PET E TAC, RIMBORSO SPESE AI MALATI: IL TRIBUNALE DI LECCE PUNTA IL DITO SULLA REGIONE PUGLIA

Esulta il Codacons, il giudice Sergio Memmo del Tribunale di Lecce, dopo l’ennesimo appello presentato dalla Regione contro una delle numerose sentenze in cui è stato ordinato il rimborso delle spese sostenute da parte di ammalati di cancro

di Cinzia Marchegiani

Lecce – Una sentenza esemplare quella del Tribunale di Lecce: “Non c’è impedimento organizzativo o problema di bilancio che tenga di fronte alle esigenze di un malato grave, cui la vita sia appesa a un filo”.

Codacons esulta all’ennesima vittoria. Le vittorie del Codacons di Lecce sul fronte della tutela dei malati oncologici, con le condanne ormai in serie alla Regione Puglia, ormai quasi non fanno più storia. “Peccato che, obbligata a pagare le spese per le analisi Pet Tac -chiosa l’associazione dei consumatori al fianco di questa umana battaglia – puntualmente resista e proponga appello. Per la prima volta, però, si entra anche nel merito della questione. E se non è la pietra che pone fine alla querelle, è comunque un punto importante per chi, fino a oggi, ha sostenuto con fermezza i diritti dei malati”.

Una sentenza che entra nel merito. Il giudice Sergio Memmo del Tribunale Civile di Lecce, infatti, dopo l’ennesimo appello presentato dai piani alti via Capruzzi contro una delle numerose sentenze in cui è stato ordinato il rimborso delle spese sostenute da parte di ammalati di cancro, ha fornito una lunga e dettagliata spiegazione.

Il Codacons al fianco dei pazienti salentini. Una sentenza storica. Secondo l’avvocato Massimo Todisco, che per il Codacons ha seguito tutte le cause, entrare nel merito è stato un traguardo importante nella vicenda che si trascina ormai da quattro anni e che vede contrapposti pazienti salentini da un lato e Regione Puglia dall’altro. E’ la prima volta in Italia su ciò accade su specifico argomento, infatti, e si accerta che “il diritto primario alla tutela della salute, quale fondamentale diritto dell’individuo, rientra fra quelli inviolabili della persona ed è oggetto, pertanto d’incondizionata protezione”.

Sentenza che non lascia spazio a dubbi. Il giudice si spinge oltre e prosegue in un’analisi molto dettagliata, che non lascia spazio a dubbi:“Nell'ipotesi che a fondamento della domanda di un assistito del servizio sanitario nazionale, rivolta ad ottenere il rimborso di spese ospedaliere non preventivamente autorizzate dalla Regione, vengano dedotte ragioni di urgenza – che comportano per l'assistito pericoli di vita o di aggravamento della malattia o di non adeguata guarigione, evitabili soltanto con cure tempestive non ottenibili dalla struttura pubblica – manca ogni potere autorizzatorio discrezionale della pubblica amministrazione, non essendo rilevante in contrario l'eventuale discrezionalità tecnica nell'apprezzamento dei motivi di urgenza”.

Il Codacon spiega la straordinaria forza di questa sentenza. Ovvero: “Atteso che oggetto della domanda è il diritto primario e fondamentale alla salute, il cui necessario temperamento con altri interessi, pure costituzionalmente protetti – quali l'esistenza di risorse del servizio sanitario nazionale con le conseguenti legittime limitazioni con leggi, regolamenti ed atti amministrativi generali – non vale a privarlo della consistenza di diritto soggettivo perfetto tutelabile dinanzi al giudice ordinario”.

In assenza di strutture pubbliche in grado di garantire Pet Tac, la Regione Puglia deve erogare il rimborso. Il giudice afferma quindi che “i medesimi principi siano applicabili nel caso in cui l’assistito affetto da patologie oncologiche richieda urgenti prestazioni di natura ambulatoriale che la struttura pubblica non è in condizioni di erogare”. Ciò significa, spiega il Codacons, che in assenza di strutture pubbliche che siano in grado di garantire l’esecuzione dell’esame Pet Tac in tempi brevi nel territorio di competenza dell’Asl di Lecce o in quelle vicine, per il giudice è giusto che la Regione Puglia eroghi il rimborso…. E non vi sono esigenze di contenimento della spesa pubblica che tengano.

La Regione Puglia continua resistere in primo grado nei processi. Il Codacon ora si augura un cambiamento di politica amministrativa della Regione Puglia. Il Codacons scatta una fotografia lucida: “Tuttavia, la Regione continua a resistere in primo grado, nei processi che risultano ancora pendenti, proponendo appelli ed omettendo di ottemperare spontaneamente alle condanne ricevute. Il Codacons di Lecce, ora, con questa sentenza in mano, si augura che i vertici regionali si ravvedano da quello non esita a definire ‘un drammatico errore’”.




REGIONE PUGLIA: IL PRESIDENTE EMILIANO SCEGLIE LA PROPRIA COMPAGNA COME ADDETTO STAMPA

di Angelo Barraco
 
Bari – Il neoeletto presidente della Regione Puglia Michele Emiliano,  ha scelto il suo adetto stampa, ovvero la sua compagna Elena Laterza. La donna segue professionalmente il governatore da circa dieci anni, ovvero quando era Sindaco di Bari. La scelta del presidente Emiliano ha destato scalpore ma la donna ha voluto spiegare che “Il mio lavoro è sotto gli occhi di tutti ormai da undici anni. Non intendo buttare a mare la mia vita professionale”. Il nuovo capo di gabinetto è invece Claudio Stefanazzi. Non si sa ancora a quanto ammonta l’ingaggio di Elena Laterza, gli addetti stampa dei predecessori di Emiliano percepivano tra i 140mila e i 90mila lordi l’anno. Antonella Laricchia, consigliere del M5S, ritiene che la scelta del governatore Emiliano sia “una scelta abbastanza inopportuna. Tant'è che, per quanto ci riguarda, abbiamo stabilito di non assumere come collaboratori del gruppo consiliare persone a cui siamo legati sentimentalmente o con cui siamo imparentati”. Dal suo canto il governatore ha postato un Tweet, che ha rimosso subito dopo, in cui spiegava che “Non cambio il miglior addetto stampa che abbia mai avuto e che lavora per me da 11 anni solo perché ci siamo innamorati. Non sarebbe giusto”.