Roma, incendio nell’ex mega discarica di Malagrotta: finestre chiuse entro 6 Km

Ancora un rogo in un impianto di rifiuti a Roma. Nel pomeriggio di ieri 24 dicembre un vasto incendio é divampato all’interno del Tmb1 di Malagrotta, nel sito che ospita la ex mega discarica della Capitale, ormai chiusa da anni.

Ad andare a fuoco è “il secondo impianto in ordine di importanza per il trattamento dei rifiuti di Roma, presso il quale Ama conferisce ogni giorno circa 650 tonnellate di rifiuti, per un totale di 200mila t/anno”, ha spiegato l’assessora capitolina ai Rifiuti Sabrina Alfonsi che si è subito recata sul luogo dell’incendio. La nube di fumo, nell’area all’estrema periferia romana, è visibile a distanza e la protezione civile capitolina “raccomanda, a titolo precauzionale, alla popolazione presente nel raggio di un chilometro dalla zona dell’incendio di non sostare nei pressi, di mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti e di non utilizzare al momento i condizionatori d’aria”.

Non si registrano feriti o intossicati. Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, è in costante contatto con il governo e ha chiesto, in via precauzionale, di tenere le finestre chiuse in un raggio di sei chilometri dal rogo. “Ho sentito il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano, il ministro Pichetto Fratin, il presidente della Regione Lazio Rocca, il prefetto Giannini: tutte le istituzioni sono allineate e concordi nel lavorare insieme per evitare a Roma un’ennesima emergenza rifiuti”, le parole del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri.

L’incendio è sotto controllo ma sono i pompieri resteranno al lavoro per l’intera notte. Le cause del rogo sono da chiarire, per ora l’ipotesi è che sia partito da un silos. Le forze dell’ordine manderanno una prima informativa in procura e poi verrà aperto formalmente un fascicolo di indagine. L’area è stata perimetrata e messa in sicurezza. Le squadre dell’Arpa hanno installato i campionatori necessari per il monitoraggio della qualità dell’aria. L’impianto di Trattamento meccanico-biologico, che tratta a freddo i rifiuti indifferenziati o residuali dopo la raccolta differenziata, era l’ultimo di questo tipo rimasto a Roma, altri tre in passato erano stati distrutti o interessati da incendi e chiusi. Il 15 giugno 2022 ad andare distrutto da un incendio, sempre nell’area della ex mega discarica di Malagrotta, era stato l’impianto gemello il Tmb2. Prima ancora l’11 dicembre 2018 era andato a fuoco e distrutto il Tmb Salario e a marzo 2019 il Tmb di Rocca Cencia fu oggetto di un rogo e in tempi più recenti chiuso per decisione del Campidoglio. Il Comune di Roma e l’Ama, l’azienda capitolina che si occupa della gestione dei rifiuti, sono al lavoro per valutare le ricadute sulla tenuta del servizio, già in un difficile equilibrio strutturale per la carenza di impianti e sotto stress in questi giorni di feste, con pacchi e scarti dei cenoni di Natale che rischiano di restare in strada. Una paura messa in evidenza dalla Cgil ma che dal Campidoglio tendono a ridimensionare, approntando tutte le misure necessarie a scongiurarla.

 “Certamente è un evento non privo di conseguenze sul regolare svolgimento dell’attività di gestione dei rifiuti, in un periodo in cui la produzione aumenta. Con l’Ama abbiamo individuato sbocchi alternativi per mettere in sicurezza il conferimento dei rifiuti nei prossimi giorni”, ha rassicurato l’assessora Alfonsi aggiungendo di non sapere al momento quando l’impianto potrà riaprire.




ROMA, RIFIUTI: PROROGATA MALAGROTTA

Redazione

Roma – Si esprime, come sempre del resto, senza mezzi termini il Coordinatore dei Socialisti Riformisti Donato Robilotta in merito alla proroga su Malagrotta: "La proroga di Malagrotta era inevitabile se non si volevano lasciare i rifiuti per strada e ancora una volta è la tanto vituperata discarica di Roma-Capitale ad evitare l’emergenza.

E’ un grave errore però che, in difformità a quanto sostenuto ieri dal Governo alle Camere di sospendere i commissariamenti, il Ministro Orlando rafforzi i poteri del commissario Sottile, cui va la mia più profonda stima, solo per fargli firmare la proroga di Malagrotta e prendere la decisione sul sito alternativo evitando così che queste due decisioni impopolari le prendano la Regione e Roma-Capitale.

In questo modo non si aiutano gli enti territoriali ad assumersi le proprie responsabilità e si aumento il distacco dei cittadini dalla politica, perché non si capisce cosa siamo andati a fare al voto per eleggere un Governo regionale e quello della Capitale quando invece le decisioni importanti e delicate su materie di loro competenza le deve prendere lo Stato.

Ritengo poi veramente grave – prosegue Robilotta – che già si annuncia che, nel caso il sito alternativo non sarà pronto, bisognerà portare i rifiuti nelle altre Regioni o all’estero, perché il Sindaco di Roma, che sui rifiuti ha evitato di dire una sola parola in campagna elettorale, al pari di Alemanno, ha il dovere di dire che i maggiori costi sarebbero pagati dai cittadini con l’aumento della tariffa.

Piuttosto che pensare di portare i rifiuti all’estero la Regione inizi velocemente la costruzione degli impianti di TMb già autorizzati dal 2008, favorisca la costruzione delle altre due linee del gassificatore di Malagrotta e insieme a Roma-Capitale decida una volta per tutte di iniziare i lavori del gassificatore di Albano, perché senza questi impianti l’emergenza rifiuti sarà permanente".




ROMA RIFIUTI, CLINI SUL POST MALAGROTTA: UN "PIANO PER ROMA"

A.P.

Un “piano per Roma” per risolvere lo smaltimento dei rifiuti della capitale, dopo che verrà chiusa  Malagrotta. Questo in breve il sunto del vertice di ieri tra il ministro dell'Ambiente Corrado Clini con i rappresentanti del Comune di Roma, Provincia e Regione Lazio. Clini ha inoltre precisato che "l'idea del governo non è quella di commissariare Roma, bensì di attuare un piano per Roma valorizzando le competenze: “vogliamo decidere insieme con una responsabilità comune".

“Clini boccia Polverini e centrodestra. Il ministro Clini ha di fatto azzerato lo studio preliminare regionale con il quale erano stati individuati i siti per il post Malagrotta, certificando di fatto la loro non idoneità. Stiamo parlando di una sonora bocciatura per la presidente Polverini e per la sua giunta che si vede completamente riscritto il piano dei rifiuti, che aveva inopinatamente tenuto fuori la questione Malagrotta e che non chiudeva la vicenda della procedura d’infrazione comunitaria della Ue. Le intenzioni del Ministro sembrano andare nella giusta direzione – afferma in una nota Guglielmo Abbondati, Coordinatore regionale di Sinistra ecologia e libertà del Lazio, che prosegue – Il richiamo cogente a tutti i soggetti coinvolti nel ciclo dei rifiuti lascia sperare che qualcosa possa finalmente cambiare. Sta di fatto che adesso si deve vigilare attentamente affinché i buoni propositi si trasformino concretamente in tempistiche certe per un ciclo dei rifiuti sostenibile  e rispettoso delle direttive europee, che punti si raccolta differenziata e lo sviluppo di filiere industriali per il recupero e il riciclaggio. Una cosa deve essere chiara – conclude Abbondati – se questo accordo di programma è il piano dei rifiuti per Roma, non può essere tollerato che quello che viene prodotto dalla capitale possa essere portato in giro per la regione, scaricando sulle comunità locali le inefficienze e le inadeguatezze fin qui mostrate da Alemanno e dall’Ama. E’ per questo che il progetto dell’impianto di Paliano non va preso nemmeno in considerazione”. Apprezzamenti al ministro anche da parte dell’Italia dei Valori che in una nota del capogruppo e segretario regionale Idv Vincenzo Maruccio fa sapere: "Il buon senso del ministro sbugiarda sonoramente la Polverini e certifica l'incapacità della classe dirigente di Regione e Comune. Se il piano rifiuti non fosse la carta straccia che noi diciamo da tempo, infatti, che bisogno ci sarebbe di un nuovo piano redatto dal ministro? Hanno vinto i cittadini che hanno resistito alle ingiustizie e impedito le discariche in siti non idonei. La verità ha travolto gli interessi della politica, mentre l'ottusità di questo centrodestra ci sta spingendo verso l'emergenza: la proroga di Malagrotta ci porterà multe salatissime dall'Europa e i piani di incremento della raccolta differenziata e del riuso ripartono da zero. Insomma – conclude Maruccio – due anni buttati."