunciato che i servizi di assistenza sono giunti "al limite delle loro possibilita'".


Ban Ki Moon chiede all'Europa di aprire i suoi confini. Il segretario generale dell’Onu, in un’intervista a La Stampa ha ribadito: "Elogio la leadership e la solidarietà mostrata dagli europei, ma, nello stesso tempo, vista la gravità e la scala della crisi, mi aspetto che facciano di più per proteggere chi fugge dalla guerra. Bisogna ricordare che nel passato anche i popoli europei sono stati beneficiati dalle migrazioni, alla ricerca di libertà e opportunità migliori. Ora che sono diventati l'economia più grande e ricca del mondo, speriamo che mostrino la loro solidarietà globale e una leadership compassionevole. Perciò sollecito i leader europei ad aprire i confini e dare la necessaria assistenza umanitaria per salvare queste vite, mostrando compassione".


Orgoglio italiano. Il premier Renzi, in merito all’accoglienza ha ribadito: "Siamo fieri e orgogliosi del modo con il quale in Austria, in Germania, e altrove, i nostri connazionali europei, i nostri fratelli europei, hanno accolto i fratelli rifugiati. Noi lo stiamo facendo da mesi ormai". Lo scrive su 'Repubblica' il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Occorre , per il premier, "superare Dublino. Giusto che gli hotspot siano gestiti a livello europeo, ma cio' sara' possibile solo se ogni paese accogliera' un certo numero di ospiti (quote) e i rimpatri per chi non ha diritto di asilo veranno organizzati dalle Ue e non dai singoli Stati".

Infine, Renzi prosegue: "L'Italia ha sottovalutato il peso delle proprie iniziative in Libia e Siria. Non basta cacciare un dittatore o bombardare un nemico se poi non si vince la sfida educativa, culturale, economica in quei Paesi e, dunque, la sfida politica. In Medio Oriente, certo. Ma anche in Libia, ad esempio. Occorre maggiore attenzione all'Africa. L'Europa si e' concentrata negli ultimi anni molto sull'allargamento a est, ottenendo risultati altalenanti. Personalmente credo che oggi sia un dovere morale proseguire nell'allargamento, cominciando da Serbia e Albania. Ma e' anche arrivato per l'Europa il momento di fare un focus sul Mediterraneo, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione (cooperazione internazionale, aiuti allo sviluppo, moral suasion) a cominciare dal prossimo summit di Malta dell'11 e 12 novembre tra i Paesi della Ue e africani”.




IMMIGRATI: SBARCANO IN 350 A LARGO DELLA CALABRIA. UN CADAVERE SULLO SCAFO

di Angelo Barraco
 
 
Roma – Il flusso dei migranti verso le coste italiane non si ferma, non rallenta e il paese è in ginocchio per far fronte ai problemi che ne conseguono come l’accoglienza e la mancanza di risorse e strutture. Gli scafisti ogni giorno si muovono nel mare come il traghettatore di anime nel libro del sommo poeta Dante Alighieri, Caronte, portano da una riva all’altra le anime che sono alla ricerca di una vita migliore. L’ultimo sbarco di immigrati è avvenuto nella notte, quando 350 migranti che erano a bordo di un barcone a largo della Calabria sono stati salvati, a bordo dell’imbarcazione, inerme, un cadavere di un uomo morto durante il viaggio. I migranti sono stati salvati e trasferiti a Reggio Calabria. Un’altra tragedia verificatasi nel mare è avvenuta il giorno di ferragosto, quando 49 soggetti sono morti in un barcone di soli 14 metri. Costoro si trovavano nella stiva e la loro “colpa” è stata quella di non aver pagato abbastanza gli scafisti per poter stare sul ponte.
 
Dopo ogni tragedia la voce della politica si fa forte, Angelino Alfano ha ribadito: “sarà l'ultima tragedia se non si risolve il problema della Libia”. Il Comandante del Cigala Fulgosi, il capitano di fregata Massimo Tozzi si sono prodigati nel soccorrere i superstiti e si sono trovati davanti “una scena terribile: decine di corpi senza vita ammassati uno sull'altro nella stiva, mentre le donne si disperavano per i loro cari morti”. Non c’era nessuna traccia di scafisti a bordo. Un barcone con donne che piangevano i loro cari morti perché non avevano soldi per poter ubicarsi in una posizione migliore sulla barca, che tra l’altro era fatiscente e per niente sicura. E’ stato fondamentale l’intervento della Marina che ha evitato una tragedia ancora più grande. “Ma è questo che facciamo – ha detto il capitano – prestare soccorso a chi è in difficoltà in mare è il nostro compito”. Nella conferenza stampa di Ferragosto, il ministro Angelino Alfano ha sottolineato: “il mondo non può attendere di fronte alla crisi della Libia che è un vulcano acceso non di fronte all'Italia, ma all'Europa. O la comunità internazionale è in grado di risolvere la situazione lì o la tragedia di oggi non sarà l'ultima” ha aggiunto inoltre una risposta al mons. Galantino che aveva accusato nei giorni scorsi il Governo di essere assente sull’immigrazione “Noi  facciamo un mestiere diverso dalla chiesa e comunque do per buona la rettifica delle parole di monsignor Galantino e non quello a lui in un primo momento attribuito, noi facciamo fino in fondo quello che è il dovere di una grande democrazia: salviamo vite e rimpatriamo chi non fugge da guerre o da persecuzioni, ma arriva illegalmente sul nostro territorio”. 
 
 
Intanto la situazione a Calais sta migliorando, dalla parte francese il numero di assalti ai treni da parte degli immigrati per poter entrare nel Regno Unito, è diminuito. Dopo la messa in atto delle nuove misure di sicurezza, le persone che ogni notte cercano di infrangere la barriera di sicurezza è passato da 2mila a 150 circa. Sono stati spesi dal Regno Unito 7 milioni di sterline per rafforzare le misure di sicurezza nel terminal, sono state posizionate videocamere a raggi infrarossi e fari per illuminare l’area. Attualmente ci sono 5 mila migranti che dormono nei campi di fortuna. Secondo una stima, circa 9 persone hanno perso la vita per aver tentato di salire di un treno o di un tir. 
 
 
In Gran Bretagna molti politici e vertici della polizia stanno pensando di inviare le truppe di sua maestà a Calais per bloccare l’esodo che in migliaia tentano disperatamente di attraversare l’Eurotunnel e raggiungere il Regno Unito. Il capo della polizia del Surrey, Kevin Hurley, ha suggerito invece l’invio di 700 Gurkha, ovvero soldati nepalesi del secondo battaglione di stanza nel Kent. La pensa allo stesso modo anche il leader dell’erufobico Ukip Nigel Farage, ma non solo poiché i parlamentari conservatori come Andrew Percy che sostiene “a Calais la situazione sia fuori controllo e gli attuali accordi non stanno funzionando perche' i francesi nono sono in grado di porre un freno alla violazione delle nostre frontiere. E' giunta l'ora di prendere in considerazione opzioni piu' radicali, incluso l'uso dell'esercito. Il popolo britannico si aspetta che le nostre frontiere siano sicure ed il governo deve fare qualsiasi cosa per riuscirci”. David Cameron è preoccupato dell’evolversi degli eventi ma non si è espresso contro Parigi in modo critico.
 
L’ultimo assalto alla frontiera a fine luglio. La notte scorsa un gruppo di 1.500 migranti ha cercato di attraversare l’Eurotunnel Francese con il tentativo di giungere nel Regno Unito da Calais. Le fonti parlano di un vero e proprio assalto e un migrante ha perso la vita, il primo ministro britannico David Cameron, in seguito all’accaduto ha rassicurato il paese: “Faremo tutto il possibile per migliorare la situazione”. Le autorità riferiscono che tale tentativo di intrusione è stato il più importante dell’ultimo mese e mezzo. I migranti avrebbero tentato di superare le barriere di sicurezza nel corso della notte ma la sicurezza li ha intercettati.
 
Una settimana prima. L’Eurotunnel ha subito la pressione dei migranti irregolari e la società che gestisce ciò ha lamentato l’assenza di risorse per permettere le intrusioni. Visto che il flusso migratorio è aumentato in Francia a seguito della crisi del Mediterraneo e visti i tentativi dei migranti di raggiungere l’Inghilterra; Francia e Inghilterra hanno concordato in data 2 luglio scorso misure preventive e di controllo nel porto di Calais e nell’Eurotunnel. Ma al soggetto che è morto si sono venuti a create diversi disagi alla circolazione, un portavoce ha parlato della collaborazione tra le rispettive autorità ma ha ribadito: “è un problema che il governo deve assolutamente risolvere. Abbiamo bisogno che venga fermato il flusso dei migranti da Calais, ma sembra troppo consistente perché possano gestirlo”. Intanto le autorità britanniche hanno avvisato i viaggiatori che per il momento devono modificare e/o posticipare i loro viaggi per evitare nuovi disagi come quello verificatosi, in particolare a quello dell’incursione poiché vi sono migliaia di immigrati accampati a Calais, sul lato francese del canale e non si esclude e possa ripresentarsi un disagio come quello della scorsa notte. Intanto David Cameron –premier britannico- ha definito “molto preoccupante” questo assalto e ha aggiunto “Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorita' francesi”. Ma questo non è l’unico grande assalto di migranti poiché un gruppo di 2.000 migranti hanno tentato di attraversare la galleria tra mezzanotte e le sei del mattino. Tale episodio ha provocato ritardi e ha messo in azione 200 addetti dell’Eurotunnel. In quell’occasione 200 di loro furono arrestati e 15 si ferirono. Theresa May, ha convocato una riunione d'urgenza del comitato di emergenza Cobra, costituito dai ministri e responsabili della sicurezza, per affrontare la questione. Quanto dovrà durare questa situazione? 



IMMIGRAZIONE, SBARCHI "PHOENIX MOAS": FERMATO UN PRESUNTO SCAFISTA

di Angelo Barraco
 
Palermo – La Polizia ha fermato a Trapani Ridha Bacha, un tunisino di 44 anni accusato di favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina. Secondo gli investigatori, l’uomo sarebbe lo scafista dell’imbarcazione che è stata soccorsa il primo luglio dalla nave “Phoenix moas” nel canale di Sicilia e che si trovava a 40 miglia dalle coste libiche. L’imbarcazione avrebbe avuto a bordo 357 immigrati provenienti dalla Siria, Ghana, Pakistan, Somalia, Bangladesh, Nigeria, Marocco e Tunisia. 
 
I Dati Onu.  L’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha reso noto che i migranti che hanno attraversato il Mar Mediterraneo in direzione Europa nei primi 6 mesi del 2015 sono 137.000, ovvero l’83% in più dallo stesso periodo del 2014. Dall’organizzazione sottolineano in un nuovo progetto che la crisi del Mediterraneo ha proporzioni storiche ed è in primis una crisi di rifugiati da proteggere.
 
Ultimi sbarchi in Italia. Nel porto canale di Cagliari sono arrivati pochi giorni fa 448 che sono stati soccorsi a largo della Libia, sono stati portati nel porto di Cagliari dalla nave Rio Segura della Guardia Civil Spagnola. Secondo quanto emerge, tra loro vi sono anche donne incinte. I migranti arrivano tutti dal Sudan, Eritrea, Senegal. Il piano di accoglienza disposto per loro prevede lo smistamento in diverse strutture con collaborazione con la Caritas. Intanto sono iniziate nello Stretto di Sicilia, su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le operazioni di recupero dei corpi di quello che viene considerato il peggiore disastro in mare della storia, l’inabissamento del peschereccio con 700 persone a bordo avvenuta il 18 aprile del 2015. Ieri pomeriggio al porto di Palermo sono giunti 647 immigrati soccorsi nel Canale di Sicilia, tra i profughi vi sono 95 donne e minori. In 21 operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono stati salvati circa 2900 migranti. Durante le operazioni di salvataggio sono intervenuti mezzi del dispositivo Triton: CP906 Nave Corsi e ben 2 motovedette classe 300 della Guardia Costiera e vi è stato anche l’intervento di una nave militare spagnola. Nelle operazioni di soccorso sono sopraggiunte anche Nave Euro della Marina Militare Italiana e la Nave Phoenix del MOAS.  
 
Nuovi ingressi per gli immigrati in Italia. L’arrivo di nuovi immigrati fa storcere il naso a molti italiani per via delle strutture di contenimento. Lo stereotipo tipico che si ha degli immigrati è quello associato al barcone come mezzo di trasporto utilizzato da essi per giungere in Italia, ma per la quarta volta nell’arco di qualche settimana viene adoperato dagli immigrati un nuovo modo per entrare in Italia, le montagne. I profughi che fuggono dall’Est vanno in Friuli Venezia Giulia e non passano soltanto dalla bassa quota ma anche dalle vette prossime all’ex valico di Polava nei pressi di Cepletischis. Tale circostanza si è verificata ieri, dove ben 25 clandestini di nazionalità Afghana e Pakistana, tutti uomini di cui 5 si sono dichiarati minorenni, sono apparsi all’improvviso sulla strada che dal rifugio Pelizzo conduce a Montemaggiore. La segnalazione della loro presenza è arrivata dai cittadini li aveva visti, il gruppo di persone intorno alle 7.30 aveva raggiunto Masseris. Sopraggiunti i Carabinieri i profughi sono stati portati in caserma per essere segnalati. Il Sindaco di Savogna dice che “È il quarto caso in un ristretto lasso di tempo. Diversamente da quanto successo alcuni giorni addietro, però, i clandestini sono arrivati nei nostri paesi dall’arteria che conduce al rifugio. Un percorso ben strano, che stiamo cercando di ricostruire”. Il primo cittadino continua dicendo che ”Solo in un’occasione è stato notato il mezzo da cui sono sbarcati i profughi: si trattava di un pulmino con targa ungherese, di cui purtroppo non si è stati in grado di annotare la targa. Su una pista nel bosco, inoltre, sono stati ritrovati documenti rilasciati ai migranti proprio da autorità ungheresi”.
 
La difficile integrazione. L’integrazione è il primo passo per un’armoniosa convivenza e soprattutto è il primo passo per un miglioramento ed un accrescimento culturale. L’esempio di tale integrazione è avvenuto a Bologna, nel comune di Sasso Marconi, dove due ospiti di Villa Angeli,  punto di riferimento per la quota di rifugiati prevista nel Distretto di Casalecchio di Reno, sono stati inseriti come volontari nelle squadre di manutenzione del territorio e degli impianti sportivi. I due giovani, del Senegal e del Mali, cominceranno a luglio e il Sindaco ha detto che ha assegnato a loro questa manzione perché “sono i più motivati”.



LIBIA: SALVATI 3.480 IMMIGRATI

di Angelo Barraco
 
Palermo – Si sono svolte 15 operazioni di salvataggio e soccorso per 3.480 migranti nella giornata di oggi. Le operazioni di soccorso sono state coordinate dal Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti. Le imbarcazioni che hanno chiesto aiuto via satellite stamane erano: 9 barconi e 6 gommoni che si trovavano a circa 45 miglia dalle coste libiche. A partecipare alle operazioni di salvataggio sono state le motovedette CP 322, CP 304, CP 282, un aereo ATR42 della Guardia Costiera, unità della Guardia di Finanza e della Marina Militare. Hanno partecipato anche il rimorchiatore “Phoenix”, già impiegato in altre importanti operazioni di soccorso in mare e le navi della Marina militare tedesca “Hessen”, “Berlin” e “Le Eithne”.
 
Giungono comunicazioni in merito ad altri barconi alla deriva a largo delle coste libiche. Vi sono tra i 450.000 e i 500.000 migranti che in Libia attendo di prendere il largo e venire in Italia. Lo dice il Guardian, che cita il capitano Nick Cooke-Priest, comandante della Hms Bulmwark. Federico Fossi dell’Unhc ha detto che su questi dati bisogna avere cautela e che “E' importante non creare allarmismi, se i numeri non sono vericabili e' il caso di prestare attenzione”. Molti immigrati Libici muoiono in mare perché non sanno nuotare e chi viene in Europa ha addosso la paura e il dolore di ciò che ha affrontato. Intanto i soccorsi arrivano dall’Italia, Gran Bretagna e Spagna, la Sicilia ospita e molti centri sono al collasso, ma molte regioni italiane non vogliono ospitare; dov’è il senso d’Europa? Di unione? Luca Zaia, governatore del Veneto ha detto: “"Il Veneto e' una bomba che sta per scoppiare, "In Veneto abbiamo 514 mila immigrati regolari, pari a quasi l'11% della popolazione, di questi 42mila non hanno lavoro. Insieme a Emilia Romagna e Lombardia siamo i piu' accoglienti. Basta”.

Zaia ha attaccato l’esecutivo di Renzi dicendo ha causato una tensione sociale pazzesca e “un ospitalita' diffusa che non e' altro che un invito alla dispersione sul territorio. Siamo alla follia, con un governo inadeguato che sui documenti ufficiali ci invita a gestire la 'fase acuta' dell'immigrazione, quando invece sappiamo tutti che non e' acuta, cronica”.