ROMA, FARMACAP IN ROSSO: 44 FARMACIE COMUNALI A POCA DISTANZA DA QUELLE PRIVATE

di Riccardo Magi – consigliere Capitolino Radicale eletto nella Lista civica Marino

Roma – Quello che dovrebbe far riflettere tutti, a partire dagli amministratori e dai dipendenti di Farmacap, è che il 21 luglio, giorno dello sciopero annunciato oggi, probabilmente nessuno in città sentirà la mancanza delle farmacie comunali. Provo rispetto per questi lavoratori come per tutti gli altri impiegati in aziende pubbliche o private, ma da amministratore sento il dovere di agire nell'interesse dei cittadini romani, che pagano tasse altissime per servizi essenziali scadenti.

La finalità per cui è nata Farmacap – al di là dei servizi di assistenza e soccorso,  peraltro in buona parte sospesi o inutilizzabili, che possono essere offerti internalizzandoli se ritenuti necessari – è quella di portare il servizio delle farmacie a fasce di popolazione disagiate e svantaggiate e in zone in cui non arriva il servizio privato. Ma come abbiamo dimostrato con la mappa di Opencampidoglio.it  la localizzazione di quasi tutte le 44 farmacie comunali non risponde alla missione dell'azienda, trovandosi le farmacie quasi sempre a poche decine o centinaia di metri da altre farmacie, e non offrendo servizi agevolati a quelle fasce di popolazione. O si valuta che sia possibile e doveroso riportare l'azienda al suo compito originario oppure la cosa migliore nell'interesse pubblico è la chiusura dell'azienda e la vendita delle licenze.

Quando il 6 marzo scorso abbiamo votato i bilanci di Farmacap degli esercizi 2010-2012 e (nella stessa delibera n. 8/2014) la destinazione di 15 milioni di euro per il ripiano delle perdite, sono stato l'unico in assemblea Capitolina a votare contro perché ritenevo un gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini romani gettare altri milioni di euro in quell'azienda in assenza di un piano industriale. 

In quella delibera si dava "indirizzo all'Azienda di presentare entro tre mesi un nuovo Piano industriale che preveda il conseguimento già nel 2014 di uno stabile equilibrio economico-finanziario aziendale, al fine di assicurare la salvaguardia degli equilibri di Bilancio complessivi di Roma Capitale". I tre mesi sono trascorsi, un piano industriale credibile non c'è e nemmeno una decisione chiara e responsabile sull'azienda e su come sia meglio utilizzare le risorse di tutti i romani in un momento in cui il principale obiettivo della città è il risanamento. 

Non c'è neanche un bilancio del 2013 nel quale ci sono altri 3 milioni di perdite.

Per salvare 300 posti di lavoro (che comunque si potrebbero salvare in altro modo) si spendono milioni l'anno per un servizio inutile già superato dal mercato. E' un sistema quello che regge le aziende capitoline, che crea più disoccupazione e povertà. Se il Consiglio, ma anche il Governo con il Piano di riequilibrio, non intervengono neppure su Farmacap vuol dire che manca coraggio per vero risanamento anche su tutto il resto.




ROMA, FARMACAP LAVORATORI IN STATO DI AGITAZIONE

Redazione

Roma – “Sono solidale con i lavoratori e le lavoratrici della Farmacap che, nell’esprimere una fortissima preoccupazione sul futuro dell’azienda e consapevoli delle difficoltà in cui versa, si sono riuniti in assemblea e hanno proclamiamo lo stato d’agitazione, con l’obiettivo e quello di difendere il carattere pubblico di Farmacap, i suoi livelli occupazionali e i suoi servizi”. E’ quanto il consigliere regionale di Rifondazione Comunista, candidato del Prc nella lista di Rivoluzione Civile Lazio.

“Il trattamento riservato ai lavoratori, i quali prestano servizio in un’azienda speciale del Comune di Roma che gestisce 44 farmacie pubbliche, è inaudito. La diminuzione del fatturato farmaceutico del 7%, la disdetta da parte di Assofarm del contratto di riferimento, l’assenza di un piano d’investimento, la mancata stipula di un contratto di servizio tra Azienda e Comune, ma anche nuove nomine non giustificate da criteri professionali e economici e avvisi di cambiamento dell’orario di lavoro senza aver prima convocato le organizzazioni sindacali, stanno penalizzando i lavoratori”, prosegue Peduzzi.

“Per questo motivo – conclude – ritengo urgente una presa di posizione politica per il rilancio aziendale e parteciperò, con questo obiettivo, alle iniziative che i lavoratori vorranno mettere in campo,  a partire da una prima manifestazione presso l’Assessorato alle politiche sociali”.