RIFORMA CATASTO: IL COLPO DI SCENA DEL CAMBIO DI ROTTA

 

LEGGI ANCHE: RIFORMA DEL CATASTO: COSA DOVRANNO TEMERE I PROPRIETARI?

 

di Cinzia Marchegiani

L’Osservatore d’Italia ha seguito sin dall’inizio la Riforma del Catasto che avrebbe inevitabilmente toccato le tasche degli italiani. Una riforma che era stata annunciata epocale per l’impatto decisivo che avrebbe prodotto in seguito alla grande raccolta di dati con l’ausilio di modelli matematici e statistici che avrebbe inciso irreversibilmente il volto non solo censuario ma tributario del cittadini. Ciò ineluttabilmente ha generato paura visto che ogni volta che si mette mano ad una nuova legge, l’aumento sulle tasse patrimoniali non ha risparmiato nessuno.

Ma il rischio della stangata legata alla riforma del catasto che riguarda direttamente almeno 4,6 milioni di immobili, edifici centrali considerati popolari, rustici trasformati in ville che finora erano classificati nelle categorie più modeste A4 e A5 sembra bloccarsi. Matteo Renzi sarebbe intenzionato a rinviare la rivoluzione catastale scongiurando un temuto aumento delle tasse sulla casa.

Il colpo di scena. Proprio lunedì 22 giugno 2015 il presidente della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone parlava di stime agghiaccianti sull’aumento di gettito sul tavolo del Governo. Gli addetti ai lavori hanno definito questa decisione un vero colpo di scena regalato all’ultimo momento. La rivoluzione della Riforma del Catasto valutato vero salasso per i proprietari di immobili, avrebbe inciso fortemente sulle imposte fino a vederle quadruplicare. La riforma del catasto aveva già sollevato timori e paure per i mille risvolti che avrebbero inciso in maniera irreversibile la fiscalità immobiliare dei proprietari di tutta Italia, e non solo. Il 12 marzo 2014 era stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 23 con la quale il Parlamento aveva delegato il Governo ad emanare norme in materia di riforma fiscale, e che conteneva, al suo interno, le linee guida per realizzare la tanto attesa riforma del Catasto Urbano. Tale delega prevedeva l’emanazione di decreti legislativi attuativi entro un anno dall’entrata in vigore della stessa legge. Era stato emanato il primo dei D.Lgs, che riguardava la composizione e attribuzione delle Commissioni Censuarie.


Forse il vento del cambiamento di un Governo, che spinge a nuove elezioni considerando anche le nuove retate di mafia Capitale fanno partorire questo cambio di rotta sulla riforma del Catasto.
Il testo del decreto attuativo principale sulla riforma del catasto, quello, che avrebbe dovuto svelare l’algoritmo utilizzato per ricalcolare le rendite catastali degli immobili degli italiani, non sarà oggetto d’esame al Consiglio dei Ministri previsto per le 18 di martedì 23 giugno 2015. La notizia è soprattutto che questa decisione non sembri un semplice rinvio, poiché la legge delega che incarica il Governo di attuare le misure previste all’articolo 2 (la riforma del catasto fabbricati) scade il prossimo 27 giugno. E sembra improbabile che possa essercene un’altra, dopo la precedente.
I motivi per cui allo stato attuale, dall’ordine del giorno della convocazione del Consiglio dei Ministri, sia scomparsa la discussione sul secondo decreto attuativo della riforma del catasto non sono chiari, ma sembra che le simulazioni effettuate dai tecnici dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando gli algoritmi contenuti nel testo, abbiano portato a degli aumenti generalizzati ed elevatissimi: in alcuni casi fino a 8 volte il valore della rendita catastale attuale.

Riproponiamo una riflessione dell’Architetto Alberto D’Agostino, Professore di Economia Urbana ed Estimo Immobiliare presso l’Università La Sapienza di Roma
che aveva lasciato al termine della intervista rilasciata al nostro giornale, che sembrano aver anticipato profeticamenti i problemi generati dall’approccio matematico per calcolare le nuove imposte: “Non sono un politico e quindi non spetta a me trarre le conclusioni sull’attività di governo, mi piacerebbe però assistere ad un maggior impegno dei consiglieri tecnici dei politici e conseguentemente ad una correzione di rotta circa i famosi ed attesi “algoritmi” in gestazione. E’ esperienza comune essere consapevoli di quanto sia pericoloso cambiare punto di vista ed atteggiamento rispetto agli antichi e fondamentali fattori della produzione: terra, lavoro, capitale. Da semplice cittadino temo che i nostri governanti incalzati endemicamente dall’emergenza e dal bisogno possano preferire di sacrificare la gallina pur nella consapevolezza che non ci saranno più uova giornaliere…nel futuro”.

La stangata che, la nuova patrimoniale, avrebbe colpito le tasche di circa 5 milioni di proprietari di immobili fa tremare Matteo Renzi?

 




RIFORMA DEL CATASTO: COSA DOVRANNO TEMERE I PROPRIETARI?

 

LEGGI ANCHE: RIFORMA DEL CATASTO: UNA SVOLTA EPOCALE CHE CAMBIERA’ LA FISCALITA’ IMMOBILIARE

 

di Cinzia Marchegiani

La riforma del catasto è alle porte e mette già paura per i mille risvolti che andranno irreversibilmente a cambiare la fiscalità immobiliare dei proprietari di tutta Italia, e non solo. Il 12 marzo 2014 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 23 con la quale il Parlamento ha delegato il Governo ad emanare norme in materia di riforma fiscale, e che contiene, al suo interno, le linee guida per realizzare la tanto attesa riforma del catasto urbano. Tale delega prevede l’emanazione di decreti legislativi attuativi entro un anno dall’entrata in vigore della stessa legge. Allo stato attuale è stato emanato il primo dei D.Lgs, che riguarda la composizione e attribuzione delle Commissioni Censuarie. L’Osservatore d’Italia era presente al convegno a carattere scientifico che lo scorso 16 aprile 2015 è stato organizzato presso alla Sala del Chiostro presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale della Sapienza di Roma che ha affrontato la svolta epocale che attenderà la riforma del Catasto italiano. Intervistiamo l’architetto Raul Masini, docente universitario nonché uno dei membri organizzatori del suddetto evento che indiscutibilmente ha prodotto un confronto fra eccellenze in ogni campo nonché sollevato anche criticità nella stima e nelle norme all’interno di questa riforma, indicando una riflessione tecniche affinché le distorsioni non producano effetti secondari e inappropriati di iniquità tra diversi proprietari immobiliari che abitano in posti diversi e con potenzialità diverse ambientali.

Prof. Masini, siamo in attesa dell’emanazione del provvedimento attuativo che riguarderà la individuazione dei criteri da utilizzare per procedere alla revisione del sistema estimativo attraverso l’utilizzo di funzioni statistiche e appositi algoritmi. In buona sostanza è prevista la definizione preventiva di complesse funzioni statistiche e una successiva fase di rilevazione puntuale delle informazioni sul territorio, in collaborazione con i Comuni e con gli Ordini professionali, per l’elaborazione e l’attribuzione dei nuovi parametri estimativi costituiti dai valori patrimoniali e dalle nuove rendite. Quali sono gli obiettivi di questa riforma che è stata definita per la suo impatto, epocale?
Di revisione del catasto dei fabbricati si parla da molti anni. Anche perché alla rendita catastale è legato il prelievo sul patrimonio immobiliare e una base imponibile datata produce le iniquità più volte denunciate. Mentre un sistema fiscale equo dovrebbe prevedere un prelievo contributivo proporzionale all’effettivo valore del bene. Ed è proprio in questa direzione che si muove la riforma del catasto che interesserà tutti i proprietari immobiliari e quindi la stragrande maggioranza degli italiani, visto che circa l’80% dei cittadini è proprietario dell’immobile in cui vive. Dunque la revisione degli estimi è finalizzata a recuperare situazioni di incongruità delle attuali rendite catastali e quindi a perseguire una perequazione fiscale nel settore impositivo immobiliare Le novità introdotte riguardano molti aspetti tra cui la necessità di attribuire a ciascuna unità immobiliare tanto il valore patrimoniale quanto la rendita catastale. Cambia inoltre il modo in cui dovrà essere misurata la consistenza di un immobile ovvero non più in vani catastali, ma in metri quadri di superficie, un parametro tecnico quindi decisamente più equo. C’è comunque nei proprietari immobiliari un timore diffuso, ossia che possa trattarsi dell’ennesima manovra per un inasprimento del prelievo fiscale. Hanno ragione?
Ciò è in parte giustificato dagli accadimenti degli ultimi anni che hanno visto l’accanimento della politica fiscale sulla tassazione immobiliare. Il risultato di tale politica è stato solo l’uccisione di un settore economico trainante per il nostro Paese quale l’edilizia, peraltro ancora più dirompente se si considera il momento di crisi generale globale che stiamo vivendo, in cui è in fortissima regressione anche il settore produttivo industriale.A fugare i dubbi e le diffidenze è intervenuto lo stesso legislatore che nella legge delega ha imposto che l’operazione avvenga ad invarianza del gettito per ogni singola imposta immobiliare. Quindi, in sostanza si tratterebbe di aumentare la base imponibile, attraverso l’equiparazione dei valori catastali a quelli di mercato, ridimensionando in proporzione le aliquote impositive.

C’è un però?
Nella pratica l’operazione sarà ben più complessa in rapporto alla natura delle singole imposte e alla commistione esistente tra agevolazioni ed imposizione, nonché per la molteplicità dei soggetti impositori, per cui sarà difficile un assestamento iniziale corretto, ma forse sarà da realizzare un modello dinamico da correggere gradualmente nel tempo. Certamente la riforma del catasto potrà essere una opportunità di ripresa per il Paese da non perdere, non solo dando corso alla delega, ma anche applicandola intelligentemente, guardando al futuro, allo sviluppo e non soltanto alle necessità economiche contingenti del momento.

Prof.. Masini, sarà possibile attuare la riforma in 5 anni come è stato previsto, oppure i tempi effettivamente necessari saranno più lunghi?
Se consideriamo che sul territorio italiano ci sono circa 62 milioni di unità immobiliari, che dovranno essere rilevate e sottoposte a classamento, sinceramente la previsione dei 5 anni per la piena attuazione della revisione mi sembra una previsione al quanto ottimistica. È indiscutibile che si tratti di un’impresa gigantesca, quasi pari per attività richieste alla formazione dell’attuale catasto, che durò circa 25 anni, anche se questa volta, bisogna tenere presente che, diversamente dal passato, la struttura informatizzata, dove raccogliere i dati, è già disponibile e gli strumenti e le informazioni ad oggi esistenti possono drasticamente comprimere i tempi.
Non è da escludere che si potrebbe procedere ad una attuazione graduale nel tempo, per successive fasi, che consentiranno di migliorare ed implementare il livello di precisione iniziale conseguito nella fase di impianto. Tale concetto è peraltro intrinseco nella disposizione del legislatore che mira ad un sistema dinamico, quindi automaticamente aggiornabile e perfettibile nel tempo, con l’emanazione di successivi decreti legislativi correttivi ed integrativi. Infine si potrebbe pensare anche ad una attuazione della riforma per ambiti territoriali omogenei, anche in linea con il concetto di federalismo fiscale e di decentramento dei servizi catastali, (delegando i comuni, esperienze già avviate in via sperimentale, affinché possano costituire modelli gestionali flessibili e adattabili alle specificità dei diversi territori, nonché semplificare le procedure di esercizio delle funzioni catastali decentrate),consentendo lo sviluppo del processo ad un team di personale ridotto, dedicabile da parte dell’Agenzia delle Entrate, senza intralcio per le attività ordinarie, come ad esempio è avvenuto in Spagna, la quale ha realizzato la riforma in un decennio, suddividendo il territorio nazionale in dieci ambiti, attivati uno per anno.

Può spiegare come verranno attribuiti i nuovi valori catastali alle unità immobiliari?
In buona sostanza, la novità principale della legge di revisione, sarà costituita dalla attribuzione ad ogni unità immobiliare sia del reddito annuo (rendita o valore d’uso) che del valore patrimoniale (valore di mercato o valore di scambio) e che tali valori non saranno più convenzionali come le attuali rendite, ma essendo rapportati ad un periodo economico vicino, rappresenteranno dati economici prossimi a quelli rilevabili dal mercato ordinario.
Al tal proposito occorre sottolineare che sotto un profilo sostanziale la rendita catastale è inferiore e differisce dal canone di locazione lordo in quanto è al netto delle spese di parte padronale costituite dalle spese di manutenzione, reintegra, assicurazione, gestione, sfitti ed inesigibilità, ecc., le quali ordinariamente incidono in media dal 25% al 40%, a seconda della tipologia immobiliare e della ubicazione.
La Riforma prevede il cambio anche delle denominazioni delle categorie catastali.
Certo, le unità immobiliari assumeranno una nuova categoria denominata anche “destinazione d’uso funzionale”. Ad esempio , nel gruppo delle abitazioni anziché le categorie A/1, A/2, A/3, A/4, A/5, A/6 verrà introdotta un’unica categoria catastale denominata R/1 “Abitazioni in fabbricati residenziali e promiscui” (unità in un condominio) e per le categorie A/7 e A/8 l’unica categoria R/2- “Abitazioni in villino e in villa”, mentre la categoria A/11- “Abitazioni tipiche dei luoghi”, cambierà solo codifica in R/3, conservando la originaria denominazione. Ma la ridefinizione e l’aggiornamento delle tipologie immobiliari riguarderà anche gli altri gruppo di categoria vigenti.

Con la riforma che fine faranno le tariffe d’estimo unitarie?
E’ bene precisare che il nuovo sistema estimativo dei fabbricati non farà riferimento a tariffe d’estimo predeterminate, come in passato, ma procederà all’attribuzione di rendita e valore, distintamente per ogni unità immobiliare sulla base di specifici algoritmi di calcolo (funzioni statistiche e coefficienti correttivi riguardanti le caratteristiche che definiscono, a livello commerciale, il pregio di un’abitazione: dall’affaccio al piano, dallo stato di conservazione alla presenza o meno di un ascensore, fino al riscaldamento, autonomo o centralizzato. Insomma tutti quei requisiti che di solito vengono presi in considerazione quando si decide di affittare o acquistare un appartamento.) e relative tabelle parametriche che le andranno a sostituire e che saranno oggetto di approvazione da parte delle Commissioni Censuarie e di pubblicazione in G.U.
 

Quindi oltre al cambio di denominazione della categoria catastale e all’introduzione degli algoritmi di stima appena accennati, il nuovo classamento sarà basato sull’utilizzo del metro quadrato di superficie come parametro di misura della consistenza immobiliare delle unità a destinazione ordinaria, nonché sulla determinazione sia della rendita che del valore patrimoniale.
Pertanto il nuovo sistema estimativo basato su modelli matematico-statistici consentirà una più accurata e puntuale valutazione dei valori catastali da attribuire alle u.i., suscettibili di implementazione e aggiornamento automatico sia con riferimento agli algoritmi che con riferimento alle variabili di stima e relativi coefficienti correttivi.

Quali saranno le funzioni ed attribuzioni delle Commissioni Censuarie? Cosa scatterà?
Le Commissioni censuarie, introdotte in Italia nel lontano 1886, in seguito alla definizione del primo assetto fiscale del Paese, sono tuttora esistenti, anche se di fatto in disarmo. In molti casi, infatti, non si riuniscono più magari anche da 15 anni. Una volta entrata in vigore la riforma, il compito delle commissioni sarà quello di definire i nuovi valori da utilizzare per gli estimi catastali.
In particolare, le Commissioni Censuarie Locali (C.C.L.) provvederanno, entro 60 giorni dalla ricezione, alla validazione delle funzioni statistiche previste dall’art. 2 della legge 23/2014. Mentre la Commissione Centrale deciderà entro 90 giorni sui ricorsi dell’Agenzia delle Entrate, dei Comuni interessati e delle associazioni di categoria operanti nel settore immobiliare, contro le decisioni delle Commissioni censuarie locali, in merito al quadro delle categorie e classi delle u.i. urbane ed ai relativi prospetti tariffari dei singoli Comuni. Nei casi in cui la Commissione censuaria locale non abbia validato le funzioni statistiche e l’Agenzia delle Entrate non si sia conformata alle sue osservazioni, provvederà, entro 90 giorni, alla definitiva validazione delle funzioni statistiche e dei relativi ambiti di validazione.

Prof. Masini, lei solleva una crepa seria sul metodo del censimento che si attuerà e degli eventuali ricorsi che si potrebbero innescare. Si potrebbe configurare addirittura un conflitto d’interesse, lo spiega meglio ai nostri lettori?
Appare evidente la necessità, che tutta l’attività di raccolta dati e predisposizione delle funzioni statistiche, demandata all’Agenzia delle Entrate, sia svolta con la massima attenzione e che tale attività sia suscettibile di essere verificata con cura da parte delle Commissioni Censuarie, e laddove non sussista condivisione con l’operato dell’Agenzia, le stesse Commissioni abbiano la possibilità di far modificare all’Agenzia il proprio operato.
In relazione a ciò il contenuto del decreto non sembra rassicurare in tal senso. Infatti lasciano assai perplessi i termini ristretti concessi alle C.C.L. per espletare i propri compiti, nonché la previsione che a decidere sui ricorsi dell’Agenzia contro le decisioni delle C.C.L. sia una Commissione Centrale la cui composizione e fortemente squilibrata a favore degli Enti impositori ed in particolare dell’Agenzia delle Entrate stessa (infatti degli 11membri della commissione ben 5 sono dell’Agenzia e 2 dei Comuni). Quanto osservato, purtroppo, configura palesemente un evidente conflitto di interessi dell’Amministrazione finanziaria, che non rassicura sul corretto e veloce prosieguo della revisione del catasto, e che richiede quindi, già in partenza, la necessità di apportare i necessari correttivi.




RIFORMA DEL CATASTO: UNA SVOLTA EPOCALE CHE CAMBIERA’ LA FISCALITA’ IMMOBILIARE

 

La riforma del catasto sarà una grande raccolta di dati con l’ausilio di modelli matematici e statistici che cambierà irreversibilmente il volto non solo censuario ma tributario del cittadini che inevitabilmente genera paura visto che ogni volta che si mette mano ad una nuova legge, l’aumento sulle tasse patrimoniali non ha risparmiato nessuno 

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Un convegno atteso quello di giovedì 16 aprile 2015 alla Sala del Chiostro presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale della Sapienza di Roma che ha affrontato con un approccio scientifico la svolta epocale che attenderà la riforma del Catasto italiano. Sin da subito si è appreso il valore e lo spessore dell’evento, avvalorato dai nomi altisonanti dei relatori e anche dalla massiccia partecipazione degli addetti ai lavori, tecnici, magistrati, politici e anche universitari, tale che sono state adibite altre due sale in streaming per far seguire lo storico dibattito.

SALUTI ISTITUZIONALI


 

UN CONVEGNO DALL’APPROCCIO SQUISITAMENTE SCIENTIFICO
Il Professor Saverio Miccoli, ordinario dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” è stato la vera anima di questo convegno, colui che ha fortemente voluto e organizzato questo incontro tra professionisti del settore, quelli che con criticità e competenza hanno sollevato importanti valutazioni e riflessioni normotecniche, indirizzi e contributi preziosi affinché la riforma del catasto sia più equa, efficiente e non produca più dubbi. Il professor Miccoli è stato il moderatore di tutto l’evento, che con parole chiare anche per i non addetti ai lavori ha anticipato come la riforma del catasto sia una legge di una portata epocale che è stata emanata dopo un lasso temporale enorme, che avrà e produrrà anche risvolti professionali. In effetti i settori che saranno coinvolti in questa riforma sono variegati e molteplici, riforma comunque diventata necessaria poiché il sistema attuale è divenuto nel tempo obsoleto dal punto di vista fiscale, poiché ora è inappropriato ai valori reali di mercato dei beni immobiliari. Il professor D’Andrea, direttore del DICEA ha ufficializzato l’apertura dei lavori auspicando capacità di sintesi delle diverse proposte nei vari settori anticipando che saranno fondamentali e che avranno incidenza sulla vita di tutte le persone. Il dottor Raffaele Squitieri, Presidente della Corte dei Conti intervenuto anche in parlamento in merito alla nuova legge, ha fotografato come il reddito immobiliare e la sua inefficiente valutazione influenzi a cascata una serie di condizioni che porta inevitabilmente ad un danno erariale amplificato che tocca anche la presentazione del modello ISEE e che implicitamente sono connesse alle rendite alle rendite catastali. Una serie di interventi hanno animato questo incontro e dibattito ognuno ha sollevato anche criticità nella stima e nelle norme all’interno di questa riforma, laddove sia necessario è stato indicata una riflessione affinché le distorsioni non producano effetti secondari e inappropriati di iniquità tra diversi proprietari immobiliari che abitano in posti diversi e con potenzialità diverse ambientali.

SAVERIO MICCOLI – ORDINARIO UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI ROMA "LA SAPIENZA"

RIFORMA DEL CATASTO E FISCALITA’ IMMOBILIARE
Il 12 marzo 2014 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 23 sulla delega fiscale, che contiene, al suo interno, le linee guida per realizzare finalmente la riforma del catasto urbano, attesa da molti anni. Ora, per rendere effettive le novità, serviranno diversi decreti legislativi, i quali dovranno rispettare le scadenze fissate nel testo definitivo del provvedimento. La stessa delega prevede l’emanazione di decreti attuativi entro un anno dall’entrata in vigore della stessa legge. E’ stato per ora emanato il primo D.Lgs che riguarda la composizione e attribuzione delle Commissioni Censuarie e si è in attesa dell’emanazione del provvedimento attuativo che riguarda la individuazione dei criteri da utilizzare per procedere alla revisione del sistema estimativo tramite funzione statistiche e logaritmi specifici. Sono oltre 62 milioni di immobili in tutta Italia che saranno interessati dalla riforma del catasto, che rappresenta senza sorta di alcun dubbio una rivoluzione epocale perché muterà radicalmente il metodo con cui verrà calcolato il valore catastale dei fabbricati.

ANALISI DELLE CRITICITA’ TESE A MIGLIORARE EQUITA’
Il convegno ha messo sul piatto della bilancia diverse criticità, e gli interventi hanno con dovizia presentato una doverosa scrupolosa indagine, legati indissolubilmente al lavoro e impegno colossale con cui si effettueranno le nuove valutazioni estimative 62 milioni di immobili che dovranno essere rivelate e sottoposte al nuovo classa mento in una previsione di cinque anni per la piena attuazione della revisione, previsione che per molti tecnici già viene anticipata esiguo.
La vera novità di questa riforma vede il valore degli immobili calcolato non più sul numero dei vani ma dei metri quadrati. La rivoluzione catastale rivaluterà in futuro dal 30 al 180% degli immobili e individuare anche chi fino ad oggi ha pagato di meno per case di maggior prestigio, ma non solo, rivaluteranno anche i locali commerciali, definendo meglio anche il magazzino che sembra sarà calcolato come parte integrante del locale commerciale.
Saranno in azione 106 organismi costituiti dai membri delle Agenzie delle Entrate, dell’Anci e geometri, fiscalisti e ingegneri, che almeno con la stima rosea dei cinque anni dovranno stimare non solo le case, ma capannoni, magazzini, negozi per ottenere le nuove rendite catastali, che influenzeranno direttamente il calcolo dell’imponibile dell’IMU, Tasi e Irpef.

EVASIONE E CORTE DEI CONTI

Se molti hanno timore della nuova riforma che andrà colpire in maniera inevitabile le tasche degli italiani, il Dottor Massimo Romano, Consigliere della Corte dei Conti spiega in realtà che obiettivo e l’orientamento è quello di affermare su base nazionale un vero obiettivo di equità, rispetto alle diverse situazioni che possono differire nel valore dalla posizione, dal tipo di ambiente, ma anche raggiungere una gestione patrimoniale verso un sistema migliore che punti ad un miglioramento dell’evasione.

RAFFAELE SQUITIERI PRESIDENTE DELLA CORTE DEI CONTI

LA RIFORMA E VISIONE DI NUOVE CITTA’ INTELLIGENTI
Interessante è stato l’intervento del professor Antonio De Felice Uricchio, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, che vede questa riforma come una vera “mission” e l’ obiettivo della crescita del nostro Paese, che va sostenuta da una visione strategica di gestione e velocizzazione immobiliare che nel tempo è mutato notevolmente e ora va sostenuto e rilanciato.

ANTONIO DE FELICE URICCHIO – MAGNIFICO RETTORE DELL'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BARI "ALDO MORO"

RICORDO DI UN MAESTRO NINO FAMULARO INNOVATORE DELLE DISCIPLINE DELL'ESTIMO E DEL CATASTO
Il convegno ha voluto ricordare il maestro Nino Famularo, con quell’affetto e stima profonda dallo stesso professor Saverio Miccoli e prof. Alfredo Passeri con alcune notazioni che hanno tratteggiato una figura di immenso spessore, caratteriale e di scienza. Famularo proprio dal 1925 iniziò una intensa attività di ricerca nel campo dell'estimo civile, rurale e catastale, i cui risultati furono pubblicati su diversi periodici scientifici (Ingegneria,IL Politecnico, Rivista del catasto e dei servizi tecnici erariali). Conseguì nel 1942 la libera docenza in estimo rurale e contabilità, della quale, cinque anni dopo, ottenne la conferma definitiva; nel 1943 fu nominato ispettore generale nell'ambito della Direzione del catasto e dei servizi tecnici erariali. Dall'anno accademico 1943-44 ottenne l'incarico d'insegnamento dell'estimo civile e rurale nella facoltà di ingegneria dell'università di Roma. Nel 1945 pubblicò a Roma le Lezioni di estimo civile e rurale, nelle quali condensava i risultati delle sue numerose ricerche e sottolineava la necessità di rinnovamento della metodologia estimativa.

Il convegno si è concluso con la tavola rotonda tra politici moderata dal dott. Claudio Barnini, caporedattore A.G. La Repubblica, poiché sarà la politica stessa poi a valutare gli effetti della riforma catastale in visione dei suoi percorsi evolutivi. La delega Fiscale Legge 23 del 2014 è stata approvata senza neanche un voto contrario, questo indica quanto la stessa è stata condivisa da tutte le diverse posizioni politiche, e l’obiettivo politico sarà determinante perché sarà quello che deciderà il sistema tributario.

Una giornata densa si contributi specifici hanno sviscerato e dato attenzione anche alle varie casistiche che nel corso degli accertamenti andrebbero valutati per non creare iniquità. La riforma del catasto sarà una grande raccolta di dati con l’ausilio di modelli matematici e statistici che cambierà irreversibilmente il volto non solo censuario ma tributario del cittadini che inevitabilmente genera paura visto che ogni volta che si mette mano ad una nuova legge, l’aumento sulle tasse patrimoniali non ha risparmiato nessuno.

Ma saranno sufficienti cinque anni per questo immenso lavoro? Nessuno sembra darne certezza.

GIANNI GUERRIERI – DIRETTORE CENTRALE OMISE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE