ROMA, BENI CONFISCATI ALLE MAFIE: IL CASO DEL RISTORANTE FANTASMA

di Maurizio Costa

Roma – Un ristorante che avrebbe dovuto aiutare persone affette da disabilità, fornendo lavoro e borse di studio, ha chiuso i battenti da almeno un anno e mezzo. Parliamo del “Goodwill Ristobar”, che dal luglio del 2002 si trova in Via Tuscolana 1100, all’interno di un immobile confiscato alla criminalità organizzata. Secondo la legge 109 del 1996, “i beni immobili [confiscati alle mafie] sono trasferiti al patrimonio del Comune ove l’immobile è sito, per finalità istituzionali o sociali”. Per questo motivo, tutti questi beni vengono o utilizzati dalle Amministrazioni locali per motivi istituzionali o ceduti alle Onlus o alle cooperative sociali con finalità utili per la collettività. Infatti, all’interno di queste strutture molto spesso sorgono centri per tossicodipendenti, case famiglia, associazioni di volontariato o di reinserimento nel mondo del lavoro di ex detenuti o di persone disabili.

Nel nostro caso, il Comune di Roma espropria il bene in questione, un locale di 190 metri quadri in Via Tuscolana 1100/1102, e lo consegna, il 22 gennaio del 2002, attraverso un Decreto dell’Agenzia del Demanio, alla “Associazione Goodwill Onlus”. Questa associazione no profit, che si occupa principalmente di occupazione, ha creato questa piccola impresa nella Capitale, dove, secondo la legge 109 del 1996, ha impiegato 12 ragazzi con disabilità che hanno cominciato un percorso professionale, seguìti da tutor che hanno permesso questo percorso lavorativo. “I proventi del ristorante – leggiamo dal sito della Goodwill – hanno consentito di assegnare 10 borse di studio/lavoro per altri ragazzi con disabilità”.

Durante la sua attività, il ristorante ha collaborato con l’Istituto Artusi, che ha fornito due docenti di cucina disponibili ad aiutare i ragazzi che lavoravano all’interno del locale. Inoltre, il “Goodwill Ristobar”, nato sulle macerie di un pub che versava in condizioni critiche, è stato fornito di un forno per pizza per stimolare l’affluenza di nuovi clienti. “La Repubblica” lo recensì come uno dei migliori ristoranti di Roma, mentre il presidente dell’ex Municipio X lo ha encomiato per i suoi scopi sociali.

Tutta questa storia, però, è finita nel peggiore dei modi. Il ristorante è chiuso e versa in cattive condizioni. I residenti della zona, intervistati ai nostri microfoni, hanno dichiarato che “l’attività è chiusa da almeno un anno e mezzo, forse due”. Gli abitanti del quartiere hanno anche affermato che nel ristorante lavoravano persone svantaggiate e addirittura che “venivano fatti corsi di cucina regionali nel ristobar, ma il ristorante non ha mai avuto tantissimi clienti” ci ha confermato una signora.
Abbiamo provato a contattare la “Goodwill” ma al centralino ci hanno detto che non c’era nessuno in sede e che avremmo dovuto riprovare “tra qualche giorno”.

Intanto, la situazione è grave: un bene che dovrebbe appartenere alla collettività, sotto forma di attività socialmente utili, adesso è chiuso da almeno un anno e mezzo, e non serve a nessuno, tantomeno alle persone svantaggiate.