REGGIO CALABRIA, NDRANGHETA: ARRESTATE 8 ESPONENTI DEL CLAN "FRANCO"

Redazione

Reggio Calabria – Un'altra operazione degli ndranghetisti bloccata dai militari di Reggio Calabria. Sono finiti in manette otto esponenti della cosca "Franco" di Reggio Calabria per aver utilizzato esplosivo bellico del tipo C-4. L'esplosivo veniva prelevato dalla 'Laura C', una nave militare inabissatasi davanti alle acque reggine nel Mar Jonio, il cui relitto e' stato nel tempo oggetto di azioni di depredazione, anche da parte della 'ndrangheta per potenziare i suoi arsenali.

Nel corso della notte i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato le otto persone, ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, detenzione, vendita e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione, trasporto e cessione di esplosivo bellico del tipo 'C-4' e estorsione aggravata dalle modalita' mafiose. Diversi sono stati gli episodi e gli attentati in cui l'esplosivo C-4 e' risultato impiegato per il confezionamento di ordigni rudimentali utilizzati dalla criminalita' organizzata. Contestualmente all'esecuzione dei provvedimenti e' stato eseguito un decreto di sequestro preventivo in via d'urgenza emesso dalla Dda di Reggio Calabria, di alcune imprese (quote sociali, annesso patrimonio aziendale e conti correnti), numerosi immobili, beni mobili, autoveicoli e mezzi d'opera, rapporti bancari e prodotti finanziari, per un valore complessivo di circa 10 milioni.




NDRANGHETA, COSCA BELLOCCO: FERMATO ANCHE SINDACO DOMENICO MADAFFERI PER CONTRIBUTI ALLA COSCA

Redazione

Reggio Calabria – Collusione stato – mafia? ancora continua ma le forze dell'ordine a braccetto con la parte sana della giustizia stanno smantellando, pezzo per pezzo, questo letale connubio. Tra i fermati nell'operazione anti- 'ndrangheta 'Eclissi' dei carabinieri di Reggio Calabria contro la cosca dei Bellocco c'e' anche il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi. Il primo cittadino dovra' rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa per aver favorito, spiegano i militari, uno "specifico e consapevole contributo alla cosca". Ovvero Madafferi avrebbe favorito il rilascio di false attestazioni anagrafiche per agevolare l'organizzazione, il rilascio di licenze e autorizzazioni per l'apertura di negozi e attivita' commerciali, facilitazioni e informazioni per permettere alla cosca di aggiudicarsi appalti relativi alla gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Insieme al sindaco sarebbero coinvolti altri amministratori.
  Il sindaco di San Ferdinando "si trova ora agli arresti domiciliari", ha spiegato il colonnello Lorenzo Natalino Falferi, comandante provinciale di Reggio Calabria, secondo cui gli investigatori hanno "individuato e ricostruito una serie di attivita' estorsive e di controllo territoriale portate avanti dalla cosca"




REGGIO CALABRIA 'NDRANGHETA: 29 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE

Redazione

Reggio Calabria – La Polizia di Stato di Reggio Calabria, al termine di un complessa attività investigativa coordinata dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria, ha eseguito 29 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di capi ed affiliati di diverse cosche  d’ndrangheta, operanti nella Locride, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa transnazionale, estorsione aggravata e reati in materia di armi.

L’odierna operazione, denominata “La Morsa sugli appalti pubblici”, ha permesso di individuare una serie di vicende dalle quali emergono con evidenza la fortissima pressione esercitata dall’organizzazione criminale sull’economia legale ed i meccanismi sottesi alle attività estorsive ricollegabili all’esecuzione dei lavori ed alle attività attraverso le quali si realizza l’ingerenza del sodalizio nel settore dei pubblici appalti.    




REGGIO CALABRIA 'NDRANGHETA: VINCENZO CRISAFI E' STATO CATTURATO

Redazione

Reggio Calabria – Il 24 luglio scorso era sfuggito all'esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dal Procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta "Puerto Liberado".

Vincenzo Crisafi, considerato dagli investigatori molto vicino alle cosche della 'Ndrangheta Romeo e Giorgi di San Luca, è stato catturato ieri sera nella Capitale dagli uomini del Servizio centrale operativo, insieme agli agenti delle Squadre mobili di Reggio Calabria e Roma e del commissariato di Siderno (RC).

Il latitante è stato riconosciuto e fermato dagli investigatori della Polizia di Stato in via Appia, nel quartiere San Giovanni, e non ha opposto alcuna resistenza.

Crisafi, nato a Locri e residente a San Luca, è accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti importate in Italia dall'estero, attraverso i porti di Rotterdam (Paesi Bassi), Napoli, Salerno, Genova e Gioia Tauro (RC), nonché numerosi altri delitti legati al traffico di cocaina.

In particolare l'arrestato è considerato il rappresentante dell'organizzazione criminale in Germania e Olanda.

Le indagini che hanno portato all'arresto del ricercato, furono avviate nel marzo 2011, in seguito al sequestro di una partita di cocaina occultata all'interno di un container arrivato nello scalo di Gioia Tauro. Gli investigatori individuarono l'esistenza di una vera e propria organizzazione criminale, radicata nel territorio della Piana, che avvalendosi della collaborazione di personale infedele della società di gestione della banchina merci del porto calabrese, provvedeva a far passare i carichi di stupefacente in arrivo dai maggiori porti del Sud America.

Nel corso dell'investigazione sono state complessivamente sequestrate più di quattro tonnellate di cocaina purissima, che sul mercato avrebbe fruttato alle cosche della 'ndrangheta introiti per un valore di circa 800 milioni di euro.

Secondo gli investigatori inoltre, il compenso per l'organizzazione veniva pagato con una parte del carico importato, corrispondente a un quantitativo variabile in relazione al peso specifico criminale della cosca importatrice, tra il 10 e il 30 per cento del totale del carico.




REGGIO CALABRIA NDRANGHETA: LA POLIZIA DI STATO ARRESTA UN AFFILIATO ALLA COSCA BELLOCCO

Redazione
Reggio Calabria
– Nell’ambito delle attività finalizzate al controllo del territorio ed al contrasto alla criminalità disposte in tutta la provincia dal Questore di Reggio Calabria , dott. Guido Nicolò Longo, sono state effettuate numerose perquisizioni a carico di pregiudicati appartenenti alla criminalità organizzata operante nel territorio della Piana di Gioia Tauro. Nella giornata di sabato 30 u.s., in Rosarno (RC) la Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di reato PALAIA Francesco Benito, classe ‘73, con numerosi precedenti di polizia per furto, truffa, ricettazione, reti in materia di stupefacenti e associazione finalizzata al traffico di droga, affiliato alla famiglia di ‘ndrangheta dei “Bellocco” di Rosarno, coniugato con BELLOCCO Emanuela, attualmente detenuta, figlia di BELLOCCO Giuseppe, classe ‘48, elemento apicale della omonima cosca attiva nel comprensorio della Piana di Gioia Tauro. In particolare, personale del Commissariato della Polizia di Stato di Gioia Tauro (RC), unitamente a personale del Reparto Prevenzione Crimine di Siderno (RC), dopo aver fatto irruzione all’interno della residenza dell’uomo, hanno effettuato una meticolosa e accurata perquisizione che, estesa ad un scooter utilizzato dal PALAIA ma di proprietà della moglie, ha portato al rinvenimento di due involucri costituiti da vari strati di gomma e cellophane avvolti da nastro adesivo, rispettivamente di Kg. 1,070 e Kg. 1,222 di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
Ultimate le formalità di rito, il PALAIA, è stato associato presso la Casa Circondariale di Palmi (RC).
 




REGGIO CALABRIA, 'NDRANGHETA: BENI PER 5 MILIONI DI EURO SEQUESTRATI AL BOSS COSIMO ALVARO

Redazione

Reggio Calabria – Un patrimonio del valore di circa 5 milioni di euro riconducibile a Cosimo Alvaro, ritenuto presunto esponente di spicco della omonima cosca della 'ndrangheta, e' stato sequestrato dalla Dia di Reggio Calabria che ha eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, Sezione misure di prevenzione. Si tratta di una casa di riposo, "Villa Speranza", uno stabilimento balneare, il lido "Calajunco", e un bar-enoteca, "Old Gallery", formalmente intestati a presunti prestanome di Alvaro. Cosimo Alvaro, 49enne, e' detenuto perche' condannato in via definitiva per violazione della disciplina in materia di sostanze stupefacenti. E' inoltre destinatario della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno emessa il 14 gennaio 1993, scontata dopo una lunga latitanza, nel comune di Reggio Calabria dal 7 gennaio 2006 al 07 gennaio 2009. La scelta di scontare la misura di sicurezza nella citta' dello Stretto in luogo del piccolo comune aspromontano, secondo gli inquirenti, si e' rivelata strategica per le ampie possibilita' di inserirsi in svariate lucrose iniziative imprenditoriali tramite prestanomi. Nel giugno 2010 Cosimo Alvaro, insieme ad altre 41 persone, e' stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Reggio Calabria, nell'ambito dell'"Operazione Meta" condotta dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Reggio Calabria. Da ultimo, il 4 settembre 2013, Cosimo Alvaro sarebbe risultato ancora coinvolto con altre 6 persone nell'Operazione "Xenopolis" che ha disvelato un intreccio esistente tra mafia, politica ed appalti, condotta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo di Roma. Per questi i fatti e' attualmente imputato.