Emergenza Rom: oltre 28mila vivono nelle baraccopoli

 

di Marco Staffiero

 

E' emergenza criminalità, emergenza immigrazione, emegenza abitativa, emergenza rifiuti, disastri ambientali e crisi economica. Che altro aggiungere? A poche ore dalla strage avvenuta martedì notte nel quartiere Centocelle di Roma in cui hanno perso la vita tre sorelle rom di 20, 8 e 4 anni ha riacceso i riflettori sulla condizione di emergenza abitativa in cui vivono migliaia di persone di etnia rom e sinti in Italia. Un dramma annunciato, dove come sempre la politica  le istituzioni non riescono mai a trovare una risposta. Roma, come il resto del Paese sta vivendo una situazione catastrofica. Interi quartieri nel decrado più assoluto. Non facciamo una critica di colore politico, sono tutti responsabili. Nessuno escluso. 
 
Secondo l'ultimo rapporto annuale elaborato dall'Associazione 21 Luglio, a fronte di un numero imprecisato di persone appartenenti alle comunità rom presenti in Italia (le stime si mantengono all'interno di un'ampia forbice compresa tra le 120.000 e le 180.000 unità), sono circa 28.000 unità le persone di etnia rom e sinti che vivono in emergenza abitativa, ovvero in baraccopoli formali, in baraccopoli informali, in micro insediamenti, in centri di raccolta rom. Circa 1.300 persone, in prevalenza sinti, vivono invece in una cinquantina di microaree collocate nell'Italia Centro-Settentrionale. Le baraccopoli istituzionali, insediamenti monoetnici totalmente gestiti dalle autorità pubbliche, sono 149 in totale e si distribuiscono su 88 comuni dal Nord al Sud del Paese. Ben 18.000 sono le persone di origine rom che vivono in questi insediamenti, tra questi, il 55% ha meno di 18 anni, il 37% possiede la cittadinanza italiana mentre sono 3000 i rom provenienti dall'ex Jugoslavia che si stima siano a rischio apolidia, tra essi la metà sono minori.
 
Negli insediamenti informali, prosegue il Rapporto, è stata calcolata la presenza di circa 10.000 unità – per il 90% di nazionalità rumena – mentre i centri di raccolta per soli rom attualmente attivi sono 3, due al Nord e uno al Sud. Le condizioni di vita dei rom che vivono in questi insediamenti sono nettamente al di sotto degli standard igienico-sanitari, l'aspettativa di vita tra queste persone è di 10 anni inferiore rispetto alla media della popolazione italiana. Negli insediamenti informali e nei micro insediamenti il 92% dei residenti sono di cittadinanza rumena. L'Italia, ha lamentato l'Associazione, anche nel 2016 ha perseverato con la "politica dei campi" così come l'attuazione della Strategia Nazionale d'Inclusione dei Rom. La questione dell'alloggio è l'ambito che ha registrato i risultati più scarsi e nel corso del 2016 tre enti internazionali di monitoraggio dei diritti umani hanno diffuso le loro raccomandazioni sull'Italia.