RIFORMA SCUOLA: INSEGNANTI SUL PIEDE DI GUERRA: "NON VOGLIAMO ANDARE AL NORD"

di Angelo Barraco
 
Oggi per gli insegnanti precari è un giorno decisivo poiché è l’ultimo giorno per presentare domanda per far parte del piano assunzioni presentato dal governo Renzi. Molti insegnanti precari hanno tempo fino alle 14 per decidere se abbandonare la propria terra natia e trasferirsi altrove poiché le cattedre disponibili sono sparse su tutto il territorio nazionale. Così il mondo della scuola è pronto a cambiare, ad assumere una nuova forma, una nuova veste che potrebbe portare stabilità a chi invece ha vissuto sempre nell’instabilità. Le cattedre disponibili sono 48.812 e le cattedre di sostegno sono 6.446. Ma molti insegnanti non accettano lo spostamento, non accettano il dover abbandonare tutto e tutti e c’è il rischio di boicottaggio della riforma a causa della mobilità forzata.
 
Intanto i docenti fino alle 14 posso presentare domanda, se non presentano domanda entro quell’ora non potranno lavorare per i prossimi anni. Risulta come un consiglio ma anche come una minaccia, ma dal Miur hanno riferito che le graduatorie ad esaurimento non saranno cancellate e coloro che non faranno domanda rimarranno iscritti. La riforma invece ha totalmente ignorato la questione del personale ATA, adesso i collaboratori scolastici rischiano di perdere 6 mila posti previsti dal turnover. Intanto il sito del Miur, la settimana scorsa, la pubblicato le Faq per dare una guida ai docenti sull’assunzione e ha chiarito che tante immissioni in ruolo arriveranno durante l’anno in corso, quindi scatterà l’assunzione da settembre 2016.
 
Un altro masso da spostare è la permanenza delle GaE, liste in cui ci sono iscritti i precari storici, lista che dovrebbe essere svuotata dal governo in maniera definitiva. Molti docenti non voglio spostarsi dalla sede vicino casa, non voglio lasciare ciò che hanno costruito e non vogliono presentare la domanda nell’attesa di un incarico in una sede vicina. Il governo sperava di assumere il prossimo anno tramite concorso, ma il Miur ha confermato che la graduatoria resterà in vigore. La rinuncia comporta comunque rischi perché l’assunzione diventa difficile perché i primi scorrimenti arriveranno dal 2017.2018 con un limite di 36 mesi di supplenza. L’ultima parola spetta agli insegnante, le domande presentate al Miur sono 57mila e 8mila sono in fase di elaborazione. Se non verranno coperti 55mila posti di potenziamenti svuotando le graduatorie il piano sarà un flop. 

Riforma della scuola:  E’ stata approvata in via definitiva la riforma della scuola, adesso è legge. La riforma è stata approvata con 277 voti dei deputati a favore, contro 173 e vi sono stati quattro astenuti.
Il ddl scuola. Libertà nella gestione degli edifici, della didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola scuola. L’organico sarà gestito direttamente dal dirigente scolastico che potrà proporre le cattedre ai docenti (a partire dall'anno scolastico 2016/2017) e i posti utilizzando gli albi territoriali che – dal 2016 – racchiuderanno le Reti di scuole. La chiamata degli insegnanti sarà, dunque, senza più graduatorie ma sulla base degli albi (o ambiti) a cui si accederà per concorso pubblico oppure tramite il Piano straordinario di assunzioni 2015.
 
L’autonomia. Con l'articolo 1 viene ribadita l'autonomia scolastica da attuare attraverso alcuni strumenti: la possibilità di rimodulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina; il potenziamento del tempo scuola anche oltre i modelli e i quadri orari; la programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario complessivo. Le scuole dovranno dunque garantire “ l'apertura pomeridiana delle scuole e la riduzione del numero di alunni e di studenti per classe” o potrà prevedere “articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scuola o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato al decreto del presidente della Repubblica 89 del 2009”. Infine, le scuole potranno rimanere aperte anche d'estate. Nei periodi di sospensione dell'attività didattica, infatti, gli istituti e gli enti locali promuoveranno 'attività educative, ricreative, culturali, artistiche e sportive' da svolgersi negli edifici scolastici.



RIFORMA DELLA SCUOLA: ARRIVA LA FIDUCIA

di M.L.S.
Roma
– Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha posto la fiducia sul maxiemendamento in merito al ddl scuola. La notizia arriva giovedì mattina dall'Aula del Senato, dove, il presidente Piero Grasso ha sospeso la seduta alla luce della della decisione presa dalla capigruppo, che ha fissato per le ore 16 la chiamata al voto di fiducia a Palazzo Madama. La seduta rimane sospesa, in attesa dei pareri della Commissione Bilancio.

La parabola del maxiemendamento. La discussione in merito al maxi emendamento era iniziata già nella giornata di mercoledì, sull'onda delle contestazioni tra maggioranza e opposizione. Non essendosi concluso l'esame in commissione, la direttiva era giunta in Aula senza il mandato ai relatori. A presentarla, in un breve riepilogo dell'iter e dei suoi contenuti, ci ha pensato così Andrea Marcucci che, tra le altre cose ha commentato:” La scuola dopo anni di marginalità è tornata a essere al centro del dibattito culturale e politico del Paese”. Il presidente della commissione Istruzione, così facendo, ha toccato gli animi della fazione di FI, insorta nell'imediato. La contropartita è giunta successivamente con la risposta del Pd, seguita poi dagli interventi di M5S, Lega e Sel.
Il decreto legge ha l'obiettivo di: “Mettere la scuola nelle condizioni di essere la spina dorsale del Paese”, ha sottolineato ancora il presidente della Commissione Marcucci. Contestazione scenografica, poi, da parte dei pentastellati, muniti di fasce al braccio con scritto r.i.p.

Con la fiducia. I senatori hanno acconsentito alla richiesta avanzata da parte del governo per bloccare la riforma, senza che la commissione Istruzione abbia concluso l'esame e, di conseguenza senza relatori, in modo tale da essere approvata dall'Aula entro la fine di giovedì, così da approdare il 7 luglio a Montecitorio, come deciso ieri dalla conferenza dei capigruppo della camera. 




RIFORMA SCUOLA: COS'È E COSA CAMBIERÀ

di Maurizio Costa

Roma
– La riforma della scuola promossa dal governo di Matteo Renzi è pronta a prendere il volo. Fino ad ora, la Camera dei Deputati ha approvato il ddl. Prossimamente il disegno di legge approderà in Senato, dove la maggioranza del Pd è più labile.

Analizziamo adesso, articolo per articolo, la riforma della scuola approvata dalla Camera.

Articolo 1 – La riforma nazionale del sistema di istruzione prende il via con il primo articolo, fatto passare dalla Camera alle 11:58 di venerdì 15 maggio. L'articolo 1 disciplina l'intero ddl e presenta le finalità della riforma: prima di tutto, viene stabilita l'autonomia delle scuole, anche in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggior potere decisionale: secondo il governo, questo porterà a un miglior utilizzo delle risorse e delle strutture scolastiche.

Ogni scuola dovrà effettuare ogni tre anni un Piano dell'offerta formativa, che aumenterà l'apprendimento degli studenti e l'apertura dell'istituto verso il territorio. Il Piano, che verrà redatto dal preside e dai docenti, stabilirà il monte ore annuale di ciascuna disciplina, in vista comunque di un potenziamento del tempo scolastico e delle attività interdisciplinari.

Articolo 2 – Votato con 251 sì e 83 no, l'articolo 2 disciplina l'autonomia scolastica e le maggiori responsabilità del preside. Grazie all'autonomia delle scuole, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti.

Inoltre viene stabilito un incremento della lingua inglese, dello studio di internet e dei social network, dei nuovi media e delle leggi dello Stato. Si combatterà il cyberbullismo e verranno tutelate le minoranze linguistiche e religiose. La scuola rimarrà aperta anche il pomeriggio, per aumentare le attività extra degli studenti. Infine, viene incrementato di 126 milioni di euro annui il Fondo per le istituzioni scolastiche.

Articolo 3 – Tutti gli studenti saranno dotati di un curriculum personale, che verrà pubblicato anche sul portale della scuola, e che terrà conto del percorso degli studi ma soprattutto delle attività opzionali svolte dallo studente, attività di lavoro in alternanza allo studio e attività di volontariato. Le scuole introdurranno insegnamenti opzionali a partire dal secondo biennio, che potranno anche essere finanziate da soggetti esterni. Il curriculum servirà allo studente per entrare più facilmente nel mondo del lavoro. In sede di esame di Stato, inoltre, la commissione terrà conto del curriculum personale dello studente.

Articolo 4 – Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente.

Articolo 5 – Questo articolo dà disposizioni per l'insegnamento negli istituti penitenziari. Viene stabilito che per questo tipo di insegnamento è istituito un ruolo speciale, al quale possono accedere docenti che abbiano almeno tre anni di esperienza.

Articolo 6
– Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occubabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti.

Articolo 7 – Viene approvato il Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti. Il decreto stabilisce che 90 milioni di euro, già stanziati nel 2014 per l scuola, verranno usati in questo programma di digitalizzazione. Dal 2016 verranno spesi 30 milioni di euro annui.

Articolo 8
– A decorrere dal 2016, viene stabilito che l'organico di ogni scuola deve essere deciso su ambito territoriale. Questo vuol dire che verranno istituiti degli uffici regionali territoriali, grandi al massimo come una provincia, che decideranno la ripartizione della dotazione organica per ogni scuola. Questa scelta permetterà anche una maggiore interconnessione tra gli istituti che si trovano nello stesso territorio.

Articolo 9 – Questo è uno dei punti più cruciali di tutto il testo. Il preside, in base al Piano triennale dell'istituto, deciderà quali professori assumere nell'ambito territoriale. I docenti avranno un contratto di durata triennale, rinnovabile. Il preside deve dichiarare che il docente scelto non sia imparentato con lui (fino al secondo grado). I professori che non saranno scelti dai dirigenti scolastici verranno ricollocati dall'ufficio regionale. Inoltre, gli stipendi dei dirigenti, in totale, verranno incrementati di 12 milioni per il 2015 e di 35 milioni annui successivamente.

Articolo 10 – Stabilisce un “un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, per la copertura dei posti vacanti e disponibili nell'organico dell'autonomia”. Saranno assunti a tempo indeterminato coloro che hanno vinto il concorso pubblico per titoli ed esami a posti e cattedre bandito dal ministero dell'Istruzione. Ma saranno assunti anche coloro che sono iscritti alle Graduatorie ad esaurimento (Gae), che, successivamente, perderanno efficacia.

Articolo 11 – I professori, prima di entrare a lavorare a pieno titolo, dovranno svolgere un anno di formazione e di prova, che è subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno 180 giorni, dei quali almeno 120 per le attività didattiche. Il preside, poi, dovrà valutare la prestazione del docente.

Articolo 12 – Il governo stanzia 381 milioni annui per istituire la “Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. "La Carta – si legge nel testo -, dell'importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, può essere utilizzata per l'acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di natura didattico-scientifica, di pubblicazioni e di riviste riferite alle materie di insegnamento e comunque utili all'aggiornamento professionale, per l'acquisto di hardware e software”.

Articolo 13
– Il preside, insieme a un comitato di insegnanti, attribuirà ad alcuni professori meritevoli un bonus una tantum. Il governo stanzia, per questa somma, 200 milioni di euro annui.

Articolo 14 – I contratti a tempo determinato dei docenti potranno durare al massimo 36 mesi, anche non continuativi.

Articolo 15
– “Il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario in posizione di comando, distacco o fuori ruolo alla data di entrata in vigore della presente legge, sulla base di un provvedimento formale adottato ai sensi della normativa vigente, può transitare, a seguito di una procedura comparativa, nei ruoli dell'amministrazione di destinazione”.

Articolo 16 – Viene istituito il Portale unico dei dati della scuola, pubblicando in formato aperto i dati relativi ai bilanci delle scuole, i dati pubblici afferenti al Sistema nazionale di valutazione. Questa misura costerà 100mila euro all'anno.

Articolo 17 – “In sede di dichiarazione dei redditi, a partire dall'anno 2016, i contribuenti che intendono destinare la quota del cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche potranno indicare la scuola del sistema nazionale di istruzione alla quale devolvere la suddetta quota”.

Articolo 18 e 19 – Viene istituito lo school bonus. “Per le erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l'occupabilità degli studenti, spetta un credito d'imposta pari al 65 per cento”.

Articolo 20, 21 e 22 – Questi tre tabella riguardano la struttura delle scuole. Ne verranno costruite una per regione, di ultima generazione, e verranno stabiliti dei criteri di valutazione sugli edifici, soprattutto riguardo ai problemi sismici che caratterizzano alcune zone d'Italia.




RIFORMA SCUOLA: VIA LIBERA DELLA CAMERA. GARANTE BLOCCA GLI SCIOPERI

di Matteo La Stella

Roma – Via libera alla Camera per il ddl sulla scuola approvato con 316 si, 137 no ed un astenuto. A sostenere il pacchetto sulla “buona scuola” ci hanno pensato: Pd, Area Popolare, Scelta Civica, Per l'italia Centro Democratico, Psi e minoranze linguistiche. Il pollice verso è invece arrivato da parte di: M5S, Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An e Alternativa Libera. Come di consueto in questi giorni di votazioni è arrivato anche il tweet del Ministro dell'istruzione Stefania Giannini-”Emozionata e soddisfatta per ok @Montecitorio #labuonascuola @MiurSocial.”- che ha festeggiato così l'approvazione della camera al ddl sulla scuola, pronto a finire sotto la lente di ingrandimento del Senato.
Intanto, in merito al blocco degli scrutini, l'Autorità di garanzia per gli scioperi che ha ricevuto da parte delle sigle sindacali Unicobas, Cobas e Usb, le proclamazioni per due giorni di blocco dell'attività degli insegnanti, a partire dall'ultimo giorno dell'anno scolastico, ha annunciato che non ci sarà nessun blocco per i cicli finali dei percorsi scolastici: esami di terza media, maturità e abilitazioni alla professione.
In linea con le disposizioni dell'Autorità di garanzia, sono arrivate le conferme dei sindacati stessi che hanno escluso ogni forma di protesta atta a compromettere le fasi finali dei percorsi di studio. Per quanto riguarda, invece, il blocco degli scrutini per le classi intermedie, l'Autorità di garanzia esprimerà o meno il suo benestare nei prossimi giorni. L'esito incerto è dettato dalle valutazioni ancora in corso sulle proclamazioni di sciopero che, una dopo l'altra, stanno pervenendo all'Autorità di garanzia. Così facendo, quest'ultima, vuole escludere la possibilità di violazione della norma che sarebbe prodotta dalle numerose astensioni.

Di seguito il resoconto dei primi 11 tabella:

Articolo 1: Autonomia delle scuole, in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggiore potere decisionale.

Articolo 2: Maggiori responsabilità del preside, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti. Incremento dello studio della lingua inglese dei nuovi media e delle leggi dello Stato.

Articolo 3: Gli studenti avranno un curriculum personale che verrà pubblicato nel portale della scuola e vi sarà il percorso scolastico dello studente e le attività che ha svolto.

Articolo 4: Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente.

Articolo 5: Articolo in merito all’insegnamento per gli istituti penitenziari e per questo tipo di insegnamento posso accedervi insegnanti con 3 anni di esperienza. 

Articolo 6: Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occupabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti

Articolo 7: Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti

Articolo 8: la riforma dell'organico dell'autonomia per l'attuazione dei piani triennali dell'offerta formativa.

Articolo 9: In merito alle competenze del dirigente scolastico

Articolo 10: prevede un piano straordinario di assunzioni secondo cui da quest’anno circa cento mila docenti vincitori del concorso del 2012 e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento saranno ammessi all’interno delle scuole.

Articolo 11: prevede un periodo di prova per un anno ai cento mila precari che saranno assunti. Soltanto dopo la prova, i docenti potranno diventare di ruolo.




SCUOLA: DOMANI LA VOTAZIONE FINALE. INTERVIENE ANCHE IL PRESIDENTE CEI BAGNASCO

Di Ch. Mo.


Ripresa questa mattina la discussione alla Camera del ddl scuola. L’assemblea di Montecitorio ha cominciato a discutere l’articolo 12. Sospese per oggi e rimandate a domani le votazioni degli tabella 10 e 11 che riguardano l’assunzione dei docenti. Il voto finale per il ddl è previsto domani ma ci sono ancora emendamenti da discutere.

Interviene sulla riforma della scuola anche il Presidente della Cei, Angelo Bagnasco e ricorda che "il buon senso e la storia suggeriscono di trovare delle sintesi in tempi ragionevoli, magari distinguendo temi e obiettivi". E ancora dice che “la scuola e' l'istituzione che ha il compito di affiancare i genitori nell'arduo e affascinante compito educativo”. Per Bagnasco dunque si tratta del futuro del paese, dell’educazione dei giovani e di optare per una struttura “ più giusta e adeguata per sedi e organici”. La scuola, sempre secondo le dichiarazioni del presidente Cei , deve garantire “ un'istruzione solida ed essenziale, una formazione professionale stimata e sostenuta; in una parola, un'educazione integrale per tutti, educazione di base che molti Paesi avanzati non hanno e ci invidiano, ma libera, lontana da schemi statalisti, anti liberali”. Invoca inoltre l’intervento dei genitori stessi sulla scuola, chiamati ad essere “primi e insostituibili educatori dei loro figli”. Ha concluso infine chiedendo di attuare quanto previsto dalla legge 62/2000 a proposito del sistema italiano della pubblica istruzione, nel quale sia la scuola statale sia le scuole paritarie vengano riconosciute a pieno titolo pubblico servizio e giustificare così il “bonus” per i genitori da utilizzare nella scuola prescelta.




RIFORMA DELLA SCUOLA: APPROVATO L’ARTICOLO 9 SUL RUOLO DEI PRESIDI

di Christian Montagna

Roma- Approvato dalla Camera con 214 voti favorevoli, 100 contrari e 11 astenuti l’articolo 9 del ddl Scuola riguardante le competenze del dirigente scolastico. Dopo una serie di proteste dunque i l governo incassa anche l’approvazione di quest’altro punto della riforma. L’articolo prevede il conferimento degli incarichi ai docenti di ruolo ad opera del preside che dichiarando assenza di rapporti di parentela o affinità entro il secondo grado potrà scegliere il corpo docenti. Non sono mancate le opposizioni, soprattutto quelle del M5S che protestano contro i “super presidi”. Come già siamo stati abituati in questi giorni, anche stavolta il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha twittato: “Con art9 #labuonascuola nuovi strumenti per autonomia, non ci sarà nessun preside –padrone ma dirigente responsabile e valutato.” In piazza anche esponenti dell’Unione degli studenti e i principali sindacati di categoria. Proprio in vista delle votazioni finali di domani, si temono numerosi scontri e proteste a Montecitorio.

L’EMENDAMENTO
Un altro emendamento approvato nell'aula della Camera prevede che "per il triennio 2016-2018 possono essere attribuiti incarichi temporanei di livello dirigenziale non generale di durata non superiore a tre anni per le funzioni ispettive". Tali incarichi "possono essere conferiti, nell'ambito della dotazione organica dei dirigenti tecnici in servizio presso il ministero dell'Istruzione anche in deroga, per il periodo di durata di detti incarichi, alle percentuali ivi previste per i dirigenti di seconda fascia".
Viene perciò imposta la spesa nel limite massimo di 7 milioni di euro per ciascun anno del triennio. I docenti potranno autocandidarsi ma la scelta resta comunque ai Presidi. Il dirigente, per la copertura dei posti della scuola affida gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti. Saranno ammessi dunque anche docenti con concorsi diversi da quelli per cui sono abilitati purché posseggano titoli di studio, percorsi formativi e competenze professionali in linea con gli insegnamenti da ripartire.

GLI INCARICHI
Gli incarichi avverranno su alcuni criteri: durata triennale e rinnovabile per ulteriori cicli triennali; conferimento degli incarichi con modalità che valorizzino il curriculum, le esperienze e le competenze professionali, anche attraverso lo svolgimento di colloqui; trasparenza e pubblicità degli incarichi conferiti e dei curricula dei docenti attraverso la pubblicazione sul sito internet della scuola. Il docente potrà accettare la proposta e nel caso di più proposte valutare l’opzione migliore accettandone almeno una. Qualora il dirigente scolastico però non dovesse individuare gli insegnanti, sarà l’Ufficio Scolastico regionale ad assegnarli. La durata sarà triennale e rinnovabile; sarà garantita la trasparenza nei criteri adottati.

LE SUPPLENZE
Sarà sempre compito del dirigente scolastico effettuare le sostituzioni dei docenti assenti fino ai 10 giorni con personale dell’organico dell’autonomia che "se impiegato in gradi di istruzione inferiore, conserva il trattamento stipendiale del grado d'istruzione di appartenenza".

LO STAFF DEL PRESIDE
Sarà formato dal 10 % dei docenti che lo supportano nell’organizzazione didattica della scuola. I docenti da lui scelti saranno parte dello Staff del dirigente scolastico.




CAMERA, RIFORMA DELLA SCUOLA: APPROVATO L'ARTICOLO 1

di Christian Montagna
 

Passa alla Camera l'articolo 1 del ddl scuola con 267 voti favorevoli e 92 contrari. L'articolo prevere l'introduzione di insegnamenti opzionali nelle scuola superiori che faranno media all'Esame di Stato. Dunque via libera della Camera all'attuazione dell'autonomia della scuola.  L'Aula ha approvato l'articolo 1 del provvedimento; i voti riprenderanno lunedì. Sono 750 in tutto gli emendamenti presentati da votare fino a mercoledì. Grande la soddisfazione espressa dal ministro Giannini.

Ciò nonostante aumentano le proteste nelle piazze, nelle scuole e tra gli anziani e diminuiscono sempre più i consensi verso il nuovo governo in merito alle proposte avanzate dai ministri. Renzi si trova ogni giorno a dover fare un passo indietro su qualche disegno di legge avanzato. Soltanto la scorsa settimana, quello che è stato definito il più grande sciopero di tutti i tempi, ha visto coinvolte persone di ogni età, colore e ideologia politica in una protesta contro il disegno di legge che mirava ad un radicale cambio nella scuola italiana. Insuccessi conteggiati, Renzi si dice pronto a discutere nel merito di tutto ma palesa intransigenza massima nei confronti della valutazione degli insegnanti unitaria per tutti; Avanza perciò un bonus mensile da attribuire soltanto ai migliori docenti. Sempre secondo i suoi calcoli, approvando questa riforma, cento sessanta mila persone nei prossimi anni saranno pronti ad essere assunti tramite i concorsi pubblici.


Le dichiarazioni del premier giungono in seguito alle minacce del blocco degli scrutini, ritenuto assolutamente inconcepibile da molti esponenti politici. Anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, giungono frasi di incoraggiamento: "Mi auguro che prevalgano il buon senso e il senso di responsabilità, perché c'e' da contemperare il diritto di chi vuole protestare con quello di chi vuole portare a termine l'anno scolastico. Mi auguro che non ci sia un diritto che prevale sull'altro". A queste dichiarazioni però si contrappongono quelle della Cgil di Susanna Camusso che non identifica questo come un sistema efficace e che non reputa credibili i numeri espressi dal Premier. Titubante è anche l'ex premier Enrico Letta, secondo cui le riforme andrebbero fatte non tanto per il gusto di farle ma con maggiore condizione di causa.