PD, LA DIREZIONE BOCCIA LA MINORANZA SUL NO AL REFERENDUM. SCONTRO RENZI-CUPERLO

Redazione

Il referendum è cruciale "non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana". Lo ha detto Matteo Renzi alla direzione del Pd, nel corso della quale ha affrontato vari temi – oltre l'appuntamento referendario – tra cui la Brexit, le banche, la flessibilità.

"C'è qualcuno tra voi – ha incalzato Renzi – che pensa sinceramente che, dopo che la legislatura è nata e ha fatto ciò che ha fatto, in caso di 'no' al referendum, il presidente del Consiglio, e io penso anche il Parlamento, non ne possa prendere atto?".

 

La Direzione del Pd ha bocciato l'ordine del giorno presentato dalla minoranza Dem che impegnava il partito ad "offrire piena cittadinanza anche a chi sostiene le ragioni del No" al referendum sulle riforme. I voti favorevoli al documento presentato da Roberto Speranza sono stati "otto".

Renzi ha poi assicurato che con lui le correnti nel partito non torneranno a guidarlo. "Si pone un tema di organizzazione del partito – ha sottolineato -. Alla nostra straordinaria militanza dobbiamo un modello organizzativo che non ricalchi gli errori del passato. Finché lo guido io, le correnti non torneranno a guidare il partito, lo dico innanzitutto ai renziani di stretta osservanza, della prima o seconda ora o a quelli last minute. Non c'è garanzia per nessuno in questo partito, a iniziare da me. Girate, ascoltate, fate i tavolini. O state in mezzo alla gente o voi e noi non abbiamo futuro".

"Una cosa deve essere certa – ha affermato ancora Renzi -; la stagione in cui qualcuno dall'alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita; la strategia del Conte Ugolino non funziona. Se volete i caminetti prendetevi un altro segretario perché io voglio aprire le finestre e non chiuderle. Da Prodi a Veltroni ho sempre detestato gli attacchi al leader senza strategia alternativa".

"Avverto la responsabilità di questo passaggio molto importante per il nostro partito e per la nostra comunità – ha rilevato ancora -. Vorrei offrire un'occasione di dialogo molto sincera, profonda e franca. La direzione si svolge dopo le amministrative che non sono andate bene, ma anche dopo Brexit, dopo la più grande strage di civili italiani all'estero, dopo un G7 chiave per la comunità internazionale e dopo la mobilitazione, ognuno avrà le sue opinioni, sulle tasse, tutto mentre si raccolgono le firme sul referendum costituzionale", ha aggiunto il premier.

"Sono pronto ad ascoltare, ma anche a difendere la dignità di questa comunità, l'unica in cui si discute in modo franco e per questo viene rappresentata in modo macchiettistico. Litigano tutti i partiti e quelli che lo sono in modo meno tradizionale lo fanno ancora di più, ma al chiuso delle stanze. Il punto è che loro fingono di essere una falange e appaiono come tali, mentre noi – ha continuato Renzi – valorizziamo troppo spesso ciò che ci divide".

"C'è fuori un mondo che chiede al Pd se ha le idee chiare, quella che si apre è una stagione difficile e affascinante nella quale scommetto sul fatto che il Pd possa essere protagonista e non comparsa", ha detto Renzi.

Ecco, oltre al referendum, le altre questioni affrontate da Renzi:

'Flessibilità non è una concessione a noi ma dovere Ue' – "Noi lo diciamo da tempo che l'Ue così com'è non va". Lo afferma il premier Matteo Renzi intervenendo alla Direzione del Pd ricordando come questo suo atteggiamento abbia subito critiche anche nel Pd e in Parlamento, come quelle dell'ex premier Mario Monti sulla flessibilità. "All'inizio del 2016 molti giornali del cosiddetto establishment scrivevano che io, prendendo di punta l'Ue avrei terminato la mia esperienza politica. Ma la flessibilità non è una concessione all'Italia ma dovere di buon senso per l'Ue", aggiunge.

"Ciò che è accaduto su Brexit farà più male ai britannici che a noi, in fin dei conti. E' un clamoroso errore del Regno Unito, l'Ue può cogliere l'occasione del referendum britannico per scrivere una pagina nuova".

'G7 a Taormina 26-27 maggio 2017,valori al centro' – Nel G7 di Taormina, il 26 e 27 maggio 2017, dal teatro greco cercheremo di lanciare i valori della nostra cultura" come risposta anche agli estremismi, "insieme al nuovo presidente o – io spero – alla nuova presidente degli Usa, e ai Paesi del G7", ha detto Matteo Renzi

 "Noi i risparmi li salviamo nonostante le regole Ue fatte permettendo ai Paesi di mettersi in regola quando noi non l'abbiamo fatto": afferma il premier, soffermandosi sul tema delle banche e definendo "assolutamente ingiustificate e indecenti le polemiche fatte anche da alcuni di noi" sulla scia della "demagogia grillina". "Salvare i correntisti non significa fare gli interessi delle lobby dei poteri forti", aggiunge Renzi ribadendo di "aver fatto tutto ciò che serviva".

"E' suonato l'allarme, l'ultimo. Oggi tu sei visto come un avversario da una parte della destra, ed è bene così, ma anche da una parte della sinistra e questo è un dramma" per chi è sotto il simbolo del Pd. Senza una svolta, tu condurrai la sinistra italiana ad una sconfitta storica". Lo afferma Gianni Cuperlo, leader di Sinistradem, intervenendo alla direzione del Pd, definendo "miope" la relazione di Renzi e sottolineando: "Esci dal talent di un' Italia patinata e fatta di opportunità e scopri la modestia".




COMUNALI ROMA, RENZI PER GIACHETTI ALL'AUDITORIUM: "MA DE CHE STAMO A PARLA'"

Redazione

Uno degli ultimi appuntamenti della campagna elettorale di Roberto Giachetti, candidato sindaco del centrosinistra per le elezioni comunali di Roma: il candidato ha condiviso il palco dell’Auditorium della Conciliazione di Roma con il presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. Abbiamo seguito la diretta sui social, strumento usato più volte da Giachetti nell’arco della sua campagna elettorale, dell’evento titolato “De che stamo a parla'”, locuzione che rappresenta al meglio il modus operandi del rapporto col pubblico che ha scelto di perseguire il candidato: confidenziale ed informale. Un Auditorium gremito, due sgabelli, due microfoni e i due uomini al centro della scena del centrosinistra italiano. Oltre allo stile della presentazione a tratti minimalista, un supporto fotografico che ha disegnato la linea guida per tutta l’ora di durata della presentazione.

I due hanno inscenato sul palco dell’Auditorium un botta e risposta a mo’ di intervista svolta da Renzi al candidato sindaco, prendendo in considerazione le proprie divergenze personali e ricordando anche momenti di totale disaccordo, per poi passare all’illustrazione dei progetti di Giachetti per le comunali e delle sue esperienze passate. Una serata totalmente targata Pd, durante la quale il premier, forte del proprio momento politico, non ha risparmiato i propri avversari politici. Il format sperimentato dai due è passato dalla campagna elettorale del candidato, all’ironia e alle battute tra i due, a diversi attacchi del presidente del Consiglio principalmente rivolti al Movimento 5 Stelle: «Ci sentiamo dire “onestà” da gente che governa in 17 Comuni su ottomila e ha casini nella metà dei Comuni. Dicono onestà, ma iniziassero a fare trasparenza, iniziassero a mettere fuori i bilanci».

Oltre a quello che secondo i sondaggi è il primo nemico alla corsa a Roma, il M5s, Renzi ha ironizzato anche sulla destra: «Solidarietà a Giorgia Meloni, una che va in campagna elettorale ritrovandosi sostenuta da Salvini che vuole far pagare il Raccordo». Pronto l’appoggio in materia da parte di Giachetti, che racconta del pullman targato Lega Nord con la scritta “Milano Capitale”, a cui è seguita solamente una risata dal chiaro significato. Continua il premier citando il “rapporto speciale” di Donald Trump e Salvini, alzando i toni nel momento in cui si parla di legalità interna al Pd, i cui appartenenti, a detta del presidente del Consiglio, dovrebbero camminare a testa alta data l’onestà che li caratterizza. Emblematica la frase con cui Renzi ha esordito all’Auditorium: «Vi presento il nuovo sindaco di Roma: Roberto Giachetti». A quattro giorni dalle comunali un incontro importante per il Pd, che riempie l’Auditorium memore delle difficoltà affrontate solo sei mesi fa con le dimissioni del sindaco Marino.




REFERENDUM DI OTTOBRE, RENZI: "SE VINCE IL NO L'ITALIA E' IL PAESE DEGLI INCIUCI"

Redazione

O sì o saremmo tutti degli "inciucioni". Nel caso in cui al referendum sulla riforma costituzionale di ottobre vincesse il No l'Italia diventerebbe il paradiso degli inciuci e degli inciucisti. Lo ha ribadito Matteo Renzi parlando al teatro Sociale di Bergamo, dove ha aperto la campagna per il si' al referendum. "Se questa riforma non passa – ha scandito – sara' il paradiso terrestre degli inciuci. Io – ha proseguito – ne sono la dimostrazione. Io sono diventato presidente del Consiglio sulla base di un accordo parlamentare. Se non c'e' una maggioranza, ci vuole per forza l'accordo in Parlamento. Cosi' diventa 'Votate per chi vi pare, tanto poi l'inciucio lo fanno a Roma'. Se la riforma non passa, il potere passa totalmente nella mano degli inciucisti"."La riforma costituzionale riduce il numero dei politici", ha proseguito il premier. "Con questa riforma si eliminano 315 stipendi e si rende piu' semplice il Paese".

L'Italia deve accelerare di più – Renzi cita la frase di un grande pilota, Mario Andretti, che gli "piace da impazzire" durante il suo intervento alla Brembo: "Quando hai tutto sotto controllo significa che stai andando troppo piano. E' vero. Dobbiamo accelerare di piu' – sottolinea il premier – L'Italia ha tutte le condizioni per guidare l'Europa in futuro". "Non ne posso piu' di quelli che scommettono sul disastro – aggiunge il premier – E' esattamente l'opposto.

L'Italia continua a essere uno dei luoghi piu' creativi del mondo, a condizione che ne abbia la consapevolezza" e' riferendosi alla produttiva Bergamo dice "Questo territorio ha molto da insegnare al resto del paese. Ci sono territori che mostrano la strada". Basta con il "tempo dell'invidia". "Troppo spesso si pensa che il successo derivi da colpi di fortuna, ma se qualcuno ce la fa e' perche' c'e' gente che lavora sodo. Omaggio del governo a chi in questi anni ci ha tracciato la via. Continuate a correre" dice ai lavoratori e all'Italia intera.
 




SINDACO LODI ARRESTATO, IL PD DAL CSM. RENZI: "NESSUN COMPLOTTO"

Redazione

Ma de che…Nessun complotto, i magistrati facciano il loro lavoro. Matteo Renzi in una intervista a Rtl interviene sulla vicenda del sindaco Dem di Lodi arrestato per turbativa d'asta. Una vicenda che ha creato polemiche e riportato al centro la questione morale con i verdiniani che sono arrivati a parlare di un 'assedio dei pm'. "Ma de che", replica su questo punto il premier Renzi.

Intanto mentre il sindaco, che è stato interrogato in carcere, si autosospende dal Pd, il caso finisce anche di fronte al Csm. Il laico del Pd Giuseppe Fanfani chiederà, forse già domani, l'apertura di una pratica in I commissione per verificare "la legittimità dei comportamenti tenuti e dei provvedimenti adottati" in questa vicenda. Ad annunciarlo è lo stesso consigliere, che definisce il provvedimento adottato nei confronti del sindaco di Lodi "ingiustificato e comunque eccessivo". Ed è scontro al Csm per la richiesta con l''intero gruppo dei consiglieri di Area accusa Fanfani di "un'indebita interferenza sull'autonomia e sulla serenità dei magistrati".

"Ovviamente – dice il leader Pd – fa male perché impedisce di far vedere cose positive dell'Italia ma serve chiarezza e tranquillità e rispetto al complotto dico 'ma de che'. C'è un'indagine in corso, piena fiducia nei magistrati". "Chi è colpevole – ha aggiunto Renzi – è giusto che paghi ma nessuno tipo di stumentalizzazioni su questo. Non si gridi al complotto, al 'siamo assediati', se i magistrati vedono ipotesi di reato procedano, vadano a sentenza", ha concluso.

"Io mi arrabbio – dice ancora – perchè il mio governo ha aumentato le pene per la corruzione e aumentato la durata della prescrizione sulla corruzione mentre altri hanno votato no. La questione morale c'è dappertutto, c'è qualcuno che ruba, non va bene ma smettiamola di sparare sugli altri. Non c'è destra contro sinistra ma onesti contro ladri".

"M5s e Lega – accusa Renzi – usano due pesi e due misure. Parlare di riforma costituzionale in questa vicenda non c'entra niente, è un tentativo di strumentalizzare una vicenda giudiziaria". "E' molto facile – dice il premier replicando agli attacchi di Salvini – fare battaglia su questo contro altri. Ieri Mantovani è tornato in aula tra la bagarre dopo essere stato indagato per vicende legate a questioni di tangenti e corruzione".

I dem stringono anche sulla prescrizione: vertice di maggioranza sulla prescrizione a Palazzo Chigi dopo che ieri i relatori in commissione Giustizia al Senato non hanno presentato un testo unificato proprio perchè nel governo manca ancora una sintesi. Alla riunione partecipa anche Ala e il testo unificato potrebbe essere presentato già oggi. 




COMUNALI ROMA, RAGGI: "BERLUSCONI E RENZI SONO UNA COSA SOLA. NON DEVONO METTERE LA MANI SU ROMA"

Redazione

Roma – “Si parla di patto del Nazareno perché questo a livello nazionale c’è. Renzi e Berlusconi sono una cosa sola. Se hanno intenzione di governare Roma come stanno governando l’Italia, noi glielo impediremo in tutti i modi. Non devono mettere le mani su Roma”. Lo ha detto il candidato sindaco di Roma del M5s Virginia Raggi, interpellata a margine di un’iniziativa nel quartiere Prenestino-Centocelle.
“Credo che i cittadini sappiano bene e abbiano capito bene quali sono i giochi di potere che questi partiti continuano a fare sulla loro testa e sulle loro spalle – ha detto ancora Raggi – Sono mesi che siamo di fatto in una campagna elettorale su Roma e noi dobbiamo pensare a Roma, non a questioni di leadership, di chi governa quel partito e chi andrà a essere il candidato. A noi non interessa, ai cittadini non interessa, a loro importa una visione di Roma e una visione di Roma noi ce l’abbiamo, ed è molto precisa, è quella di rigenerare una città partendo dall’ordinario. Tutto il resto sono speculazioni che non ci riguardano non ci interessano e secondo noi non devono far parte di una buona attività politica”.




RENZI: "MINACCIA GLOBALE KILLER LOCALI"

Redazione

Si innalza il livello di sicurezza anche in Italia dopo l'attacco al Belgio. A Fiumicino stato di massima allerta mentre il ministro dell'Interno Angelino Alfano convoca il comitato nazionale di sicurezza. Elevato l'allerta anche a Roma.

"Colpito il Belgio, la capitale e il cuore dell'Unione europea. E' il momento di dire senza giri parole: gli attentatori venivano da dentro i luoghi colpiti, la minaccia è globale ma i killer sono anche killer locali". Lo dice il premier Matteo Renzi parlando degli attentati di Bruxelles. Per vincere il terrorsimo, dice il premier, "l'Ue vada fino in fondo, serve una struttura unitaria di sicurezza e difesa. E' dal '54 che si litiga sulla sicurezza comune". "L'Europa – aggiunge Renzi – deve fare di più a livello interno".

Per Renzi, "chi oggi offre soluzioni miracolistiche non si rende conto di quanto sarà lunga questa situazione. Chi si illude e dice 'chiudiamo le frontiere' non si rende conto che i nemici sono già dentro le nostre città". "Non è il momento delle reazioni impulsive, serve calma ma la rabbia serve tutta, è necessaria per una reazione che diventi progetto e che affronti e distrugga l' estremismo islamico e la folle scia di morte", aggiunge il presidente del consiglio.

 

Stato di massima allerta a Fiumicino – C'è massima allerta anche all'aeroporto di Fiumicino dopo l'attentato di questa mattina nello scalo di Bruxelles. Il livello di sicurezza al Leonardo Da Vinci, già su standard elevati è stato innalzato ulteriormente. I controlli dei passeggeri ai varchi di sicurezza sono stati intensificati. Tutti i voli da e per Bruxelles sono stati cancellati. Dei sette voli programmati oggi all'aeroporto di Fiumicino in partenza per Bruxelles ne sono decollati solamente due: il primo della compagnia Brussels Airlines è partito alle 06:35; il secondo, della compagnia low cost Ryanair, poco dopo le 07:00. Il terzo volo di Alitalia, la cui partenza era programmata per le 8:20 è stato soppresso, così come i collegamenti successivi, sia in partenza sia in arrivo.




RENZI RADDOPPIA: "VINCIAMO E NON AVREMO BISOGNO NE DI VERDINI E NE DI ALFANO"

Redazione

"Conosco un metodo infallibile per non avere in maggioranza Alfano e Verdini: vincere le elezioni, cosa che nel 2013 non è accaduta": il premier, Matteo Renzi, ha risposto così alle polemiche interne al Pd per il sostegno di Ncd e Ala al suo esecutivo. Intervenendo al congresso dei Giovani democratici, Renzi ha osservato: "Sembra si siano svegliati tutti insieme, ma Alfano e Verdini hanno votato la fiducia come era accaduto col governo Letta e il governo Monti". In ogni caso, ha sottolineato, "la prossima volta le elezioni le vinceremo e i voti del centrodestra non ci saranno". "Mi resta l’ambizione", ha aggiunto rivolgendosi alla minoranza dem, "di non discutere di piccole beghe ma di temi più grandi. Ma su questo facciamo i conti domani».

Renzi ha affrontato anche il temadelle trivellazioni. "Per il referendum spero ci sia la massima informazione", ha affermato. Poi ha chiesto alla platea: "Sapete qual e' il quesito? Non e' volete vivere in un mondo energeticamente meraraviglioso con pale eoliche e pannelli solari o in un mondo col petrolio che vi esce dalle orecchie?. Il quesito e' volete fermare le attivita' quando scadono le concessioni anche se li' c'e' ancora gas e petrolio? Noi pensiamo che finche' ce n'e' si debba continuare. Si vota il 17 aprile perche' lo prevede la legge. Perche' la legge richiede che ci sia un quorum e siccome bisogna anche garantire la possibilita' che il quorum non ci sia si fa in un giorno diverso dalle elezioni amministrative". Per Renzi, "questo referendum non e' no triv, e' no spreco. Vogliamo buttare via 300 milioni di euro? Quando andrete a votare pensate che sono a rischio 10.000 posti di lavoro". ​

In vista del voto a Roma, il premier ha lamentato che "c'e' chi utilizza il riferimento a Mafia capitale per farci campagna elettorali. Dove c'e' mafia una politica seria non si rinfaccia l'un l'altro le responsabilita' ma tutti insieme si lotta. Pensare che di fronte a martiri della camorra come don Diana ci si possa tirare addosso tra partiti come ha fatto ieri il vicepresidente della Camera e' una cosa meschina. Non consentite allo scontro politico di arrivare al punto di essere cosi' tristemente meschina da strumentalizzare quello che dovrebbe unire".




RENZI: "CHI MI VUOLE DARE LEZIONI HA DISTRUTTO L'ULIVO"

Redazione Politica

"In questi giorni tutta la discussione politica è al nostro interno, ma il mondo fuori da qui non è interessato alle nostre discussioni. Vuole sapere se può avere risposte dall'Italia". Lo ha detto Matteo Renzi a Classe democratica.

"Il mondo fuori da qui non è preoccupato del nostro ombelico", ha sottolineato Renzi. Poi a chiare lettere ha scandito: ''Quelli che oggi chiedono rispetto della storia del centrosinistra e dell'Ulivo sono quelli che hanno distrutto centrosinistra e Ulivo, consegnando l'Italia a Berlusconi".

"L'Italia – ha avvertito Renzi – ha vissuto per 20 anni come sotto un sortilegio: 'non si può far niente. E' tutto già scritto'. E questo incantesimo lo abbiamo prodotto anche noi quando siamo andati a governare come centrosinistra. Perché oltre a fare cose belle, dal giorno dopo hanno cominciato a dividersi e a litigare, tanto è vero che quelli che oggi mi vogliono dare lezioni e chiedono più rispetto per la storia dell'Ulivo sono quelli che hanno distrutto l'Ulivo consegnando per 20 anni l'Italia a Berlusconi. Quando tocca a noi governare bisogna governare".

E "chi vuole mandarmi a casa fa bene a fare questa battaglia dentro il partito. Se perdo il congresso, resterò lealmente a dare una mano a chi lo vince. Se lo vinco, mi aspetto la stessa lealtà".

Il premier è anche tornato a difendere lo strumento delle primarie. "Non si usino questi ricorsi'' alle primarie del Pd di Napoli "come scusa per chi ha perso per dire che ha vinto… – ha detto – L'alternativa alle primarie sono i capibastone di una volta… Farne a meno, significa fare un passo indietro. Mettere in discussione il principio delle primarie offende non il Pd ma la democrazia".




RENZI SULLA LIBIA: "5 MILA UOMINI? È UN VIDEOGIOCO? CI VUOLE MOLTA CALMA"

Redazione

Nessun intervento militare in Libia, la priorità è un governo solido del Paese. Così il premier Matteo Renzi ospite da Barbara D'Urso a Domenica Live. Renzi è intervenuto anceh sulle Unioni Civili, il nodo delle banche e le ultime polemiche legate al direttore della Reggia di Caserta che, secondo i sindacati, lavorerebbe troppo.

Libia – "Vedo gente che dice mandiamoci 5mila uomini. E' un videogioco? Ci vuole molta calma". "Non è all'ordine del giorno la missione militare italiana in Libia perché la prima cosa da fare è che ci sia un governo che sia solido, anzi strasolido, e abbia la possibilità di chiamare un intervento della comunità internazionale e non ci faccia rifare gli errori del passato". "L'ipotesi dei cinquemila uomini in Libia non c'è. Punto". "Se c'è necessità di intervenire" in Libia, "l'Italia non si tira indietro ma la guerra è una cosa seria, bisogna avere molto rispetto per le parole". "Con cinquemila uomini a fare l'invasione della Libia l'Italia con me presidente non ci va". "Vorrei dire una cosa a tutti i politici di tutti gli schieramenti: bisogna evitare le strumentalizzazioni selvagge e bieche di queste ore di fronte al dolore. Poi in Parlamento discutiamo" ma sulla vicenda libica ci vogliono "prudenza, equilibrio, buonsenso".

Banche – "Chi è stato truffato riavrà i soldi fino all'ultimo centesimo ma tra quelli c'è anche chi ci speculava sopra". "Sai quanti hanno utilizzato il bonus bebè? Duecentotremila famiglie lo hanno usato. Un bonus per ogni bebè di 80 euro per tre anni". "Ci furono polemiche in Parlamento perché l'avevo annunciato qui", ricorda.

Il premier Matteo Renzi ospite a Domenica Live: "Sì, siamo certi che le unioni civili saranno approvate anche alla Camera – ha detto il presidente del Consiglio -. Se ci sarà bisogno metteremo la fiducia anche alla Camera. Spero che entro maggio possa diventare un'altra legge da firmare". "Ci sono delusi da una parte e dall'altra", tra chi voleva la stepchild adoption e tra i cattolici che non volevano questa legge. Ma il testo sulle unioni civili "è un buon compromesso", ha spiegato Renzi. "Ammiro quelli che dicono 'ci vuole di più ma serve un passo alla volta, un pezzettino alla volta".

"Vorrei che tutti fossimo grati al Parlamento, dove c'è stata una discussione pazzesca, per la legge sull'omicidio stradale – ha detto ancora Renzi -. E mercoledì firmerò questa legge insieme alle associazioni delle vittime. E' una legge di civiltà per tutti gli italiani, ma vorrei che i familiari delle vittime sentissero l'affetto degli italiani".

Spenderemo 1 mld in 2 anni per luoghi cultura – "Abbiamo liberato risorse per un miliardo di euro per la cultura e nei prossimi due anni li spenderemo in tutti gli edifici culturali, dalla Reggia di Caserta al museo che ospita i Bronzi di Riace, e in tutti i luoghi che hanno progetti lasciati a metà. E' la più grande operazione di investimenti sui beni culturali con costi certi e tempi certi per re-impadronirci dei luoghi della nostra cultura e della nostra identità".

Pensioni, non possiamo ancora prendere impegni – "La disciplina delle pensioni è guardata con grandissima attenzione dall'Ue: quando saremo in condizione di prendere impegni li prenderemo". Lo dice il premier Matteo Renzi a Domenica Live. "Ora non siamo in condizioni di farlo ma stiamo lavorando a un sistema di flessibilità", ribadisce.
 




IL RE (NZI) È NUDO. FALLITA LA SPENDING REVIEW

di Roberto Ragone

Parere negativo da parte della Corte dei Conti a proposito della tanto decantata dal nostro Presidente del Consiglio ‘Spending Review', cioè, per il volgo, ‘Revisione di Spesa', quella che ogni buon padre di famiglia opera quando le condizioni economiche non sono proprio floride. Il presidente della Corte Pasquale Squitieri parla molto prudentemente di 'parziale insuccesso', ma poi ammette che i tagli trasversali hanno sottratto risorse agli enti locali. I risparmi realizzati non derivano da efficienza e razionalizzazione, ma "da operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività"."Tutta la flessibilità concessa all'Italia è stata adoperata," dice Squitieri " quindi il deficit cala meno. I margini di flessibilità acquisiti in sede europea" continua Squitieri "sono interamente utilizzati nella manovra di finanza pubblica per il 2016. In tal modo" conclude " si mantiene il profilo discendente del deficit nei conti pubblici che, tuttavia, assume una cadenza più rallentata." Insomma, fuori dai denti, pur dando fondo a tutte le risorse che l'Europa ci ha concesso, il deficit aumenta, anche se più lentamente. Già nove milioni di Italiani non ricorrono più al Servizio Sanitario Nazionale, riporta la Camusso, dal palco della CGIL, sia per i tagli operati che per la loro orizzontalità. Oggi chi non può pagare il ticket, rinunzia a una visita medica, e questo, in una nazione come la nostra, che si vanta di avere una politica sociale, è decisamente aberrante. Siamo di fronte non ad un risparmio, ma ad una riduzione del servizio ai cittadini, sic et simpliciter. "L'insuccesso della Spending Review" denuncia il presidente del Codacons Carlo Riernzi " ha prodotto un duplice danno ai cittadini italiani. Da un lato non ha cancellato sprechi e usi impropri delle risorse pubbliche, che pesano sulle tasche della collettività, dall'altro ha prodotto un aumento della pressione fiscale, specie sul fronte della tassazione locale. Questo" continua Renzi "perchè i tagli errati e senza criterio eseguiti negli ultimi anni dallo Stato hanno sottratto fondi agli Enti locali, i quali …

[ARTICOLO COMPLETO SUL QUOTIDIANO L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER ALLE PAGINE 1 E 2 CLICCARE QUI PER LEGGERE]  
 




CHI DI SGAMBETTO FERISCE DI SGAMBETTO PERISCE

di Emanuel Galea

Nel 2011 in Italia si è consumato un golpe bianco. In una intervista alla stampa, l’ex premier spagnolo José Luis Zapatero, rivela che “Quando Berlusconi si ribellò al Fmi, l'Ue iniziò a pensare a Monti".
I poteri forti della finanza di allora, in concerto con i burocrati di Bruxelles e con la complicità dell’emerito presidente Napolitano e di Frau Merkel, fu inflitta una profonda lacerazione alla democrazia italiana. Mettendo in opera una trama meschina, ordita alle spalle del popolo italiano, il governo Berlusconi fu deposto e sostituito, con un colpo di mano, da un governo anomalo, con in testa, il bocconiano Mario Monti. Berlusconi soccombette tacitamente, anche perché, in quel dato momento, era braccato dalla magistratura con pesanti pendenti penali che gli facevano da zavorra. Se poi ci sono state altre ragioni, la storia lo svelerà ai posteri. Sta di fatto che quella fu la “morte politica” del cavaliere. Anche il Governo Monti, dovette dimettersi il 21 dicembre 2012. L’esperimento di Napolitano e…

[ARTICOLO COMPLETO SUL QUOTIDIANO L'OSSERVATORE D'ITALIA VIRTUAL PAPER ALLE PAGINE 1 E 3 CLICCARE QUI PER VISIONARE IL GIORNALE DEL 22/02/2016]