RUSSIA, CROLLA CASERMA OMSK. ALMENO 12 VITTIME

Redazione

Una tragedia ha scosso la Russia. Sono almeno 12 le persone rimaste uccise nel crollo di un edificio di quattro piani in una caserma perl'addestramento delle truppe aviotrasportate nella regione siberiana di Omsk. Lo ha reso noto l'agenzia Ria Novosti, citando il servizio stampa del ministero della Difesa russo, secondo il quale finora sono stati tratti in salvo 19 militari; i superstiti sono tutti ricoverati e di loro, tre sono in gravi condizioni. La caserma e' abitata da personale del locale centro di addestramento e al momento della tragedia erano presenti 337 soldati. Il portavoce della Difesa russa ha fatto sapere che continuano le ricerche di altri 11 militari. L'emergenza ha costretto il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, a interrompere la sua vacanza e a volare a Omsk. Ancora non sono chiare le cause dell'incidente. Alcuni media russi hanno scritto che un anno fa la caserma aveva subito lavori di ristrutturazione e probabilmente all'epoca si erano verificate delle irregolarita'. L'ipotesi che a provocare il crollo sia stata un'esplosione di gas, invece, non e' presa in considerazione, anche perche' non vi e' stata alcuna esplosione o incendio. Sulla vicenda, le autorita' locali hanno aperto un procedimento penale per "negligenza".




PUTIN AD EXPO: “L’ITALIA E’ UN IMPORTANTISSIMO PARTNER DELLA RUSSIA”

di Christian Montagna

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Milano –
Si è da poco conclusa la visita di Vladimir Putin, presidente russo, ad Expo e in Italia per un tour de force di incontri. Dopo aver incontrato il premier Matteo Renzi e aver visitato il padiglione Russia ad Expo 2015, è intervenuto nella cerimonia di avvio del national day della Russia a Milano.

 

Renzi apre il dibattito. Comincia con una battuta sui mondiali del 2018 che si svolgeranno in Russia il Premier Renzi nel discorso di apertura della giornata ad Expo. Accolto cori quasi da stadio e da inni alla potenza Russia, Vladimir Putin ha finalmente bevuto la “kvas”, classica bevanda russa, in Italia, a Milano nel padiglione dedicato alla sua stessa nazione.

 

Putin ringrazia. "Esprimo il riconoscimento al presidente Renzi per la sua partecipazione alla Giornata Nazionale Russa a Expo. Russia e Italia sono legate da rapporti molti stretti che durano da più 500 anni", ha dichiarato il russo Putin. "L'Italia è un grandissimo partner in Europa e un grande partner per l'economia russa. Siamo stati tra i primi ad appoggiare l'Italia per l'organizzazione di Expo 2015. Abbiamo aderito al Bei più di 160 anni fa, partecipando all'Expo di Londra nel 1851 e nel 1906 a Milano ottenne grandi successi. Nel nostro padiglione sono esposte le nostre eccellenze in tutti i campi, soprattutto in quelli alimentari. Auguro successo sia al padiglione russo che a tutto Expo 2015". 

 

Le sanzioni alla Russia colpiscono anche l’Italia. Al grido di “no sanzioni”, il pubblico che ha accolto Putin ha invocato la piena assoluzione dal pagamento delle sanzioni per la Russia. Ma Putin, ha parlato molto chiaro: “Se le sanzioni contro la Russia non saranno ritirate, le imprese italiane perderanno contratti per un miliardo di euro. Noi potremmo trovare altri partner, ma sarebbe un peccato rinunciare alla collaborazione con l’Italia".

Tante le tematiche e i temi approfonditi nel dibattito che si appresta a diventare storico: scambio culturale tra Italia e Russia e minaccia del terrorismo globale che soltanto uniti si potrà combattere. Continua dopo Expo la visita del Premier russo in Italia: altri esponenti italiani politici e religiosi lo attenderanno nella giornata di oggi. Al Quirinale avverrà il primo incontro con il Presidente della Repubblica Mattarella; al Vaticano con Papa Francesco e in serata, sempre a Roma, saluterà l’amico Silvio Berlusconi.




UCRAINA: PAGATI 15 MILIONI DI DOLLARI PER IL GAS A RUSSIA, MA BASTANO PER 24 ORE

di Maurizio Costa

Kiev – L'Ucraina ha pagato 15 milioni di euro di gas alla Russia per ricevere forniture per 24 ore. Questo pagamento coprirà il fabbisogno del paese fino a lunedì, quando Putin, Poroshenko e l'Europa si incontreranno a Bruxelles per trovare un accordo sul gas.

Il ministro dell'Energia russo, Aleksander Novak, ha dichiarato che "discuteremo della situazione delle forniture all'Ucraina e del transito del gas verso i consumatori europei" proprio lunedì. Il problema è il gas e forse, dopo l'accordo di Minsk II, i vertici di Mosca e di Kiev riescano a trovare la pace anche sulle forniture, con il placet dell'Europa.

Anche gli altri paesi europei sono in tensione, perché un mancato accordo e un ulteriore litigio tra le due parti porterà a problemi con il gas anche a tutta Europa, che riceve grandi quantità dai gasdotti che attraversano l'Ucraina.

Il ritiro della armi nell'est dell'Ucraina sta proseguendo, ma non nelle zone soggette ad altri attacchi, come nei pressi dell'aeroporto di Donetsk. Nelle ultime 24 ore, sono morti tre militari ucraini, mentre altri sette sono rimasti feriti. 




UCRAINA: TROVATO L'ACCRODO DI PACE

di Maurizio Costa

Minsk – Dopo una notte insonne, si è arrivati alla decisione: stop alle truppe stanziate nell'est dell'Ucraina e creazione di una zona cuscinetto demilitarizzata per non far entrare in contatto le truppe opposte. La pace e l'attuazione del Piano potrebbe essere operativa già dal 14 febbraio. L'accordo raggiunto a Minsk, però, sarebbe mutilato: Putin, infatti, afferma che Kiev non vuole stipulare accordi di pace con i filo-russi stanziati a Donetsk e Luhansk, mentre il governo ucraino afferma che è la stessa Russia a portare dalla sua parte i ribelli dell'est. Proprio per questo motivo, sebbene sia stata raggiunta una pace, i problemi potrebbero continuare e interesserebbero gli stessi ribelli che da mesi combattono contro l'esercito ucraino.

Sarebbe la Russia, quindi, a bloccare le trattative tra Ucraina e separatisti filo-russi. François Hollande, presidente francese, ha affermato che “abbiamo raggiunto una soluzione complessiva, ma non è stato ancora fatto tutto. Anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, è molto cauta: “Abbiamo concordato l'implementazione complessiva degli accordi di Minsk. Ma naturalmente passi concreti devono essere fatti. E ci sono ancora grandi ostacoli davanti a noi”. Il problema principale è che già qualche mese fa le due parti avevano stipulato un accordo per deporre le armi, che però non è stato mai attuato. In queato caso, però, la presenza di Hollande e della Merkel potrebbe essere un deterrente nel caso in cui la Russia e l'Ucraina non rispettassero gli accordi.

Oggi, comunque, 50 carri armati russi avrebbero oltrepassato il confine con l'Ucraina, andando già a interferire con gli accordi. Presto verrà attuata una zona cuscinetto di 50 chilometri per l'artiglieria pesante e di 70 per i lanciarazzi. In questo modo si cerca di far terminare gli scontri nell'est dell'Ucraina. Continua a salire comunque il numero dei morti: nelle ultime 24 ore, nove civili sono rimasti uccisi e 21 sono feriti. Dati allarmanti che non fanno che gettare ombre sugli accordi di Minsk I. Rimane lo spettro di Obama, che potrebbe rifornire l'esercito ucraino di armi definite “letali”, che porterebbero alla nascita di una nuova Guerra Fredda tra i due paesi.

Soddisfatto Matteo Renzi, che ha dichiarato che “È un passo avanti importante, per quello che abbiamo letto come un ottimo risultato”. L'Europa, intanto, è pronta a creare un fondo internazionale di 15 miliardi di euro per le popolazioni colpite dalla guerra che ha causato più di cinquemila morti.




UCRAINA: RAZZI DEI SEPARATISTI FILORUSSI, 7 VITTIME

di Maurizio Costa

Kiev – Un attacco dei separatisti filorussi sulla città di Kramatorsk avrebbe causato 7 vittime e 21 feriti. A riferire l'accaduto è lo stesso presidente ucraino, Petro Poroshenko. La città era stata riconquistata dalle truppe governative qualche mese fa. Intanto, l'esercito ucraino ha scagliato un'offensiva nell'est, nei pressi di Mariupol, per cercare di riconquistare i territori persi.

Continua a salire il numero dei morti del conflitto che da tempo vede interessati i separatisti, appoggiati dalla Russia, e le truppe governative ucraine. Domani, a Minsk, si terrà l'atteso incontro tra Putin, Poroshenko, Hollande e Merkel per cercare di trovare una soluzione pacifica al conflitto. Il presidente francese è pronto a trovare "un risultato ottimale", mentre altre fonti affermano che a Minsk si deciderà ben poco. Il vertice sarà improntato soprattutto nella creazione di una zona demilitarizzata di 50 chilometri, che tenga i due schieramenti a una distanza di sicurezza.

Poroshenko ha affermato che bisogna prepararsi anche ad uno scenario peggiore. La guerra, probabilmente, non terminerà domani e il presidente degli Usa, Barack Obama, ha dichiarato di essere pronto a fornire all'esercito ucraino delle "armi letali" nel caso in cui Putin non la smetta di inviare truppe nell'est dell'Ucraina.

Il segretario di sicurezza del governo russo, Nikolai Patrushev, ha affermato che se gli Stati Uniti forniranno armi all'esercito ucraino ci sarà "un'escalation del conflitto". La tensione tra Russia e Usa, quindi, continua a salire. La Russia, dal canto suo, continua le esercitazioni militari in Crimea, in vista di un eventuale conflitto via terra.

L'Europa, intanto, è pronta a creare un fondo di 15 miliardi di euro per aiutare la popolazione ucraina che ha sofferto maggiormente la guerra con i separatisti filorussi. 




UCRAINA: USA E EUROPA SI MOBILITANO PER FAR FINIRE LA GUERRA

di Maurizio Costa

Kiev – Nelle ultime ventiquattro ore, sono 8 i morti civili uccisi a Donetsk durante il conflitto tra i separatisti filo-russi e l'esercito ucraino. Gli accordi di pace stipulati qualche mese fa non sono serviti a nulla: si continua a morire e la Russia di Putin continua a rifornire di armi e di mezzi armati i separatisti stanziati nell'est dell'Ucraina. Oggi, il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha raggiunto Kiev per dare il proprio appoggio al governo ucraino, che combatte da mesi l'avanzata russa. Il consigliere diplomatico di Russia, Iuri Ushakov, ha dichiarato che il Cremlino è pronto a discutere una pace, ma intanto mobilita per due mesi i riservisti. John Kerry ha affermato che la Russia deve smettere di invadere l'Ucraina. Se il Cremlino non dovesse terminare la sua missione, gli Usa sono pronti a fornire armi e mezzi al governo ucraino. "L'aggressione russa nella parte orientale dell'Ucraina è la più grande minaccia" ha dichiarato il segretario di Stato Usa.

Petro Poroshenko, presidente dell'Ucraina, ha affermato che il sostegno statunitense è molto importante per sconfiggere l'avanzata russa. "Il governo di Kiev sta lavorando per una soluzione pacifica del conflitto e per la fine dell'aggressione – ha continuato Poroshenko -. Stiamo sviluppando la nostra cooperazione nel campo della sicurezza per trovare le soluzioni più efficaci a questa situazione".

Intanto, domani sono attesi a Mosca Francois Hollande e Angela Merkel. I due leader discuteranno con Putin di un eventuale invio di caschi blu dell'Onu nel Donbass.

Anche l'Ue continua la sua missione di deferimento di personalità russe per cercare di far finire il conflitto. Altre 19 persone sono finite nella black-list europea e non potranno viaggiare all'interno del continente né intraprendere relazioni commerciali.




UCRAINA, DONETSK: TROVATI 4 CORPI SOTTERRATI DOPO UNA PROBABILE ESECUZIONE

di Maurizio Costa

DONETSK – Il Cremlino ha avviato un’investigazione internazionale dopo la scoperta di 4 corpi sotterrati dopo una probabile esecuzione. La notizia è stata diffusa dai separatisti filo-russi, che, pattugliando la zona, hanno trovato questi cadaveri.

La zona della scoperta sarebbe stata occupata, fino a due giorni prima del ritrovamento, dalla Guardia Nazionale Ucraina.

Le vittime, tre donne e un uomo, sarebbero state giustiziate. Infatti, una delle quattro vittime sarebbe stata decapitata, mentre alle altre sarebbero state tagliate le mani.

Mikhail Fedotov, Presidente del Consiglio dei Diritti Umani russo, ha dichiarato: “Dobbiamo investigare per capire se la Guardia Nazionale Ucraina ha eseguito questa barbarie. Le esecuzioni sono la realtà delle guerre moderne, ma assicuro che questo gesto non rimarrà senza conseguenze.”

I corpi sono stati trovati vicino alla miniera di Kommunar, distante 60 chilometri da Donetsk. Le vittime erano residenti nel paese di Kommunar; i separatisti avrebbero trovato i corpi dopo che i cittadini della zona hanno denunciato la scomparsa di tre donne e un uomo. Dato che i dispersi sono ancora molti, non si esclude la possibilità che ci siano altri corpi sotterrati nella zona.

L’Osce ha già ispezionato il luogo del ritrovamento. L’ufficio stampa dell’operazione ucraina nel Donbass ha dichiarato che il report della Russia è falso e che nella zona non erano presenti i militari della Guardia Nazionale. 




RUSSIA: MIGLIAIA DI MANIFESTANTI CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA

di Maurizio Costa

MOSCA – Una manifestazione nel centro della capitale russa ha visto la partecipazione di 5.000 persone, che hanno criticato fortemente la politica estera di Vladimir Putin, che, secondo gli organizzatori, dovrebbe "smettere di interferire nella crisi ucraina".

L'evento, dal titolo "Marcia per la pace", rappresenta la prima manifestazione russa contro la guerra in Ucraina tra separatisti filo-russi e le forze lealiste del governo di Kiev. Sergei Davidis, uno degli organizzatori, ha dichiarato che "decine di migliaia di persone vogliono che questa guerra finisca".

"La politica aggressiva di Putin deve finire – ha affermato un altro capo dell'organizzazione – Questo conflitto incrementa tendenze fasciste e anche l'isolamento della Russia." Infatti, il governo di Mosca è stato colpito da varie sanzioni internazionali, che hanno destabilizzato fortemente l'economia russa e le esportazioni di gas.

Anche la popolazione russa, quindi, si schiera contro Putin per arrivare a una pace immediata. Negli ultimi giorni, nell'Est dell'Ucraina, è stata istituita dall'Osce una zona cuscinetto di 30 chilometri tra le forze separatiste e lealiste, per cercare di arginare la guerra e portare alla conclusione del conflitto.




UCRAINA: ACCORDO PER ZONA SMILITARIZZATA NELL’EST

di Maurizio Costa

MINSK – Il periodo di crisi in Ucraina sembra volgere verso una pace: è stato stipulato un accordo, siglato a Minsk dai gruppi dell’Osce e dai corrispondenti di Mosca, di Kiev e dei separatisti, che prevede un cessate il fuoco e un arretramento delle truppe ucraine e filorusse di 15 chilometri ciascuna, in modo da creare una zona smilitarizzata lunga 30 chilometri.

L’accordo, siglato dalle parti, prevede anche il divieto di usare armi pesanti e di sorvolare con aerei o droni la zona cuscinetto. Il mantenimento del patto verrà controllato dall’Osce, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

La pace arriva dopo giorni di combattimenti che hanno causato molti feriti, soprattutto tra i civili. La situazione è comunque ancora tesa: non si sa nulla sul futuro della Crimea e delle Repubbliche Autoproclamate di Donetsk e Lugansk. Queste Repubbliche, infatti, sono un punto scottante di tutta la vicenda. In realtà fanno ancora parte dell’Ucraina, ma nei fatti, sono controllate dai filorussi che non vogliono avere più niente a che fare con Kiev. Il governo nazionale vorrebbe indire delle elezioni nell’est del Paese, mentre Donetsk e Lugansk si oppongono. Il Primo Ministro ucraino Yatseniuk ha affermato che nessuno può autoproclamarsi repubblica indipendente e che non accetterà queste forme di governo.

L’accordo di Minsk, però, consiglia all’Ucraina di concedere lo status speciale a Donetsk e Lugansk e a permettere che i cittadini delle due repubbliche possano eleggere i propri capi di governo. Inoltre, le due autoproclamate repubbliche avrebbero permessi speciali per stipulare accordi con il governo ucraino o con uno Stato estero.

Ieri il Presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, si è incontrato con Obama e ha siglato un accordo per ricevere dagli Usa un miliardo di euro per affrontare la crisi nell’est. 




LE SANZIONI EUROPEE CONTRO LA RUSSIA

di Maurizio Costa

Continua la guerra delle sanzioni tra l’Unione Europea e la Russia. Ieri, l’Europa ha deciso le nuove misure che verranno applicate già da venerdì contro la Russia a causa del comportamento del Cremlino nella vicenda ucraina. Queste sanzioni saranno mirate e cercheranno di punire economicamente la Russia, sia nel campo privato sia in quello pubblico.

L’economia russa riceverà un duro colpo dall’Ue. Le sanzioni ridurranno drasticamente i finanziamenti destinati alle aziende russe, che soffriranno questa dura scelta perché non avranno accesso ai mercati dei capitali europei.

Anche molte figure di spicco che hanno partecipato alla guerra tra Russia e Ucraina verranno colpite da misure europee.

I dettagli – Le nuove sanzioni bloccheranno il finanziamento del debito di tre grandi compagnie petrolifere: Gazprom, Rosneft e Transneft. Sono state scelte anche nove aziende che producono materie militari e civili che avranno il divieto di esportare in tutta Europa.

Inoltre, 24 persone ucraine e russe avranno i beni congelati e l’obbligo di non potersi spostare all’interno dell’Ue a causa della loro implicazione nella guerra all’est dell’Ucraina. Tra questi, il Vice-Presidente russo, Yuri Vorobiev, e anche uno stretto collaboratore di Putin, Sergei Chemezov.

Queste misure potranno essere eliminate entro la fine di settembre a seconda di come si comporterà la Russia. Putin, intanto, potrebbe rispondere a queste sanzioni con un embargo, che bloccherebbe le esportazioni dei Paesi europei in Russia; una misura che andrebbe a colpire anche l'economia italiana.

Il rublo, a causa di questa sanzioni che vanno a colpire nel cuore dell’economia russa, è ai minimi storici contro il dollaro. Una reazione a catena, che ha portato anche alla discesa di valore dei titoli di Stato.




DALL'UCRAINA ALLA SIRIA: LA PACE E' UNA FLEBILE SPERANZA

di Daniele Rizzo

Da Mariupol a Mosul, alfabeticamente parlando, il passo è breve. Ma sebbene più di duemila kilometri di strade separino il porto ucraino sul Mar d’Azov (la prima) e il capoluogo del governatorato iracheno di Ninawa (la seconda), le due città sono in questi giorni al centro della cronaca estera per motivi tutt’altro che piacevoli.

UN MORTO IN UCRAINA, MA LA TREGUA REGGE?
Continuano le esplosioni e i bombardamenti sporadici in Ucraina. Nella notte di ieri sono stati uditi colpi d’artiglieria presso l’aeroporto di Donetsk, mentre una donna è stata uccisa nelle scorse ore nella città portuale di Mariupol, nella regione dell’Oblast’. Nonostante il piano di pace in sette punti promosso da Putin e varato lo scorso venerdì con la firma bilaterale del “cessate il fuoco” continua dunque il non tanto pacifico scambio d’opinioni tra i separatisti e l’esercito regolare di Poroshenko. E a chi parla di tregua che regge consigliamo di andare a parlare con i familiari della donna morta, i quali immaginiamo non siano molto d’accordo. La verità è che la tregua è effimera, temporanea ed anche fugace: basta un niente per dar nuovamente vita al conflitto che negli ultimi mesi ha mietuto vittime in tutta l’Ucraina.
Ad incrinare ulteriormente la situazione sono arrivate oggi le sanzioni contro la Russia promosse dall’Ue e che sono in attesa di ratifica (che deve essere unanime) da parte dei 28 governi. Il primo ministro russo Medvedev ha difatti minacciato che in caso di nuove sanzioni la Russia potrebbe rispondere “in modo asimmetrico”, con misure volte a limitare l’attività in Russia delle grandi compagnie europee; le misure sanzionatorie, ha continuato il delfino di Putin, “non aiutano a riportare la pace” ma anzi “potrebbero minare la sicurezza mondiale”.

L’IRAQ TRA JIHADISTI E AMERICANI
Mercoledì 10 settembre Obama presenterà in diretta tv il piano anti-Isis studiato durante il vertice della Nato in Galles. E’ ottimista il presidente americano: dice che alla fine l’Isis sarà sconfitto e l’occidente vincerà. Ma in che modo? In un’intervista andata in onda sulla Nbc ha annunciato che il punto fondamentale del piano è la creazione di una coalizione internazionale che va dai membri Nato alle potenze mediorientali, e che non saranno assolutamente inviate truppe né in Siria né in Iraq, perché “non avrebbe senso che gli Stati Uniti occupassero paesi in giro per il Medio Oriente”. Ma nonostante questa dichiarazione d’intenti c’è chi ancora non crede alla parole del presidente Obama e che lo accusa di non aver ancora chiara una linea da seguire per risolvere la questione. Fautori di questa teoria i suoi avversari politici più accaniti, che ormai da mesi si scagliano contro ogni dichiarazione del presidente.
Intanto i raid americani non si fermano, anzi; nelle ultime ore è stata registrata un’escalation dei bombardamenti a danno delle milizie jihadiste (ovviamente) nell’ovest dell’Iraq. Qui, nella provincia di Anbar, è presente una delle più importanti dighe del paese, ora nuovamente nelle mani dell’esercito regolare. E’ proprio con queste operazioni trasversali al conflitto armato che la grande coalizione internazionale dovrà cercare di smantellare l’Isis, intervenendo, laddove possibile, per destabilizzare la struttura dei jihadisti e i loro approvvigionamenti, che siano essi di armi o di persone.
Come e se la grande coalizione interverrà per salvare tutti quei civili in mano ai miliziani però non è dato sapere. Da ieri si è appresa la notizia che cento bambini iracheni, sciiti e yazidi sono tenuti in ostaggio dai sunniti in un orfanotrofio di Mosul. La sensazione è che bloccare i capitali esteri che finanziano l’Isis o sorvegliare i movimenti di “capitale umano” verso l’oriente non siano misure sufficienti a garantire l’incolumità dei civili.