ROMA, SERVIZIO DI MOBILITA' PER I DISABILI OFFERTO DAL COMUNE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI

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Angelo Parca

Roma – Il servizio di mobilità dedicato ai disabili nel Comune di Roma è veramente un disastro. Premesso che i mezzi pubblici dotati di pedana funzionante per i disabili sono merce rara. Inoltre, fa acqua da tutte le parti il servizio di trasporto dei disabili, istituito dal Comune di Roma fin dal 1983, svolto a favore di cittadini disabili motori gravi o non vedenti, impossibilitati all’uso dei comuni mezzi pubblici di trasporto. Certamente non è stato annullato ma è in sofferenza anche perché l’Atac (vetture attrezzate come servizio integrato ai taxi 35 70) con una lettera del 18 dicembre scorso, ha rifiutato le condizioni poste dal Comune di Roma per gestire il nuovo servizio. Un servizio che ha lasciato una scia di critiche. Il numero verde ‘Pronto Nonno', questo inverno, non è stato in grado di ovviare (nonostante il grande impegno) alle lacune del servizio di trasporto a chiamata rivolto a persone con disabilità. Prima di tutto l’assurdità del ridotto plafond a disposizione. La rivoluzione Belviso ha prodotto insoddisfazione. Nonostante le sbandierate 3.600 vetture taxi e  i 100 pulmini prodotte da un uovo sistema di trasporti per disabili, il risultato nel piatto è l’aver allontanato gli stessi dai servizi, basti pensare che la mobility card è sempre in rosso per i portatori di handicap che hanno più esigenze rispetto all’offerta del Comune. Se il disabile ha intestato un mezzo privato attrezzato non può usufruirne. Per i disabili che usufruiscono del servizio di mobilità per sottoporsi a “terapia” il budget non potrà superare la somma di euro 500 mensili ma questo plafond si riduce drasticamente a sole 160 euro per i disabili che intendono usufruire del servizio per “attività sociali”.

Dunque anziché incentivare il disabile ad essere attivo nel sociale lo si incentiva a blindarsi in casa.  Fare gli interessi dei disabili è ben altra cosa. Se si iniziasse con il controllare che le pedane dei mezzi pubblici siano davvero funzionanti, non ci sarebbero le tante discriminazione che ogni giorno succedono.

Oggi una disabile è stata sollevata di peso alla stazione Piramide e messa sul autobus 30. e’ possibile che la pedana non funzioni? I fondi da destinare al trasporto pubblico dovrebbero essere impiegati dopo una attenta indagine sulle reali esigenze dei disabili. Roberta Sibaud denuncia da sempre questa situazione: "I miei disagi odierni alla Piramide – dice Sibaud – si verificano tutti i giorni. Oggi poi, tra sciopero e autobus perennemente senza pedane funzionanti".

L'auspicio è che la nuova giunta capitolina faccia qualcosa per sistemare questa situazione.