ROMA, GIOVANE SEQUESTRATA E COSTRETTA A PROSTITUIRSI. DUE BENGALESI IN MANETTE

di Matteo La Stella


Roma –
All'alba di lunedì, gli uomini del commissariato Viminale sotto la direzione del Dott. Antonio Pignataro hanno messo il punto alla prigionia di una giovane donna, sequestrata da una coppia di bengalesi che, nel loro appartamento, la costringevano a prostituirsi.
A denunciare la scomparsa della donna alla Polizia, il fidanzato che non riceveva notizie della stessa da circa una settimana. Dall'allarme del ragazzo sono così partite le indagini che hanno portato gli agenti a numerosi sopralluoghi e altrettanti accertamenti.

Poi la svolta. Nelle prime ore della giornata di ieri, gli uomini del commissariato Viminale sono riusciti ad individuare l'appartamento in zona Roma sud in cui la vittima era sequestrata. A farla prigioniera, una coppia di cittadini bengalesi, marito e moglie di 29 e 27 anni. La ragazza, appartenente alla stessa comunità della coppia, era stata facilmente avvicinata in un bar di Piazza dei Cinquecento. Quì i coniugi le avevano offerto un lavoro come baby sitter e un alloggio migliore rispetto a quello che già la ospitava. Convinta a seguirli nel loro appartamento, la donna era stata malmenata e minacciata di morte nel caso in cui avesse tentato la fuga, prima di essere costretta a prostituirsi.
In una stanza dell'appartamento, dunque, è iniziata l'agonia della giovane prigioniera che ha tentato più volte di chiedere aiuto ai clienti con cui entrava in contatto, ricevendo dagli stessi ulteriori violenze ed umiliazioni durante i rapporti sessuali.


Individuato l'appartamento della coppia di aguzzini, gli agenti della Polizia sono entrati in azione riuscendo a liberare la giovane. All'interno del locale è stata confiscata un'ingente quantità di denaro, oltre a del materiale utilizzato per le prestazioni sessuali.
Per i coniugi bengalesi sono scattate le manette con le accuse di sequestro di persona, riduzione in schiavitù e induzione alla prostituzione. Intanto, continuano le ricerche di quei clienti che non hanno accolto la richiesta d'aiuto da parte della giovane denunciando il fatto, ma al contrario hanno continuato ad infierire su di lei con violenza. 




ROMA, CASTELPORZIANO: MATTARELLA APRE LE PORTE A 500 DISABILI

di Matteo La Stella

Castelporziano (RM) – Il Capo dello Stato Sergio Mattarella continua a spalancare le porte dei luoghi storici della Presidenza della Repubblica: dopo l'apertura al pubblico delle sale di rappresentanza e di lavoro, “la casa di tutti gli italiani” diverrà presto anche la tenuta di Castelporziano, che da lunedì 15 giugno e per tutta l'estate accoglierà un centro estivo per disabili. Già da tempo la tenuta, parco naturalistico ed archeologico, era aperta alle scolaresche e alle associazioni culturali dal primo novembre a metà giugno. Ora, dal 15 giugno al 30 agosto, il Capo dello Stato ha disposto l'apertura della residenza a 500 adulti e minori con disabilità, in modo tale da offrire loro un breve soggiorno lontano dal caldo delle città.

Castelporziano, situata a 25 chilometri dal centro di Roma, copre un territorio da quasi 6mila ettari. Quì, sorgono alcune storiche tenute di caccia come Trafusa, Trafusina, Riserve Nuove e Capocotta. Inoltre, zone archeologiche e riserve naturali dal sapore tutto Mediterraneo, un Museo Naturalistico e 3 chilometri di litorale incontaminato. L'area, Riserva Naturale dello Stato dal 1999, è il giusto filo conduttore tra passato e presente: la tenuta, infatti, che dalle ville romane passa al papato, diventa poi residenza della famiglia dei Savoia, fino a trasformarsi in una delle residenze della presidenza della Repubblica, portando su di se tutti i segni del tempo trascorso sotto i piedi delle differenti dominazioni.

Da lunedì 15, dunque, 500 disabili provenienti dalla Capitale e da tutta la regione saranno ospiti a Castelporziano, dove potranno usufruire dei 3 chilometri di spiagge incontaminate, o partecipare alle visite guidate all'interno del parco. Circa 30 ospiti saranno ogni giorno coinvolti nell'iniziativa, realizzata grazie alla sottoscrizione da parte del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, dall'Assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, Francesca Danese, e dal Segretario Generale della Regione Lazio, Andrea Tardiola, di un apposito protocollo di intesa atto a coinvolgere le strutture e le associazioni operanti nel settore, di natura comunale e territoriale. Per far fronte alle spese dettate dalla realizzazione del progetto, saranno utilizzate le risorse del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, già disponibili per l'organizzazione di eventi deputati alla coesione sociale.




ROMA, ORDINANZA ANTI ALCOOL: DAL 15 GIUGNO NUOVE LIMITAZIONI

di Matteo La Stella

Roma – Dal 15 giugno, una nuova ordinanza antialcol farà il suo ingresso nella Capitale per coprire tutto il periodo estivo ed una piccola parte di quello autunnale. Il Campidoglio, infatti, annuncia che il provvedimento sarà in vigore fino al 31 di ottobre, e apporrà limitazione ulteriori alla vendita e al consumo di bevande alcoliche e superalcoliche.

L'ordinanza, vieta il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche nelle strade pubbliche o aperte al transito pubblico, dalle ore 24 alle ore 7, ogni giorno della settimana. Nelle strade con equivalenti credenziali, ossia di dominio pubblico o aperte al pubblico transito, sarà inoltre vietato il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche in contenitori di vetro, dalle ore 22 alle ore 7. Lo stesso orario sarà imposto ai commercianti che non potranno vendere bevande alcoliche e superalcoliche per asporto, sia da distributori automatici che in ogni attività di vendita alimenti e bevande. Inoltre, dalle ore 2 alle ore 7 , non potranno più essere somministrate bevande alcoliche, neanche all'interno dei locali. Ai trasgressori, verranno notificate multe in base alla loro posizione: 150 euro ai consumatori e 280 euro agli esercenti. A vigilare sul rispetto dell'ordinanza saranno la Polizia Locale di Roma Capitale e l'Ama, che vigileranno in materia di legalità e decoro della città, nelle zone maggiormente interessate dalla movida.

L'ordinanza toccherà diversi punti della città: Castro Pretorio, Esquilino, Stazione Termini, Isola Tiberina, banchine del Tevere, Campo de’ Fiori, piazza Navona, Monti, Celio, Trastevere, Testaccio, Prati, Montesacro, San Lorenzo, Stazione Tiburtina, piazza Bologna, Pigneto, Marranella, Torpignattara, Ostiense, Ostia e Ponte Milvio.

L'assessore alla Roma Produttiva e Città Metropolitana Marta Leonori, racconta: “Abbiamo condotto un ottimo lavoro di squadra con i Municipi, la Polizia Locale, le associazioni di categoria e i comitati di quartiere avviando contatti diretti anche con la Prefettura, per individuare le aree maggiormente interessate dal fenomeno, preoccupandoci di disincentivare la ‘migrazione’ da un quartiere all’altro o alla strada limitrofa in cui non è in vigore il divieto. L’auspicio è che con il nuovo regolamento di Polizia Urbana non sia più necessario far ricorso a misure straordinarie”.

Poi, l'assessore della giunta capitolina spiega che l'obiettivo è quello di rendere vivibili le notti romane dei cittadini e dei turisti, senza che questi debbano incorre in situazioni spiacevoli o di pericolo, mantenendo oltretutto il decoro della città. In chiusura annuncia, anche per quest'anno, la presenza di locandine che riassumono prescrizioni e luoghi di interesse, in italiano ed in inglese,e che saranno consegnate agli esercenti.




ROMA -TIBURTINA, IMMIGRATI: E' EMERGENZA UMANITARIA

di Christian Montagna e Matteo La Stella

 

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Roma – “Vergogna vergogna…anziché mandare la protezione civile con acqua, vestiti, servizi igienici…stanno mandando la forza bruta”. Sono queste le parole con cui Nicola La Triglia, un giovane siciliano volontario mosso da un senso di fratellanza e solidarietà, ha commentato l’emergenza umanitaria che sta vivendo il quartiere Tiburtino di Roma. A pochi passi dal cimitero del Verano, tra Piazza Bologna e il ponte che porta su Via Tiburtina si sta consumando una vera e propria tragedia, taciuta e minimizzata da chi non vuole assumersi le responsabilità di politiche inconcludenti ed errate sulla gestione degli immigrati. Bambini, donne e giovani adolescenti abbandonati per le strade, come bestie, senza acqua né cibo, senza sapere nemmeno quali siano le sorti che li attendono: giacciono, in attesa di essere riconosciuti come umani.


L’Osservatore d’Italia ha intervistato il giovane volontario siciliano che da anni vive nella capitale e che dinanzi a tale scempio non è riuscito ad essere indifferente. Nicola dopo aver diverse volte visto cumuli di gente in quel tratto di strada, ha deciso di uscire ed è andato a portare il suo sostegno. Ci ha parlato di persone “ trattate come delinquenti per il solo fatto di esserci, di occupare il nostro suolo.”


D: L’emergenza umanitaria che sta vivendo il quartiere Tiburtina è tangibile. Oggi, la risposta della Stato italiano è stata quella di inviare sul posto i militari. Puoi raccontarci cosa è accaduto all’arrivo della polizia a Tiburtina?

R: “ Oggi, erano circa 400 persone per strada, ad abitare i marciapiedi. Ieri, oltre 800. Ho visto mamme stanche e scalze scappare con bambini in braccio. Mi sono vergognato e ho chiesto scusa a nome degli italiani. Non è questo il modo di agire! Sono riuscito a trovare tra gli immigrati qualcuno che riuscisse a parlare inglese e sono riuscito a comunicare con loro. ”


D: Visto che sei riuscito a comunicare con loro, cosa ti hanno raccontato?

R: “ Hanno parlato di viaggi della speranza, lunghi ed interminabili. Ore e ore nella speranza di raggiungere la destinazione sani e salvi. Mi hanno raccontato anche delle cifre astronomiche con cui sono stati pagati questi viaggi a bordo di carrette fatiscenti.”


D: C’è bisogno di aiuto in questo momento, di solidarietà e di lotta contro l’indifferenza: cosa vuoi chiedere ai tuoi connazionali? 

R: “ Vi chiedo semplicemente di non stare a guardare, svuotate gli armadi, portate cibo, acqua, giochi per bambini, vestiti e SORRISI e venite ad aiutarci”

 

D- Cosa hai pensato non appena l’emergenza umanitaria ti si è palesata?

R: “Mi sono chiesto se questo è un uomo. Due mesi fa mi trovavo a Calcutta dove ho visto esseri umani poveri dormire a terra, senza cibo, in condizioni sanitarie e igieniche inesistenti, nell'indifferenza dei passanti. Adesso sono a Roma, sulla via Tiburtina e vedo più di 800 esseri umani immigrati provenienti dall’Eritrea e dal Sudan stanchi e stremati dal lungo viaggio e ancora in attesa di capire dove andare; dormono per strada, privi di tutto, senza cibo, in condizioni sanitarie e igieniche inesistenti, nell'indifferenza di noi passanti. Tutta questa disumanità si consuma proprio dietro la porta di casa nostra…”

 

D: Cosa pensi del pericolo di diffusione delle malattie lanciato dai numerosi abitanti della zona?

R: “Io non ho nessun tipo di preoccupazione. Sono stato per cento giorni in giro per il mondo e posso garantire che le malattie non si diffondono con una stretta di mano. C’è sicuramente il rischio scabbia ma non ho paura di poterla contrarre.”


La cronaca degli avvenimenti. Dopo il blitz compiuto dalla Polizia nel pomeriggio di giovedì, mirato ad identificare le centinaia di migranti che ormai sono accampati da giorni nei pressi della stazione Tiburtina, questi si sono dileguati per le vie del quartiere, puntando tutto sul vicino centro di accoglienza “Baobab”. Quì sono stati presi in consegna solo i casi limite: donne con bambini, persone debilitate e donne incinta, anche se, dopo la “retata” delle forze dell'ordine, sempre più clandestini hanno bussato alla porta del centro d'accoglienza sito in Via Cupa, ormai al collasso.
Già dal primo intervento degli agenti, i profughi si sono spostati da Piazzale Mazzoni, ripiegando sotto il ponte della Via Tiburtina che gli ha offerto riparo per la notte tra le sue colonne . La parte del Piazzale più vicina al via-vai della stazione è rimasta però adibita ad un grande stendi panni.


Croce Rossa e Protezione Civile all’opera. Da giovedì sera, è intervenuta sul posto anche la Croce Rossa che ha dispensato medicinali e cure ai bisognosi con il desiderio di farsi curare di loro spontanea volontà. Venerdì mattina è stata invece la volta della Protezione Civile che, quasi in visita di cortesia ha distribuito bottigliette d'acqua ai migranti.


Questa mattina. Intorno alle 10 di questa mattina la Polizia è tornata alla carica per l'identificazione producendo solo un grande parapiglia che ha portato nuovamente i profughi alla fuga: un gruppo nutrito si è infatti diretto verso il Verano, prima di disperdersi per le vie che gravitano intorno all'hub ferroviario e a Piazza Bologna. Ma l'occhio della Polizia è sempre presente, e , dall'alto, un elicottero ha cercato di arginare la situazione ormai totalmente fuori controllo.


Poi, intorno alle 12 di venerdì ha preso piede il secondo “arrembaggio” degli agenti per le identificazioni, capace di mettere nuovamente in fuga tutti i profughi da Via Cupa, dove precedentemente si erano stabiliti. In entrambe le azioni gli agenti non sono riusciti ad effettuare alcun controllo. Ora si registra la presenza di 2 pattuglie della Polizia in Piazzale Mazzoni mentre tutti i profughi affollano Via Cupa.


Il centro di accoglienza Baobab. Il centro “Baobab”, intanto, vive un vero e proprio momento di emergenza. Il responsabile dell'unica struttura che sembra essere in grado di ospitare i migranti racconta: “In questo momento -al centro di accoglienza- invece di ospitare 200 persone ce ne sono quasi 800. Per lo più eritrei, etiopici, somali e sudanesi. Solo ieri ne sono arrivati 200”. L'intasamento del centro ha provocato anche problemi alla rete fognaria dello stesso, risolti solo nella notte tra giovedì e venerdì.


Giovedì sera, nell'occhio dell'emergenza ha fatto capolino anche il presidente del Municipio II, Giuseppe Gerace. “Ieri sera siamo rimasti fino a tarda notte insieme a loro all'esterno del centro di accoglienza di via Cupa per accertarci che fossero distribuiti pasti e acqua e che tutti fossero assistiti dai medici della Croce Rossa – ha spiegato Gerace – Siamo dinanzi a persone che fuggono da orribili situazioni e che hanno come unico scopo quello di proseguire il viaggio: abbiamo conosciuto molti giovani e giovanissimi eritrei, donne e bambini. Persone spesso spaventate che stanno collaborando in maniera spontanea all'organizzazione della loro sistemazione, ripulendo i luoghi, distribuendo cibo ai concittadini più deboli in una bellissima logica di solidarietà. Non siamo disponibili ad essere complici di violazioni di diritti umani”.


È da diverse settimane che la stazione Tiburtina ha preso le sembianze di un campo profughi. Tra Largo Mazzoni e Largo delle Crociate, profughi “transitanti” hanno trovato un punto dove stazionare. Loro, in fuga da situazioni velenose, vedono l'Italia come la porta d'Europa per raggiungere nazioni nel quadrante nord di un'Unione più separata che mai. Fino ad inizio maggio i “transitanti” occupavano la struttura abusiva di Via delle Messi d'Oro, finita KO dopo l'intervento del Campidoglio che ne ha disposto l'abbattimento a suon di ruspe. Ora, a risanare la sbandata delle ruspe comunali ci deve pensare il piccolo centro di accoglienza Baobab, che, anche volendo, non dispone dello spazio sufficiente ad ospitare la mole di bisognosi in fila davanti al suo portone da quando Berlino ha fermato il trattato di Schengen per il G7. Una sequela di eventi che ha portato la stazione Tiburtina ad essere un centro di accoglienza dove il soffitto sono le stelle e il caldo, le temperature estive di questi giorni.
Tra gli abitanti del quartiere, inoltre, impazza la convinzione che la situazione non sia gestita in modo ottimale ai piani alti.




ROMA: NCC FUORILEGGE, SEQUESTRATE 67 CARTE DI CIRCOLAZIONE

di Matteo La Stella


Roma – Un'indagine dei Carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Rieti, ha portato al sequestro di 67 carte di circolazione false utilizzate per noleggio con conducente (NCC), dagli stessi autisti abusivi. Durante l'operazione, i militari dell'Arma, in stretta sinergia con la squadra vetture GPIT della Polizia di Roma Capitale, intervenuta nel frangente ultimo per offrire ai carabinieri l'esperienza necessaria in materia e la conoscenza di molti dei soggetti indagati, hanno “battuto” non solo i due aeroporti di Ciampino e Fiumicino, ma anche le principali strutture albergiere capitoline e le stazioni.
L'indagine, nata nel 2011 da un esposto presentato alla Procura reatina in merito a dei rilasci di autorizzazioni NCC da funzionari del comune di Greccio, ha permesso nel tempo all'Autorità Giudiziaria di emettere 76 avvisi di conclusione indagine, conseguenti ad accertamenti e riscontri. Sono 76, dunque, le persone responsabili di concorso in abuso d'ufficio, mentre il funzionario comunale dovrà ora rispondere anche alle accuse di falso materiale ed ideologico commesso da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni. I 67 documenti di circolazione confiscati, erano in uso agli indagati e collegati alle autorizzazioni sotto indagine.


I Carabinieri della compagnia di Rieti sono al lavoro dal 9 giugno, coadiuvati dai colleghi delle compagnie di Roma Casilina, Roma Cassia, Ostia, Roma piazza Dante, Roma Trastevere, Roma Parioli, Roma E.u.r, Roma San Pietro, Roma Trionfale, Roma Montesacro, Tivoli, Pomezia, Civitavecchia, Frascati, Monterotondo, Colleferro, Bracciano, Velletri, Palestrina, Nola (in provincia di Napoli), così da raggiungere i domicili degli indagati.
Il sequestro delle carte di circolazione è avvenuto in tempi consoni e, peraltro, durante l'operazione le forze dell'ordine sono riuscite a congelare una situazione che poteva incendiarsi facilmente, approntando le confische mentre gli indagati si portavano sul posto di lavoro oppure mentre trasportavano i clienti.
Solo all'aeroporto di Fiumicino, uno degli autisti indagati al quale era stata sottratta da poco la carta di circolazione ha tentato di continuare l'illecita attività, staccando dal veicolo il cartello che indicava il sequestro del veicolo. Un'altra pattuglia lo ha però bloccato poco dopo, elargendo nei suoi confronti un altro aspro verbale, condito dalle pesanti sanzioni dovute alla rimozione dei sigilli.


Durante l'operazione, poi, gli agenti hanno 2 conducenti di professione per mancanza della revisione al veicolo, 1 per l'inefficienza del veicolo, e 4 per la mancanza del “voucher”, cioè del titolo di viaggio. Questi ultimi saranno puniti con la sospensione dell'attività da 2 a 8 mesi. 




TIBURTINA, EMERGENZA IMMIGRATI: IL RACCONTO DI UN VOLONTARIO ITALIANO TRA LA GENTE

di Christian Montagna e Matteo La Stella

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Roma – “Vergogna vergogna…anziché mandare la protezione civile con acqua, vestiti, servizi igienici…stanno mandando la forza bruta”. Sono queste le parole con cui Nicola La Triglia, un giovane siciliano volontario mosso da un senso di fratellanza e solidarietà, ha commentato l’emergenza umanitaria che sta vivendo il quartiere Tiburtino di Roma. A pochi passi dal cimitero del Verano, tra Piazza Bologna e il ponte che porta su Via Tiburtina si sta consumando una vera e propria tragedia, taciuta e minimizzata da chi non vuole assumersi le responsabilità di politiche inconcludenti ed errate sulla gestione degli immigrati. Bambini, donne e giovani adolescenti abbandonati per le strade, come bestie, senza acqua né cibo, senza sapere nemmeno quali siano le sorti che li attendono: giacciono, in attesa di essere riconosciuti come umani.

L’Osservatore d’Italia ha intervistato il giovane volontario siciliano che da anni vive nella capitale e che dinanzi a tale scempio non è riuscito ad essere indifferente. Nicola dopo aver diverse volte visto cumuli di gente in quel tratto di strada, ha deciso di uscire ed è andato a portare il suo sostegno. Ci ha parlato di persone “ trattate come delinquenti per il solo fatto di esserci, di occupare il nostro suolo.”

D: L’emergenza umanitaria che sta vivendo il quartiere Tiburtina è tangibile. Oggi, la risposta della Stato italiano è stata quella di inviare sul posto i militari. Puoi raccontarci cosa è accaduto all’arrivo della polizia a Tiburtina?
R: “ Oggi, erano circa 400 persone per strada, ad abitare i marciapiedi. Ieri, oltre 800. Ho visto mamme stanche e scalze scappare con bambini in braccio. Mi sono vergognato e ho chiesto scusa a nome degli italiani. Non è questo il modo di agire! Sono riuscito a trovare tra gli immigrati qualcuno che riuscisse a parlare inglese e sono riuscito a comunicare con loro. ”

D: Visto che sei riuscito a comunicare con loro, cosa ti hanno raccontato?
R: “ Hanno parlato di viaggi della speranza, lunghi ed interminabili. Ore e ore nella speranza di raggiungere la destinazione sani e salvi. Mi hanno raccontato anche delle cifre astronomiche con cui sono stati pagati questi viaggi a bordo di carrette fatiscenti.”

D: C’è bisogno di aiuto in questo momento, di solidarietà e di lotta contro l’indifferenza: cosa vuoi chiedere ai tuoi connazionali?
R: “ Vi chiedo semplicemente di non stare a guardare, svuotate gli armadi, portate cibo, acqua, giochi per bambini, vestiti e SORRISI e venite ad aiutarci”

D- Cosa hai pensato non appena l’emergenza umanitaria ti si è palesata?
R: “Mi sono chiesto se questo è un uomo. Due mesi fa mi trovavo a Calcutta dove ho visto esseri umani poveri dormire a terra, senza cibo, in condizioni sanitarie e igieniche inesistenti, nell'indifferenza dei passanti. Adesso sono a Roma, sulla via Tiburtina e vedo più di 800 esseri umani immigrati provenienti dall’Eritrea e dal Sudan stanchi e stremati dal lungo viaggio e ancora in attesa di capire dove andare; dormono per strada, privi di tutto, senza cibo, in condizioni sanitarie e igieniche inesistenti, nell'indifferenza di noi passanti. Tutta questa disumanità si consuma proprio dietro la porta di casa nostra…”

D: Cosa pensi del pericolo di diffusione delle malattie lanciato dai numerosi abitanti della zona?
R: “Io non ho nessun tipo di preoccupazione. Sono stato per cento giorni in giro per il mondo e posso garantire che le malattie non si diffondono con una stretta di mano. C’è sicuramente il rischio scabbia ma non ho paura di poterla contrarre.”

La cronaca degli avvenimenti. Dopo il blitz compiuto dalla Polizia nel pomeriggio di giovedì, mirato ad identificare le centinaia di migranti che ormai sono accampati da giorni nei pressi della stazione Tiburtina, questi si sono dileguati per le vie del quartiere, puntando tutto sul vicino centro di accoglienza “Baobab”. Quì sono stati presi in consegna solo i casi limite: donne con bambini, persone debilitate e donne incinta, anche se, dopo la “retata” delle forze dell'ordine, sempre più clandestini hanno bussato alla porta del centro d'accoglienza sito in Via Cupa, ormai al collasso.
Già dal primo intervento degli agenti, i profughi si sono spostati da Piazzale Mazzoni, ripiegando sotto il ponte della Via Tiburtina che gli ha offerto riparo per la notte tra le sue colonne . La parte del Piazzale più vicina al via-vai della stazione è rimasta però adibita ad un grande stendi panni.

Croce Rossa e Protezione Civile all’opera. Da giovedì sera, è intervenuta sul posto anche la Croce Rossa che ha dispensato medicinali e cure ai bisognosi con il desiderio di farsi curare di loro spontanea volontà. Venerdì mattina è stata invece la volta della Protezione Civile che, quasi in visita di cortesia ha distribuito bottigliette d'acqua ai migranti.

Questa mattina. Intorno alle 10 di questa mattina la Polizia è tornata alla carica per l'identificazione producendo solo un grande parapiglia che ha portato nuovamente i profughi alla fuga: un gruppo nutrito si è infatti diretto verso il Verano, prima di disperdersi per le vie che gravitano intorno all'hub ferroviario e a Piazza Bologna. Ma l'occhio della Polizia è sempre presente, e , dall'alto, un elicottero ha cercato di arginare la situazione ormai totalmente fuori controllo.

Poi, intorno alle 12 di venerdì ha preso piede il secondo “arrembaggio” degli agenti per le identificazioni, capace di mettere nuovamente in fuga tutti i profughi da Via Cupa, dove precedentemente si erano stabiliti. In entrambe le azioni gli agenti non sono riusciti ad effettuare alcun controllo. Ora si registra la presenza di 2 pattuglie della Polizia in Piazzale Mazzoni mentre tutti i profughi affollano Via Cupa.

Il centro di accoglienza Baobab. Il centro “Baobab”, intanto, vive un vero e proprio momento di emergenza. Il responsabile dell'unica struttura che sembra essere in grado di ospitare i migranti racconta: “In questo momento -al centro di accoglienza- invece di ospitare 200 persone ce ne sono quasi 800. Per lo più eritrei, etiopici, somali e sudanesi. Solo ieri ne sono arrivati 200”. L'intasamento del centro ha provocato anche problemi alla rete fognaria dello stesso, risolti solo nella notte tra giovedì e venerdì.

Giovedì sera, nell'occhio dell'emergenza ha fatto capolino anche il presidente del Municipio II, Giuseppe Gerace. “Ieri sera siamo rimasti fino a tarda notte insieme a loro all'esterno del centro di accoglienza di via Cupa per accertarci che fossero distribuiti pasti e acqua e che tutti fossero assistiti dai medici della Croce Rossa – ha spiegato Gerace – Siamo dinanzi a persone che fuggono da orribili situazioni e che hanno come unico scopo quello di proseguire il viaggio: abbiamo conosciuto molti giovani e giovanissimi eritrei, donne e bambini. Persone spesso spaventate che stanno collaborando in maniera spontanea all'organizzazione della loro sistemazione, ripulendo i luoghi, distribuendo cibo ai concittadini più deboli in una bellissima logica di solidarietà. Non siamo disponibili ad essere complici di violazioni di diritti umani”.

È da diverse settimane che la stazione Tiburtina ha preso le sembianze di un campo profughi. Tra Largo Mazzoni e Largo delle Crociate, profughi “transitanti” hanno trovato un punto dove stazionare. Loro, in fuga da situazioni velenose, vedono l'Italia come la porta d'Europa per raggiungere nazioni nel quadrante nord di un'Unione più separata che mai. Fino ad inizio maggio i “transitanti” occupavano la struttura abusiva di Via delle Messi d'Oro, finita KO dopo l'intervento del Campidoglio che ne ha disposto l'abbattimento a suon di ruspe. Ora, a risanare la sbandata delle ruspe comunali ci deve pensare il piccolo centro di accoglienza Baobab, che, anche volendo, non dispone dello spazio sufficiente ad ospitare la mole di bisognosi in fila davanti al suo portone da quando Berlino ha fermato il trattato di Schengen per il G7. Una sequela di eventi che ha portato la stazione Tiburtina ad essere un centro di accoglienza dove il soffitto sono le stelle e il caldo, le temperature estive di questi giorni.
Tra gli abitanti del quartiere, inoltre, impazza la convinzione che la situazione non sia gestita in modo ottimale ai piani alti.




ROMA, ALITALIA MAINTENCE SYSTEM. SIT IN SOTTO LA SEDE INPS

di Silvio Rossi

Fanno sentire la propria voce i lavoratori di AMS, stanchi di un lungo calvario dovuto alla crisi aziendale, che ha portato alla procedura di concordato, che sembra, fortunatamente, approdare a una conclusione positiva. Nel frattempo, però, da diversi mesi sono stati letteralmente abbandonati dall’istituto previdenziale, che non ha riconosciuto loro i diritti maturati.
Dopo diversi tentativi di soluzione, ignorati da INPS, i lavoratori hanno deciso di rendere più visibile la loro protesta, organizzando un sit-in presso la sede di Via Ciro il Grande. Una soluzione concordata tra lavoratori e sindacati, per non far dimenticare una vicenda che viene vissuta dai protagonisti come un’ingiustizia.
I sindacati del trasporto aereo, congiuntamente, hanno firmato un comunicato, che riportiamo in seguito:
Alitalia Maintenance Systems: Sindacati ad INPS: tempo scaduto I lavoratori ridotti alla fame dall' istituto previdenziale sordo e disinteressato a chi versa loro contributi da anni. Dopo numerosi incontri con l' azienda è sindacati e promesse vane da parte dell’INPS nei confronti dei lavoratori di Alitalia Maintenance Systems, relativamente ai mancati pagamenti del fondo speciale del trasporto aereo, le OO.SS Filt CGIL, Fit CISL, UIL trasporti ed UGL Trasporto aereo, indicono un SIT-IN di protesta il giorno 15 giugno 2015 dalle ore 10:00 alle ore 14:00 presso la sede INPS di via Ciro il Grande perché vengano sbloccati i pagamenti pregressi fermi da settembre 2014. Le OO.SS inoltre, auspicano che si possano trovare soluzioni positive prima della manifestazione. Viceversa, oltre all’appuntamento programmato, continueranno altri azioni di lotta volte ad ottenere quanto dovuto.




ROMA: SALTANO SUL CORNICIONE MA IL MONTACARICHI CEDE, 2 OPERAI FERITI

di Matteo La Stella

Roma – Hanno fatto appena in tempo ad accorgersi che qualcosa nel montacarichi su cui stavano lavorando non andava, così, due operai di nazionalità romena si sono lanciati dallo stesso sul cornicione di un balcone del quinto piano, mentre l'elevatore è uscito di scena, precipitando rovinosamente al piano sottostante. È successo questa mattina, poco dopo le ore 7 e 30 in Via del Corso 286, nel cuore dell'urbe, proprio a due passi dal punto in cui il canale del Corso capitolino sta per sfociare nella centralissima Piazza Venezia.
I due, impegnati nella ristrutturazione dell'Ex Banca Nazionale dell'Agricoltura, erano saliti con il montacarichi fino al quinto piano, prima del fortuito salto che gli ha salvato la vita. Nel saltare i due sono rimasti feriti ma sono riusciti ad appendersi al cornicione del balcone, prima di essere salvati dall'intervento dei Vigili del Fuoco e dagli agenti di Polizia del commissariato Trevi. Sul posto è giunta anche un'ambulanza del 118, pronta a trasportarli al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni dove sono stati internati con un codice giallo ed un codice verde. Un salto nel vuoto, a volte, può salvarti la vita. 




ROMA, VITINIA: RINVENUTI DUE CADAVERI IN UN AUTO

di Matteo La Stella

Roma – Macabra scoperta poco prima delle 10 di giovedì mattina, quando una passante ha scorto all'interno di un auto, in Via Erminio Macario, 2 corpi senza vita che giacevano accanto ad una pistola. Rapida l'allerta della donna al 112 che ha condotto sul posto i Carabinieri. L'ombra imperversa sulle dinamiche che avrebbero portato le due salme a finire esanimi all'interno dell'abitacolo dell'autovettura, peraltro ancora non identificate. Si tratta dei corpi di un uomo e di una donna: lui apparentemente avrebbe avuto 40 anni di età mentre lei, all'incirca 30. Sul posto, in un secondo momento è giunto il medico legale, insieme agli investigatori della scientifica e ai Carabinieri della stazione di Vitini e della compagnia di Ostia, diretti dal capitano Andrea Leacche. 

Per gli investigatori, che ancora non si sbilanciano lasciando aperte tutte le porte che possano portare alla risoluzione, potrebbe trattarsi di un omicidio-suicidio per motivi passionali, anche se la pista dell'omicidio per mano di terzi rimane ancora verosimile e da indagare. 




FIUMICINO: SI SUICIDANO DUE LAVORATORI ALITALIA

di Silvio Rossi

Giornata nera oggi per l’Aeroporto di Fiumicino e per Alitalia. Nel giro di poche ore, a distanza per motivi diversi, due lavoratori della società aeroportuale sono morti suicidi. Il primo evento ha riguardato Maurizio Foglietti, un pilota esperto, cinquantenne, che pochi mesi fa aveva guidato l’aeroplano che aveva portato a Palermo il Presidente Mattarella, imbarcato su un volo civile come un normale passeggero, con tanto di foto mentre stringe le mani all’equipaggio.
Foglietti aveva subito una sospensione dall’azienda dopo che la sera di Pasqua aveva esploso alcuni colpi di pistola contro la parete di casa, durante una lite col fratello. L’episodio aveva certamente scosso il pilota, che pochi giorni dopo è stato coinvolto in un incidente automobilistico, in cui è risultato positivo all’alcool test, e gli era stata ritirata la patente. 

Il suicidio sembra sia avvenuto per impiccagione, ma i Carabinieri intervenuti mantengono il riserbo sulle circostanze, in attesa che si faccia la necessaria chiarezza.
Alle 14, invece, proprio in corrispondenza delle piste, è stato trovato il corpo di un operaio quarantunenne, capo squadra della movimentazione bagagli di Alitalia. Il corpo era appeso a una tettoria di una struttura nella zona di collaudo dei motori.

Sembra non siano stati trovati sul corpo biglietti o messaggi che possono spiegare quanto avvenuto, anche se alcune voci, non verificate, parlano di una probabile crisi coniugale alla base dell’insano gesto. MV, padre di due figli, è stato trovato da alcuni colleghi, che hanno avvertito la Polaria, che sta effettuando le indagini.




AEROPORTO DI FIUMICINO: ANCORA VOLI DIMEZZATI

di Matteo La Stella

Fiumicino(RM) – L'Enac ha disposto la riduzione dell'operatività per lo scalo aeroportuale di Fiumicino dal 80% al 60%, accogliendo la richiesta avanzata da parte di Aeroporti di Roma. L'aeroporto sarà dunque vicino all'essere dimezzato, date le numerose code, i malori e gli imbarchi presenti in numero limitato rispetto ai flussi di viaggiatori, registrati tra le 120mila e le 130mila presenze giornaliere, che aumenteranno già dalla prossima settimana con la prima ondata di partenze per le vacanze estive. 

L'amara situazione dell'aerostazione è riconducibile alle conseguenze dell'incendio perpetrato nel terminal 3 del Leonardo Da Vinci la notte tra lo scorso 6 e 7 maggio: dopo la chiusura del terminal, infatti, il 27 maggio sono stati posti i sigilli anche al molo D dell'aeroporto, compromettendo l'utilizzo di 14 imbarchi dei 47 totali. Inutile il tentativo approntato nel week end, con il dirottamento di circa 20mila passeggeri dei voli low cost sull'aeroporto di Ciampino, il Leonardo Da Vinci di Fiumicino è arrivato ugualmente al collasso domenica scorsa, con l'affluenza giunta a toccare punte di 131mila passeggeri in transito. Dunque la decisione presa da parte della direttrice del Sistema aeroporti Lazio di Enac, Patrizia Terlizzi, di ridurre al 60% le attività, è dettata appunto dai troppi check in rispetto ai pochi gate disponibili. I gate presenti nel molo D, intanto, permangono chiusi, poichè dai rilevamenti effettuati per 4 giorni dall'istituto superiore di Sanità, su apparecchiature dell'Arpa Lazio, le polveri sottili presenti nell'aerea si sono rivelate per 3 volte superiori allo standard consentito, oltre al rilevamento della presenza di due differenti diossine in quantità eccessive. AdR ha sempre sostenuto che i controlli effettuati dalla società privata ingaggiata per suo conto, hanno escluso la presenza di sostanze nocive per la salute. La procura ha chiesto 15 giorni per valutare i risultati che, dal prossimo lunedì dovrebbero essere consegnati al ministero della Salute.
Ieri, inoltre, i risultati del Cnr non sono arrivati.

Il presidente di Enac Vito Riggio, tuona:”Spero di salvare i voli intercontinentali, ma ridurremo le rotte europee e gli aerei italiani: stiamo respingendo turisti e peggiorando la vita dei nostri pendolari. Dopo 35 giorni la sanità pubblica non ci riesce a dire se al Molo D c'è un rischio per la salute oppure no. Qualcuno dovrà pagare questi danni, che si aggiungono ai cento milioni dell'incendio. Solo Alitalia dal 27 maggio a oggi ha perso 15 milioni”.