Roma, mozione per il salvataggio del Polo Museale dei Trasporti: il M5S (come Ponzio Pilato) si astiene

Il Campidoglio, targato M5S, si astiene, come Ponzio Pilato in chiave moderna, sulla mozione relativa il salvataggio del Polo Museale dei Trasporti di Roma, determinando, quindi, regolamento alla mano, la bocciatura dell’atto da parte dell’Assemblea Capitolina.

“Ancora una volta, la maggioranza decide di non decidere”, tuona a bocce ferme Svetlana Celli, capogruppo della Lista Civica e promotrice dell’iniziativa, “e cristallizza una situazione che, viceversa, necessita di interventi immediati”.

Il tragicomico epilogo martedì scorso, nell’ultima seduta prima della pausa natalizia: 20 astensioni contro 5 voti favorevoli, quelli delle opposizioni, più la consigliera Catini, la sola del MoVimento a schierarsi per il Sì.

E la mozione resta nei cassetti. Difficile capirne le motivazioni. A preoccupare, soprattutto, lo stato di conservazione delle vetture ferro-tranviarie storiche e degli orti urbani, curati dal Centro Anziani dell’Ostiense, rimasti senza manutenzione da marzo, mese in cui il museo è stato chiuso. “In alcune vetture ci piove dentro”, rileva la Celli, “mentre il resto dell’area è lasciato al completo abbandono. Stiamo rischiando di perdere tutto. Sono beni di Atac“. E, quindi, di Roma Capitale. Compreso l’archivio fotografico e documentaristico. Ma neanche questo è servito a sensibilizzare la compagine pentastellata.

L’obiettivo del documento intendeva sollecitare “l’amministrazione ad avviare un percorso comune e partecipativo”, riprende l’esponente capitolina, “data l’urgenza e considerata la disponibilità espressa al riguardo dalla Regione Lazio, nella persona dell’Assessore ai Trasporti Mauro Alessandri, in cui coinvolgere le 24 associazioni del Comitato che sono riuscite a trasformare il sito da luogo di conservazione a una realtà molto più complessa, in una valida officina socio-culturale-didattica”.

Sua sulla pagina di facebook la Celli rende pubblica la “strisciata della votazione”, coi nomi e cognomi dei consiglieri presenti quel giorno e come si sono comportati di fronte alla mozione. Dalla maggioranza è il Presidente della commissione alla mobilità Enrico Stefàno cerca di dare un senso a quanto accaduto: “Desidero approfondire il tema”, risponde ai nostri microfoni, “ci sono altri attori come la Regione da coinvolgere”.

Il Comitato si dice sorpreso dalla decisione assunta dall’Assemblea Capitolina perché “rappresenta un gesto di poca attenzione nei confronti della cultura e in questo caso della cultura e della storia del trasporto pubblico locale del Lazio, racconta all’interno del Polo Museale. Roma Capitale è come se avesse mollato per disfarsi di un bene prezioso che avremmo voluto che lo abbracciasse come patrimonio di Roma, – evidenzia – il Comitato per quanto sorpreso continuerà il percorso di battaglie”.

“Siamo abituati alle stramberie del Campidoglio ma non davanti a casi come questi”, va all’attacco la capogruppo. “Così facendo il M5S, oltre a certificare la morte del sito, disconosce il lavoro e la dignità dei suoi consiglieri in VIII Municipio che, invece, hanno votato in favore dell’analogo provvedimento presentato dalla Giunta di centrosinistra. Noi – chiude la Celli – non molliamo di un millimetro”.

“Oramai siamo alle comiche. In Aula Giulio Cesare il Movimento 5 Stelle boccia la proposta di mozione che impegnava l’amministrazione a trovare soluzioni possibili per la futura riapertura del Polo Museale dell’Atac ad Ostiense”, commenta il presidente della commissione cultura proprio dell’VIII, Flavio Conia. “Nulla è valso l’impegno di Svetlana Celli, delle associazioni che hanno depositato appelli e interpellanze, del Municipio Roma VIII che si è attivato da subito per trovare soluzioni e interlocuzioni con l’azienda. Nulla è valsa la proposta di risoluzione votata all’unanimità da tutte le forze politiche in Municipio VIII: il M5S a livello locale riconosce le giuste battaglie nelle quali essere presente, in Campidoglio si preferisce astenersi. Vi tirate fuori dalle vostre responsabilità, alzate le mani non schierandovi, decidete di non decidere. Così, lasciate morire un museo, gli sforzi fatti per tenerlo vivo ed aperto ed il suo patrimonio”.




Roma-Giardinetti, Coordinamento Roma Giardinetti: “Ecco come si cancellano 10 milioni di euro (e non solo)”. Si valuta esposto alla Corte dei Conti

ROMA – “Riaprire subito la tratta Centocelle-Giardinetti”. Dal palco del Comitato di Quartiere di Torre Maura arriva, perentorio, l’appello del Coordinamento Roma Giardinetti, condiviso con il comitato stesso, i comitati di Centocelle e Tor Pignattara nonché il Cesmot. “È possibile farlo in dieci giorni ci hanno garantito, seppure in via informale”, dichiarano, “è questione di volontà”.

Lunedì sera il punto con i cittadini del quartiere simbolo, che paga, sotto il profilo economico e sociale, la sospensione dell’esercizio avvenuta nell’agosto 2015. “Il disagio è enorme, lo sentiamo fin dall’inizio”, esordisce Alessandra Vasselli, “per i mancati collegamenti con la metro C e metro A. Quello di Torre Maura è un isolamento forzato, come per altri quartieri. Abbiamo partecipato ad incontri al Municipio VI che oltre le slide, per gli addetti ai lavori, non si capiva nulla. E attendiamo risposte da anni sul ripristino o meno”. “Rispetto a questo tema delicato”, rincara Alfredo Trebbi, presidente del comitato, “abbiamo sentito soltanto la voce della consigliera capitolina Svetlana Celli e quello delle associazioni. L’incontro è nato per questo”.

Sulla riapertura il Coordinamento –
composto dall’Osservatorio Regionale sui
Trasporti
, Legambiente Lazio, Circolo Legambiente ‘Si può Fare’, UTP-Assoutenti e TrasportiAmo – evidenzia che “la tratta Centocelle-Giardinetti non
rappresenta una sovrapposizione della Metro C per la sua capillarità, così come
emerso durante la commissione trasporti del 27 gennaio scorso”. E aggiunge: “prima
della chiusura quella tratta è stata oggetto di importanti lavori. Soldi
pubblici. Bisogna cambiare paradigma di visione per la Roma-Giardinetti, il
ritorno a Giardinetti, subito, senza se e senza ma, deve essere visto con un
importante tassello per combattere i cambiamenti climatici, l’inquinamento, il
traffico e l’intasamento nonché la gravità degli incidenti stradali, capace di
superare l’attuale servizio integrativo bus (Linea 105 e 106). Solo così si va
verso le richieste delle migliaia di persone che hanno animato e animano
tutt’ora i ‘friday for future’ di
Greta Thunberg”. “Troppi anni sono
stati persi”, spiega Omar Cugini,
presidente del Cesmot, “non possiamo perdere questo treno, tanto più in
un’epoca in cui l’inquinamento atmosferico, causato in primis dal traffico
gommato, è diventato un problema grave da non sottovalutare”.

Sul tavolo la mozione promossa dalla
Celli stessa, che riprende i punti salienti del Coordinamento. Oltre alla
riattivazione del servizio da Centocelle a Giardinetti – “e nell’attesa prolungare
l’esercizio fino al Parco di Centocelle in modo da creare un efficiente nodo di
scambio” -, il provvedimento, infatti, impegna l’Amministrazione di farsi
carico della linea, perfezionando il passaggio con la Regione Lazio, e di avviare la revisione generale di 5 elettrotreni
serie Et81, il cui bando di gara (1milione e 400mila euro) è stato assegnato da
Atac nel 2015. “Chiediamo inoltre –
spiega la consigliera – di istituire un Osservatorio per monitorare
l’avanzamento dei lavori, che coinvolga Municipi, comitati, associazioni e
sindacati, simile a quello avviato dalla Regione per la Roma-Viterbo, di interloquire col MIT per il mantenimento dello
scartamento ridotto e di tutelare il personale attualmente in forza alla
Giardinetti, in quanto la tramvia non prevede figure professionali quali
macchinisti, capistazione, manovratori e agenti di stazione. La mozione
rafforza – aggiunge – le battaglie delle associazioni e comitati”.

La conversione dello scartamento della
linea, da ridotto (950mm) a ordinario o tramviario (1445mm), è l’argomento, in
assoluto, a tenere banco. Enrico Stefàno,
presidente della commissione capitolina alla mobilità, ribadisce, in un lungo
video su facebook, pubblicato in risposta all’incontro a Torre Maura, ribadisce
che il cambiamento della larghezza dei binari è una scelta improcrastinabile. “Il
Ministero ci dice”, dichiara, “che è disposto a finanziare il progetto, però
non vogliano più lo scartamento ridotto. E per questo sono disposti a dare più
fondi. È il Ministero che decide. Piuttosto di fare un dibattito infinito, che
avrebbe potuto portare alla chiusura definitiva di questa linea, abbiamo
lavorato da subito per andare incontro alle esigenze del MIT. Sto vedendo,
spiace dirlo, un interesse meramente elettorale di ributtare in ‘caciara’ su
questo argomento”. E apriti cielo.

“La Regione ha fatto la sua scelta”,
taglia corto il consigliere regionale Gianluca
Quadrana
, “investendo e reinvestendo sulla Roma-Lido e sulla Roma-Viterbo:
il Comune e la sua maggioranza facciano lo stesso sulla Roma-Giardinetti”. “Non
amiamo buttare le cose in caciara”, è la replica piccata del Comitato di
Quartiere di Tor Pignattara, che comunque apprezza la disponibilità dell’esponente
cinquestelle. “Noi facciamo originare il problema dalle prescrizioni del MIT. Ci
saremmo aspettati una difesa più ‘feroce’, anche perché, ci permettiamo di
contestare su questo punto Stefàno, se è vero che avremmo perso tempo ‘in
entrata’ a convincere il MIT, è altrettanto vero che i cittadini (che sono
l’unica cosa che conta per noi) ne perderanno molto ma molto di più in uscita
ora, per via delle modifiche che impatteranno in modo severo sul cronoprogramma
dei lavori. Se si fosse scelta la strada della discussione, siamo sicuri che
decine di comitati, associazioni, cittadini ed esperti avremmo sostenuto anche ‘fisicamente’
questo progetto. Per questo siamo convinti che la strada maestra sia farci
sentire direttamente con il MIT”.

“Assistiamo ad un incomprensibile
dilatazione della firma di acquisizione della linea da parte del Comune”,
riprende il Coordinamento Roma-Giardinetti. “Chiediamo alla Regione
(proprietaria della linea) l’immediata convocazione del Comune per la firma di
questo fondamentale passaggio che deve vedere subito dopo il riposizionamento
del capolinea a Giardinetti. Dopo di questo si apra con Associazioni e le
persone un confronto sul futuro della linea”. 

“Ribadiamo l’importanza di non perdere
un importante collegamento su ferro, strategico per la mobilità del quadrante
Casilino”, rincarca il Cesmot, “concordiamo in pieno con i colleghi delle
associazioni, TrasportiAmo, Osservatorio Regionale Trasporti, Legambiente ed
UTP, sulla necessità di intervenire con progetti mirati e di facile
realizzazione, accantonando futuristiche trasformazioni a scartamento
ordinario, che rischierebbero solo di causare una chiusura a tempo
indeterminato con conseguenti  disagi e
spreco di risorse. Come purtroppo sta accadendo in Lombardia con la linea Milano – Desio”.

“Convertire lo scartamento non ha
senso”, sottolinea Massimo Montebello,
ingegnere trasportistico di lungo corso. “Esiste un concetto noto agli ingegneri,
il cosiddetto ‘valore di semina’. In funzione di questo, per evitare
giustamente sprechi di carattere economico e ambientale, è meglio aggiornare
l’esistente, nel caso lo scartamento ridotto. In Italia e all’estero è stato
già fatto. Attivarsi subito per arrivare a Termini, entro sei mesi sarebbe
possibile”. Il materiale rotabile? “Non rappresenta un problema: per il futuro si
possono acquistare rotabili tramviari con un’unica commessa, prevendo per parte
di essi carrelli a scartamento ridotto”. “Sono i viaggiatori che si muovono, che
necessitano del nodo di interscambio modale”, conclude, “nel caso di specie, la
massima integrazione, con i sistemi di trasporto esistenti, si realizza portando
il capolinea a Termini, dove gli utenti del TPL si integrano con la metro A, B,
le altre tramvie, bus, treni, aerei ecc”.

Il Segretario SLM Fast-Confsal Lazio,
Renzo Coppini
, tiene a evidenziare che “rispetto alla Giardinetti, e alle
altre criticità derivate da una gestione opinabile, quali per esempio sicurezza
e orario di lavoro, manutenzioni eccetera, stiamo portando avanti una dura
vertenza con Atac SpA. Migliorare il servizio è doveroso, ma nel rispetto del
personale e dell’utenza, con la quale è fondamentale creare un rapporto
granitico per affrontare e risolvere insieme queste problematiche”.

A conti fatti, sono circa 10milioni di euro le risorse che sono
state impegnate finora sulla Giardinetti. E a rendicontarlo è proprio il
Coordinamento: “circa 3milioni di euro
in tre anni per tratta attualmente sospesa, destinanti al rifacimento degli
attraversamenti stradali, via del Grano, Obi ex-Siropa e via Pietro Belon, e
per il rinnovo dei binari. In più ci sono circa 4 milioni di euro circa serviti per la costruzione della stazione
Giardinetti. Sulla ferrotramviaria attiva, invece, sono stati spesi circa 3milioni di euro per il completo
rifacimento del piazzale di Centocelle,
binari e deviatoi compresi, e circa 1
milione di euro
per il rifacimento dei binari tra Centocelle e Laziali. È
stato messo in preventivo la riqualificazione dell’intersezione di Largo
Alessi, altri 100mila euro. Questo è
quello che siamo riusciti a sapere, intendiamoci. E ora, vogliono smantellare
tutto. Pura follia. Noi diciamo di dare continuità al preesistente,
fattibilissimo, come la logica vorrebbe”.  

Da qui l’idea di presentare un esposto dalla Corte dei Conti e di istituire una “commissione interna di esperti di Tecnica-Economia ed Esercizio dei Trasporti con valore legale”, capace di “predisporre una relazione, con le controdeduzioni al piano paventato dall’Amministrazione di Roma Capitale (smantellamento e adozione scartamento ordinario), da trasmettere e discutere con la Regione Lazio e il MIT. È altrettanto importante”, conclude il Coordinamento, “promuove incontri e manifestazioni per sensibilizzare la cittadinanza su questo tema”.  

Foto copertina: Giorgio Stagni




Roma, guasto alle scale mobili: musure cautelari per due dipendenti Metro Roma e due di Atac

La polizia, coordinata dalla procura della Repubblica di Roma, sta eseguendo un’ordinanza di misura cautelare interdittiva nei confronti di quattro persone, due dipendenti di Metro Roma e due di Atac, in merito ai guasti sulle scale mobili delle stazioni metro di Roma, Repubblica e Barberini.

I reati contestati sono quelli frode nelle pubbliche forniture e lesioni personali colpose aggravate. L’operazione, in corso da questa mattina ad opera della Squadra Mobile e degli agenti del commissariato Viminale, ha fatto luce sulle cause che portarono all’incidente del 23 ottobre dello scorso anno, quando alcuni tifosi del Cska Mosca furono coinvolti nel cedimento delle scale mobili alla stazione Repubblica.

Alcuni di loro restarono anche feriti. Le indagini hanno permesso anche di risalire alle cause del guasto, sempre alle scale mobili, ma questa volta della fermata Barberini del 21 marzo.




Contrordine, la Roma-Giardinetti è una tranvia. Lo dice l’ANSF (e il Ministero)

Le mitigazioni
all’esercizio
imposte dall’Agenzia
Nazionale Sicurezza Ferroviaria
(ANSF)
non possono essere applicate nelle ferrovie che effettuano un servizio
tipicamente tranviario. Come nel caso della Roma-Giardinetti, o meglio Centocelle.
A precisarlo è il Direttore dell’Agenzia Marco
D’Onofrio
, nella nota del 14 agosto scorso,
in risposta al Comitato di Quartiere ILoveTorpigna.

Il
Direttore ricorda che col D.Lgs 14
maggio 2019 n. 50
è stato previsto il “passaggio
sotto la competenza ANSF delle ferrovie isolate adibite a servizi ferroviari
isolate adibite a servizi ferroviari locali ordinariamente espletati con
distanziamento regolato da segnali
”. Per poi precisare che “non rientrato invece nell’ambito di
applicazione della legge le ferrovie che effettuano servizio tramviario, come ad
esempio la Roma-Giardinetti che quindi risulta fuori la competenza di questa
Agenzia
”.

Circostanza”, aggiunge l’Ing. D’Onofrio,
confermata dall’apposito decreto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prot. 000347/2019 del decreto
02 agosto 2019, emanato ai sensi del comma
4 art. 2 del D.Lgs 14 maggio 2019 n. 50 che esclude dall’ambito di applicazione del
sopracitato Decreto Legislativo la ferrovia isolata Roma-Pantano
[ora
Roma-Giardinetti ndr], oggetto della
vostra richiesta di informazioni
”.

Su
questa tratta “continua ad applicarsi
conclude l’informativa, “la normativa
previgente, sia per quanto attiene i contenuti tecnici sia per quanto attiene
le relative competenze di vigilanza e controllo; non si applicano invece le
disposizioni, a tutela della sicurezza, emanate da ANSF nell’ambito dei propri
compiti istituzionali per tette le ferrovie sottoposte alla propria vigilanza
che comprendono, tra le altre, le disposizioni per la mancia in condizioni di
segnalamento degradato o disattivato e per l’attraversamento di passaggi a
livello ferroviari non protetti
”.

In pratica la Giardinetti torna, diversamente dalla Roma-Lido e dalla Roma-Viterbo, sotto il controllo USTIF, al pari delle metropolitane, delle tranvie e degli altri sistemi ad impianti fissi. E questo, oltre a perfezionare il trasferimento dell’infrastruttura dalla Regione Lazio a Roma Capitale e di accelerare il processo di riqualificazione della linea – secondo quando stabilito nel PUMS -, permette all’Atac di abrogare, nell’immediato, le pesanti restrizioni all’esercizio contenute nella Disposizione Operativa 146/2019, emanata in attuazione del Decreto 1/2019 dell’Agenzia. Che rappresentano un macigno sulla velocità commerciale.  

E non poteva essere altrimenti, del resto, una ferrovia è tale in quanto esiste un esercizio ferroviario, con la marcia dei treni regolata da segnali. La Giardinetti, al contrario, fatta eccezione della defunta tratta Grotta Celoni-Pantano, presenza un servizio tipicamente tranviario. Gli unici segnali ferroviari sono collocati in corrispondenza della stazione di Centocelle e di Roma Laziali, l’intero tracciato, compreso quello fino a Giardinetti, è regolamentato da impianti semafori stradali, non assimilabili ai segnali ferroviari, secondo le normative Uniferr, i quali neppure funzionano come segnali a protezione dei passaggi a livello. 

Persino la circostanza del binario interlacciato, presente nel sottovia Casilino, è regolata da un elementare dispositivo, per nulla coordinato con le stazioni Centocelle o Roma Laziali, proprio perché vige “il regime del distanziamento a vista marcia a vista”, tipico tranviario. Che si attua, recita l’art. 3 comma 1 del Regolamento Circolazione Treni attualmente in vigore, “nella tratta in cui la circolazione treni è promiscua alla circolazione veicolare [Laziali-Centocelle o Giardinetti ndr]. In tale tratta le intersezioni sono regolate da impianti semaforici o sono prive di regolazione. In tale tratta ciascun treno non deve avvicinarsi al precedente ad una distanza inferiore a 150 metri e non deve viaggiare a velocità superiore a 50 km/h in piena linea, o a 30 Km/h sugli attraversamenti stradali, come stabilito dalle norme dì legge che regolano la circolazione stradale”. Il tutto è stato sottoscritto e approvato sia dalla Regione che dal Ministero.

In attesa della nuova disposizione aziendale abrogativa, così come richiesto a gran voce dal Comitato ILoveTorpigna, ci si interroga sul futuro degli attuali macchinisti, capistazione e manovratori in forza alla Giardinetti, una volta completata la classificazione in tranvia: infrastruttura che non prevede tali figure professionali. E allora, che fine faranno? Manterranno il parametro e le medesime condizioni economiche? Ai posteri l’ardua sentenza.




Roma, Atac: dal Tribunale l’ok al salvataggio

Il Tribunale Fallimentare di Roma ha emesso in data odierna l’atteso decreto di omologa del concordato preventivo in continuità di Atac.
Il decreto giunge al termine di due anni di intenso lavoro per l’azienda e per tutti coloro che sono stati e sono tuttora coinvolti nel percorso di risanamento e rilancio del trasporto pubblico di Roma, e rappresenta allo stesso tempo l’inizio di un nuovo ciclo di vita dell’azienda.
Dalla presentazione del Piano industriale e della proposta concordataria, a gennaio 2018, Atac ha ottenuto il parere favorevole della Procura, il Decreto di Ammissione dallo stesso Tribunale Fallimentare, il Parere Favorevole dei Commissari e il voto positivo dei creditori, prima di giungere al grande risultato di oggi. 
“Il Decreto di Omologa rappresenta la conclusione di un’impresa  avente una complessità e dimensione unica in Italia,  per le dimensioni e per i temi trattati, nonche’ per il settore in cui opera Atac.” – dichiara il Presidente Paolo Simioni – “Sono sempre stato fiducioso circa la solidità del Piano Industriale e della Manovra concordataria che abbiamo presentato a gennaio 2018, avevo ragione ed oggi sono più che soddisfatto. Come sempre succede, chiusa una fase se ne apre un’altra: ora l’esecuzione del concordato dovrà seguire le previsioni del piano, ma i dati a consuntivo sia dell’esercizio 2018 che dei primi quattro  mesi del 2019 confermano le previsioni del Piano e indicano che siamo sulla strada giusta. Certo, i problemi non mancheranno, ma abbiamo energia e determinazione per superarli, come fino ad ora è avvenuto. Oggi è un giorno importante per Atac e, un po’, credo anche per la città di Roma.”  
Con il decreto di omologa, il Tribunale ha altresì nominato Liquidatori dei beni ceduti ai creditori con il concordato, l’avv. Giuseppina Ivone, l’avv. Lorenza Dolfini, la dott.ssa Franca Cieli.




Roma-Viterbo, vincono Pendolari e Sindaci. Atac ripristina i treni extraurbani

La netta presa di posizione dei sindaci, che hanno
fatto proprie le rimostranze del Comitato
Pendolari della RomaNord
, ha sortito gli effetti sperati. Dai preposti uffici
della Regione Lazio, ente
proprietaria delle infrastrutture ferroviarie, sarebbe partito un siluro che
avrebbe indotto Atac a ripristinare buona
parte dei treni soppressi ricadenti, nella tratta extraurbana della Roma-Civita Castellana-Viterbo. Quella
più critica.

Nella lettera al vetriolo inviata l’11 gennaio, i
sindaci Patrizia Nicolini (Sacrofano), Riccardo Travaglini (Castelnuovo
di Porto
), Ermelindo Vetrani (Riano), Fabio Di Lorenzi (Rignano)
e Ettore Iacomussi (Morlupo) avevano “fortemente invitato”
Regione e l’Azienda Capitolina “a ripristinare sulla Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo
i treni da tempo soppressi sulla tratta extraurbana, che stanno creando enormi
disagi agli utenti che quotidianamente utilizzano la ferrovia per raggiungere
il posto di lavoro e le scuole”, facendo seguito “alla nota del 7 gennaio u.s.,
inoltrata a questa Amministrazione dall’Assessore Pasquale Annunziata del XV
Municipio di Roma Capitale
”. Sottolineano inoltre “la assoluta necessità di
organizzare quanto prima un tavolo con Atac per la risoluzione definitiva della
questione”.

Il Comitato Pendolari ha giocato un ruolo importante in questa vicenda

Iniziativa che è stata accolta favorevolmente dal
Comitato: “li ringraziamo a nome dei pendolari”, recita la nota pubblicata
sulla pagina Facebook all’indomani, “perché almeno stanno iniziando a dare
seguito alle tante nostre richieste di manifestarsi e di farsi parte attiva,
per fare in modo che il nostro e vostro treno resti integro e fruibile a lungo.
Non ci dobbiamo fermare”.

E dato il chiasso suscitato, e il bando regionale di
prossima pubblicazione concernente la messa a gara delle concesse che preme,
Atac non ha potuto fare altro che rimediare. A stretto giro di boa. Stamattina,
18 gennaio, dalla Direzione dell’Esercizio è partito un fonogramma epistolare (n.11/2019 RV) avente per oggetto “effettuazione
treni soppressi”. “Si porta a conoscenza del personale interessato”, si legge
nel documento, “dell’effettuazione dei seguenti treni – previsti nell’Orario di
Servizio – a far data dal 21/01/2019”.

I treni ripristinati sono quattro: l’804 (Catalano-Viterbo delle ore 7.40),
l’809 (Viterbo-Catalano delle ore
9.03), il 304 (Montebello-Catalano delle
ore 12.08) e il 305
(Catalano-Montebello delle ore 10.33). “Si ribadiscono – fino a nuovo ordine –
le soppressione dei treni 303 e 306 previste nel Fonogramma n. 4/2019 RV del 4 gennaio.

Le soppressioni nella tratta extraurbana

Che qualcosa si sia mosso nei piani alti della Regione, lo si deduce scorrendo proprio quest’ultimo fonogramma, emesso sempre dalla Direzione dell’Esercizio. Con quale informava il personale che “a far data dal 7 Gennaio torna in vigore l’Orario di Servizio invernale” e, inoltre, ribadiva la soppressione dei treni 804-809-304-305. Treni che oggi, a distanza di pochi giorni, sono stati magicamente e rapidamente reintegrati. Coincidenze? Non proprio, perché arrivando alla fine del documento si scopre che nell’orario in vigore sono stati inseriti due treni straordinari nella tratta urbana, uno alle 9.38 (Flaminio-Montebello) l’altro alle ore 13.10 (Montebello-Flaminio). E per di più in orario di morbida, nonostante la conclamata crisi dell’extraurbano.

Vien da pensare, infatti, che al momento Atac non aveva alcuna intenzione di mettere le mani alla linea alta, oltre Montebello, e che soltanto la compattezza dei Pendolari e dei Sindaci – seguita da una scampanellata regionale – gli abbia fatto cambiare idea. Come giusto che sia.   




Roma, Atac: stretta sull'evasione



ROMA
– Atac potenzia la lotta all’evasione tariffaria sui mezzi del trasporto pubblico con risultati già visibili dai dati relativi al 2016 e nel confronto positivo fra il primo bimestre 2016 e il primo bimestre 2017. Nei prossimi giorni, inoltre, Atac lancerà una campagna di comunicazione dedicata al tema dell’evasione dal titolo “Non farti riconoscere, paga il biglietto”: testimonial d’eccezione l’attore e doppiatore Francesco Pannofino.

Nel 2016 controllate oltre 111 mila vetture, +26% di sanzioni. Nel 2016 sono state controllate 111.740 vetture, con una media di cinque sanzioni al giorno per agente. Nell’anno appena trascorso c’è stato un aumento del 26% di violazioni accertate, e quindi di sanzioni, rispetto al 2015 e del 72% se si raffronta il dato con l’anno 2014. I passeggeri controllati sono stati più di 2,1 milioni, circa 55 mila in più rispetto allo scorso anno. Nel 2016 il numero delle sanzioni ha raggiunto quasi le 126mila, a fronte delle quasi 100 mila dell’anno precedente, di cui 24.918 pagate entro i cinque giorni dalla contestazione, il 60% in più rispetto al 2015, con un incasso di oltre 1,3 milioni di euro.

Nel primo bimestre 2017 +14% di passeggeri controllati. Aumenta numero medio sanzioni. Mettendo a confronto i dati dei primi due mesi del 2016 (gennaio-febbraio) con quelli del primo bimestre 2017 emerge che i turni uomo, indicatore della presenza di verificatori sul territorio, sono cresciuti da 4.320 a 5.202 (+20%) e che i passeggeri controllati sono aumentati da 368.169 a 418.895 (+14%). Ciò ha consentito di migliorare anche la produttività media. Nei primi due mesi del 2017, infatti, nelle tratte dove si è concentrata la verifica, a seguito della riorganizzazione del servizio, il numero medio di sanzioni si è attestato a otto multe per agente a fronte delle cinque del 2016 (+60%). Le vetture controllate sono aumentate del 20%, passando dalle 19.019 del primo bimestre 2016 alle 22.883 del primo bimestre 2017 e le sanzioni elevate sono aumentate dell’11%, da 22.925 (I bim. 2016) a 25.387 (I bim. 2017). All’aumento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema di controllo dei biglietti hanno contribuito alcune iniziative messe in campo da Atac negli ultimi mesi. Innanzitutto sono state modificate le modalità operative con cui si svolge l’attività: i controllori, ad esempio, sono stati concentrati sulle linee dove viaggia un numero elevato di passeggeri. Quindi si è garantito maggior presidio ai varchi di accesso delle metropolitane e delle ferrovie regionali ex concesse Roma-Lido, Termini-Centocelle e Roma-Civitacastellana-Viterbo.

Task force antievasione: 150 risorse in più da gennaio 2017. Per contrastare l’evasione è stata attivata una task-force antievasione composta da 310 elementi, tutti agenti di polizia amministrativa: di questi 160 sono verificatori “a tempo pieno” ai quali, da inizio del 2017 si sono aggiunti 60 ispettori del servizio di superficie, che svolgono attività di verifica in aggiunta ai normali compiti di regolazione e controllo del servizio, e 90 fra quadri e dirigenti, per un totale di 150 risorse, che hanno dato la disponibilità ad eseguire turni di controllo. Nelle stazioni, i 310 verificatori sono affiancati da altri 75 addetti alla sorveglianza ai varchi delle linee metropolitane e ferroviarie che, pur non essendo ancora agenti di polizia amministrativa, costituiscono un deterrente per chi tenta di oltrepassare le barriere senza biglietto.

Aumento personale di verifica anche nel 2017. Nel corso del 2017 l’attività di controllo dei titoli di viaggio sarà ulteriormente potenziata e, a tal fine, Atac sta svolgendo una selezione interna di personale per l’individuazione di figure operative. Successivamente agli esiti della selezione si procederà a reperire eventuali ulteriori risorse necessarie all’area della verifica, utilizzando gli strumenti contrattualmente previsti.

Tasso di evasione accertata: 2,7% su metro e 6,2% su bus e tram. Rimane comunque rilevante il tasso di evasione accertata ovvero il numero dei viaggiatori sorpresi senza titolo di viaggio al momento del controllo. Chi, incivilmente, ha deciso di viaggiare senza pagare il biglietto è il 6,2% in superficie, il 2,7% sulle linee metropolitane e il 3,2% sulle ferrovie ex concesse.

Più controlli, più ricavi: +2,2% nel 2016. L’incremento dell’attività di controlleria, in particolare sulla rete metroferroviaria e sulle più frequentate linee di superficie, ha avuto un effetto positivo anche sui ricavi da traffico, scoraggiando molti potenziali evasori e convincendoli a comprare il biglietto. Quest’attività ha concorso all’aumento dei ricavi da traffico nel 2016 del 2,2% rispetto al 2015, con circa 5,6 milioni di euro in più per Atac.

Atac lancia campagna “Non farti riconoscere, paga il biglietto”. Poiché l’azienda è convinta che al momento della repressione vada affiancato quello dell’informazione e della comunicazione, nei prossimi giorni Atac farà partire una speciale campagna di sensibilizzazione contro l’inciviltà di chi non paga il biglietto. Testimonial d’eccezione della campagna “Non farti riconoscere, paga il biglietto” il famoso attore e doppiatore Francesco Pannofino, protagonista di uno spot – prodotto in co-marketing da Viola Produzioni e girato dal regista Angelo Longoni – dove vestirà i panni di un verificatore. Il video andrà in onda sui monitor presenti nelle stazioni della metropolitana, a bordo dei treni e dei bus e sui canali social di Atac.

Dichiarazione dell’Amministratore Unico Manuel Fantasia “Vogliamo dare un importante segnale a tutti i nostri utenti che si comportano correttamente pagando il titolo di viaggio – sottolinea l’amministratore unico di Atac, Manuel Fantasia – oggi presentiamo alla città i primi risultati della nuova gestione di Atac che sono assolutamente positivi. Un trend che si conferma anche nel 2017: nei primi due mesi dell’anno le sanzioni sono state circa 25.400 contro 22.900 circa dello stesso periodo del 2016: una crescita dell’11%. Quanto ai ricavi da traffico, a gennaio 2017 segnano un +7,3% rispetto a gennaio 2016”.




ROMA, ATAC: FERROVIA TERMINI GIARDINETTI LIMITATA A CENTOCELLE

di Silvio Rossi

Roma – Un’idea scellerata. Così il Cesmot (Centro studi sulla mobilità e i trasporti) ha definito la soppressione del tratto Centocelle – Giardinetti della ferrovia urbana che ha garantito per molti anni la mobilità urbana sulla via Casilina.

Soppressione che è partita dal 3 agosto, poco più di un mese dopo l'apertura del tratto Parco di Centocelle – Lodi della metro C, tratto che comunque non risolve i problemi della mobilità nel settore orientale, in quanto il trasbordo verso la linea A a San Giovanni è poco pratico.
La riduzione del percorso, che nel tratto oltre via Palmiro Togliatti scorre parallelo alla Metro C, è stata decisa nel piano di riorganizzazione conseguente all’apertura del tratto di metropolitana che, giungendo alla stazione Lodi, porta i passeggeri verso il centro cittadino, a pochi passi dalla stazione della metro A San Giovanni, che verrà raggiunta a metà 2016 (ritardi permettendo).
Non è stata apprezzata la decisione di sopprimere il tratto di ferrovia, scelta che dimostra come “da oggi a Roma termina «l’era del ferro» e inizia «l’era della gomma»”. Per fare un confronto recente, a Milano, la linea “5” della metropolitana , recentemente aperta, ha le ultime quattro fermate in direzione San Siro coincidenti con una linea tranviaria, che non è stata però soppressa, così come è avvenuto a Roma.

Ciò che manca, secondo Omar Cugini, presidente del Cesmot, è una strategia da parte di Atac. La decisione improvvisa dimostra che “l’unico interesse di ATAC, complice l’assordante silenzio della Regione Lazio, ormai è la riduzione dei servizi su ferro per concentrarsi unicamente sui servizi con autobus”.

“Oggi si inizia dalla giardinetti, – prosegue Cugini – il prossimo passo sarà la soppressione dei servizi lungo la Roma Nord, per terminare a breve con la trasformazione in bus della Roma – Lido, le cui prove di soppressione sono già avvenute in questi giorni quando, invece di cercare di risolvere le criticità di esercizio, si è preferito attivare dei bus integrativi.

Una riduzione, quella della ferrovia Termini – Giardinetti, che non appare ragionevole, infatti dopo l’apertura della metro C, la frequenza del bus 105, che percorre la via Casilina, è stata ridotta, e i mezzi sono affollati come carri bestiame. Considerando che nei mesi estivi gli spostamenti sono inferiori rispetto a quando a settembre riapriranno le scuole, ci si attende presto un collasso dei trasporti pubblici nel settore interessato.




ROMA: ATAC ALLA CONQUISTA DELLE FERROVIE URBANE

di Maurizio Costa

Roma – L'Atac vuole mettere le mani sulle ferrovie urbane della capitale. Le linee Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma-Viterbo sono di proprietà della Regione Lazio ma l'azienda municipalizzata, che le gestisce, vorrebbe la proprietà diretta per compiere alcuni rifacimenti strutturali in vista del Giubileo indetto dal papa.

L'azienda capitolina vorrebbe trasformare le tre linee. La Roma-Lido potrebbe diventare una metropolitana leggera, così come la Roma-Viterbo, per cercare di avvicinare le periferie alla città. La Roma-Giardinetti, invece, che ha perso importanza con l'apertura della prima tratta della Metro C, potrebbe trasformarsi in tranvia.

L'amministratore delegato di Atac, Danilo Broggi, ha inviato una lettera all'assessore regionale Michele Civita e ai vertici della Direzione Mobilità. Nella missiva, l'ad spiega che "appare urgente procedere alla stipula di un contratto di servizio ponte per il biennio 2015/2016 che assicuri corrispettivi congrui ed adeguati alla gestione del servizio così come configurato".

"Bisognerà procedere a scelte inevitabili" continua l'ad. Anche perché le tre linee ferroviarie non sono tenute in maniera eccellente. La Roma-Lido è stracolma e spesso è soggetta a furti di rame, soprattutto nella zona di Acilia. Una compagnia di trasporti francese, tra l'altro, era interessata all'acquisto del "trenino di Ostia", per trasformarlo in una realtà economica che crei anche profitti, ma la trattativa è saltata.

Roma-Viterbo – Broggi spiega che "si rappresenta la necessità di procedere alla sostituzione con bus del servizio ferroviario nella tratta extraurbana mentre per il servizio urbano è indispensabile procedere a una profonda ristrutturazione dei binari e del materiale rotabile in modo da costruire le condizioni per essere pronti alle integrazioni con le reti di Roma Capitale".

Roma-Lido – In questo caso "Atac, con risorse certe per investimenti aggiuntivi nella misura di 180 milioni, è in grado di trasformare la linea in metropolitana, con standard di qualità e regolarità del servizio e con frequenze, nell'ora di punta, inferiori a 6 minuti".

Roma-Giardinetti
– Per cercare di differenziarla dal servizio offerto dalla terza metropolitana di Roma, questa linea potrebbe essere sottoposta a "riclassificazione in tranvia con la realizzazione del progetto (già trasmesso agli uffici regionali) che prevede l'attestamento del servizio all'altezza della stazione Parco di Centocelle della Metro C".




ROMA – LIDO, ATAC: RIAPRE LA STORICA BIGLIETTERIA A PIRAMIDE

Redazione

Roma – La storica biglietteria di Porta San Paolo (Piramide), al terminal della ferrovia Roma-Lido, riapre oggi ai clienti dopo alcuni lavori di adeguamento. Le attività sono state realizzate nelle scorse settimane, grazie all’impegno delle maestranze Atac: operai, falegnami, tecnici, elettricisti, hanno lavorato senza sosta per consentire la riapertura al pubblico con arredi e tecnologie all’avanguardia.

Tutti i servizi a Piramide. La nuova biglietteria Porta San Paolo è in grado di erogare tutti i servizi del portafoglio prodotti vendita Atac, uniformandosi così all’offerta delle altre 11 biglietterie presenti sulle linee metro A-B/B1 e a quella di Flaminio della Roma-Viterbo, di recente ristrutturazione.

Oltre alla vendita di biglietti, inclusi quelli in edizione limitata (BIT Regeneration, Bit of Rome, Papa-Bit, ecc.); abbonamenti, Metrebus Roma e Lazio; titoli della sosta e titoli turistici (Roma PASS e mappe della città); da Porta San Paolo sarà possibile richiedere il rilascio e il duplicato della Metrebus Card; il rilascio delle agevolazioni (per invalidi, pensionati sociali, disoccupati, giovani, studenti e anziani); la Metrebus Parking, per i parcheggi di scambio Atac e la sostituzione degli abbonamenti annuali Lazio (se muniti del relativo modulo di richiesta).

 

Le biglietterie Atac. Le biglietterie Atac a disposizione della clientela si trovano nelle principali stazioni delle linee metroferroviarie: Anagnina, Spagna, Lepanto, Ottaviano, Battistini, della linea A; Laurentina, Eur Fermi, Termini, Ponte Mammolo, Conca d’Oro, della linea B/B1; Flaminio, della Roma-Viterbo e, da oggi, Porta S. Paolo della Roma-Lido. 

Aperte dal lunedì al sabato (dalle ore 7 alle 20) e la domenica e festivi (dalle ore 8 alle 20), nelle biglietterie Atac si può pagare anche con carta di credito e bancomat.




ROMA ATAC: IL BILANCIO 2013 FA EMERGERE UN BUCO DI 219 MILIONI

di Maurizio Costa

Roma Capitale – Non sembrano finiti i problemi per l'Amministrazione del Comune di Roma. L'ATAC S.p.a. ha approvato il bilancio 2013 e i numeri sono incredibili: la perdita di esercizio della società partecipata è di 219 milioni di euro, in aumento di 62,3 milioni rispetto all'anno precedente. Le cifre sono altissime ma l'azienda dichiara che per il 2014 è previsto un netto miglioramento della gestione, anche perché il Comune di Roma dovrà razionalizzare queste spese per poter accedere ai fondi che stanzierà il decreto "Salva Roma".

Sebbene questa perdita porti molte preoccupazioni ai vertici societari, ci sono dei miglioramenti all'interno di qualche settore: i ricavi tariffari sono aumentati di 18 milioni di euro, il costo del personale è diminuito di 5 milioni, i costi dei servizi e dei materiali sono scesi di 20 milioni circa e il contratto di servizio è calato di 11 milioni a causa dei tagli amministrativi.

L'ATAC fa sapere dal proprio sito che questa perdita è dovuta a fattori diversi, come i vari pagamenti a favore dei fornitori e il piano di razionalizzazione previsto per il Piano di rientro triennale che porterà ai fondi del "Salva Roma". Inoltre, non sono stati ancora trasferiti 100 milioni di euro dalla Regione Lazio al Comune di Roma per risanare le casse della municipalizzata.

Questo buco, inoltre, risente di maggiori spese a carico dell'ATAC: 11 milioni di euro sono stati elargiti ai lavoratori per il riconoscimento della una tantum prevista dai sindacati, 2,4 milioni sono stati spesi per la rimodulazione dell'indebitamento bancario e 2 milioni per il leasing finanziario per l'acquisto dei nuovi autobus.

Non tutte le colpe vanno imputate ai vertici dell'ATAC; sebbene ci sia un debito nei confronti delle banche che ammonta a 300 milioni di euro, la municipalizzata romana è creditrice nei confronti della Regione Lazio di circa 400 milioni di euro.

Si sta toccando veramente il fondo e i cittadini non ne possono più. La società, però, non perde le speranze e fa sapere che per il prossimo anno ci saranno dei miglioramenti: verranno diminuiti i dirigenti e verrà razionalizzata la rete di superficie. Intanto, per altri dodici mesi, il segno rosso accompagnerà i bilanci della società.