ROMA, SPARATORIA A TORRENOVA. AGGUATO AD UN GIOVANE

Redazione

Roma – Far West nella periferia della Capitale. È accaduto stanotte in via Domenico Baccarini a Torrenova. Il giovane, con vari precedenti di polizia, si trovava a bordo di un'autovettura quando è stato raggiunto da alcuni colpi d'arma da fuoco. Ferito all'addome e ad un braccio, è stato soccorso dal personale del 118. Accompagnato in ospedale è stato sottoposto ad intervento chirurgico e si trova in prognosi riservata ma non corre pericolo di vita. Intervenuti sul posto gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Romanina, Squadra Mobile e Polizia Scientifica per i rilievi di competenza. Sono in corso le indagini da parte degli investigatori, che stanno ascoltando vari testimoni e raccogliendo informazioni utili per il rintraccio dei malviventi.




ROMA: 112, CENTRALE UNICA PER LE EMERGENZE ATTIVA DA NOVEMBRE

di M.L.S.


Roma – In vista del Giubileo, la capitale d'Italia accelera sul numero unico per le emergenze. Dal primo novembre, infatti, sul territorio di Roma e provincia sarà sufficiente comporre il 112 per entrare in contatto con Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco e Ares per le emergenze di carattere sanitario.
Tutto questo sarà possibile grazie ad una centrale unica per le emergenze, con cui, Roma, compierà un balzo in avanti rispetto al resto d'Italia, preceduta solo dalla Lombardia che sta già testando la medesima soluzione, pronta ad abbracciare nel 2016 l'intero territorio della Regione Lazio. Con il progetto “Nue 112”, ad ogni modo, i numeri di emergenza tradizionali saranno mantenuti in vita per un primo periodo sperimentale.

Unico polo per le emergenze. “La casa della sicurezza di Roma e della sua provincia”, così come è stata definita dal presidente della Regione Lazio Zingaretti durante il sopralluogo del 31 agosto, sorgerà nella ex Casa della Bambina Giuliano Dalmata, al civico 631 della Via Laurentina. Un polo unico per le emergenze interamente finanziato dalla Regione, con un esborso da 3,5 milioni di euro, utile, secondo Zingaretti, a superare:”Un ritardo di 10 anni perché l'indicazione del numero unico europeo dell'emergenza è determinato da 10 anni e, nell'ultimo documento del Governo, si chiede a tutta Italia di dotarsi del 112”. Inoltre, stando alle parole del governatore del Lazio, l'istituzione del numero unico 112 consentirà alle parti chiamate in causa di:”Ottimizzare i tempi d'intervento, e grazie a nuovi sistemi informatici ci sarà anche la geolocalizzazione della chiamata”.

Anche il prefetto al sopralluogo. Ad accompagnare il sopralluogo del numero uno della Regione a quello che sarà il nuovo centro unico per l'emergenza ci ha pensato il prefetto Gabrielli. ”Qui si sta scrivendo una pagina importante della sicurezza non solo della Capitale ma dell'intera Regione – ha spiegato alla fine della visita Franco Gabrielli – devo riconoscere che questo del 112 è stato il primo argomento che ho affrontato con Zingaretti, e finora è stato fatto dalla Regione un grosso lavoro che doterà Roma per un appuntamento importantissimo di uno strumento come il 112”. Per il prefetto”è estremamente importante la parte che attiene alla protezione civile”- in maniera del tutto equivalente a- “questo sistema per la sicurezza dei cittadini; lo stiamo vedendo a Milano: il livello di professionalità delle "sale laiche" hanno dissipato i timori degli apparati di delegare ad altri soggetti la gestione di situazioni particolari. Avere una gestione unitaria, come sta avvenendo in maniera eccellente in Lombardia, sarà un valore aggiunto”. 




ROMA, PIAZZA DEL POPOLO: DONNA MUORE TRAVOLTA DA UN FURGONE

di M.L.S.

Roma – È stata travolta da un furgone da lavoro mentre, insieme a 4 colleghi, stava camminando sul marciapiede per tornare sul posto di lavoro dopo la pausa pranzo. È successo nel primo pomeriggio di martedì 25 agosto, in corrispondenza del numero 8 di Via Maria Adelaide, a due passi dalla centralissima Piazza del Popolo a Roma. Qui, un furgone Hiunday H1 proveniente da Via Ferdinando di Savoia e lanciato in direzione del Muro Torto ha improvvisamente sbandato. In una frazione di secondo il mezzo ha colpito i parapedonali prima di piombare rovinosamente sul gruppo di lavoratori.

Una donna morta. Per Elena Fortuna, una donna di 59 anni, l'impatto è stato fatale. Oltre al decesso della 59enne, una collega di 30 anni ha riportato gravi ferite per cui è stata trasportata in codice rosso al Policlini Umberto I. Per gli altri 3 compagni di lavoro, tutti uomini, sono bastate invece delle medicazioni sul posto da parte dei sanitari.

I soccorsi. Dopo l'allarme, sul posto sono arrivate due squadre dei pompieri, i Carabinieri, gli agenti della polizia locale di Roma Capitale e quelli del commissariato di Polizia Trevi. I primi soccorsi, invece, sarebbero stati approntati da alcuni passanti che hanno sollevato il furgone, liberando così le due donne intrappolate sotto le lamiere.

L'autista. Alla guida del furgone, un operaio italiano che, sotto choc, sarebbe scoppiato in lacrime dopo l'incidente. Stando ai primi rilevamenti, il furgoncino avrebbe sbandato in autonomia prima di impattare contro i parapedonali del marciapiede per poi finire sul gruppo di colleghi. Sulla dinamica della tragedia, intanto, lavorano gli uomini del I Gruppo Trevi della Polizia Locale di Roma Capitale.

Traffico. Con i rilievi in corso su Via Maria Adelaide, la strada è stata chiusa ed il traffico deviato su Via Ferdinando di Savoia. Registrati numerosi disagi alla viabilità prima della riapertura della strada alla fine degli accertamenti tecnici.




ROMA, FUNERALI CASAMONICA: "TUTTI SAPEVANO TUTTO"

di Angelo Barraco
 
Roma – Novità in merito agli allegorici funerali del boss Vittorio Casamonica. Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli, nel corso di una conferenza stampa riferisce che questa è stata “una  vicenda gravissima per il disdoro che ha recato, per la percezione di una citta' non controllata, per l'immagine di una citta” ma non solo dice questo, conferma inoltre che tutti sapevano, dicendo “Le informazioni c'erano, ma non hanno raggiunto i vertici delle strutture che potevano assumere iniziative” aggiunge anche che “Se i vertici delle strutture fossero stati posti nella condizione di conoscere la situazione sicuramente la Questura si sarebbe determinata a far si che le modalita' di svolgimento sarebbero state diverse, almeno nella loro manifestazione di potenza” e per tale motivo capisce perfettamente lo sdegno a livello mondiale che si è venuto a creare e che tutt’ora c’è. Ha concluso “Non ho mai detto che sarebbero rotolate teste, ho sempre detto che la cosa era grave. Se nel caso le teste le fa rotolare il ministro, a partire dalla mia”.
 
Pochi giorni fa è successo a Roma un avvenimento che ha dell’incredibile e che ha lasciato tutto il mondo a bocca aperta per via della sua maestosità e del suo sfarzo, il funerale del boss Vittorio Casamonica, di 65 anni, un esponente di punta dell’omonimo clan che da tempo era osservato speciale dalla procura di Roma per attività illecite. Funerali di lusso per dare l’ultimo saluto al boss nella chiesa di Don Bosco; sembrava una scena di quei film di mafia in cui tutti sanno ma nessuno parla per paura, avete presente? La chiesa era stracolma di gente, una carrozza sfarzosa trainata da sei cavalli neri, elicottero rosa che lanciava petali dal cielo, una banda musicale che all’ingresso del feretro ha suonato la musica de “Il padrino” e a fine funzione è stata suonata la colonna sonora di “2001 Odissea nello spazio”, tutto ciò è normale in un’Italia in cui magistrati come Falcone e Borsellino hanno lottato la mafia e sono morti per combatterla? Qualcosa non torna. Mentre a Roma tutti alzavano le spalle e facevano scaricabarile su chi sapeva e chi non sapeva, mentre emerge inoltre che la prima sezione della Corte d’Appello aveva rilasciato un permesso “urgente” e trasmesso, come conviene di rito alla caserma dei carabinieri di Ciampino, ad Antonio Casamonica, detenuto agli arresti domiciliari e figlio del defunto Vittorio, mentre i due nipoti di Casamonica che erano ai domiciliari hanno ottenuto il permesso dai Carabinieri di Tor Vergata; insomma tutti sapevano.
 
Il Sindaco a tal proposito scrive sui social “Ho chiamato il Prefetto di Roma perché siano accertati i fatti con il dovuto rigore. I morti e i funerali non possono essere strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi. Tutto ciò è intollerabile e non sarà tollerato”. Un tempo la mafia si nascondeva, agiva dietro meandri non accessibili all’occhio comune, adesso invece agisce sotto gli occhi di tutti e con assoluta tranquillità e soprattutto legalità nell’illegalità. Ciò fa sorgere molti dubbi agli italiani e al mondo che ci osserva e ci fa porre tante domande su chi ci governa, su chi ha voluto tutto ciò e anche sul passato e sulle parole di chi è morto per la lotta alla mafia. In seguito alla morte di Borsellino, fu fatta un’intervista al dott. Antonino Caponneto-stretto collaboratore di Falcone e Borsellino nonché amico, Caponneto disse una frase che oggi risuona familiare, sinistra e attuale; “E’ finito tutto”. 



ROMA: IN POCHE ORE DUE INCIDENTI MORTALI E UNO CON FERITI GRAVI

Redazione

Roma – Notte tragica nel municipio di Ostia che ha visto questa notte due incidenti mortali ed uno con feriti gravi, succedersi nello spazio di poche ore. Il primo episodio alle ore 22 quando al km 20.300 della via del mare, un pedone, J.I. uomo di 67 anni, viene travolto da un'auto poi datasi alla fuga. Trasportato all'ospedale Grassi, viene inizialmente considerato un "codice giallo", poi un improvviso aggravamento e la morte dopo poche ore. Sull'auto pirata e sul suo conducente, indagano i caschi bianchi del X gruppo Mare diretti dal comandante Antonio Di Maggio. Alle 22.30 circa, il secondo incidente mortale in piazza Fonte degli Acilii in zona Casal Palocco. Un poliziotto che viaggiava con la propria moglie a bordo di una moto si schianta sulla fontana al centro della piazza. Inutili I soccorsi. Trasportato in ospedale l'uomo è deceduto al Sant'Eugenio, mentre la moglie è tutt'ora ricoverata al Grassi. Stessa scena poche ore dopo, all'una circa del mattino: un'altra moto si schianta contro la fontana di Piazza Fonte degli Acilii, a guidarla un uomo poi ricoverato per gravi ferite all'ospedale Grassi di Ostia.




ROMA: ECCO COME IL COMUNE METTE A RISCHIO LA VITA DEI DISABILI

Redazione

Roma – Scivolo o trappola per disabili? Dalla foto scattata da un lettore de L'Osservatore d'Italia si vede chiaramente quello che sembra essere a tutti gli effetti uno scivolo per disabili situato sulla via Cristoforo Colombo in prossimità di una curva, senza strisce pedonali e senza un semaforo. Praticamente il malcapitato disabile semmai decidesse di attraversare rischierebbe seriamente la vita in quanto la via è notoriamente ad alto scorrimento ed è notoriamente una delle vie più pericolose della capitale. "Quale mente ha potuto partorire una simile trappola per disabili? – Commenta Ivan Galea coordinatore AssoTutela di Roma e provincia – Come minimo – prosegue Galea – dovrebbe esserci un semaforo in prossimità dell'attraversamento, delle strisce orizzontali ed una adeguata segnaletica che consenta, alle persone diversamente abili e non, di poter attraversare la strada in sicurezza".




ROMA, GIUBILEO: EVASIONE FISCALE PER 900 TRA ALBERGHI E B&B, IL COMUNE CHIEDE GLI ARRETRATI

di M.L.S.


Roma – Con l'Anno Santo, una miriade di pellegrini si riverseranno nella Capitale e nelle sue strutture ricettive, garantendo un incremento delle prenotazioni negli hotel e nei bed and breakfast all'ombra del “Cuppolone”. Un dato ormai assodato, basti pensare alle recenti rivelazioni del numero uno di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, secondo cui l'impennata delle prenotazioni pari al 5% diverrebbe lampante soprattutto nelle giornate dell'apertura giubilare e in altre date importanti, come per esempio quella del 4 settembre 2016, che sarà dedicata interamente a Madre Teresa. Dunque, una pioggia di affari per i locatari che in caso di cattiva condotta fiscale dovranno vedersela con il Campidoglio.

1600 inviti di pagamento
. Già dai primi di luglio, infatti, dal dipartimento Risorse economiche di Roma Capitale sarebbero stati spediti 1600 inviti di pagamento nei confronti di 900 alberghi e bed and breakfast di Roma. I titolari morosi, secondo gli uffici capitolini, hanno violato l'obbligo trimestrale che impone alle strutture di comunicare in Campidoglio il numero delle notti che i viandanti passano nelle strutture, oltre ad aver “dimenticato” i versamenti delle tasse di soggiorno. Inoltre, per mano ad Aequa Roma, società che si occupa della riscossione dei crediti a Roma, il Campidoglio continuerà la “ronda” tra le strutture ricettive dell'Urbe fino alla fine del 2015. In questo modo, oltre al completamento dei verbali già inviati saranno passate al vaglio altre 2mila strutture che sono già state adocchiate. Una manovra che negli ultimi due anni ha portato 5 milioni di euro nelle casse di Palazzo Senatorio che nei prossimi mesi saliranno fino a raggiungere quota 30 milioni di euro.

Causi chiede impegno. Intanto, il vicesindaco Causi chiede etica, rigore e legalità agli imprenditori, sollecitando anche un interessamento da parte dell'Agenzia delle entrate. "Lo stesso impegno profuso per le strutture ricettive ora va ampliato per il supporto all'accertamento dei tributi erariali. Questo è uno dei primi punti che intendo affrontare a partire da settembre. Le capacità e la conoscenza del territorio dei nostri uffici vanno legate a una forte collaborazione con l'Agenzia delle entrate", ha commentato Causi dopo aver incontrato i dipendenti del dipartimento. 




ROMA, FUNERALI DEL BOSS CASAMONICA: LO SCANDALO SI ALLARGA

Emergono retroscena sconcertanti che mettono al muro responsabilità di tutto l’apparato di sicurezza e controllo della capitale romana, Prefetto, Sindaco e Carabinieri

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Lo scandalo del funerale del “re dei Casamonica” si allarga e a macchia d’olio. Dai Caraibi il Sindaco Marino inviava la cartolina delle tre scimmiette, non vedo, non sento e non parlo. Il Prefetto Gabrielli, che si era dichiarato estraneo a qualsiasi informazione preventiva sul funerale Hollywoodiano nel cuore di Roma, è stato incaricato dal Ministro dell’interno (anche lui scandalizzato) di effettuare un’indagine e preparare una relazione da lasciare sulla scrivania. Queste sono le prime arringhe che i referenti istituzionali del governo e del comune hanno rilasciato al mondo intero.. e si, perché questo funerale, con tanto di cavalli e carrozza fatta venire da Napoli, petali lanciati sopra il cielo di Roma senza autorizzazione, alla faccia di qualsiasi controllo, è finito su tutti i giornali mondiali. Insomma tutte scandalizzate le istituzioni, mentre la comunità dei Casamonica rivendicano i propri diritti.

Imbarazzanti retroscena. Ma…ora si viene a scoprire che il presidente della prima sezione della Corte d’Appello aveva rilasciato un permesso “urgente” e trasmesso, come conviene di rito alla caserma dei carabinieri di Ciampino, ad Antonio Casamonica, detenuto agli arresti domiciliari e figlio del defunto Vittorio, a partecipare come giusto che sia, ai funerali presso la parrocchia di San Giovanni Bosco al quartiere Cinecittà di Roma. Insomma Prefettura e Carabinieri erano a conoscenza preventiva di questo evento. Stessa sorte avverrà per due nipoti di Vittorio Casamonica anch’essi ai domiciliari, questa volta il permesso viene inviato alla stazione dei Carabinieri di Tor Vergata.

Lo Scarica barile comincia a tentennare, anzi fa acqua da tutte le parti. Anche il vicepresidente della Federazione Nazionale imprese onoranze funebri spiega ai giornali che sono tenuti a informare l'ufficio comunale di polizia mortuaria del Comune di competenza fornendo indicazioni su luogo e orario di partenza del feretro, luogo e orario di celebrazione della cerimonia religiosa e sul luogo di sepoltura. Ovviamente è il Comune che una volta investito delle informazioni fa i suoi relativi accertamenti che deve valere per tutti, siano essi personaggi noti o meno noti.
E ciliegina sulla torta arriva anche l’arringa del parroco di San Giovanni Bosco che ha celebrato i funerali e lo fa tramite il sito web della chiesa dopo che si è trovato al centro di un’attenzione mediatica, ovviamente non ci sta a passare per il capro espiatorio, e spiegando che è un prete e non un poliziotto, tanto meno un giudice, non conosceva personalmente il nome del boss dei Casamonica “per me poteva essere il più lontano dei parenti” risponde ad una domanda che qui riportiamo: “Molti mi hanno rimproverato di non aver bloccato il funerale a un boss che ne ha combinate più che Bertoldo. Ma se era così fuori norma, perché mai era a piede libero? Hanno aspettato la sua morte sperando che lo… ‘arrestasse’ il parroco? Mio dovere è distribuire misericordia, m’insegna Papa Francesco. Ed è quello faccio”.


Il Parroco prova a far chiarezza anche sul caso Pergiorgio Welby, che etichetta non congruo con quello che è accaduto con il funerale. Ricordiamo che in quella occasione il Vicariato aveva invece impedito le esequie poiché reputava Piergiorgio Welby un uomo che era andato contro la dottrina cattolica, avendo chiesto l'interruzione della ventilazione che lo teneva in vita da anni. Così, per dare un colpo secco alle polemiche sollevate, sul sito il parroco scrive: “…In quel caso è intervenuto il Vicario del Papa, assumendosene la responsabilità e ordinando al parroco di non celebrare il funerale. Welby, se non vado errato, era non più considerato cattolico. A me nessuno ha detto nulla. Pregare per un morto, chiunque esso sia, non è proibito. Anche per Welby, del resto, i salesiani hanno pregato e molto e la chiesa è rimasta aperta tutto il giorno”, e con la massima “Parce sepulto, dicevano gli antichi romani (cfr Virgilio, Eneide III, 41), che pure non erano così teneri con chi rompeva loro le scatole. Oggi pare non sia più di moda. Pazienza!!!” si liquida dalle contestazioni.

E Marino? Dal suo blog fa sapere “I vivi hanno parlato con il corpo di un morto, quello di Vittorio Casamonica. Nessuno vuole negare una silenziosa pietà umana, proprio nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia ma, come bene ha detto don Luigi Ciotti, non possiamo permettere che il rito religioso sia strumentalizzato”. 

Dopo questi scarica barile delle responsabilità ai cittadini invece piacerebbe sapere quanto questa farsa deve andare avanti, questa offesa all’intelligenza delle persone che attonite vengono a conoscenza di questi retroscena. A Roma è stato celebrato il "funerale dell’onestà", con il reportage dettagliato sbattuto su tutte le prime pagine dei giornali anche del resto del mondo, che parla di una sciatteria unica. Roma, la capitale del mondo, inebriata dal profumo di mafia e di corruzione esiste anche una grande incompetenza, che si vuole ancora ostentare e dipingere con colori non idonei alle proprie responsabilità…
Una misera figura agli occhi del mondo intero, che ha fotografato l’oggettiva e insostenibile situazione ai pellegrini che dovrebbero presto arrivare sulle nostre strade e partecipare al Giubileo della Misericordia, mai un nome più appropriato poteva scegliere Papa Francesco.

Il Re Vittorio Casamonica ha squarciato una crepa insanabile e quel poco di credibile che ancora era rimasto in piedi dopo lo tsunami di Mafia Capitale. La comunità dei sinti si inalbera, e viste le incompetenze emerse loro hanno fatto tutto in regola. Così è se vi pare!




ROMA: MINACCIAVA LA MADRE CON UNA MANNAIA. ARRESTATO

di A.B.
 
Roma – “Di tutti i diritti delle donne, il più grande è quello di essere madre” diceva Lin Yutang, ma una madre non si potrebbe mai aspettare che presto o tardi la creatura che ha portato per nove mesi in grembo, che ha allattato, che ha tenuto in braccio e abbracciato in lunghe notti insonni si ritorce contro in modo violento. Quando questo accade, per una madre è un duro colpo, cadono le sicurezze di avere un figlio e una spalla e soprattutto di avere in quel figlio il riflesso del futuro. A Roma è accaduto che un 17enne minacciava la madre e alle minacce si aggiungeva la violenza fisica, motivo? Il denaro. La donna era stanca e spaventata da questo comportamento del figlio e non poteva più sopportare questa estenuante situazione e ha denunciato. Il 17enne è stato arrestato per maltrattamenti, estorsione e detenzione e produzione di sostanza stupefacente. Il giovane infatti teneva una pianta di marijuana. Per quanto riguarda la violenza fisica, la donna aveva subito diverse volte percosse e tali violenze erano documentate dai referti. Il giovane inoltre intimidiva e minacciava la madre con una mannaia. 



ROMA, CASAMONICA: ECCO DAL 2010 A OGGI LE OPERAZIONI DI CONTRASTO ALLA MALAVITA

Redazione

Roma – Sono tutti elencati gli importanti risultati conseguiti dalle forze dell’ordine romane sul fronte del contrasto alla malavita collegata al clan Casamonica:
Dal 2010 ad oggi, la Polizia di Stato, in particolare la Squadra Mobile della Questura di Roma ha eseguito, nei confronti del clan Casamonica e personaggi ad esso collegato, 62 provvedimenti di custodia cautelare a seguito di indagini. In tali circostanze sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per oltre 3 milioni di Euro.
In particolare:
Il 22 settembre 2010 : ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Roma in data 15.9.2010 nei confronti di 11 persone, tra cui CASAMONICA Guerino, detto Marco, di anni 35 per reati contro il patrimonio.
Il 24 gennaio 2012: ordinanza di custodia cautelare a carico di 39 componenti dei CASAMONICA [congiuntamente al Gruppo Carabinieri di Frascati] ritenuti affiliati ad una organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con contestuale sequestro di beni mobili e immobili (civili abitazioni e terreni) per un valore di circa 3 milioni di euro. In particolare sono state sequestrate 16 abitazioni, 36 autovetture e 90 conti correnti bancari.
Sempre nel 2012, il 2 aprile: ordinanza di custodia cautelare nei confronti di CASAMONICA Pasquale, detto “Rocky”, 27 anni, CASAMONICA Salvatore, detto “Andrea” 27 anni, COCCIA Damiano,27 anni e CASAMONICA Concetta, 44 anni, indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Il 20 marzo 2015: ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti 8 persone, componenti del clan CASAMONICA o affiliate a esso, ritenute responsabili, in concorso tra loro, dei reati di estorsione aggravata e usura nei confronti di esercenti attività imprenditoriali site in questa Capitale, con numerosi sequestri di beni, segnatamente vetture di alta gamma, preziosi vari, denaro.
Nello stesso periodo, personale del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri ha eseguito misure cautelari e/o arresti nei confronti di 55 persone appartenenti alla famiglia CASAMONICA per vari reati, prevalentemente di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e usura.
Al riguardo si citano, tra i tanti, gli interventi più recenti eseguiti dai reparti del Comando Provinciale Carabinieri di Roma:
 12 novembre 2014: ordinanza di custodia cautelare, nell’ambito dell’indagine Vulcano del Nucleo Investigativo CC di Frascati, nei confronti di CASAMONICA Antonietta, 41 anni, SPADA Angelo, 54 anni, SPADA Domenico, 35 anni, SPINELLI Antonietta, 34 anni, per reati di usura, con contestuale sequestro preventivo di beni immobili;
 15 novembre 2014, fermo di indiziato di delitto di CASAMONICA Guerino, 45 anni, per tentato omicidio e detenzione abusiva di arma da fuoco;
 10 febbraio 2015: ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dal Nucleo Investigativo CC di Roma, nell’ambito dell’indagine Tulipano, di CASAMONICA Ferruccio, 65 anni, e CASAMONICA Guido, 40 anni, per estorsione.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, nel maggio del 2013, ha sequestrato beni mobili ed immobili per un valore complessivo di oltre € 1'450'000,00, confiscati a CASAMONICA Raffaele, di anni 55, membro dell’omonimo clan, già condannato per i reati di usura, con tassi di interesse superiori al 150%, ed estorsione.
Confiscati e, quindi, entrati nella piena disponibilità dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati:
• n. 5 terreni in Roma (località Valle Cupella);
• n. 5 unità immobiliari in Roma (n. 1 abitazione sita in località Valle Cupella
• n. 3 garage/box e n. 1 magazzino siti in via Leopoldo Micucci);
• n. 6 autovetture (n. 1 Ferrari Spider, n. 3 Fiat 500, n. 2 Volkswagen Golf);
• n. 7 rapporti finanziari (provviste finanziarie totali per € 260.000,00 circa)




ROMA, FUNERALI DEL BOSS DI CASAMONICA: L’OLTRAGGIO ALLA CAPITALE FA IL GIRO DEL MONDO

Sei cavalli e una carrozza da Lucky Luciano una vera ostentazione del potere mafioso al centro di Roma  che ha concretamente dimostrato che nella capitale non esiste alcun controllo e sicurezza, mentre la politica va avanti a post elettorali twittati per assopire una ferita talmente profonda che neppure un ipotetico film “The Cafonal” riuscirebbe a raccontare nei minimi dettagli

di Cinzia Marchegiani

Roma – Un funerale in grande stile per il boss dei Casamonica ha risvegliato le coscienze assopite dei romani, ma nessuno sapeva nulla, il Sindaco è caduto dalle nuvole, la Polizia Municipale forse stava di guardia altrove, e ciliegina sulla torta neppure il Prefetto Gabrielli aveva avuto sentore di questo grande show Hollywoodiano consumato al centro di Roma, mica in periferia! "Di questa vicenda la Prefettura non aveva alcuna contezza. Ne chiederemo conto, per cercare di capire, al di là dei clamori, eventuali responsabilità"- ha specificato subito il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, commentando i funerali di Vittorio Casamonica che imbarazzato si giustifica: " Senza dubbio c'è stato un difetto di comunicazione, e questo lo dico senza voler fare processi, né mettere nessuno sul banco degli imputati. Dunque è opportuno capire i termini precisi di quanto avvenuto, senza sottovalutare, ma senza nemmeno farci trascinare dal clamore. Aspetto che gli uffici mi riferiscano e poi decideremo". Come dire.a Roma tutto può accadere evidentemente questo spettacolo macabro segna definitivamente lo stato effmero di controllo della Capiatle, figuriamoci per un eventuale attacco del Califfato, ma forse ci ha ripensato anche l’ISIS. 

Sfarso, lusso, petali di fiori dal cielo gettati da un elicottero, musica del padrino e manifesti che associano il "re dei Casamonica" a San Pietro e il Colosseo, ad incorniciare il “re di Roma” atteso nel regno dei cieli. Vittorio Casamonica ha avuto la sepoltura che la sua comunità gli aveva organizzato con ogni minimo dettaglio esaudito, la sua gente lo acclama, e Roma in silenzio ha chinato la testa, un rituale comune anche quando passa la Madonna sotto i terrazzi dei boss in Sicilia.

Oltraggio e disgusto. Roma ha subito ancora un oltraggio finito su tutti i giornali del mondo, descritto con la parola “Disgusto”. La capitale del malaffare e della corruzione che attende la decisione dello sciogliemnto del Comune ieri ha proclamato la disfatta, è stata stuprata ancora una volta, lesa nella sua dignità, e ironia della sorte il giorno dall’annuncio del maxi processo che partirà a novembre, il mese dei morti, che vede dietro ai banchi degli imputati ben 59 indagati, tra politici, imprenditori assieme al ras delle cooperative romane, e Massimo carminati, che sono rusciti grazie ai politici nostrani “made Rome”, a fare dei servizi dei accoglienza, manutenzione verde e gare e appalti pubblici, la fortunata gallina dalla uova d’oro. Zingaretti pure è in silenzio, per lui la Regione Lazio è andata in vacanza dopo il 4 giugno scorso, il giorno dopo che alla Pisana è stato consumato il suo “processo” nell’aula del Consiglio regionale perché Buzzi dal carcere sardo ha fatto il suo nome e quello di tanti altri, compreso quello del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori, ma lui in aula dirà che nessuno della Regione Lazio è stato nominato. 

Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia interviene denunciando come sia allarmante che il funerale di un esponente del clan Casamonica, coinvolto in numerose inchieste sulla criminalità romana e su Mafia Capitale, si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso: “Quanto avvenuto oggi a Roma non è francamente accettabile. Sarà necessario accertare se tutto questo sia accaduto con o senza le dovute autorizzazioni. Preoccupa in ogni caso il clima di consenso che ha accompagnato una simile messa in scena, che dovrebbe fugare ogni dubbio sull'esistenza della mafia nella Capitale e raddoppiare l'impegno delle istituzioni a contrastarne la forza e la capacità di inquinare ampi settori della società e della pubblica amministrazione".
Per Zingaretti parlerà Matteo Orfini, presidente del PD, che si ricorda solo ora che a Roma c’è la Mafia: “ Mai più. Roma non può essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino”, mentre l’espressione del Mondo di Mezzo vede per ora le dietro sbarre i suoi compagni di partito.
Il Sindaco di Roma, non si capacita e afferma di aver contattato il Prefetto perché siano accertati i fatti: “È intollerabile che i funerali siano strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi” così commenta questa squallida storia che se fosse un film sulla fine di Roma avrebbe un titolo calzante, “The Cafonal”.

Poi un sussulto di orgoglio anche Zingaretti twitta: “Dal funerale di Vittorio Casamonica un messaggio terribile da combattere con tutte le nostre forze”, ancora attendiamo un commento sul maxi processo appena calendarizzato il 5 novembre 2015, che ha accorpato gli indagati due stagioni dell’inchiesta su Mafia Capitale, per la terza occorrerà attendere i verbali delle interrogazioni di Odeavaine, la gola profonda che mette paura a molti politici delle alte sfere del governo.

Anche il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano è stato buttato giù dalla sedia ed ha chiesto al prefetto Gabrielli una relazione dettagliata sulla vicenda, come si apprende da fonti del Viminale.

Sei cavalli e una carrozza da Lucky Luciano una vera ostentazione del potere mafioso al centro di Roma che ha concretamente dimostrato che nella capitale non esiste alcun controllo e sicurezza, mentre la politica va avanti a post elettorali twittati, per assopire una ferita talmente profonda che neppure un film The Cafonal" riuscirebbe a raccontare nei minimi dettagli.

 

CASAMONICA, CLEMENTE (VIGILI): AGENTI PRESENTI SOLO PER GARANTIRE SICUREZZA TRAFFICO

“Ieri mattina alle 10.00 il gruppo Tuscolano ha ricevuto la comunicazione di un grande ingorgo sulla via Tuscolana, fuori dal raccordo anulare ma in direzione centro città. A quel punto la sala operativa ha inviato una pattuglia per verificare le ragioni del blocco della circolazione. Gli agenti intervenuti hanno scoperto, in quel momento, che l’intralcio era dovuto alla presenza di un corteo funebre costituito da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto. Tutte al seguito del carro. Ciò avveniva all’altezza dello svincolo tra la via Tuscolana e il raccordo anulare. Per impedire che il blocco del traffico si estendesse anche al raccordo, i vigili hanno fatto accostare il corteo e regolato il tratto di carreggiata per far defluire la circolazione che nel frattempo si era intasata alle spalle della processione. Lo stesso corteo è stato quindi allontanato dalla via Tuscolana per evitare che si creassero ulteriori disagi in una zona della città densamente abitata e trafficata, facendolo transitare per piazza Quinto Curzio. Contemporaneamente, sono intervenute altre tre pattuglie in piazza don Bosco per impedire che le numerose auto che nel frattempo erano già convenute per la cerimonia funebre, bloccassero la circolazione e le linee di trasporto pubblico. Pertanto, l’attività della Polizia Locale di Roma Capitale nella vicenda del funerale di Vittorio Casamonica si è limitata alla sola garanzia della sicurezza della circolazione. In questo frangente, insieme ad AMA, gli agenti si sono preoccupati di sollecitare la pulizia della sede stradale ingombrata dai fiori lanciati dai partecipanti al corteo, che potevano mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini, specie di quanti si muovono sulle due ruote. Tutte queste informazioni sono contenute in una nota al prefetto di Roma, Franco Gabrielli, nell’ambito di una inchiesta che lui stesso ha attivato presso tutte le Forze di Polizia”. Così in una nota il Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente.