ROMA CAPITALE, FONDI DECRETO SALVA ROMA: LA RIVOLUZIONE PARTE DA ACEA

di Maurizio Costa

Roma Capitale
– L'Amministrazione capitolina, in vista del Piano di rientro previsto per accedere ai fondi del decreto "Salva-Roma", comincia la sua campagna di razionalizzazione dei costi e di tagli alle municipalizzate romane. Si comincia da Acea. L'azienda che rifornisce di luce e acqua tutto il centro Italia subirà un abbassamento drastico dei costi di gestione per cercare di portare le casse capitoline in una condizione più accettabile. Il Comune di Roma, infatti, è il maggior azionista di Acea, con la quota del 51% di tutta la società.

Durante l'Assemblea degli Azionisti di Acea S.P.A. sono stati votati tutti i provvedimenti che diminuiranno il peso monetario che l'azienda ha sul Comune di Roma: è stato nominato un nuovo Cda, che prevede Catia Tomasetti come Presidente, è stato diminuito il numero dei suoi componenti, sono stati abbassati i salari degli amministratori ed infine è stato approvato il bilancio 2013.

BILANCIO – L'Assemblea dei soci, prima di tutto, ha approvato il bilancio relativo all'anno 2013. Sebbene Acea abbia un debito elevatissimo, (ben 2.468 milioni di euro, quasi il doppio del patrimonio netto aziendale) nel 2013 ha avuto un utile netto di 141,9 milioni di euro (+83,3% rispetto al 2012). Questi sono dati rassicuranti da una parte e sbalorditivi dall'altra; il debito della municipalizzata tocca soglie incredibili, e, sebbene sia diminuito del 1,1%, raggiunge una cifra elevatissima.

NUOVO CDA – Il nuovo Consiglio d'Amministrazione, che resterà in carica fino al 2016, prevede una diminuzione da 9 a 7 membri. Francesco Caltagirone, detentore del 7,5% della società e principale socio privato, ha perso uno dei due posti amministrativi. Il Consiglio sarà composto da una maggioranza di donne, 4 contro 3 uomini, e anche il nuovo Presidente sarà una donna, Catia Tomasetti, avvocato cassazionista riconosciuta come una delle maggiori guide legali internazionali. Faranno parte del Cda anche Alberto Irace, Elisabetta Maggini, Paola Profeta, Giovanni Giani e Diane D'Arras.

DIMINUZIONE STIPENDI – Le retribuzioni dei membri del Cda diminuiranno del 70%. Il Presidente percepirà 120.000 euro annui e l'Amministratore delegato 260.000 euro all'anno per la parte fissa e altri 210.000 per quella variabile, legata al raggiungimento di determinati obiettivi.

Il cambiamento, pur essendo di grande portata, non risolverà tutti i problemi della municipalizzata e del Comune di Roma. Si deve fare un passo alla volta, ma questi tagli dovrebbero essere più sostanziali e meno formali.




ROMA CAPITALE: RECUPERATI 38 MILIONI DI EURO PER OPERE PUBBLICHE

di Maurizio Costa

Roma Capitale – Finalmente qualche buona notizia: il Comune di Roma ha recuperato 38 milioni e 580mila euro per avviare o terminare 26 progetti di restauro nei settori del decoro urbano, della mobilità e della tutela dei beni culturali. Questa cifra non è uscita dal nulla; l'Amministrazione, infatti, dal 1992 al 2007, ha ricevuto, attraverso il decreto 396/1990, finanziamenti dallo Stato per il finanziamento di vari progetti. L'ammontare complessivo di questi fondi tocca la soglia di 1 miliardo e 394 milioni di euro. Questa cifra avrebbe dovuto finanziare opere specifiche che, però, nel corso degli anni, non sono state più realizzate. Per questo, l'Amministrazione Comunale ha rimodulato questa cifra per poterla utilizzare per nuove opere in cantiere, che saranno completate in 3/4 anni. La manovra ammonta a quasi 65 milioni di euro perché, ai fondi rimodulati, si aggiunge un altro milione e mezzo di euro stanziato dalla Soprintendenza di Stato ed altri fondi del Comune di Roma.

Gli interventi – Il Comune ha individuato 26 cantieri che hanno bisogno di questi fondi per essere completati in tempi brevi. L'Amministrazione riqualificherà Piazza di Porta Pia (2.192.000 euro), il Palazzetto dello Sport di Corviale (454.334 euro), Piazza Testaccio (350.000 euro), il Mausoleo di Augusto e il Tempio del Divo Claudio e, infine, verrà realizzata una casa di accoglienza oncologica infantile. Ci sono anche molti altri progetti che nel giro di pochi anni verranno completati.

"Un lavoro straordinario" – ha commentato Ignazio Marino, Sindaco della Capitale, che ha poi continuato: "Spero che nel giro di poche settimane il Ministero approvi la manovra in modo da avere i fondi per l'estate."

Questi fondi "dormienti" verranno rimodulati e utilizzati dal Comune. Un'ottima manovra che non andrà ad intaccare la casse del Campidoglio, che versano già in una grave situazione.




ROMA CAPITALE: SI DIMETTE L'ASSESSORE ALLA CULTURA FLAVIA BARCA

Redazione

Roma – “E’ stata un’esperienza di grande valore e ringrazio il sindaco Marino per avermi concesso l’ opportunità di mettermi a servizio della cultura di questa città. Al momento non sussistono più le condizioni necessarie per affrontare un così delicato e strategico ruolo istituzionale e garantire alle politiche culturali di Roma quell’impulso che il rilancio socio-economico della Capitale richiede. Solo per non destabilizzare la giunta, che ringrazio e alla quale auguro buon lavoro, ho atteso questo momento post-elettorale per rimettere il mandato. Ringrazio tutto il mio staff per la grande professionalità, il personale della Sovrintendenza, del Dipartimento Cultura, di Zètema e di tutte le società controllate. Ringrazio in modo particolare l’Assemblea capitolina, la Presidente della Commissione Cultura Michela Di Biase con la quale ho condiviso l’impegno di questi mesi, i Presidenti e Assessori alla Cultura di tutti i Municipi con i quali si è stabilita una collaborazione preziosa e indispensabile nella comune idea di cultura come strumento chiave di inclusione e coesione sociale. Ringrazio infine tutti coloro, operatori culturali, artisti, cittadini, associazioni con i quali ho condiviso idee e progetti che hanno stimolato in questi mesi le mie politiche culturali”.




ROMA CAPITALE: APPROVATO BILANCIO 2014

di Maurizio Costa

Roma Capitale – Il bilancio di previsione per l'anno 2014 è stato approvato dalla Giunta capitolina. La manovra appena votata in Campidoglio terrà conto di tutte le spese e di tutte le entrate del Comune di Roma. Ignazio Marino, Sindaco della Capitale, ha stretto i tempi e, in pochi giorni, ha fatto approvare il bilancio che, insieme al decreto "Salva Roma", porterà un'aria di rinnovamento e razionalizzazione della spesa nella Capitale. Il piano finanziario ha un valore di 6,5 miliardi di euro, con un risparmio, rispetto al 2013, di 117 milioni di euro. Le entrate verranno incrementate di 244 milioni di euro e l'erogazione di beni e servizi aumenterà di 2,7 miliardi.

Ignazio Marino è stato molto chiaro: "530mila famiglie saranno esentate dal pagamento dell'Irpef comunale e, inoltre, la Tasi si attesterà al 2,5 per mille, esattamente come la quota statale." Riguardo alla tassa di soggiorno, il primo cittadino è stato chiaro: "Il contributo passerà da 55 milioni di euro a 90 milioni e pagheranno soprattutto gli hotel di lusso. I soldi che guadagneremo" – ha aggiunto Marino – "li utilizzeremo per contrastare l'abusivismo del settore e per la promozione turistica."

La manovra – Saranno molti i settori toccati, in positivo e in negativo, dal bilancio del 2014. Prima di tutto aumenteranno i costi per l'occupazione del suolo pubblico: i camion bar pagheranno 30 euro al giorno (invece di 3 euro), mentre i banchetti di souvenir sborseranno 4 euro invece di uno.
Aumenterà anche la tassa di soggiorno: per gli hotel a 5 stelle sarà di 7 euro al giorno, 6 euro per i 4 stelle, 4 euro per i 3 stelle e 3 euro per gli alberghi da 2 e una stella.
Un altro settore colpito sarà quello delle strisce blu: nel centro storico costeranno un euro e cinquanta all'ora. Anche i permessi per entrare nella ZTL costeranno di più: 1.016 euro per le auto con 19 cavalli, 1.216 euro per quelle tra i 20 e i 23 cavalli e 1.416 per valori superiori, con una validità, per tutte le cilindrate, di 5 anni.

209 milioni di euro saranno destinati ai servizi sociali essenziali. 1.072 alloggi popolari, destinati ad oltre 3mila persone, verranno costruiti in 18 mesi, mentre 1,5 milioni di euro saranno stanziati per il buono casa. Per razionalizzare la spesa, verranno affidati a associazioni di volontariato 10 musei civici, con un risparmio di 1,2 milioni di euro.

Inoltre, le società partecipate di secondo livello verranno liquidate e verranno incrementati anche i posti negli asili nido, che toccheranno la quota di 400 nuovi posti.

Sarà una manovra difficile; molti saranno i tagli ma aumenteranno anche alcuni servizi per i cittadini, come le case popolari e l'incentivo per l'acquisto di un'abitazione. Verranno tassati maggiormente tutti coloro che occupano il suolo pubblico e finalmente si arresterà l'ascesa della Tasi. Tutto questo migliorerà la situazione della Capitale?




ROMA CAPITALE SGOMBERI: SANTORI CHIEDE LE DIMISSIONI DI IGNAZIO MARINO

Redazione

Attiveremo Class action contro il comune per contrastare le assegnazioni agli occupanti abusivi. Coinvolgeremo tutti i cittadini in attesa nelle graduatorie e le tante famiglie che hanno investito i propri risparmi per avere un’abitazione nei quartieri di nuova urbanizzazione

"Sel e centri sociali fanno quadrato attorno al vicesindaco Nieri e di fatto il silenzio omertoso di Marino rappresenta un grave atteggiamento istituzionale di chi è complice. Il Sindaco continua a pagare cambiali elettorali ai movimenti dell’estrema sinistra, calpestando la legge sulla pelle dei romani che da anni attendono in graduatoria un alloggio popolare. Le dimissioni della giunta capitolina sono doverose di fronte a questa vergognosa vicenda ancora colma di lati oscuri”, lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale e membro della commissione Politiche abitative, che già ieri ha annunciato una denuncia alla Procura della Repubblica per abuso d’ufficio e violazione delle normative regionali sull’assegnazione degli alloggi popolari nei confronti del sindaco Marino e del vicesindaco Nieri.

“Le procedure avviate dal sindaco Marino, per le assegnazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica in favore di occupanti abusivi degli edifici ex Hertz e Angelo Mai, devono essere annullate immediatamente sia perché i soggetti beneficiari non hanno alcun titolo sia perché sono ancora pubblici due avvisi del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale per trovare alloggi in affitto da destinare a sedi di uffici e a case popolari. Allora ci chiediamo a che titolo il vicesindaco Nieri sta caldeggiando il pagamento dell’affitto o l’eventuale acquisto degli alloggi invenduti nei quartieri di nuova urbanizzazione destinati agli occupanti abusivi così come è avvenuto a Monte Stallonara? Per questi motivi ci attiveremo per sostenere una class action contro l’amministrazione capitolina per tutelare i diritti delle migliaia di cittadini in attesa nelle graduatorie pubbliche per l’assegnazione di alloggi popolari e per difendere le tante famiglie che hanno investito i propri risparmi per avere un’abitazione nei quartieri di nuova urbanizzazione ma che saranno invasi da decine di occupanti abusivi, per la maggior parte immigrati sconosciuti alle forze dell’ordine. Dal 2007 ad oggi sono oltre 400 gli alloggi popolari consegnati agli occupanti abusivi che fanno riferimento alla galassia dei centri sociali e ai movimenti per la casa dell’estrema sinistra, oltre il 20% delle assegnazioni totali. In barba alle migliaia di famiglie che aspettano da decenni un tetto e sono in possesso dei necessari requisiti previsti, si continua ad applicare una delibera voluta dalla giunta Veltroni, faziosa e colma di incongruenze. Senza dimenticare che le Istituzioni decidono le politiche per l’emergenza alloggiativa sotto il ricatto dei movimenti per la casa: non dimentichiamo infatti che sia il Campidoglio che la Regione Lazio nell’ultimo bando per le case popolari attribuiscono il punteggio massimo a tutti coloro che vivono in alloggi di fortuna, quali strutture messe a disposizione da associazioni riconosciute, e nella recentissima delibera della giunta Zingaretti di fatto si avvia una sanatoria ai nuclei familiari, anche formati da una sola persona, che vivono in immobili impropriamente adibiti ad abitazione, stanziando risorse a chi ha illegalmente e abusivamente occupato immobili”. Conclude Santori.




ROMA CAPITALE: AL VIA LE ISCRIZIONI AGLI ASILI NIDO FINO AL 12 MAGGIO

Redazione

Roma – Sono in corso le iscrizioni dei bambini agli asili nido di Roma Capitale, aperte quest’anno dal 31 marzo al 12 maggio: è uscito il bando per l’anno educativo 2014-2015 che prevede, come è avvenuto per la Scuola dell’Infanzia, l’uso esclusivo della procedura online. Oltre che in italiano, il modulo di domanda è disponibile anche in francese, inglese, rumeno e spagnolo. Vediamo le cose essenziali da sapere.

Chi può avere un posto in un asilo nido di Roma Capitale per il 2014-2015

I bambini nati dal 1° gennaio 2012 e che nasceranno entro il 31 maggio 2014, residenti nel territorio di Roma Capitale, appartenenti a famiglie con almeno un genitore (o tutore o affidatario) residente nel territorio di Roma Capitale. Iscrivibili anche i bambini che compiranno tre anni entro il 30 aprile 2015, per i quali sia stata già presentata domanda d’iscrizione alla Scuola dell’Infanzia.

Possono fare domanda anche le famiglie non residenti a Roma al momento dell’iscrizione, ma che possano autocertificare d’avere in corso il cambio di residenza a Roma. E’ inoltre possibile iscrivere i bambini presenti temporaneamente a Roma, anche privi di residenza, se le norme in vigore (internazionali, nazionali e regolamentari) lo prevedono.

Come iscriversi

Come già detto, l’iscrizione si fa esclusivamente online, in due modi possibili:

accedendo personalmente ai servizi telematici del nostro portale (sezione Servizi online, in alto a sinistra). Occorre in questo caso essere “utenti identificati” del portale. Chi lo è già va direttamente alla compilazione della domanda, seguendo il percorso Elenco Servizi Online – Servizi Scolastici – Iscrizioni Nidi Capitolini – Domanda Online. Se nessuno dei genitori è già identificato, basta che uno tra loro avvii la procedura online, quella che si apre dal link “identificazione al portale”, eventualmente consultando la pagina guida delle “informazioni preliminari”. Per concludere la procedura serve in genere una settimana dall’invio della documentazione, con un’e-mail che notifica l’avvenuta identificazione al portale: è consigliabile tenerne conto calcolando i tempi. In ogni caso, per informazioni e assistenza è a disposizione il contact center ChiamaRoma 060606.

In alternativa, senza necessità di identificarsi al portale, ci si può far assistere gratuitamente dai Caf convenzionati nella compilazione della domanda per via telematica.

Cosa va indicato nella domanda

Si deve scegliere, come territorio in cui si vuole che il bambino frequenti un asilo nido, un solo Municipio. Questo può essere: quello di residenza del nucleo familiare; quello in cui almeno uno dei genitori lavora; quello in cui risiedono i nonni; quello, infine, di residenza del genitore presso cui il bambino non risiede. Le prime due opzioni (Municipio di residenza della famiglia o sede di lavoro) garantiscono un punteggio maggiore in graduatoria. Deciso il Municipio, si possono indicare al massimo sei nidi (anche convenzionati o “spazi Be.Bi.", vedi qui oltre) in ordine decrescente di preferenza.

Oltre che ai nidi gestiti direttamente da Roma Capitale, si può chiedere l’iscrizione: ai nidi capitolini in concessione a privati, ai nidi privati accreditati e convenzionati con il Campidoglio, agli “spazi Be.Bi.” (strutture dove i bambini possono rimanere cinque ore di mattino o pomeriggio, senza il pasto). Si può anche scegliere la frequenza alla “sezione ponte” della Scuola dell’Infanzia: una soluzione di passaggio tra nido e materna, per i bambini trai i due e i tre anni (nati dunque entro il 31 agosto 2012).

Quanto si paga

Il contributo varia in base all’ISEE e alla fascia oraria prescelta (il bambino può restare al nido per un numero di ore inferiore all’orario di apertura). Se non si presenta la dichiarazione apposita (DSU, Dichiarazione Sostitutiva Unica), viene applicata la tariffa massima. L’esatta quota contributiva si può conoscere grazie a un’applicazione dei servizi online qui nel portale, che calcola automaticamente la quota avendo inserito valore ISEE e fascia oraria. L’applicazione si raggiunge seguendo questo percorso: Elenco Servizi Online – Servizi Scolastici – Offerta scolastica – Prospetto quote – Servizi 0-3 anni.

Il nido è gratis per le famiglie seguite e segnalate dai servizi sociali. La quota per i nidi convenzionati è la stessa che si pagherebbe per un nido a gestione pubblica.

I nidi sono aperti dal 1° settembre al 31 luglio, dal lunedì al venerdì. L’orario può variare da sede a sede: 7.30-17, 8-16.30, in alcuni casi 7-18. I privati convenzionati aprono al massimo dalle 8 alle 16.30.

Informazioni complete consultando la scheda nelle pagine del Dipartimento Servizi Educativi.

“Le iscrizioni online ai nidi comunali", ha detto l'assessore alla Scuola Alessandra Cattoi, "garantiscono maggiore trasparenza per i cittadini e un consistente snellimento delle pratiche burocratiche". Si va così "incontro alle esigenze degli utenti più tecnologici che non dovranno più perdere tempo in code e spostamenti inutili per compilare le domande. Per chi poi "non ha dimestichezza con la procedura di identificazione al portale" è stata attivata "una rete di assistenza gratuita tramite i Caf convenzionati". Infine, "per facilitare le famiglie delle bambine e dei bambini di nazionalità non italiana, nell’ottica di una piena integrazione nelle nostre scuole, abbiamo tradotto il bando e le istruzioni in francese, inglese, romeno e spagnolo".




ROMA, VU RESTAURA'? IGNAZIO MARINO FOLGORA IL PRINCIPE ARABO CON IL MAUSOLEO DI AUGUSTO

di Maurizio Costa

Roma Capitale – Durante il suo viaggio a Riyadh, il Sindaco Ignazio Marino ha portato all'attenzione del principe sultano Sultan Bin Salman Bin Abdulaziz e del presidente della Commissione che gestisce i beni archeologici e turistici dell'Arabia Saudita, una lista di monumenti romani da restaurare o che gravano in condizioni di disagio. Il principe ci ha messo un pò ma adesso sembrerebbe aver deciso. La scelta sarebbe ricaduta sul Mausoleo di Augusto, che avrebbe colpito particolarmente il sultano.

Per ora non ci sono sicurezze, anche perché l'accordo si fonderà su più di un monumento e la strada sembra ancora lunga. Intanto, la bozza di accordo sarebbe all'attenzione del re, che presto deciderà il da farsi. Roma riceverà tantissimi soldi sauditi per restaurare i monumenti che non è riuscita a pagarsi da sola. L'unica cosa che chiedono gli arabi è quella di organizzare mostre temporanee in territorio arabo ed esporre le opere romane nei musei del Medio Oriente. Uno scotto non troppo pesante da pagare, ma che almeno permetterà di rendere più vivibile culturalmente la città più bella del mondo.

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ROMA CAPITALE: IL "DECRETO SALVA MARINO" SBARCA ALLA CAMERA… DAJE CON IL PIANO RIFIUTI

di Maurizio Costa

Roma – Il decreto Salva Roma si avvicina all'approvazione da parte della Camera dei Deputati. Le Commissioni congiunte Bilancio e Finanze della Camera hanno approvato il decreto legge sugli Enti locali, che racchiude al suo interno la parte riguardante il salvataggio della Capitale. Il decreto stanzierà molti soldi per le casse capitoline (circa 485 milioni di euro) ma l'Amministrazione comunale dovrà chiudere il bilancio del 2014 entro fine aprile e preparare un Piano di rientro per portare Roma al pareggio di bilancio entro tre anni.

Il deputato e segretario del PD del Lazio, Fabio Melilli, il relatore delle Commissioni che hanno approvato il decreto, ha dichiarato che: "Da lunedì ci sarà la discussione del decreto in Aula e da martedì si inizierà a votare." Il decreto che verrà votato la settimana prossima contiene anche una proroga di altri 30 giorni per dare modo al Comune di Roma di approvare il bilancio del 2014. Punto fondamentale saranno anche le disposizioni che riguardano la mobilità dei dipendenti tra le municipalizzate romane.

Intanto, il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, si fionda sulla questione rifiuti: "A Roma non esiste il rischio di un'emergenza rifiuti come quella di Napoli del 2008", ha dichiarato il primo cittadino della Capitale, che aggiunge: "Per 50 anni le tecnologie sono appartenute ad una sola persona, che adesso è agli arresti." Il Sindaco parla delle vicenda Cerroni, patron di Malagrotta. Secondo Marino il piano c'è e mercoledì ci sarà un incontro con il Ministro dell'Ambiente Galletti.

Sembra che il cerchio si stia chiudendo intorno all'Amministrazione romana, che, da adesso in poi, non potrà fare neanche un passo falso.




ROMA CAPITALE, SI AUMENTA LA TASSA DI SOGGIORNO: DAJEā€¦ ADDOSSO AL TURISTA

di Maurizio Costa

Roma Capitale – Se non abbiamo soldi noi, facciamo pagare ai turisti. Sembra essere questo il pensiero di Ignazio Marino, che sta pensando, insieme al resto dell'Amministrazione comunale, di aumentare la tassa di soggiorno per tutti i turisti che alloggeranno a Roma.

Il contributo, che è uno dei più alti d'Europa, servirà a risanare le casse della città. Fino ad oggi, la tassa è di 3 euro per gli alberghi a 4 e a 5 stelle, 2 euro per i B&B e per gli alberghi dalle tre stelle in giù, e di un euro per i campeggi. La cabina di regia in Campidoglio sta pensando di aumentare questa tassa fino a tre euro in più a notte per gli albergi più cari. Una mossa che sembrerebbe azzeccata, tanto i turisti, si sa, i soldi li hanno.

Questo aumento porterebbe nelle casse capitoline fino a 80 milioni di euro in più rispetto ad adesso.

Noi aumentiamo, ma nel resto del mondo come funziona? A Parigi la tassa è di pochi centesimi di euro; a Vienna si paga il 2,8% della spesa totale del soggiorno, mentre in Olanda si arriva al 5%. La peggiore sembrerebbe essere New York, che impone ai turisti tre tasse: un contributo fisso di un dollaro e mezzo, uno variabile in base alle stelle dell'albergo e l'altro fissato al 5,8% del prezzo totale. Quello che ci differenzia dal resto d'Europa è l'utilizzo che facciamo di questi soldi. Mentre a Roma non si sa dove finiscano tutte queste somme, a Colonia, per esempio, sul sito della città, sono spiegati, euro dopo euro, tutti gli investimenti che il Comune fa con i ricavi della tassa di soggiorno. Nuove tasse per i turisti ma senza la sicurezza che i soldi arrivino nelle mani giuste. Ne vale la pena?




ROMA CAPITALE: IGNAZIO MARINO RILANCIA SUI PREPENSIONAMENTI PER RISANARE IL DEBITO

di Maurizio Costa

Roma – Ignazio Marino, entro aprile, dovrà compilare un piano di rientro che esporrà i modi con i quali il Comune arriverà al pareggio di bilancio entro tre anni, per accedere così ai soldi che stanzierà il decreto "Salva Roma".

Oltre a rivedere il ruolo e il numero delle municipalizzate, il primo cittadino della Capitale ha pensato ad un'altra possibilità: mandare in pensione 4mila dipendenti comunali. Purtroppo per lui, la Legge Fornero, che durante il Governo Monti modificò i requisiti per andare in pensione, vieta questo prepensionamento anticipato. L'obiettivo di Ignazio Marino è quello di far approvare un amendamento alla legge che porterebbe, così, ad un risparmio per le casse del Comune di oltre 180 milioni di euro. Ad usufruire di questa deroga sarebbero tutti quei dipendenti che, prima dell'entrata in vigore della Legge Fornero, avevano già i requisiti per accedere alla pensione. L'emendamento è stato già votato in Senato lo scorso ottobre e l'esito è stato negativo. Adesso il Sindaco ritenta la sorte riportando la questione in Parlamento.

Proprio domani, la cabina di regia che dovrà elaborare il piano di rientro, si ritroverà in Campidoglio per discutere della questione; per l'occasione, si parlerà anche della cosiddetta "mobilità interaziendale", che permetterebbe il passaggio di dipendenti dagli uffici del Comune a quelli delle società municipalizzate. Una mossa che aiuterebbe Marino a razionalizzare l'organico comunale e risparmiare molti più soldi pubblici. La strada è lunga ma tra tutte le proposte del Sindaco, questa sembra la migliore. Il prepensionamento farebbe comodo sia ai lavoratori che alle casse comunali. L'unico, ma non piccolo, ostacolo sono i fondi che lo Stato dovrebbe stanziare per pagare queste pensioni anticipate.

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ROMA CAPITALE: IGNAZIO MARINO ALLA RICERCA DEL PAREGGIO DI BILANCIO PERDUTO

di Maurizio Costa

Roma – Dopo l'approvazione in Parlamento del decreto "Salva Roma", la questione riapproda in Campidoglio. Con una seduta del Consiglio straordinaria, la Giunta capitolina si è riunita per discutere il decreto, che, sebbene sia stato approvato dal Parlamento, ha bisogno di un'ulteriore certificazione, cioè un piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale del bilancio del Comune di Roma. Se questa condizione non verrà rispettata, la Capitale potrà dire addio al decreto che potrebbe rimetterla in sesto. In poche parole il Sindaco Ignazio Marino dovrà promettere allo Stato che Roma riuscirà a ritornare in carreggiata e che, entro tre anni, arriverà al pareggio di bilancio. In caso contrario, la Capitale non riceverebbe tutti quei soldi che, invece di riempire le casse capitoline, sono stati consegnati alla gestione commissariale. Non è un aiuto, ma semplicemente un ritorno di denaro, che ammonta a circa 485 milioni di euro.

Durante il Consiglio straordinario di stamattina, il Sindaco ha tenuto un lungo intervento riguardo al decreto "Salva Roma". Il primo cittadino ha voluto spiegare che l'Amministrazione comunale dovrà presentare entro 80 giorni "un piano triennale che dovrà contenere misure volte alla razionalizzazione della spesa nell’ottica di poter pervenire ad un equilibrio di bilancio." In caso contrario Roma non riceverebbe la somma dallo Stato. Nel decreto si legge che nel piano la Giunta capitolina dovrà esporre i modi con i quali risolverà svariati problemi che affliggono la città. Gli obiettivi sono: riportare i costi della fornitura dei servizi pubblici a livelli standard, rivedere i fabbisogni di personale delle società partecipate e adottare modelli innovativi per la gestione del trasporto pubblico, dei rifiuti e della pulizia delle strade, anche ricorrendo alla privatizzazione. L'Amministrazione dovrà anche arrivare al pareggio di bilancio e dovrà liquidare quelle società partecipate che non svolgano servizio pubblico.

Marino è fiducioso: "Davanti a noi, dunque, abbiamo una grande opportunità: utilizzare i 90 giorni previsti dal decreto legge per consolidare il modello innovativo di gestione delle aziende partecipate, di valorizzazione del patrimonio pubblico, di riorganizzazione della macchina capitolina e di rilancio complessivo dell’economia romana." In questo caso Marino non sembra aver capito bene la scadenza: i 90 giorni decorrono dall'entrata in vigore del decreto (6 marzo 2014) e non da oggi.

Predisporre un piano di intervento triennale è facile, attuarlo molto più difficile. Lo Stato impone alla sua Capitale interventi massici che la riportino in una situazione stabile. In questa situazione Marino sembra molto tranquillo, ma l'ombra del commissariamento aleggia sempre sui cieli sopra il Campidoglio, come se fosse un segno di presagio. Il cambiamento deve partire dalle piccole cose; in questo caso c'è "mamma Italia" che controlla, e Roma non può fare altro che stare alle condizioni statali.