ROMA, OSTIENSE E PRIMAVALLE: UBRIACHI AGGREDISCONO POLIZIOTTI

Redazione

Roma – E’ ancora una volta l’ubriachezza all’origine di due episodi di aggressione nei confronti di poliziotti e che ha portato nella notte all’arresto di due cittadini stranieri.

Il primo episodio è avvenuto nel quartiere  Primavalle, dove in stato di ebbrezza alcolica e visibilmente alterato, un uomo ha bussato ripetutamente al portone del Commissariato di zona, prendendolo a calci.

S.I. cittadino moldavo di 31 anni, non si è calmato nemmeno quando il poliziotto in servizio al corpo di guardia ha chiamato rinforzi per tentare di arginare le sue intemperanze.

Incurante della presenza degli agenti del Reparto Volanti ed insofferente ai loro tentativi di calmarlo, l’uomo li ha più volte aggrediti, colpendoli con calci e pugni.

Solo al termine di una colluttazione i poliziotti sono riusciti a bloccarlo e lo hanno arrestato per il reato di resistenza e lesioni a pubblico Ufficiale.

Gli accertamenti successivi hanno rivelato che l’uomo non è nuovo ad episodi del genere essendo già stato arrestato in precedenza per episodi simili.

E’ stato invece arrestato, poco lontano da Piazzale Ostiense dagli agenti del Reparto Volanti S.D., cittadino ucraino di 28 anni, che ha prima aggredito una donna e poi ha tentato di fuggire a bordo di una bicicletta.

La immediata segnalazione della vittima al 113 e la descrizione dell’aggressore ha permesso ai poliziotti di individuarlo poco lontano mentre tentava di allontanarsi.

Alla vista degli agenti ha abbandonato la sua bicicletta continuando la fuga a piedi ma è stato raggiunto e bloccato dopo averli aggrediti e colpiti con calci e pugni.

L’uomo è stato accompagnato negli uffici di Polizia e arrestato per il reato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.




ROMA, MONTE VERDE: INCENDIO IN UNO STABILE, 80ENNE BLOCCATA IN CASA

Redazione 

Roma – La segnalazione ai poliziotti è arrivata via radio alle 20.30 di ieri sera. Pochi minuti e gli agenti del Reparto Volanti e del Commissariato Monteverde sono arrivati in via Raffaello Giovagnoli, dove era stato segnalato un incendio in un appartamento al civico 4.

Gli agenti hanno subito notato la grande quantità di fumo uscire dall’androne del palazzo e da una finestra al V piano e, appreso da alcuni condomini che all’interno era rimasta bloccata una donna anziana, si sono precipitati all’interno.

Resisi conto della gravità della situazione, hanno provveduto a far evacuare le persone presenti nello stabile e, raggiunto il V piano, sono riusciti ad entrare all’interno dell’abitazione con le chiavi consegnategli dalla figlia della donna.

L’anziana signora è stata trovata in soggiorno in condizioni critiche per le difficoltà  respiratorie dovute al fumo.

Presa tra le braccia dagli agenti, è stata portata fuori dall’appartamento fino in strada dove, con un’ambulanza, è stata accompagnata presso l’ospedale S. Camillo per le cure necessarie.

Gli agenti sono risaliti nel palazzo per verificare che non ci fosse più nessuno all’interno ed hanno così provveduto ad aprire tutte le finestre per favorire la fuoriuscita del fumo.

Dopo pochi istanti sono arrivati anche i Vigili del Fuoco, che hanno provveduto a spegnere l’incendio, probabilmente causato da un corto circuito.

Al termine dell’intervento anche gli agenti hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici per l’intossicazione da fumo, ma guariranno in pochi giorni.

   




ROMA, SANITA': A TOR VERGATA INTERI REPARTI E PALAZZI CHIUSI

Redazione 

Roma – “Dopo le numerose segnalazioni di cittadini che lamentavano inefficienze al Policlinico Tor Vergata, ho preso personalmente visione di una situazione paradossale che sta minando il diritto alla salute di migliaia di cittadini di un quadrante della città in forte espansione. Poi ci si chiede perché aumenta il deficit sanitario della Regione Lazio”, così Fabrizio Santori consigliere regionale e membro della Commissione Salute che annuncia l’inizio di un tour tra le strutture sanitarie della Regione Lazio

“Numerose palazzine e interi reparti, seppur attrezzati con ossigeno e luce, risultano tutt’ora completamente inutilizzati, mentre per espletare il servizio di pronto soccorso, molti pazienti sono costretti a sostare con le barelle nei corridoi per interi giorni oppure ad attendere mesi in lista d’attesa per un ricovero o per un intervento chirurgico. Contando tutti i reparti chiusi, con la torre numero 6 che ad esempio annovera ben 7 piani inutilizzati, si perde una capienza pari praticamente all’intero Ospedale Sant’Andrea. Non va dimenticato come a tutt’oggi il Policlinico Tor Vergata risulterebbe avere un passivo di circa 50 milioni di euro solo per il bilancio 2013 e i posti letto inutilizzati ed interi reparti pronti ma chiusi al pubblico gridano ulteriormente vendetta, in quanto se efficientati, anche attraverso affitti, potrebbero rendere meno gravoso il bilancio del Policlinico. Troppe ombre su questa struttura che andrebbero verificate una su tutte la doppia gestione azienda ospedaliera – fondazione che ha raddoppiato gli incarichi e le competenze sempre a danno delle casse regionali. A conclusione dei sopralluoghi, in programma nei prossimi mesi, presenterò in Commissione Sanità una mappatura di tutti i presidi ospedalieri con tutti i disagi e gli sperperi  riscontrati”, conclude Santori.

 




ROMA, DISCARICA FALCOGNANA AL DIVINO AMORE: L'OMBRA DELLA 'NDRANGHETA SU UN SITO NON IDONEO

Marcello Viaggio
 
Veleni e silenzi sulla paventata discarica di Falcognana, al Divino Amore, alle porte di Roma. Una delle società che detengono la proprietà del sito della Falcognana potrebbe in passato avere avuto rapporti con un esponente della ‘ndrangheta. Sulla natura di questi contatti, stando a quanto trapela, la Direzione distrettuale antimafia (Dda) sta eseguendo una serie di accertamenti. In particolare, si stanno conducendo indagini in Emilia Romagna per capire che tipo di rapporti avesse il presunto esponente della ‘ndrangheta Nicola Femia con una delle società fiduciarie e se ne detiene un certo numero di azioni. Sulla vicenda ha acceso i fari anche l’unità anti-riciclaggio di Bankitalia, di concerto con la Procura di Bologna. Femia è noto come elemento di spicco nei clan della Locride.   
Fra i residenti il fronte del no alla discarica è compatto. E ha acquistato un nuovo alleato in Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl alla Camera. L'ex Ministro, nonostante il suo impegno sull'Imu, ha trovato il tempo per presentare 7 interrogazioni parlamentari sulla vicenda Divino Amore. E ha diffidato il commissario straordinario ai rifiuti Goffredo Sottile dall’andare avanti nell’iter della Falcognana finchè non avrà ricevuto le risposte. “Brunetta ha partecipato alla nostra ultima assemblea" avverte Vanda Soriente, del Presidio No Discarica No Divino Amore, in cui convergono i comitati di quartiere dell’Ardeatina: “Vuole sul tavolo tutta la documentazione scritta dai Ministri da lui interrogati: Andrea Orlando, Beatrice Lorenzin, …Vogliamo che anche i Ministri dicano no, perchè il sito non è idoneo”.
Lo scenario, insomma, sta cambiando. L’intervento di Brunetta a fianco dei residenti ha alzato il livello della protesta, ora di Falcognana se ne parla ai piani alti della politica.  Che cosa dicono le autorizzazioni  regionali? “Quelle rilasciate tra il 2003 ed il 2012 alla società Ecofer proprietaria della cava – afferma Brunetta – fanno esplicito riferimento ad un impianto per le auto rottamate, ma i rifiuti urbani sono un’altra cosa. Se le carte sono in ordine, perchè  Sottile non le mette a disposizione di tutti?”
Altra domanda inquietante: chi andrà a gestire la discarica?  Per cercare la risposta bisogna andare probabilmente ben oltre i confini del Lazio. “I proprietari della cava di Falcognana hanno chiesto loro di trasformare il sito in megadiscarica? – chiede il capogruppo Pdl in una delle sue interrogazioni  – Il terreno dev’essere comprato o espropriato perché altri gestiscano la discarica? Anche qui il silenzio di Sottile lascia dubbi e qualche sapore amaro”.  
Domande, domande…Risposte poche, anzi finora nessuna. Il silenzio delle istituzioni è assordante.  Dalla Regione Nicola Zingaretti giusto poche ore fa ha scaricato tutto nelle mani di Sottile: “Del sito se ne occupa lui”. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, si limita a tranquillizzare i romani con una lettera al cloroformio, che non dice assolutamente niente. Ma il Presidio No Discarica non ha dubbi: “Piano piano la verità sta venendo a galla, L’Ecofer sta allargando i suoi confini, con l’acquisizione di altri ettari adiacenti l’attuale discarica  –  denuncia in un comunicato stampa – Acquisizione che, guarda caso, avviene in concomitanza con il cambio dell’assetto societario, i cui nomi restano ad oggi schermati”.  ”Falcognana, – è il grido d’allarme del Presidio – considerando la potenzialità di terreni agricoli a disposizione, diventerà la più grande discarica d’Europa?”.  Roma come Napoli, il business dell'emergenza rifiuti non conosce limiti.
 
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ROMA, MONTE MARIO: "CARLA" AVVENENTE RAPINATRICE SERIALE, PRIMA LI SEDUCE, POI LI STORDISCE E RAPINA

Redazione

 

Roma – Tra il 17 e il 20 agosto, a Roma, sono state compiute quattro rapine in appartamento ad opera di una donna.

Le indagini, iniziate da un primo episodio avvenuto nella zona della Balduina, sono state condotte dagli uomini del Commissariato Monte Mario, diretto dal dott. Claudio Cacace.

Gli investigatori, dopo aver ascoltato per ore le vittime, sono arrivati ad un quadro generale della situazione in cui la protagonista degli episodi corrispondeva sempre alla stessa donna, che si presentava con il nome di Carla, a suo dire di nazionalità ungherese.

Le vicende sono tutte iniziate tramite incontri su noti Social Network per poi, man mano, arrivare ad una conoscenza personale.

La bella presenza della donna ed i suoi modi eleganti e garbati non hanno mai fatto sospettare alle vittime chi invece si celasse dietro quegli sguardi “angelici”.

Dal primo appuntamento all’invito per una cena a lume di candela a casa degli sventurati il passo era breve. Una volta all’interno dell’appartamento la ragazza adottava sempre la stessa tecnica e, promettendo una serata “elettrizzante”, preparava un cocktail, che inevitabilmente faceva perdere conoscenza alle ignare vittime.

Dall’esame delle bevande, infatti, è stato rilevato che la ragazza metteva dosi massicce di sostanze a base di “benzodiazepine”, con l’altissimo rischio, tra l’altro, di causare anche la morte in soggetti particolarmente sensibili.

Fortunatamente le vittime, tutte trasportate al Pronto Soccorso, oltre a trovarsi gli appartamenti svaligiati, hanno riportato soltanto alcune ecchimosi procurate dalle ripetute cadute avvenute parecchie ore dopo durante il risveglio.

Gli investigatori, analizzando le chat delle vittime, sono riusciti a risalire all’utenza telefonica utilizzata dalla donna, risultata intestata ad una persona inesistente.

Sono partite immediatamente le intercettazioni telefoniche e, oltre ad accertare che la donna gravitava nel fiorentino, si appurava che la notte del 24 aveva colpito ancora ma, questa volta, a Livorno.

Mentre gli investigatori si stavano preparando a spostarsi su Firenze, la donna ha contattato di nuovo un uomo romano, dandogli appuntamento per la serata di ieri.

Immediatamente è stato predisposto servizio di appostamento sul luogo dell’appuntamento dove, all’orario convenuto, si è presentato l’uomo.

Uno degli agenti si è avvicinato a lui in maniera riservata e, dopo averlo messo al corrente di quanto stava accadendo, gli ha chiesto di collaborare presentandolo alla ragazza come un suo amico incontrato lì per caso. L’uomo, capito il pericolo a cui era andato incontro, ha ovviamente accettato.

Con oltre un’ora di ritardo la ragazza è arrivata e, ancora una volta, si è presentata con il nome di Carla, dicendo altresì di avere origini ungheresi.

A smascherarla definitivamente è stato, però, un suo movimento con il quale ha messo in luce il tatuaggio a forma di fiore che aveva sull’avambraccio sinistro, precedentemente descritto da tutte le vittime.

A quel punto sono scattate le manette e la ragazza, che invece è di origini rumene, identificata per A.B. di 38 anni, è stata sottoposta a Fermo di Indiziato di Delitto e condotta presso la Casa Circondariale di Rebibbia.

All’interno della borsa che la donna aveva con sé, gli agenti hanno trovato numerose confezioni di medicinali a base di “benzodiazepine”, oltre alle ricette trafugate durante una rapina avvenuta tempo addietro in zona Villa Glori in danno di un noto medico.

 




ROMA, NUBIFRAGIO: BAMBINA DI 5 GIORNI PERDE I SENSI IN AUTO CON I GENITORI

I primi a trovare l’auto con la bimba da soccorrere sono stati gli agenti del Commissariato Spinaceto che, dopo aver fatto sgomberare la strada da auto e persone, hanno chiuso le vie di accesso alla piazza per permettere l’atterraggio dell’eliambulanza e, infine, hanno attivato i lampeggianti della volante per facilitare l’avvistamento dall’elicottero.

Redazione

Roma – Durante il nubifragio che si è abbattuto l’altro pomeriggio su Roma una bambina di soli 5 giorni di vita ha perso i sensi mentre era in auto con i genitori.

Immediatamente è stato chiamato il 118 che di conseguenza ha allertato anche la Sala Operativa della Questura.

I primi a trovare l’auto con la bimba da soccorrere sono stati gli agenti del Commissariato Spinaceto che, dopo aver fatto sgomberare la strada da auto e persone, hanno chiuso le vie di accesso alla piazza per permettere l’atterraggio dell’eliambulanza e, infine, hanno attivato i lampeggianti della volante per facilitare l’avvistamento dall’elicottero.

Nel frattempo sono sopraggiunte altre pattuglie che hanno aiutato a mantenere chiusi al traffico tutti gli accessi al piazzale oltre a tenere lontano le decine di curiosi che nel frattempo si erano avvicinati, per evitare che potessero in qualche modo intralciare i soccorsi.

Dopo le prime cure la bimba aveva già ripreso a piangere, ma comunque, all’arrivo dell’eliambulanza, lei e la mamma sono state accompagnate al Policlinico Gemelli.

Il padre della piccola, ancora sconvolto, ha chiesto ai poliziotti indicazioni su come raggiungere l’ospedale, dal momento che venendo da fuori Roma non conosceva la strada.

Gli agenti a quel punto, rendendosi conto che l’uomo non era in condizioni di guidare, l’hanno scortato fino in ospedale, dove poi hanno appreso che la bimba non era più in pericolo di vita.

 




ROMA CAPUT TILT

Christian Montagna       

Roma – Quartiere tiburtino. Martedì 27 agosto ore 14.52 le prime gocce di pioggia cadono sul manto stradale. Ore 15.15 si scatena l'apocalisse. Gli autobus interrompono il regolare servizio,le automobili incolonnate lungo la strada che collega via Tiburtina al quartiere San Lorenzo. I pedoni cercano riparo nel migliore dei modi: c'è chi cerca di mettere in salvo le proprie attività commerciali dalla furia dell'acqua che, impossibilitata a defluire nel sistema fognario, invade negozi e androni di palazzi.

Il centralino del 115 risulta intasato per 25 interminabili minuti. La paura aumenta. Ore 16, la forza delle pioggia decresce: i negozi restano chiusi causa allagamento, i sensi di marcia invertiti, tratti di strada chiusi per inagibilita. Come se non bastasse il servizio metro subisce un guasto…

E pensare che è stato soltanto un temporale estivo. Ma come affronteremo l'inverno con queste premesse? È possibile che la capitale d'Italia non abbia un sistema fognario efficiente? Rivolgiamo queste domande alle istituzioni competenti e certi di una repentina risposta, non ci resta che sperare in un prolungamento delle belle giornate di sole.
 




ROMA, OPERAZIONE "NUOVA ALBA": ATTERRA DALLA SPAGNA IL BOSS VINCENZO TRIASSI

Redazione

Roma – Alle ore 17.20 di ieri pomeriggio è atterrato, proveniente dalla Spagna, Vincenzo Triassi, ritenuto, insieme al fratello Vito, a capo di una vasta organizzazione criminale di stampo mafioso operante da anni sul litorale romano.

L’esecuzione del provvedimento è la prosecuzione dell’operazione conclusa dalla Squadra Mobile della Questura di Roma alla fine del mese di luglio, quando furono arrestati i capi e gli affiliati appartenenti ad una vasta ed agguerrita organizzazione criminale di stampo mafioso operante nella Capitale e, in particolare, nel litorale di Ostia. Nei confronti di tale organizzazione, formata dalle famiglie Fasciani e Triassi, tra loro contrapposte, il GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locala Direzione Distrettuale Antimafia, aveva emesso  51 ordinanze di custodia cautelare in carcere.

Grazie alla collaborazione tra la Polizia italiana e quella spagnola, il boss mafioso era stato rintracciato sull’isola di Tenerife, ove stava trascorrendo un periodo di vacanza insieme alla moglie, e ristretto presso un penitenziario di Madrid in esecuzione di un Mandato di Arresto europeo emesso nei suoi confronti.

I soggetti destinatari del provvedimento cautelare sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, traffico internazionale di stupefacenti, infiltrazione nel tessuto amministrativo e corruzione.

Va preliminarmente evidenziato che le investigazioni hanno consentito, per la quasi totalità, di fare piena luce sui componenti e le attività illecite poste in essere dalle consorterie mafiose degli Spada, federati alla famiglia Fasciani, e dei TRIASSI, quest’ultima a loro contrapposta ed affiliata a “Cosa Nostra” siciliana.

Da qui il nome dell’Operazione denominata “Nuova Alba” proprio al fine di evidenziare come l’indagine ha potuto assicurare alla giustizia i capi, i reggenti ed i gregari delle famiglie mafiose più temute e potenti che insistono sul territorio della provincia di Roma ed Ostia, ridando luce ad un territorio nel quale era “calata la notte della città” – come affermato testualmente dal G.I.P. del Tribunale di Roma nell’ordinanza – liberandola dalla cappa oppressiva della criminalità organizzata, che cerca di inserire i propri tentacoli in ogni tessuto produttivo al fine di acquisire il controllo e la gestione delle relative attività.

I due schieramenti mafiosi da diversi anni gestivano ogni tipo di attività illecita in alcune zone della Capitale ed, in particolare, nell’abitato di Ostia (RM) divenuto, negli ultimi anni, il fulcro di importanti interessi connessi alle lucrose attività di ristorazione e turistiche ivi presenti. 

Nell’ambito dell’indagine sono stati raccolti univoci elementi probatori, totalmente recepiti dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno consentito di contestare, per la prima volta, il reato di associazione di stampo mafioso agli appartenenti alle famiglie Fasciani e Triassi dimostrando come le stesse, benché contrapposte tra loro, grazie alla forza intimidatrice ed al vincolo inscindibile creato nel corso del tempo, avevano esteso il proprio dominio anche in alcune zone della Capitale.

In particolare, Triassi Vincenzo, insieme al fratello Vito, arrestato invece alla fine di luglio, si ritiene abbiano fatto parte dell’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra”, segnatamente della famiglia di Siculiana, ricoprendo insieme funzioni direttive nel territorio di Ostia, essendo incaricati, per conto della Cosca Caruana-Cuntrera del controllo del territorio, della gestione delle attività delittuose di traffico di armi e di stupefacenti, del controllo delle attività economiche di balneazione e ristorazione nel litorale di Ostia e dei rapporti con i vertici delle altre organizzazioni criminali operanti nello stesso territorio, in qualità di luogotenenti dei Cuntrera.

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OSTIA: COLPO MORTALE ALLA CUPOLA MAFIOSA




ROMA: ALIMENTI INVENDUTI AI PIU' BISOGNOSI

Redazione

Roma – Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è espresso sullo spreco degli alimenti invenduti, annunciando una soluzione: “Il recupero e la redistribuzione, alle persone che ne hanno bisogno, dei beni alimentari che restano invenduti e non hanno più un valore commerciale è stato il primo pensiero di questa Amministrazione. Infatti, – commenta il primo cittadino Marino – già il 7 agosto la giunta capitolina ha approvato una memoria a firma degli assessori Marta Leonori e Rita Cutini, che prevede la raccolta dei prodotti e la loro distribuzione attraverso associazioni di volontariato, onlus e organizzazioni di settore. Raccolgo le sollecitazioni di Giancarlo Giambarresi  sottolineando però che, rispetto al passato, l’impegno è stato di raggiungere i cittadini bisognosi in tutti i municipi. Il progetto è rivolto a circa 330 grossisti e 900 tra mercati e supermercati per le confezioni danneggiate e per il pane che non è stato venduto a fine giornata”.




ROMA, PARCO GARBATELLA: LEGAMBIENTE PRESENTA ESPOSTO IN PROCURA DOPO LA DISTRUZIONE DELLE ALBERATURE

Redazione

Roma – "La distruzione delle alberature del parco Garbatella è un gesto vile e grave -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-, col nostro circolo abbiamo denunciato gli ignoti che di notte hanno tagliato le piante e presenteremo un esposto in Procura per danneggiamento. Chiediamo al Comune di Roma di sostenere concretamente le attività dei volontari, con un sopralluogo immediato che stiamo già concordando con l'Assessore all'Ambiente, un tavolo per avviare subito i lavori già previsti e una grande Festa dell'Albero in autunno per far tornare a splendere l'area che i cittadini hanno tolto alla speculazione edilizia e pezzo per pezzo reso un bellissimo giardino di quartiere. Nessun attacco, per quanto orrendo, può ridurre la passione dei cittadini per quel parco."

Ciliegi, meli, cachi, peri e un ulivo nel frutteto, oltre a lecci, sughere, olmi e altre querce sono tutti mozzati, le chiome degli alberi a terra. Così si presentano i 60 alberi distrutti nel Parco Garbatella, davanti alla Regione Lazio, tutti messi a dimora negli ultimi cinque anni dal Circolo Legambiente Garbatella insieme alle altre associazioni del territorio e a tanti cittadini, a coronamento della ventennale attività per la nascita e la salvaguardia del Parco.




ROMA/ARDEA, UOMO BUSSA AL VICNO DI CASA: "HO UN INFARTO IN CORSO PERCHE' HO ASSUNTO COCAINA"

Redazione

Roma / Ardea –  Alle 4 di stanotte un uomo ha chiamato prima un’ambulanza e poi la Polizia perché un vicino di casa si è presentato alla sua porta, in stato di agitazione, dicendo di avere un infarto in corso per aver assunto cocaina.

Gli agenti, dopo essersi assicurati che la persona fosse accompagnata in ospedale, hanno proceduto ad un controllo del suo appartamento, dal momento che la porta era stata lasciata aperta e all’interno era tutto a soqquadro.

Vicino alla porta d’ingresso, a terra, i poliziotti hanno trovato una siringa vuota, mentre un’altra siringa ancora piena di stupefacente stava sulla scrivania della camera da letto. Sempre in camera sono stati ritrovati alcuni involucri di cocaina di peso complessivo superiore agli 80 grammi e circa 7 gr di marijuana chiusa in un sacchetto, oltre a numerose bustine utilizzate per il confezionamento della droga.

La perquisizione è stata fatta con l’aiuto delle unità cinofile e, proprio grazie ad un cane-poliziotto, gli agenti hanno trovato, nascosti in una cassa dello stereo, 14 proiettili calibro 7.65.

Il responsabile, da quel momento piantonato in ospedale, è D.M.A., 47enne romano, che è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e denunciato per detenzione illegale di munizioni.

Un altro pusher è invece finito dritto “nelle braccia” di un poliziotto che stava andando a lavorare.

L’agente stava uscendo da casa quando ha notato uno sconosciuto entrare furtivamente nel locale cantine dello stabile, temendo fosse un ladro l’ha immediatamente bloccato e ha chiamato in aiuto una Volante.

L’uomo fermato, però, non era lì per rubare, infatti gli agenti, che hanno notato una difficoltà dell’uomo nel parlare, gli hanno trovato in bocca due dosi di cocaina, hanno poi controllato cosa avesse addosso, trovandogli le chiavi di un lucchetto e 100 euro in contanti divisi in banconote di piccolo taglio.

Gli agenti hanno ispezionato tutti gli accessi alle cantine fino a trovare quella con il lucchetto giusto per la chiave, ed una volta aperto il locale hanno scoperto un vero e proprio laboratorio per lo spaccio.

All’interno, sopra un tavolo, sono state trovate 15 dosi di cocaina già pronte, come quelle che l’uomo aveva in bocca, 2 panetti di hashish e una busta con della sostanza da taglio, oltre ad un bilancino di precisione e tutto il necessario al confezionamento dello stupefacente.

La perquisizione è continuata ad Ardea, a casa dell’uomo, dove è stata trovata altra droga e un altro bilancino di precisione.

In totale sono stati sequestrati a quest’ultimo 133 gr di coacaina, 256 gr di hashish e poco più di 1 gr di marijuana.

M.A., di 23 anni, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.