ROMA, LA POLIZIA LOCALE STANA I "FURBETTI" DELLE MULTE

Redazione

Roma – Un nucleo investigativo del Comando Generale è da tempo all'opera per scoprire alcuni conducenti che hanno a loro carico numerosi verbali non pagati. Si parte in genere da alcune segnalazioni che giungono dall'Ufficio Contravvenzioni, ove risultano accumuli di multe che tornano indietro; oppure spesso si parte da denunce di cittadini di altre città, che presentano ricorso in quanto destinatari di multe prese a Roma.

E' il caso di un signore toscano che nell'ultimo anno ha ricevuto decine di verbali per passaggio nel varco ZTL, il quale dichiarava di non essere mai stato a Roma. I Vigili, preso il caso in analisi, hanno visionato le immagini delle telecamere, individuando un romano che modificava i numeri della targa della sua 500 pensando di rimanere impunito: è stato abbastanza facile per loro risalire al reale numero della targa e andare a trovare il trasgressore, notificandogli non solo le multe, ma anche una denuncia per contraffazione e falso in atto pubblico commesso da privato.

In un altro caso, una società aveva cambiato nome e sede, senza trascrivere le variazioni sulla Carta di Circolazione: i verbali accumulati, ben 590, arrivavano tutti al vecchio indirizzo e tornavano sempre indietro. Gli investigatori, analizzando i tabulati, hanno scoperto che le multe venivano in gran parte prese con lo Street Control: moltissime riportavano le coordinate geografiche di un punto di Via Cola di Rienzo, quindi è bastato ai vigili fare una breve ricerca sul posto, trovando l'auto sullo stesso marciapiede, sempre in sosta vietata. Questione di tempo, il conducente è tornato a prendere il veicolo ma ha trovato gli agenti, che hanno trovato la nuova sede e il nuovo nome della società, hanno ritirato la Carta di Circolazione al titolare, che a breve riceverà le notifiche dei nuovi verbali, ammontano a un totale di circa 50,000 euro.

Un terzo caso si riferisce ad una cittadina che circolava con un permesso invalidi intestato ad una parente deceduta da nove anni, e presentava anche ricorsi a nome della stessa. Un controllo anagrafico ha svelato tutto, la responsabile è stata denunciata all'Autorità Giudiziaria, e le indagini sono ancora in corso sulle documentazioni presentate.
I Vigili sono al lavoro costantemente per stanare i furbetti convinti della loro impunità: molti altri casi analoghi sono sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, e presto verranno alla luce.
Continua l'opera di ripristino della legalità fortemente voluta dal Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca.




ROMA, PAURA ALLA STAZIONE TERMINI: UOMO IN GIRO CON FUCILE MA ERA GIOCATTOLO

Redazione

Roma – Davvero momenti panico alla stazione Termini di Roma. Tutto è iniziato dalla segnalazione di un un uomo armato di fucile che si aggirava nello scalo romano. Gente che scappava in preda al panico, forze dell'ordine che hanno evacuato la stazione e cominciato a setacciare i binari, bloccato alcuni treni, ma dell'uomo nessuna traccia. Verso le 21 quell'uomo con il cappellino e l'arma in mano era stato bloccato da un carabiniere su un treno in prossimità di Anagni perché aveva un'arma giocattolo, ma poi era stato lasciato andare dal momento che la circostanza non era stata collegata con l'allarme e la evacuazione della stazione Termini. I carabinieri ora sono impegnati in ricerche in tutta la zona del Frusinate.Si tratterebbe di un italiano di 40 anni, con problemi comportamentali, uno "sbandato", "un barbone" lo ha definito uno degli investigatori. E l'arma era palesemente un'arma giocattolo con tanto di tappo rosso.

"Abbiamo davvero avuto paura e sono stati momenti terribili – hanno raccontato alcuni commercianti – siamo scappati senza neanche chiudere il registratore di cassa". Nel caso l'uomo sia rintracciato verrà denunciato per procurato allarme. Intanto, proseguono serrate le ricerche delle forze dell'ordine nell'area adiacente alla stazione di Anagni. La sua presenza, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, è stata segnalata alla stazione Termini attorno alle 19. Le telecamere della stazione avrebbero ripreso un soggetto con un cappellino e delle scarpe a punta che, alle 19.42, ha preso il treno per Anagni. La stazione Termini a Roma era stata evacuata. Polizia e carabinieri avevano fatto controlli e proceduto alla bonifica dell'area che aveva dato esito negativo. I controlli si erano poi estesi all'esterno dello scalo mentre i passeggeri erano stati riammessi in stazione. Durante l'evacuazione i negozi erano stati chiusi.




ROMA, CROLLO LUNGOTEVERE FLAMINIO: S'INDAGA PER DISASTRO COLPOSO

Redazione Cronache

Roma – La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per disastro colposo, coordinato dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari, sul crollo che ha interessato il palazzo che fa angolo fra il lungotevere Flaminio e piazza Gentile da Fabriano.Intanto, l’edificio interessato dal crollo risulta ancora inagibile. La protezione civile sta offrendo assistenza alloggiativa agli evacuati mentre il lungotevere è ancora chiuso in alcuni tratti e la polizia locale ha predisposto un sistema di deviazioni al traffico nella zona.
 

L'INCHIESTA Potrebbero essere stati dei lavori in un appartamento dell'edificio a causare il crollo di una parte del palazzo di lungotevere Flaminio 70, a Roma. E' l'ipotesi su cui si sta lavorando in queste ore. Il comandante dei vigili urbani di Roma Raffaele Clemente, accorso sul posto, spiega che "c'è un'indagine di polizia giudiziaria, pare ci fossero dei lavori e dobbiamo capire che tipo di interazione ci sia stata tra i lavori e il collasso". Anche un inquilino suggerisce un problema legato a lavori interni a un appartamento, al V piano, ricordando infatti che "il palazzo era stato ristrutturato due mesi fa, ed erano stati scongiurati i rischi primari. Si tratta di uno stabile del 1928, finito nel 1939 – riporta – costruito con determinati criteri strutturali. Tutto il resto dell'edificio infatti ha retto, qualcosa sarà successo al V piano, e infatti il solaio sottostante regge da solo il peso delle macerie". L'appartamento, ricorda l'uomo, era stato appena acquistato, "a 1,1 milioni" e dai balconi si gode di una straordinaria vista sul fiume, su Monte Mario e fino alla Farnesina".

Dunque sotto i riflettori i lavori di ristrutturazione in corso nell’appartamento del quinto piano, dove sarebbero stati eliminati tutti i tramezzi, e sul sovraccarico del sesto, sulla cui terrazza – hanno raccontato ieri alcuni testimoni – sembra ci fosse «una vera e propria giungla di piante», con vasi di cemento pieni di terra e acqua. Il sostituto procuratore Antonella Nespola, titolare del fascicolo nel quale si ipotizza il reato di crollo colposo di edificio, ha posto sotto sequestro tutta la documentazione acquisita ieri dai vigili urbani, compresa la Cila, la comunicazione per i lavori di ristrutturazione dello stabile al quinto piano che – stando a quanto afferma il presidente del Municipio, Giuseppe Gerace – «dal punto di vista della procedura amministrativa era stata fatta come doveva essere fatta». L’intenzione degli inquirenti, dopo aver ascoltato l’amministratore del condominio, è sentire anche i proprietari degli appartamenti interessati dal crollo ed in particolare quello del quinto piano. «È molto preoccupato – spiega l’amministratore del condominio -. Mi ha detto che stava facendo un minimo di ristrutturazione ma io non sapevo nemmeno chi fosse il nuovo inquilino nè che stesse facendo dei lavori». A breve la Procura affiderà anche un’ampia consulenza che punterà a chiarire la situazione strutturale dell’edificio. Indagini a parte, oggi al civico 70 del lungotevere Flaminio si sono rivisti i condomini degli appartamenti evacuati. Sono tornati per poter riprendere le loro cose. Accompagnati dai vigili del fuoco e con indosso i caschi di protezione sono potuti entrare in casa alcuni istanti per racimolare gli effetti personali. «Ho avuto molta paura – racconta un’inquilina -. Ora spero solo di tornare presto perchè stare in albergo non è piacevole e vorrei tornare a vivere a casa mia». Resta sempre viva la polemica dei condomini che ora dovranno sobbarcarsi anche i costi per la demolizione e la messa in sicurezza in seguito al crollo, come ha ribadito oggi l’amministratore, Vincenzo Marcialis. «Ci sentiamo abbandonati – ha detto – perchè oltre al danno subiamo anche la beffa». Nel palazzo continuano anche i controlli dei vigili del fuoco che oggi hanno verificato che non ci fossero perdite di gas all’ interno del bar che si trova sotto l’edificio interessato dal crollo

 

 

 

DEVIAZIONI AL TRAFFICO In particolare la Polizia Locale ha rinnovato l'invito ai cittadini di evitare le strade a ridosso dell'area chiusa, deviando il percorso come segue:

per i veicoli che provengono da sud, ossia da Lungotevere delle Navi, deviare verso il quartiere Prati attraversando Ponte del Risorgimento, oppure deviare verso il quartiere Parioli (Viale Tiziano/ Belle Arti);

per veicoli che provengono da Nord (Lungotevere Acqua Acetosa), deviare verso Corso Francia oppure in Via Flaminia, in direzione Stadio Flaminio.

Domenica 24 gennaio
Stadio Olimpico: in occasione dell'incontro di calcio Lazio-Chievo delle ore 15,00 si invitano i tifosi, se non indispensabile, a recarsi allo stadio utilizzando i mezzi pubblici, vista la riduzione dei parcheggi nell'area dell'incidente.

Lunedi 25 gennaio e successivi.
Sono previste criticità nel traffico veicolare, soprattutto attorno all'area Stadio Olimpico, in particolare Lungotevere Mar.llo Diaz e Largo M.llo Giardino, quindi si prega di limitare l'uso dell'auto nell'area, se non necessario.

La Polizia Locale metterà in campo tutte le forze necessarie atte a gestire il traffico. Sono comunque attivi tutti i servizi informativi (display stradali, Twitter, e mezzi di informazione). Se necessario seguiranno nuove informazioni."




PAURA A ROMA: CROLLA PALAZZINA SUL LUNGOTEVERE FLAMINIO

di Angelo Barraco
 
Roma – Crollati nella notte tre piani di una palazzina sul Lungotevere Flaminio a Roma. Il cedimento ha interessato tre piani: il quinto, il sesto e il settimo dell’edificio collocato al civico 70 ubicato nei pressi del teatro Olimpico. Nel crollo nessun residente della palazzina è rimasto ferito poiché l’edificio è stato evacuato prima del crollo grazie alla segnalazione di una signora che ha sentito dei rumori strani dalla sua abitazione all’ultimo. Prima dell’una la signora ha chiamato le forze dell’ordine riferendo di aver sentito strani e sospetti scricchiolii provenienti dall’appartamento, ma non erano rumori emessi da ladri in azione bensì da un crollo.
 
I sospetti della signora era fondati, poiché tre ore dopo i tre piani sono caduti e prima che ciò avvenisse i Vigili del fuoco hanno evacuato l’edificio, diciassette famiglie in tutto, circa settanta persone. Le famiglie sono state fatte allontanare insieme ai soccorritori. Ci sono indagini in corso in merito al crollo dell’edificio e l’attenzione è puntata sui lavori di ristrutturazione di un appartamento al terzo piano e ciò che ipotizzano gli inquirenti è che potrebbero essere stati abbattuti muri o travi portanti che avrebbero portato al crollo. A dare maggiori risposte e chiarimenti sul crollo saranno gli accertamenti e le verifiche. Parte del Lungotevere è stato chiuso al traffico e anche parte della zona del Flaminio che va da Piazza Gentile da Fabriano.
 
La chiusura è fino a data da destinarsi e i cittadini sono invitati a percorrere strade alternative. In una nota dei Vigili Urbani si legge: “A seguito del crollo parziale del palazzo in piazza Gentile Da Fabriano si è resa necessaria la chiusura di Lungotevere Flaminio, nel tratto che va da piazza Gentile da Fabriano a ponte Duca D’Aosta (Stadio Olimpico): l’area è stata interdetta alla circolazione veicolare, e sono state istituite opportune chiusure del tratto interessato. La polizia locale invita i cittadini a percorrere strade alternative, in particolare è opportuno deviare il percorso: per i veicoli che provengono da sud, ossia da Lungotevere delle Navi, spostarsi prima possibile verso il quartiere Prati attraversando il Tevere o dall’altro lato (Belle Arti /Flaminia/Parioli/Auditorium). Per veicoli che provengono da Nord (Ponte Milvio) spostarsi prima possibile sul lato di via di Tor di Quinto/Stadio Olimpico. Sono stati attivati tutti i mezzi informativi per avvisare la cittadinanza”. 



ROMA, UN'ALTRA CLOCHARD PARTORISCE AL FREDDO IN UNA STALLA A TOR DI VALLE

Redazione

Roma – Un’altra donna senza fissa dimora ha partorito stanotte nella campagna romana, all’interno di una stalla in un casolare nei pressi dell’area dell’ippodromo di Tor di Valle. Sul posto sono intervenuti gli uomini del nucleo Radiomobile. La mamma, una romena di 34 anni, e il neonato sono stati portati al Sant’Eugenio dove sono in osservazione.

Nella notte, poco dopo le 4, un ventottenne di origine romena ha chiamato i carabinieri in stato confusionale, raccontando che la moglie aveva partorito in una stalla della zona di Tor di Valle. Gli uomini del nucleo Radiomobile capitolino hanno raggiunto la zona e si sono messi alla ricerca del posto indicato, un casolare abbandonato in aperta campagna che non è stato semplice da individuare, poiché nell’area non ci sono molte indicazioni e in alcuni tratti mancano i collegamenti stradali. Raggiunto il casolare, i carabinieri hanno trovato la puerpera in stato confusionale, infreddolita e tremante. Il neonato, ancora attaccato al cordone ombelicale, era cianotico. Gli uomini della Radiomobile hanno soccorso mamma e bambino coprendoli con i loro giubbotti. Nel frattempo, un cancello del casolare è stato forzato per consentire all’ambulanza di raggiungere la stalla. Trasportati al Sant’Eugenio, mamma e bimbo stanno bene. Soltanto ieri una clochard di 37anni ha partorito una bimba su un giaciglio di fortuna nei pressi di piazza San Pietro




ROMA, LO SCANDALO DELLA PANORAMICA FIDENE – VILLA SPADA: INAUGURATA E INAGIBILE

di Chiara Rai

Roma – I pizzardoni girano con i termometri per Roma e in alcuni comandi fanno 30 gradi. Quartieri romani come Porte di Roma sono bui e diventano pericolosi e impraticabili la sera mentre sbrilluccica la scandalosa Panoramica Fidene-Villa Spada costata 4 milioni e rotti euro di soldi pubblici inaugurata senza pubblica illuminazione e senza guard rail dal luminare Marino e Marchionne come spottone elettorale. Rimane un’opera strategica che non è praticabile. Tant’è che chiusa. L’illuminazione si è ottenuta soltanto grazie alle battaglie del comitato di quartiere Serpentara che ha fatto sentire la sua voce. Ma ad oggi il collegamento della borgata Fidene con la borgata Villa Spada rimane ancora un souvenir che fa vergogna nonostante i soldi pubblici impiegati.

Ad oggi le due borgate sono collegate da uno stretto ponte a senso unico alternato che scavalca la linea ferroviaria Fr1 nonostante ci sia quest’opera che rimane un bel fantasma sotto gli occhi scandalizzati dei residenti. I “count-down” per le opere pubbliche da realizzare installati da Marino hanno fatto la fine dell’ex sindaco, tornato in apnea per la sua palese incapacità gestionale condita da incerti trionfalismi che hanno incantato qualche romano romantico.

Mimmo D’Orazio, volontario Cri, ha fornito questa immagine allegata all’articolo: “Questa doveva essere un’opera strategica per la mobilità del municipio – commenta – però purtroppo è diventata una farsa inaugurata senza illuminazione notturna e manca perfino il collaudo statico”. Siamo in pieno Giubileo, questa è un’opera strategica per molti romani. Che cosa si aspetta a metterla a regime?




ROMA, PANICO AL CASILINO: MARITO E MOGLIE LANCIANO 1 KG DI DROGA DALLA FINESTRA PER NON FARSI SCOPRIRE

Redazione

Roma – Il forte odore di marijuana durante un controllo effettuato dagli agenti della Polizia di Stato a casa di una nigeriana agli arresti domiciliari, ha dato il via ad una perquisizione personale. Indosso a E. L., marito della detenuta, i poliziotti del commissariato Casilino, diretti dal dr. Luigi Mangino, hanno trovato alcuni dosi di marijuana e 1.050 euro in contanti.Altra droga era nascosta sotto i materassi delle camere da letto, insieme a un bilancino di precisione, una forbice e pellicola trasparente per il confezionamento delle dosi. 1 kg, complessivamente, la droga sequestrata. Gran parte dello stupefacente è stato rinvenuto dagli investigatori in una busta di plastica gettata, dal nigeriano, da una delle stanze dell’appartamento. Arrestati, i due coniugi dovranno rispondere del reato di detenzione e spaccio.
 




ROMA, LA 'NDRANGHETA NEL VIDEOLOTTERY E GIOCHI ONLINE: 11 ARRESTI

Redazione

Roma – Blitz antimafia contro il gioco on line illegale. Agenti del Servizio centrale investigazione criminalita' organizzata della Guardia di finanza (Scico) e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato (Sco) stanno eseguendo 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti di un sodalizio, vicino a varie organizzazioni mafiose, che gestiva illecitamente gran parte delle attivita' di videolottery e gioco on line a livello nazionale e anche all'estero. Tra gli arrestati figurano un boss della 'ndrangheta ed un noto imprenditore del gioco on line collegato a clan camorristici. Sequestrati beni mobili ed immobili per decine di milioni di euro.

Ci sono Nicola Femia, ritenuto dagli inquirenti importante boss ‘ndranghetista e di Luigi Tancredi detto anche “il re delle slot” tra gli undici arrestati nell’ambito di un’operazione svolta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, la Squadra Mobile della Questura di Roma e lo Scico della Guardia di Finanza. Associazione a delinquere a carattere transnazionale volta a commettere una serie indeterminata di reati attraverso una rete illegale di gioco on line, aggirando, in tal modo, la normativa di settore e omettendo fraudolentemente il versamento dei tributi erariali per la concessione di gioco, al fine di realizzare plurime truffe ai danni dello Stato. Questa la contestazione formulata nei confronti degli indagati all’esito di articolate indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma a contrasto della presenza della criminalità organizzata nel settore dei giochi e delle scommesse. Per il solo Luigi Tancredi, considerato il vertice dell’organizzazione criminale, è stata altresì riconosciuta l’aggravante “mafiosa” ex art. 7 della legge n. 203 del 1991, poiché ha avvantaggiato il clan dei Casalesi, nell’affermarsi nel settore delle scommesse illecite on line. Il Tribunale di Roma, a seguito di specifici accertamenti patrimoniali condotti dalla Guardia di Finanza, ha inoltre disposto il sequestro di numerosi beni mobili ed immobili riconducibili direttamente o indirettamente ai principali indagati, per un valore di circa 10 milioni di euro, tra i quali spiccano società che hanno tra i propri asset sale giochi e attività di ristorazione oltre ad autovetture, correnti e depositi bancari. Spiccano poi appunto le figure di Nicola Femia, importante boss ‘ndranghetista che dalla provincia di Ravenna dirigeva, sul territorio nazionale ed estero, un’intensa attività illecita nel settore del gioco on line e delle videolottery e di Luigi Tancredi, detto anche “il re delle slot”, soggetto referente per le mafie, soprattutto quelle calabresi e campane, per la gestione dei siti illeciti per le scommesse sul web, non autorizzati dall’Amministrazione per i Monopoli. Il Tancredi – figura già nota alle cronache giudiziarie – è risultato essere l’indispensabile cerniera tra gli interessi della criminalità organizzata nei forti guadagni derivanti dal gioco illecito ed il mondo della tecnologia informatica, in virtù delle sue capacità di realizzare “chiavi in mano” risorse web dedicate al gioco online. Lo stesso, infatti, è uno dei più noti imprenditori del settore economico della raccolta del gioco in rete ed è molto conosciuto in campo nazionale ed internazionale per aver avviato dei veri e propri casinò virtuali, molti dei quali, nella home page, contengono estremi di concessioni asseritamente rilasciate da autorità governative di Paesi caraibici, notoriamente considerati “paradisi fiscali”.




ROMA, "I NEGRI NON SALGONO": PASSEGGERI SI RIBELLANO E DIFENDONO GLI IMMIGRATI

Redazione

Roma – Un gruppo di passeggeri di un bus è intervenuto a difesa di alcuni migranti ai quali un uomo voleva impedire di salire sul mezzo. A rendere nota la vicenda, accaduta ieri alle 13,30 sul bus 163, l’associazione Centro Baobab attraverso un tweet con il racconto di un volontario.
Alcuni volontari del centro di accoglienza Baobab stavano salendo, assieme ad alcuni migranti, sull’autobus 163. “Un ragazzo corpulento – racconta il volontario su Twitter – ci si para davanti e indicando i nostri fratelli migranti dice: ‘Questi qui nun entrano’. A questo punto Pablo (altro volontario ndr) gli chiede se è un controllore e di fargli vedere il tesserino” ma il giovane insiste “questi nun entrano e basta!”. Il racconto-testimonianza del volontario prosegue: “Ci stiamo preparando allo scontro ma vediamo un signore di mezza età e di pari stazza del coatto che ci precede e dice: ‘Beh ma se non ti piacciono scendi te’; la signora a lui vicino: ‘ma che sei razzista?’; una ragazza poco dietro con la kefiah al collo; ‘a fascio demm…’. Allora il coatto – prosegue il racconto – colto alla sprovvista scende a più miti consigli decidendo di scendere dal bus: ‘Bene me ne vado – ha detto l’uomo scendendo – nun ce viaggio coi negri io’, in mezzo agli applausi dei viaggiatori che solidarizzano con i nostri migranti”.
“Alla fine – conclude il racconto – io e Pablo ci siamo salvati da una capocciata in faccia e ci siamo presi i complimenti da parte di una bella signora. In mezzo ad una Roma, per dirla alla Remotti, fetente e impiegatizia, dei ricchi bottegai e del volemose bene, ce ne è un’altra comprensiva, generosa e accogliente di una infinita immensa bellezza”.




ROMA, TROVATA AUTO IMBOTTITA DI DROGA ALLA MAGLIANA

Redazione

Roma Continuano le operazioni antidroga nella Capitale. Nella serata dello scorso giovedì 7 gennaio, personale della VI^ Sezione criminalità diffusa della Squadra Mobile, nell’ambito dell’attività volta al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti in zona Magliana, ha arrestato C. C. – 43enne romano – perché colto nella flagranza di detenzione ai fini di spaccio di circa 18 kg di hashish.

In particolare gli agenti della sezione “Falchi”, che svolgono specifici servizi di pattugliamento nei quartieri ad elevata densità delinquenziale, dove prolifera lo spaccio di sostanze stupefacenti, nel corso della serata hanno effettuato un pedinamento in strada scaturito dall’atteggiamento sospetto destato dall’uomo a bordo della propria autovettura.

Giunto nei pressi della sua abitazione l’uomo veniva perquisito dagli agenti che, all’atto del controllo, hanno rinvenuto un borsone di grandi dimensioni, riposto nel vano bagagli del mezzo, contenente centinaia di involucri di hashish pronti per essere immessi sul mercato della Capitale. L’intera sostanza stupefacente posta sotto sequestro, il cui volume d’affari ceduta al dettaglio, ammonta complessivamente a circa 100.000 euro, era già confezionata e suddivisa in numerosi panetti da spacciare nei quartieri della movida romana. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso il carcere di Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




ROMA, SI RIFIUTA DI PAGARGLI UNA BIRRA: ITALIANO PICCHIATO A SANGUE DA DUE ROM

di Angelo Barraco
 
Roma – Si è rifiutato di pagargli una birra in una sala slot in Via Casilina, lo scorso 23 settembre, per  tale ragione due fratelli rom rispettivamente di 16 e 33 anni non hanno accettato il rifiuto e lo hanno picchiato con calci, pugni e persino con un chiavistello. Adesso i due fratelli rom sono accusati di tentato omicidio. Ma come si è svolta la vicenda? Il 46enne italiano aveva acquistato una birra, si dirige alla cassa a pagare. Ad un certo punto viene avvicinato da un uomo sui 33 anni e sulla sua sinistra invece vi è un ragazzino, si crea un cerchio attorno all’uomo. Quando l’uomo va via l’italiano si allontana e il ragazzino lo segue e gli fa lo sgambetto, tra i due nasce una colluttazione che sfocia nel pestaggio ai danni dell’italiano da parte del 16enne e del 33enne.
 
Malgrado sia riverso per terra, viene ripetutamente colpito con calci, pugni e con ripetuti colpi di chiavistello in testa e sul torace che provocano la fuoriuscita di sangue. Le videocamere di sorveglianza interna riescono ad immortalare la scena e a consentire agli inquirenti l’identificazione dei colpevoli che però, il giorno successivo, avevano lasciato le proprie case per darsi alla fuga. Un’intensa attività d’indagine ha portato alla cattura dei due malviventi che sono accusati di tentato omicidio.