Giro di corruzione a Roma e provincia: 3 arresti

I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno dando esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, che dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre persone ritenute responsabili di un giro di corruzione.

L’attività d’indagine è partita dopo la denuncia di un imprenditore al quale era stata prospettata la possibilità di attenuare la sua posizione nell’ambito di un’indagine che lo vedeva coinvolto purché si affidasse ad un professionista indicato per la gestione di un settore amministrativo della sua società.

I reati contestati ai tre arrestati, a vario titolo, sono tentata induzione indebita a dare o promettere utilità; corruzione; rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio nonché tentata violenza privata.

Perquisizioni nei domicili e luoghi di lavoro degli indagati sono tuttora in corso.




ROMA EQUITALIA, CORRUZIONE E TRUFFA AGGRAVATA: 14 INDAGATI E DUE ARRESTI PER EMISSIONI DI FATTURE FALSE

Redazione

Roma – I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito questa mattina un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Roma nei confronti di due persone, per reati di corruzione, truffa aggravata ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Gli indagati sono nel complesso quattordici.
Gli arrestati sono D. R., ex funzionario di EQUITALIA, e M. A., gestore di una palestra di Guidonia Montecelio (RM). I due, dietro il pagamento di cospicue somme di denaro, si prodigavano per far accogliere da EQUITALIA irregolari istanze di rateizzazione di debiti fiscali presentate da alcuni contribuenti destinatari di cartelle esattoriali.
Il M., poi, è risultato anche autore, con altri soggetti, di un'articolata truffa ai danni dell'INPS. In sintesi, attraverso l'utilizzo di Modelli F24 intestati ad una società "schermo" del tutto inesistente, faceva risultare come regolarmente pagati i contributi previdenziali di imprese compiacenti le quali, invece, non versavano alcunché nelle casse dell'INPS.
Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia di Tributaria di Roma e coordinate dalla Procura della Repubblica della Capitale, rappresentano lo sviluppo di una precedente attività investigativa che aveva condotto all'arresto, nel febbraio dello scorso anno, di otto soggetti responsabili di reati di concussione, truffa aggravata e traffico internazionale di stupefacenti e che aveva consentito di individuare un sodalizio criminale che, anche attraverso l'utilizzo di documenti dell'Agenzia delle Entrate contraffatti, compiva false verifiche fiscali per poi indurre i contribuenti a pagare cospicue "tangenti" allo scopo di ammorbidire il presunto controllo, in realtà solo simulato e del tutto inesistente.
Nell'inganno era incappato anche l'imprenditore T. D. L., noto per essere stato coinvolto in un'altra inchiesta, svolta sempre dalla Procura della Repubblica di Roma, in qualità di amministratore della P. S. S.r.l., società alla quale la S. S. I. S.p.A. sub-appaltava i lavori affidati dall'ENAV.
Il nuovo filone di indagine ha invece riguardato il D. e il M., che erano risultati essere in stretto contatto con uno degli autori delle false verifiche fiscali, il consulente del lavoro A. G., tratto in arresto nel febbraio del 2013.
Al D. viene anche contestato lo svolgimento di un'attività di consulenza tributaria "in nero". In sintesi, per le sue prestazioni professionali non emetteva alcuna propria fattura, ma contava sull'emissione di falsi documenti fiscali da parte di altri soggetti, meccanismo che gli consentiva di continuare ad operare rimanendo completamente sconosciuto al fisco.