VERTICE UE: SU IMMIGRAZIONE, RENZI ” L’EUROPA DEVE GUARDARE NEGLI OCCHI IL DRAMMA”

di Ch. Mo.


Riga-Torna a parlare di immigrazione Renzi proprio nelle ore in cui si tiene il vertice Ue e si delineano nuovi punti di vista. L’obiettivo del premier di restituire le salme dell’ultimo viaggio della speranza terminato con un ecatombe del mare nel canale di Sicilia cerca consensi tra i colleghi europei. “L’Europa “- dice – “deve guardare negli occhi il dramma”, e ancora “non si può pensare di tenere la nave affondata nel Mediterraneo nascosta agli occhi di tutti”.

Cerca risposte il premier ed è sicuro di riuscire a trovare un’intesa. Sebbene nel vertice Ue in corso non fosse all’ordine del giorno il tema immigrazione, se ne sta comunque parlando.

Intanto, la Mogherini , Alto rappresentante per la politica estera Ue, sottolinea l’importanza di mantenere vivi i rapporti con gli altri paesi durante un commento al vertice sul partenariato orientale tra Ue, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina.

GRECIA
Renzi a Riga ha poi affrontato il tema Grecia: “Se la Grecia esce dall'euro sono possibili shock anche per noi". Inoltre, in riga con le dichiarazioni del ministro Padoan, commenta quanto si sta verificando attualmente, giudicando il problema greco strumentalizzato drammaticamente da tutti. Proprio oggi, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, incontrerà il premier greco Alexis Tsipras a margine del vertice di Riga. 

REGNO UNITO

I negoziati tra Ue e Regno Unito per la riforma dell'Unione avranno "alti e bassi". Lo ha affermato il premier britannico, David Cameron, che conferma: "I britannici avranno diritto di scegliere sulla Ue riformata". 

Cameron inoltre conferma anche  l'intenzione di tenere il referendum sull'uscita della Gran Bretagna dalla Ue alla fine del 2017.




RIFORMA SCUOLA: COS'È E COSA CAMBIERÀ

di Maurizio Costa

Roma
– La riforma della scuola promossa dal governo di Matteo Renzi è pronta a prendere il volo. Fino ad ora, la Camera dei Deputati ha approvato il ddl. Prossimamente il disegno di legge approderà in Senato, dove la maggioranza del Pd è più labile.

Analizziamo adesso, articolo per articolo, la riforma della scuola approvata dalla Camera.

Articolo 1 – La riforma nazionale del sistema di istruzione prende il via con il primo articolo, fatto passare dalla Camera alle 11:58 di venerdì 15 maggio. L'articolo 1 disciplina l'intero ddl e presenta le finalità della riforma: prima di tutto, viene stabilita l'autonomia delle scuole, anche in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggior potere decisionale: secondo il governo, questo porterà a un miglior utilizzo delle risorse e delle strutture scolastiche.

Ogni scuola dovrà effettuare ogni tre anni un Piano dell'offerta formativa, che aumenterà l'apprendimento degli studenti e l'apertura dell'istituto verso il territorio. Il Piano, che verrà redatto dal preside e dai docenti, stabilirà il monte ore annuale di ciascuna disciplina, in vista comunque di un potenziamento del tempo scolastico e delle attività interdisciplinari.

Articolo 2 – Votato con 251 sì e 83 no, l'articolo 2 disciplina l'autonomia scolastica e le maggiori responsabilità del preside. Grazie all'autonomia delle scuole, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti.

Inoltre viene stabilito un incremento della lingua inglese, dello studio di internet e dei social network, dei nuovi media e delle leggi dello Stato. Si combatterà il cyberbullismo e verranno tutelate le minoranze linguistiche e religiose. La scuola rimarrà aperta anche il pomeriggio, per aumentare le attività extra degli studenti. Infine, viene incrementato di 126 milioni di euro annui il Fondo per le istituzioni scolastiche.

Articolo 3 – Tutti gli studenti saranno dotati di un curriculum personale, che verrà pubblicato anche sul portale della scuola, e che terrà conto del percorso degli studi ma soprattutto delle attività opzionali svolte dallo studente, attività di lavoro in alternanza allo studio e attività di volontariato. Le scuole introdurranno insegnamenti opzionali a partire dal secondo biennio, che potranno anche essere finanziate da soggetti esterni. Il curriculum servirà allo studente per entrare più facilmente nel mondo del lavoro. In sede di esame di Stato, inoltre, la commissione terrà conto del curriculum personale dello studente.

Articolo 4 – Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente.

Articolo 5 – Questo articolo dà disposizioni per l'insegnamento negli istituti penitenziari. Viene stabilito che per questo tipo di insegnamento è istituito un ruolo speciale, al quale possono accedere docenti che abbiano almeno tre anni di esperienza.

Articolo 6
– Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occubabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti.

Articolo 7 – Viene approvato il Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti. Il decreto stabilisce che 90 milioni di euro, già stanziati nel 2014 per l scuola, verranno usati in questo programma di digitalizzazione. Dal 2016 verranno spesi 30 milioni di euro annui.

Articolo 8
– A decorrere dal 2016, viene stabilito che l'organico di ogni scuola deve essere deciso su ambito territoriale. Questo vuol dire che verranno istituiti degli uffici regionali territoriali, grandi al massimo come una provincia, che decideranno la ripartizione della dotazione organica per ogni scuola. Questa scelta permetterà anche una maggiore interconnessione tra gli istituti che si trovano nello stesso territorio.

Articolo 9 – Questo è uno dei punti più cruciali di tutto il testo. Il preside, in base al Piano triennale dell'istituto, deciderà quali professori assumere nell'ambito territoriale. I docenti avranno un contratto di durata triennale, rinnovabile. Il preside deve dichiarare che il docente scelto non sia imparentato con lui (fino al secondo grado). I professori che non saranno scelti dai dirigenti scolastici verranno ricollocati dall'ufficio regionale. Inoltre, gli stipendi dei dirigenti, in totale, verranno incrementati di 12 milioni per il 2015 e di 35 milioni annui successivamente.

Articolo 10 – Stabilisce un “un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, per la copertura dei posti vacanti e disponibili nell'organico dell'autonomia”. Saranno assunti a tempo indeterminato coloro che hanno vinto il concorso pubblico per titoli ed esami a posti e cattedre bandito dal ministero dell'Istruzione. Ma saranno assunti anche coloro che sono iscritti alle Graduatorie ad esaurimento (Gae), che, successivamente, perderanno efficacia.

Articolo 11 – I professori, prima di entrare a lavorare a pieno titolo, dovranno svolgere un anno di formazione e di prova, che è subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno 180 giorni, dei quali almeno 120 per le attività didattiche. Il preside, poi, dovrà valutare la prestazione del docente.

Articolo 12 – Il governo stanzia 381 milioni annui per istituire la “Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. "La Carta – si legge nel testo -, dell'importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, può essere utilizzata per l'acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di natura didattico-scientifica, di pubblicazioni e di riviste riferite alle materie di insegnamento e comunque utili all'aggiornamento professionale, per l'acquisto di hardware e software”.

Articolo 13
– Il preside, insieme a un comitato di insegnanti, attribuirà ad alcuni professori meritevoli un bonus una tantum. Il governo stanzia, per questa somma, 200 milioni di euro annui.

Articolo 14 – I contratti a tempo determinato dei docenti potranno durare al massimo 36 mesi, anche non continuativi.

Articolo 15
– “Il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario in posizione di comando, distacco o fuori ruolo alla data di entrata in vigore della presente legge, sulla base di un provvedimento formale adottato ai sensi della normativa vigente, può transitare, a seguito di una procedura comparativa, nei ruoli dell'amministrazione di destinazione”.

Articolo 16 – Viene istituito il Portale unico dei dati della scuola, pubblicando in formato aperto i dati relativi ai bilanci delle scuole, i dati pubblici afferenti al Sistema nazionale di valutazione. Questa misura costerà 100mila euro all'anno.

Articolo 17 – “In sede di dichiarazione dei redditi, a partire dall'anno 2016, i contribuenti che intendono destinare la quota del cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche potranno indicare la scuola del sistema nazionale di istruzione alla quale devolvere la suddetta quota”.

Articolo 18 e 19 – Viene istituito lo school bonus. “Per le erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l'occupabilità degli studenti, spetta un credito d'imposta pari al 65 per cento”.

Articolo 20, 21 e 22 – Questi tre tabella riguardano la struttura delle scuole. Ne verranno costruite una per regione, di ultima generazione, e verranno stabiliti dei criteri di valutazione sugli edifici, soprattutto riguardo ai problemi sismici che caratterizzano alcune zone d'Italia.




SCUOLA: OK DELLA CAMERA. A SETTEMBRE 100 MILA PRECARI ASSUNTI

di Christian Montagna

Roma
– Sì dell'Aula della Camera alla riforma della scuola. Il testo, approvato a Montecitorio con 316 voti a favore, 137 contrari ed un astenuto, passa al Senato. "Sono emozionata e soddisfatta, molto soddisfatta". Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha commentato a caldo l'ok arrivato dalla Camera al ddl Buona Scuola. "E' stato un passaggio parlamentare molto vissuto, con coinvolgimento da parte di tutti, con interventi appassionati, talvolta appassionanti. Anche le opposizioni hanno mostrato una carica emotiva molto forte". "Credo si faccia un grande cambio culturale", ha detto Stefania Giannini. "Il primo articolo – ha spiegato – riassume quello che abbiamo fatto. Intendiamo offrire una scuola di qualità, aperta e inclusiva. Si conclude una maratona cominciata quasi un anno fa, che è stata, contrariamente a quanto si è voluto dire, anche inusuale per l'ascolto continuo di tutta la società".

La riforma della scuola del ministro Giannini e del governo Renzi incassa un altro successo: l’articolo 10, ieri rimandato poiché manchevole di alcuni emendamenti, oggi è stato approvato alla Camera con 263 si, 122 no e 25 astenuti (il gruppo Sel). L’articolo prevede un piano straordinario di assunzioni secondo cui da quest’anno circa cento mila docenti vincitori del concorso del 2012 e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento saranno ammessi all’interno delle scuole.

L’annuncio è stato dato come sempre in questi giorni dalla Giannini su Twitter: “Con piano straordinario oltre 100 mila assunzioni per realizzare autonomia e potenziare offerta, ok art.10 #labuonascuola"

Via libera anche per l’altro articolo, il numero 11 rimandato ieri e che prevede un periodo di prova per un anno per i circa cento mila precari che saranno assunti. Soltanto dopo la prova, i docenti potranno diventare di ruolo. Anche per questa approvazione, la Giannini si è servita di Twitter per esternare la sua felicità: “Con art.11 un periodo di formazione e prova serio per i neoassunti".

La Camera inoltre ha approvato l'articolo 21 del ddl sulla scuola, che stabilisce misure per la sicurezza degli edifici scolastici e lo stanziamento di 40 milioni per il 2015 per il controllo dei controsoffitti. Il voto finale previsto alle 13 di oggi si preannuncia per nulla tranquillo. Già questa mattina negli ultimi due tabella più tecnici, è scattato l’ostruzionismo della Lega e delle altre opposizioni.

I sindacati e i docenti continuano a minacciare il blocco degli scrutini ma per il Premier “sarebbe un errore clamoroso”. Al terzo giorno di votazioni dunque si è parlato di assunzioni a settembre, di 5 x mille, di card bonus di 500 euro a prof per aggiornamenti, di bonus per valorizzare gli insegnanti, di limiti di 36 mesi per i contratti di supplenza, di detrazione delle rette per la frequenza delle scuole paritarie e assunzioni a tempo indeterminato di precari già da settembre. Con una raffica di approvazioni, il ddl si prepara a tagliare il traguardo alla Camera e a giungere al Senato.




PENSIONI, RENZI: "QUATTRO MILIONI DI ITALIANI AVRANNO 500 EURO A TESTA"

di Angelo Barraco
 
Roma – Il premier Matteo Renzi, ospite al programma "L'Arena" di Massimo Giletti, su Rai 1, ha promesso: "Rimborseremo le pensioni di 4 milioni di italiani con 500 euro a testa in media". Il primo ministro ha parlato di molte cose, dalle pensioni al fantomatico termine dei lavori della Salerno-Reggio Calabria per il 2016, con un Giletti stupito che diceva al premier che la responsabilità di quell’impegno era enorme e infatti lo è poiché la speranza della chiusura di quei lavori ormai è diventata un’utopia.

Ma andiamo con ordine. Renzi ha parlato di pensioni e ha detto che circa "quattro milioni di pensionati, il primo agosto, avranno circa 500 euro a testa in media". Questo vuol dire che verranno rimborsate le pensioni fino a quelle di 3mila euro. Il rimborso sarà comunque a scaglioni: i pensionati con un assegno più basso prenderanno di più.

Renzi ha voluto anticipare da Giletti la soluzione che il governo porterà al Cdm come risposta alla sentenza della consulta in merito al blocco delle indicizzazioni delle pensioni. Il premier ha puntualizzato anche che nessun pensionato perderà un centesimo da tutta questa vicenda. il primo ministro ha poi aggiunto che "gli assegni superiori ai 3.000 euro saranno tenuti fuori dal rimborso".

“Scriveremo una nuova norma rispetto al blocco delle indicizzazioni – continua Renzi – che restituirà a una parte dei pensionati una percentuale dei soldi". Per rispondere alla sentenza della Consulta il governo userà i due miliardi messe da parte per le misure per il contrasto della poverta.

“Ovviamente non è un rimborso totale" conclude il premier. Il costo lordo di tutta la manovra, se si volessero restituire tutti i soldi, sarebbe di 18 miliardi. "Significherebbe tagliare la scuola, il sociale e le strade" aggiunge il premier.

Salerno-Reggio Calabria – Il primo ministro ha anche parlato del problema della Salerno-Reggio Calabria. "Ultimeremo i lavori entro il 2016 – ha commentato Renzi -, e nomineremo il nuovo Cda di Anas".




RIFORMA SCUOLA, APPROVATI I PRIMI tabella: COBAS PRONTI AL BLOCCO SCRUTINI

di Matteo La Stella

Roma– Nella giornata di ieri sono arrivati i primi si alla Camera per il ddl scuola, contestato in piazza da professori e sindacati. Tutto è filato liscio in aula, salvo una piccola scivolata determinata da una serie di equivoci su un emendamento. Ma se da una parte l'Italia -”Non può perdere tempo”-, come sostiene il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dall'altra, coloro i quali verranno “investiti” dal decreto sulla “Buona Scuola” dichiarano guerra. In Piazza della Rotonda, a pochi metri dal Pantheon i professori e i sindacalisti appoggiati dalla minoranza Pd, da Sel e dai pentastellati contestano duramente ciò che sta avvenendo.

GLI tabella APPROVATI

La seduta alla Camera di venerdì viene aperta dalle rassicurazioni del premier Matteo Renzi che avalla una discussione sul -”Merito”- e con -”tutti”-, a patto che poi venga presa una decisione per l'italia che-”non può perdere tempo”-. Guardando al pluricontestato stralcio delle 100mila assunzioni, la testa di serie della maggioranza Pd dice di non poter fare nulla perchè le immissioni di ruolo sono legate al nuovo modello di scuola e le due cose non possono esse scisse. Al via dunque le votazioni. Passano i primi 7 tabella alla Camera durante tutto l'arco della giornata, con un intoppo che si materializza solo difronte all'emendamento dell'articolo 6, appoggiato dal governo ma respinto dall'assemblea. All'interno dello stesso equivoci dettati da -”un'ulteriore chiarezza di indicazione, che non coincide con la struttura del teso”- , puntualizza il relatore.


Passano invece: l'articolo 1 del ddl sull'autonomia scolastica, capace di esaltare il Ministro dell'istruzione Giannini che twitta -”Approvato articolo 1 #labuonascuola finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia”. Viene approvato successivamente l'articolo due che prevede l'aumento delle responsabilità per il dirigente scolastico. Più tardi è la volta dell'articolo 3, che prevede l'ingresso nelle scuole del “curriculum dello studente” oltre all'introduzione di insegnamenti opzionali che faranno media all'esame di Stato. Superano la votazione anche gli tabella 4 e 5, che prevedono rispettivamente l'alternanza scuola lavoro, capace di dirottare il percorso scolastico dei giovani verso il mondo del lavoro nel corso degli ultimi tre anni delle scuole superiori e l'insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. L'articolo 7 , preceduto dallo scivolone sul sesto, prevede invece lo stanziamento di 90 miliardi per l'innovazione digitale. Arrivati all'articolo numero 8, la seduta si chiude incoraggiata anche dal fatto che la giornata sta volgendo al termine. La votazione che ha visto finquì il governo barcamenarsi tra rifiuti ponderati e larghe intese riprenderà lunedì.

LE PROTESTE IN PIAZZA
Clima rovente invece in piazza dove impazza la protesta. Di fronte al Pantheon, sindacalisti e insegnati fanno muro alla dottrina sulla scuola propinata dal governo. Intervengono al sit in anche alcuni parlamentari durante una pausa dalla seduta. Nasce una piccola discussione tra Fassina della minoranza PD e una frangia di manifestanti, e ancora è la volta di Susanna Malpezzi della commissione Cultura, contestata all'urlo di-”Malpezzi vattene”- . Per Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda quello di ieri è stato solo l'inizio. Promettono di essere li anche lunedì e martedì. Non solo, c'è chi minaccia il blocco degli scrutini con conseguenti ripercussioni sugli alunni, come i Cobas che hanno già indetto sciopero per i due giorni che seguono la chiusura dell'anno scolastico. Al blocco delle attività affiancano anche una manifestazione prevista per il 7 giugno. In questo modo i Cobas sperano di coinvolgere anche altre sigle sindacali nel duro braccio di ferro che stanno portando avanti.




CAMERA, RIFORMA DELLA SCUOLA: APPROVATO L'ARTICOLO 1

di Christian Montagna
 

Passa alla Camera l'articolo 1 del ddl scuola con 267 voti favorevoli e 92 contrari. L'articolo prevere l'introduzione di insegnamenti opzionali nelle scuola superiori che faranno media all'Esame di Stato. Dunque via libera della Camera all'attuazione dell'autonomia della scuola.  L'Aula ha approvato l'articolo 1 del provvedimento; i voti riprenderanno lunedì. Sono 750 in tutto gli emendamenti presentati da votare fino a mercoledì. Grande la soddisfazione espressa dal ministro Giannini.

Ciò nonostante aumentano le proteste nelle piazze, nelle scuole e tra gli anziani e diminuiscono sempre più i consensi verso il nuovo governo in merito alle proposte avanzate dai ministri. Renzi si trova ogni giorno a dover fare un passo indietro su qualche disegno di legge avanzato. Soltanto la scorsa settimana, quello che è stato definito il più grande sciopero di tutti i tempi, ha visto coinvolte persone di ogni età, colore e ideologia politica in una protesta contro il disegno di legge che mirava ad un radicale cambio nella scuola italiana. Insuccessi conteggiati, Renzi si dice pronto a discutere nel merito di tutto ma palesa intransigenza massima nei confronti della valutazione degli insegnanti unitaria per tutti; Avanza perciò un bonus mensile da attribuire soltanto ai migliori docenti. Sempre secondo i suoi calcoli, approvando questa riforma, cento sessanta mila persone nei prossimi anni saranno pronti ad essere assunti tramite i concorsi pubblici.


Le dichiarazioni del premier giungono in seguito alle minacce del blocco degli scrutini, ritenuto assolutamente inconcepibile da molti esponenti politici. Anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, giungono frasi di incoraggiamento: "Mi auguro che prevalgano il buon senso e il senso di responsabilità, perché c'e' da contemperare il diritto di chi vuole protestare con quello di chi vuole portare a termine l'anno scolastico. Mi auguro che non ci sia un diritto che prevale sull'altro". A queste dichiarazioni però si contrappongono quelle della Cgil di Susanna Camusso che non identifica questo come un sistema efficace e che non reputa credibili i numeri espressi dal Premier. Titubante è anche l'ex premier Enrico Letta, secondo cui le riforme andrebbero fatte non tanto per il gusto di farle ma con maggiore condizione di causa.




INPS: AUMENTANO I POSTI DI LAVORO, RENZI: "ERA PROPRIO QUELLO CHE VOLEVAMO"

di Angelo Barraco

Sembra che la grande macchina chiamata “lavoro” si sia rimessa in moto, I dati Inps mostrano un aumento dei posti di lavoro, soprattutto quelli fissi. I dati inoltre dicono che nel primo semestre di quest’anno sono cresciuti di 91.277  unità le assunzioni a tempo indeterminato, invece per quanto riguarda i contratti a termine vi è stata una diminuzione di 32.117 unità. Invece per quanto riguarda le cessazioni di lavoro, sono state di 135.684 unità e il saldo netto è stato di 185.656 unità. Invece le nuove assunzioni hanno avuto un aumento che è arrivato a 49.972 unità e vi è stato anche il 9.188 di assunzioni per apprendistato. Nei primi tre mesi del 2015 quindi le assunzioni sono state il 24,1% in più rispetto al 2014 e la trasformazione degli apprendisti in lavoratori a tempo indeterminato è stata del 5% rispetto al 2014. Le assunzioni con rapporti stabili sono passate da una percentuale del 36,61% nel primo semestre del 2014 al 41,84% nel primo semestre del 2015. Matteo Renzi è molto contento per questi dati e dice: “I dati ufficiali Inps sul lavoro ci dicono che la strada da percorrere e' ancora lunga, ma la macchina finalmente è ripartita. Dopo cinque anni di crollo costante tornano a crescere gli occupati. Il fatto che molti di questi contratti siano agevolati dalle misure del Jobs Act (stabilita', sgravi, tutele crescenti, taglio Irap) e' sicuramente un fatto positivo”. Aggiunge poi ironizzando: “Mi colpisce che ci sia chi dice: 'Beh però una parte non sono nuovi contratti, ma regolarizzazioni e stabilizzazioni', fa sorridere! Era infatti proprio quello che volevamo. Non e' la stessa cosa per un precario vedere trasformato il proprio contratto a tutele crescenti: e' una svolta per la vita di tanti ragazzi della nostra generazione. Perche' significa un mutuo, le ferie, la maternita'. Naturalmente c'è ancora molto lavoro da fare. Ma grazie all'impegno di tutti e di ciascuno l'Italia ce la farà”. Ma i dati non sorprendono tutti, infatti la Cgil, Serena Sorrentino, dice: “Non ci troviamo di fronte ad una vera svolta, ma ad un grande regalo alle imprese e a meno diritti per i lavoratori”. La Cisl, dalle parole di Gigi Petteni (segretario confederale) dice: “Come Cisl non siamo interessati a partecipare al 'festival' dell'occupazione aggiuntiva o sostitutiva: a noi stanno a cuore le condizioni dei lavoratori. Ecco perche' l'evoluzione di forme contrattuali che vanno nella direzione del contratto a tempo indeterminato per la Cisl e' una notizia positiva".




RENZI: "LA SINISTRA MASOCHISTA SERVE A RIANIMARE FORZA ITALIA"

di Angelo Parca

I perdenti vengono immediatamente snobbati dal premier Matteo Renzi che non perde occasione per crticare quella parte di sinistra che non lo sostiene e cita l'esempio della Liguria dove la sinistra ha perso le primarie. Eppure sulle prossime Regionali e, in particolare, sulle candidature in Campania continua a non vedere i candidati "impresentabili" che sostengono il sindaco De Luca: "Alcuni candidati mi imbarazzano eccome, però dico che liste Pd sono pulite. Noi siamo intervenuti in modo molto forte sul Pd, Su alcune liste collegate al Presidente si può discutere, ci sono candidati che non voterei neanche se costretto".

Dubbi sulle primarie. A proposito di elezioni, Renzi parla anche di primarie: "Valore insostituibile – dice – le preferisco ai "caminetti" in cui decidono dieci addetti ai lavori in una stanza". Ma, ammette, «nei prossimi due anni dobbiamo cambiare modello di partito e dunque capire come organizzarci. Sono aperto alle diverse soluzioni, ad esempio al modello americano". A proposito di primarie, il premier chiama di nuovo in causa il caso Liguria: "Cofferati ha perso ed è scappato col pallone", attacca Renzi. "La Liguria è l'ultima spiaggia per Berlusconi. Lì è accaduta una cosa semplice: la sinistra masochista ha perso le primarie ma", piuttosto che far vincere il Pd, "preferisce rianimare Forza Italia". Matteo Renzi parla al videoforum di Repubblica e accusa l'opposizione di sinistra. "Ha preferito rianimare con il massaggio cardiaco Forza Italia. L'unica possibilità di Forza Italia è quella di essere rianimata dalla sinistra masochista – aggiunge -. La partita in Italia è tra la sinistra e una destra che spero all'americana".

Il premier parla del nascituro Partito della Nazione: "Non è un minestrone in cui entra di tutto – spiega -. ma un partito di sinistra con una visione riformista del paese che si allarga ad elettori che possono avere anche una visione piu' radicale. Mi sembra del tutto evidente che gli elettori del Pd non moriranno democristiani". Quindi rivendica la componente sociale della sua riforma del lavoro. "Il Jobs Act è una norma di sinistra, di sinistra riformista – dice -. Una rivoluzione veramente di sinistra perché fa conoscere cos'è il mutuo a chi non ne aveva idea fino a ieri". E sottolinea ancora: "Il gruppo dirigente del Pd è plurale – aggiunge il premier -. Non c'è D'Alema, ma ci sono tanti altri che vengono dai Democratici di Sinistra".




PIPPO CIVATI LASCIA GRUPPO ALLA CAMERA E PD: ADDIO RENZI!

Redazione

Bye, bye Renzi, questa volta è definitiva. Non è solo addio al gruppo del Pd, ma un addio al partito. Lo puntualizza Pippo Civati sul suo blog, spiegando le ragioni della sua "sfiducia" in Renzi che lo hanno portato a lasciare i Dem, un "partito nuovo e diverso, fondato sull'Italicum e sulla figura del suo segretario", nel quale "chi non è d'accordo, viene solo vissuto con fastidio". "Siamo dispiaciuti ma non preoccupati", la replica dal Pd con Lorenzo Guerini.

Civati ha spiegato, durante un'intervista a "Otto e mezzo" su La7 di non aver parlato con Renzi prima di annunciare la sua decisione. "Renzi non ha rispettato il programma elettorale con il quale siamo stati eletti, a cominciare dalla legge elettorale e dalle riforme. Ha parlato di risultati straordinari del jobs act che non si vedono. Non cito Enrico Letta per amor di patria. Io non ho tradito. Io rispetto gli elettori con i quali mi sono impegnato anni fa e la mia coscienza". "Nuovo partito? Penso che sia un lavoro che dobbiamo fare nelle prossime settimane. Ci sono persone che sono candidate per il Pd e che mi sono vicine: votate per loro, ha detto Civati. Fino alle Regionali non si parlerà di nuovo partito, ma di questa esigenza si parlerà questa estate". E sull'Italicum ha aggiunto: la firma di Mattarella "la davo per scontata, anche se secondo me la Consulta qualcosa da dire ce l'ha". "Non mi sento più di votare la fiducia" – "Esco dal gruppo del Pd. Percoerenza con quello in cui credo e con il mandato che mi hanno dato gli elettori – spiega Civati – non mi sento più di votare la fiducia al governo Renzi. La conseguenza è uscire dal gruppo".

Pd, dispiaciuti ma non preoccupati.  "Sono dispiaciuto ma era una decisione preannunciata da tempo". Così il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini a proposito della scelta di Civati di lasciare il gruppo. Per quanto riguarda la maggioranza al Senato Guerini dice di non essere "impensierito, non credo che la minoranza Pd lo seguirà anche se dovete chiedere a loro".

Speranza, Civati dimostra malessere serio. "L'addio di Civati è un atto che ci deve far riflettere e non è liquidabile con una scrollata di spalle ma testimonia un malessere. Non condivido l'uscita dal Pd ma il fatto che una persona che abbia preso circa 400mila preferenze alle primarie se ne vada deve far riflettere". Così Roberto Speranza reagisce all'addio di Civati al Pd. "In questi mesi – spiega Speranza – spesso non siamo stati d'accordo ma il suo addio dispiace molto. Io penso che ci sono le condizioni per lavorare dentro il Pd e battersi perchè resti di sinistra e non diventi tutto e il contrario di tutto". Sul rischio che nel Pd si consumi una scissione silenziosa di dirigenti e militanti, l'ex capogruppo spiega che "bisogna lavorare perchè non avvenga ma vedere Bondi che vota il Def mentre il mondo largo della scuola protesta provoca inquietudine nel nostro elettorato". Ieri, parlando del ribelle Dem, Renzi aveva detto: "Siamo per tenere tutti dentro".

E già inizia la mobilitazione su Twitter




BANCHE, GIORGIA MELONI: PRESTITO IPOTECARIO "ULTIMA PORCATA DI RENZI"

Tuona Giorgia Meloni a difesa e a tutela dei pensionati proprietari di immobili: ”nel giro di pochi anni e a fronte di un prestito contenuto, gli anziani si ritroveranno a regalare l’intero valore della propria casa alle banche. Siamo davanti ad una cosa schifosa.”

di Alessandro Rosa

Sul prestito vitalizio ipotecario, ideato da questo Governo appena entrato in vigore, tuona Giorgia Meloni leader di Fratelli d’italia: "è l’’ultima porcata di Renzi” e spiega il motivo per il quale questa nuova manovra sembrerebbe non tutelare i pensionati e i proprietari di immobili, che nella necessità di liquidità potrebbero attivarlo, ipotecando le proprie case: "Renzi ci dice che il prestito vitalizio ipotecario può essere un’opportunità per gli anziani per ottenere un prestito dalle banche, che sarà restituito alla loro morte grazie al valore della loro casa di proprietà. In realtà, è solo l’ultima porcata inventata da Renzi per derubare la povera gente e regalare soldi alle banche. Con questo provvedimento – continua Giorgia Meloni – il Governo mette in atto un sistema di usura legalizzato con il quale viene consentito alle banche di farsi pagare gli interessi sugli interessi (anatocismo).”

La Meloni spiega quale meccanismo perverso attende pronto dietro l’angolo gli ignari pensionati:” Nel giro di pochi anni e a fronte di un prestito contenuto, gli anziani si ritroveranno a regalare l’intero valore della propria casa alle banche. Siamo davanti ad una cosa schifosa che ricorda tanto gli sciacalli del mercato nero in tempo di guerra, che pretendevano oro e argento in cambio di un tozzo di pane e del latte per i bambini. In Parlamento Fratelli d’Italia ha votato contro questa legge infame.”

Ma l'anatocismo no era illegale? Nuove perle dal governo Renzi sotto avanti a chi tocca?


La Meloni avvisa tutti, sulla trappola del prestito vitalizio che purtroppo è entrato in vigore, sperando che le persone più giovani tutelino quelle più anziane:” informate i vostri genitori, i vostri nonni e tutti gli italiani di quello che sta succedendo»




STANGATA PER RENZI:"SI" AL RIMBORSO DEGLI AUMENTI PER LE PENSIONI

di Simonetta D'Onofrio

Una stangata per il governo Renzi. Dopo la bella notizia per la legge elettorale è giunta la doccia fredda a Palazzo Chigi, che in breve tempo dovrà avanzare le proposte “fattibili” dopo la sentenza della Consulta, che ha dichiarato illegittimo il blocco delle rivalutazioni sulle pensioni superiori a tre volte il minimo previsto dalla Riforma Pensioni Fornero (decreto 201/2011, il cosiddetto Salva Italia), che vede coinvolti circa 5,2 milioni di pensionati. In sintesi è quanto accaduto nelle ultime ore e non sono mancate le proteste da parte di quest’ultimi, che in questi anni hanno dovuto “stringere la cinghia”, visto che non hanno potuto usufruire neanche del bonus di 80 euro, reso disponibile con la legge di stabilità per i per i dipendenti che guadagnano fino a 26mila euro annui. Non sono mancate le critiche da parte di chi già in passato aveva previsto che qualcosa in tal senso sarebbe potuto accadere.

Il Presidente dell’ANAP (Confartigianto), Giampaolo Palazzi, commenta così la clamorosa sentenza: “Ai pensionati vanno rimborsati gli aumenti non erogati per effetto del blocco delle rivalutazioni, decretato dal Governo Monti nel 2012 e ora dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale. Di conseguenza, vanno anche adeguati da subito gli importi pensionistici che avevano subito l’ingiusto blocco. Va considerato, infatti, che la pensione è salario differito, che deve essere adeguato all’inflazione per non subire decurtazioni; non si tratta affatto di una gentile concessione di tipo assistenziale”.

La Corte ha definito incostituzionale quel provvedimento con il quale il governo Monti bloccò le pensioni a fine 2011, per far fronte alla crisi dei conti, in quanto non rispetta proporzionalità e adeguatezza. Continua il Presidente Palazzi: “Come al solito non mancano le elucubrazioni dei soliti sapientoni che invece di discutere e avanzare proposte concrete su come risolvere il vero problema dell’Italia, e cioè la disoccupazione, colpevolizzano i pensionati, per gli effetti sulla nostra economia di questa sacrosanta sentenza; senza capire che le sentenze vanno rispettate e basta. Non sbandieriamo conflitti intergenerazionali che non esistono, perché gli anziani hanno a cuore il futuro dei loro figli e dei loro nipoti e, di conseguenza, il futuro del nostro Paese. In conclusione l’ANAP chiede di adottare la regola del buon senso e del dialogo tra le parti: “Si può sì ragionare sulle modalità e sui tempi del rimborso e anche sui modi per reperire le risorse necessarie, ma sarebbe bene che su questi ragionamenti il Governo coinvolgesse anche le associazioni dei pensionati, riconoscendo finalmente loro, il ruolo di rappresentanza e di tutela dei diritti degli anziani. Se così si fosse fatto in passato, si sarebbe evitato di emanare leggi sbagliate o addirittura incostituzionali”.
Presto il Governo dovrà prendere dei provvedimenti definitivi su quanto dichiarato da un importante organo costituzionale, questa volta non può non trovare il bandolo della matassa: il punto da cui partire per risolvere una situazione intricata da chi lo ha preceduto in questi anni.