Estate 2018, beach: moda, tendenze e i consigli del lookmaker delle dive Renè Bonante

E’ arrivata l’estate finalmente e le spiagge nel fine settimana hanno registrato il pieno dando il via all’apertura ufficiale dell’estate 2018.

Una moda beach 2018 un po’ retro. Ecco le tendenze

I costumi di quest’estate hanno delle caratteristiche ben precise ed anche un po’ retrò, la moda beach 2018 è ricca di volants e ruches, corpetti che ricordano il “Corset mistere” di Cristian Dior, monospalla con spallina rigide o con volants, si riconfermano di nuovo il bikini e i motivi floreali anche con fiori tridimensionali abbinati a motivi geometrici, fantasia cachemire, oppure decorazioni che ricordano i dipinti di Pier Mondrian.

E’ di moda il noto costume bianco indossato da Ursula Andress, prima bond girl nella storia dei film dei “007”

La nota attrice è ricordata anche per la famosa e celebre scena di quando uscii dall’acqua entrando ufficialmente tra i capi della storia del costume, alcuni noti brand ne hanno fatto una versione rivisitata con gli slip sgambati anni ’80 a vita alta. La moda beach di quest’anno è decisamente molto femminile con le sue profonde sgambature e vita alta, le decorazioni spaziano con strisce larghe e strette con stelle, un “remake” alla bandiera americana. Un must che non tramonta mai da mettere nella valigia per il fine settimana al mare è l’intramontabile costume nero, alcuni brand ne hanno creati con inserti in trasparenti da abbinare a pareo.

Quale trucco mettere in spiaggia? I consigli del lookmaker delle dive Renè Bonante

Ma, il trucco come dev’essere per non avere un viso sciatto e fare uno scivolone di stile, cosa dobbiamo mettere a riposo nel beauty case e da usare di nuovo in autunno? E in spiaggia quale trucco mettere? A questa domanda risponde il lookmaker partenopeo delle dive Renè Bonante

I prodotti che io consiglio di mettere nel beauty case a riposo sono il fondotinta compatto e la cipria, da sostituire al loro posto con le creme colorate e il fard o un’illuminante del tipo cremoso che rafforza l’abbronzatura dando luminosità. Gli occhi vanno truccati con matitoni e kajal al posto degli ombretti a polvere, mentre il mascara è preferibile il tipo indelebile, la sera con il tipo da infoltimento, mentre se le palpebre lo permettono si possono usare mascara dai colori del tipo blu notte, verde bosco, marrone e viola. Le labbra le coloriamo non con i rossetti del tipo matto, ma con il burro cacao e il lip gloss al loro posto. In spiaggia i rossetti si possono usare anche i colori più “sparati” dalle tinte forti e belle, mentre raccomando sempre di non dimenticare la protezione al viso e anche ai capelli per non arrivare a settembre con il viso rovinato e capelli sfibrati”.

Storia del Bikini

I primi accenni di costume da bagno a due pezzi che lasciavano scoperti parte della pancia e l’ombelico fecero la loro comparsa nel 1935. Ma, “L’atomico” bikini è stato creato ufficialmente nel 1946 dal sarto francese Louise Réard, nello stesso anno Cristian Dior lanciò il “New look” e la guepière. Il nome BIKINI richiama l’atollo di Bikini nelle isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano esperimenti nucleari. Il sarto Réard riteneva che la sua creazione avrebbe avuto effetti esplosivi. Le attrici hanno avuto sempre nella storia della moda una grande influenza, nel 1953 le foto di Brigitte Bardot su una spiaggia di Cannes con addosso un costume in occasione del Film Festival rese popolare questo capo, a favorire ancor di più la sua diffusione fu quando B.B. indossò un bikini nel film dal titolo “ Piace a troppi” nel 1958, si cominciò a creare un mercato anche negli USA. Fra i costumi più famosi come già citato è stato il costume di Ursula Andress indossato nel film dal titolo “Dr. No”, l’attrice Halle Barry fu protagonista di un “remake” della storica scena del film con colori e la foggia diversi.

Cenni storici di indumenti che hanno dato le basi dell’odierno bikini

I costumi fin dall’antichità come li intendiamo noi da mettere al mare o alle terme dalle testimonianze di dipinti o reperti ritrovati nei siti archeologici risalgono a molti secoli addietro, fra gli esempi più significati sono le ragazze raffigurate in un mosaico della villa romana del Casale nelle vicinanze di Piazza Armerina del IV sec. d.C. circa. Le ragazze indossano una tipo di bikini con reggiseno a fascia molto simile alla nostra epoca, come concordano gli studiosi è lo “Strophium” chiamato anche “subligaculum” – la fascia per il seno- menzionato nei testi romani. Gli “slip” con fascia delle ragazze del mosaico armerino ricordano lo “Skenti” egiziano, ossia mutanda con fascia larga, questo capo venne indossato fino al III millennio a. C. nell’antico Egitto questo indumento veniva generalmente indossato a torso nudo, senza che vi era nessuna distinzione fra le varie classi della popolazione. Da[ Storia della moda di Black Garland].
Gli egiziani tenevano molto alla cura del corpo e all’igiene personale e fra le testimonianze pittoriche che raffigurano egiziani intenti con cura di se stessi avendo solo addosso un primordiale perizoma con semplici strisce, ma strette in vita, la troviamo su un dipinto ritrovato a Saqqarah nella tomba di aknManhor risalente a 2330 a C.

Questo tipo di indumento veniva usato anche veniva usato anche a Creta sia da uomini che da donne, come raffigurano alcune statuine o dipinti, gli uomini andavano anche in giro nudi, le donne cretesi, chiamate anche “le parigine” per la loro spiccata femminilità, generalmente andavano in giro a seno nudo. Nel medioevo non si hanno molte notizie, ma si facevano il bagno in comune tra uomini e donne con un camicione o tunica. Fra gli esempi più significativi al mondo, ed anche fra le più datate di un particolare tipo di indumento, ma la sua destinazione d’uso non è come lo intendiamo no, ma con molta probabilità per proteggere i genitali lo troviamo al Museo Archeologico di Bolzano, al suo interno è custodita la mummia del Simulan chiamato anche Oetzi o Iceman con tutti gli indumenti di quando venne ucciso, al momento del ritrovamento aveva un primordiale perizoma insieme ad altri indumenti. Oetzi risale addirittura a 5.300-5.700 anni fa -dell’età del rame- ed è stato datato al radiocarbonio, gli studiosi concordano che il “perizoma” è il primo indumento che l’umanità abbia creato, addirittura qualche studioso ipotizza che risale al periodo paleolitico.

Giuseppina Ercole

 




Il trucco c’è ma non si vede: intervista al Look Maker Renè Bonante

Sulle orme del mio articolo precedente sulla tendenza della “Modest Fashion”, la moda pudica e modesta, avvolgente e non succinta, che ha contaminazioni di varie religioni, il trucco su questa nuova tendenza come dev’essere?
La “moda modesta” ha coinvolto a livello mondiale tutte le culture, nasce con i principi delle varie religioni e negli anni è aumentato il giro di affari a svariati miliardi di dollari l’anno, questa tendenza molto trandy è stata adottata da marchi come Prada a Dkny da Zara a Mango, è indossata sia da adolescenti e da donne di varie età.
Si vedono sulle riviste di fashion modelle ed influencer sui social sfoggiare il rossetto rosso fuoco di conseguenza anche per strade si vedono donne con labbra con il rossetto dello stesso colore, in passato questo accessorio di colore rosso acceso diventò il simbolo IDENTICATIVO della “battaglia” negli anni venti delle donne che marciavano per avere i loro diritti, divenne il simbolo di potere e d’indipendenza negli Stati Uniti quando fu approvato il 19°emendamento, quando finalmente le donne americane ottennero il diritto di votare, ma il rossetto rosso acceso non si dovrebbe adoperare solo di sera per avere un aspetto gradevole e non di giorno con l’effetto di viso “appesantito”?
L’Osservatore D’Italia ha voluto porre queste domande al noto Look Maker partenopeo Renè Bonante, ha truccato attrici a livello nazionale ed internazionale ed in questo anno festeggia ben quarant’anni di carriera.

Cordialmente ci ha concesso questa intervista nel suo “Camerino trucco”, dando a chi ospita un sapore di cinema e di professionalità tanto da fare invidia ai camerini delle dive di Hollywood. Si trova nel salotto della citta di Napoli a due passi da Piazza dei Martiri la cosiddetta “Napoli bene”, l’agorà per eccellenza dello shopping e degli intellettuali.

Renè quali trucchi dobbiamo mettere di giorno e poi di sera?
Negli ultimi anni il trucco che vedo in giro è diventato “UNICO” il cosiddetto “MASCHERONE”, non c’è distinzione tra il trucco da giorno, da sera e da gran sera, è lo stesso di giorno e di sera per andare a teatro o eventi di un certo livello, si parla molto del CONTOURING come un’innovazione del settore del trucco, ma in realtà c’è sempre stato, tutto parte da lì dal trucco personalizzato correttivo. Nelle scuole per truccatori, la maggior parte degli insegnanti non hanno né curriculum e tantomeno esperienza di una tecnica personalizzata. Il trucco deve essere rispettoso nei confronti della morfologia del viso, la donna si deve PERSONALIZZARE per l’occasione, un trucco adatto di giorno dev’essere sobrio e rispettando i colori della persona. Il rossetto rosso fuoco tanto amato da Elisabeth Arden insieme alle “Suffraggette” quando sfilarono a New York sulla Fifth Avenue non va usato di giorno, ma deve essere adoperato di sera insieme gli altri accessori come le scarpe con il tacco ecc.., stesso discorso vale per i lip gloss, infatti va usato per dare un punto luce la sera, anche se io preferisco i rossetti matti e le labbra devono essere delineate con
una matita dello stesso colore del rossetto. Di giorno è preferibile adoperare il fondotinta fluido rispettando il colore dell’incarnato e valorizzare l’arcata sopraccigliare, applicare tanto mascara valorizzando gli occhi con matite rispettando i colori dell’iride e la forma dell’occhio. Io sono pienamente concorde alla cosiddetta “ Moda Fashion Modest” perché è un modo di valorizzare la donna e di non spogliarla.

Giuseppina Ercole