Roma, disservizio al centralino dell’Ospedale Sant’Andrea: cittadini frustrati dall’impossibilità di comunicare con i medici

Nell’era della comunicazione istantanea, il contatto telefonico rimane un’ancora fondamentale per la salute pubblica. Tuttavia, per molti cittadini romani, ottenere assistenza medica attraverso il centralino dell’Ospedale Sant’Andrea si è trasformato in un incubo. Numerose segnalazioni riportano disservizi persistenti che impediscono ai pazienti di raggiungere i medici desiderati.

Uno degli ostacoli principali risiede nella fase iniziale della chiamata. I cittadini, quando cercano di inserire il nome e il cognome del medico con cui desiderano parlare, si trovano improvvisamente interrotti da un crollo improvviso della linea. Stessa storia quando si intende inserire tra le scelte proposte, il solo cognome del medico. Questo malfunzionamento, seppur apparentemente banale, assume proporzioni significative quando si considera l’urgenza delle comunicazioni mediche.

La frustrazione dei cittadini è palpabile, con molti che hanno riportato di aver tentato di contattare il centralino più volte, solo per essere continuamente interrotti nel loro intento.

L’accesso ai servizi sanitari è un diritto fondamentale, e il persistere di queste difficoltà mina la fiducia nella capacità del sistema sanitario di fornire assistenza tempestiva e adeguata.

Un aspetto particolarmente sconcertante è rappresentato dal fatto che alcuni pazienti hanno registrato la loro esperienza, documentando il disservizio.

In alcune di queste registrazioni si può sentire chiaramente il momento in cui la linea cade, dopo che l’utente ha inserito la scelta di poter del nome e cognome del medico desiderato. Questa evidenza tangibile solleva interrogativi sulla natura e la portata del problema, evidenziando la necessità di un’indagine approfondita.

Il Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea rappresenta un punto di accesso cruciale per i pazienti in cerca di assistenza medica. Pertanto, è essenziale che vengano adottate misure correttive immediate per risolvere questo problema. La trasparenza e la comunicazione aperta con il pubblico sono altrettanto importanti. I cittadini devono essere informati sui progressi nella risoluzione del disservizio e sulle misure adottate per evitare che si ripeta in futuro.

In un momento in cui la salute pubblica è al centro dell’attenzione globale, è imperativo che le istituzioni sanitarie agiscano con tempestività ed efficacia per garantire che i servizi essenziali siano accessibili a tutti i cittadini. La situazione al Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma richiede un intervento immediato e coordinato per ripristinare la fiducia del pubblico e garantire che nessun paziente venga lasciato senza assistenza a causa di problemi tecnici evitabili.




ROMA, APPALTI PILOTATI: ARRESTATO IL DIRETTORE DEL SANT'ANDREA

Redazione

Roma –  Arresti domiciliari per Egisto Bianconi, direttore generale dell'ospedale Sant'Andrea, nell'ambito di un'inchiesta sulle procedure di aggiudicazione di un importante appalto per le camere mortuarie. L'accusa, rende noto la Questura, è "turbata libertà degli incanti, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio". L'arresto è stato eseguito nell'ambito di un'indagine ad ampio raggio sulle attività illecite, spiega in una nota la Questura di Roma, di «un'articolata organizzazione criminale operante nel quartiere di San Basilio, attiva in particolare nel settore dello spaccio, usura e altri reati, facente capo alla famiglia Primavera, e in particolare a Guerino e ai figli Fabrizio e Daniele». Nel corso delle investigazioni, si legge nella nota, "è emersa la vicenda della gara d'appalto indetta dall'azienda ospedaliera Sant'Andrea e protrattasi fino al novembre 2014 per l'affidamento dei 'servizi inerenti i decessi in ambito ospedaliero con annessa gestione della camera mortuarià del nosocomio in relazione alla quale sono state documentate condotte di rivelazione di segreto d'ufficio, turbata libertà degli incanti, corruzione e indebita induzione all'erogazione di utilità"