ROMA, METRO B REBIBBIA TIBURTINA: MUORE SUL TRENO, MEZZI IN TILT

Redazione

Roma – Viene colto da un malore e purtroppo muore addirittura dentro la metropolitana. Adesso i treni sono paralizzati, la linea metro B di Roma si è fermata per consentire il soccorso del passeggero.  Il servizio della metro B di Roma è fermo tra Rebibbia e Tiburtina in direzione Laurentina. L'alternativa è un servizio di bus navetta tra Monti Tiburtini e piazza Bologna.




ROMA, REBIBBIA: DETENUTO TENTA IL SUICIDIO. LO SALVA UN COMPAGNO DI CELLA SULLA SEDIA A ROTELLE

Redazione

Roma – Ha tentato di togliersi la vita impiccandosi alle sbarre della cella ma è stato salvato dal compagno di cella, un detenuto costretto su una sedia a rotelle che, accortosi di quanto stava cadendo, si è buttato per terra e lo ha sostenuto fino all’arrivo dei soccorsi.

La notizia dell’episodio, avvenuto nel Reparto G 11 di Rebibbia Nuovo Complesso, è stata resa nota dal Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni. Il detenuto disabile che ha salvato il suo compagno di cella ha ricevuto un encomio dalla direzione del carcere.

Nei giorni scorsi proprio il Garante aveva acceso i riflettori sulla difficile situazione sanitaria e logistica del G 11 inviando una lettera al capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tamburino con allegate le denunce firmate da dieci detenuti.

Nella sua lettera, il Garante denunciava la circostanza che il piano terra del reparto fosse utilizzato come Centro Clinico senza averne le caratteristiche tecniche e strutturali e senza la presenza di personale medico e paramedico adeguato. I problemi sono cominciati quando, con i lavori di ristrutturazione del Centro Clinico di Regina Coeli, parte dei detenuti malati lì ricoverati sono stati trasferiti a Rebibbia e qui, per ospitarli, è stato adattato a Centro Clinico il piano terra del G 11.

«Il tentativo di suicidio non è direttamente riconducibile alle condizioni della struttura – ha detto il Garante Angiolo Marroni – ma lascia riflettere la circostanza che a salvare questa persona sia stato un altro detenuto costretto a vivere su una sedia a rotelle. Un caso, purtroppo, non isolato all’interno del G 11. Il problema è che le celle ed i servizi utilizzati non sono adeguati per ospitare disabili. Mancano i supporti è capita spesso che i detenuti siano costretti a stare tutto il giorno in cella. Nel G 11 ci sono persone affette da patologie gravi, che avrebbero bisogno di ben altra attenzione. In questo caso, tuttavia, la solidarietà e la fratellanza che si istaura fra reclusi è stata più forte delle avversità».

Intanto, dopo la presa di posizione del Garante la Asl Rm B, competente sul carcere di Rebibbia N.C., ha avviato le verifiche sul reparto G 11. Nei giorni scorsi il direttore sanitario della Asl, dott. Piroli, ha effettuato un sopralluogo e nelle prossime ore è prevista una riunione tecnica per pianificare i primi interventi volti a migliorare la situazione del reparto.

 




VALLEROTONDA: SCOPERTA SERRA "STUPEFACENTE"

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Vallerotonda (FR) – I militari della Stazione di Vallerotonda, coadiuvati da quelli della Stazione di Picinisco e dal  NORM della Compagnia di Cassino, nel corso di predisposto servizio antidroga, traevano in arresto nella flagranza di reato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di diverse qualità di stupefacenti (hashish e marijuana), S.M., 28enne, B.T.,  27enne, V.G.,  31enne, S.V., 26enne e P.A., 20enne cittadina moldava, tutti censiti (ad eccezione della donna) e domiciliati in provincia di Bologna. I predetti, controllati dai militari operanti presso l’abitazione sita in località Cardito del comune di Vallerotonda in uso a S.M. a seguito anche di segnalazione delle persone del posto insospettite del loro atteggiamento, venivano sottoposti a perquisizione domiciliare e trovati in possesso di gr.87 circa di sostanza stupefacente del tipo “hashish”, nonché di nr. 671 piantine di marijuana dell’altezza di circa 30 cm, tutte in vasi abilmente sistemati in fortunosa serra all’uopo predisposta nelle pertinenze dell’abitazione. Inoltre si rinvenivano euro 700,00 in contanti in banconote di vario taglio, materiale vario per il taglio e confezionamento di dosi di stupefacente,  fertilizzante e terriccio per il travaso  delle piantine.   Tutto il materiale sopra riportato veniva  sottoposto a  sequestro. Gli arrestati, espletate le formalità di rito, venivano associati presso la Casa Circondariale di Cassino e quella di Roma Rebibbia – Sezione Femminile.




ROMA CARCERE REBIBBIA, MUORE PER MALORE DETENUTO ITALIANO DI 46 ANNI

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Lazio – Si è sentito male dopo una seduta di ginnastica. Soccorso con il defibrillatore dal personale presente, è stato immediatamente trasferito nella struttura protetta dell’Ospedale “Sandro Pertini” dove, però, è deceduto poco dopo il suo arrivo.  E’ morto così, questo pomeriggio, Antonio Schena, detenuto 46enne del carcere di Rebibbia N.C.. La notizia è stata diffusa dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

Schena è la prima persona che muore, nelle carceri del Lazio, nel 2013.

L’uomo era detenuto in una cella della sezione G 9 del carcere di Rebibbia N.C., quella riservata ai cosiddetti reclusi precauzionali, proveniente da Genova.

Ex carabiniere della stazione di Genova-Sampierdarena, sospeso dall’Arma, Schena stava scontando una condanna per  una serie di reati fra i quali la vendita di falsi titoli onorifici del “Sovrano Ordine di Malta e di Cilicia” e falsi attestati di onorificenza dell’Onu in cambio di denaro da destinare a suo dire a scopi benefici.

«Quest’uomo non soffriva, almeno in apparenza, di patologie così gravi da metterlo a rischio di vita – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – Il problema, però, è che gli attuali livelli di sovraffollamento, la carenza di risorse e le gravi difficoltà in cui versa la sanità penitenziaria del Lazio, fanno si che le carceri non siano le strutture più adeguate a garantire livelli ottimali di tutela della salute alle persone che vi sono recluse».

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ROMA, DETENUTI REBIBBIA ESONERATI DAL PAGAMENTO TASSE UNIVERSITARIE

Redazione

 “Accolgo con soddisfazione la notizia che Laziodisu ha accettato la nostra richiesta di esonerare dal pagamento delle tasse i detenuti nel carcere di Rebibbia, che hanno intrapreso un percorso di studi universitario. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’importante sostegno di Gabriella Sentinelli, assessore all'Istruzione e Politiche per i Giovani della Regione Lazio, e al lavoro dell’associazione Gruppo Idee e di Filippo Pegorari, Garante dei detenuti di Roma Capitale.” Dichiara in una nota Chiara Colosimo, consigliere regionale del Pdl e vice presidente commissione Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università della Regione Lazio, che aggiunge “Questa scelta è l'ennesima attenzione che questa maggioranza rivolge alle fasce più deboli della società, ma soprattutto una risposta rivolta ai detenuti che hanno inteso intraprendere un percorso di studi universitario, che e' sicuramente un modo per favorire l'occupazione del tempo all'interno dell'istituto penitenziario e allo stesso tempo il reinserimento nel mondo del lavoro una volta usciti.” Conclude il consigliere Colosimo.