Salvini: “Presenteremo interrogazione su presunti conflitti d’interesse di Giuseppe Conte”

“Presenteremo la prossima settimana in Parlamento un’interrogazione sui presunti conflitti di interesse del professore Giuseppe Conte nel suo passato”. Ad annunciarlo su Facebook è il leader della Lega, Matteo Salvini che aggiunge di voler partire “dalle segnalazioni del Pd” che sono state “semplicemente lette e aggiornate”. “Vediamo – incalza – se dopo un anno di silenzio Conte si degnerà di rispondere agli italiani. Se qualcuno ha qualcosa da nascondere e chiede protezione in Europa ricordi che le bugie hanno le gambe corte…”.

Quindi attacca il governo sottolineando come i ministri stiano “litigando sulla riforma della Costituzione, su quella giustizia perchè la vedono in maniera opposta e sulle tasse”.

Ma nella sua diretta Facebook l’ex ministro dell’Interno commenta anche le manifestazioni sul clima: “Buon venerdì alle ragazze e ai ragazzi che sono scesi in piazza per un futuro migliore e un mondo più pulito: meritano rispetto sempre. Un po’ meno gli adulti che li sfruttano”. E lancia un appello ai giovani italiani: “Per difendere l’ambiente anche mangiare i prodotti della nostra terra, del nostro mare, è fondamentale: così si inquina di meno. Mangiare italiano e bere italiano fa bene alla salute e all’ambiente perché si inquina di meno, visto che non si trasportano le merci che vengono chissà da dove”.

Salvini critica poi la decisione dei magistrati di indagare Berlusconi: “Ho visto che Berlusconi è indagato perchè secondo qualcuno avrebbe tentato di uccidere Maurizio Costanzo…Ma basta…giudici che usano risorse pubbliche per indagini senza logica…Siamo seri, ma indaghiamo su stupratori, ‘ndranghetisti e camorristi!”.




Bagno di folla per Salvini a Pontida: “Questa è l’Italia che vincerà”

A Pontida è il giorno del grande raduno leghista. Fin dalla prima mattina i militanti del Carroccio hanno cominciato ad affluire sul prato, dove gli organizzatori si attendono 80mila presenze. In prima fila due bandiere dell’Italia. Sul fondale del palco campeggia lo slogan “La forza di essere liberi”, sovrastata da una striscia tricolore. I militanti hanno contestato e insultato il giornalista Gad Lerner. Aggredito anche un videomaker, collaboratore di Repubblica, al quale è stata rotta la videocamera mentre cercava di riprendere un militante che gridava “Mattarella mafioso”. Ma sugli insulti al presidente della Repubblica il leader Matteo Salvini  frena: bisogna portare rispetto”.



E per il segretario della Lega è un bagno di folla: “Vengo qui da 26 anni e una giornata così non l’ho mai vista, colonne enormi di auto, di pullman – ha detto -. Qualcuno immaginava una giornata triste, invece sarà una Pontida mai vista. Vogliamo un governo del popolo contro un governo del palazzo”.

Il problema è che l’Italia torna ad essere un campo profughi. Lo vedremo nelle prossime settimane. Le ong hanno festeggiato. Se smonteranno il decreto sicurezza sarà un’altra occasione di referendum, perché sia il popolo ad opporsi alle scelte del palazzo. Sull’immigrazione la vede grigia nei prossimi mesi, la vedo male” dice  Salvini.

Questa è l’Italia che vincerà. L’odio e la paura non abitano a Pontida. Col sorriso si risponde agli insulti”, ha detto Salvini dal palco a Pontida. “Qua non ci sono poltronari ma uomini e donne con valori”.

Su Di Maio non cambio idea, è un amico anche se cambia fronte. Ma non condivido le sue scelte: mi spiace vedere che l’evoluzione dei 5 stelle si trasformi nel cappello in mano in Umbria per una poltrona”. Poi Salvini da Pontida avverte: “mettetevi con chi volete tanto il popolo vi manda a casa”. “Preferisco cedere ai traditori 7 ministeri oggi perché ce li riprenderemo tra qualche mese con gli interessi”. E il leader leghista torna sui suoi cavalli di battaglia che non sono stati realizzati. Una flat tax al 15% “per chi lavora e per chi crea lavoro: sarà il primo provvedimento della Lega quando tornerà al governo”.  “Se proveranno ad aumentare le tasse sulla casa dovranno passare sui nostri copri: la casa è sacra e non si tocca”.  

Prima di chiudere la manifestazione Salvini fa salire sul palco alcuni bambini accompagnati dalle loro famiglie e commenta: “mai più bimbi rubati!”.  C’è anche Greta, una delle bambine dell’inchiesta sugli affidi illeciti di Bibbiano tra i bambini che Matteo Salvini ha chiamato sul palco prima di chiudere il suo intervento a Pontida . “Greta è questa bellissima bambina con i capelli rossi che dopo un anno è stata restituita alla mamma” ha spiegato Salvini. Greta è arrivata sul palco accompagnata dalla madre, tenendo in mano una striscione con l’hashtag #bambinistrappati.




Governo Pd5, Salvini: “Non avrà vita lunga. Poi finalmente si vota e… si vince!!!”

“Il governo delle poltrone, dei riciclati e dei poteri forti europei non avrà vita lunga. Opposizione in Parlamento, nei Comuni e nelle piazze, poi finalmente si vota e… si vince!!! Io non mollo e non mollerò mai Amici, per me viene prima l’onore dei ministeri”.

Così il leader della Lega Matteo Salvini commenta su twitter la nascita del nuovo governo griffato M5s-Pd con a capo Giuseppe Conte.

Il leader leghista ha poi aggiunto: ‘E’ il primo governo italiano che nasce a Bruxelles, con un ministro dell’Economia, professore di storia, che arriva direttamente da Bruxelles, con un ministro della Salute senza nessuna esperienza di sanità, con un ministro dei Trasporti senza nessuna esperienza di trasporti e con un ministro dell’Istruzione che ha detto che per aumentare gli stipendi dei professori bisogna tassare le merendine e le bibite gasate: ecco, se partiamo dalla tassa sul chinotto, ci sarebbe da sorridere se non ci fossero di mezzo gli italiani’. ‘Contro questo governo – avverte Salvini – faremo opposizione in parlamento e in Italia, dove siamo maggioranza, con i nostri sindaci e governatori”.

A chi gli chiede poi come mai non sarà in piazza con Fratelli d’Italia, l’esponente Salvini ha detto: “Quando ci sarà la fiducia ci saremo. Poi saremo a Pontida domenica 15 settembre e a Roma sabato 19 ottobre. Ci saremo. Hai voglia che ci saremo. Noi non siamo i centri sociali, noi portiamo le mamme e i papà in piazza, non i delinquenti di sinistra che tirano le molotov ai poliziotti. Noi siamo un’altra roba”.

Critici con il governo sono anche il portavoce di Forza Italia Giorgio Mulè e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, soprattutto per quanto riguarda il dicastero della Famiglia: “Com’era quella del ‘partito di Bibbiano’? – scrive su twitter Mulè – Ah, sì: ‘Io col partito che in Emilia toglieva alle famiglie i bambini con l’elettroshock per venderseli non voglio avere nulla a che fare’. Lo diceva Di Maio: ha dato al Pd il ministero della Famiglia. Buongoverno!”.
“Il M5S regala il Ministero della famiglia al Pd. Ma non erano il ‘partito di Bibbiano’?”, scrive invece su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.




Movimenti a palazzo e sole agostano: quando il caldo fa fare brutti pensieri

Siamo di fronte al fallimento storico della politica. A quella linea di non ritorno da cui si può soltanto cercare di ricostruire qualcosa di meno artefatto, sebbene, ormai lo sanno bene gli italiani, poco o nulla di autentico aleggia nelle palazzi del potere.

Salvini ancora non ha detto cosa vuole fare nei particolari anche se la meta è ben delineata, almeno. Ha soltanto ben chiaro che in questa partita la leadership ce l’ha lui, un ciclone mediatico che fagocita consensi e al suo quasi ex collega Di Maio fa vedere soltanto la scia delle sue iperboliche trovate.

L’opinione pubblica è accecata dal sole agostano e si è momentaneamente staccata dalla realtà in maniera talmente fantastica da credere che possa governare una nuova compagine giallo-rossa.

La sinistra è autolesionista ma non kamikaze suicida e poi è così chiaro e palese che la Lega ha presidenti di commissioni che possono bloccare i lavori parlamentari e sindaci e amministratori un po’ ovunque. Sarebbe una scelta che porterebbe soltanto in uno squallido vicolo cieco dove i grillini perderebbero la faccia definitivamente e il partito Democratico finirebbe nell’oblio.

La trovata di Salvini di fare questa sorta di retromarcia e dire a Di Maio sì al taglio dei parlamentari e poi tutti a casa è chiaramente una butade. Il leader della Lega si è deciso a sfidare i pentastellati ben sapendo che il Colle non avrebbe mai avallato una operazione del genere. Rispetto a questo scenario si insinua l’incognita di Conte che tutti hanno sottovalutato e che si presumeva facesse un passo in dietro già qualche giorno fa ma che invece non intende mollare. E non sembra essere soltanto una questione di scranno. Il 20 ci sarà da ridere o da piangere a seconda come si percepisce il bicchiere.




Crisi di Governo, Salvini fa “scacco” a Di Maio e raccoglie gli applausi di parte dei pentastellati

Matteo Salvini, ha annunciato la sua nuova mossa: ‘Tagliamo i parlamentari la prossima settimana e poi andiamo subito al voto’. E raccoglie gli applausi dei senatori della Lega e di parte del M5s a cui si rivolge: ‘Pensate 3 volte prima di allearvi con il Pd’. Mentre Matteo Renzi rilancia: ‘Ho voluto lanciare un appello alle forze politiche che oggi ha lo spazio per poter essere accolto. Non darò alibi a nessuno per far saltare l’accordo che il tabellone di Palazzo Madama mostrerà stasera essere possibile’. Forza Italia dice no all’ipotesi di un accordo con Salvini che comporti una lista elettorale unica e nel vertice a Palazzo Grazioli con Berlusconi boccia una possibile intesa che cancelli dal voto il simbolo di Fi. Nel Pd Bettini e Franceschini parlano di governo di legislatura e il segretario Zingaretti dice che ‘è il momento dell’unità’.

Per il capogruppo M5S in Senato Stefano Patuanelli, Salvini “ha tolto qualsiasi valenza politica al dibattito in corso: la proposta di votare immediatamente la prossima settimana la quarta lettura della riforma” per tagliare i parlamentari “è possibile esclusivamente se domani non viene votata la sfiducia al governo, mi aspetto che venga ritirata la proposta Romeo, in alternativa voteremo contro”.

L’Aula del Senato ha confermato indirettamente, bocciando le proposte di modifica al calendario presentate dal centrodestra, il timing votato in conferenza dei capigruppo ieri che prevede che Conte terrà le comunicazioni a Palazzo Madama il prossimo martedì 20 agosto alle 15.

“La Lega conferma quello che abbiamo ribadito alla conferenza dei capigruppo – ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama -: chiediamo all’Aula di votare un calendario diverso. Crediamo che per la crisi politica in atto sia necessario votare la nostra mozione di sfiducia domani alle ore 16 per rispetto” alle celebrazioni che si terranno domani a Genova nell’anniversario del crollo del ponte.

“Noi proponiamo che la mozione di sfiducia” al premier Giuseppe Conte “sia votata in coda al calendario, chi è vera opposizione dimostri di esserlo”: così in Aula al Senato Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi. “Noi siamo qui in 55 e siamo qui per votare subito questa mozione. C’è chi “invece sta preparando nuovi progetti assolutamente contrati alla volontà popolari. La vera barzelletta sarà quando partito di Bibbiano e del vaffa day si metteranno insieme per governare l’Italia. Ci sarà da ridere”.

L’INTERVENTO DI SALVINI IN SENATO

“Come sono lontani i riti della politica dal Paese reale con l’idea che non si debbano disturbare i poveri parlamentari a ferragosto”, ha detto Matteo Salvini in Aula al Senato. “Non capisco visto che per bocca del senatore Renzi avete già vinto tutta questa agitazione nervosismo, maleducazione”, ha detto Matteo Salvini in Aula parlando delle proteste all’inizio del suo intervento. “Invidio un po’ alcune abbronzature…”, aggiunge. “L’Italia vuole avere certezze e cosa di più bello, democratico, trasparente, lineare, dignitoso che dare la parola al popolo. Cosa c’è di più bello. Non capisco la paura, il terrore, la disperazione”, ha detto ancora. “Capisco il terrore da parte del senatore Renzi, comprensibilissimo: perché sa che con i disastri che ha fatto gli italiani lo mandano a casa immediatamente quindi piuttosto che lasciare la poltrona sta qua col Vynavil”, ha aggiunto Matteo Salvini in Aula al Senato. “Il bello è che saremmo noi gli antidemocratici e i fascisti che non vogliono andare alle elezioni e non vogliono far parlare la gente…”, ha detto ancora Salvini.




Tensioni tra Gabrielli e Salvini sull’utilizzo dello scooter della polizia

“La vicenda dell’acqua-scooter onestamente mi sembra un po’ amplificata, vi potrei portare decine di immagini di nostri mezzi che vengono utilizzati anche da ragazzini. Quindi questo mi interessa il giusto, mi preoccupa di più, e ho chiesto un approfondimento, quando c’è una limitazione al diritto di cronaca che ritengo debba essere posto al centro”. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se i poliziotti facevano parte della scorta del vicepremier, Gabrielli ha risposto che “lo stiamo approfondendo, sia sotto il profilo penale che disciplinare faremo tutte le valutazioni – ha concluso -. Perché se ci sono state delle minacce e degli atteggiamenti fuori dall’azione ordinaria ci sono anche profili penali”.

“Non vedo rischi per la libertà di stampa in Italia onestamente. Se ci sono delle indagini, aspettiamole. Che lascino fuori i bambini e se la prendano con me”. Così il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, è tornato a parlare dell’episodio della moto d’acqua della Polizia dove è salito con il figlio maggiore per un giro. Questa mattina il capo della Polizia, Franco Gabrielli, alla stazione di Rogoredo a Milano, ha parlato di approfondimenti per verificare se è stato limitato il diritto di cronaca. “Sono preoccupato – ha aggiunto Salvini a margine dell’inaugurazione dell’hub ferroviario di Rogoredo – se si usano i bambini per fare polemica politica perché faccio il giornalista anch’io e prima di tirare in ballo un minore ci penserei tre volte. Tanti altri bambini salgono sulle moto della polizia, sui mezzi dei vigili del fuoco, sui mezzi dei carabinieri. Aprite un dossier in Procura”.




Salvini a Colico: “Stufo degli attacchi degli alleati. O si lavora di più o la pazienza finisce”

“Sono stufo degli attacchi quotidiani degli alleati di governo. O si parla di meno e si lavora di più o la pazienza finisce”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in un comizio a Colico, in provincia di Lecco. E poi: “Di Battista, Di Maio, Grillo, Toninelli: o tutti fanno il loro lavoro o la pazienza finisce”. 



 “Nelle prossime settimane ci sarà bisogno di coraggio e idee chiare. Non è la stagione delle mezze misure. O le cose le facciamo bene o le mezze misure non ci piacciono – ha concluso -, e lo dico non alle opposizioni, sono stufo di attacchi di quelli che dovrebbero essere alleati”. “M5S ha pessima componente di sinistra” “I 5 stelle hanno una pessima componente di sinistra al loro interno. A furia di non fare niente il Paese è fermo, ma io voglio un Paese dove le opere pubbliche ripartano a manetta e non a rilento. Su questo i nodi verranno al pettine”, ha aggiunto Salvini che attacca ancora: “Di Battista? Per quanto mi riguarda conta zero”. “La Lega c’è ed è compatta e vuole fare cose per il Paese, se altri sono divisi e hanno difficoltà, perdono pezzi è un problema”, ha poi affermato Salvini a proposito delle prossime votazioni in Aula. “Vedremo come vanno le votazioni su decreto Sicurezza e Tav – aggiunge – se un pezzo di maggioranza vota per bloccare un’opera importante come la Tav è un problema perché noi siamo al governo per fare. Vediamo domani sul decreto Sicurezza se c’è una maggioranza o no, poi c’è in ballo la riforma della giustizia che vogliamo coraggiosa. E la riforma fiscale altrettanto coraggiosa. Se ci sono i sì si va avanti”.  “Nemici autonomia politici ladri del Sud” “I nemici dell’autonomia sono alcuni politici ladri e incapaci del Sud, che da 50 anni derubano il Paese. Con l’autonomia gli incapaci vanno a casa”, ha aggiunto il ministro dell’Interno. “Riforma giustizia M5s è poca roba” “La bozza di riforma della giustizia preasenta dai Cinque Stelle è poca roba. In un Paese serio c’è la certezza della pena, non sconti di pena e attenuanti. Ti becchi 10 anni in galera per 10 anni ci stai”. E dove “davvero esiste la presunzione di innocenza fino a prova definitiva contraria”.  “Commissario Ue, due nomi a Conte” “Abbiamo fatto le nostre proposte al presidente del Consiglio che sta seguendo la trattativa. I nomi ce li ha lui. Sono due nomi”, ha poi detto Salvini circa il commissario Ue.  “Giornalisti di sinistra più ci attaccano più ci danno forza”  “Più ci attaccano più ci danno forza. Lunga vita ai giornalisti di sinistra ma anche al segretario del Partito democratico che oggi mi ha dato del buffone”, ha quindi sostenuto Salvini. “Immigrazione, obiettivo è che non arrivi nessuno a rompere”  “L’obiettivo è che qui non venga a rompere le p.. più nessuno senza permesso”, ha concluso Salvini, parlando di immigrazione.




Carola Rackete, ricorso del procuratore di Agrigento contro la scarcerazione: per Matteo Salvini l’estate dei trappoloni

Ricorso in Cassazione del Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio contro la scarcerazione di Carola Rackete ordinata dal giudice Alessandra Vella, a proposito dell’ingresso forzato nel porto di Lampedusa da parte della nave ONG Sea Watch 3.

Avevamo allora ragione noi di scrivere che Carola aveva commesso numerosi reati nella sua azione di forza – coordinata con parlamentari dell’opposizione al governo – per sbarcare soltanto in Italia i migranti raccolti in mare, nonostante il divieto assoluto di avvicinarsi alle coste italiane da parte del Ministero dell’Interno.

Per il dottor Patronaggio, PM di Agrigento, la conclusione a cui è giunta il GIP Alessandra Vella è “contraddittoria, errata e non adeguatamente motivata”

Nel ricorso presentato in Cassazione, i magistrati spiegano perché la Rackete avrebbe dovuto rimanere ai domiciliari. Infatti, nella sua ordinanza del 2 di luglio il GIP avrebbe dovuto verificare se, rispetto alla condotta contestata alla capitana e alla sua nave, “il dovere di soccorso invocato potesse avere efficacia discriminante”. Secondo la Procura, il GIP si è limitato ad affermare tout court che “legittimamente Carola Rackete avesse agito perché spinta dal dovere di salvare i migranti. L’impostazione offerta dal Gip – scrivono i PM – sembra banalizzare gli interessi giuridici coinvolti nella vicenda, e non appare condivisibile la valutazione semplicistica offerta dal giudicante”. La scarcerazione, dunque, “è errata in ragione della tipologia di controllo che egli (il GIP) è chiamato ad effettuare in sede di valutazione di legittimità dell’arresto in flagranza operato dalla Polizia Giudiziaria”. In altre parole, il giudice Vella non poteva, data la regolarità dell’arresto in flagranza da parte della polizia, scarcerare la Rackete.

“Nel caso di resistenza operata da Carola Rackete – continua il PM Patronaggio – si dubita che l’adempimento del dovere di soccorso possa giungere anche a scriminare la condotta del 29 giugno scorso.” In altri termini, il soccorso ai finti naufraghi era già stato effettuato, e nessuno correva pericolo di vita. Aggiungiamo che gli stessi erano stati abbondantemente rifocillati e forniti di beni di prima necessità dalle autorità italiane – oltre al fatto che alcuni di essi, i più deboli, erano stati portati a terra per essere sottoposti a cure da parte dei sanitari. L’azione di forza, quindi, operata dalla capitana non aveva alcun motivo di essere, se non nell’ottica di una dimostrazione politica di trasgressione di regole sancite da un governo sovrano e democratico, per colpire l’odiato Matteo Salvini, tacciato di ogni infamità, ma soprattutto di ‘fascismo’.

Forse è fascista chiunque voglia risolvere i problemi dell’Italia, come è ancora – pur se in misura molto più ridotta – quello dei migranti, protetti da leggi e leggine che consentono a chiunque l’ingresso in Italia e la richiesta di asilo, anche se non aventi diritto

L’ultima boutade di questa situazione pare sia l’iscrizione all’ARCIGAY, che consentirebbe a chi si dichiara ‘dell’altra sponda’, di essere accolto, perchè in pericolo di vita nella sua nazione. In particolare la sinistra allo sbando, ai limiti del ridicolo, non avendo altri argomenti, ha voluto sfruttare questo ‘passaggio’ in mare per minare alla base la credibilità del ministro dell’Interno. “L’ordinanza di non convalida dell’arresto da parte del GIP – continua la Procura – è risultata essere viziata per violazione di legge, mancanza e contraddittorietà della motivazione, in quanto dopo avere operato complesse valutazioni in diritto, non ha provveduto correttamente a valutare gli elementi di fatto e di diritto relativi alla configurabilità della causa di giustificazione, né ha motivato adeguatamente le ragioni per le quali ha ritenuto di applicarla nel caso di specie.” In definitiva, l’ennesimo trappolone per scalzare Salvini e fargli perdere punti. Intanto la Rackete, figlia di cotanti genitori, ancorchè facoltosi – il padre pare sia un commerciante d’armi, e ben ammanigliato nel governo tedesco, tanto da suscitarne l’immediata reazione alla notizia dell’arresto della sua figliuola – è uccel di bosco, né mette conto di sapere dove sia, visto che di lei non sentiremo probabilmente più parlare. E comunque non crediamo voglia avere ancora il privilegio di calcare l’italico suolo.

Ormai, missione compiuta, impunità ottenuta, come da programma, ma Salvini ancora saldamente in sella, forse più di prima, nonostante le bordate dei buonisti che continuano a censurare le morti in mare. Come se dipendessero dagli Italiani, e non da chi mette in acqua, da barche di scafisti, i gommoni ad orologeria! Trappolone, dicevamo, che precede l’ultimo ancora ‘in progress’, quello della fornitura farlocca di petrolio russo. La magistratura indaga, ed è suo dovere, ma non c’è nulla su cui indagare, se non scoprire chi ha montato questo teatro dei pupi, sempre contro il più scomodo ospite del Viminale che l’Italia abbia mai avuto da decenni. Facendo due conti, certamente chi si è mosso per mandarlo a casa non è soltanto quella armata Brancaleone della cosiddetta ‘sinistra’ italica, che a questo punto appare davvero allo sbando – e, con una puntina di cattiveria, ci auguriamo che tale rimanga, visti i danni del passato più prossimo. Dietro le quinte del teatrino ci sono personaggi molto grossi, che vagamente conosciamo, per notizie ormai certe e consolidate, ma dei quali non si può scorgere neanche l’ombra.

Trovato il movente, trovato l’assassino. Se il movente è palese – cioè la caduta di Matteo Salvini – sappiamo benissimo chi è il mandante, o, meglio, chi sono i mandanti, molti dei quali anche i Italia: fanno parte dello stesso circolo, pardon dello stesso Club B., dove, una volta tanto, B. non sta per Berlusconi – né tanto meno per ‘lato B’. Un Club che di recente ha accolto nelle sue fila anche l’ex, ex, ex tutto, Matteo Renzi, la manina del quale qualche quotidiano bene informato ha voluto vedere nel copione della recita di cui sopra, relativa al petrolio russo fantasma. Ma non la regìa: per quello ci vuole ben altro che l’ex sindaco di Firenze. Siamo ragionevolmente certi che la Cassazione darà ragione al PM Patronaggio, e che il giudice Vella non subirà alcuna conseguenza per il suo ‘errore’, neanche un buffetto sulla guancia – magari, come in altri casi, una promozione. Non è forse la Magistratura italiana l’espressione stessa dell’autonomia e dell’indipendenza? E come possiamo noi giudicare i giudici, parafrasando il detto latino “Quis custodiet ipsos custodes?”

Siamo altrettanto ragionevolmente certi che Carola Rackete, la ‘Rasta’ d’assalto, non subirà alcuna conseguenza dalla sentenza della Cassazione, essendo già ora chissà dove, ma certamente non a rischio estradizione. Di solito le sentenze di Cassazione per i ricorsi del PM si fanno aspettare, e questo consentirà alla capitana di imboscarsi ancora di più, ma soprattutto di passare le vacanze in serenità, e non come una persona ‘braccata’ dallo Stato italiano, e latitante. E dopo agosto chi si ricorderà più di lei, dopo i flirt estivi fra ombrelloni, secchielli e palette? “Chi la slunga, la scampa” diceva mia nonna, di origine romagnola. Già dopo l’arresto Carola fu portata ‘in luogo segreto’, per la sua incolumità. Ma da chi la si doveva proteggere, se tutti le battevano le mani? Toghe rosse? Macchè, fantasie di Berlusconi. Né mai sapremo perché e come il GIP Alessandra Vella fosse proprio lì in quei momenti, per occuparsi della questione Sea Watch 3: il che sa tanto di imboscata. Ma, l’abbiamo detto, tutto secondo copione.




Tensioni governative: Salvini attacca Toninelli: “Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti”

Resta alta la tensione nella maggioranza con i dossier caldi dell’autonomia e della Tav sul banco e Lega ed M5s che continuano a discutere. “”Non ho incontri in agenda. Per il futuro siamo nelle mani del buon Dio”, dice il vicepremier Matteo Salvini replicando a una domanda durante la conferenza stampa a Firenze.

Il vicepremier, inoltre, torna ad attaccare il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli al centro di una polemica, tra l’altro, per il licenziamento di uno degli esperti dell’analisi costi-benefici sulla Tav.

“Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti. Il Mit deve aiutare la gente a viaggiare e non bloccare porti, aeroporti, ferrovie, tunnel, autostrade. Il vero problema è il blocco di centinaia di opere pubbliche”, ha detto parlando con i giornalisti a Firenze. A chi chiedeva se chiederà un rimpasto di Governo Salvini ha risposto: “Non è questione di rimpasto, se uno fa il ministro ai blocchi stradali, noi siamo al governo per sbloccare le strade, non per bloccarle”.

“Il trambusto intorno al governo è legato”, al taglio dei parlamentari, dice Luigi Di Maio. “Ma ve li immaginate senza poltrona mentre si cercano un lavoro come tutte le persone normali? È quindi chiaro che, chi vuole buttarci giù, è chi vuole restare nella preistoria per tenersi stretto il suo posto a Roma”. “Ma noi non ci arrendiamo. Taglieremo i parlamentari e cambieremo davvero il Paese. Ormai – conclude – manca davvero poco. Meno di due mesi!”.

Intanto il governatore del Veneto Zaia difende il progetto dell’autonomia. “I vantaggi dell’Autonomia – sottolinea – sono l’efficienza e la responsabilità, soprattutto premiare le virtuosità, ma non si creerà un Paese di serie A e di serie B”. “Questa è una brutta manfrina – aggiunge – che non vogliamo più sentire”. La verità, per Zaia, “è che da un lato i cittadini avranno risposte celeri e avranno viste ridotte le catene decisionali. Dall’altro per quanto riguarda i cittadini del Sud finalmente riusciranno a misurare la qualità dei loro amministratori, perchè questa è la verità”. “Oggi già abbiamo un esempio di Autonomia, che è quella della sanità: non c’è l’Autonomia del Veneto, non c’è quella della Lombardia o dell’Emilia Romagna ma nella sanità tutte le regioni hanno un budget e la gestione della sanità – spiega -. Se ci sono ancora regioni che vedono i loro cittadini costretti a fare le valigie per andarsi a curare fuori regione, molto probabilmente il problema non è dell’Autonomia ma della mala gestio da parte di qualcuno”. “Noi abbiamo fatto un progetto serio, validato a livello scientifico: non vogliamo la secessione dei ricchi, non possiamo accettare che si dica che vogliamo creare un Paese di serie A e di serie B, vogliamo solo l’efficienza, la responsabilità e la modernità di questo Paese”. Lo sottolinea il governatore del Veneto Luca Zaia.

Fico, qualsiasi intesa passerà in Parlamento – “L’autonomia regionale non deve dividere il Paese, non deve lasciare il Sud nella condizione economica in cui si trova ma deve essere un’autonomia che dà qualche potere in più alle Regioni. L’Italia è unita, una e indivisibile e bisogna lavorare e coordinarsi insieme. Qualsiasi sia l’intesa, passerà in Parlamento”. Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico a Napoli commentando le polemiche degli ultimi giorni.




Europee, la Lega fa il pieno: svuotati i Cinque Stelle. Pd in rimonta

La Lega di Salvini è il primo partito in Italia con oltre il 34 percento. Il Partito Democratico si conferma secondo partito con quasi il 23% superando il M5s che crolla intorno al 17 percento. Fi tiene e Fratelli d’Italia supera la soglia del 4% attestandosi al 6,45 percento . ‘Spera’ +Europa con il 3,09% non supera la soglia di sbarramento dei quattro punti percentuali.

Salvini: “Siamo il primo partito in Italia”

“Chiedo un’accelerazione sul programma di governo. A livello nazionale non cambia nulla”, ha detto il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini a Milano. “Siamo il primo partito in Italia, adesso si cambia in Europa”, ha detto il leader della Lega.

“Una sola parola: GRAZIE Italia!”, aveva commentato dopo i primi exit poll postando anche una sua foto con un cartello scritto a penna dove si legge “1/o partito in Italia, grazie”. “Visti i risultati mi sembra abbastanza chiaro” che sarà la Lega, nel governo, a indicare il nome del futuro commissario europeo, ha affermato il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, durante una diretta di Porta a Porta.

Soddisfatta Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia che vede crescere il proprio partito del 50% rispetto le politiche

“Molto soddisfatti per l’esito elettorale, la scelta della lista unitaria è stata vincente. Il bipolarismo è tornato a essere centrato sulla presenza del Pd”, ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti.

“Restiamo comunque ago della bilancia in questo governo. Da qui in avanti più attenzione ai territori”, ha detto il vicepremier e leader M5S Luigi Di Maio. “Siamo stati penalizzati dall’astensione, soprattutto al Sud, ma ora testa bassa e lavorare”.




Governo, Salvini: “Troppa sintonia Pd – M5s”

Lega e M5s di nuovo ai ferri corti. E a tener banco oggi è il dialogo con l’opposizione, con Fi da una parte e Pd dall’altra. “Io – dice Salvini a Verona – per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 Stelle.

Inizio a notare troppi accoppiamenti fra PD e 5 Stelle, troppa sintonia”. “No alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti – ha aggiunto – . Mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il PD o con gli italiani e la Lega rispettando il patto”.
“M5S spostato a sinistra? Se la sinistra è il Pd, per carità…Dio ce ne scampi. Non c’è un capo politico che abbia attaccato il Pd come me, il Pd è ancora quello dei renziani con Zingaretti davanti, non voglio averci nulla a che fare”, dice Di maio interpellato da Matrix in proposito. “Da quando c’è stato il caso Siri la Lega l’ha presa sul personale. Sto chiedendo un vertice di governo (per sciogliere i nodi in sospeso, ndr) e vedo un po’ di irritazione”, dice ancora.

E su una delle questioni che tiene banco, il gesto del cardinale Konrad Krajweski che ha riattaccato la corrente ad uno stabile occupato a Roma Di Maio precisa: “Un cardinale non è un politico, rappresenta il Vaticano. Ha agito secondo i suoi principi. Per me la legalità deve valere per tutti, non voglio scatenare il caso su questo episodio e poi ci teniamo gli immobili occupati da CasaPound e centri sociali. Tutti gli immobili occupati vanno sgomberati”. Lo ha detto il vicepremier M5S Luigi Di Maio a Matrix su Canale 5 che andrà in onda stasera.

Ma tant’è. Un nuovo altolà arriva da Di Maio dopo l’appello a non soffiare sul fuoco nelle piazze. Con Salvini – dice in una intervista a Repubblica – “non si tratta di litigare. Semplicemente, sono una persona moderata: quando l’asticella si sposta troppo come accadde a Verona, dove c’era gente che andava dicendo che la donna deve stare a casa a pulire, o quando vedo sui social il ministro dell’Interno che imbraccia un fucile, allora dico la mia”.

Di Maio, che definisce l’ultradestra “un pericolo”, invita la Lega a “tornare su posizioni più moderate” e a “smetterla con fucili, armi e carri armati”. Il governo, dice, “deve continuare. Quattro anni per mantenere quello che abbiamo promesso”. In merito allo striscione anti-Salvini rimosso e ai casi simili degli ultimi giorni, “non è nel mio stile. C’è un po’ di nervosismo, bisogna abbassare i toni, evitare di soffiare sul fuoco”, evidenzia Di Maio. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo assicura di non temere le urne: “L’unica paura che ho è che l’esasperazione di certi toni possa aumentare il livello di tensione sociale.