Palermo, flop gestione rifiuti e differenziata: ciclone Corte dei Conti su ex vertici comunali e regionali. Orlando coinvolto

PALERMO – Un cospicuo danno erariale di 21 milioni e mezzo di euro complessivi si abbatte come un fulmine a ciel sereno sui vertici della politica e dell’ex amministrazione di Palazzo delle Aquile e Palazzo D’Orleans. La Corte dei conti in merito ad una inchiesta relativa al servizio di raccolta differenziata, condotto male e in modo parziale, cita in giudizio sette politici ed ex amministratori per il periodo che va dal 2012 al 2014.

Sette i nomi di spicco coinvolti:

Il sindaco Leoluca Orlando, l’ex sindaco Diego Cammarata, gli ex presidenti della Regione Rosario Crocetta e Raffaele Lombardo; segue anche l’assessore Michele Pergolizzi vicino a Cammarata e assessori comunali della giunta Orlando come Cesare La Piana e Giuseppe Barbera.

L’esposto del M5s

Il primo impulso che ha consentito il procedimento della procura contabile è stato un esposto del Movimento 5 Stelle che aveva evidenziato un disallineamento tra i costi sostenuti dall’amministrazione comunale e l’effettivo livello di raccolta nella discarica compreso il servizio di raccolta differenziata. Un dislivello che ben presto avrebbe dimostrato nella sua totalità come non si fosse raggiunto anche il livello minimo di raccolta differenziata tale da giustificare le cifre complessive improntate dalla gestione amministrativa.

Il nuovo procuratore della Corte dei Conti di Sicilia, il magistrato Gianluca Albo ha guidato l’intero procedimento.

La Guardia di Finanza, escludendo gli anni passati in prescrizione, ha potuto conteggiare e totalizzare il danno complessivo per le casse pubbliche applicando una tariffa base di 98 euro a tonnellata di rifiuti fino al 2013 e 65 euro fino al 2014 arrivando cosi ad una cifra impressionante di 20,8 milioni di euro mentre la differenziata restava costantemente ad un valore che non superava il 9%. L’accusa del M5S è di negligenza nella gestione ma adesso la citazione in giudizio si concretizza con una udienza fissata per dicembre 2018 nella quale i nomi coinvolti saranno chiamati a sborsare cifre non indifferenti a risarcimento del danno subito dalle casse pubbliche.

La ripartizione dei 9 milioni e mezzo

In una prima fase sembra che le cifre riguarderanno la cattiva gestione del servizio della differenziata ossia i 9 milioni e mezzo più le spese legali che dovrebbero essere cosi ripartiti: 1 milione di euro dall’assessore Cesare La Piana; 2,7 milioni dall’assessore Giuseppe Barbera; stessa cifra a testa di 179 mila euro dall’assessore Michele Pergolizzi e l’ex sindaco Diego Cammarata; 628 mila euro dall’ex presidente della Regione Rosario Crocetta; 971 mila euro dall’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e 3,7 milioni di euro dall’attuale sindaco Leoluca Orlando.

L’accusa e le responsabilità appaiono serie e certamente siamo solo all’inizio ma la bufera sembra che tormenterà la gestione amministrativa delle casse pubbliche e dei vertici politici della Regione Sicilia. L’accusa pone il dito su una gestione condotta in modo trascurato e negligente che nel tempo non ha visto uno sforzo concreto e protratto per garantire un servizio uniforme e una spesa equa.
Paolino Canzoneri




Regione Sicilia, ex governatore Crocetta indagato per abuso in atti d’ufficio

L’ex presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta è indagato insieme a una ventina di persone, tra cui funzionari regionali e il dirigente Maurizio Pirillo, per la gestione dell’emergenza rifiuti che, nell’estate del 2016 interessò l’Isola.

Il reato ipotizzato dalla Procura di Catania è di abuso in atti d’ufficio

I pm contestano a Crocetta l’avere autorizzato con ordinanze urgenti il conferimento in alcune discariche catanesi di oltre 6900 tonnellate di rifiuti. Procedura che per il governatore sarebbe stata giustificata dall’emergenza sanitaria in corso. Ma per i magistrati Crocetta avrebbe agito senza i pareri previsti dalla legge. Inoltre autorizzando in deroga il conferimento di quantità di rifiuti superiori a quelle previste dalle norme avrebbe consentito ai gestori delle discariche di aumentare i guadagni. All’ex governatore è stato notificato un avviso di garanzia.




Sicilia, Crocetta mette mano al personale in Regione: ecco la mappa

PALERMO – La giunta della regione Sicilia in riunione fino a tarda notte ha riscritto la mappa del personale. Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta ha presentato e fatto approvare un documento descrittivo della situazione del personale regionale attuale dove viene evidenziato ed elencato il numero dei dirigenti che hanno lasciato l’incarico per prepensionamento e che non verranno sostituiti cosi come recita la legge del documento approvato. Ben 148 dirigenti hanno fatto scendere il numero totale da 1559 a 1411. Nelle fila del personale non dirigente lo spazio sembra essere ancora più ampio che da 13.336 unità è sato ridefinito a 13.110 consentendo un bacino di circa 200 posti divenuti vacanti, bacino che che sicuramente si alzerà entro il 2018 non appena i prepensionamenti entreranno in vigore. Al momento Rosario Crocetta ha posto come priorità l’inserimento di 598 unità per lo più precari in servizio agli assessorati Territorio e Rifiuti e alla Protezione Civile. Nel documento del presidente Crocetta vengono evidenziati altri importanti passi per il futuro e gli assetti politici governativi dell’isola; al vaglio l’importante legge che riguarda le tre grandi città metropolitane della Sicilia ovvero Palermo governata dal sindaco Leoluca Orlando; Catania governata da Enzo Bianco e Messina governata da Renato Accorinti. Per le tre aree verranno previste elezioni politiche cosi come accadrà per le ex Province. Commissariamento previsto per i vecchi vertici, mossa che dovrà comunque attendere un parere dell’ufficio Legislativo. Riguardo invece l’assegnazione dell’ufficio informatico sembra che al momento la giunta non abbia sciolto le riserve e in un contesto complessivo di rotazione dei dirigenti la situazione avrà sviluppi più chiari nel corso delle prossime ore. L’unica importante nomina formalizzata vede Tonino Rizzo quale nuovo commissario dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario per tutto il resto si attendono sviluppi.  Paolino Canzoneri




Regionali Sicilia, Crocetta da Renzi: pronto a ritirare la sua candidatura a favore di Micari

Il neo candidato del Pd, quasi a sorpresa, Fabrizio Micari è convinto che si sia compiuto comunque un vero passo in avanti

 

di Paolino Canzoneri

PALERMO – Si stringono i tempi per le prossime elezioni Regionali in Sicilia previste per il 5 Novembre e già da mesi contrasti e colpi di scena hanno fatto intendere chiaramente che la sfida per il Palazzo D’Orleans non sarà certo una cosa da poco.
L’attuale Presidente della Regione Rosario Crocetta è volato nella capitale per conferire con il segretario nazionale del PD Matteo Renzi. L’esito di questo importante incontro sembra aver rivoluzionato certe previsioni che fino a ieri apparivano certezze. Rosario Crocetta adesso sembra essere diretto verso il ritiro della sua candidatura a favore e a sostegno del rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari. Questo è emerso all’incontro al Nazareno con la presenza del segretario regionale Fausto Raciti.
Crocetta ha commentato: “Ho incontrato Renzi, gli ho esternato le mie preoccupazioni per una candidatura poco conosciuta e gli ho illustrato i risultati del mio governo ma siamo troppo avanti per le primarie e a questo punto rischierei di non avere candidature alternative. Non sono uno sfasciatutto, la politica sfascista non mi ha mai interessato, voglio passare alla storia come il primo esponente che viene dalla storia del Pci che ha vinto le elezioni in Sicilia, non come colui che l’ha fatte perdere. Domani discuterò con i miei, perché non decido da solo. Mi sono preso 18 ore di tempo”. Riguardo alla candidatura del rettore Fabrizio Micari, Crocetta ha assicurato che non ci sono stati negoziazioni ma è stato un atto di “amore”: “non ho egoziato nulla, nessun ticket. Presenterò le liste del mio movimento in Sicilia e anche al Senato in alleanza con il Pd. Il mio è un atto di amore, senza odio. Ce ne fossero altri come me”.
Un atto che al momento raccoglie il plauso e la gratitudine della direzione regionale del PD che nella voce del responsabile dell’organizzazione regionale del PD in Sicilia Antonio Rubino ha commentato in una nota: “A nome di tantissimi dirigenti e militanti del pd sento il dovere di esprimere un sentito ringraziamento al nostro segretario nazionale Matteo Renzi e al presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta per il lavoro unitario che stanno facendo”.
Il neo candidato, quasi a sorpresa, Fabrizio Micari è convinto che si sia compiuto comunque un vero passo in avanti: “Da giorni parlo di unità e il fatto che ci sia un bel passo avanti mi rende felice. È un segnale positivo. Credo che la coalizione di centro sinistra si rafforzi ed è solida. Ho più volte parlato di cambio di marcia, il governo Crocetta ha avuto aspetti positivi e altri che possono essere migliorati. Serve un allargamento con persone nuove e io stesso sono una novità. Su questo si deve andare avanti e su questo serve un’accelerazione e un allargamento, non ci sono ostracismi o tentativi di allontanare qualcuno, bisogna partire e recuperare”. Sembra quindi un coro unanime che accoglie positivamente questo cambio di convergenza. Le parole dell’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici ne è un ulteriore esempio lampante: “Sono molto contento per l’esito positivo dell’incontro a Roma tra Rosario Crocetta e il Pd. La decisione di convergere e di costruire una coalizione forte, ci fa superare le incertezze della vigilia e conferma l’utilità dell’ iniziativa portata avanti un questi giorni, grazie anche al lavoro assiduo del segretario regionale del Pd Fausto Raciti, per rivendicare la necessità di un accordo largo che comprendesse il contributo del presidente Rosario Crocetta. Un grande risultato che rafforza il centrosinistra in Sicilia e lo schema che vede nella convergenza tra progressisti, riformisti e moderati, una proposta politica competitiva. Abbiamo adesso le carte in regola per sostenere insieme una candidatura di altissimo livello alla presidenza della Regione e scongiurare il rischio di consegnare la Sicilia ai populismi rappresentati dal M5S e dal centrodestra a trazione fascista. Nella terra dell’accoglienza e della tolleranza, il fatto che il presidente della Regione Siciliana rischi di essere il presidente più di destra che l’Italia possa esprimere rappresenta un’ipotesi agghiacciante”. Rosario Crocetta nel pomeriggio di oggi confermerà definitivamente la sua decisione intorno alle 18 e la direzione regionale del PD candiderà ufficialmente Fabrizio Micari.



Messina: cosa nostra dietro il traffico della carne

 

di Paolino Canzoneri

 

MESSINA – All'indomani dei controlli sugli animali d'allevamento nel territorio di Sant'Agata di Militello, il quadro che ne esce è piuttosto preoccupante. Una grande inchiesta dal nome "Gamma Interferon" coadiuvata dalla Polizia in merito al fenomeno dilagante della macellazione clandestina, aveva portato ad oltre 33 misure cautelari.
 
Di fronte al GIP Andrea La Spada e al pubblico ministero Luca Melis un primo importante interrogatorio era previsto per i due principali indagati Salvatore Borgia e Nicolino Gioitta nel carcere di Gazzi che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Preoccupano non poco i dati forniti dalla commissione speciale istituita dalla Regione che evidenzia come la Sicilia sia la regione con il numero più alto di focolai di tubercolosi bovina e come a Messina la brucellosi tocchi livelli altissimi rispetto il resto dello stivale.
 
La criminalità organizzata silente controlla il mercato alimentare delle carni e questo lo ha palesemente ravvisato il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta durante una conferenza stampa a Palazzo D'Orleans alla luce degli arresti di mercoledi scorso: "Cosa nostra controlla una parte importante del mercato alimentare delle carni, attraverso attività come la macellazione clandestina di capi e talvolta con la gestione diretta di alcuni macelli. Accanto a questi fatti c'è stato un fenomeno estremamente inquietante che riguarda l'attività dei veterinari.Spesso ci siamo ritrovati con imprese non in regola con le informative antimafia: è la mafia che esercita legalmente per omessi controlli e omesse attività amministrative. Veterinari che invece di fare due controlli l'anno ne facevano uno solo o non ne facevano affatto dichiarando di averli fatti. Un mondo inquietante in cui ci sono profili di complicità consapevole e interessata e profili legati ad una certa logica "alla Don Abbondio", di lavarsene le mani e voltarsi dall'altra parte violando le norme e mettendo in pericolo la salute dei cittadini.".
 
Parole che tuonano come un allarme da ascoltare e accogliere attentamente per evitare il dilagarsi di tale illegalità estesa su tutto il territorio del Parco dei Nebrodi, zona che coinvolge le province di Catania, Enna e Messina in un sistema di connivenze e complicità che agevola l'attività criminale:"Nell'ennese, poi, la fanno da padrone i clan tortoriciani e il clan catanese Santapaola mentre nei Nebrodi abbiamo registrato la presenza collaterale della 'Ndrangheta. Tutti insieme gestiscono l'intero sistema. Chi subiva furti di animali malati non li denunciava per incassare i premi dell'Unione Europea per gli allevamenti sani, un sistema di questo tipo ha bisogno di complicità diffuse, di un quadro di responsabilità molto difficile da accertare.  Fatti ignobili che meritano la condanna di tutto il popolo siciliano che si trova inconsapevolmente vittima di comportamenti inaccettabili che abbiamo tutti il dovere di combattere". I provvedimenti immediati per fermare tempestivamente il fenomeno saranno rivolti nella rotazione dei veterinari addetti ai controlli delle Aziende Sanitarie della provincia di Palermo (ASP), partendo da quelle messinesi parallelamente al potenziamento dei sistemi di controllo e ispezione della Regione.
 
Rosario Crocetta in una conferenza stampa a Palazzo D'Orleans nel capoluogo siciliano ha aggiunto cifre e stime che la dicono lunga sull'emergenza del caso riferendosi chiaramente al furto di circa 30mila ovini e 6mila bovini registrato durante tutto il 2015 scorso nell'intera area della provincia messinese e che restano senza qualsiasi controllo di qualità e salubrità finendo nelle mani del mercato clandestino: "I capi infetti rubati non vengono dichiarati cosi non rischiano di perdere la premialità europea per gli allevamenti sani e finiscono poi per essere macellati clandestinamente. La Regione non è stata a guardare e ha collaborato all'inchiesta della la procura di Messina".
 
L'assessore regionale della Sanità Baldo Gucciardi, presente alla conferenza stampa a fianco di Rosario Crocetta, assicura il mano pesante: "Non ci saranno sconti per nessuno. Scatta la sospensione immediata per i veterinari oggetto di provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Non si tratta solamente di lotta alla mafia ma tutela della salute pubblica". L'Assomacellai di Confesercenti nelle parole del presidnete di Fiesa Assomacellai Giampaolo Angelotti ha dedicato uno speciale ringraziamento alle forze dell'ordine e nel contesto ha lanciato un appello accorato: "Fate pulizia fino in fondo. Le responsabilità dei pochi non devono danneggiare il lavoro onesto di centinaia di opeatori del settore. Ringraziamo Procura e forze dell'ordine che hanno fatto emergere una vera e propria filiera della carne adulterata". 



Regione Sicilia: Crocetta non esclude un rimpasto

 

di Paolino Canzoneri


PALERMO – Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, comunemente noto per la sua schiettezza, traccia un bilancio personale all'indomani della debacle renziana del referendum e alla recenti dichiarazioni di Faraone e della minoranza PD e lo fa usando toni perentori, chiari ma spesso lontani da facili polemiche: "Il no, espresso al referendum, è un grido di allarme che viene dalle fasce più deboli della popolazione; il no ha vinto, è stato un voto di difesa della Costituzione. Non ho assunto toni catastrofisti nel corso della campagna referendaria né l'ho collegata in nessun modo a ipotesi di governo. Non si capirebbe perché dovrei farlo dopo il voto. Con Baccei stiamo discutendo e devo confermare che l'assessore è convinto, come me, che dopo il risultato che abbiamo raggiunto sulle nuove entrate, siamo in condizioni di fare una finanziaria che metta al centro la lotta contro le povertà, la difesa dei lavoratori e lo sviluppo. Non voglio vedere più una Finanziaria di austerity".

Nessuna sfiducia quindi per Baccei ma dalle parole del Presidente traspare la netta esigenza di far passare la linea economica dalla  sede della presidenza della Regione Siciliana. I risultati leggermente incoraggianti in tema di economia e occupazione non sono da considerare come una promessa mantenuta: "Nonostante la ripresa del Pil e il lieve incremento dell'occupazione, paghiamo ancora il prezzo della crisi degli anni passati; occorre intervenire rapidamente, trovo veramente irresponsabile che invece di chiedere di fare di più nell'economia e nella solidarietà, si pensi ad esasperare conflitti. Ci sono alcune questioni da affrontare immediatamente: lo sblocco dei cantieri attraverso la riforma dell'Urega che è già all'Ars; l'avvio immediato dei cantieri del Patto per la Sicilia, bandi europei e misure straordinarie di reddito di inclusione sociale, per i senza lavoro, i giovani, i disoccupati. Non mi interessa la politica politicante, mi interessa che facciamo queste cose. Perché la Sicilia ce la può fare e ce la deve fare".
 
Le recenti dichiarazioni di Faraone e di tutta la minoranza del PD giocano adesso un ruolo importante per gli assesti politici a cui Crocetta dovrà rendere conto ed attenzione e si paventa all'orizzonte una sorta di possibile rimpasto che stravolgerebbe l'assetto nelle poltrone dei vicini a Faraone: "Non cerco vendette e non apro le Antifaraoniadi. Ma alcuni toni utilizzati dai renziani nei miei confronti sono stati eccessivi, e se non sono diventato il leader del No in questo referendum è solo per il mio senso di appartenenza al Partito democratico e il rispetto per Renzi. Se avesse vinto il Sì, oggi Faraone e i suoi chiederebbero le mie dimissioni. Non penso che il rimpasto interessi ai siciliani, in questo momento. Certo, se gli alleati mi chiedessero di fare qualche aggiustamento in giunta lo farei, perché questo referendum ci insegna che si deve lavorare in squadra. Se poi c'è qualcuno che è convinto di avere il monopolio dei no, sappia che all'interno di quei no ci sono tanti elettori democratici, anche elettori di Renzi, di Crocetta e di altri esponenti. Rispetto a un quesito referendario, gli elettori hanno espresso liberamente la propria opinione. Tale voto va rispettato, ma questo non c'entra affatto con le votazioni di tipo politico la cui scelta avviene, non sulla base di un singolo quesito, ma su un'idea di governo. Pensiamo a lavorare invece di fare polemiche". Una precisa presa di posizione che vuole allontanare qualsiasi ipotesi di vendetta: "Non ho alcuna resa dei conti da fare, non appartiene alla mia cultura e al mio modo di fare politica. Io penso all'unità, a lavorare e non alle polemiche".



REGIONE SICILIA, BUFERA SU ROSARIO CROCETTA: È INDAGATO PER OMISSIONE D'ATTI D'UFFICIO

Redazione

Sicilia – Bufera sul presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e i dirigenti regionali Gaetano Pennino, Rino Gigliola, Sergio Gelardi e Gesualdo Campo i quali sono indagati per omissione di atti d'ufficio, danneggiamento del patrimonio archeologico storico e artistico e di omissione di lavori in edifici che minacciano rovina. L'inchiesta riguarda il Castello Svevo di Augusta, sequestrato da Carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale di Siracusa su disposizione del gip Michele Consiglio. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Francesco Paolo Giordano e dal sostituto Marco Di Mauro.

Indagato anche l'ex presidente della regione Raffaele Lombardo. Secondo la Procura di Siracusa "l'inerzia è durata nel tempo", e per questo è indagato anche il precedente presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. L'indagine è scaturita da una denuncia dell'associazione Italia Nostra che aveva segnalato gravi danneggiamenti strutturali del Castello che, secondo la tesi dell'accusa, sarebbero "dovuti esclusivamente alla mancata manutenzione e all'abbandono del monumento da parte della Regione Siciliana".

L’indagine è scaturita da una denuncia dell’associazione Italia Nostra che aveva segnalato gravi danneggiamenti strutturali del Castello che, secondo la tesi dell’accusa, sarebbero “dovuti esclusivamente alla mancata manutenzione e all’abbandono del monumento da parte della Regione Siciliana”. Gli specialisti della Sovrintendenza avrebbero più volte evidenziato, in maniera qualificata, che le lesioni esterne dell’immobile “sono dovute all’omissione dei lavori necessari che costituiscono la causa del deterioramento”. La denuncia, rileva la Procura di Siracusa, è “stata riscontrata” dagli accertamenti dei carabinieri, delegati alle indagini.

L’Autorità giudiziaria ha evidenziato il principio secondo cui “la funzione di vigilanza e tutela di un bene immobile di notevole importanza monumentale non afferisce al profilo di discrezionalità del proprietario, ma piuttosto a ben specifici obblighi giuridici di agire, che si traggono agevolmente dalla disciplina penale, da quella civile e, infine, da quella amministrativa che affida compiti e poteri alla pubblica amministrazione in virtù del fondamentale principio di rango costituzionale di tutela del patrimonio storico e artistico del paesaggio della Nazione”.

La Procura di Siracusa sottolinea inoltre come “i mancati interventi, relativi ai pericolo di crollo della struttura” hanno creato “un grave rischio per l’incolumità pubblica“. Per questo, spiega il procuratore Francesco Paolo Giordano, “si è reso necessario il provvedimento di sequestro, anche per la sicurezza personale dei turisti, visto che potrebbe crollare da un momento all’altro”. Il Castello Svevo di Augusta è stato affidato dal Gip alla custodia giudiziaria del soprintendente ai Beni culturali di Siracusa, Rosalba Panvini.

“Sono assolutamente estraneo a tutta questa vicenda, se il procuratore di Siracusa mi avesse chiamato gli avrei consegnato le carte ch – dice all’Ansa Crocetta – dimostrano come il mio gabinetto il 7 luglio del 2014 abbia trasmesso all’assessorato regionale ai Beni culturali la pratica subito dopo avere ricevuto la segnalazione dal ministero dei Beni culturali”.




ROSARIO CROCETTA: SPORGE QUERELE E CHIEDE 10 MILIONI DI RISARCIMENTO

Redazione
 
Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, chiede 10 milioni di euro a L’Espresso e sporge querela in sede civile contro Il Fatto Quotidiano, contro il giornalista Buttafuoco e anche verso Maurizio Gasparri. Intanto dal settimanale dicono che “in aula la verità”. Crocetta è determinato in seguito allo scandalo delle presunte intercettazioni telefoniche che ha pubblicato L’Espresso e nella quale il suo medico Matteo Tutino dice che “Lucia Borsellino va fatta fuori come suo padre”. Il suo legale, nel corso di una conferenza stampa ha detto “un'azione civile risarcitoria chiedendo a L'Espresso 10 milioni di danni, la richiesta danni riguarderà l'editoriale L'Espresso, il direttore del settimanale, e i due giornalisti che hanno scritto l'articolo in cui si parla della telefonata tra Tutino e Crocetta”. L’avvocato aggiunge inoltre che il quanto ottenuto dal risarcimento verrà devoluto in beneficienza. 
 
La direzione del settimanale replica l’azione risarcitoria dicendo che l’intercettazione esiste ed è secretata e che la secretazione è un decreto del pm e L’Espresso ha detto “Dimostreremo la verità”. Aggiunge inoltre che “La causa annunciata dai legali di Rosario Crocetta può diventare l'occasione processuale per comprovare la piena correttezza del comportamento dell'Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto” intanto il legale di Crocetta dice “L'omessa vigilanza e l'omessa verifica sulla veridicità di questa intercettazione ha letteralmente distrutto e massacrato l'immagine personale, politica e professionale di Rosario Crocetta. L'Espresso si è difeso dicendo che l'intercettazione è secretata. Ma la secretazione è un decreto del pm, lo stesso che più volte ha smentito l'esistenza dell'intercettazione sia ambientale che telefonica”
 
Intanto Rosario Crocetta, intervistato a Sky tg24 ha detto che ha scritto a Lucia Borsellino: “Ho scritto a Lucia, non ti ho tradito” continua dicendo “A Lucia ho mandato un sms scrivendole 'non ti ho mai tradito, nei fatti, non ti tradisco e non ti tradirò mai', perché io so quello che ha vissuto. L'ho condiviso con lei, condividendo con lei ogni scelta, e lo sto vivendo ancora di più in questo momento”
L’intenzione di querelare in sede civile Il Fatto Quotidiano e il giornalista Buttafuoco con una richiesta di un milione di euro a causa di un articolo in cui Antonio Presti chiama Crocetta “Bottana”. E’ stata annunciata una denuncia in sede penale a Maurizio Gasparri, per le sue dichiarazioni che sono state ritenute diffamatorie. L’avvocato dichiara che “Non c'è alcun giallo intercettazione, non c'è alcun giallo sull'intercettazione pubblicata da L'Espresso: non si possono mettere sullo stesso piano le dichiarazioni del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi (che smentisce l'esistenza della telefonata, ndr) e quelle di un tale Luigi Vicinanza”. Intanto oggi a Palazzo D’Orleans hanno manifestato tanti manifestanti, forestali e tanti disoccupati e hanno manifestato il loro dissenso. 



ENTI DI FORMAZIONE UN CAMPO DA ESPLORARE, UN MONDO SCONOSCIUTO.

Emanuel Galea

Succede sempre così. Nessuno vede, nessuno sente, nessuno parla.

Un bel giorno arriva il servizio della coraggiosa Milena Gabanelli, Premio Reporteros del Mundo, come esempio di giornalismo critico che lotta per la libertà. La giornalista vede un filo di fumo salire da qualche parte dell’isola, s’avvicina, sente puzza di bruciato, punta le sue antenne, inizia una indagine e fa venire fuori, non più l’acro del bruciato bensì un tanfo nauseabondo che scuote persino gli stomaci più robusti, quelli che di solito si trincerano con una coltre di pelo scuro.

Il servizio dello scorso 9 dicembre  sugli Enti di formazione professionale in Sicilia, fa suonare la sveglia al Governatore Rosario Crocetta che, detta con tutta onestà, risponde tempestivamente e con energia. Immediatamente dà disposizioni di “bloccare i pagamenti nei confronti di associazioni, enti, cooperative, società che gestiscono la formazione e siano riconducibili a deputati regionali e a loro parenti prossimi”. Le indagini, ancora in corso, hanno portato alla luce che tanti politici,attraverso loro parenti hanno rapporti con gli enti di formazione e che costano ogni anno circa 500 milioni di euro. Gli interessi sono trasversali, riguardano politici del Pd, ma anche di Fli, Pdl, Udc, Pds-Mpa e altri. La “formazione professionale” è bella, la “formazione professionale” è giusta, la “formazione professionale” è conveniente.

L’inchiesta della Gabanelli non basta. Dalla Ue arrivano seri provvedimenti. La Commissione Europea "congela" 4,4 miliardi del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e decide di non erogare 257 milioni per corsi organizzati tra il 2002 e il 2006 a causa di alcune irregolarità.

Crocetta si ribella e grida all’arroganza. Il commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn non tarda ad arrivare: "Non applichiamo la politica della “taglia unica'", afferma il suo portavoce Shirin Wheeler. "Ci preme che gli investimenti Ue siano usati nel modo migliore per creare posti di lavoro duraturi e promuovere la crescita della Sicilia". Una storia complicata e di esiti incerti. Da notizie che riusciamo a raccogliere sembra che ci siano circa 8.000 assunti a tempo determinato, tutti a carico del “finanziamento dei corsi di formazione professionale”, oltre naturalmente ulteriori 2.000 a tempo indeterminato che orbitano intorno ai primi.  Sembra che ci siano circa 2500 enti di formazione di cui 230 circa, anonimi, sconosciuti. A Palermo, iscritti al corso di parrucchiere sono in 1.000. L’estetica sembra una cosa a cui si tiene di più da quelle parti. Ormai si è capito benissimo, i corsi di formazione professionale, nel caso specifico, non sono altro che, una forma di welfare. La Sicilia è lontana da noi, siamo pure divisi dal mare, dallo stretto di Messina. Sono problemi che dovrebbe sbrogliare Rosario Crocetta, anche se, senza meno, sentiremo anche noi qualche onda anomala bagnare le nostre spiagge.

La nostra riflessione è un’altra. Possibile che nella Regione dei Fiorito, si può guardare dall’alto in basso verso la Sicilia dicendo, “ma qui è tutta un’altra cosa?”  Non avevo ancora finito di fare questa riflessione, quando a Roma scoppia il caso dei giudici che reclamano il diritto all’hotel. Ormai tutti sanno come si è risolto il caso. “Un viaggio pagato grazie ad un convegno organizzato ad hoc per  loro dall’Ufficio studi, massimario e formazione,un corso intitolato: ”Trasparenza  e Privacy nell’amministrazione e nella giustizia amministrativa” Chi se lo sarebbe mai immaginato! Anche alla  Regione Lazio ci sono i sindacati che gestiscono i corsi di formazione, anche qui ci sono i diversi enti di formazione, anche qui ci sono i politici, le associazioni, la Confcommercio, le agenzie di lavoro interinale. I corsi di formazione sono i più svariati con i contributi della Provincia, Regione, Ue. Per esempio uno dei corsi è “formazione ingresso in impresa” che in questi giorni specifici fa un pò ridere. Attualmente  si chiude un’impresa al giorno. Di quale ingresso si parla? L’elenco regionale dei soggetti accreditati, come da Portale Istruzione Sirio , aggiornato al 31dicembre 2012 conta n. 375 enti privati. Enti delle più svariate formazioni, conformazione e natura giuridica : S.a.s – S.r.l.  S.p.A, Onlus e non solo. Senza dilungarmi ulteriormente, l’esperienza Sicilia docet e il comportamento del governatore Crocetta dovrebbe fare scuola. Per nostra fortuna, alla Regione Lazio, il nuovo governatore Zingaretti ci fa ben sperare e ci rasserena per quanto concerne il futuro. Chi è pronto a mettere la mano sul fuoco per il passato?